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Autore: IsaMarie    18/11/2010    19 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Cap. 46 Buongiorno nostre dolci fanciulle!
Volevamo avvertirvi che non ci piace molto il nuovo metodo per rispondere alle recensioni, quindi continueremo a rispondervi all'inizio del  capitolo come sempre. Se però doveste preferire il nuovo metodo ditecelo senza problemi e se poi sarete in tante, allora ci adegueremo.
E' arrivato il momento del chiarimento tra Bella ed Edward! Iniziamo col dirvi che questo capitolo ci ha creato qualche problemino!
Non sapevamo se postarlo così come lo leggerete o se cambiare qualcosa per paura di annoiarvi.
E' la prima volta che riportiamo un preciso istante visto da entrambi i pov di Bella e Edward, ma ci è sembrato essenziale darvi la versione di tutti e due dato che è la loro prima lite importante.
Vi consigliamo anche di godervi il video della canzone perchè ci sono moltissime scene di Eclipse che sono meravigliose!
Ci è venuta una voglia matta di rivederlo! Non sappiamo voi ma noi stiamo attendendo il  4 dicembre con ansia! Ormai manca veramente poco e non vediamo l'ora di poter guardare tutti gli speciali che hanno inserito nella tripla edizione del DVD, specialmente tutte le scene che hanno tagliato!
Grazie come sempre a tutte voi che ci seguite e un ringraziamento speciale a chi ha sempre il tempo di lasciarci anche solo un piccolo commento. Ci riempe sempre di gioia sapere come la pensate!
Quindi... che altro dire, se non BUONA LETTURA da Sara e Marie e speriamo tanto che il capitolo vi piaccia comunque!



vanderbit: ciao moreee!!! Non avremmo mai potuto penalizzare Edward con Harvard e dividere i nostri due piccioncini! E poi chiunque avrebbe perso la testa al suo posto! Pensa se lo avesse sentito Jasper dire quelle parole su sua sorella! Comunque ora ti lasciamo alla prima parte del loro chiarimento! Un bacione e grazie!

ladym15: ciao e benvenuta! Grazie per tutti i complimenti che ci hai fatto! Questa storia è scritta a quattro mani (da me e da sara_cullen). Postiamo sempre il lunedì e il giovedì, quindi non dovrai aspettare tanto tra un aggiornamento e l'altro anche perchè siamo sempre puntualissime! La storia è ancora parecchio lunga, perchè si svolgerà durante il loro ultimo anno scolastico e in questo periodo i nostri protagonisti sono a metà ottobre, quindi potrai ben capire che le cose che dovranno succedere saranno ancora parecchie! Sicuramente ci saranno dei salti temporali in alcuni punti della storia, ma comunque i capitoli saranno ancora parecchi! Speriamo che vorrai continuare a seguirci e che non ti annoierai! Per quanto riguarda il chappy precedente, anche noi siamo contro la violenza, ma abbiamo preso in considerazione l'età dei protagonisti (18 anni e ormoni a mille) e quindi ci stava una reazione del genere da parte di Edward che aveva sopportato anche troppo! Ora goditi questo capitolo, in cui i sue piccioncini inizieranno a chiarirsi! Bacioni e grazie ancora!

Moni68:
ciao Moni! Hai proprio ragione! Quando ci vuole ci vuole e il nostro Edward aveva sopportato anche troppo! Te l'avevo detto che prima o poi si sarebbe lasciato andare... d'altronde è sempre un ragazzo di 18 anni e nonostante abbia la testa sulle spalle, perchè di cazz... ne ha già fatte anche troppe durante il suo anno sabbatico, a tutto c'è un limite. Aveva già dovuto trattenersi la sera del New Moon, perchè in fondo lui e Bella ancora non erano niente, e non poteva scoprirsi troppo, ora però ne ha avuto tutte le ragioni. Bacioni e goditi il chappy!

Nerak: ciao tesoruccio nostro! In effetti i nostri anni in confronto ai tuoi sono parecchi, ma come tu ti senti più grande, noi ci sentiamo più giovani! Hihih! Specialmente da quando siamo entrate nel mondo di Twilight! Riguardo al tuo discorso possiamo solo consigliarti di dare sempre retta alla tua parte intelligente, quella che ti dice di non buttarti via, concendendoti al primo che passa solo per non rimanere indietro rispetto ai tempi o alle tue amiche! Ti possiamo assicurare per esperienza che i ragazzi sono interessati a quel genere di ragazza solo per divertimento, ma quelli che vogliono qualcosa di più serio, cercano anche le ragazze più serie! E poi non avere fretta... ricordati che la fretta è sempre cattiva consigliera. Non bruciare le tappe e goditi un po' di più la tua giovinezza... prendi esempio da Bella, che nonostante la sua insicurezza ha trovato la persona giusta e prima o poi toccherà anche a te. Lei, rispetto a tante altre ragazze non è niente di speciale, anzi... se proprio andiamo a vedere di difetti ne ha parecchi! E' solo Edward che la vede perfetta, perchè ne è innamorato. Non importa essere belli o brutti, quello che conta è che prima o poi troverai il ragazzo che nonostante i tuoi difetti, ti troverà stupenda per quella che sei. Guardati intorno... il mondo degli adulti è pieno zeppo di coppie non perfette, persone normalissime che si sono trovate e innamorate!
Contente che il chappy ti sia piaciuto e non sei la sola che avrebbe volentieri tirato definitivamente il collo a Tyler! Bè però alla fine ha avuto una bella punizione, no? Ora goditi il chappy! Bacioni e a presto!

