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Autore: Milena90    06/10/2010    0 recensioni
Una storia ispirata alla realtà del passato, ma in un luogo immaginario, mescolanze di realtà e fantasie.
Una storia nell'anonimato che non cambierà il destino di nessuno.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seduta con la schiena diritta e un fare composto, la ragazza dalla bionda chioma se ne sta su una poltroncina al lato di uno stretto corridoio, insieme ad altre fanciulle anch'esse accomodate ad aspettare. Tiene lo sguardo basso e le mani sulle gambe, guardandosele, mentre si stringono tra loro con un poco di ansia.

Nel corridoio il chiacchiericcio delle ragazze si alterna alle risatine e ad alcune voci di uomini che si intrattengono con alcune a parlare; di tanto in tanto le porte posizionate regolarmente tra gruppi di poltroncine si aprono facendo uscire delle coppie. Oltre alle persone uscenti dalla porta altri uomini raggiungono quella lunga sala d'attesa da delle scale sul fondo, alcuni spaesati e altri già sicuri del loro percorso. La ragazza continua a starsene seduta ignorando quel via vai ma, d'un tratto, una voce attira la sua attenzione facendole alzare il capo.

-Buona sera Signorina…-

-Buona sera- ribadisce cordialmente la ragazza con un filo di voce.

L'uomo a lei di fronte è sulla trentina, vestito di un elegante completo scuro, tiene una scura barba ben curata che segue i bordi del labbro superiore e del mento, i capelli quasi corti sono tenuti liberi senza alcuna sorta di lozione. Su quel viso un sorriso cortese è rivolto verso ella che arrossisce per quell'attenzione, gli occhi smeraldini d'ei la continuano a fissare fino a quando, riprendendo a parlare, abbassa lo sguardo su quelle pallide mani e, chinandosi davanti alla ragazza, le solleva delicatamente fino a baciarle con un tocco.

-Siete molto carina..- La guarda dal basso di quella posa tenendole ancora le mani davanti a se.

-Vi ringrazio, Signore- abbassa lo sguardo arrossendo più evidentemente.

Sorridendo a quella reazione porta l'altra mano sopra quelle di lei tenendole così tra le sue. -Come vi chiamate Signorina?...- chiede dolcemente guardandola in viso.

-Isabelle, signore..- Risponde con il capo ancora abbassato.

-Sapete Isabelle..-

Alza lentamente il capo sorpresa -.. Cosa, signore?..- chiede con un filo di voce.

- Non sembrate come le altre ragazze qui dentro.. siete molto dolce.. -

Un sorriso imbarazzato smuove le dolci labbra della giovane mantenendole quel colorito rosato sulle guance - E' molto gentile, signore-, continua a guardarlo in volto.

- Siete nuova, non è vero?.. non sembrate abituata a questo ambiente..-

-In effetti, signore, è il mio primo giorno qui..-

Lo sguardo dell'uomo si illumina in un attimo a quelle parole: - Volete dire che non avete ancora accompagnato nessun uomo… Isabelle, per fortuna che mi avete incontrato in tempo.. posso aiutarvi, questo posto vi rovinerà..-

Ascoltando quelle parole, la ragazza rimane stupita dal pensiero dell'uomo.

-Ascoltate,non è la prima volta che mi succede di aiutare ragazze come voi ,Isabelle… mi offro di aiutarvi se me lo permetterete, ma promettetemi che farete quello che vi dirò..- continua lui seriamente abbassando il tono di voce.

Annuendo col capo e guardandolo quasi ipnotizzata, rimane ad ascoltare le condizioni.

- Bene, nel frattempo che vi cercherò un posto sicuro dove farvi rimanere, voi, finché non tornerò, dovrete rifiutare qualsiasi richiesta… è di vitale importanza la vostra convinzione… lo dico per voi.. siete certa di poterlo fare?..-

Mostrando uno sguardo convinto, la ragazza annuisce. - Eccellente-, risponde egli notando quel segno della giovane. Alzandosi lentamente lascia per ultime le mani d'ella, - Siamo ancora in tempo, ora vi saluto,cercherò di metterci il meno possibile mia cara Isabelle, a presto.- Dicendo quelle parole, le manda un ultimo sorriso per poi sparire dopo aver sceso i primi scalini sul fondo del corridoio.

