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Autore: Goten    23/12/2010    13 recensioni
Adesso cominciavo sinceramente a essere curioso, chissà che razza di uomo era Charlie Swan. Avvertii il rumore dell'acqua provenire dal piano di sopra, sicuramente era una doccia, sospirai, volevo tornare a casa alla svelta. Scesi dall'albero e attesi che finisse i suoi bisogni umani, avevo intenzione di incontrarlo subito e se fosse stato possibile, lo avrei portato via con me ancora quella stessa mattina. Certo che per essere un uomo ce ne metteva di tempo sotto la doccia, erano già ventisei minuti buoni che stava sotto quel getto. Magari si era sentito male... no, il suo cuore batteva forte e armonioso. Decisi di attendere ancora un po'. Finalmente sentii chiudere la manopola dell'acqua e il suo ciabattare al piano superiore. Aveva un passo leggero per essere un uomo, notai. Contai mentalmente fino a mille, prima di bussare gentilmente alla sua porta, quando questa si aprì, mi trovai di fronte lei, la donna delle pulizie.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Non voglio perderti

Autore: Goten

Beta: Giusy

Capitoli: Non so proprio dirlo... ^^

Paring: Edward – Bella


Capitolo 14


Non riuscivo a staccare i miei occhi da quella luce verde. Il colore della speranza aveva riacceso in me la follia della vita.

<< Edward? >> Dovevo solo capire adesso, dove si trovasse e raggiungerla << Edward? >> per non lasciarla mai più. << Edward! >> La voce di Emmett catturò la mia attenzione.

<< Cosa? >> Solo in quel momento realizzai una cosa importante, nessuno di loro conosceva la verità su quell'orologio, i volti di mio fratello, Rosalie, Jacob e gli altri membri del branco erano tutti puntati sulla mia figura.

<< Edward, cosa è quella luce? >> Rosalie stava esprimendo a voce il pensiero comune di tutti.

<< Bella. >> Risposi semplicemente. << Aveva impostato l'orologio con il suo DNA, per poterla trovare nel caso avessimo avuto ancora bisogno di lei. >> Presi un altro po' di aria. << Aveva creato un orologio per ognuno di noi, ma i nostri sono nei pacchi spediti in Italia. >> E in quel momento ringraziai mentalmente Emmett per averlo indossato. Riposai i miei occhi sul piccolo strumento.

<< Quindi è viva?! >>La voce bassa di Jacob mi fece quasi sorridere.

<< Sì, è viva. >> Dio mio come mi sentivo bene nel pronunciare quelle parole. Fantasticamente bene.

<< Dove si trova? >> Continuò avvicinandosi.

<< Non lo so. >> Ammisi sfilando l'orologio dal polso di Emmett per osservarlo meglio. Ruotai

nuovamente il quadrante facendo sparire il verde e ricomparire i puntini gialli. Li osservai con attenzione. << Emmett, corri. >> Sentenziai.

<< E dove? >>

<< Dove vuoi, ma corri! >> Scattò veloce, in pochi secondi fu completamente fuori dalla mia vista e dalla mia mente. I miei occhi erano puntati su quelle lucine e poi... bingo! << Eccolo! >> Se quel punto giallo che si stava spostando era mio fratello avrei dovuto vederlo ricomparire... adesso!

<< È sufficiente? >> Domandò con il suo vocione, ricomparendo dalla fitta boscaglia.

<< Direi di sì. >> Volevo sorridere ma non lo feci, era come se fosse divenuto un gesto scaramantico, quando Bella sarebbe tornata fra le mie braccia, allora mi sarei preso il lusso di sorridere di nuovo.

Spiegaci. La voce di Rose nella mia mente mi riportò alla luce il fatto che fossimo circondati da un branco di licantropi.

Permisi a tutti di osservare l'orologio. << Queste luci gialle, siamo noi. >> Indicai me e i miei fratelli. << Questa invece >> Girai il quadrante facendo scomparire le luci gialle e comparire quella bellissima luce verde. << È Bella. In questo momento è in mezzo all'oceano Atlantico. >>

Lo sguardo dorato di Rose mi fissò intensamente.

<< Com’è possibile?! >> Scattò Jacob.

Respirai profondamente. << Non lo so, posso solo supporre che sia su un aereo e che qualcuno l'abbia rapita. >> Lanciai uno sguardo fulmineo a mia sorella.

I Denali?

Anch'io ero giunto alla stessa conclusione. Non c'era nessun altro che volesse Bella a tal punto. Non che io sapessi.

<< È una probabilità, per il momento quella più probabile. >> Sospirai.

<< Beh? Cosa aspettiamo? Andiamo no?! Rivoglio il piccolo genio con il pancione! >> La voce di Emmett aveva fatto tremolare il terreno tanto era bassa e minacciosa.

