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Autore: hotaru    25/12/2010    2 recensioni
Ormai il mazzo a disposizione di Sakura era piuttosto consistente, ma qualche minuto dopo Shaoran l'aveva spezzato e lei aveva distribuito le Carte. Come l'altra volta, in cima c'erano le tre prescelte, tutte voltate.
Sakura girò la prima.
La Carta dell'Ombra.
Poi la seconda.
La Carta del Silenzio.
E la terza.
La Carta della Sparizione.
"Ombra, Silenzio e Sparizione..." mormorò Sakura "Che cosa vogliono dire?".
[Cross-over di Cardcaptor Sakura, Sailor Moon e Naruto]
Prima classificata al contest "Alice nel Paese di..." indetto da Fabi_Fabi e quarta classificata al contest "La Morte, la mia compagna" di Diana 21
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2- Tre in una Tre in una


Il filo nero 2


- Hotaru, hai portato la tua falce? - chiese la bambina, carezzando dolcemente il muso del cavallo bianco al proprio fianco.
- Certo – come se potesse separarsene.
- Ma tuo nonno non se ne accorgerà, se continui a prenderla di nascosto? - domandò preoccupata l'altra.
- Non preoccuparti, Chibiusa – bugia per bugia, tanto valeva raccontarne un'altra – La pulisco bene ogni volta che la rimetto a posto, non se ne accorgerà sicuramente -.
Chibiusa annuì, contenta che l'amica non sarebbe stata sgridata per colpa sua. Si misero al lavoro, in silenzio, nel loro mondo di fruscii che si ricreava ogni notte.
- Sai, oggi ho visto la mamma – disse ad un certo punto Chibiusa. Assunse un'espressione preoccupata, sospirando piano – Non... non sta bene -.
Hotaru non rispose, tagliando con mossa esperta un altro fascio d'erba luccicante della rugiada della notte.
- Però sono sicura che per la luna piena ne avremo raccolta abbastanza – aggiunse l'amica, leggermente più fiduciosa – E allora la mamma guarirà, ne sono sicura! -.
Hotaru le sorrise, guardando poi verso la luna sospesa sopra di loro.
- Chibiusa, perché non mi racconti ancora la storia del coniglio? Quello della luna, intendo -.
- Certo, la mamma me l'ha raccontata così tante volte che non potrei mai dimenticarmela! - la bambina annuì, e i codini di quel colore così strano- che sotto la luce della luna sembravano avere riflessi rosa- si mossero seguendo il suo movimento.
- Lassù vive il Coniglio Lunare, che ogni notte osserva la Terra dalla sua postazione nel cielo, seduto sulle zampe posteriori – parlava continuando a raccogliere trifoglio profumato e fiori sbocciati nel buio, mentre il suo cavallo non la perdeva d'occhio un istante – La sua figura è visibile dalle macchie presenti sulla superficie della luna; tiene in mano un pestello da cucina, e secondo le leggende cinesi lo usa per produrre un elisir di lunga vita -.  (¹)
Accarezzò un fascio d'erba appena raccolto, ammirandone le gocce di rugiada che sotto la luna sembravano rifulgere d'argento.
- È per questo che l'unico modo per salvare la mamma è raccogliere quest'erba sotto la luce della luna. È solo così che riusciremo a preparare l'erba curativa per mandare via la morte dal fianco della mamma -.
Si voltò verso l'amica, che aveva ascoltato in silenzio.
- Sai, Hotaru, non so come ringraziarti per tutto l'aiuto che mi dai. Senza di te non avrei mai raccolto così tanta erba in poco tempo; non ce l'avrei fatta a finire per la luna piena -.
Hotaru sorrise di rimando, dicendosi ancora una volta che quella doveva essere davvero una bambina dall'animo sognatore per non essersi ancora accorta- dopo tutte quelle notti passate a falciare e raccogliere erbe di ogni tipo sotto la luce della luna- che il suo vestito bianco non si sporcava minimamente. Rimaneva sempre immacolato, senza mai una macchiolina verde.
Ed era così concentrata in quel suo incantesimo per salvare la madre, da non aver ancora notato che dai fianchi del suo cavallo- notte dopo notte- erano spuntati altri due arti, ormai quasi completamente ricoperti di piume, e  che sulla fronte gli era cresciuto un forte corno dorato.
Hotaru mosse abilmente la falce, la cui lama d'argento brillò per un istante della stessa luce della luna, per tagliare un altro ciuffo d'erba. Chibiusa non l'aveva ancora capito, dove la stava portando tutto quel loro lavoro. Ma, senza saperlo, si stava lentamente avvicinando alla meta che da tempo era destinata a raggiungere.


