Crossover
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Autore: Fiamma Drakon    01/11/2010    3 recensioni
[Anime/Manga principali: Pandora Hearts, Full Metal Alchemist] [Altri anime/manga: Vampire Knight, Death Note, Vocaloid, Hellsing]
Lo Strahl★Night era uno dei più rinomati istituti di formazione vampira di tutta la nazione.
La sua fama si fondava su una secolare tradizione che vantava una ferrea istruzione, insegnanti intransigenti e inflessibili, discipline che comprendevano materie tecniche, scientifiche e liceali piuttosto difficili, che richiedevano un livello d’istruzione precedente non da poco e, ovviamente, corsi completi sulla gestione di poteri, capacità e istinto dei vampiri.
Insomma, lo Strahl★Night era l’obiettivo finale di ogni giovane vampiro con mirabili pretese lavorative per il futuro.
L’unica pecca di quell’istituto altrimenti perfetto, era la difficoltà degli esami d’ammissione: su migliaia di esaminandi, solo una ventina o meno riuscivano ad essere ammessi.
E tra i fortunati, il gentil sesso non era mai stato presente, tanto che lo Strahl★Night era da tutti considerato allo stesso livello di un istituto puramente maschile, esattamente come i suoi studenti.

Ma, quando tre vampire riescono a guadagnarsi l'ammissione, iniziano anche ad aver luogo strane apparizioni... e morti.
[Altri generi: Drammatico, Mistero]
Genere: Horror, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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16_Consulente per cuori infranti - Sono un idiota. Ho rovinato tutto... con Emily -.
Fiamma lo fissò, accigliata.
- Cosa è successo? - domandò, posandogli una mano sulla spalla.
Lui tacque e la vampira pensò che non volesse parlarne con lei, così si alzò, ma lui allungò una mano e le afferrò la gonna, tirando appena, come un bambino che stesse disperatamente cercando di attirare su di sé l’attenzione di qualcuno.
Lei si volse a guardarlo: non aveva alzato il viso, ma pareva comunque intenzionato a non lasciarla andare.
Doveva soffrire tanto, perché volesse il suo conforto.
Così si appoggiò contro la parete e incrociò le braccia sul petto, fissandolo.
- Vuoi parlarmene? - chiese, cercando di mantenere un tono di voce basso e gentile.
- Lei... non vorrà più vedermi, dopo la scenata con Eliot Nightray... - disse, semplicemente.
- Eliot Nightray? - chiese la ragazza, perplessa.
- È il terzo fratello di Gilbert e Vincent. Non ci siamo mai piaciuti. Anche lui vuole Emily, ma... -
- Senti, Oz. Mia cugina è estremamente delicata, quando si tratta di queste cose. Non vuole ferire nessuno, ma è inevitabile che qualcuno rimanga sempre ferito. Era già successo, una volta, quando eravamo alle elementari. Due ragazzi si litigavano il suo interesse, a volte anche in modo molto violento. Alla fine, lei ne scelse uno, cercando così di porre fine alla cosa, ma si pentì quasi subito della sua scelta, quando venne a sapere che il compagno rifiutato... era stato investito da un camion. Non si è mai completamente ripresa dallo shock di quell’incidente, che pensava fosse stato causato da lei. Ha continuato ad avere incubi per anni. Quando alla fine ha deciso di mettersi il cuore in pace, si è ripromessa di non far accadere mai più una cosa simile... -.
Oz alzò lo sguardo per portarlo su quello della compagna, stupito: Emily era stata davvero vittima di una simile sciagura?
Quella storia spiegava senz’altro il modo brusco in cui aveva chiesto loro di finire di litigare, prima di fuggire via in lacrime.
- Senti... hai voglia di fare una passeggiata? - chiese d’un tratto la ragazza.
Non avrebbe potuto aggirarsi per l’istituto da sola, ma con Oz sì. Peccato che la donna-fantasma, con ogni probabilità, non si sarebbe fatta vedere.
Be’, attualmente doveva risanare un cuore spezzato.
Se la sua doveva essere un’azione passiva, tanto valeva impegnare la mente in questioni più reali e meno paranormali.
- Mmmmh... - mormorò il biondo, atterrito.
Quell’atteggiamento la innervosiva.
- Allora, mi rispondi? -
- Mmmmh... -.
Stufa di parlare al muro, lo afferrò e lo tirò su come se fosse un manichino di gommapiuma, leggerissimo, quindi l’avvicinò a sé, in modo che il suo viso fosse sollevato e i suoi occhi puntati nei propri.
- Senti, smettila di fare lo smidollato e di abbatterti in questo modo, chiaro?! Fare il depresso con tendenze masochiste non gioverà per niente alla tua situazione, capito?! Vuoi conquistare il cuore di Emily? Intanto inizia col rimettere insieme il tuo e darti un contegno!!! -.
Il ragazzo la fissò con occhi sbarrati.
- O-okay... - disse infine, afferrandole le mani e cercando di allentare la sua presa.
Fiamma lo lasciò andare e lui atterrò con un tonfo sul pavimento, addossandosi alla parete.
Mandò un sospiro.
