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Autore: Harry Potter Return    10/01/2011    4 recensioni
Un gruppo di accaniti fan non si è arreso alla parola fine posta da J.K. Rowling e ha deciso di continuare a raccontare le avventure di Harry, Ron ed Hermione. Una serie di racconti che narrano ciò che succede dalla fine della Battaglia di Hogwarts al capitolo "19 anni dopo".
Per ulteriori informazioni e per contribuire visitare il sito: http://hpreturn.forumfree.it/
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Tornati al numero dodici di Grimmauld Place, Harry e Ron decisero di chiedere consiglio a Kreacher su quale posto sarebbe stato più adatto per esercitarsi dentro Grimmauld Place.
   « Peccato non avere anche qui una Stanza delle Necessità » commentò amaramente Harry, mentre seguivano l'elfo, diretti in soffitta.
   Purtroppo, però, notarono subito che questa non poteva essere utilizzata perchè conteneva le teste degli avi di Kreacher, e quindi scesero a controllare se la cantina poteva essere più adatta. Appena entrati, notarono che era tutto lindo e pulito.
   « Come hai fatto a pulire tutto così bene? Anche la cantina è splendente! » esclamò Harry, rivolgendo all'elfo un profondo sorriso.
   « In effetti » rispose l'elfo con tono soddisfatto « Kreacher e Drindyl hanno passato molto tempo a riordinare e sistemare la casa per il vostro arrivo, padron Harry »
   « Drindyl? Chi è Drindyl? » chiese subito Harry.
   Con un movimento meccanico, Kreacher si fiondò verso la parete più vicina e iniziò a sbattervi contro con più impeto possibile, mugugnando a tratti frasi come "Kreacher non lo doveva dire!" e "Drindyl aveva chiesto a Kreacher di non nominarla!".
   Quasi senza riflettere Harry mosse velocemente la bacchetta e lo immobilizzò, impedendogli di continuare a torturarsi.L'elfo lo guardò con i suoi occhi acquosi e riprese, con un sussurro.
    « Spero non le dispiaccia, padrone, se un altro elfo domestico ha aiutato Kreacher »
   « Possiamo sapere chi era? » 
   « Drindyl è la fidanzata di Kreacher » aggiunse subito l'elfo, vedendo che i due lo fissavano per saperne di più « Kreacher l'ha conosciuta ad Hogwarts, questa estate » 
    « Pensavo fossi troppo vecchio ormai per queste cose! » commentò Ron, evidentemente divertito dalla situazione.    
   « Oh, no signore! Kreacher è ancora in forma! » continuò, l'elfo, enormemente compiaciuto.
   « Non importa chi inviti in questa casa, Kreacher » asserì Harry con espressione seria « Basta che tu me lo chieda prima »
   « Ma è stata Drindyl ad offrirsi, quando ha saputo che Kreacher veniva qui a sistemare la casa » cercò di scagionarsi l'elfo « Ma se così vuole il Padrone, così sarà fatto da Kreacher »
   Subito dopo che l'elfo ebbe lasciato la stanza, Harry e Ron iniziarono a lanciare incantesimi per rendere la stanza più resistente ai colpi di bacchetta che avrebbero lanciato.
   La mattina dopo, quando Harry e Ron scesero in cucina per la colazione, trovarono tre buste posizionate in bella mostra di fianco ad un piatto di frittelle. Mentre le prime due provenivavo dal Ministero, notò Harry, la terza era stata indirizzata ad entrambi.        
Rivolgendo uno sguardo compiaciuto all'amico, quindi, aprì la busta inviata da Hermione e Ginny; le ragazze avevano scarabocchiato velocemente qualche aneddoto sulla Cena di Benvenuto,e si erano nuovamente raccomandate di impegnarsi a fondo negli allenamenti.
   Senza indugiare oltre, poi, entrambi iniziarono ad aprire le missive del Ministero, una per ciascuno. Harry lesse la sua con estrema velocità; sapeva già cosa gli dovevano comunicare.
 
