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Autore: BlueBreath    05/01/2011    3 recensioni
"...Lanciai a Voldemort l’antico incantesimo Gemino Animam che, nel caso non ne conoscessi le conseguenze, è in grado di sdoppiare un’anima, ma non come un Horcrux, che la divide in maniera brutale, bensì scindendo l’anima in due parti che coesistono fino a quando una delle due non soccombe. Nel momento in cui tutte e due le anime esistono insieme e quindi nello stesso corpo, prevale tra le due, che hanno caratteristiche diametralmente opposte, la più forte, che di solito è quella preesistente. Riferendoci al caso specifico dell’incantesimo da me scagliato, l’anima di Voldemort è stata quindi divisa nella parte prevalente dalle caratteristiche notoriamente disumane e una parte, che speravo fosse ancora viva, dall’essenza invece, se non più buona, più umana. In seguito alla morte dell’anima prevalente e quindi, mi auguro, di Voldemort, dovrebbe quindi verificarsi lo scisma definitivo, che darà origine ad un nuovo uomo, Tom Riddle, veramente umano..."
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Tom O. Riddle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Licht

Cavoli ragazze, mi dispiace. Tutto questo tempo senza un aggiornamento e (purtroppo) anche senza un’idea.

Ora però, nonostante il tempo mi prema sempre addosso, sono riuscita a scrivere un capitolo.

Vi prometto che presto la storia inizierà a smuoversi e le trame dei capitoli saranno più significative.

Ora passiamo a rispondere alle vostre recensioni!

Sydelle Keat: accidenti, le tue recensioni mi fanno sempre piacere! Ahimè, però, ti ho delusa! Non ho aggiornato presto come mi avevi chiesto. Spero tu mi abbia già perdonata. In ogni caso, mi fa piacere che tu abbia sguinzagliato il tuo senso da Sherlock Holmes, ma non penso proprio che scucirò qualche informazione cruciale prima di… beh, insomma, tra un bel po’ di tempo. Preferisco curare nel frattempo anche il personaggio di Licht, che ti assicuro, sarà moolto particolare! Un bacio e fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo!

Akyse: grazie per i complimenti riguardo allo scorso capitolo! Mi fa piacere sapere che ti piaccia. Grazie anche per la comprensione per lo scorso ritardo, spero che ne avrai anche per questo (che però è mostruoso) e che avrai voglia di farmi sapere ancora cosa ne pensi!

Lu_Pin: grazie per la scorsa recensione! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo e anche il pezzo con la risata di Blaise (che a quanto pare sta avendo successo come personaggio!). Spero che ti piaccia anche questo capitolo, fammi sapere!

Tsukino: eeee ultima ma non per importanza, eccoci qua! Ormai le tue recensioni sono un po’ come gli allegati ai miei capitoli e hanno sempre il potere di mettermi di buon umore! Che posso dire? Sono felice che ti sia piaciuto il (breve) scorso capitolo. Per quanto riguarda Licht, in questo capitolo compare di nuovo, mentre dal prossimo in poi inizierò a sviluppare di più il suo personaggio. Fammi sapere cosa ne pensi!

 

Lily

 

CAPITOLO SESTO

 

Entrarono nell’aula di Pozioni guardandosi intorno con circospezione.

Harry avvertì come un pugno nello stomaco quando, come in un flash, l’immagine del mantello nero di Piton gli passò davanti agli occhi.

Era quasi certo che tutti stavano, a modo loro, ricordando il professore.

Lanciò un veloce sguardo a Malfoy e Zabini, che avevano già preso un tavolo circolare in un angolo dell’aula e li raggiunse prendendo posto a sua volta.

Pochi attimi dopo fecero il loro ingresso gli altri studenti della casa blu-gialla, Scott e infine Sauer. Questi ultimi, entrambi con sguardo riluttante, raggiunsero il tavolo circolare con il terzetto dei loro compagni di casa.

Sauer mormorò un indifferente “Buongiorno”, Scott invece non si degnò nemmeno di proferir parola.

Harry lo osservò attentamente come se la risposta alle mille domande che gli affollavano la mente si trovasse in bella mostra sulla sua fronte. Poi posò il suo sguardo sulla ragazza al suo fianco e la ritrovò a fissarlo.

