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Autore: LaTuM    13/11/2010    5 recensioni
"Allora fa qualcosa! Cruciami! Impastoiami! Schiantami!”
“Vorrei tanto Malfoy! Tu non hai idea di quanto vorrei schiantarti in questo momento!” sibilò Harry a pochi centimetri dal volto del biondo “Ma non posso…”.
E Draco, in quell’istante, capì.
[post 7° libro senza epilogo, pre-slash]
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Alles Verloren - Capitolo 2

Disclaimer: Tutto appartiene a JKRowling. Io non ci guadagno nulla.

 

Alles Verloren

 

Capitolo 2

 

“Sei in ritardo Malfoy” disse Harry vedendo il Serpeverde atterrare più o meno scompostamente nel salotto di Grimmauld Place.

Draco grugnì qualcosa d’incomprensibile, lamentandosi per lo scomodo e poco pratico viaggio a cui il ragazzo l’aveva costretto.

“Sei tu che hai riempito il baule più di quanto avresti dovuto” disse Harry.

“Spero vivamente che tu abbia la cortesia di sistemare i miei effetti perché io, sprovvisto di bacchetta, non posso fare nulla” sibilò acido il biondo guardando attentamente fuori dalla finestra.

“Kreacher se ne occuperà con piacere” rispose Harry prima di chiamare l’elfo e affidargli lavoro mente lui avrebbe fatto fare al suo ospite – oramai coinquilino - il giro della casa.

“Sbaglio o mi avevi invitato per l’ora del the?” domandò il Serpeverde con un tono quasi vicino a quello del rimprovero per la sua mancanza di educazione.

“Giusto” ammise Harry, ricordandosi dell’invito che aveva allegato alla Passaporta che gli aveva spedito “La cucina è da questa parte.”

Draco seguì il Grifondoro entrando in una vecchia cucina che per anni era stata il regno di un elfo domestico. Harry, senza farsi grossi problemi, afferrò un bollitore da una credenza e, dopo averlo riempito d’acqua, lo mise sul fornello.

“Visto che ora sei il mio coinquilino-”

“Ti prego, non dirlo. È già abbastanza orrido che ora sia costretto a vivere qua, senza che tu necessariamente provveda di ricordarmelo ogni volta.”

“Sempre meglio mettere le cose in chiaro. In quella credenza dietro di te, comunque, ci sono le stoviglie: prendi il servizio da tè in ceramica verde.”

“Non ce lo serve il tuo elfo?”

“No, Malfoy” rispose Harry accendendo un fiammifero che generò la fiamma del fornello “Lui prepara se glielo chiedo io. Se non gli do indicazioni è perché ho voglia di cucinare io… di tanto in tanto è una cosa che non mi dispiace fare. L’ho fatto per anni e non sono poi così male come cuoco. Se invece tu dovessi aver fame, scendi in cucina e ti prepari quello che vuoi. Kreacher non è ai tuoi ordini e gli è stato imposto il divieto di obbedire a qualunque tuo ordine o richiesta. Precauzioni che sono stato costretto a prendere contro la mia volontà, ma-“

“Sono un inaffidabile Mangiamorte” sibilò Malfoy con una punta di rancore per la scarsa fiducia nei suoi confronti, ma Harry non se ne preoccupò. Aveva avuto tutte le ragioni per impartire quegli ordini a Kreacher.

“Comunque dicevo… ah sì! Questa è una cucina disegnata su standard magici e – anche se probabilmente non hai mai visto le cucine di casa tua – penso che sarai in grado di capire da te dove e come trovare quello che ti serve.”

“Devo ricordarti che non mi è permesso usare la magia?” gli fece notare velenoso il biondo.

Harry si voltò verso di lui e gli rivolse uno sguardo assolutamente vuoto.

“Non sarà un problema Malfoy, imparerai” gli fece presente il ragazzo aprendo un cassetto ed estraendo una scatola in cui erano contenute bustine di diverse varietà di the.

“Servit-… Tutto bene Malfoy?” domandò Harry, notando che il biondo continuava ad avere lo sguardo puntato sulla finestra.

“Sto aspettando che arrivi il mio gufo. Non mi fido di quel barbagianni mercenario che è venuto a prenderlo” rispose lui.

“Quel barbagianni mercenario, come l’hai definito tu, si chiama Oz e - per tua informazione - è mio.”

“Tuo?”

“Mio.”

“...”

“Qualche problema?”

“Non avevi una civetta delle nevi?” domandò perplesso il biondo.