   Egregio Signor Potter,
Le confermiamo che la sua richiesta di partecipazione al Corso per Auror è stata accolta.
  Come stabilito dal Collegio degli Auror, dovrà presentarsi all'Ufficio degli Auror alle ore 8.00 del giorno 16 settembre per prendere parte ad una Prova di Ammissione obbligatoria per chiunque non sia in possesso dei M.A.G.O. solitamente richiesti per la partecipazione al suddetto Corso.
  Cordiali saluti,
                                                                   Ernest Van Pride 
Capo del Dipartimento Auror
 
   « Ora è davvero ufficiale » commentò Harry appena ebbe finito di leggere.
   Davanti a lui, notò, Ron sembrava più deciso che mai a impegnarsi per ottenere il posto che gli spettava.
   Si diressero,quindi, nel seminterrato per allenarsi.
Appena tornati da King's Cross, infatti, avevano cercato di adattare una stanza della casa per potersi esercitare liberamente. Pensando immediatamente alla soffitta, avevano purtroppo notato che questa non poteva essere utilizzata perchè conteneva le teste degli avi di Kreacher, e quindi erano scesi a controllare se la cantina poteva essere più adatta. Appena entrati, notarono che era tutto lindo e pulito.
Ad un certo punto la porta si aprì con un botto, causando la misera scomparsa del Patronus appena evocato da Ron.
   « Ragazzi! Vi sono mancata? » esclamò la signora Weasley, stritolandoli in uno dei suoi soliti abbracci. 
   « Dovresti rinnovare l'Incanto Fidelius, Harry » disse la signora Weasley appena li ebbe lasciati andare « Tutti i membri dell'Ordine potrebbero bussarti alla porta senza problemi »
   « Cosa ci fai qui, mamma? » le chiese Ron, infastidito da quell'improvvisa irruzione.    
   « Non avrai creduto che me ne sarei rimasta alla Tana da sola quando voi due dovete prepararvi decentemente per quella Prova di Ammisione! Sono qui per aiutarvi! »
   Harry intravide l'espressione allarmata di Ron, così cercò di tornare sul discorso di apertura.
   « Credo che lo annullerò definitivamente » disse « L'Incanto Fidelius, intendo »
   « Non scherzare! » gli urlò contro la signora Weasley « Cosa credi che penseranno i vicini se vedranno ricomparire magicamente il numero 12 dopo decenni in cui si sono chiesti perché non esisteva? »
   Harry non poté darle torto.
   « Allora credo che non lo modificherò. In fondo mi fido di tutti i membri dell'Ordine »
Il discorso non proseguì oltre. 
   « Pensavo foste messi peggio » commentò la donna, abbastanza soddisfatta « Credevo di trovare mezza casa sottosopra! Ed è tutto molto pulito! » 
      « Allora » continuò, subito dopo essersi appostata contro la parete di fondo della cantina « Non credo proprio che il Ministero permetterà che vi facciate del male durante la Prova. Quindi direi di evitare certi incantesimi... »
   « In poche parole, niente Sectumsempra, Harry » ridacchiò Ron.
  Ma Harry non ci trovava niente da ridere. Aveva imparato che anche la persona più mansueta poteva trasformarsi in un nemico, e ciò non lo faceva sentire affatto al sicuro.
   In quell'istante, la signora Weasley lanciò una fattura gialla verso le gambe di Ron, che prontamente utilizzò un Incantesimo Scudo per evitare di essere colpito.
   « Bravo! » si congratulò lei, dando il via all'esercitazione.
Rimasero in cantina per circa tre ore, improvvisando duelli pacifici prima uno contro l'altro, poi due contro uno. La signora Weasley non poté niente quando si trovò a fronteggiare Harry e Ron insieme, durante gli ultimi minuti. La loro intesa era eccezionale.
   « Petrificus Totalus! » urlò, infine, Ron verso la madre, ma lei, che si era appena liberata dalll'Incanto della Pastoia di Harry, glielo rispedì abilmente indietro, così che Ron si irrigidì di colpò e stramazzò al suolo.
   « Credo che possiamo terminare qui » disse allora, riponendo la bacchetta e avvicinandosi al figlio pietrificato, sorridendo sorniona « Ogni tanto qualcuno della nostra famiglia verrà a farvi visita. E, badate, sono tutti più bravi di me a duellare »
   « Neanche lei se la cava male » commentò Harry, intento a far tornare normale Ron « Infatti... »
Si bloccò di colpo. Pensandoci meglio, non era opportuno nominare la morte di Bellatrix Lestrange.
La madre di Ron sembrò accorgersi di quel pensiero, e così si affrettò a risalire le scale per riprendere la propria roba.
   « Domani sera vi voglio a cena alla Tana » disse « E non trovate scuse »
Poi, quando fu ormai con un piede fuori dalla porta, sembrò aver dimenticato qualcosa.
   « E tu, Ronald Weasley, non pensare di rimanere qui a vita! Dopo la Prova te ne torni di filato a casa, e lasci Harry un po' in pace! »
   « Non si preoccupi » intervenne allora Harry, vedendo l'espressione corrucciata di Ron « Mi fa piacere se rimane... »
   « Non se ne parla nemmeno! Ron ha una casa e tu ora hai la tua! »
Detto questo, si Smaterializzò dal pianerottolo appena fuori la porta d'ingresso.
Osservando prima Ron, la cui espressione facciale faceva intuire quanto la visita della madre lo avesse infastidito, e poi il punto in cui la signora Weasley era appena sparita, Harry si non riuscì a non chiedersi se l'ultima frase celasse una punizione peggiore per Ron o per lui.
 
