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Autore: SweetTaiga    09/12/2010    11 recensioni
"Ma se l’Amore che dice è una stretta al petto dovuta alla sua mancanza, un colpo al cuore ogni volta che mio padre rievoca con disgusto il suo nome, un sorriso ogniqualvolta mi addormento pensando a lei, allora ha ragione.
Forse i Malfoy non provano amore, ma Draco si."
Quando l'Amore trionfa, l'Odio cerca il modo di ostacolarlo. Sempre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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10. L’apparenza inganna.

 

Sono circa due ore che mio padre fa avanti e indietro per il salone.
Mi ha convocato per parlarmi di una questione urgente, ma non ha ancora aperto bocca.
Mia madre ci osserva da una poltrona accanto alla finestra: probabilmente teme che senza la sua presenza rassicurante ci ammazzeremmo a vicenda.
Non sa quanto ha ragione.
Se non ho ancora tentato di lanciare un Avada Kedavra contro mio padre, è solo per la figura esile e sicura di Narcissa Malfoy, che mi segue come un’ombra, difendendomi silenziosamente dall’uomo che odia e che ama con tutta se stessa.
Se non ci fosse stata lei, probabilmente uno di noi due sarebbe già morto e sepolto.
Non è solo per Hermione, ovviamente.
Quella è stata solo “la goccia che ha fatto traboccare il vaso”, come dicono i babbani.
Il vero problema è stato accorgermi della debolezza di mio padre.
Avrei dovuto sentirmi toccato, certo; ciò avrebbe dovuto spingermi a sostenerlo maggiormente, forse.
Purtroppo la mente di un Malfoy è decisamente contorta.
Scoprire che tutto il potere di mio padre non è altro che un giocattolino nelle mani di Voldemort mi ha fatto gelare il mio nobilissimo sangue puro nelle vene.
Lui, che decanta tanto la purezza del sangue, si è fatto sottomettere da ei fu Tom Riddle, un mezzo esaltato con manie di grandezza.
Lui, che si dimostra forte solo con i più deboli, è in realtà poco più di una pecorella al cospetto dell’adorato e temuto Signore Oscuro.
Lui, non io, lui ha portato disonore alla famiglia Malfoy.
Lui, non io, ha fatto perdere la faccia e l’onore ad una famiglia antichissima.
Lui, non io, è diventato il burattino di Voldemort.
Ed io, solo perché mi sono innamorato di una Mezzosangue, devo essere trattato come un rinnegato, come un idiota, al pari di uno prigioniero. Segregato in casa mia.
La sottile differenza tra me e lui mi sfugge: lui può adorare un mezzosangue, mentre io non posso amarne una?
Mia madre non ha espresso la sua opinione né sulla mia né sulla sua situazione; si limita ad osservarci e a tenerci a debita distanza.
Scegliere tra il suo unico figlio e suo marito non deve essere facile, quindi non gliene ho mai fatto una colpa. Narcissa è forse l’unica persona al mondo , oltre Hermione, che mi abbia sempre accettato.
In Hermione rivedo spesso mia madre, ma non lo dirò mai a nessuna delle due: probabilmente mi potrebbero uccidere per un’affermazione del genere.
Mio padre ora è fermo davanti a me.
«Stammi bene a sentire, Draco: Piton mi ha chiesto di poterti portare con sé da Magie Sinister. Sia chiaro: tu starai con Piton e basta.», dice, guardandomi negli occhi.
La tensione è palpabile, e vedo le sue lunghe mani tremare per il nervosismo.
«Non ho bisogno della badante, padre.». Cerco di riassumere in quell’unica parola tutto il mio disgusto, e probabilmente ci riesco, perché Lucius sbianca.
«O esci con Piton o resterai chiuso qui fino all’inizio delle lezioni.», sibila lui in risposta.
Un’uscita mi ci vuole proprio, quindi tiro un lungo respiro e cerco di riprendere la calma. «Ve bene, padre. Starò con Piton.»
«Bene. Verrà alle 18. Preparati. Ci saranno anche Nott e Zabini.»
Questa notizia mi rende un minimo più allegro. Almeno potrò passare il pomeriggio con loro e con Piton.
Ormai il professore ha preso il posto della figura di mio padre, e mi consola poter vedere i suoi capelli unti al posto di quelli biondi di Lucius per almeno una serata.
Annuisco, poi mi giro verso mia madre.
«Madre, vado a cambiarmi. Vuoi che ti porti qualcosa al mio ritorno?», le chiedo, avvicinandomi alla poltrona sulla quale è seduta.
«No, Draco. Pensa solo a divertirti.», mi dice, e mi fa cenno di piegarmi. Mi bacia la fronte, prendendomi la testa tra le mani. Mi specchio per un attimo il quegli occhi, e ringrazio chiunque mi abbia messo accanto la donna forte e determinata che ho davanti.
«Ciao, madre.», dico, uscendo dalla stanza.
Dopo aver chiuso la porta, resto fermo un paio di secondi, giusto il tempo di sentir dire a mio padre dolci parole verso la mia ragazza.
«Se quella sporca Mezzosangue si fa vedere, giuro che la uccido con le mie mani.»
Sento mia madre sbuffare ed alzarsi, e sorrido tra me e me: per essere uno che considera inutili i Mezzosangue, devo ammettere che da fin troppa importanza ad Hermione.
Sto per allontanarmi, quando sento di nuovo la voce di mio padre.
«Se le cose continuano così, Draco non rimetterà mai piede ad Hogwarts.»
Immagino mia madre girarsi verso di lui per rispondergli, ed infatti ben presto sento la sua voce.
«Draco ha i suoi amici ed i suoi insegnanti ad Hogwarts!»
«Ed anche quella Mezzosangue!», urla mio padre di rimando.
«Granger, Lucius! Si chiama Granger!»
A sentire quelle parole, mi si scioglie il cuore. So che mia madre non ama i Mezzosangue, ma probabilmente deve essersi accorta del valore di Hermione. Lei non ha la vista accecata come mio padre.
«Chi se ne frega del nome di quell’inutile essere!»
Sto per entrare a difendere Hermione, quando sento un sonoro schiocco. Spio oltre la vetrata della porta, e vedo mia madre con la mano ancora poggiata sulla guancia di mio padre.
«Smettila, Lucius. Se perderemo nostro figlio non te lo perdonerò mai, e sai che non è una buona cosa mettersi contro una Black. Draco andrà a Hogwarts, e non ti permetterò di impedirglielo.»
La voce di mia madre trema per la rabbia, ma è sicura e ferma.
La ammiro: vorrei essere come lei.
Vedo Lucius indietreggiare un attimo, per poi ergersi in tutta la sua altezza.
«Vedremo, Narcissa.»
Capisco che la discussione è finita, e vado verso la mia camera per prepararmi. Ho bisogno di parlare con Piton.
Lasciare Hogwarts equivarrebbe a lasciare i miei amici. A lasciare il dormitorio. A lasciare Hermione.
Non posso permetterlo, e non posso permettere che mia madre combatta da sola per me.
Devo combattere, per lei e per Hermione. Per le due donne che amo.