“Ehm, che c’è?” chiese imbarazzato, ma lei si limitò ad alzare le spalle con un sorrisino irritante che mise in mostra i suoi denti incredibilmente bianchi (forse l’unico pregio che le si poteva trovare). Infine distolse lo sguardo dalla compagna di casa, poiché aveva finalmente fatto il suo ingresso il nuovo docente di pozioni.

Al primo sguardo Harry riconobbe subito l’uomo che li aveva accolti al portone.

Osservandolo meglio notò che aveva dei lineamenti praticamente perfetti, ma apparentemente appesantiti dalla stanchezza. Lo sguardo duro che li aveva accolti la sera prima era ancora lì, ma un po’ più affaticato. I suoi capelli corvini e lucidi accarezzavano appena le scapole, ondeggiando in un moto perpetuo e quasi ipnotico. Gli occhi erano di un blu sorprendentemente brillante, profondi come l’oceano e i suoi fondali inesplorati. La pelle era come una enorme ricopertura di ceramica senza imperfezioni. Il naso dritto e stretto sovrastava una bocca dalle labbra chiare e carnose. Inutile dire che tutta la classe ammutolì.

Poi la sua voce roca risuonò nella stanza.

“Buongiorno, mi chiamo Ottavius Smuk e sarò il vostro insegnante di pozioni per questo anno scolastico.”

Nessuno fiatava, così l’uomo continuò senza problemi.

“Non inizierò con un discorso su quanto voi dell’Ottavo Anno siate fortunati nel poter arricchire ulteriormente il vostro percorso di studi, perché ci penseranno già i miei colleghi.”

Alcuni studenti blu-gialli mormorarono qualcosa, ma smisero subito.

“Dunque, ho letto i vostri curricula scolastici e sono rimasto abbastanza colpito da alcuni di voi. Sia in senso negativo che in senso positivo. Per quanto riguarda alcune delle facce che vedo ora qui nella mia aula, mi sono immediatamente chiesto come abbiate fatto ad arrivarvici. Mentre di altre facce mi sono fatto una più che buona opinione, che però mi dovrete confermare durante tutto l’anno.”

“Tuttavia, so per certo che molte cose possono cambiare in una persona della vostra età nel corso di pochi mesi e ho quindi deciso di sottoporvi ad un piccolo test. Giusto per confermare o ribaltare le mie impressioni su di voi”

A quel punto il discorso fu definitivamente interrotto dai rumorosi bisbigli dei ragazzi. Solo nel tavolo dei rosso-argento non volava una mosca.

I ragazzi si limitavano a squadrarsi e valutarsi silenziosamente, come se la cosa più importante non fosse dimostrare quel che si valeva al professore, bensì ai compagni stessi.

Poi Smuk si volto verso la lavagna pulita e con un movimento della bacchetta vi fece comparire le istruzioni per la preparazione della pozione soporifera.

Tutti rimasero piuttosto stupiti, si aspettavano molto di più in effetti.

Harry sentì qualcuno mormorare “Evidentemente non sa che questa pozione l’abbiamo sperimentata già molto tempo fa”.

Si voltò verso i suoi compagni di casa e con imbarazzo si accorse di essere l’unico a non aver ancora preso tutti gli ingredienti necessari.

Si diresse quindi frettolosamente verso l’armadio degli ingredienti e prese le disgustose lumache cornute e i fagioli sopoforosi.

Tornato al suo posto notò che tutti gli altri si erano già messi all’opera.

Sapeva che Draco era molto appassionato a Pozioni, ma non aveva mai capito se questa sua passione dipendesse da un effettivo interesse o piuttosto da una spasmodica ammirazione per Piton.

Anche Blaise sembrava cavarsela abbastanza bene. Ogni tanto una provvidenziale gomitata da parte del biondo amico gli evitava qualche errore.

Harry mise l’acqua nel calderone ed accese il fuoco, mentre sminuzzava distrattamente le lumache cornute.

Il professore, con le mani congiunte sotto il mento e lo sguardo concentrato su pensieri che loro non potevano conoscere, si era accomodato alla sua cattedra.

Harry tornò a prestare attenzione alla sua pozione e gettò le lumache sminuzzate nell’acqua. Alzò la fiamma, così come c’era scritto di fare sulla lavagna e cominciò a girare svogliatamente in senso orario.

