Eternal
Sunshine of the Spotless Mind
PROLOGO
How happy is the
blameless vestal's lot!
The world
forgetting, by the world forgot.
Eternal sunshine
of the spotless mind!
Each pray'r
accepted, and each wish resign'd
(Alexander Pope, Eloisa to
Abelard)
*
Si svegliò di soprassalto con il fiato corto.
Dopo qualche momento di confusione, sbatté le palpebre, cercando abituarsi alla penombra della camera, mentre sentiva i battiti frenetici del cuore martellarle nel petto.
Alcuni raggi penetravano dalle tapparelle abbassate, illuminando leggermente la stanza, che era abbastanza grande e arredata in modo elegante.
Quel luogo non le diceva
nulla.
Cercò di tornare all’ultima cosa che si ricordava, ma le arrivarono solo delle immagini sfocate.
Dei capelli morbidi sotto le dita e il profumo del mare.
Improvvisamente si accorse di non rammentare nient’altro. Non aveva memoria di nessuno, della sua famiglia, dei suoi amici, niente: c’era solo il vuoto.
Sapeva di essere una maga, come sapeva di stare a Londra, ma non aveva idea di come ci fosse arrivata né se fosse nata lì.
Era come se qualcuno avesse cancellato tutti i suoi ricordi, i suoi affetti.
Era tutto scomparso.
Spaventata si alzò dal letto per osservarsi nel grande specchio che troneggiava su un muro della stanza.
Vide l’immagine di una ragazza impaurita, con degli occhi di un blu profondo e dei riccioli neri sulle spalle.
Una ragazza che, però, lei non conosceva.
Che cosa le era
successo?