“Morta” rispose Harry cercando di non fare caso a quella stretta al cuore che sentiva ogni volta che ripensava ad Edvige “Oz è stato un regalo di Ron ed Hermione.”

Draco si astenne da fare qualunque commento ma non poté fare a meno di rivolgere uno sguardo perplesso al moro.

“Sanno che non mi piace comunicare via camino e vivendo qui da solo, poteva essermi utile.”

“E l’hai chiamato Oz?”

“Come il mago… l’hai mai letto il libro?”

“Non leggo libri Babbani.”

Harry alzò le spalle e versò l’acqua nella teiera dopo che Draco ebbe aggiunto due bustine di Prince of Wales.

“Come mai non hai il the in foglie?” chiese il biondo mentre entrambi aspettavano che l’infuso si scurisse sufficientemente.

Harry storse il naso.

“Al terzo anno la Cooman non aveva fatto altro che predire la mia morte, iniziando proprio dalle foglie di the. Da quel momento ho sempre preferito le bustine” ammise Harry facendo sorridere malignamente il Serpeverde.

“Non è mai stata un granché come veggente” constatò il biondo “Tu sei ancora qua.”

“Purtroppo, vero?”

“Assolutamente sì. Toglie le bustine, il the è pronto e – ospite pezzente – offrimi almeno dei pasticcini!”

Harry sospirò ma, scuotendo la testa, andò a prendere dei pasticcini che Kreacher aveva preparato in mattinata.

 

Sarebbe stata una lunga e difficile convivenza.

 

**

 

“I piani superiori sono ancora in fase di lavorazione, ma per adesso due sono più che sufficienti. Kreacher è molto lento però alla fine qualcosa sono riuscito ad ottenerla… I corridoi ora sono presentabili, ma dovevi vederli anni fa! Pieni di teste di elfo mozzate!” spiegò Harry girandosi verso il biondo, cercando di capire se quanto gli aveva detto avesse suscitato una qualche reazione. Neanche lui era felice di dover avere il Serpeverde tra i piedi ma, come aveva detto ai suoi amici, lui si fidava di Silente. Aveva provato a fare buon viso a cattivo gioco, ma tutto ciò che ottenne fu una rispostaccia da parte di Draco che gli fece notare quanto fosse ignorante sulle tradizioni dei maghi Purosangue e quanto non fosse degno di essere in possesso di uno dei più antichi palazzi della famiglia Black.

“Sei noioso Malfoy, i tuoi atteggiamenti da tiranno viziato non impressionano più nessuno… Da questa parte comunque. Ti faccio vedere la tua stanza.”

Malfoy sbuffò ma seguì l’altro ragazzo su per le scale. Soffermandosi ogni due scalini ad osservare i ritratti appesi alle pareti, quando arrivò in cima trovò che Harry lo stava aspettando sulla soglia di una porta ancora chiusa.

“Non ti meriti questa casa Potter” borbottò il ragazzo senza che l’altro stesse neanche ad ascoltarlo.

“Immagino che Kreacher abbia preso alla lettera l’ordine di mettere a posto i tuoi bagagli” constatò Harry notando che i vestiti di Draco erano già stati appesi (l’armadio lasciato aperto in modo che il biondo potesse verificare la correttezza dell’esecuzione dell’ordine) mentre su un trespolo si era accomodato un elegantissimo gufo reale dall’aria vagamente assonnata.

“Sarpedon, sei arrivato finalmente” mormorò Draco avvicinandosi al gufo che aprì di scatto gli occhi.

“E’ il tuo?”

“Ovvio che è mio, Potter.”

“Voglio dire, è quello che vedevo sempre portarti i dolci di tua madre quando eri a scuola?”

“Spesso. La nostra famiglia ha sempre usato gufi reali” spiegò il biondo, afferrando da una piccola cassettina che fuori usciva dal trespolo un biscotto da dare al gufo.

“Come hai detto che si chiama?”

“Sarpedon… è il nome del figlio di Europa e Zeus. Fratello di Minosse e Radamanto.”

“Dovevo immaginarlo…” mormorò Harry.

“Cosa?” gli domandò scocciato il biondo.

“Che voi Malfoy non potevate usare altro che altisonanti nomi mitologici” lo prese in giro il moro “Ti lascio a contemplare la tua stanza. Se hai bisogno di me, io dormo in quella in fondo al corridoio, il tuo bagno invece è dietro la porta che ti trovi esattamente di fronte quando esci. Kreacher serve la cena in cucina alle sei e mezza” concluse Harry osservando per alcuni secondi il Serpeverde che non gli stava prestando la minima attenzione.

Il ragazzo sospirò ed uscì dalla camera socchiudendo la porta.