***
 
   I giorni trascorsero velocemente, tra gli allenamenti propedeutici e le varie visite dei Weasley. Prima fu la volta di George, con cui, più che allenarsi, scherzarono tutto il tempo; poi Bill e Fleur, che insieme diedero loro parecchio filo da torcere; infine il signor Weasley, che aveva preso due giorni di ferie per aiutarli al meglio.
   Ogni tanto la sera tardi arrivava un gufo da Hogwarts che portava loro lettere di Hermione e Ginny.
   Il problema era che, mentre la seconda descriveva la vita a scuola, Hermione si limitava a inviare consigli sugli incantesimi da ripassare o sulle prove che avrebbero dovuto affrontare.
   La sera prima della Prova di Ammissione, mentre Harry e Ron stavano terminando lo squisito dolce preparato da Kreacher, un gufo bianco becchettò sulla finestra dell'ingresso. 
   « Edvige! » urlò Harry, alzandosi di scatto dalla sedia e facendola rovesciare.
Purtroppo, però, non impiegò molto tempo prima di accorgersi che non si trattava della sua civetta bianca, ma di un allocco di Hogwarts che portava una pergamena arrotolata legata ad una zampa.
   Tornò a sedersi al suo posto con la tristezza nel cuore e aprì la busta tirando fuori il foglio per leggere cosa vi era scritto.
   « E' di Hermione » disse a Ron, poco prima di iniziare a leggere ad alta voce.
 