MaRtA HaLe: ma ciaooooo!!!! Che bello risentirti! Eh lo sappiamo bene, la scuola è un grosso impegno, ma è giusto che tu ti dedichi prima a quello! L'importante è che continui a seguirci! Un bacione e a presto!

Ed4e: ciao tesoro! Eh sì il nostro Eddino stavolta si è fatto valere! Quando ci vuole ci vuole! Ora finalmente si sono tolti dalle scatole Tyler! Ora ti lasciamo al chappy. Ciao e un bacione! Grazie mille!

giova71: ciao gio! Grazie per il suggerimento della ficton: abbiamo iniziato a leggerla ed è veramente bella! Ora ti lasciamo al chappy e buona lettura! Un bacione e ancora un grazie!

Incondizionatamente: ciao polaretta! Oramai ti abbiamo ribattezzata così e te lo tieni il soprannome! Grazie mille! Siamo felici di essere riuscite a trasmetterti tutte queste sensazioni! Un bacione e speriamo che ti piaccia anche questo chappy anche se decisamente meno movimentato. Alla prossima settimana!

sunlight_: ciao! Siamo contente che ti sia piaciuto! Ora è arrivato il momento dei chiarimenti! Un bacione e grazie!

 ashar: ciao tesoro! Ci dispiace deluderti ma in questo chappy c'è poco da sbavare! Hihihi! Ci vogliono anche i capitoli seri e questo sarà di chiarimenti! Un bacione e a presto!

Ginna3: ciao tesoro! L'idiozia di tyler non ha avuto limiti come hai potuto vedere, ma per fortuna che a scuola erano già sul chi va là con quell'essere quindi non è stato difficile credere ad Edward. Ora i chiarimenti! A presto e un bacione!

Aleuname: ciao tesoro! Effettivamente non è stata proprio la gionrata fortunata di Edward! XD! Anche noi siamo contro la violenza, ma mettendo in conto che è un ragazzo di 18 anni e quello che  quel porco ha fatto a Bella diciamo che si è anche trattenuto parecchio! Ora i chiarimenti! Un bacio e grazie! 

fabyp: ciao tesoruccio nostro! Siamo felici che ti sia piaciuto, soprattutto il risvolto positivo dell'intera faccenda. Non potevamo assolutamente far punire Edward per una cosa del genere. Tyler ha veramente passato tutti i limiti e quel che è venuto fuori dopo ne è stata una prova ulteriore. Ora ti lasciamo al chappy! Un bacione e grazie!

Lalayasha: ciao moreee!!! Calmati che rischi un infarto! XD! Tyler non sarà più un problema, quindi non ti preoccupare, ha avuto quel che meritava! Il preside e il professore li abbiamo voluti dipingere buoni per una volta! Questi professori sempre cattivi e antiquati ci hanno stufato! Ti lasciamo al chappy, così finalmente capirai la reazione di Edward. Siamo state un po' cattivelle perchè vi abbiamo tratto leggermente in inganno... ti dico solo che non è come sembra... ma è meglio se leggi! Bacioni e grazie mille!

yara89: ciao carissima! Abbiamo voluto essere buone e non far perdere ad Edward la possibilità di iscriversi ad Harvard con Bella. Come avremmo fatto a dividere i piccioncini? No, non si può assolutamente! Non sarebbe stato giusto. Ora gustati il capitolo! Un bacio e grazie mille!

Giada is owned by Edward: ciao Giada! Anche noi ad Edward  permetteremmo di farci di tutto, ma Bella non sarà dello stesso avviso! Purtroppo non sarà come avete pensato voi dallo spoiler, quindi leggi e poi ci dirai! Siamo felici che il capitolo scorso ti sia piaciuto e per Alice e Jazz, purtroppo la situazione dovrà ancora peggiorare! Basta non ti diciamo altro altrimenti che gusto c'è? Un bacione e grazie!
 