La fiamma dentro il mio petto stava crescendo, anch'io la volevo indietro e questa volta, per sempre.

<< Cosa possiamo fare noi? >> Jacob e altri cinque membri del branco si fecero avanti.

Sicuramente ci sarebbero stati d'aiuto.

<< Avete i passaporti? >> Domandai scrutandoli attento, mentre la concreta possibilità che venissero con noi si stava facendo largo potentemente nella mia mente.

<< Sì. >> Tutti pensarono la stessa cosa.

Osservai i miei fratelli. << Saranno d'aiuto. >> Rose non era del tutto convinta, ma non aveva osato fiatare, se la loro presenza avesse in qualche modo aiutato a riavere Bella con noi, lei non avrebbe certo ostacolato la loro venuta. Tornai a fissare Jacob. << Avete cinque minuti, poi partiremo. Rose, Emmett, andate all'aeroporto e prenotate otto biglietti, cercate di scoprire che aereo ha preso Bella e anche chi l'accompagnava. >> Mi sentivo tanto un capo e il fatto che nessuno osasse discutere le mie parole mi faceva sentire un po' troppo rude, ma in quel momento quella sensazione passò in secondo piano.


Non c’era voluto molto, quello stesso giorno eravamo partiti e ora, eravamo sparsi per tutto l'aereo, non potevo crederci, sembrava quasi uno strano gioco del destino. Bella era stata portata via da un uomo, non molto alto, dalla pelle bianca. Rose non aveva saputo scoprire di più, il suo viso, come il resto di molti altri dettagli era stato con cura celato dallo sconosciuto. L'unica nota positiva era che finalmente sapevamo quale fosse la destinazione del volo preso da Bella e dal suo carceriere: l'Italia.

In un certo senso tornavamo a casa. L'orologio mi mostrava la luce verde muoversi senza fretta. Probabilmente il volo era atterrato e ora la stavano trasportando. Speravo solo che avessero cura di lei e che non le facessero del male, né a lei, né alla mia bambina.

La mia mente si rifiutava di prendere anche solo in considerazione l'ipotesi che quella piccola nuova vita non fosse parte di me. Io volevo Bella, la piccolina; volevo il pacchetto completo.

Rilassati, presto Bellina sarà nuovamente con noi. Il pensiero di Emmett mi fece ricordare una cosa molto importante, anche loro la volevano indietro, non ero solo.

Le ore sembravano non passare mai.

Appena scesi dall'aereo, trovammo nostra madre attenderci all'aeroporto. Il suo abbraccio era come sempre la cura a quasi tutti i nostri mali. << Mi siete mancati. >> Sospirò finendo di abbracciare Emmett.

Era strano che fosse sola, ma non mi soffermai più di tanto su questo particolare, il suo sguardo chiedeva risposte per quei cinque indiani di La Push che ci avevano seguito nel nostro viaggio.

<< Loro sono Jacob, Quil, Paul, Embry e Leah. Sono mutaforma. >> Le parole di Rosalie erano state chiare e concise.

<< È un piacere conoscervi. >> Gli occhi dorati di Esme non erano ancora limpidi, segno che le spiegazioni dovevano assolutamente arrivare.

<< Ci aiuteranno >> Le dissi. << a trovare Bella. >> Mi faceva male dire il suo nome. Ancora non riuscivo a capacitarmi di come avessi potuto comportarmi in quel modo.

Prese un respiro profondo. << Siete i benvenuti. Mio marito ci sta aspettando a casa. Sarete ospiti da noi. >>

<< La ringrazio a nome di tutti, signora Cullen. >> Parlò finalmente Jacob, afferrando il suo borsone da spalla, cominciando a seguirci fino al parcheggio sotterraneo.

<< Come stanno gli altri? >> Domandò Emmett, prendendo posto accanto a nostra madre.

<< Tutto bene, eravamo in pensiero, Alice ha cercato di tenervi sempre sotto controllo. >> Sorrise per un attimo. << Adesso capisco perché il noleggiatore mi ha detto di aver ricevuto richiesta per due auto. >> Consegnò le chiavi della seconda Mercedes nera, uguale in tutto e per tutto a quella che stava guidando lei a Rosalie. << Ci vediamo a casa. >>

<< Sicuro, stai tranquilla. >> E anche la testa bionda di Rose sparì nella macchina con i vetri oscurati.

Mentre la strada scivolava veloce sotto le gomme della macchina, pensavo a quanto mi fosse mancato questo posto, la mia famiglia... eppure, adesso non riuscivo a focalizzarmi su nient'altro che non fosse Bella.

Mi scorrevano davanti agli occhi i momenti passati con lei, la sua risata, le sue mani affusolate, i suoi occhi così luminosi e dolci. Sì, sarei riuscito a portarla a casa, perché ero follemente innamorato di lei.