Il pomeriggio successivo, la ragazza sedutasi su una piccola ottomana continua ad aspettare con il viso abbassato e le mani sulle gambe. Fino a quel momento era riuscita a fare cambiare idea ad ogni uomo che le avesse proposto un'incontro, rimanendo ancora fedele alla promessa. Lasciandosi scappare uno sbadiglio chiude gli occhi stancamente quando d'un tratto una voce la sorprende, assomiglia a quella del suo salvatore e questa somiglianza emozionano la ragazza a tal punto che appena riapre gli occhi si alza di scatto per abbracciarlo - Signore, come sono felice che sia qui!-. Stretto a quel corpo un grande sorriso, le guance le diventano rosse di vergogna per la sua felicità nel rivedere quell'uomo, gli rimane attaccato quando ad un tratto si accorge di una differenza. - Eheh, siamo entusiasti..- Si stacca lentamente da quel corpo e osservandolo bene in volto, si accorge di aver sbagliato. Lo sguardo diviene confuso: un volto liscio senza alcun segno di barba, gli occhi marroni e un taglio corto di capelli; quella figura sconosciuta alla ragazza continua a sorriderle tenendo la sinistra nella tasca dei pantaloni.

-Allora, andiamo?..- Dice quello porgendo il braccio per accompagnare in una stanza la giovane. Quella rimane immobile con la bocca semiaperta, ancora stupita per il suo errore, non riesce a pensare ad un modo per scoraggiare l'uomo a tenerla come scelta.- Ecco, io..-

-Su, non mi dire che ora fai la timida..- accennando il braccio teso perché lei lo cinga con le sue.

Facendo un passo indietro risponde con un filo di voce, - Mi scusi c'è stato un errore..-

L'espressione dell'uomo perde giovialità, mostrando una seccata curiosità, - Un errore?...-, domanda retoricamente; manda dei passi decisi verso la ragazza cercando di prenderla per il braccio, - Forza, è il tuo lavoro, poche storie..-

Afferrata per il braccio la giovane manda un urlo, - Lasciatemi! Non voglio!-

L'uomo ride, -Non vuoi?? Ma che razza di prostituta dovresti essere.. non farmi arrabbiare, Vieni!- dice strattonandola ulteriormente.

-No- urla disperata cercando di aggrapparsi all'ottomana e piegando le gambe. -Lasciatemi! Lasciatemi!!!-

A quelle grida tutti nel corridoio si girano, pure alcuni uscendo dalle porte guardano la scena stupiti.

In pochi attimi una voce gracchiante ferma tutto quel trambusto - Che accidenti sta succedendo qui?!-

Madame Baudelaire compare da dietro una piccola folla di persone che osserva la scena, - Ma cosa!? Cosa sta succedendo??!- dice facendosi largo a tastoni. Vedendo la scena si avvicina furibonda a quei due che si sono fermati, anche se l'uomo trattiene ancora il braccio della ragazza.

- Lasciatela!.. Ma dove crede di essere!?... -facendogli perdere la presa, gli si rivolge scandalizzata, - Signore, come si permette di alzare le mani contro le mie ragazze!?.. Sono costretta a chiederle di uscire e, visto che non voglio che si ripeta questa scenata, non si permetta più di chiedere servizio in questa casa rispettata.-

Sentitosi preso in giro e infuriato:- Se il livello delle sue puttane è questo, che bisogna pregarle per fargli fare il loro lavoro, allora non si preoccupi, non metterò mai più piede nella sua "rispettata" proprietà!-, detto questo, l'uomo si sistema la giacca bruscamente e prende per uscire dal corridoio senza più girarsi.