CAPITOLO 46

Sincerità



Pov Edward


Stavo guidando verso casa piuttosto ammaccato e non vedevo l’ora di fiondarmi in una doccia bollente: sentivo i miei muscoli tesi e la bocca pulsare dolorosamente. Chissà come si era gonfiata… sollevai lo sguardo sullo specchietto retrovisore: la ferita aveva leggermente deformato il labbro che aveva raggiunto un disgustoso color melanzana. In più, a causa del continuo stato di tensione patito nel corso di tutta la mattinata (con Bella, con lo schifoso Crowley, in presidenza), mi era scoppiato un terribile mal di testa, che mi rendeva nervoso e irritabile.
Appena parcheggiai in garage, non ebbi neanche il tempo di mettere il piede fuori dall’auto, che notai la figura irrigidita di mia madre: era livida di rabbia e mi stava già aspettando a braccia conserte e con un’espressione visibilmente cupa sul viso, mentre batteva furiosamente il piede per cercare di scaricare i nervi; nel frattempo i suoi occhi mi inviavano gelidi lampi di disapprovazione, che mi diedero alcuni brividi di autentico terrore… oops… poche volte l’avevo vista così nera… a causa dell’ansia deglutii a fatica: ero nei guai fino al collo!
In realtà immaginavo che sarebbe andata così… sotto il suo sguardo di ghiaccio abbassai il capo, pieno di vergogna per averla delusa.
Esme Sophie Cullen era sempre stata una donna che non sopportava la violenza di nessun tipo, neanche quella verbale… figuriamoci quella fisica! E figuriamoci poi quella di un figlio! Non la ammetteva né la giustificava mai, a dire il vero; nemmeno se si veniva pesantemente provocati… quindi, cresciuto con quegli insegnamenti, che erano stati condivisi naturalmente anche da mio padre, ero perfettamente consapevole che qualunque cosa le avesse riferito il preside (oppure Charlie), la mia infuriata mamma non si sarebbe calmata fino a che non mi fossi pentito e scusato, e non le avessi spiegato come erano andate le cose… e forse neanche questo sarebbe bastato…
Però, nel momento in cui lei si accorse con sgomento e un velo di preoccupazione del  mio labbro ferito, intuii di possedere una piccola risorsa da poter utilizzare a mio vantaggio: cominciai a passare la lingua sopra il labbro dolorante, in modo da commuovere la mia mammina per tentare di addolcirla un po’… premurosa, mi corse subito incontro per assicurarsi che stessi bene. Perfetto, l’iceberg forse si stava sciogliendo… ancora una piccola mossa, Edward…
La guardai, rammaricato, con gli occhioni da cucciolo ferito e abbandonato, che sapevo commuoverla sempre; e poi, mossa infallibile in ogni mia marachella infantile, la baciai delicatamente sulla guancia. Lei sgranò lo sguardo, poi  mi fissò con le sopracciglia aggrottate e infine iniziò a scuotere la testa.
-No, no, no! Non hai più cinque anni, Edward Anthony Cullen! Certi trucchetti per abbindolarmi non attaccano più! Pretendo un sincero pentimento unito ad una spiegazione onesta e dettagliata! E bada di essere molto convincente, perché sai benissimo come la penso al riguardo: con la violenza, non si arriva mai da nessuna parte! La violenza crea sempre nuovi problemi, non li risolve! Quante volte te l’abbiamo ripetuto questo concetto? Hai diciotto anni suonati, pensavo che fossi maturato almeno un minimo, Edward! Invece oggi ti sei dimostrato solamente un ragazzino rissoso e violento! Ah, che orgoglio per una mamma avere un figlio del genere! Davvero una bella soddisfazione!- mi rimproverò.
Cavoli… ed io che pensavo di averla commossa! L’iceberg era ancora molto congelato!
Provai allora a buttarla sul pentimento, sulla compassione, cercando di impietosirla... d’altronde il labbro mi faceva male veramente!
-Lo so mamma, hai ragione… tutto quello che mi hai detto è vero e lo condivido. Lo so, ho sbagliato e ti chiedo scusa per averti deluso; ma possiamo parlarne più tardi? Adesso mi fa veramente tanto, ma tanto, ma tanto, male!- e sporsi il labbro in fuori, in un broncio da bambino infelice. La vidi alzare gli occhi al cielo, esasperata; ma per fortuna il gelo dal suo sguardo era scomparso!
-Va bene! Ma sta tranquillo che stasera a cena, con Charlie, non potrai di certo scappare; anche lui pretende una spiegazione sincera, anche se, in realtà, mi sembra molto meno arrabbiato di me. Ti rendi conto che hai rischiato di giocarti il tuo futuro?! In quel momento a cosa pensavi? Conta così poco per te Harvard? E dato che mi sembra che tu ne sia dotato, cerca di usare il cervello la prossima volta che ti dovessi ritrovare in una situazione simile… intesi?!- continuò con la sua predica. In realtà avevo colto la sfumatura più dolce della sua voce, che mi faceva ben sperare.
Dopo un seminascosto sospiro di sollievo, sporsi ancora di più il labbro e sbattei anche le ciglia. Un sorriso le scappò; bella mossa, Edward!, mi complimentai: oramai sapevo di averla scampata! Come previsto, mi schioccò un bacio sulla fronte e con una sberla sul sedere mi spinse in lavanderia.
