Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Piccolo Fiore del Deserto    01/10/2010    1 recensioni
Solo tre capitoli tesi a raccontare dei momenti di vita della famiglia Hagrid, dal primo momento dell'incontro tra la Gigantessa e il Mago, passando per l'abbandono di Fridwulfa, fino ad arrivare ai ricordi del "piccolo" Rubeus con suo padre. Essendo poche le informazioni su di loro, ho provato ad immaginarli per gioco, così.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Parto da una piccola premessa: Come ho già detto nell'introduzione, le notizie sui genitori di Hagrid, almeno fino al sesto libro (dove sono arrivata a leggere) sono pochissime, e così questa è la mia idea riguardo questa famiglia, non sempre trattata nelle ff. Perchè scrivo di loro? Semplicemente perchè, anche quando Harry Potter non mi ispirava granchè, e mi hanno forzata a guardare i primi tre film, Hagrid è stato uno dei personaggi che più mi son piaciuti (ora insieme a Sirius, Lupin, i Gemelli Weasley, Silente, Tonks, Piton, Luna e Neville, per lo più XD). Quindi perchè non scrivere ancora di lui e dei suoi genitori? Probabilmente questa sarà l'ultima storia che scrivo su questo Fandom, ma spero di non essere andata troppo OOC (anche se, conoscendo poco dei genitori, non saprei eh...) e che vi possa piacere.
Naturalmente se avete altre notizie e credete che la mia versione non sia attinente, ditemelo subito, così potrò o modificare o mettere l'avvertimento OOC.
Grazie mille. E buona lettura! E non uccidetemi -.-
ps. non sono neanche sicurissima di aver usato gli incantesimi più adatti e corretti, ma leggendoli tutti per me era meglio inserire quelli.

Fridwulfa e Mr Hagrid



    Era cosa insolita per un essere umano innamorarsi di una gigantessa ma, ancora più insolito, era che accadesse il contrario; eppure ciò avvenne.
Mr Hagrid era un mago di media altezza, dagli occhi neri e infossati e capelli corti del medesimo colore; un naso aquilino e labbra sottili sempre pronte a distendersi in un sorriso.
Adorava viaggiare per conoscere ogni genere di creatura esistente, fino a che non incrociò lei.
Era una gigantessa imponente, alta circa sette metri, dai capelli marroni e crespi lasciati sciolti e due immensi occhi di un grigio sporco.
Aveva il naso simile a una grossa patata appiattita, e indossava semplicemente un pezzo di stoffa logoro e consunto che una volta doveva apparire verde, a tentare di coprire le sue parti intime.
In un primo momento fu colto da un’incredibile paura, ma poi la voglia di conoscere le creature – soprattutto quelle non-umane – prese il sopravvento e, armato di bacchetta, iniziò a osservarla con attenzione. Il suo scopo era di conoscere al meglio le abitudini dei giganti per poi intervenire di persona, incurante del pericolo.
    Le si avvicinò in una calda giornata estiva. Il sole si rifletteva con i suoi piacevoli raggi sulle foglie degli alberi della foresta e sulla grigia pietra della grotta nella quale Fridwulfa riposava.
Cercando di non fare rumore, i suoi passi lo condussero a pochi metri dal punto in cui, quella che appariva come una sorta di collina strana… respirava rumorosamente.
Si fermò per osservarla meglio ma, proprio nel momento in cui era deciso a tornare indietro, lei si svegliò.
La terra sotto i piedi del “piccolo” mago tremò ai movimenti decisamente poco aggraziati della gigantessa, la quale, mente si muoveva per uscire dalla caverna, quasi lo schiacciò, se non si fosse allontanato lesto quasi all’ultimo minuto.
Si accucciò in un angolo respirando affannoso, mentre il suo cuore quasi gli usciva dal petto per il terrore ma, nonostante ciò, non si diede per vinto.
Cercò di rivolgersi a lei col tono più alto possibile e, dopo diversi tentativi in cui lei si limitò a voltare lo sguardo in diverse direzioni eccetto ove si trovava lui, alla fine i loro sguardi s’incrociarono.
Mr Hagrid la osservò con un sorriso allegro stampato sul viso, nonostante il tremolio ben visibile del corpo, mentre la gigantessa si chinò un poco per osservarlo meglio e dalle sue grandi labbra – dalle quali s’intravide una serie di denti grandi, sporchi e un poco storti – ruggì al suo indirizzo, facendogli rizzare tutti i capelli.
« Credo che questo fosse il tuo saluto, nevvero? » chiese il mago, dopo essersi ripreso da quella sorta di grido che lo aveva costretto a strizzare gli occhi per qualche minuto.
Per risposta ottenne solo un grugnito minaccioso, mentre i suoi gelidi occhi lo fissarono con odio.
« Ehm… non volevo assolutamente disturbarti, carissima; ma avevo il desiderio di conoscere una creatura… » qui si bloccò appena in tempo per non offenderla « … particolare come te ».
La gigantessa grugnì di nuovo, avanzando pericolosamente verso di lui.
Mr Hagrid tese la bacchetta verso di lei e indietreggiò di qualche passo.
« Non voglio farti assolutamente del male, ma presumo che tu non sia dello stesso avviso nei miei riguardi, eh? Ed io che resto qui come un imbecille…», l’ultima parte ovviamente sussurrata, poi riprese « Io sono Mr Hagrid, un mago che adora cercare creature diverse e particolari da analizz… ehm, conoscere, sì, e poterci fare… amicizia! » sorrise e avrebbe anche abbassato il cappello per rivolgerle un rispettoso inchino se non fosse stato ancor più intimidito da lei che, incurante delle sue parole, cercò di afferrarlo ma con esiti negativi. Essendo più piccolo, il mago, era anche più agile e riuscì a sfuggirle più volte, fino a quando non si ritrovò bloccato tra lei e la parete rocciosa della grotta. Ora sì che era in pericolo!
Iniziò a sudare freddo e, seppur non volesse usare la magia, le scagliò una serie di Schiantesimi, allo scopo di gettarla a terra o, perlomeno, di confonderla un minimo, cosa che riuscì fortunatamente a fare.
Così, mentre la gigantessa iniziò a barcollare intontita dalla magia, lui scappò via, mettendosi in salvo.