Appena finito con lui, Madame Baudelaire, ancora più nervosa, si gira verso la ragazza:- Cosa diavolo pensi di fare tu??..Qui!.. Non puoi fare quello che ti pare!! Dovresti essermi più che riconoscente per la possibilità che ti ho dato, e mi ripaghi così??-, la guarda con un'occhiata sdegnata ma, successivamente, riprendendo un poco più di calma, continua,- Ho sentito da alcune delle ragazze che, da quando sei qui, hai rifiutato tutti i clienti… Ma che ti salta in mente!?...Ora, ti butterei fuori.. con piacere!.. insieme a quella tua negretta!!..-

-No. Mi scusi, Madame. Le prometto che non capiterà più…-

Guardandola dall'alto in basso, con fare circospetto, le dice infine un poco convinta.. - Bene, se no, puoi anche andartene subito, hai capito?…-

-Si, Madame..- Risponde sottomessa la ragazza massaggiandosi il braccio.

Alzando lo sguardo sulla folla, che li osserva, la vecchia agita la mano in aria per fare tornare le persone ai propri interessi, infine, gira sui tacchi ed esce. Poco dopo, il chiacchiericcio e le risate delle ragazze e di alcuni uomini torna a occupare l'atmosfera del corridoio, mentre Isabelle ritorna seduta con lo sguardo basso e un'espressione passiva.

***

Aprendo lentamente gli occhi, si accorge solo ora della luce che pervade la stanza. Muovendo le gambe sente che qualcosa le impedisce un poco i movimenti, infatti, si riscopre in un grande letto, avvolta in pesanti coperte invernali che la tengono bloccata in un caldo abbraccio.

Girando lo sguardo mentre osserva la stanza in cui si è ritrovata nota degli scuri mobili, tra cui uno grande oltre i suoi piedi; in quel grande armadio riesce a vedere la sua immagine immersa, sola, in quel grande letto matrimoniale, grazie a due lunghi specchi verticali che coprono quasi totalmente le ante. Manda uno sbadiglio portandosi in ritardo le manine davanti al viso, coprendoselo.

Rimane qualche altro istante in quel comodo nido, ma poi si alza seduta, lasciandosi sfuggire un altro sbadiglio; piega le gambe per farle uscire meglio da sotto quelle ingombranti e spesse coperte e dopo un attimo di difficoltà riesce a poggiare i piedi nudi a terra che, con grande sorpresa della bambina, scopre essere tutto ricoperto di un morbido tappeto persiano. Segue quell'invitante sentiero fino alla porta, la apre girando il pomello dorato con entrambe le mani.

Oltre la camera, ora aperta, vede un lungo corridoio anch'esso con tappeti a terra e pareti in legno, che sostengono vari dipinti tra cui ritratti di persone e panorami; attraversando quella stretta via, la bambina osserva ogni particolare fino alle strane lampade intervallate dai quadri. Finito di percorrere il lungo tappeto, ritorna con lo sguardo davanti a se notando delle scale pochi passi più avanti; cerca di osservarne la fine ma è obbligata ad avanzare ancora per riuscire nell'intento: poggia il braccio sinistro al corrimano troppo alto e inizia a scendere al piano inferiore.

Arrivata in una nuova stanza, si stupisce dell'enormità di quest'ultima e, ancora di più, dell'estesa libreria che, occupandone i margini, non lascia intravedere nemmeno uno spazio di muro: al centro di questa un gruppetto di poltrone accerchiano un tavolino occupato da un paio di vecchi libri e un candelabro a tre bracci spento.

Inoltrandosi in quella sala, si accorge, solo ora, che in una delle poltrone, che le danno le spalle, vi è un uomo addormentato, completamente sprofondato su quella. La bambina, capendo l'innocua condizione d'egli, gli gira attorno, notandone, infine, il volto: riconosce quella persona, è l'uomo che l'ha trattenuta quando stava per saltare addosso a Madame Baudelaire; ricorda pochi particolari di quel momento a causa di tutti i pensieri che l'avevano investita e della notizia che l'aveva stroncata, solo ora rimembra di essersi addormentata in braccio all'uomo durante il viaggio in carrozza.

Un breve brontolio, da parte della figura affondata nella poltrona, e un piccolo respiro russato disturba il sonno dell'uomo, che passandosi la mano sul naso manda un sospiro, lasciando che il capo s'inclini da una parte.