-Fila dentro, tu, lazzarone!- mi intimò, mentre le lanciavo un sorriso più sereno; poi ci avviammo in cucina insieme. -Ora vai subito a medicarti quel labbro. Nel vostro bagno dovresti trovare tutto l’occorrente per disinfettare quel brutto taglio. Ah, e spero che bruci tanto!- affermò con un sorrisetto quasi maligno. Cavoli, vedere il viso della mia mammina dolce così stravolto da lineamenti abbastanza perfidi e cattivi mentre mi augurava di soffrire con il disinfettante, mi fece comprendere ancora meglio che stamattina l’avevo combinata davvero, davvero grossa!
Entrando in cucina dalla lavanderia, fui travolto immediatamente da un odorino delizioso che mi stuzzicò l’appetito: vidi una teglia ricolma dei miei biscotti preferiti, e, come sempre, avevano un aspetto davvero appetitoso; mia mamma doveva appena averli sfornati e il mio povero pancino, ovviamente, brontolò per la fame. Tra la lite con Bella,  la scazzottata con l’animale, e il colloquio con il preside non avevo toccato cibo e ora quel dolce profumino, mi stava invitando a nozze.
Ma nel momento in cui allungai la mano e feci l’atto di prenderne uno, un sonoro schiaffo sul polso, mi fece desistere dal mio intento mangereccio e guardai meravigliato mia madre.
-Ahia, mamma!- esclamai con un lamentoso sbuffo, massaggiandomi la mano arrossata, e fissandola allibito. -Scusa… come la metti? Non hai appena affermato che la violenza non porta mai da nessuna parte?- la canzonai divertito. Il ghigno sul suo viso si allargò ancora, terrorizzandomi. Ehi, aiuto: dov’era finita la mamma più dolce del mondo?
-Primo: non ti sei neanche lavato le mani, vergognati! Secondo: i biscotti sono per la merenda e per tutti quanti, non li ho fatti esclusivamente per te, signorino! Terzo: naturalmente non te li meriti, e devo ancora decidere se li potrai mangiare anche tu! E poi mi sembra che la violenza ti piaccia, no? Quindi magari il fatto di adoperare il tuo stesso civile linguaggio, ti farà capire dove hai sbagliato!- affermò, decisa. Uffa! Che osso duro!
Altro che impietosirla! Era ancora molto, molto arrabbiata! Ma io ero molto più affamato, perciò osai la mia mossa successiva senza pensarci troppo...
Con uno scatto felino rubai tre biscotti e fuggii immediatamente dalla rappresaglia materna; mi precipitai a rotta di collo, con parte del gustoso bottino già nella mia bocca, prima verso il salone e poi salii di corsa le scale.
 -Edward Anthony Cullen! Non ci si comporta così! Sei un ladro e un disonesto! Vergognati!- gridò esasperata. Le sue urla di rimprovero continuavano ad arrivare alle mie orecchie facendomi sghignazzare; anche se dentro di me sapevo perfettamente quanto avesse ragione quella santa donna...
Però cavoli se era brava a cucinare: quei biscotti ripieni al caramello erano la mia passione! Erano davvero fantastici! Peccato, ne avevo presi solo tre…
Stavo ancora sorridendo con la bocca piena, soddisfatto per il furto ben riuscito, incurante del dolore acuto al labbro… quando, arrivato nel corridoio delle camere, all’improvviso vidi la porta del bagno aprirsi e il mio angelo ne uscì. Strabuzzai gli occhi, incredulo. Come?! Bella era a casa?!
Indossava il suo accappatoio rosso e i capelli erano avvolti in un asciugamano. Ero imbarazzato dal fatto di rivederla così presto; certo, avremmo potuto chiarirci prima del previsto; ma… cosa ci faceva già a casa a quest’ora? Era ancora molto arrabbiata con me? Dovevo assolutamente parlarle!
Cercai di inghiottire tutto intero il boccone, quasi strozzandomi e facendomi venire persino gli occhi lucidi, per lo sforzo. Certo che tra il labbro spaccato e la bocca piena a quel modo, con tutte le briciole sulla mia bocca e sulla maglietta, non dovevo essere un bello spettacolo!
Cercai di darmi una sistemata e di ricompormi il più velocemente possibile.
Quando risollevai lo sguardo, notai che lei mi stava fissando con le sopracciglia aggrottate, mezza perplessa e mezza divertita dall’assistere  a quella ridicola scenetta; in più, probabilmente, doveva essere confusa nel vedermi già a casa da scuola…
Il suo sguardo si soffermò poi sul mio labbro spaccato e ancora più dolorante di prima… infatti, per la foga di ingozzarmi di quei deliziosi biscotti, la lieve ferita mi si era riaperta, e ora il gusto metallico del sangue stava decisamente rovinando quello sublime della squisitezza, che avevo appena finito di trangugiare… e i suoi occhioni (più dolci di Bambi!) le si spalancarono per la sorpresa.
-Edward! Ma che diavolo hai fatto al labbro? Stai… sanguinando!- mormorò, abbastanza tesa, con un tono di voce che si stava via via affievolendo. Mi spaventai, sembrava che stesse parecchio male… era più pallida del solito e continuava, come ipnotizzata, a fissare il mio labbro; ma la cosa che mi terrorizzava di più, era il fatto che stesse diventando sempre più cerea.
