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Autore: Hikary    29/10/2010    1 recensioni
[WICKED Musical] IN ATTESA DELLA SEZIONE TEATRALE ;)
{Fiyero, The Coward Lion, Elphaba ; Elphaba/Fiyero}
Era solo un leone codardo, un stupido, grosso felino pauroso.
Oh,sì.
Ma sapeva, la bestia fifona, cos'aveva fatto a loro?
O meglio, per loro.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Parte centrale della raccolta, con il vero protagonista, che é il cuore della vicenda.

Ambientata durante No one mourns the wicked, March of the witch hunters e dopo il finale (beh, in un certo senso No one mourns the wicked é dopo il finale ù.ù ).

Titolo e citazione da Whatsername dei Green Day <3 che ci sta troppo bene!


Timeline: during, Lion Cube's rescue scene.

POV: Coward Lion's



Whatsername {Remember, forever.}

Remember, whatever

it seems like forever ago.

The regrets are useless in my mind.

She's in my head I must confess.

[...]She's in my head from so long ago.






Dormi, Leone Codardo, dormi.

Da quando hai memoria perfino il sonno ti spaventa. Nulla riesce a farti sentire al sicuro, nemmeno nei sogni - il luogo più intimo e protetto che tu conosca - la paura ti lascia andare. Ad ogni battito del cuore torna chiara e nitida quell'immagine davanti agli occhi e il terrore, di nuovo, vince.


Ricorda, Leone Codardo, ricorda.

Ricorda quel giorno, non solo quella paura; guarda al momento, non strappare l'immagine al suo contesto. Che stava accadendo? Che posto era?


Shiz.

Sai che era Shiz.


Ma soprattutto, perché diavolo ti trovavi lì?

C'era una gabbia, grigia di metallo e fredda di crudeltà, dalle sbarre forti e sottili insieme. L'odore di disinfettante pian piano ti aveva affievolito l'olfatto, la voce stridula – di chi? - aveva reso il viaggio ancora più insopportabile. Sballottato, alla stregua di un pacco di poco conto, coperto da un telo che ti confinava nell'oscurità, ancora eri un leone vero, ancora avresti avuto la forza di lottare.


Fuggire, l'unico pensiero.


Corri, Leone Codardo, corri.

Nel sogno la mano verde t'insegue senza sosta. E' una corsa disperata e folle, una corsa eterna che non conosce logica o strade; non importa dove andare – la mano arriverà – solo correre, correre, correre. Eppure ogni volta, quando la senti sfiorarti la coda, la mano si ferma.

Esita?

Non é chiaro, non sai spiegarlo. Però sai che si ferma, sparisce e tu ti svegli.


La mano, in realtà, non ti hai mai preso.


Rifletti, Leone Codardo, rifletti.

Possibile che in tutti questi anni non ti abbia sfiorato, nemmeno una volta, l'idea che non volesse farti del male?

La mano verde non ti ha strappato dalla tua casa, non ti ha chiuso in quella gabbia.

Sai anche questo, che a Shitz ti portò l'uomo dalla voce crudele.


Hai paura Leone? Si che ne hai.

Ma questa volta, a spaventarti é la verità.


La mano é ancora là.

Il sogno é quasi giunto al termine, proprio nell'attimo in cui lei ti raggiunge e rinuncia a prenderti, lasciandoti sveglio e confuso. Sembra osservarti.

Per la prima volta pensi che sia lei a temere te.


Voltati, Leone Codardo, voltati.

Guardala, guarda chi é che ti insegue. Non si può scappare per sempre, né morire senza aver saputo cosa ci ha impedito di vivere. Punti le zampe a terra per frenare, ora sai che vuoi vedere.


Ma...!


C'è qualcosa di strano nel terreno: é freddo e liscio – scivoli – come il metallo. Il muso cozza contro le sbarre che non ci sono e gli occhi si chiudono, di nuovo spaventati.

Sei piccolo, la tua giovane pelliccia é arruffata. Il buio ti stordisce e quell'odore... Quell'odore che non hai mai dimenticato, solo nascosto a te stesso e agli altri.

La paura ha l'odore di quella gabbia sterilizzata.

Fuori accade qualcosa di cui non scoprirai mai nulla.


Non puoi saperlo, della Strega e del Principe.


Non puoi sapere di aver segnato le loro vita almeno quanto loro segnarono la tua.

L'unica cosa che sapevi hai scelto di scordarla; ma ora dovrai guardare.


Guarda, Leone Codardo, guarda.

E' una mano verde che ti sta afferrando, oppure... No, é bianca, pallida e umana.

Adesso é verde, ancora.

E di nuovo bianca.

Si incrociano, si confondono, diventano una e mille.

Le due mani danzano al centro del sogno, finché ad entrambe non si sovrappone un'altra immagine: un volto, che ricordavi tremendamente spaventoso. Invece ora é soltanto triste mentre il tuo ruggito impaurito rieccheggia nella gabbia.

Il volto di una ragazzina, indubbiamente verde ma anche indubbiamente buono.

E' buffo conoscere così bene il suo volto e non sapere il suo nome – perché “ Strega Malvagia”, come la chiamano tutti, non conta.

Quando apri gli occhi, non ricordi perché ti facesse tanta paura.


Sii coraggioso, Leone, sii coraggioso.

Questa volta soltanto.

Racconta la verità sulla Strega Malvagia, non lasciare che l'Omino di Latta e gli altri cancellino tutto con le loro bugie. Vorresti, vorresti davvero.

Ma tra la folla che acclama Glinda, qualcuno non sorride. Una figura incappucciata si sta allontanando e il suo unico, ultimo sguardo incrocia proprio il tuo.

Riconosci quegli occhi, voi vi siete visti; forse gli altri non sapranno, forse nemmeno lei saprà, ma ci sarà sempre quello spaventapasseri con gli stessi occhi del Principe Fiyero a ricordare.


E tu hai di nuovo troppa paura, perché questo é il tuo destino:

perso un incubo, ne troverai sempre un altro.


E allora ricorda, Codardo e nient'altro, ricorda ciò che é stato e trema.

Per sempre.



Notes

- La scena di cui parla il Leone é ovviamente quella prima di I'm not that girl;


  
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