La bambina sorride nel sentire quel rumore mentre lui, continuando a sonnecchiare, muove la gamba sinistra come preso da uno stimolo involontario, ma poco dopo, il viso si contorce in una smorfia di dolore; lasciando uscire un mugolio lamentoso, passa la mano sinistra sulla medesima gamba, massaggiandosela. La bambina perde il sorriso e indietreggia appena vede che si sta per svegliare; infatti, in quei pochi attimi l'uomo apre gli occhi chinandosi sulla gamba, che stende tirando il tallone:- Accidenti..-, dice tra i denti.

La bambina rimane muta, cercando di non essere notata, nonostante sia di fronte alla poltrona dove l'uomo è chinato a tenersi la gamba, ma ci vuole poco, alzando lentamente il capo, vede sorpreso la bambina che lo guarda, muta, con quei suoi grandi occhi scuri.

Raddrizzandosi da quella seduta, manda un sorriso sofferente alla piccola davanti a se, portando la destra sul bracciolo.

-Buona sera…- dice cortese, sistematosi meglio sulla poltrona, tenendo la gamba sinistra tesa.

Dopo quel saluto nella sala rimane un silenzio sospeso; la bambina non risponde sul momento, così, l'uomo continua sorridendo, - ..ti sei fatta una bella dormita?..-, la piccola continua a guardarlo insicura.

Osservando quella piccola statuina immobile manda un accenno di sorpresa per una terribile dimenticanza, infatti, alza la sinistra e le fa toccare la fronte con la punta delle dita:- Accidenti!.. hai ragione!..- , riabbassa la mano e la porge verso la bambina - Piacere di conoscerti, piccola, io sono Simon Riff, certo, Simon è il mio nome, se vuoi chiamarmi così..- sorride, invece, la bambina indietreggia preoccupata nel vedere che il braccio d'ei si è avvicinato troppo. L'uomo mantiene il sorriso come l'arto teso in attesa del ricambio della presentazione; ci vogliono altri secondi perché venga data in risposta una qualche parola, ma infine la piccola :- … io mi chiamo Sharin..-, quella, l'unica frase che pronuncia con riservato timore.

-Forza, non ti mangio mica…- mantenendo il braccio ancora teso.

La piccola vede che le sorride ancora, e che la sta guardando in viso con espressione serena; abbassa lo sguardo su quella mano e, poco dopo, gliela stringe, tendendo la sua più piccolina.

A quel gesto, il sorriso d'ei si allarga felice per la risposta. -Piacere- dice agitando piano quella stretta.

***

- Credo, allora, che possiamo anche andare, Madame..- dice Holmes dopo che l'uomo ha portato via con se la bambina.

-Certo, certo, signori..-, pronuncia la vecchia mostrandosi come indebolita dallo spiacevole evento capitato,- .. prego, spero sappiate già la strada per l'uscita.. scusatemi, ma non mi sento più tanto bene..- dice prendendo poi una boccata dal suo bocchino d'avorio ed esalando quel fumo con faticosa teatralità, dischiudendo appena le labbra mostrando i denti serrati.

Liberi di andare, i due escono dalla porta senza aggiungere nient'altro; Madame Baudelaire non sarebbe stata più utile di quanto l'è stato fino a poco prima, o almeno, questo è il pensiero del Detective mentre scende le scale seguito dall'agente che si guarda attorno silenzioso.

D'improvviso, una ragazza si sporge dalla scalinata sulla sinistra, e osserva l'agente che si allontana; prende a seguirlo cercando di raggiungerlo il più cautamente possibile ma arrivata a metà scalinata prova ad attirare la sua attenzione con un filo di voce - Signore… signore, fermatevi… Richards!…-, bisbiglia con espressione quasi allarmata.

Il poliziotto, nel sentire quella voce, si gira colto di sorpresa:-..Si?..-, la ragazza raggiungendolo per quei pochi passi che le rimangono di distanza cerca di prendergli una mano, - Per favore, seguitemi, devo dirvi una cosa… forse potrà esservi utile..-… -Janeline!...- esclama allarmato l'agente che riconosce la giovane che l'ha chiamato.