- Ehi, che ne dici se passiamo a prendere un paio di bottigliette in mensa? Hai un aspetto orribile, Oz... - commentò la vampira, sfoderando un mezzo sorriso splendente.
- Sarà possibile andarci? Insomma, dopo stasera... - il biondo s’interruppe e si strinse nelle spalle, a disagio.
L’altra, per tutta risposta, scrollò le spalle.
- Non è un problema: mi infiltro nella saletta adiacente alla mensa e rubo un paio di bottigliette dal frigo. Hai un bisogno esagerato di bere, credimi. Sembra che tu abbia perso in mezza nottata tre giorni di sonno - commentò.
Il Bezarius abbassò gli occhi, scoraggiato.
- Ehi, non volevo offenderti! Dai, coraggio andiamo! -.
Lo prese per un polso e iniziò a correre, trascinandoselo dietro.
Arrivarono alla mensa pochi minuti dopo. Al contrario di quanto ipotizzato dal ragazzo, la sala era accessibile.
Fiamma andò a recuperare un paio di bottigliette di vino-sangue e gliele porse.
Solo in quel momento il vampiro realizzò quanta sete avesse effettivamente. In modo estremamente rude, strappò letteralmente il tappo della prima bottiglia e ne tracannò il contenuto in un solo sorso.
- Wow... - commentò Fiamma, osservandolo mentre si puliva la bocca sul dorso della mano e accartocciava la bottiglia per gettarla con un solo, abile lancio nella pattumiera.
- Grazie - disse, prendendo a camminare al fianco della rossa, diretta in giardino.
- Figurati. Solo che non pensavo avessi sete fino a questo punto... - disse semplicemente la vampira, occhieggiando l’altra bottiglietta.
Il vampiro notò la cosa, perché si affrettò ad aggiungere: - Sono a posto così, grazie. Bevila tu, se vuoi -.
Con eleganza e forza, Fiamma stappò la bottiglietta e ne bevve un sorso, mentre varcavano l’ingresso.
- Allora, che intendi fare per riappropriarti di Emily? - domandò, spostando lo sguardo sul compagno.
Le guance di quest’ultimo si tinsero di un rosso abbastanza vivido.
- N-non ne ho idea... - rispose infine, distogliendo gli occhi.
Fiamma sospirò.
- Ma perché voi maschi riuscite a realizzare il concetto di “possesso di una donna” senza pensare a “come entrarne in possesso”? Siete sconcertanti! - commentò la vampira.
Poi, proseguì: - Prova ad impressionarla con la tua dote canora, no? -.
- Che?! - esclamò lui, esterrefatto.
Mentre Fiamma stava per rispondergli, notò un improvviso cambio d’espressione sul suo viso.
D’istinto, allora, si volse, incontrando un altro studente, immobile dietro di lei.
La vampira passò lo sguardo dall’uno all’altro, cercando di capire il tipo di rapporto che intercorreva tra loro.
Infine, cogliendo gli occhi dello sconosciuto assottigliarsi in un’espressione minacciosa, si frappose tra i due a braccia conserte.
Sorrise di sghembo e con fare vagamente arrogante, un modo di apparire che aveva lasciato da un po’ e che le venne naturale far riaffiorare in quel momento.
- Tu devi essere Eliot Nightray... giusto? - chiese.
- Certo. E tu chi saresti? - sbottò quello in risposta, rivolgendole solo un’esigua parte della sua attenzione, completamente concentrata sul suo biondo avversario.
- Io sono Fiamma Drakon. Sono la cugina di Emily -.
Nessuna reazione: si limitò a fissare il giovane Bezarius.
- Bene, si direbbe che siete giunti alla cosiddetta “resa dei conti”. Forse anche troppo in fretta - esordì la vampira, camminando su e giù tra loro, guardando distrattamente il suolo sotto i suoi piedi - Be’, se dovete picchiarvi, fatelo qui, ora - continuò, fermandosi e guardandoli.
Si sedette a terra a gambe incrociate e si portò la bottiglietta alla bocca con innocenza, tracannando un lungo sorso di sangue mentre i due vampiri scattavano l’uno verso l’altro digrignando i denti come bestie inferocite.
Vide i corpi cozzare con violenza inaudita, in un groviglio di mani che si stringevano e si agitavano in aria, cercando di strappare e graffiare, le espressioni distorte dall’ira.
Era uno spettacolo come pochi se ne potevano vedere, soprattutto lì.
Oz tentò di azzannare al collo Eliot, ma questo lo respinse con un pugno sullo zigomo destro, catapultandolo a qualche metro di distanza.
Il biondo attutì la caduta con le gambe, quindi scattò nuovamente avanti.
Erano a pochi metri di distanza l’uno dall’altro, quando Fiamma, nel riportare lo sguardo al centro del campo di battaglia, notò una sagoma in lontananza.
Rimase impietrita ad osservarla: era una donna, ed era bellissima, esotica.
Aveva i capelli di un rosso intenso, raccolti dietro il capo da un elaborato chignon composto da una lunghissima treccia che spariva in un fiocco per capelli, oltre il quale la chioma ricadeva libera sulla schiena e sulla spalla.