Capiva che Malfoy non era molto incline al fare conversazione. Era del tutto normale, fino ad un paio di mesi prima erano stati nemici giurati, e ora si ritrovavano a dover convivere – forzatamente – sotto lo stesso tetto. Neanche Harry si sentiva completamente a suo agio: non aveva mai avuto una casa che potesse realmente definire sua e ora si ritrovava a dover condividere uno spazio così intimo come quello casalingo con la sua nemesi scolastica. Per quanto sapesse – o almeno così aveva supposto – che Malfoy in fondo si era sempre comportato in quel modo perché non aveva avuto altra scelta o mezzi per confrontarsi con una realtà diversa rispetto a quella in cui era cresciuto.

Nonostante tutto, per quanto orribile fosse stata per Harry la famiglia Malfoy, il ragazzo non poteva fare a meno d’invidiare Draco. Lui, in fondo, una famiglia – per quanto pessima – l’aveva comunque avuta.

 

Entrò nella sua stanza e chiuse la porta a chiave. Aveva bisogno di starsene un po’ in pace e, per quanto fosse stupido quel gesto, sentiva che la serratura creava una sorta di barriera tra il suo spazio vitale e la realtà in cui si era ritrovato catapultato all’improvviso.

Kreacher aveva pulito e riordinato la camera come era previsto che facesse due volte a settimana. Col fatto che ci fosse qualcuno a cui sarebbe spettato riordinare le sue cose, Harry aveva imparato ad essere più ordinato e, in fondo, in quella stanza oltre dormire, e talvolta leggere, non faceva altro.

Si avvicinò al letto sfiorando la calda coperta di lana, uno dei tanti recenti acquisti che aveva fatto: i soldi non gli mancavano, ragion per cui aveva deciso di destinare parte dei risparmi della camera blindata che Sirius gli aveva lasciato all’acquisto di nuova mobilia per la casa.

Per quanto indebolito, il Mondo Magico non era stato distrutto. La maggior parte delle persone si era semplicemente nascosta. La sconfitta di Voldemort aveva significato poter tornare a vivere.

Harry lanciò uno sguardo veloce all’arredamento della camera: aveva scelto il le stesse cose sia per la sua stanza che per quella di Draco, con la differenza che il suo letto e le sue tende erano rosse e oro. Per il Serpeverde aveva gentilmente scelto l’argento e il verde. Sperò vivamente che il biondo apprezzasse lo sforzo che aveva fatto. Era stato un po’ il suo modo di dire: vengo in pace, o qualcosa del genere.

Sì avvicinò alla finestra dove, lì accanto e con alcuni ganci, aveva appeso la Firebolt. Nonostante tutte le disavventure che lui e quel manico di scopa avevano vissuto (dalle umide e infangate partite di Quidditch allo scappare da un Ungaro Spinato) il legno era ancora bello. L’aveva lucidato solo qualche giorno prima, ma l’operazione era stata abbastanza superflua. Sfiorò la scopa con le dita e noto che un po’ di polvere vi si era depositata sopra, attirata dall’unto del lucido. Avrebbe dovuto spolverarla, ma in quel momento non ne aveva voglia. L’avrebbe fatto il giorno successivo. La cena sarebbe stata servita da lì a mezzora e in quel momento sdraiarsi sul divano a guardare il soffitto – in attesa che Kreacher venisse a chiamarlo – era più allettante.

 

Draco si alzò dal letto constatando che se non altro Potter aveva avuto un minimo di gusto sia nella scelta dell’arredamento (temeva di ritrovarsi in un covo rosso-oro) e del materasso: duro ma con cuscini morbidissimi. Fece schioccare la lingua annotandosi mentalmente che avrebbe dovuto farsi portare dall’elfo una bottiglia di succo di zucca – o anche semplicemente dell’acqua –… sempre che quello avesse risposto alla sua chiamata.

Il biondo si voltò verso l’armadio ancora aperto e decise che fosse il caso di controllare che Kreacher avesse messo tutto bene in ordine. Evidentemente, nonostante l’elfo fosse stato costretto ad obbedire a feccia mezzosangue e filo-Babbana, quello non si era dimenticato i fondamentali dell’obbedienza che un elfo domestico doveva ai suoi padroni. Qualcosa gli diceva che Kreacher sarebbe stato molto più servizievole con lui che con Potter… o almeno lo sperava.

Draco odiava trovarsi in quella situazione e stava cercando di rendersi a Potter il più indifferente possibile. Non detestabile, indifferente.