-Si, sono io, Richards, vi prego venite con me... -

-Eh.. certo! Certo.. un attimo.. devo avvisare --- Sherlock…Sherlock!..- dice infine in direzione del Detective che nel frattempo sta continuando a scendere le scale; nel sentirsi chiamare si ferma e si gira, vedendo il poliziotto che gli fa segno di seguirli prende a salire le scale con grinta per raggiungerli il prima possibile.

Prendendo la rampa a sinistra entrano nel lungo corridoio pieno di poltrone e un discreto numero di clientela e ragazze, seguendo la giovane donna, entrano in una porta in fondo alla lunga sala d'aspetto.

Entrati nella stanza, di solito adibita agli incontri, la ragazza dirige lo sguardo unicamente all'agente, come se fosse diretto solo a lui:- Scusate se vi trattengo , ma forse posso essere d'aiuto per il vostro caso.. centra la ragazzina che avete ritrovato uccisa, vero?..-

-Si, in effetti è così, Janeline, mah, come lo sai?.. -chiede stupito il poliziotto.

-Ecco, qui le voci girano Signor Richards, poi, so di qualcosa, di qualcuno che ha avvicinato la ragazzina durante questi due giorni in cui è stata qui..-

- Un solo uomo?..- Chiede stranito Holmes che attira lo sguardo della giovane.

-Si, proprio il primo che è venuto a farle una proposta, il suo primo cliente.. sembra, però, che dopo la chiacchierata che si sono fatti, lui se ne sia andato… senza nemmeno portarla in camera e, stranamente, la ragazza ha declinato tutte le offerte che le hanno fatto dopo tutti gli altri uomini…e anzi..l'altra sera ha persino fatto cacciare un uomo da Madame stessa… -

-Capisco..- Risponde ancora il detective preso da quelle parole.

-Ma un secondo… come fai a sapere che stiamo parlando proprio della stessa ragazza, questa casa ne conterrà svariate decine… -

-Richards..- dice con tono sicuro - .. sono qui da oramai cinque anni… conosco bene tutte le ragazze.. e, stranamente, l'unica che stamane non mi è saltata all'occhio è stata proprio quella ragazzina..poi, dovevi vedere Madame quando è venuta a parlarci, ha nominato proprio lei, la stava cercando.. due più due, mio caro… - lascia che un sorrisetto le distenda le labbra carnose.

-Grazie mille Janeline..- un sorriso imbarazzato consegue quelle parole.

-Ti pare, tesoro- dice chinandosi verso l'agente porgendo la sinistra ad accarezzare il viso d'egli.

Holmes intanto osserva la scena con uno sguardo quasi seccato. - Eh, ehm.. agente Richards.. credo che ora abbiamo abbastanza informazioni…-

Il poliziotto continua a sorridere alla ragazza, che sembra incantarlo con i suoi modi e attenzioni, non reagisce nemmeno alle parole del detective.

- Signor Richards..- chiama di nuovo l'uomo con più insistenza.

Questa volta l'agente manda un cenno passando lo sguardo sornione dal viso della ragazza a quello del compagno, biascica infine - Signore… credo che rimarrò ancora a fare qualche altra domanda alla gentile signorina.. prego .. le saprò dire quello che ho scoperto in più domani mattina al dipartimento..-

Holmes lo guarda diffidente, ma, alla fine, accennando assenso a quel saluto esce dalla stanza e si incammina per lasciare l'edificio- a parer suo- pieno di corruzione.