Ogni tanto risuonavano degli scoppi o degli sbuffi nell’aria, segno che molti di loro non avrebbero dovuto sottovalutare quella pozione.

 

“E quindi non ti piace pozioni, Potter”

Harry si voltò di scatto, colto alla sprovvista dalla voce di Sauer.

“Tu che ne sai?” chiese irritato,

“Oh avanti, si vede lontano un miglio che ti butteresti dalla torre di Grifondoro pur di non essere qui!”

Harry non rispose, apparentemente troppo impegnato a schiacciare i fagioli sopoforosi. Così Sauer continuò a parlare.

“Cos’è, Potter, i comuni mortali non sono autorizzati a parlare con il Salvatore, per caso?” sibilò acida.

Harry sbatté il coltellino sul tavolo con forza sufficiente a fare volare via parte dei fagioli ancora interi.

Tutta la classe si girò a guardarlo, compreso il professore.

“Ehi, voi! Non vi sembra di essere troppo grandi per perdervi ancora in scaramucce?” esclamò infatti Smuk, attirando anche l’attenzione di quelle poche persone che non si erano voltate prima.

“Mi scusi professore, non succederà di nuovo” mormorò Harry astioso, e tutti ritornarono alle proprie pozioni.

Al tavolo rosso-argento regnava il silenzio. Riddle aveva seguito tutto lo scambio di battute e ora osservava la ragazza con curiosità.

Sembrava piuttosto divertita dallo strano gioco di provocare Potter, ma quest’ultimo non sembrava divertirsi altrettanto, naturalmente.

Lui piuttosto si divertiva nel vedere come Potter facesse di tutto per contenere la sua rabbia, come se qualcuno dall’alto l’avesse investito del mistico compito di dare l’esempio.

La McGranitt gli aveva raccontato molto di lui durante quell’estate e per Tom vederlo “dal vivo” in quei momenti era come vedere il film di un libro letto e riletto.

Tuttavia la McGranitt aveva sbagliato in alcune cose. Harry era molto più testardo di come l’aveva descritto. Non serviva passarci molto tempo per capirlo.

Era infatti anche sicuro che non si sarebbe arreso e che sarebbe voluto arrivare fino in fondo alla faccenda della notte prima.

Ma se pensava di spuntarla con lui, allora non sapeva bene con chi avrebbe avuto a che fare. Tom Riddle era molto più testardo di Harry Potter.

 

Parecchi minuti dopo, Smuk alzò una mano diafana nell’aria pesante dell’aula di pozioni e tutti capirono che era il momento della valutazione.

L’uomo si alzò dalla sua sedia e cominciò a girare tra i tavoli.

Ogni tanto pronunciava qualche complimento sempre molto ristretto e ordinava al fortunato ragazzo di andare a posare la sua pozione sulla cattedra.

Molto più spesso rovesciava il contenuto di qualche calderone in uno dei lavandini attaccati alla parete.

Pareva impossibile. Ad inizio lezione sembrava che tutti avrebbero passato quel test ad occhi chiusi.

E invece in quel momento le facce deluse o arrabbiate di alcuni di loro dimostravano che si erano decisamente sbagliati.

Infine il professore arrivò al loro tavolo.

“Eccellente, Malfoy, posa pure una provetta della tua pozione sulla mia cattedra”

“Lo stesso vale per te, Scott. Complimenti”

“Anche tu, Sauer”

“Zabini e Potter, invece, per quanto riguarda voi. Non posso dire che siano perfette come quelle dei vostri compagni, ma comunque ne ho viste di ben peggiori. In ogni caso non serve che le buttiate, posatele pure sulla cattedra”

Harry e Blaise tirarono un sospiro di sollievo e si scambiarono un breve sguardo divertito.

Dopo aver posato le pozioni, con i propri nomi appuntati sopra, sulla cattedra, tutti gli studenti si riavviarono al proprio tavolo.

 

“Bene, le persone che non sono riuscite a preparare la pozione soporifera, per domani mi faranno avere due fogli di pergamena sui vari utilizzi delle lumache cornute”

Diversi mormorii di dissenso si alzarono da vari punti dell’aula. Subito messi a tacere da un gesto stizzito del docente.