E non venirmi vicino se no mi giro di scatto quasi fossi un bambino con la paura che tu possa leggermi in faccia “innamorato di te”.

«Signorino, c’è una visita per lei all’ingresso.»
Annuisco all’elfo domestico; da quando Hermione si è fissata con la difesa degli elfi, cerco di non trattarli in modo troppo crudele, ma di certo non può aspettarsi che gli offra del thè.
Scendo le scale, e Piton mi concede una di quelle smorfie che ho imparato a riconoscere come sorrisi.
«Dove andiamo?», chiedo.
«Magie Sinister. »
Annuisco. L’idea mi piace.
Usciamo di casa, e quando ormai siamo nei pressi del negozio Piton interrompe il silenzio rassicurante che caratterizza i nostri incontri.
«Ti è stata utile la Pelle di Girilacco?», chiede.
Lo guardo senza capire, ma lui non sta guardando me. Così gli faccio capire il mio stupore a parole.
«Cosa?»
Vedo la sua bocca sottile incurvarsi in un’altra smorfia simile a un mezzo sorriso.
«L’avevo immaginato…»
Non faccio in tempo a chiedergli spiegazioni, che Blaise mi salta letteralmente addosso.
«Ehi, Blaise, calmo! Che diamine ti prende?»
Lo scosto da me e lo vedo esibire un sorriso smagliante.
Gli rispondo con un’espressione disgustata.
«Che diamine gli hai fatto fumare, Nott? Lo sai che non regge la roba che ti fumi tu.»
Nott si limita a scrollare le spalle e a sorridermi, aprendo la porta di Magie Sinister.
Inizio a guardarmi intorno, e gli altri mi seguono.
«Dopo passiamo anche in biblioteca? Devo comprare un libro.», dico.
«Che libro?», chiede Blaise incuriosito.
Lo guardo con espressione strana, e lui si morde il labbro.
Nott ride.
Che cazzo ride? Ha fumato anche lui?
«Nulla che riguardi l’estetica, Blaise. Un libro intitolato “La ragazza con l’orecchino di perla”. Dobbiamo andare in una libreria che venda libri babbani, però.», rispondo, voltandomi verso uno scaffale per non far vedere a nessuno la mia espressione.
«Non è il libro che hai bruciato per sbaglio alla Granger?», chiede Nott.
Annuisco. «E’ il suo libro preferito.», sussurro, più a me che a loro.
L’immagine di Hermione infuriata mi fa sorridere ad un aggeggio strano, e mi sento decisamente un idiota.