***

Adagiata comodamente sull'ottomana di porpora continua a fumarsi la solita sigaretta legge il giornale di moda del giorno: ampie boccate di fumo alternano lo scorrimento delle lunghe strisce di cronaca, pagina dopo pagina, tra le mani della donna. D'un tratto tre colpi la fanno trasalire facendole distogliere lo sguardo dalla lettura e rivolgendo il viso verso l'uscio dice con tono autoritario, dopo essersi liberata di un grosso sbuffo di fumo dal naso - Avanti..-

A quelle parole la porta si apre lasciando intravedere oltre quella una figura alta ed elegante. Un uomo, dal viso curato quanto la sua barba e i capelli lasciati di proposito al caso nella loro media lunghezza, avanza oltre quella soglia mostrando riverenza alla donna mentre la saluta con un lungo inchino - Buona sera Madame…-

Notando ora quella figura, manda un cenno col capo appena la riconosce e riposto il giornale sul comodino affianco all'ottomana sia alza dalla sua postazione per raggiungere lo scrittoio affianco alla finestra coperta dai pesanti tendaggi purpurei. - Buona sera anche a lei Signore… cosa vi porta nei miei alloggi?..-

Tornando ben ritto con il collo e il busto mostra un'espressione di lieve divertimento appena tirando un estremo della bocca - A dirle la verità, Madame.. non so se si ricorda di me… sono Isaac Force… quasi un anno passato mi sono rivolto a lei.. per una questione d'affari..-

Rialza lo sguardo, la donna, mentre si mette a sedere sullo sgabello affianco alla piccola scrivania; squadra l'uomo da capo a piedi, quando in un attimo, lasciando uscire un basso sbuffo dalla bocca semiaperta rilascia che lo sguardo passi alle sue carte sul piano ligneo al suo fianco. - Certo.. signor Force… la nostra scorsa chiacchierata di affari… credevo si fosse conclusa... l'anno passato…- sfoglia intanto le lettere arrivate nel pomeriggio scartandone alcune che rimette in ultimo ordine tra il gruppo che ha tra le dita.

-Certo, Madame.. concluso .. ma, io, quest'oggi sarei venuto a proporgliene un altro…-

-Ahn, davvero…- dice senza distogliere lo sguardo dalla sua occupazione.

- Certo.. - dice inizialmente preoccupato, ma riportando convinzione nelle sue parole, l'uomo elegante, mandando un ulteriore sorrisetto quasi imbarazzato, estrae dalla tasca interna della giacca una stretta busta; la donna a quel gesto spia di sott'occhi la cosa estratta dalle vesti. - Tra le vostre ragazze.. ne ho potuto notare una che mi interessa particolarmente…. Il suo nome, per quanto mi ha detto.. è Isabelle...-

A quel nome alza lo sguardo verso gli occhi dell'uomo che continua a mantenere quel sorrisetto mentre, nel frattempo, si avvicina allo scrittoio porgendo davanti a se la busta nella sinistra. - Vi interessa, avete detto…-, segue lo spostamento della busta fino a poggiarsi sul tavolino. -Esattamente.. e spero che questo possa andarle più che bene in cambio….- dice arretrando appena lasciata la merce di scambio, manda qualche passo indietro portandosi le mani dietro la schiena.

Continuando a guardare Force infine si decide a passare uno sguardo al contenuto dell'offerta, poggia le lettere che prima osservava prendendo ora ad aprire quella appena consegnata; se la porta sotto agli occhi e, scostando appena i due lembi di carta, ne scopre l'interno. Gli occhi d'ella si spalancano in un istante, quasi ad illuminarsi, rimane muta per qualche istante. Riporta uno sguardo soddisfatto e calmo all'uomo che non perde mai il suo ghigno rasente l'imbarazzo,- La sua offerta, Signor Force, posso dire che supera ogni MIA aspettativa..quando vuole.. la potrà portare via.. ma mi raccomando..- si ferma un attimo mostrandosi seria - .. la massima riservatezza, non dia nell'occhio e agisca con molta prudenza…o le serviranno buste ancora più spesse per convincere altri del dipartimento…-, dice queste ultime parole con amara ironia.

-Non si preoccupi ..- risponde l'uomo perdendo di colpo il tirato sorrisetto; finito di parlare manda un inchino di riverenza alla vecchia che non proferisce altro mentre si mette la busta nell'interno del vestito.

- Buona serata..- dice egli poco prima di sparire oltre la porta che gli si richiude alle spalle subito dopo.

  
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