Kerochan aveva insistito per andare con Sakura e gli altri alla lezione di orientamento nel bosco, nascosto nello zainetto della sua padrona.
Tuttavia, all'ennesimo sospiro del leoncino, Sakura si ritrovò finalmente a chiedere:
- Si può sapere che cos'hai? Sembri un'anima in pena -.
La testolina tonda di Kerochan spuntò dallo zaino, rivelando la sua espressione pensierosa.
- Sai, Sakura, ho come l'impressione che mi sfugga qualcosa – le confessò.
Sakura lanciò a Tomoyo uno sguardo talmente rassegnato da far sorridere l'amica.
- Kerochan – stavolta toccò a lei sospirare – Possibile che ti sfugga sempre qualcosa? -.
- Non essere ingiusta! - ribatté lui – Ti ho già detto che quelle Carte erano più legate a Yue che a me, è naturale che non riesca a ricordarmi tutto -.
Guardò verso l'alto, mentre i raggi di sole che penetravano tra le fronde producevano strani giochi di luce nel sottobosco.
- Senti, io vado a fare un giro. Chissà che non mi venga in mente qualcosa – detto questo, uscì dallo zaino e si alzò in volo.
- Ehi, Kerochan! Aspetta un attim... -.
- Sakura, qualche problema? - Chiharu, una decina di metri avanti a loro, si voltò non appena sentì l'amica rompere il silenzio che si respirava fra gli alberi.
- Eh? No, no... mi sembrava solo di aver visto qualcosa... -.
- Davvero? Un cervo, magari? O un unicorno? - esclamò Naoko entusiasta.
- Ma no, gli unicorni compaiono soltanto di notte – puntualizzò Yamazaki.
- Oh sì, hai ragione! - annuì Naoko.
- Forse dovremmo continuare il percorso, che ne dite? - propose dolcemente Tomoyo.
Gli altri annuirono e anche Sakura, dopo un'occhiata al punto in cui era sparito Kerochan, seguì gli amici.
- Beh, quando avrà fame tornerà sicuramente – si disse.


Kerochan, dal canto suo, si era sistemato su un ramo a guardare il sole. Non capiva perché Sakura se la prendesse tanto: in fondo quella Carta non era pericolosa, e poi era vero che era più legata a Yue. A ben guardare, non era mai stata una sua responsabilità.
Eppure... era sicuro di averla conosciuta, al tempo in cui Clow Reed era ancora il suo signore. Di ricordare che quella Carta aveva qualcosa di particolare, perché il Signore delle Carte l'aveva creata con un significato particolare. Ma non ricordava quale.
Forse era davvero il caso che provassero a parlare con Yue per telef...
Un baluginio improvviso lo distolse dai suoi pensieri. Guardò meglio, tra quei rami scuri dove il brillio di qualcosa aveva attratto il suo sguardo. Ma non c'era più niente, solo il buio.
Stava quasi per convincersi di esserselo immaginato, in quei giochi di luce tra foglie e rami, quando ricomparve. Una specie di strano simbolo che brillava, galleggiando nell'aria.
Guardò meglio, e gli parve che attorno ad esso si andasse formando qualcosa. Qualcuno. Un'ombra che sembrò guardare un attimo nella sua direzione, per poi ammiccare e scomparire.
L'unica cosa che impedì a Kerochan di urlare il nome di Sakura, nell'improvvisa consapevolezza del momento, fu la presenza di tutti i suoi compagni di scuola. Ma l'aveva riconosciuta.
Una mezzaluna. Il simbolo sulla fronte di uno dei tre spiriti.


