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Autore: Selenite    28/09/2010    16 recensioni
Mahel è un'allegra ragazza di 16 anni, il cui nome le è stato dato dalla madre, una scrittrice di libri per ragazzi, prendendo ispirazione da un personaggio delle sue stesse storie. Nonostante Mahel odi il suo nome, si ritroverà nell'universo delle fiabe di sua madre, per aiutare il co-protagonista Lagharta alla salvezza del mondo. Sembra una storia fantasy come le altre, ma non lo è... Perchè Lagharta non è un eroe come tutti gli altri. E odia Mahel dal più profondo del suo cuore.
Ho messo rating piuttosto alto, in quanto ci sarà la presenza di alcune scene abbastanza crude. Ringrazio in anticipo per la cortesia che chiunque vorrà riservarmi nel leggere ^^
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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CAPITOLO 3
Il mio nome è Lagharta


Era come se adesso il suo sogno più grande si fosse avverato.
Come aver superato la prova più difficile di tutti, ed essere arrivata al premio finale. La sensazione di avere fra le mani qualcosa di più importante della sua stessa vita.
Sorrideva, di quel sorriso che in passato riservava solo a suo padre, mentre sentiva le lacrime premere per uscirle. Ma non c'era bisogno di piangere.

Era bellissimo. Proprio come nella fotografia di suo padre, forse di più.
Quella colonna sembrava fatta di un materiale sconosciuto. Mahel lasciò cadere la borsa con gli attrezzi in terra, delicatamente, e vi si avvicinò.
Tiepida, per via del sole, liscia al tatto, una sensazione piacevole come stoffa pregiata. Dura come marmo, ma non era marmo. Senza contare quei riflessi iridescenti di cui si colorava quando il sole la colpiva. Di certo non era qualcosa di “umano”.
Guardandosi attorno, capì come mai adorava tanto quella foto, quel posto: il contesto stesso di quella colonna in mezzo al boschetto, in quello spazio d'erba lasciata all'incuria, lasciava senza fiato.
Gli alberi secolari di cui era formato il boschetto erano così alti, così possenti, che sembravano guardie gigantesche. Le fronde che scivolavano lentamente a terra, senza toccarne mai il fondo, sibilavano di dolci rumori quando il vento vi passava attraverso. E i raggi del sole che riuscivano a filtrare attraverso il labirinto di foglie era sempre un misto di colori: gialla, bianca, a volte verde per via del riflesso dell'erba e delle foglie. Quando scendeva il tramondo forse erano anche rosa, o anche rosse.
Ma non poteva aspettare il tramonto, non aveva portato gli attrezzi adatti.
-Bene...è giunta l'ora-

Prima di premere il click con il quale chiudeva la promessa ad i suoi genitori, soprattutto a suo padre, esitò un attimo. Forse stava sognando, forse era tutta un'illusione. Tolse l'occhio dall'obiettivo della macchina fotografica, non vide niente. Scosse la testa e riprese posizione. No, non poteva crederci. Era lì, la guardava, le sorrideva. Con quel sorriso che lei non aveva dimenticato e non poteva dimenticare. Le lacrime iniziarono a scenderle lente e silenziose lungo le guance. E scattò.
-Ti voglio bene papà...-

Michael la guardava scuotersi nelle spalle, ferma nella posizione in cui aveva scattato la foto. Non si muoveva, si limitava a scuotere le spalle, ritmicamente, senza proferire un suono.
Guardava la giovane e la colonna, senza capire. Poi, ripensandoci con attenzione, pensando al luogo e alla promessa di Mahel, capì.
Le si avvicinò, le toccò la spalla con la mano, cercando di non peggiorare le cose -Mahel...va tutto bene?- chiese il giovane, sentendo sotto la sua mano singulti sconnessi -Mahel almeno rispondimi. Cosa è successo...?-
Mahel si voltò. Gli occhi pieni di lacrime, le dita che stringevano forte la macchina fotografica. Il suo corpo che tremava, senza ritegno, un'enorme tristezza nascosta negli occhi. Michael la guardò per un istante, senza capire, non vedeva il motivo di quel pianto disperato. Suo padre, il suo ricordo, non le avevano mai causato lacrime da quel giorno. E allora perchè proprio adesso, che sicuramente era più vicino a lei che in qualsiasi altro momento? -Mahel che cos'hai? Perchè piangi?-
-Papà...papà mi ha sorriso Mick...- sussurrò la giovane, trattenendo i singhiozzi. Michael le afferrò le spalle, guardandola negli occhi, disperato di non poter alleviare il suo dolore -Tuo...padre...?-
Mahel gli si buttò fra le braccia, sfinita da quel dolore immenso, senza più preoccuparsi dei singhiozzi, delle lacrime o di quel tremore che l'aveva invasa sin nelle ossa -Michael...il mio papà sarebbe fiero di me, non è vero? Pensi che sarebbe orgoglioso di me?-
Michael sorrise, intenerito da quella Mahel che da anni non vedeva in quelle condizioni. Mai una lacrima, mai il musone, sempre con quel sorriso sulle labbra che contagiava tutti, con quella sicurezza in sé stessa che spiazzava. Voleva solo essere all'altezza e sentirsi amata. Così, posandole una mano sui capelli e carezzandoli, mentre le labbra la baciavano lieve sulla fronte, Michael rispose -Più di qualsiasi altra cosa al mondo-