-Bella, che hai?!- quasi urlai; ero incredibilmente preoccupato e con una rapida falcata la raggiunsi, prendendola con decisione tra le mie braccia, perché, senza il mio provvidenziale sostegno, si sarebbe accasciata sul freddo pavimento del corridoio.
-I-Il san-gue… non lo sop-porto…- sussurrò in un soffio quasi inudibile mentre chiudeva gli occhi e un velo di sudore le imperlava il volto freddo e bianco come la neve.
Spaventato, la sollevai da terra, tenendola tra le mie braccia e mi infilai in camera sua, adagiandola delicatamente sul letto. Quando toccò il cuscino, riaprì per un attimo gli occhi, e mi guardò, come per tranquillizzarmi. Le accarezzai la testa e lei riabbassò le palpebre.
-Arrivo subito, tesoro mio…- la rassicurai stringendole la mano e sfiorandole una tempia con le mie labbra; poi mi recai di corsa in bagno, presi un asciugamano e lo bagnai con un po’ di acqua fredda, cercando di premerlo forte sul labbro, per far rimarginare nuovamente la ferita. Ero veramente preoccupato per Bella… non sapevo che il sangue la facesse stare così male. L’avevo intuito da qualche accenno passato, ma non avrei mai immaginato di vederla così pallida e sofferente…
Riuscii a fermare la piccola emorragia quasi subito e ritornai da lei, il più velocemente possibile;  volevo assicurarmi che si sentisse meglio e stringerla tra le mie braccia.
Appena entrai nella stanza, la trovai seduta sul letto e per fortuna il suo viso aveva ripreso un po’ di colorito più naturale e sano; mi tranquillizzai e mi avvicinai, mentre lei mi fissava imbarazzata, e ancora stupita nel trovarmi già a casa... e in quelle strane condizioni.
Passati sia lo spavento che la sorpresa, mi sentivo di nuovo un po’ impacciato, perché non sapevo come comportarmi; d’istinto sarei corso da lei ad abbracciarla, ma di preciso non sapevo come mi avrebbe accolto: la nostra lite, il racconto di quello che era successo con Tyler;  il preside che mi aveva praticamente obbligato a convincerla a confessare tutto a Charlie…
Se fosse stata ancora furibonda per la nostra odiosa discussione, dopo aver saputo tutto questo, sarebbe stata, senza dubbio, addirittura furiosa! Mi avvicinai lentamente, ancora preoccupato per la sua salute e il quasi mancamento di poco prima.
-Va meglio?- le chiesi, dolcemente.
-Sì, grazie. E’ stato solo un lieve capogiro e una leggera nausea: quando vedo, ma soprattutto sento l’odore del sangue, sto male…  scusa, ma è più forte di me- mi spiegò, ancora imbarazzata. La guardai con le sopracciglia aggrottate.
-Non devi scusarti, Bella… ma l’odore del sangue non si sente…- puntualizzai, sicuro della mia affermazione.
-Bé, io lo sento! Ecco perché mi viene la nausea. Sa di ruggine… e sale…- borbottò, irritata. Mi aveva meravigliato ancora una volta: questa non l’avevo mai sentita! Inoltre mi stupivo del fatto che la quantità di sangue fuoriuscita dal mio labbro fosse veramente minima… come avrebbe potuto accorgersene? 
-Bella, ne usciva talmente poco, che non so come tu abbia fatto a sentirne l’odore, come sostieni tu!- la canzonai. -Non vorrai mica farmi credere che hai un olfatto sviluppato come i cani! O vuoi dire che sei talmente sensibile al sangue come i vampiri?- continuai con la mia presa in giro. Mi fulminò con uno sguardo truce. Uffa, era ancora arrabbiata! Io avevo sperato di riuscire a risistemare le cose tra di noi in modo relativamente agevole, ma la faccenda probabilmente era più complicata…
Incrociai di nuovo i suoi occhi che mi inviavano lampi d’ira. Ma che avevano le donne di questa casa? Avevano formato un nuovo team: ‘Fulminiamo con lo sguardo Edward Anthony Cullen’?
Poi mi resi conto di una cosa: non sapevo ancora perché lei fosse già a casa e non capivo come mai non avesse pensato di avvertirmi…
Probabilmente si era fatta venire a prendere da mia madre, subito dopo la nostra litigata. Magari il malore di prima era dovuto, non tanto alla vista del sangue, quanto al fatto che non stesse bene: mi preoccupai immediatamente.
-Bella, dimmi la verità. Come mai sei già a casa? Sei stata male a scuola? Stai male ancora? Guarda che se non hai intenzione di dirmelo perché non vuoi farmi preoccupare, peggiori solo la situazione- la rimproverai dolcemente.
-No, no, stai tranquillo: non ho niente- mi rispose, arrossendo. -E’ solo che… be’ dopo la lite… uffa… non avevo voglia di stare a scuola per due ore seduta vicino a te, va bene? Così ho inventato un mal di testa fortissimo ed Esme mi ha portata a casa. Ma vediamo di non sviare l’attenzione da te! Ora mi spieghi cosa ti è successo a quel labbro e perché sei a casa a quest’ora!- mi ordinò, perentoria. -O preferisci continuare la lite di prima?- domandò, visibilmente ancora adirata.