E poi sei bella, Dio se sei bella, sei tanto bella che neanche tu lo sai.

Sento un mezzo singhiozzo, poi un’altra risata di Nott.
Per distrarmi prendo in mano l’Aggeggio Strano. «Che diamine è questo?», dico.
«Oh, è un giratempo. Serve per viaggiare nel tempo, ma non per viaggi troppo lunghi.»
Avrei annuito e messo a posto l’oggetto senza troppi problemi, se solo non avessi sentito che la risposta mi era arrivata da Blaise.
Mi giro verso di lui, e lo vedo guardare il soffitto in modo distratto.
Severus mi sta letteralmente trafiggendo con gli occhi, e mi chiedo davvero cosa ho fatto questa volta. Sto per chiederglielo, quando Blaise si gira, serio, verso di me.
«Draco, dobbiamo parlare.»
Annuisco. Avevo capito che c’era qualcosa di strano.
Ci chiudiamo nello sgabuzzino di Magie Sinister, e vedo Blaise trafficare per insonorizzare la stanza.
Poi si gira verso di me, gli occhi lucidi e le guance arrossate.
Occhi lucidi e guance arrossate?
Pochi secondi dopo, me lo trovo addosso, le sue labbra avvinghiate alle mie.
Sono troppo scosso per staccarmi, e per un tempo che mi sembra infinto vedo solo i suoi occhi chiusi e le guance rigate dalla lacrime.
Cazzo, è Blaise!
Riprendo coscienza della situazione, e con non poche difficoltà lo stacco da me.
«Diamine, Blaise, si può sapere che cazzo ti prende?», gli dico, e la mia voce raggiunge quasi gli ultrasuoni.
Lui si limita ad arrossire e a passarsi una mano sui capelli.
Poi si posa le dita sulle labbra, facendomi capire di stare in silenzio.
«Pure?! Cazzo, Blaise, mi hai baciato! Diamine, ho una ragazza bellissima e penso che questo basti a dimostrare che non ho certe tendenze! »
Mi metto le mani nei capelli, in preda al panico. Cosa cazzo gli ha fatto fumare Nott? Devo dirgli di cambiare fornitore.
Blaise ora è completamente rosso in viso, e con una mano si copre le labbra per non scoppiare a ridere.
Poi, di slancio, mi abbraccia.
Rimango un attimo inebetito. Lo stacco da me e lo guardo negli occhi scuri.
Oltre il solito colore, tuttavia, c’è qualcosa di diverso.
«Blaise…»
Lui piega il capo, in ascolto.
«Davvero, cosa hai fumato?»
Lui alza gli occhi al cielo e mi abbracci di nuovo.
Poveretto, doveva essere roba forte. Ricambio l’abbraccio, sperando sia un gesto fraterno o dovuto a sostanze non identificate.
«Diamine…»
Cerco di staccarlo ancora da me, inutilmente.
«Blaise, un abbraccio fraterno ok, un bacio per via del fumo va bene.. Ma mi spieghi perché diamine sei eccitato?», gli urlo.
Non è normale, diamine!
Lui finalmente si stacca da me, con espressione meravigliata. Si guarda i pantaloni, poi guarda me e diventa rosso. Poi scoppia a ridere.
Cazzo, ha perso tutte le rotelle.
Mi giro di spalle per dare una testata contro il muro o per trovare qualcosa con cui suicidarmi, ma due braccia muscolose mi cingono i fianchi.
«Blaise, sto perdendo la pazienza! Smettila di scherzare, non è divertente!»
Per tutta risposta, lui mi fa girare su me stesso e mi bacia ancora.
Proprio in quel momento, Piton spalanca la porta.
Con mia sorpresa, non sembra sorpreso.
Cerco di liberarmi per spiegargli la situazione, ma lui parla prima di me.
«Signorina Granger, il padre di Draco sta arrivando. Forse dovrebbe far assumere a Blaise un atteggiamento più consono.»
Granger?
Per tutta risposta, Blaise sorride e si stacca da me, stringendomi però la mano nella sua.
«Come l’ha capito, professore?»
Nella voce di Blaise c’è una punta di divertimento e sincera curiosità.
Guardo lui, poi Piton.
«Qualcuno vuole spiegarmi cosa sta succedendo qui?», chiedo, in preda a una crisi di panico.
«Oh, è stato facile signorina Granger. Prima di tutto, Blaise non chiederebbe mai il titolo di un libro che non parli di lui. In secondo luogo, non mi risulta che il creatore del gira tempo si chiamasse Blaise, quindi dubito che egli conosca il nome né tantomeno la funzione di quest’oggetto. Infine, Zabini e Nott mi hanno chiesto Pelle di Girilacco, ingrediente principale per la Pozione Polisucco.», risponde Piton.
Una mano stringe la mia con maggior forza, e lentamente mi giro verso il corpo accanto a me.
Pozione Polisucco.
«Hermione?», sussurro flebilmente.
Blaise annuisce.
In pochi secondi ci troviamo a terra, io su di lui.. lei… insomma, sì.
«Perché diamine non me l’hai detto prima?», dico, con gli occhi chiusi per immaginare il corpo esile di Hermione anziché quello muscoloso di Blaise.
Lui.. Lei ride, e la sento scrollare le spalle. «Era divertente.»
La guardo. Oltre gli occhi di Blaise, intravedo i suoi: la Pozione Polisucco inizia a perdere potere.
In quegli occhi vedo tutta la sua  forza, in quelle lacrime tutta la sua dolcezza.
«Sei completamente pazza.»