Pianse per ore, lasciandosi cadere in terra, cullata dalle braccia di Michael.
Pianse come da bambina, quando era in braccio al suo papà, finchè non si sentì soddisfatta e non sentì che il ricordo di suo padre si era fatto ancor più intenso.
Pianse reggendosi forte alla sua ultima speranza, nella speranza che non dimenticasse mai nulla di lui e del loro tempo insieme. Pianse e pianse, e arrivò il tramonto.
Guardando la colonna di sottecchi, illuminata dalla luce calda e rassicurante del tramonto, vide ciò che aveva visto nella foto di suo padre. E sorrise.
-Arrivederci papà-

-Mahel...come stai?- chiese Michael dopo qualche ora, quando i singhiozzi della ragazza non furono che solo un ricordo, sentendo una gamba addormentata e il profumo dei capelli di lei che gli inebriava la testa -Va meglio adesso?-
Mahel annuì con la testa, stringendosi ancora di più nelle braccia di lui -Scusami Mick...mi approfitto di te, pur non avendo avuto modo di averti dato una risposta concreta-
Michael scosse la testa e rise addirittura, frizionandole la testa con le dita -Ma smettila. Non è da te preoccuparti di queste inezie. Tu lasciati andare qualche volta, non devi sempre preoccuparti per me-
Mahel si strinse ancora di più nella maglia ormai asciutta di Michael, annuendo -Tu sei una delle persone più importanti della mia vita. Non so come farei senza di te...-
Michael sapeva già quale sarebbe stata la risposta di Mahel alla sua proposta, alla fine. Non si potevano forzare i sentimenti di quella persona, lo sapeva bene. Nessuno vi era mai riuscito e sapeva che non sarebbe stato giusto.
Perciò la strinse forte a sé, annusando a fondo il profumo di bosco e di Mahel, portandoselo fino al cervello per non dimenticarlo mai. Avrebbe potuto tentare di baciarla, di forzarla a fare qualsiasi cosa, ma si limitò a stringerla forte e confortarla, ancora una volta, prima di lasciarla andare -Andiamo Mahel. Fammi un bel sorriso-
Mahel alzò lo sguardo, perdendosi negli occhi profondi di lui. E sorrise -Andiamo a casa Michael. A casa dalla mamma-
Michael annuì e l'aiutò ad alzarsi.

Mettendo via l'attrezzatura, Mahel fece cenno a Michael di avviarsi verso la barca -Avviati pure, voglio rimanere solo qualche minuto qua. Da sola-
-Sei sicura?- chiese il ragazzo, preoccupato -Rimango qua se vuoi-
Mahel scosse il capino, seria -Voglio solo dire addio a papà-
Michael le si avvicinò e le baciò la fronte, per farle coraggio -Ti do 10 minuti. Se non arrivi vengo a prenderti-
Mahel annuì a quell'affermazione e lo guardò sparire tra gli alberi.

Il boschetto...la colonna...oddio, quanto aveva sognato tutto quello.
Sognava sempre, quando era piccola, il momento in cui lei e suo papà sarebbero andati nel boschetto a fotografare la colonna.
Sognava di essere presa tra le braccia, sognava di volteggiare in mezzo a quella radura odorosa e brillante di luci...sognava tante cose.
Ma non era più il momento di sognare. Non era più piccola.
Alzando lo sguardo verso il cielo, coperto dalle fronde fitte degli alberi, chiuse gli occhi e cercò di ricordare ogni cosa di suo padre le fosse possibile.
I suoi occhi...le sue mani...la sua voce...
Tutto di lui le mancava, ma adesso non piangeva più. Non poteva più piangere, perchè Michael le aveva detto che lui era orgoglioso di lei. E anche lei lo era.
Aveva tenuto fede alla promessa, aveva fatto tutto ciò che poteva. Adesso poteva guardarsi indietro senza provare rimorso. Suo padre era lì con lei, nel suo cuore.
Scosse la testa e si incamminò verso la barca.