   Cari Harry e Ron,
non potete neanche immaginare quanto sia stupefacente il lavoro che hanno eseguito al Castello durante quest'estate. Tutto è tornato come nuovo!
L'unico cambiamento sembra essere una grossa pedana disposta sulla riva del lago opposta alla tomba di Silente, ma per ora nessuno sa cosa sia e a cosa serva.
   Non vi dico quanto sia difficile fare la Caposcuola con due primi anni in giro per il castello! Non credo che noi fossimo così indisciplinati alla loro età! Corrono ovunque, urlano persino in biblioteca!
Non ho ancora tolto punti a nessuno perché spero si calmino un pò, ma se non faccio niente ho paura che penseranno di potersene approfittare. 
   Vi porto i saluti di Ginny e Hagrid, che se la cava benissimo come Direttore di Grifondoro! Lui, però, mi ha proibito di dirvi qualsiasi cosa interessi la sua professione, perché vuole raccontarvi tutto quando verrete per la prima volta a Hogsmeade o al Castello.
   Le cattedre rimaste vuote erano quattro: Difesa Contro le Arti Oscure, Babbanologia, Trasfigurazione (in quanto Preside, la McGranitt non insegna più) e Pozioni. Lumacorno non ne ha voluto sapere di tornare, sebbene sia stato dimesso dal San Mungo qualche settimana fa. La sua sostituta è una ragazza bionda abbastanza giovane e carina, che purtroppo non è assolutamente all'altezza dei suoi predecessori. Spero che migliori con il tempo, perché sembra molto intimidita da noi degli ultimi anni...
   Il professore di Difesa, invece, è una persona estremamente seria. Sembra un po' strano, ma penso sia dovuto al fatto che ha lavorato molti anni ad Azkaban come Guardia Umana... 
   Infine il professore di Trasfigurazione è un uomo estremamente colto e affascinante. Si veste quasi sempre con saio, mantello e sandali, ma per il resto quando parla sembra quasi di sentire le spiegazioni della McGranitt.
   Riguardo al nuovo insegnante di Babbanologia, so solo che si chiama Perkins,  lo vedo ogni tanto in Sala Grande ma mai per i corridoi.
   Vi auguro buona fortuna per la Prova di domani!
   Ginny e io vi penseremo tutto il giorno!
   A presto,
                                                                                 Vostra Hermione  
 
   « Il nuovo insegnante di Babbanologia è un ex collega di mio padre » disse Ron in tono risoluto.
Harry si ricordava di lui; l'aveva incontrato la mattina in cui era andato per la prima volta al Ministero, per l'Udienza che l'avrebbe espulso da Hogwarts a causa del Patronus prodotto per proteggere lui e suo cugino Dudley dall'improvviso attacco di due Dissennatori a Little Whinging.
   Ciò che stupì Harry ancora di più della notizia del nuovo insegnante di Babbanologia fu la breve descrizione fatta da Hermione sul professore di Trasfigurazione. Non molti maghi vestivano con saio e sandali, e ciò gli riportava inevitabilmente alla mente lo strano personaggio incrociato prima al Ghirigoro e poi sul binario nove e tre quarti. Possibile che non fosse lì per salutare qualcuno, ma che fosse salito sull'Espresso per Hogwarts?
   « Certo, però, che Hogwarts ha subito grandi cambiamenti » commentò Harry, scorrendo ancora una volta la lettera « Rinnovare così tanti insegnanti in un anno... »
   « Perché, cambiare ogni volta professore di Difesa Contro le Arti Oscure era meglio? » ironizzò Ron, ma subito dopo tornò ad avere un'espressione triste sul volto.
   « Cosa c'è? » gli chiese d'impulso Harry, ipotizzando però quale fosse la causa. 
   « Hermione ha ripreso a scrivere a entrambi...» sospirò l'amico, fissando il pavimento « Spero non ricominci a far finta di niente come quest'estate! »
   « Vedrai che non sarà così. Questa volta sei stato tu a fare la seconda prima mossa, e lei si sentirà in dovere di dimostrarti qualcosa »
   Ci fu un momento di silenzio, durante il quale Ron non sembrò essersi risollevato.
   « Perché l'hai fatta tu la seconda prima mossa, vero? »
   « Certo » disse l'altro, alzando finalmente lo sguardo « Altrimenti non mi avrebbe mica perdonato! »
   « In tal caso » riprese Harry, mostrando a Ron il fronte della lettera « Quella freccia in basso porta a qualcosa per te »
Detto questo, lesse ad alta voce le poche righe che Hermione aveva scritto sul retro della pergamena. 
 
   P.S. Ho scritto una lettera a parte per Ron, dando il compito all'allocco bianco di consegnarla direttamente nella sua stanza.
 