“Per quanto riguarda le persone che invece ce l’hanno fatta, che sono ben poche, ora vi chiedo se c’è tra di voi un volontario disposto a provare la pozione”

Questa volta, la risposta fu un silenzio tombale. Harry si chiese se per caso non avesse sentito male. Non era mai capitato che un insegnante chiedesse loro di provare una pozione.

“Oh, su, non abbiate paura! Quella che vi ho fatto preparare è una versione molto debole della pozione soporifera e non vi causerà nient’altro che un leggero senso di spossatezza”

Ancora nessuna risposta. Gli studenti di entrambe le case erano sempre più stupiti.

“Bene, dunque vorrà dire che chiamerò io qualcuno a caso”

Harry pregò con tutte le forze di non essere scelto e soffocò un moto di euforia nel sentire che il nome chiamato non era il suo. Subito dopo però l’euforia si tramutò in stupore.

Tom Riddle si alzò lentamente dallo sgabello e si diresse verso il professore.

“Molto bene. Quindi, ora osserveremo gli effetti di questo infuso dalla preparazione tanto sottovalutata. Prego, Scott, prenda una delle provette e beva senza preoccuparsi”

Scott scelse una provetta a caso e ne bevve il contenuto senza fare una piega.

Tutta la classe osservava la scena senza battere ciglio.

Harry, stupito, si accorse che stava trattenendo il respiro.

Poi, passati pochi istanti, Scott, dovette appoggiarsi alla cattedra.

Questa volta fu anche il resto della classe ad inspirare con forza.

Le ginocchia di Tom cedettero e il professore gli cinse le spalle con un braccio. Harry notò che Riddle faceva di tutto per staccarsi da quella presa e trattenere gli sbadigli, ma evidentemente la pozione lo aveva reso troppo debole.

“Vedete, non c’era nulla da temere, ragazzi” esclamò il professore, come se un ragazzo semiaddormentato nella sua classe fosse la cosa più bella che potesse accadergli.

Riddle farfugliò qualcosa in protesta all’esclamazione di Smuk, ma evidentemente il professore non vi badò.

Poi con il braccio libero estrasse una boccetta contenente un liquido arancione dalla sua tasca e la porto alla bocca di Scott.

“Tieni, bevi, con questo ti sentirai subito meglio”

Riddle fece come gli aveva detto il professore, con un espressione estremamente irritata dipinta in volto.

Non appena ebbe bevuto l’antidoto, con un ultimo sbadiglio, si staccò bruscamente dal professore.

“Bene Scott, grazie per la tua splendida dimostrazione, puoi tornare a posto” disse ancora Smuk, ma non ce n’era bisogno, Riddle era già tornato a sedersi sul suo sgabello, con uno sguardo che sembrava poter uccidere chiunque.

“Dovete sapere ragazzi, che la parte sperimentale della mia materia, è quella che preferisco. Trovo molto utile per voi, infatti, osservare gli effetti reali di ciò che avete preparato”

La classe era ancora ammutolita.

“Quindi, ove questo non si riveli pericoloso, penso che ci troveremo spesso a condurre dei singolari esperimenti. E ora potete andare”

 

I ragazzi si riversarono fuori dalla classe come se stessero fuggendo da un’epidemia di spruzzolosi.

“Bella lezione, no?” fece Zabini ai compagni di casa, mentre si dirigevano a pranzo.

“Cosa dici, Blaise? Quel tizio è fuori di testa!” esclamò subito Malfoy,

“Sarà la seconda volta nella mia vita, ma non posso fare a meno di dare ragione a Malfoy. Non era mai successo che ci chiedessero di provare una pozione!” rispose a sua volta Harry.

“Oh avanti! Non era mica Distillato della Morte Vivente! Non poteva succederci nulla” sbuffò Zabini,

“Sì, ma hai visto la faccia di Scott? Se l’è presa parecchio!” farfugliò Malfoy

“Beh! Ha poco da prendersela! Non mi sembra nella posizione per arrabbiarsi con nessuno!” esclamò Harry con astio, ma subito si pentì.

“Che intendi, Potter? Non lo conosci nemmeno!” fece infatti subito Malfoy.

Ma Harry intravide Ernie MacMillan nella folla della Sala Grande e corse a salutarlo, così da sviare la piega imbarazzante che avrebbe preso quel discorso.

Doveva stare più attento a quel che diceva.

 

 

 

 

  
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