*




    I tentativi che seguirono non furono migliori.
Più il mago tentava di far il gentile, più la gigantessa si dimostrava aggressiva e lui doveva ricorrere a ogni genere d’incantesimi pur di salvarsi la vita.
Tuttavia, ben presto si accorse che erano proprio i suoi poteri a farla innervosire in tal modo. Così, si presentò a lei nascondendo la bacchetta nella tasca della veste scura, pur sempre a portata di mano.
Come il solito si fece avanti a passi misurati e cauti per non fare troppo rumore.
Quando fu a pochi metri da lei, esordì con un:
« Buongiorno Dama Gigantessa! » espose il suo sorriso più allegro, facendo scivolare verso terra il cappello, in un pomposo quanto buffo inchino. La risposta della gigantessa, però, fu il solito grugnito minaccioso.
« Non userò la magia oggi, stai tranquilla… » disse lui, alzando in aria le mani vuote « però in cambio tu non dovrai farmi del male »
La Gigantessa si chinò a guardarlo meglio, come se volesse cercare tracce della bacchetta.
« Sono qui solo perché sono interessato a conoscerti, capisci? Tu mi lasci conoscere te stessa e le tue abitudini, ed io in cambio posso insegnarti a parlare meglio… senza offesa, sia chiaro! »
La gigantessa grugnì di nuovo, ma parve un attimo, interessata.
« Ecco, sapevo che potevamo essere amici… io son… »
Ma non poté concludere l’ennesima presentazione di se stesso che si ritrovò sollevato a testa in giù, a molti metri da terra.
« Uargh! Questo è il tuo saluto, per caso? Be’ avete delle abitudini insolite. E… e … non avrai intenzione di mangiarmi. Guarda che non ci ricaverai troppo da me, sono piccolo e non ho molta carne… »
Mr Hagrid aveva sicuramente ragione ad allarmarsi così; infatti, la gigantessa lo aveva preso con le dita della mano destra e lo stava portando proprio alla bocca, come se volesse… assaggiarlo!
Il “piccolo” mago tentò di divincolarsi, tanto che dalla tasca della sua veste fuoriuscì la sua bacchetta, che prese per un soffio con una delle sue mani libere.
« Ah – ah, non costringermi a usare la magia su! Mettimi giù e non ci faremo male a vicenda. Fai la brava, bella gigantessa! »
Ovviamente tremava come una foglia, ma voleva tentare ancora di non ricorrere di nuovo alla magia nonostante rischiasse fin troppo; non voleva perdere anche l’ultima possibilità con lei. Che poi, perché gli interessava tanto? Poteva conoscerne altri, magari più calmi, sempre se c’erano giganti calmi.
Ma no. Voleva lei sola.
La gigantessa si ritrovò a “ruggire” non appena notò la bacchetta e iniziò a scuoterlo come nel tentativo di fargliela cadere. Il “piccolo” mago così scosso, tuttavia, la strinse ancora più forte.
« E qu-questo è u-un vo-vostro gio-gioco? Se-sembra di-divertente! » esclamò e, sorprendendo entrambi, iniziò a ridere di cuore, ma la sua risata si trasformò in gemiti di dolore quando si ritrovò sbalzato a terra con poca grazia.
« Ouch! Ohi, ohi, ohi, ohi. Gioco pericoloso il vostro… devo segnarmelo. Ohi, ohi, ohi » continuò a lamentarsi, massaggiandosi le parti lese, ossia quasi tutto il corpo, ma in particolare la caviglia destra.
La gigantessa iniziò a muovere i suoi passi verso la foresta di fronte alla sua grotta, ma il mago, nonostante fosse ancora dolorante, cercò di seguirla ma, vedendo che non riusciva ad alzarsi, le urlò:
« Gigantessa dove vai? Aspettami, voglio apprendere altre cose! » ma, per tutta risposta, avvertì come il rumore di un albero che veniva sradicato da terra ed essere scagliato proprio nella sua direzione.
Conscio di non poter fuggire, si concentrò su un incantesimo e, una volta pronto, scandì a voce ben chiara e alta:
« Bombarda! » e fu come se un tuono avesse squarciato il cielo: l’alberò esplose a pochissima distanza da lui, e solo cenere e ciò che ne restava gli scivolò addosso.