   Appena Harry ebbe finito di leggere, Ron gli strappò di mano la pergamena, la scorse con lo sguardo e poi salì le scale facendo un rumore tremendo, ma con espressione entusiasta.
  Non vide Ron fino alla mattina seguente, quando scese in cucina e lo trovò intento a consumare la sua solita abbondante colazione.
 « Non mi sono mai sentito così pronto per un esame! » lo salutò, ingoiando un morso di pane con la marmellata d'arance « Credo di avere buone possibilità di superare qualsiasi tipo di prova... Abbiamo tentato ogni tipo di esercizio in questi giorni! »
   Probabilmente, pensò Harry, la lettera ricevuta da Hermione gli aveva infuso un'insperato ottimismo.
   « Stai attento a non essere troppo sicuro di te» lo avvertì, sedendosi a tavola di fronte a lui e salutando Kreacher, che stava pulendo i fornelli, con un cenno della mano « Devi imparare ad essere più realista » 
Ron non parve minimamente toccato da quell'osservazione, e a niente servì l'avvertimento portato da Erroll, che atterrò in cucina con una lettera in cui la signora Weasley augurava buona fortuna a entrambi, dicendo a Ron di non presentarsi alla Tana se non avesse avuto la certezza di essere passato.
   « In ogni caso ci guadagno » commentò ironicamente l'amico « Se entro al Corso saranno tutti felici per me, ma se non passo la Prova almeno non avrò più mia madre tra i piedi! »
Harry non poté che ridere, mentre osservava Ron alzarsi e uscire dalla cucina con l'intenzione di prepararsi; tuttavia si domandava come avesse potuto la signora Weasley scrivere una cosa del genere al figlio.
   La risposta arrivò pochi istanti dopo; Leotordo, il piccolo gufo di Ron, planò lentamente sulla sua colazione, schioccando col becco nella speranza di avere qualche pezzo di pane tostato.
Harry lo accontentò, prima di prendere la piccola pergamena che aveva il compito di consegnare. All'interno, scarabocchiate velocemente, vi era scritto:
 
 
Non credete ad una sola parola di quanto George ha scritto a mio nome poco fa.
In bocca al lupo per tutto.
Molly
 
   Si chiese come aveva fatto a non capirlo subito.
   Sentendo i rumorosi passi di Ron scendere le scale, si affrettò a nascondere il piccolo foglio e a rispedire Leotordo fuori dalla finestra.
Probabilmente, pensò, la paura di non poter più tornare a casa propria avrebbe spinto Ron ad impegnarsi ancora di più.
 