Alla parola ‘lite’ un brivido di puro terrore mi attraversò, agghiacciandomi; improvvisamente si affacciò nella mia mente il ricordo delle sue braccia strette nella morsa delle mie mani e i segni rossi che avevo lasciato sulla sua delicata e candida pelle… il ribrezzo e il disgusto verso me stesso ricomparvero in modo pressante. Dovevo verificare che stesse bene!
Mi precipitai verso di lei, e le slacciai l’accappatoio, facendolo scivolare giù dalle spalle, fino a scoprirle le braccia: dovevo assolutamente vedere se c’erano ancora quei maledetti segni rossi!
Lei sobbalzò sorpresa, e completamente ammutolita, dalla mia velocità e dalla mia mossa del tutto inaspettata in quel momento. Forse pensava che la stessi spogliando per altri motivi, ma con il disgusto e la rabbia che provavo per me stesso, non mi aveva nemmeno sfiorato l’altra idea…
Soffermai a lungo il mio sguardo sulle sue braccia delicate, accarezzandogliele con una delicatezza sconfinata e controllando con maniacale precisione ogni centimetro della sua profumatissima pelle d’alabastro.
Alla fine dell’osservazione, sospirai sollevato perché non vi era alcuna traccia della mia presa violenta; poi lasciai due leggeri baci nei punti in cui l’avevo stretta. Con cauta e misurata lentezza la rivestii e le riallacciai l’accappatoio, mentre il suo sguardo si addolciva sempre di più.
Non riuscivo a dire niente, perché un groppo alla gola mi impediva di parlare: ero così dispiaciuto che riuscii a biascicare solo un misero: -Mi dispiace, scusami… ti giuro che non succederà mai più una cosa del genere…-. E poi, inginocchiato e affranto di fronte a lei, appoggiai la testa sul suo petto e la strinsi forte, in un casto abbraccio che voleva trasmetterle tutto il mio amore e il mio pentimento.
La sentii sollevare una mano e accarezzarmi teneramente i capelli. Quel semplice gesto, era intriso di una profonda dolcezza e capii che la nostre lite era finita… com’ero felice in quel momento!
La mia Bella, generosa e altruista come nessuna, mi aveva perdonato e non aveva voluto negarmi il suo amore, allontanandomi da lei. Io e lei avevamo superato insieme, rimanendo uniti con sincerità e fiducia, il nostro primo vero momento di difficoltà; e sentivo che questo passo importante aveva reso il nostro legame ancora più forte e solido. Ci poteva essere gioia più grande per una coppia?
Stare insieme ad una persona che si ama nei momenti belli e positivi della vita è indiscutibilmente un’emozione fantastica; ma sapere che il nostro amore si stava rafforzando ogni giorno di più, anche dopo essere passato e aver attraversato momenti di sofferenza e tristezza, mi riempiva il cuore di felicità e orgoglio. Intensificai il mio abbraccio sul corpo di Bella, certo che anche lei provasse le medesime emozioni.
Abbracciato così a lei, mi sentivo più forte e maturo, più consapevole e responsabile del nostro cammino insieme… mi sentivo più uomo… un uomo protetto in una bolla di pace assoluta e perfetta, inespugnabile, felice e appagato come dopo aver raggiunto il piacere fisico.
Sì: queste identiche e intense sensazioni io le avevo provate anche durante i nostri paradisiaci momenti d’amore, mentre entrambi ci donavamo reciprocamente tutto di noi: mente, cuore, corpo, anima… e ritrovare esattamente le stesse emozioni in un casto abbraccio, mi paralizzò dalla felicità.
Dopo non so quanto tempo, sentii Bella rabbrividire: quel movimento involontario mi riscosse e mi fece pensare che l’accappatoio umido che aveva addosso e i capelli ancora bagnati, le avrebbero procurato certamente un raffreddore se non si fosse asciugata e cambiata immediatamente…
Con uno sforzo enorme, mi staccai dal mio paradiso e venerai intensamente quegli occhi capaci di trasmettermi sempre sensazioni diverse e intense.
Mi sollevai e la attirai a me, sul mio petto. Le sue mani si poggiarono sui muscoli del mio torace e, quel semplice gesto, fu in grado di donarmi mille brividi, che col freddo avevano poco a che spartire!
Con dolcezza, spostai dietro il suo orecchio una ciocca bagnata di capelli che le era sfuggita all’asciugamano.
-Ora per favore vestiti e asciugati i capelli, ok? Io intanto vado a farmi una doccia veloce… dopo ci ritroviamo qui e prometto che ti racconterò tutto… prima mi sono solamente scusato, ma sappi che non considero concluso l’argomento: ci tengo moltissimo a chiarire la nostra lite, ok?- precisai, sperando che anche lei avesse voglia di spiegarsi, quanta ne avevo io.
Annuì, e un tenero sorriso le spuntò sul viso. Si avvicinò cautamente e sfiorò appena con le sue labbra bollenti il mio labbro spaccato. Mi sembrò che quel semplice contatto mi avesse mandato a fuoco… era un bruciore decisamente più intenso di quello provato prima solo per la ferita, ma molto, molto più piacevole!
Con uno sforzo sofferto mi decisi ad andarmene, altrimenti non sarei riuscito più a staccarmi da quelle labbra tentatrici.

