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Autore: Jordan Cullen    13/10/2010    0 recensioni
piccola presentazione di un Edward Cullen umano. Essendo rimasto orfano in giovane età sarà messo a capo di una importante compagnia alberghiera, lasciatagli in eredità dal padre...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo nono
...Tutto alle spalle...


Arrivammo alla festa che si teneva nella discoteca più lussuosa dell’intera City. I due Body guard all’entrata scrutavano la gente che entrava dal grande portone in ferro battuto. Entrammo senza problemi.
La grand sala da ballo era stata trasformata in una fedele riproduzione del film “il sognore degli anelli”. Orchi ed Elfi servivano ai tavoli mentre la gente presa dalla mussica elettronica si lanciava  nella mischia  centrale. Io ed Ession ci avviammo verso il bancone del bar per ordinare, facendoci spazio tra la gente.
“che prendi da bere?” mi chiese
“non lo so, per me è lo stesso!” gli risposi continuandomi a guardare intorno, mi sentivo strano a uscire con lui, dopo quello che era successo nel mio studio quella mattina.
Avevo il cuore che mi martellava nel petto, forse stavo avendo una reazione troppo esagerata, nessuno in quella marmaglia ci avrebbe fatto caso a noi due. Ma in ogni caso mi sentivo molto a disagio. Abbassai lo sguardo fino a quando non fui servito del mio drink.
Bevvi un sorso di quell’intruglio di alcool e succo, dal sapore dolciastro e nauseabondo.
“che mi hai preso?” gli chiesi continuando a guardare il bicchiere di vetro che aveva assunto un colore rossastro
“è un Sex on the Beach!? Che c’è non ti piace?”
“no e solo che per me… è troppo dolce!”
“se vuoi te lo cambio!” mi disse, ma guardai l’infinita coda che si era formata davanti al bancone e mi sentii in colpa a dovergliela far rifare
“non ti preoccupare va bene così”
 Bevvi un sorso dalla cannuccia e ne buttai giù un altro sorso subito dopo.
“Oh… piano Eddy!” mi disse lui quando fui a metà bicchiere, dopo neanche cinque minuti e aggiunse “vieni ti presento il festeggiato di stasera..”
Mi prese per mano e mi portò fino ad un piccolo privè dove un ragazzo non molto più giovane di me era accerchiato da dolci e sensuali ragazze elfiche. Il ragazzo era seduto su in trono coperto per metà da un drappo rosso.
All’entrata della stanza, c’erano due energumeni travestiti da orchi. Io ed Ession entrammo e il ragazzo ci accolse a braccia aperte. - Doveva essere qualche amico di vecchia data di Ession, se no non si spiegherebbe il comportamento - pensai rimanendo in disparte fino a quando non fui presentato. Rimanemmo in quella stanza per troppo tempo, per i miei gusti, lanciai uno sguardo annoiato a Ession e uscii salutando il festeggiato.
Una volta uscito mi aggirai per la discoteca in cerca di qualcosa da fare. Ma ad un certo punto qualcosa attirò la mia attenzione e dopo non capii più niente.
Sembrava una visione rimasi ipnotizzato dalla sua bellezza: i suoi capelli castani ondeggiavano sotto la luce strobo che pulsava, il suo corpo sembrava essere impalpabile, il vestito nero bordato di swarovski le dava un un’aria angelica. Vidi la ragazza che ballava insieme a lei e ad un certo punto le vidi avviarsi verso il bagno.
Osservai tutta la scena dalla balconata. - Non mi sembra possibile era lei! L’avevo ritrovata, dopo aver perso ogni speranza di poterla rivedere adesso era lì a pochi metri da me! -
Scesi le scale di corsa. Avevo l’adrenalina a mille e non mi sarei lasciato sfuggire l’unica occasione di poterle parlare. - e se mi fossi sbagliato? E se non fosse lei!? Magari è stata solo un’allucinazione! - ma come potevo pensare a questo. Era lei e ne ero sicuro il cuore non sbaglia mai. Stavo scendendo la seconda rampa di scale per arrivare nella pista da ballo, quando vidi un ragazzo che si infilava nel bagno delle ragazze dove pochi istanti prima era entrata Patricia. Saltai anche gli ultimi gradini e volai verso di loro, spalancai le porte e vidi una scena che mi fece ghiacciare il sangue nelle vene: Patricia era tra le mani sudice di quel ragazzo e la sua amica era per terra svenuta. Ci volle poco che il mio corpo reagì d’ impulso. Afferrai il ragazzo per la felpa e lo gettai contro il muro, gli diedi un calcio sul ginocchio, e glielo spezzai. Presi Patricia e fuggimmo insieme, tra gli spintoni e le gomitate della gente che ballava in discoteca. Appena uscimmo ci appoggiammo al muro del palazzo, ridendo e scivolammo fino a toccare il marciapiede. Dopo qualche minuto riuscii a trovare la forza di rompere il ghiaccio.
“che ci fai qui?” le chiesi
“sono amica del festeggiato… e tu invece?”
“sono venuto con un amico che è anche lui un’ amico del festeggiato” le dissi e le mi sorrise di nuovo
“bene…” mi disse guardando l’orologio “è tardi dovrei tornare a casa”
“ti chiamo un taxi?”
“va bene… Grazie”
“però prima di chiamartelo vorrei sapere una cosa! Mi spieghi perché sei scappata via quella sera in spiaggia?”
“perché… Perché… mi piaci Edward!” mi confessò il suo amore in un sospiro che mi accarezzo lievemente il viso per poi riempirmi il cuore
“ma non riesco a capire perché tu sia scappata, potevamo stare lì a parlare di cose senza senso come tutti quanti..”
“oh Edward ma proprio non riesci a capire…” Patricia si interruppe e mi gettò le braccia intorno al collo e le nostre braccia si toccarono. La strinsi a me fino a quando tutto il resto si dissolse intorno a noi. Esisteva solo lei in quel momento. Un lungo istante di passione ci univa e rendeva un’unica cosa, come lo Yin e lo Yang.
“ti voglio solo per me Edward… mi sei piaciuto fin dall’inizio!” mi confessò la ragazza, mi strinse ancora a se e inspirò profondamente appoggiando il viso al mio petto.
“e lo sarò!” le promisi
Chiamai un taxi e la feci salire. In quel momento mi sentii osservato. Mi voltai e in cima alle scale lo vidi: Ession. Mi guardava sconcertato, ci fissammo per qualche minuto, poi salii sul taxi anch’io e chiusi lo sportello. Il taxi partì e speravo che mi lasciasse stare, lasciai tutto alla festa: i miei guai e la mia vita passata con lui. Avevo deciso di ricominciare.
  
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