Una luce. Fioca e tiepida, la illuminava da dietro.
Mahel si voltò, sorpresa, vedendo solo la colonna. Ancora più iridescente e trasparente di quel che non sembrava poco prima, vi si avvicinò e la guardò.
Non aveva niente di diverso. Niente di speciale. Era solo una colonna.
Le arrivava a metà vita, forse un po' più su, era liscia e calda, la spaccatura la divideva obliquamente, in modo netto e pulito. Su questa spaccatura dei segni strani, in rilievo, piccolissimi e fitti, che a guardarli da lontano sembravano formare un quadrato all'interno dell'area centrale della colonna.
Mahel li guardò distrattamente, carezzandone alcune parole forse, cogliendone il senso. Si stupì di capire ciò vi era scritto. E ancor di più di capire che vi era scritto proprio quello -Mahel? Perchè vi è inciso il mio nome qua sopra...?- Mahel guardava adesso con più attenzione e cercò di leggere attentamente ciò che vi era scritto. Ma riusciva a capire poche parole, e non era neanche sicura di capirle davvero.

Ma quando un sibilo di vento gli sfiorò i capelli, come in una carezza, una voce di donna lesse le parole incise nella colonna facendola sussultare:

La notte di Luna Piena
Mahel, dea della Vita, in onore al Dio del Cielo
salirà sulle scale del Tempio di Saluss ed Exitio,
libererà gli spiriti sopiti da mille anni
e porrà fine alla Guerra di Gaia

Mahel si voltò, spaventata, non vedendo niente. Ma quella voce...quella voce cos'era?
Si rimise la borsa in spalla e si allontanò a passo svelto, cercando di convincersi che fosse stata solo la forza della sua immaginazione.
Ma quella voce, di nuovo, prima che lei sparisse dallo spiazzo del boschetto, la fermò.

Mahel...

La ragazza sentì il sangue gelarsi nelle vene. Si guardò attentamente intorno, nello spazio visivo in cui riusciva a vedere non c'era nessuno.
-Oddio...non è che c'è un fantama...?-

Mahel...voltati, Mahel...

La giovane deglutì rumorosamente, spaventata. Cercò di raccogliere tutto il coraggio possibile, cercò di convincersi mentalmente che dietro di lei non c'era nessuno.
E si voltò.
Per poco non cadeva in terra dalla sorpresa: non c'era niente di spaventoso. Anzi. Era bellissima, così schifosamente bella che lei si sentiva ancora più brutta del solito.
Una donna, alta e snella, dai lunghissimi capelli azzurri. Carezzavano l'erba del boschetto con tale leggerezza che non sembravano nemmeno reali. E poi gli occhi, di quell'azzurro simile ai capelli, così splendenti e vivi. Brillavano quasi, alla luce del tramonto, di un guizzo argentato che riusciva a vedere sin da così lontano. Mahel deglutì, di nuovo, in soggezione. Da dove era spuntata?
Sicuramente se fosse stata lì intorno prima l'avrebbero notata. Era impossibile non guardarla, sembrava brillasse di luce propria.
Mahel fece un passo verso di lei, intimidita -Chi sei...?-
La donna sorrise, porgendole la mano. Mosse la bocca ma non ne uscì nessun suono.
-Oh...sei forse muta?- chiese Mahel, avvicinandoglisi di un altro passo. La donna annuì e sorrise -Mi...mi dispiace tanto. Ma tu...hai sentito anche tu una voce?-
La donna, di nuovo, annuì -Non eri tu, vero?- chiese Mahel, arrivandole così vicino da porterla toccare -Ma dove ti eri nascosta fino ad ora...?-
Mahel era sempre stata un tipo strano. E anche in quell'occasione non si smentì. Chiunque a sentire quella voce si sarebbe spaventato, ma non da meno appena avesse visto la donna. Capelli azzurri, occhi che brillavano come pietre preziose...non erano cose di questo mondo, no? E allora perchè Mahel ne elogiava mentalmente la bellezza, senza rendersi conto che non erano qualcosa di umano?
-Per caso sai chi è stato a parlarmi, prima?- la donna, a quelle parole, sorrise e le porse una mano, come a volerla invitare. Mahel l'afferrò delicamente, era così piccola e curata, dalla pelle talmente candida da sembrare surreale. Tiepida e liscia, sembrava non fosse fatta di carne, ma dello strano materiale della colonna.
La colonna...ora che ci pensava, dov'era la colonna?!
-Oddio, la colonna dov'è?!- disse Mahel, cercando di ritirare la mano via da quella della donna. Non ci riuscì e la guardò negli occhi -Dimmi, tu sai dov'è?-
La donna le sorrise e annuì.

Mi chiamano spesso Colonna, quando vengono qua...

Mahel spalancò gli occhi e la guardò. Poi guardò la mano, di nuovo la donna.
Zitta. Forse confusa ma sicuramente terrorizzata -È...p uno scherzo...?-

No, Mahel, non è uno scherzo. Scusami se ti ho spaventata.

Mahel si irrigidì, anche la sua mano diventò immobile e fredda come il ghiaccio -E allora com'è che ti sento se ti tocco, ma non se non ti tocco?-

In questo mondo la mia “vera” forma è quella di Colonna. Non ho bocca, né parole.
Non posso parlarti se non vengo a contatto con la tua mente...