*



« Ma chi me lo ha fatto fare? Sono curioso sì, ma non posso concentrarmi su altre creature? Forse i troll erano meglio o magari qualcosa di più carino, come un unicorno? Ma no quegli esseri amano solo le fanciulle, ed io non sono una fanciulla no? »
Mr Hagrid si era rintanato in un angolo della grotta. Il corpo ancora un poco dolorante, la caviglia destra piuttosto gonfia.
Fuori il sole aveva lasciato il posto alla luna, e il cielo di un azzurro intenso era sfumato in un blu molto scuro. La gigantessa non era ancora tornata.
« Però lei ha qualcosa di particolare, sì. Voglio conoscerla maggiormente, e ce la farò. » disse risoluto, continuando a massaggiarsi laddove gli doleva.
Stava quasi per addormentarsi quando sentì tremare la terra sotto di sé: erano i passi della gigantessa che tornava con una serie di poveri animali morti tra le manone.
Mr Hagrid rimase silenzioso per qualche istante e, quando lei si accomodò a terra, gettando quei corpi con poca grazia intorno a sé, prese parola:
« Caccia grossa, eh? E li mangi tutti tu? »
La gigantessa si voltò, cercandolo, e grugnì di nuovo.
« Oh, perdonami, ora mi mostro subito, ma tu non farmi del male! »
Cercò di strisciare in modo da uscire dal suo angolo nascosto e palesarsi a lei, la quale, dopo l’ennesimo suono rauco, lo ignorò completamente, iniziando a tranciare con grandi morsi i corpi esanimi degli animali.
Il mago la guardò con disgusto misto a interesse e poi disse:
« Ed è buono mangiare crudo un uccello o un cervo? Sai, noi li cuociamo a fuoco lento e aggiungiamo delle erbe aromatiche, per insaporire il tutto, rendendo il sapore davvero delizioso. » Si leccò le labbra, immaginando un bel pollo arrosto con deliziose patate di contorno e il suo stomaco borbottò.
La Gigantessa si fermò, gocce scarlatte uscivano dalle sue labbra, facendola apparire più minacciosa e grugnì.
« Oh,è solo il mio stomaco, sai è vuoto. » ammise il mago.
Ancora il brontolio dello stomaco, seguito dal grugnito della gigantessa che ora sembrava più interessata e… sorrideva! Un sorriso storto e macabro – visti i suoi denti insanguinati e logori – però era davvero un sorriso, al quale prontamente il mago rispose allegro.
Poi la gigantessa gli lanciò accanto uno striminzito uccello e lui, reprimendo a stento una smorfia, lo accettò come segno di rispetto, ma non si azzardò a toccarlo.
Lei lo guardò e gli mostrò come mangiarlo e, a suon di grugniti, lo invitò a far lo stesso.
Il povero mago tentò di non vomitare e avvicinò le sue labbra all’animaletto e, per farla contenta, staccò con un morso le piume, tornando poi a sorridere.
Ma ora era lui ad essere davvero buffo: le piume dell’uccello si erano bloccate sulle sue labbra sembrando degli insoliti baffi e dalla gigantessa fuoriuscirono dei gorgoglii insoliti e diversi dai grugniti. Sembrava che ridesse!
Il mago prese a ridere con lei e l’atmosfera parve riscaldarsi di colpo.
« Io sono Hagrid e tu? »
La gigantessa proferì un suono rauco che sembrò voler dire “Fridwulfa” e, finalmente, iniziarono a conoscersi, proprio come lui desiderava.


   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Piccolo Fiore del Deserto