Non voleva suscitare alcun tipo di sentimento nei confronti del Grifondoro; con l’odio non sarebbero andati da nessuna parte, lui soprattutto. E a lui Potter serviva. Nessuno gli aveva dato una seconda possibilità e siccome era un Serpeverde, Draco sapeva come comportarsi. Il suo obiettivo era ottenere sempre e comunque l’appoggio di Potter senza però perdere la dignità. L’indifferenza avrebbe funzionato, l’odio no.

Si avvicinò agli armadi e vide che i suoi vestiti erano stati sistemati come li avrebbe voluti: la scala cromatica era opposta a quella che lui avrebbe scelto, ma era un particolare trascurabile. Probabilmente neanche se avesse avuto la bacchetta si sarebbe preso il disturbo d’invertirla.

L’unica cosa che mancava all’appello erano i suoi effetti da bagno. Potter gli aveva detto che la toilette era dietro la porta di fronte alla sua stanza. Ovviamente la stanza con il bagno in camera se l’era presa quel pezzente di Potter… si era calato un po’ troppo nel ruolo di padrone di casa a cui certe comodità spettavano di diritto. Soprattutto nel confronto degli ospiti indesiderati.

Sbuffando e imprecando contro l’Eroe del Mondo Magico, Draco si avvicinò alla porta e posò l’orecchio sul legno, sperando di sentire se per caso Potter fosse nei paraggi. Resosi conto dopo qualche minuto delle sua azioni, si diede dell’idiota e aprì di scatto la porta, constatando con piacere che il corridoio era deserto. Questo comunque non gli impedì di rifugiarsi  nel bagno onde evitare di fare spiacevoli incontri.

Nei suoi piani c’era quello d’incontrare Potter il meno possibile. Odiava l’idea di dover essere silenzioso e attento a non fare sgradevoli incontri, lui che per anni si era mosso come e quando voleva per il Manor.

Probabilmente col passare del tempo (quello della cena, che a Draco pareva più che sufficiente) non sarebbero neanche stati costretti a mangiare insieme.

 

Si sarebbe trattato solo di quella sera.

 

**

 

La tavola era stata apparecchiata con lo stesso stile povero e minimalista della Sala Grande di Hogwarts e il cibo era già stato disposto nei piatti quando Draco arrivò.

“Accomodati pure” gli disse il Grifondoro comparendo dietro lo sportello di un oggetto che il moro – nel pomeriggio – gli aveva detto essere chiamato frigorifero e la cui funzione era tenere al fresco il cibo.

“Succo di zucca va bene?” domandò Potter mostrando al ragazzo una caraffa di vetro piena di un liquido arancione.

Draco si limitò ad annuire e si sedette iniziando a mangiare in silenzio.

“Ehm… va bene la tua stanza?” domandò Harry lanciando uno sguardo veloce al suo commensale.

Draco borbottò quello che doveva essere un ‘’ prima di tornare a concentrarsi sulla cena preparata dall’elfo domestico. Per fortuna Potter, in tutta la sua idiozia Grifondoro, non aveva rinunciato – come invece avrebbe voluto la Mezzosangue – alla presenza dell’elfo in casa sua.

“Non ho mai avuto una casa tutta mia e non sapevo quali fossero le tue preferenze. Così ho seguito un po’ il mio gusto.”

“Che è pessimo, Potter, sappilo.”

“Ma almeno hai una casa, una camera tutta tua e un pasto caldo ogni volta che lo desideri. In più ho scelto il verde e l’argento” rispose Harry elencando i fattori positivi della sua permanenza a Grimmauld Place con un sorriso.

Il biondo sbuffò mentre infilzava un pezzo di carne con la forchetta. Lo capiva, lo apprezzava, ma non riusciva proprio a sopportare l’atteggiamento di Potter.

La sua vita era ancora perfetta, se non di più, visto che adesso non c’era più nessun mago oscuro che gli stava dando la caccia. Lui invece, Daco Malfoy, era diventato un relitto per la società, giudicato e mal visto da tutti e, oramai, senza più neanche uno Zellino a sua disposizione, dato che il Ministero aveva confiscato tutti i possedimenti e le ricchezze della sua famiglia.

“Se hai bisogno di qualcosa o desideri fare dei cambiamenti basta che-”

“Solo per sapere Potter… non è che vorrai mangiare sempre insieme a me, o sbaglio? Reputo entrambi maturi a sufficienza da sopportare l’idea di mangiare in solitudine. Il tuo elfo prepara e noi, quando abbiamo fame, mangiamo, no?” propose Draco portandosi finalmente alla bocca il pezzo di polpettone che aveva agitato a mezz’aria fino a quel momento.