Mahel rabbrividì. Si guardò attorno, tutto era come prima, tranne quella donna. Che non era una donna, era una colonna. O forse la stava solo prendendo in giro.
-Fammi capire bene. In questo mondo, cioè nel mio, tu sei una...colonna?-

Si. Io non esisto in questo mondo.
Sono venuta fin qua per cercarti, Mahel. Tu sei uno dei tre nomi della Leggenda.
Il nome che ho nel mio mondo, qua è il nome di ciò che sono. E solo grazie a questo ho potuto stabilire un contatto...

Mahel scosse la testa. Probabilmente era inciampata senza accorgersene e adesso stava sognando. Si, non poteva essere altrimenti. Perciò decise di stare a quello strano sogno che sapeva di incubo per un altro po'.
-Cioè tu non sei una colonna...ma ti chiami Colonna?-
La donna annuì, dolce.

Mahel, io non posso obbligarti a venire con me
Le leggi del mio mondo me lo proibiscono, la Leggenda stessa lo proibisce.
Però solo tu puoi aiutarmi a salvare il mio mondo, Gaia.

Mahel ci pensò un attimo. Gaia...dove aveva già sentito questo nome?
-Io ti posso aiutare...ma tu non puoi portarmi via contro la mia volontà...?-
La donna annuì di nuovo, mostrandole però una faccia seria.

La Mahel della Leggenda sceglie da sola di salire sulle gradinate del Tempio.
Io non ho il potere di portarti dall'altra parte.

Non capiva del tutto cosa volesse dire quella donna, né come lei potesse essere uno strumento così importante. Perciò scosse la testa, anche se era un sogno doveva essere sincera con quella donna dallo sguardo triste.
-Non posso venire con te. Non saprei come fare e anche lo sapessi non voglio lasciare la mamma da sola. Mi dispiace...-
La donna scosse la testa e sorrise.

Non scusarti. Non devi, dopotutto devi scegliere tu.
E poi le Leggende non sono mai accurate. Ho aspettato un secolo per vederti.
Adesso mi assopirò di nuovo, in attesa della venuta di Mahel.
Cancellerò i tuoi ricordi di questo posto. E spero che tu sia felice...

Mahel vide la donna lasciarle le mani e afferrarle il volto, sorridendo. Le sue labbra scandirono piano le parole “scusami” e si posarono sulla fronte.
Un bacio, così straziante, che Mahel sentì il suo cuore stringersi in una morsa dolorosa -Mi dispiace tanto...-
Quando la donna scosse la testa, come a indicarle che non importava, una luce bianca e accecante le avvolse entrambe. Era fredda e girava intorno a loro, strattonandole ovunque. Mahel si strinse alla donna, mantenendo il contatto fisico per poterle parlare -Che cosa succede...? Colonna, che cosa sta accadendo?-

Mahel non ti staccare da me. Non aver paura, andrà tutto bene.

-Colonna...Colonna!- Mahel sentì qualcosa colpirla alla testa e Colonna la lasciò andare, in quel turbinio di luce e vento gelido. Poi il vento cessò.
Colonna era accanto a Mahel, la scuoteva cercando di farle riprendere conoscenza. Ma Mahel non si muoveva, si limitava a respirare regolarmente. Era svenuta.

Accanto a Colonna, improvvisamente, una figura. Un'altra donna.
Alta come Colonna, dai capelli lunghi quanto i suoi, biondi e fini. Gli occhi bianchi, forse era cieca, labbra carnose e rosee, il tutto racchiuso in un volto dalla bellezza anche superiore a quello di Colonna.
Quando Colonna sentì dei passi dietro di lei si voltò e rimase sgomenta.
Si alzò, guardando fissa negli occhi quella figura, poi si inginocchio davanti a lei, baciandole le mani, piangendo. L'altra ragazza si abbassò, le carezzò la testa, sorrise.
-Colonna...hai fatto un ottimo lavoro, in questi cento anni. Adesso puoi tornare dalle tue sorelle, nel nostro mondo, non c'è più alcun bisogno che tu rimanga qua-
Colonna guardò verso Mahel e poi verso quella donna -Tranquilla, mi occuperò io di lei. Anche io, come te, penso che sia lei...-
Avvicinandosi le mani al cuore, una piccola luce dorata le fuoriuscì dal petto, prendendo poi forma di un piccolo pendente d'oro a forma di chiave, che porse a Colonna -Torna indietro, avverti la Sibilla. Stanotte ci sarà la Luna Piena...-
Colonna annuì, mettendosi la chiave al collo. Prima di andare, però, guardò per un'ultima volta verso Mahel e la donna, nuovamente, la rassicurò -Lei starà bene. E decidera con le sue forze se compiere il suo Destino o meno...-
Colonna chiuse gli occhi poco convinta e, dopo aver mosso impercettibilmente le labbra, sparì nel nulla. Al suo posto riapparve la colonna. Non vi erano più incisi i caratteri della Leggenda ed era tornata ad essere una semplice colonna di marmo, bianca e sciatta.
L'aura di fiaba di quel posto era sparita per sempre.
La donna, china su Mahel, le carezzò la testa, dolce -Ti procurerò un sacco di guai. Ma tu devi aver fiducia in me ed in te stessa- un bacio lieve, sulla fronte -Ci rivedremo, Mahel...è una promessa-
Il corpo della donna si gonfiò di luce bianca e scoppiò, in mille e mille luci più piccole bianche e brillanti.
Di, nuovo, in quel boschetto, tornò a regnare la pace.