- Come sarebbe, "uno dei tre spiriti"? Quanti ce ne sono? - gridò Sakura, sbigottita.
- Te l'ho detto, sono tre! Me ne sono ricordato quando l'ho vista! - esclamò Kerochan.
- Questa suona nuova anche a me. Tre spiriti? Per una Carta soltanto? - chiese dubbioso Shaoran.
Kerochan annuì.
- Sì, credo che c'entri qualcosa con la magia occidentale, non ricordo bene... - si grattò la testa, nel tentativo di spremerne qualcosa – E quella era Luna, ne sono sicuro! -.
- Luna? - Sakura era sempre più sconcertata – Non era la Carta della Morte? -.
- Hanno anche dei nomi, adesso? - le diede manforte Shaoran, stralunato quanto lei.
- Insomma, quante volte ve lo devo ripetere? Non è una delle Carte che avete conosciuto finora. È completamente diversa! - sbraitò Kerochan.
- Ehi, non urlare! - esclamò Sakura.
- Adesso calmatevi – intervenne Tomoyo – Allora, ricapitoliamo: questa Carta si differenzia dalle altre perché non è pericolosa ed è costituita da tre spiriti in uno, ciascuno con un nome diverso. È esatto? -.
Kerochan annuì.
- Sì. Clow Reed usava questi nomi perché ognuno dei tre spiriti era una specie di entità a sé, con un carattere diverso, e bisognava pur distinguerli. Anche se sono legati fra loro e alla Carta dal filo nero della morte -.
Ci fu un momento di silenzio, dopo il quale Sakura disse sconsolata:
- Sarà. Ma non è che adesso le cose risultino più chiare -.
- Forse capiremo meglio quando li troveremo – tentò Shaoran – Intendo dire i tre... -.
- Ehi, ragazzi! Di cosa parlate? - esclamò Chiharu, arrivando assieme a Rika, Naoko e Yamazaki. Sakura fu lesta ad infilare Kerochan dentro lo zainetto, nascondendolo alla vista, mentre gli amici si sistemavano attorno a loro.
- Oh, niente di... -.
- Senti, Naoko – intervenne improvvisamente Tomoyo – Cosa sai della mitologia occidentale? -.
- Oh, un sacco di cose! - rispose entusiasta la ragazza, sistemandosi gli occhiali – Ho appena finito di leggere un libro al riguardo. Davvero interessante! -.
- E dimmi: per caso hai letto anche delle figure di tre spiriti legati alla morte? - continuò Tomoyo.
Sakura la guardò sbigottita, chiedendosi dove volesse arrivare l'amica, mentre Shaoran sembrò capire al volo.
- Già, tre spiriti distinti ma indivisibili, o qualcosa del genere... - aggiunse.
- Legati dal filo nero della morte? - concluse Naoko – Certo -.
La ragazza prese fiato e si sistemò di nuovo gli occhiali, pronta a lanciarsi in una spiegazione appassionata.
- Nella mitologia greca si parla delle tre Moire, che decidevano il destino degli uomini: una dipanava il filo della vita, un'altra ne decideva la lunghezza e l'altra... - mimò nell'aria il movimento di un paio di forbici - ...zac! Lo tagliava -.
- Capisco... -.
- Ah, ma non è solo un mito greco! - esclamò Yamazaki – Tre figure legate alla morte compaiono anche nella mitologia nordica! Si chiamano Norne... ahi! -.
- Non dire sciocchezze! - lo ammonì Chiharu, che come al solito lo aveva afferrato per un orecchio.
- No, ha ragione – lo difese Naoko – C'erano anche queste Norne, che allo stesso modo recidevano il filo della vita -.
- Ma allora... - intervenne Sakura, ancora dubbiosa – Sono tre o soltanto una? -.
- Tre e una allo stesso tempo – ribadì Naoko con fare misterioso – Come i fantasmi del Natale passato, presente e futuro -.
- Che? - fece Sakura, che ormai non la seguiva più.
- Oh sì, l'ho letto anch'io! Bel libro – convenne Tomoyo.
- Ma... cosa... - mentre le altre chiacchieravano di libri e lei non ci capiva più niente, Sakura sentì Shaoran tirarla piano per un braccio.
- Beh, direi che adesso sappiamo, no? - disse sottovoce.
Sakura annuì, immediatamente seria.
- Ma abbiamo un altro problema... - aggiunse il ragazzo.
- E quale? -.
Shaoran le lanciò un'occhiata penetrante.
- Uno sappiamo che è nel bosco. E gli altri due? -.


Quando Hotaru l'aveva incontrata, qualche tempo prima, aveva notato subito che l'espressione di quella bambina era velata da un'incontenibile preoccupazione.
Dopo averci fatto amicizia, le aveva infatti rivelato di essere terribilmente in ansia per la madre, che da tempo non accennava ad alzarsi dal letto, rifiutava di mangiare e deperiva sempre di più.
- Nessuno me l'ha detto, ma io lo so che sta male. Forse è gravemente malata – aveva sospirato, guardando negli occhi la sua nuova amica con lo struggente volto della sincerità – Io l'ho vista, accanto a lei. È Comare Morte, ne sono sicura -.
- Comare Morte? - aveva chiesto Hotaru, senza mettere in dubbio le sue parole nemmeno per un istante.
Quella bambina- Chibiusa, come aveva detto di chiamarsi- aveva annuito gravemente.
- Sì, Comare Morte. Come quella della fiaba -.





(¹) In Occidente, nelle macchie lunari si riconosce la figura di un uomo- il famoso "uomo della luna".
In Oriente, invece, si vede la figura di un coniglio. Tra l'altro "Tsukino Usagi", nome originale di Sailor Moon, significa per l'appunto "Coniglio della Luna".
 



Di quale fiaba si tratterà mai? La conoscete?
   
 
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