Gli occhi erano affusolati, color nocciola, socchiusi in un’espressione piena d’infinita regalità. Le ricordavano molto quelli di un certo professore di Filosofia di sua conoscenza.
Il vestito era lungo, nero, molto semplice, e scendeva in morbide pieghe fino a terra.
Che ci faceva un’altra donna nella scuola?
Era semigirata verso di lei e la fissava con freddezza e compostezza tali da darle i brividi.
Inoltre, era eccessivamente pallida, quasi cerea.
Rimase a contemplarla per quelle che le parvero ore, prima che un cambiamento, subitaneo ma radicale, si verificasse nel suo viso: le sue iridi assunsero un inquietante colore rosso sanguigno e brillarono come braci ardenti, mentre un sorriso malvagio le increspava le labbra.
La ragazza avvertì qualcosa dentro di sé muoversi, contorcersi e, infine, emergere dalle profondità del suo organismo.
Era ormai in piedi, quando una fitta al ventre la fece cadere in ginocchio. Si piegò in avanti e diede violentemente di stomaco, rigettando una quantità di sangue allucinante, tanto da richiamare anche l’attenzione dei due studenti.
- Fiamma?! - chiamò Oz, orripilato.
Eliot si limitò a fissarla, in silenzio, anche se sul suo viso era apparsa un’ombra di preoccupazione.
La ragazza continuò a rigettare sangue, inondando l’erba.
Poi alzò il viso al cielo, portandosi le mani alla gola, sbarrando gli occhi.
Emise rantolii pieni di sofferenza, gorgoglii strozzati mentre cercava di parlare, invocare aiuto, ma non ci riusciva: c’era qualcosa nella sua gola, qualcosa di liquido e vischioso.
Sangue.
La sua vista si appannò, velandosi di rosso, mentre sentiva del liquido bruciarle negli occhi e caderle dalle palpebre.
Sentiva il sapore del sangue in bocca e il suo odore nel naso. Abbandonata la bottiglietta sul prato, si portò la mano al viso e impallidì: stava perdendo sangue anche dal naso e dalla bocca.
- Cosa mi sta succedendo? Cosa succede?!?! - pensò, allarmata.
Riportò brevemente gli occhi sulla donna: la sua vista era confusa, ma riuscì a distinguere vagamente il bagliore di un sorriso tra le sue labbra.
Era un vampiro anche lei?!
Protese una mano verso di lei, stringendo gli occhi in un’espressione che sapeva di rabbia e dolore.
Poi, iniziò a tossire e sputare sangue, quel liquido che sentiva ricolmarle perfino i polmoni.
Sarebbe morta soffocata, affogata nel suo stesso sangue.
Non poteva. Non voleva.
Cercò di nuovo di invocare aiuto, ma la sua stessa linfa le impediva di parlare.
- Fiamma!!!! FIAMMA! -.
Oz si inginocchiò accanto a lei, così come Eliot. Lo guardò: il biondino era in preda al panico, gli si leggeva negli occhi.
- Stai sanguinando, Fiamma! Sanguini dalla bocca, dal naso... dagli occhi! Fiamma, che cosa sta succedendo? Cosa ti sta succedendo?!?! - gridò.
La rossa non riusciva quasi più a respirare e sentiva le forze abbandonarla.
- No, non voglio andarmene così! Non ora, non qui! Voglio continuare a combattere, lottare fino all’ultimo respiro! Non posso permettere che Gilbert... e Oz... e le mie cugine... muoiano qui. Non voglio. NON VOGLIO!!! - pensò, disperata.
- Fiamma...! Fiamma! -.
Gli occhi iniziarono a chiudersi e il buio ad inghiottirla.
Voleva piangere, ma la difficoltà respiratoria non glielo permetteva: era troppo dolorosa.
Ricadde all’indietro e iniziò a dibattersi silenziosamente, come un leone in gabbia, contro il sangue che le stava travolgendo gli organi, che la stava uccidendo lentamente e inesorabilmente.
Voglio combattere per il mio ultimo respiro!!! Non voglio arrendermi e abbracciare la morte così!
E inspirò profondamente, inarcando la schiena.
Poi fu tutto buio, e il suo corpo ricadde con un tonfo sordo sul prato, in mezzo al sangue e alle grida isteriche di Oz.





Angolino autrice
Eccomi finalmente ad aggiornare anche questa °-° con uno schifoso ritardo, ma eccomi.
Questo capitolo è stato una sorta di suicidio da scrivere ç__ç no, un suicidio in piena regola. Perché? Perché far soffrire la mia Fiamma è masochismo all'ennesima potenza. Non avete idea della difficoltà con cui sono riuscita a finire di scrivere questo capitolo... ma alla fine, ce l'ho fatta.
Comunque, da ora in poi cercherò - scuola concedendo +___+ - di aggiornare con più frequenza (anche perché, ormai i capitoli ci son tutti da tempo v.v).
Ringrazio Sachi Mitsuki e sofia_stella per le recensioni allo scorso capitolo e quanti hanno aggiunto la fic alle preferite/ricordate/seguite.
Al prossimo chappy! ^^
F.D.
   
 
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