-Mahel! Mahel ma cosa...Mahel!- Michael era tornato indietro, in quanto erano passati più di dieci minuti da quando l'aveva lasciata sola. E l'aveva ritrovata. Sola e svenuta.
Le corse intorno preoccupato, l'alzò lievemente da terra, le guardò il volto, la testa. Non c'erano segni di botte, che fosse inciampata in modo stupido come al suo solito?
Gli venne da sorridere e iniziò a schiaffeggiarla -Mahel...Mahel svegliati-
La giovane non accennava a riaprire gli occhi, perciò Michael la prese in braccio e ritornò verso la barca, scuotendo la testa, pensando in che strano modo Mahel potesse essere caduta questa volta.
Non aveva idea di quel che era successo, né vedeva ciò che Mahel, seppur svenuta, stringesse in mano. Era una pietra, tonda e liscia, di un colore opaco e indefinito.
Purtroppo per lui non lo avrebbe saputo mai.

Mahel si risvegliò nella barca, la testa gli pesava e gli occhi bruciavano tantissimo.
Michael non fece domande, si limitava a remare e guardarla, sorridendo -Meglio?-
Mahel si alzò a sedere e annuì, tenendosi la testa con le mani. Ormai era il tramonto inoltrato, forse era addirittura tardi per tornare a casa. Non le importava.
Si convinse che ciò che era successo nel boschetto era stato solo un sogno, magari dovuta ad una caduta.
E poi la vide. Quella sfera, che al sole brillava di una debole luce azzurrina.
Cercò di rimanere impassibile, ma Michael notò il suo sguardo stranito -Cosa c'è Mahel? È successo qualcosa...?-
Mahel non poteva raccontare ciò che aveva visto, non le avrebbe creduto nessuno. Tutt'ora lei non riusciva a crederci, però doveva per forza essere successo. Ora ne era convinta: non si trattava di un sogno. Non sapeva perchè, ma era così.
Guardò Michael, cercando di essere il più tranquilla possibile. Fu la prima volta che ci riuscì in tutta la sua vita -Niente Mick. Pensavo che mamma sarà preoccupatissima-
Michael le sorrise, constatando con gli occhi di essere ormai a pochi metri da terra -Ti accompagnerò io. Vedrai che tua mamma capirà. Non è mica successo niente, no?-
Mahel annuì, poco convinta.

Doveva indagare. Non poteva rimanere con il dubbio di ciò che era successo al Lago.
Quella notte sarebbe tornata al boschetto, in un qualche modo, sarebbe andata da Colonna e avrebbe chiesto ulteriori spiegazioni.
Voleva sapere cos'era la Leggenda, cos'era Gaia e chi era lei.
Ormai, aveva deciso.

In effetti sua madre non si era arrabbiata. Non aveva detto niente. Si era solo limitata a ridere al racconto di lei svenuta per terra a seguito di una sua eclatante caduta e l'aveva abbracciata, perchè ormai la promessa era stata mantenuta.
Quando fu il momento di andare a letto, però, sua madre la fermò sulle scale.

-Mahel...qualcosa non va?-
Ecco, la domanda. Mahel sapeva che sua mamma si sarebbe resa conto di qualcosa, la “odiava” per quello. Riusciva sempre a capire quando le nascondeva qualcosa.
-No mamma, perchè?- bluffava, lo sapevano bene entrambe -Sono solo stanca-
-Sei sicura, tesoro? Non è che Michael ha fatto qualcosa e tu non vuoi dirmelo?-
Primo strike. Come diavolo faceva a saperlo -Beh...forse-
-Beh, che Michael ci avrebbe provato prima o poi era scontato. O forse è successo qualcosa al boschetto? Per caso ti ha colpito la colonna?-
Secondo strike. Ma per caso leggeva nel pensiero quella donna?! -Per Michael beh...sono rimasta un po' stupita di ricevere un bacio- sua madre la guardò ad occhi sgranati, mormorando un “bravo figliolo” o qualcosa del genere -Per quanto riguarda la colonna...si, mi ha stupita. Non sembrava neanche...umana-
Ecco, era stupida. Come poteva dire “umana” di una colonna? -Mahel, tesoro...forse volevi dire che non sembra qualcosa di umano, vero?-
-Si, mamma, scusami...- Mahel si morse il labbro, non riusciva a mettere insieme frasi che non l'avrebbero messa nei guai -Sai com'è, la botta...-
Sua madre sorrise -Mahel ricordi di quando ho iniziato a scrivere?-
Mahel scosse la testa -No mamma, non ricordo. Quando?-
E iniziò a raccontare...