Harry guardò il biondo sollevando scettico un sopracciglio dietro il bicchiere di succo di zucca. Non che non si aspettasse una simile richiesta – o proposta, dipendeva da che punto di vista la si voleva interpretare – da parte di Malfoy, ma pensava che avrebbe avuto la decenza di aspettare almeno il giorno successivo.

Il moro posò il bicchiere e guardò fisso negli occhi l’altro ragazzo.

“Io ti avevo detto che cercavo un coinquilino, Malfoy. Non un probabile ex-Mangiamorte mal riuscito che vivesse a mie spese. Ora, siccome il tuo vivere a scrocco è una cosa che non dipende da te e che non è mia intenzione farti pesare – ho sempre considerato schernire le persone per la loro povertà alquanto stupido, tu no – gradirei solo un po’ di compagnia. Non necessariamente durante la giornata, immagino che tu abbia ben altro da fare,” fece il moro alludendo all’assoluta nullafacenza forzata del’altro “Ti chiedo solo di stringere i denti e sforzarti di tirar fuori le tue doti di nobile dell’alta società magica e conversare almeno un minimo con il sottoscritto durante le ore dei pasti. È frustrante mangiare e guardare alternativamente il frigorifero e la credenza” concluse Harry con una smorfia che si dipinse anche sul volto del biondo.

“Guardiamoci in faccia Potter! Tu mi odi però mi hai offerto aiuto. Io ti odio ma ho comunque accettato la tua proposta. Ti sono debitore, ma credo tu possa immaginare quanto poco mi piaccia esserlo, soprattutto nei tuoi confronti. L’unica mia richiesta è se possiamo evitare di costringerci ad andare d’accordo!” chiarì Draco prima d’infilzare un altro pezzo di polpettone.

Harry abbassò gli occhi, sbuffando e scuotendo la testa sconsolato. Sapeva di doverselo aspettare, ma era sempre bello essere smentiti.

“Posso capire che la cosa per te possa essere divertente o che tu non faccia fatica a trovare il lato assurdamente comico della situazione: aiutare Draco Malfoy privo di bacchetta che ammette di aver bisogno della tua carità altrimenti ora sarebbe in giro a vendere…” il biondo esitò per un istante “…lasciamo perdere. L’unica cosa che ti chiedo è di non farmi sentire una merda più di quanto già non sia. Ai vostri occhi, almeno” non mancò di sottolineare il superbo Serpeverde.

Harry si alzò da tavola raccogliendo il piatto ancora mezzo pieno, posate e bicchiere.

“Hai ragione su tutto Malfoy, tranne che sul concetto che fa stare in piedi il tuo discorso.”

Il biondo rivolse al Grifondoro uno sguardo perplesso.

“Io non ti odio.” gli fece presente Harry prima disparire oltre la porta e andare a finire di consumare la sua cena in salotto.

 

Come primo giorno, non era stato un grande inizio.

 

Note dell’autrice:

Ok, il gufo di Draco. Ho messo il nome in inglese, ma la versione italiana è Sarpedonte. Chi mi conosce o sta ridendo o gli sono cascate le braccia, ma mi sembrava il nome più adatto per il gufo di un Serpeverde. Per chi non mi conosce… beh, può capire il perché sono legata al nome Sarpedonte da questa foto XD
Come sempre grazie mille a Meggie per il betaggio <3

Ringraziamenti:

Veive: spero che anche il secondo capitolo sia stato di tuo gradimento =) Ho sistemato le correzioni che non avevo cancellato nel precedente e - mi auguro -di non aver tralasciato nulla in questo =) Grazie mille per aver letto e commentato, spero la storia continui a piacerti ^^

lumamo64: no XD Posso assicurarti che questa storia finirà meglio di The Disappeared, questo è certo XD Vi ho già distrutte con quella, non voglio creare ulteriori danni XD Certo, succederà qualcosa in questi capitoli, ma la conclusione sarà più piacevole =) Spero che questo ti abbia consolata un po' ^^ Grazie per aver letto e commentato <3

sarawinky: Harry e Draco si sono trasferiti a Grimmauld Place, dato che ora Harry ne è il legittimo proprietario =) Ti ringrazio per aver apprezzato le spiegazioni del 'cosa succede dopo'. E' una cosa che mi diverte tantissimo, anche se a volte mi rendo conto che utilizzo sempre un po' le stesse in tutte le storie =) Spero ti piaccia, grazie mille per essere passata di qua =)

E grazie mille alle 11 persone che hanno inserito questa storia tra le seguite!

Alla prossima =)

   
 
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