Pov Bella

Quando arrivai a casa con Esme, la ringraziai del passaggio e salii di corsa in camera mia. Rapidamente mi spogliai e mi diressi in bagno, infilandomi sotto un bel getto d’acqua bollente. Mi serviva proprio una doccia ristoratrice per calmare i miei nervi scossi.
Mi dispiaceva un mondo aver litigato con Edward, ma in quel momento gli avevo fatto una precisa richiesta e lui l’aveva disattesa. Lo avevo pregato di lasciarmi un momento da sola, ma lui mi aveva raggiunto nel corridoio della scuola e aveva pronunciato delle parole che mi avevano fatto scattare come una molla. Purtroppo, da lì in poi, il mio caratteraccio e la mia insicurezza riesplosa in modo imprevedibile e potente avevano fatto il resto…
Sospirai, chiudendo il getto dell’acqua e uscii dal box infilandomi il mio accappatoio rosso; poi abbassai la testa e cominciai a strofinare con l’asciugamano i capelli bagnati, mentre canticchiavo in un soffio una romantica canzone dei Muse. Chissà perché, ma alcuni passaggi melodici del bellissimo testo di ‘Neutron Star Collision’ mi facevano venire in mente il potente legame che si era instaurato tra me e Edward…
Sperai con tutta me stessa che anche noi non ci mentissimo mai e che il nostro fosse un amore destinato a durare per sempre…
Mi riscossi dai miei pensieri dopo essermi accorta di aver sentito dei rumori strani: passi decisi (certamente non di Esme!) stavano salendo rapidamente la scala. Chi poteva essere a quell’ora?
Aprii la porta del bagno e mi ritrovai in corridoio con la bocca spalancata per la sorpresa: che ci faceva lui già a casa da scuola?
Il mio sguardo si soffermò poi sul suo viso bellissimo ma strano… quasi mi venne da ridere quando osservai le sue guance gonfie e la sua bocca piena di briciole… sembrava un bambinetto che aveva appena rubato la merenda per divorarsela di nascosto! Era davvero buffissimo!
Stavo per prenderlo in giro, quando notai con sgomento che il suo labbro, di uno strano color violaceo, era leggermente spaccato.
-Edward! Ma che diavolo hai fatto al labbro? Stai… sanguinando!- mormorai spaventata. In realtà ero più spaventata per me che per lui, perché il mio olfatto aveva immediatamente recepito l’odore nauseabondo di ruggine e sale mescolati tra loro… il che significava… sangue! Oh, no!
-Bella, che hai?!- si preoccupò Edward; sentivo le mie forze venir meno e mi aspettai di cadere sul pavimento, ma lui doveva avermi raggiunto e sostenuto tra le sue braccia.
-I-Il san-gue… non lo sop-porto…- balbettai tentando di spiegarmi. Ad un tratto mi sentii leggera e non percepii più il freddo pavimento sotto ai miei piedi. Mi rannicchiai sul suo petto che odorava di buono e inspirai il suo profumo per scacciare l’odoraccio del sangue. Quando percepii sotto la mia schiena la morbidezza del materasso, capii che doveva avermi portato sul mio letto; che premuroso che era!
Tentai di sollevare le palpebre pesanti per ringraziarlo, ma non ci riuscii… il malessere non era passato del tutto, era meglio non parlare ancora per un po’...
-Arrivo subito, tesoro mio…- la sua voce melodiosa mi tranquillizzò, poi mi sentii sfiorare la tempia con un bacio. Chiusi gli occhi e mi concentrai sulla respirazione, per tentare di allontanare il più rapidamente possibile il malore. Per fortuna ci riuscii abbastanza in fretta e, dopo essermi resa conto di stare meglio, mi sollevai seduta sul letto, cercando con gli occhi Edward. Ma lui non c’era; poi però sentii dell’acqua corrente nel bagno e capii che entro breve sarebbe ritornato da me.
All’improvviso mi sentii intimidita e imbarazzata: il mio quasi svenimento ci aveva fatto riavvicinare in modo inconsapevole ed emotivo; ma da un punto di vista logico e razionale, noi due eravamo in pieno litigio… litigio che andava chiarito. Ma prima di riparlare dei nostri reciproci sbagli, mi premeva conoscere la ragione delle sue condizioni: il labbro sanguinante mi dava parecchio da pensare… possibile che avesse fatto a pugni per colpa mia?
Quando rientrò nella mia stanza, notai con sollievo che l’odore del sangue era completamente sparito, perciò iniziai a respirare più tranquilla.
-Va meglio?- mi chiese premuroso.
-Sì, grazie. Quando vedo, ma soprattutto sento l’odore del sangue, sto male… scusa, ma è più forte di me- gli spiegai; sì, sapevo che avrei potuto sembrare una pazzoide, ma ero fatta così… il malore non era un’invenzione della mia mente!
-Non devi scusarti, Bella… ma l’odore del sangue non si sente…- ribatté in modo piuttosto saccente. Che ne sapeva lui? Aveva per caso il mio olfatto? Immaginavo benissimo che tutto ciò potesse rendermi ridicola e strana, ma non potevo ignorare o negare ciò che provava o sentiva il mio corpo!
-Bé, io lo sento! Ecco perché mi viene la nausea. Sa di ruggine… e sale…-mi irritai. Quando poi fece una battuta poco felice paragonando il mio naso a quello di un cane o, meglio ancora, a quello dei vampiri, lo fulminai con un’occhiata raggelante. Che spiritoso! Come si permetteva di ridicolizzarmi in quel modo poco gentile? Non dissi nulla, restai a guardarlo ridacchiare tra sé.
Ad un tratto si fece serio e ritornò a osservarmi, preoccupato e grave in volto.
-Bella, dimmi la verità. Come mai sei già a casa? Sei stata male a scuola? Stai male ancora? Guarda che se non hai intenzione di dirmelo perché non vuoi farmi preoccupare, peggiori solo la situazione- sentii una nota di rimprovero unita all’affetto e mi sciolsi un pò. Ma… come avrei potuto dirgli che ero tornata a casa perché desideravo ricavarmi un mio spazio e non avevo voglia di stargli vicino? Gesù, che imbarazzo! D’un tratto mi tornarono in mente le stupende parole del brano dei Muse.