A pochi anni dal matrimonio con tuo padre, esattamente un anno prima che scoprissi di essere incinta di te, feci un sogno molto strano.
Sarà stata la vista della colonna nel boschetto, ebbene si, ci sono andata prima di te e tuo padre, sarà stata la stanchezza di quella lunga giornata di lavoro, prima ero un'impiegata, ma sognai di una ragazza dai lunghi capelli castani e dagli occhi color smeraldo.
Somigliava proprio a te, a ben pensarci. Era più o meno della tua età...
Ebbene, questa ragazza si perse nel boschetto. Si chiamava Mahel. Nel boschetto c'è quella strana colonna che sembra fatta di luce, così la definiva tuo padre, quella ragazza piangeva sopra quella colonna.
All'improvviso le incisioni sopra la colonna iniziarono a brillare e lo spiazzo nel boschetto divenne pieno di luca. Una voce di donna rassicurava la ragazza, che piangeva ancora.
Sai Mahel...è stato grazie a quel sogno che iniziai a scrivere.
In realtà non posso dirti con certezza il confine tra ciò che realmente sognai e ciò che romanzai quando buttai giù il mio romanzo, ma il protagonista maschile era lo stesso ragazzo che salvò la Mahel del sogno. Un ragazzo quasi ventenne, coraggioso, prepotente e bello da impazzire.
Quando mi svegliai presi senza pensarci due volte la mia decisione.
Iniziai a buttare giù un qualcosa, che prese vita come un racconto. La Mahel del mio sogno aveva acquistato, nella scrittura, un po' di anni in più. Solo il protagonista era rimasto tale e quale al ragazzaccio del mio sogno.
E sai una cosa...? Ora che ci penso, visto che tu hai definito “umana” la colonna, mi viene in mente che...beh, nel sogno la colonna acquistava le sembianze di una splendida donna dagli occhi ed i capelli azzurrini. Non ti pare strano?

Sua madre la baciò sulla fronte, augurandole buona notte.
Mahel rimase qualche secondo interdetta a metà scalinata, con un pensiero un po' curioso in mente. Lei al boschetto aveva visto la colonna e, subito dopo, una donna dagli occhi ed i capelli azzurrini. Il mondo che la colonna proteggeva era Gaia, secondo la Leggenda che le aveva sussurrato all'orecchio, e Gaia era il mondo dei racconti di sua madre.
Una domanda la scosse profondamente, come un fulmine: possibile che il mondo di fiaba “creato” o “sognato” che fosse da sua madre, esistesse realmente?!

Sgattaiolando fuori dalla sua stanza, con un passo talmente felpato da non sembrare neanche suo, Mahel si guardava attorno furtiva. E ascoltava.
Sua madre dormiva beatamente, nella stanza adiancente alla sua, respirando regolarmente e, a volte, borbottando qualche parola sconnessa.
Mahel rise, accertandosi di avere la polaroid ben assicurata al collo, legata al cordoncino. Nelle tasche del giubbotto alcune pellicole. Non sapeva perchè, ma sentiva che ne avrebbe avuto bisogno.
Si fermò davanti alla camera di sua madre, poggiandovi la fronte sopra. Sentiva una strana ansia dentro di sé, una strana tristezza.
Come se temesse, o forse sapesse, che non sarebbe tornata a casa.
-Mamma...io sto andando al boschetto. Ci...ci vediamo presto...-
Mahel, con una strana morsa allo stomaco, scese le scale, aprì la porta e la richiuse dietro di sé, senza far rumore.
Nella sua stanza, sua madre aprì gli occhi e, silenziosamente, si mise a piangere.

L'aria fredda del mattino le entrava fin nelle ossa. Erano le tre di notte, forse le quattro.
Al molo tutto era silenzioso e immobile, l'acqua da cristallina e luminosa era adesso nera e impenetrabile. E poche luci elettriche che circondavano il lago erano troppo fioche e deboli per illuminare tutta la superficie del Lago fino al boschetto.
Mahel si fece coraggio e decise di scassinare un lucchetto delle barche.
Ne scelse una a caso, la prima della fila, ma con sua sorpresa il lucchetto era mezzo aperto: Mick. Vista la sua “accuratezza” nel lavoro, era sicuramente stata colpa della fretta con cui rimetteva tutto a posto.
Fortuna per lei, aprì il lucchetto e si avviò verso la colonna.