Oh Edward. Sospirò mentalmente mia madre, potei notare tramite i suoi occhi quanto la mia espressione fosse mutata, nonostante il mio perenne aspetto di diciassettenne, i miei occhi e la mia espressione erano veramente cambiati, non sembravo un ragazzo, ma un uomo, che aveva preso la decisione più importante della sua vita.

L'ingresso a casa fu un vero toccasana per me e per il mio animo, allo stesso modo la pensavano anche Rosalie ed Emmett.

I Quileute erano basiti dal nostro modo di vivere, non credevano possibile che noi “mostri” potessimo essere anche umani.

<< Wow. >> Esclamò a bassa voce Quil.

Mio padre arrivò in quel momento, accompagnato da Alice e Jasper, quanto mi erano mancati!

Sorrisi abbracciandoli forte.

<< La troveremo. >> Mi sussurrò Jasper, che ben capiva e sentiva il mio animo.

<< Benvenuti. >> Parlò Carlisle, accogliendo tutto il folto gruppo. << Sono lieto di avervi qui, mia figlia Rosalie mi ha già raccontato tutto. Non posso fare altro che ringraziarvi fin da subito per il vostro aiuto. >> La stretta di mano fra lui e Jacob stava segnando l'inizio della nostre alleanza, potevamo farcela.

Fu solo un attimo, tutto divenne nero e la visione di Alice mi congelò nell'animo. Bella, la mia Bella chiusa in una stanza anonima, con una finestra a mostrare l'esterno. Stava bene. Era viva.

La visione era stata devastante per me, il sapere che Bella era ancora viva era stato già un colpo, ma il vederla era stato distruttivo. Ogni fibra del mio essere bramava di riaverla con me. Aveva dovuto usare non poca dose del suo potere Jasper per calmarmi.

<< Dov'è?! >> Sibilai mostrando i denti. << Dov'è?! >> Ruggii invece la seconda volta.

Gli occhi neri di Alice mi stavano perforando, anche lei come me stava rivivendo quella visione nella sua mente, cercando ogni singolo particolare che avrebbe potuto aiutarci anche solo in minima parte.

Calmati Edward, cerca di mantenere la calma. I pensieri di Jasper accompagnavano buone dosi del suo potere, sentivo a mala pena la forza della sua presa sul mio polso.

<< Hai avuto una visione? >> Le parole di Embry ci riscossero, era chiaro che per loro questo era tutto nuovo.

<< Sì. >> Sospirò mia sorella. << Ho visto Bella, è in una stanza, c'è una finestra. >> Si voltò verso di me. << Sembra che stia bene, adesso dobbiamo solo trovarla. >>

Edward, qui prendo io le redini. Le parole di Jasper mi colpirono, aveva ragione, lui era l'unico in grado di gestirci al meglio per ritrovarla.

<< Esme, potresti preparare qualcosa per loro? Dovranno essere in forma per trovare Bella. >> Indicò i Quileute.

<< Certo. >> Concordò subito Esme, sparendo in cucina a preparare tutto quello che poteva per rifocillare i ragazzi.

Lo sguardo serio di Jazz si posò su Rosalie. << Rose, tu hai qualcosa di Bella che non sia stato contaminato da altri odori? >>

<< Sì, vado a prenderli. >> Sparì in salotto, tornando meno di una manciata di secondi dopo con una valigetta in mano. << Ci sono alcuni suoi abiti, hanno ancora il suo odore addosso. >>

<< Ottimo. >> Toccò ad Alice passare sotto lo sguardo di suo marito. << Alice, cerca di tenere Bella sempre sotto il tuo potere, dobbiamo cercare di capire dove si trova e chi l'ha rapita. >> La testa scompigliata di Alice annuì. << Inoltre vorrei che controllassi anche il clan dei Denali. Se sono loro i responsabili della sua scomparsa dovremmo riuscire a scovarli in tempo, prima che le possano fare qualcosa. >>

Trattenni a stento un ringhio.

<< Edward, da te pretendo lucidità. Ci serve la tua velocità, Carlisle, controlla negli ospedali, Bella è in stato interessante, magari qualcuno dei suoi rapitori potrebbe farsi vivo. È un’idea che non mi sento di scartare. >>

<< Bene. >> Acconsentì nostro padre.

<< Emmett, da te pretendo la massima attenzione, starai con Edward, in caso di bisogno la tua forza ci sarà utile. >>

<< E noi? >> Si fece avanti Jake.

<< Voi sarete i nostri occhi e il nostro olfatto, avrete accesso a posti, dove noi non possiamo andare. >> Sentenziò Jasper. << Noi saremo attivi di notte, il giorno è vostro. Potrete muovervi per la città senza problemi, al contrario di noi. >>


   
 
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