Video dei Muse
Neutron Star Collision


That my love will be forever

And we'll die we'll die together
Lie, I will never
'Cause our love will be forever
Se si desiderava costruire un legame forte e duraturo bisognava cercare di non dire mai bugie…
‘Bella, coraggio… ingoia il rospo e sii sincera’, mi ordinai. E sinceramente, in tutta onestà, gli rivelai il motivo della mia decisione.
-Be’ dopo la lite… uffa… non avevo voglia di stare vicino a te, va bene? Così ho inventato un mal di testa fortissimo ed Esme mi ha portata a casa. Ma vediamo di non sviare l’attenzione da te! Ora mi spieghi cosa è successo a quel labbro e perché sei a casa a quest’ora?- pretesi. Quando però vidi che non aveva voglia di rispondermi, rincarai la dose. Eh, no! Avevo sempre odiato i ‘due pesi e due misure’! La sincerità doveva essere da ambo le parti!
-O preferisci continuare la lite di prima?- aggiunsi con un ghigno incattivito. Non avevo idea di che reazione gli avessi scatenato con le mie parole; ma mi ritrovai schiacciata al suo corpo e le sue mani mi stavano slacciando l’accappatoio in modo frenetico e deciso.
O Cristo, che pensava di fare?!
Sentii le spalline scivolarmi in giù e le braccia sempre più libere; stavo per divincolarmi dalla sua presa d’acciaio, gridandogli di smetterla subito, dato che non mi sembrava il caso di risolvere la nostra lite con il sesso; ma mi bloccai quando i miei occhi incontrarono i suoi.
Dapprima lessi rabbia, disgusto, terrore, paura, colpa, vergogna… tutti sentimenti che rendevano il suo sguardo freddo e solido come il ghiaccio. Poi, dopo un momento eterno in cui ero come ipnotizzata dalla sua intensità, il verde smeraldo dei suoi occhi si fece più intenso e liquido e il suo sguardo mi comunicò un immenso sollievo. Si era accertato di non avermi fatto male…
Leggere e delicate come farfalle, le sue labbra sfiorarono due punti delle mie braccia. Mi rimise l’accappatoio sulle spalle come se io fossi un fragilissimo e prezioso cristallo; infine, scusandosi ripetutamente e profondamente addolorato per quello che era accaduto, si inginocchiò di fronte a me, appoggiando con tenerezza il suo capo sul mio petto. Oddio, era così dolce!
Non potei fare altro che sollevare una mano e accarezzare la sua morbida e ribelle chioma bronzea, in un gesto colmo di significato. L’avevo perdonato? E lui aveva perdonato le mie parole cattive?
Non c’erano dubbi da parte mia… certo, avremmo dovuto parlare, spiegare, chiedere scusa, aprire i nostri cuori… ma quei gesti racchiudevano intrinsecamente tutto…
Io e lui, uniti, insieme in un dialogo sincero, colmo di fiducia e amore… erano quelli i mattoni con i quali rendere solida e duratura la nostra unione. Io e Edward…
Quell’angelo possedeva l’incredibile capacità di stupirmi sempre: la sua bellezza sovrumana, il suo carattere forte e deciso capace però di una dolcezza infinita, i suoi gesti a volte bruschi e prepotenti, a volte docili e gentili… tutto in lui era un mix di fuoco e dolcezza che mi faceva impazzire!
Quel pensiero mi fece rabbrividire dal piacere.
Edward subito sollevò il capo e mi guardò con amore e passione, in un modo talmente intenso e profondo da farmi tremare le gambe; poi si alzò e mi abbracciò, stringendomi sul suo largo petto. Chiusi gli occhi a quel contatto, mi accoccolai su di lui e mi aggrappai alla mia roccia, al mio mondo, al mio tutto. Restammo così uniti per un momento infinito, bellissimo.
Poi sentii le sue dita leggere come piume sfiorarmi il collo, mentre spostava una ciocca umida dei miei capelli dietro l’orecchio. Con una voce piena di tenerezza mi invitò ad asciugarmi e vestirmi, promettendo, con un tono profondamente solenne, che al suo ritorno avremmo chiarito la nostra lite della mattinata. Era stupendo così serio, determinato, innamorato… gli sorrisi di cuore, annuendo alla sua proposta.
D’un tratto la mia attenzione fu attratta dal suo labbro gonfio… ancora non gli avevo chiesto nulla al riguardo, ma immaginai che dovesse sentire parecchio dolore.
Con misurata lentezza mi avvicinai alla ferita, e desiderando donargli un po’ di sollevo, umettai le mie labbra prima di appoggiale dolcemente sulle sue. Come al solito, era sufficiente un unico sfioramento con la sua pelle e subito il mio corpo fu attraversato da mille scariche…
Con un sospiro sofferto Edward si staccò da quel meraviglioso contatto e uscì dalla mia stanza.
Lui era appena uscito, e il mio cuore continuava a battere furioso, non dando alcun cenno di voler rallentare la sua corsa. Ma possibile che mi facesse quell’effetto anche dopo essersi allontanato? Non mi sarei mai abituata a quelle sensazioni meravigliose!
Ero comunque curiosa e preoccupata di sapere cosa gli fosse successo.
Mi sembrava strano che il labbro ferito fosse causato solo da un banale incidente… sotto sotto, però, speravo tanto che fosse così, perché l’altra possibile soluzione era più sgradevole: forse aveva fatto a pugni con qualcuno… e questa eventualità sarebbe stata solo colpa mia!
Sì, perché lui era arrabbiato a causa mia. L’avevo ferito in modo molto cattivo, lo sapevo, e me ne vergognavo tanto, in questo momento. Ma il mio caratteraccio mi aveva impedito di tenere a freno la lingua e di soppesare le parole prima di pronunciarle. Maledetta linguaccia, un giorno o l’altro me la sarei strappata!
Probabilmente qualcuno lo aveva provocato con una parola di troppo e alla fine, perso in emozioni rabbiose e poco controllabili, non aveva resistito e aveva causato  una scazzottata.
Purtroppo nella mia testa, ero già consapevole che la seconda ipotesi fosse quella più plausibile… quello che mi preoccupava ancora di più erano le conseguenze di quel gesto: l’avevano sospeso? Avrebbe influito sul suo curriculum? Oddio! E se si fosse giocato Harvard?
La terribile prospettiva mi raggelò il sangue…



ANTEPRIMA CAPITOLO 47

Appena sfiorai il labbro con una garza imbevuta di disinfettante, con un sussulto, si spostò indietro sul letto, rimanendo appoggiato con i gomiti per stare il più lontano possibile dalla mia mano.
-Ahi! Cazzo! Brucia davvero!- esclamò irritato. Non potevo crederci che si comportasse come un bambino di cinque anni! -Stai lontana da me, perché con quell’affare malefico non mi sfiori più!!- dichiarò con i nervi a fior di pelle.
-Edward, non fare il bambinetto! Guarda che quella ferita sta assumendo davvero un brutto colorito… hai aspettato anche troppo a disinfettarla! Anche se sinceramente non capisco come mai si stia infettando così se ti ha dato solo un pugno…- borbottai.
-Mi ha colpito con quel suo anello del cazzo!- mi spiegò. Quel maledetto stronzo!
-Ecco! A maggior ragione devi disinfettarti subito, Edward! Basta fare il bambino capriccioso! E tirati subito su, così finisco… dai, che ci vogliono solo due minuti!- mi spazientii. Ma lui testardo e ostinato peggio di me, continuava a negare con il capo. Qui urgevano le maniere forti! Gli sorrisi maliziosa, decidendo di osare.



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