Il silenzio era così profondo che riusciva a sentire i suoi stessi pensieri.
Erano troppe le domande da fare a Colonna. Chi era? Cosa stava accadendo a Gaia? E dov'era Gaia? Per caso aveva avuto a che fare con sua madre...?
Troppe domande. Troppa confusione.
Guardò la pietra che quel pomeriggio si era ritrovata in mano, che in quella tenebra di primo mattino sembrava un comune sasso. Se la mise in tasca e la chiuse, credendo che potesse essere importante. Poi incastrò i remi sulla barca e si buttò indietro, guardando il cielo.
-Toh- sbottò tranquilla, sbadigliando -Stasera c'è luna piena...-
Si rialzò stiracchiandosi, guardandosi intorno. Non sentiva il profumo del boschetto e vedeva le luci del molo in lontananza.
Doveva essere ormai proprio in mezzo al Lago.

Dal fondo del lago, delle bollicine d'aria salirono fino alla superficie, incuriosendo Mahel per via di quel rumore pacato in mezzo al mare di silenzio.
In quelle profonde tenebre, un qualcosa si stava muovendo. Qualcosa di enorme, a grandissima velocità.
Un qualcosa il cui occhio era grande quasi quando la barca di Mahel.

Quando vide le bollicine accanto alla barca, Mahel si fermò e prese ad osservare la superficie liscia del lago. Era così scura che non vedeva altro che quelle bollicine.
Si susseguivano ad intervalli regolari, come se qualcuno o qualcosa stesse respirando.
Quel pensiero la fece rimanere ferma ed immobile -Cosa...cosa c'è qua sotto...?-
Non appena le sue labbra mormorarono quelle parole, un qualcosa di enorme scivolo dalle profondità dell'acqua fino in superifice.
Un pesce, una balena...qualsiasi cosa fosse era enorme. E aveva i denti.
Un gorgoglio indistinto si spanse per tutto il perimetro, lasciando Mahel senza parole e immobile sulla barca -Cosa...cosa diavolo è?!-
Cercò di mantenere la calma, giusto per un paio di secondi, poi prese i remi in mano e iniziò forsennatamente a raggiungere il molo del boschetto.
Mi ucciderà” pensava “Mi mangerà in un boccone solo, io e la barca gli entriamo giusti giusti” e continuava a remare, terrorizzata.
Alla “bestia” non piacque quel movimento brusco e, previo gorgoglio, guizzò nell'acqua lasciandone fuori solo la pinna dorsale.

Era enorme come una balena, dalla pelle rugosa, nera anche questa.
Gli occhi sembravano brillare di una strana luce gialla, mentre la guardava, e anche le pinne dorsale e laterale erano colorate di una strana fluorescenza verde-azzurrina.
Ora, se guardava bene nell'acqua, si vedeva distintamente una luce correre a velocità spropositata verso il boschetto, come a volerla precedere.
Quello che successe poi fu un lampo.

La bestia balzò fuori dall'acqua spingendosi sopra la barca, che finì in pezzi.
Mahel venne letteralmente sbalzata in aria, senza possibilità di scampo: se il lancio era abbastanza lungo da portarla al boschetto, sarebbe morta per via dello schianto, se fosse atterrata in acqua, sarebbe stata digerita dalla bestia in qualche ora.
In entrambi i casi, era morta.
Però sentì qualcosa prenderla per la vita, un braccio forse, una strana calma si impossessò di lei. Come se sapesse di essere al sicuro.
Davanti ai suoi occhi passò velocemente una luce rosata. Poi sentì la terra sotto ai piedi.
-Stai bene?- una voce maschile, gioviale e attraente -Puoi scendere-
Mahel cadde con il sedere a terra, aveva ancora gli occhi chiusi -Non sono morta?-
Il proprietario della voce rise -No, non sei morta. Sei ancora viva-
Mahel aprì gli occhi e si ritrovò davanti un ragazzo.
Un ragazzo alto, dai capelli neri e gli occhi scuri. La luce rosata che aveva intravisto poco prima si posò accanto al suo viso, mostrando a Mahel che il giovane aveva gli occhi blu.
-Ti ringrazio di avermi salvata. Non so cosa sia quella bestia là...-
-Quello è un Theko, un mammifero acquatico. Una delle bestie più pericolose di tutte-
-Un...Theko?-
Una vocetta femminile ridacchiò. Mahel si guardò attorno, ma non vide nessuno. Solo quella lucetta rosata -Suddai, sai che in questo mondo i Theko non esistono...-
-In questo...un momento, voi siete di Gaia?- Mahel spalancò gli occhi e afferrò il braccio del giovane davanti a lei -Dimmi, qual'è il tuo nome?-
Il ragazzo scostò il braccio, con aria sospetta -Tu conosci Gaia?-
-Una ragazza...Colonna...mi ha detto di Gaia-
-Colonna...ho capito...-
Il ragazzo si accucciò davanti a lei, mostrandole un viso bellissimo e degli occhi ancora più belli. La guardò per un istante e poi rise tra sé e sé -Il mio nome è Lagharta. E tu dovresti essere Mahel, non è così?-
Mahel si sentì morire.

Non amava i racconti di sua madre, anzi non amava leggere in particolare, ma quel nome lo conosceva bene. Ricordava dove lo aveva sentito. E ne rimase sconvolta.
Lagharta era il nome dell'eroe dei racconti di sua madre.