Una donna senza inibizioni, senza fili di padroni. Gli occhi un poco lucidi: sei bella.

Le bacio le labbra, sempre con gli occhi chiusi, e percepisco la forma di un sorriso.
«Qui l’unico pazzo sembri essere tu: disteso sul tuo migliore amico, intento a baciarlo, ed ora anche decisamente eccitato.» risponde lei, con la voce che inizia a perdere profondità.
Un colpo di tosse di Piton ci distrae.
Riprendo possesso delle mie facoltà mentali, le do un bacio a fior di labbra e le indico l’uscita secondaria.
«Mio padre sarà qui a momenti: vai. E non farti vedere da nessuno, lui lo verrebbe a sapere.»
Lei annuisce, e mi stringe la mano prima di correre via.

Pochi secondi dopo, mio padre fa il suo ingresso trionfale.
«Sono passato a vedere cosa facevi, figliolo.»
Alzo gli occhi al cielo, immaginando come dovesse sembrare affettuoso e protettivo ad occhi estranei.
Ma l’apparenza inganna.
E dopo aver rivisto l’Amore vestire i panni del mio migliore amico, torno a casa felice, con un Nott sghignazzante ed un Piton decisamente disgustato.
Ed un padre ignaro di tutto, ovviamente.

Una donna, una donna, una donna così.. Forse ingenua ma bella, mi piace, la voglio, la voglio così.
Perché sei bella, sei bella. Sei bella così! Una donna, e che donna! La voglio così.


Esperienza interessante. Se mai la prossima volta la vorrei nel suo corpo, però.



NOTE:
La canzone di questo capitolo è “Una donna così” di Gianluca Grignani.
Wow, ora siete in 26 a seguire la mia storia! Grazie a tutti!!! :D
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Vale11
veronic90
_Sama_
E grazie a simplyme, che insieme a wanda_bella_melelenusiaHPl’ha inserita tra le preferite!

Lupetta97!, spero si capisca la funzione della pelle di Girillacco :D
Sono felice che ti sia piaciuto il “mio” Piton xD Avrei voluto elencare altri modi per uccidere Zabini, ma mi sono trattenuta xD Alla prossima : )

Baci, SweeTaiga : )

   
 
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