***

Questo capitolo è il primo di una lunga serie di difficoltà tecniche xD forse perchè è uno di quelli più lunghi o forse perchè introduco il mondo di Gaia ed i suoi protagonisti. La madre di Mahel in particolare mi fa una tenerezza infinita. Lei sa che sta succedendo qualcosa, ma purtroppo sa anche di non poterla fermare. Per quanto riguarda il padre, visto che in molti l'avete chiesto, NON spiego la sua morte solo perchè non è importante al fine del racconto. Immaginate il perchè come più vi aggrada.
Io, come al solito, anzichè prolungarmi in spiegazioni, preferisco buttarmi sui RINGRAZIAMENTI ^^
Dust_and_Diesel: tu sei troppo gentile =D ti sei addirittura disturbata a mandarmi non 1, non 2 ma addirittura 3 mail =D me felise!!! Spiacente di deluderti, Michael con questo capitolo ha abbandonato la scena. L'ho liquidato abbastanza male in verità, nel racconto originale di qualche anno fa Mahel gli diceva addio. Qua no, ma penso sia meglio. Per come ho impostato Michael in questa nuova stesura avrebbe fermato Mahel con tutte le sue forze, impedendomi di andare avanti col racconto XD però in realtà io sono molto affezionata al personaggio di Michael, perchè per certi versi mi somiglia. Beh, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che tu continui a seguirmi fino alla fine =) un bacione =*
fruttina89: ti ringrazio per la puntualizzazione, le ripetizioni in effetti sono il mio punto debole =( ci provo a evitarle, ma alla fine ci ricarso xD e anche in questo capitolo sono numerosissime, solo che non riesco a farne a meno. Perdo il filo del racconto e mi blocco, perciò per adesso scrivo come penso sia meglio al momento, in un secondo momento mi metterò a ricontrollare quel che ho scritto. Fra qualche mese forse, perchè adesso voglio solo finire la storia xD ti ringrazio comunque per il tuo supporto e la tua gentilezza ^^ per la saga del pugnale mi sto informando e forse riuscirò ad avere tutti i libri entro fine ottobre ^^ non vedo l'ora! Un ennesimo grazie, ti mando un bacione =*
Kuroshi_Tsukishiro: sto iniziando a diventare più schizzata io o è solo una mia impressione? xD a parte la domanda personale sul mio stato mentale, mi dispiace. Michael se ne andrà dopo questo capitolo U-U triste ma vero. Niente MichaelxMahel, te ne devi fare una ragione xD ma penso che il finale ti riserverà molte sorprese. Mi piace molto quel che scrivi, lo dico a costo di diventare ripetitiva, ma apprezzo tantissimo il tuo parere sulla mia storia ^^ non vedo l'ora di sapere cosa ne pensi di questo mio nuovo capitolo. Intanto ti mando un bacione =*
Fairy_chan88: tu sai già come finisce, più o meno, ne parlavamo un paio di anni fa, quando la storia era ancora in progettazione. Adesso invece sta prendendo forma e sta sviluppandosi in qualcosa che, spero, ti possa piacere. In cuor mio spero che un giorno ci reincontreremo davanti ad una tazza di the/caffe/gelato e riparleremo dei vecchi tempi. Magari di nuovo amiche come una volta, anche se non "fondamentali" come hai detto tu quando ci siamo parlate. Mi manca la mia sorellina ^^ ti mando un bacione =*
Dark_Blame: se non fosse stato per il tuo commento, neanche avrei continuato xD giuro. Chiedi pure a Kuroshi, ero troppo depressa. Ma il perchè NON te lo dico U-U comunque sia hai ragione, sono sdolcinata in questi capitoli. Ma questa è la Mahel del mondo "reale" che nel corso della storia evolverà diventato un'eroina un pò particolare, ma sempre con un cuore umano. Per quanto riguarda Michael, l'ho già detto, ma sparisce da questo capitolo. Così come è venuto, se ne sparisce xD mi è dispiaciuto un pò metterlo da parte, fino ad ora era il mio personaggio preferito, ma nella storia non avrebbe trovato modo di esistere. E voglio che la storia vada sulla linea tracciata tanti anni fa. Mi devi ancora dire però quale sport fai U-u sono curiosa! Mi aspetto di rivedere un tuo parere e, nella speranza, ti mando un bacione =*
Un grazie speciale al mio amico Gennino che ha letto tutta la storia perchè io gli ho rotto xD ed al mio LinusVanPelt che continua a leggere anche solo per farmi un favore. Vi adoro!!!
Ringrazio anche tutti quelli che leggono, coloro che hanno messo la storia fra le seguite e tra le preferite ^^ siete molto gentili, vi ringrazio davvero dal più profondo del cuore. Vi aspetto al prossimo capitolo e vi mando, come sempre, un bacio =*
  
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