***
 
   Quella mattina l'Atrio del Ministero sembrava insolitamente calmo.
Quando Harry e Ron sbucarono dai camini posti intorno alla statua centrale, pochi impiegati aspettavano di entrare negli ascensori che portavano ai vari Livelli, e altrettante poche persone riempivano l'ampia stanza.
   Il Dipartimento degli Auror si trovava al Secondo Livello, uno dei più vicini alla superficie. Appena furono usciti dall'ascensore semivuoto, Harry e Ron vennero accolti da una strega molto anziana e dalla corporatura estremamente sottile.
   « Siete qui per la Prova di Ammissione? » chiese, scrutandoli attraverso gli occhiali squadrati « Seguitemi »
Imboccò il corridoio che si apriva alla loro destra con una velocità notevole per l'età che dimostrava. Mentre camminava, con i due alle calcagna, Harry notò che assomigliava tremendamente alla professoressa McGranitt; l'unica vera differenza, oltre all'abbigliamento molto più Babbano (indossava un tailleur beige), erano i fluenti capelli argentati.
   « Per di qua » disse loro, quando ebbero raggiunto circa la metà del corridoio « Il vostro Esaminatore vi sta aspettando »
Harry e Ron la ringraziarono con tono incerto, e oltrepassarono la porta che la strega teneva loro aperta, sempre scrutandoli con espressione tremendamente seria.
   Si ritrovarono in un'ampia stanza ovale, completamente spoglia e dalle mura di mattoni scuri. La luce proveniva da un'unica fonte posta all'estrema distanza del soffitto, e per questo motivo la penombra regnava ovunque.
   Sparsi per la stanza vi erano cinque o sei ragazzi, tutti in piedi con le spalle rivolte verso la porta; Harry riconobbe subito Dean Thomas, suo compagno di Dormitorio, e Ernie McMillan, Tassorosso suo coetaneo. Stranamente, però, nessuno dei due si voltò per salutarlo.
   « Il suo nome? » chiese un mago che né Harry né Ron avevano notato, nella semioscurità della stanza.
Harry lo riconobbe come uno degli Auror che facevano da scorta a Kingsley il primo settembre.
   « Ronald Weasley » disse Ron, che era entrato poco prima di Harry.
Senza più dire una parola, l'Auror fece cenno a Harry di aspettare lì e scortò Ron nella parte destra dell'ovale, dove anche lui si dispose esattamente come le persone già presenti.
   « E lei? » domandò nuovamente, questa volta rivolto a Harry, dopo essere tornato vicino alla porta.
   Dopo avergli detto il suo nome, l’Auror lo scortò al centro della stanza; in una porzione di pavimento vi era un cerchio incantato leggermente illuminato. A mezz’aria, si trovavano un foglio di pergamena, con scritto “Harry James Potter”, e una specie di grosso bottone verde, con incise le sue iniziali “H.J.P.”; Harry si girò per vedere se vi erano altre postazioni come la sua, ma il resto della stanza era scarno così come pareva dalla soglia. A circa tre metri di distanza, Ron osservava nella sua direzione, ma sembrava non riuscire a muoversi. Harry notò che impugnava una specie di fiore metallico nella mano sinistra.
   Con un cenno della mano, l’Auror fece segno a Harry di entrare dentro il cerchio.
Lui eseguì. Non appena ebbe messo il primo piede nel cono di luce che portava il suo nome, la pergamena si incendiò e il bottone verde levitò verso la sua mano sinistra, che lo afferrò meccanicamente.
Harry si sentì come risucchiato in un vortice: si trovò rigido come tutti gli altri presenti, con le braccia distese lungo i fianchi e il bottone verde saldamente impugnato.  
   Non riuscì a capire per quanto rimase in quella posizione. Sapeva solo che ogni tanto vedeva qualche ragazzo o ragazza aggiungersi al gruppo dei partecipanti alla prova.
Dopo quella che gli parve un’eternità, però, sentì il rimbombo improvviso di una campana; immediatamente apparve una figura slanciata e andò a posizionarsi davanti a tutti i partecipanti Pietrificati. Era vestito con un'uniforme grigio scuro che gli scendeva fino quasi alle caviglie. Con postura rigida, li osservò uno per uno, rivolgendo a Harry uno sguardo piuttosto dubbioso. Portava lunghi baffi neri e corti capelli a spazzola.
   « La Prova di oggi » iniziò, poi, con tono grave « Serve a testare non solo le vostre capacità magiche, ma anche le vostre qualità interiori »
   Fece una pausa. Poi ricominciò a parlare, muovendosi tra i partecipanti.
   « Non tutti i maghi presentano le giuste caratteristiche per diventare Auror. La facilità di produzione delle Fatture purtroppo non basta; occorre avere coraggio, prontezza di spirito e, soprattutto, spirito di sacrificio »
   Un’altra pausa.  
 « Queste tre qualità verranno testate oggi su ognuno di voi, in una Prova personalmente ideata da me. Una novità per questo tipo di Selezioni di cui mi prendo sia merito sia discredito »
    Una terza pausa. Questa volta l’Auror passò davanti a Harry; era cieco da un occhio.
   « Non voglio neanche immaginare le idee che vi siete fatti su questa Prova » riprese « ma suppongo che nessuno di voi sarà veramente pronto per ciò che oggi andrete ad affrontare. Dovrete scontrarvi con una delle situazioni più terribili che un Auror potrebbe mai incontrare sul suo cammino. Dovrete eliminarvi l’un l’altro »
   A Harry balzò il cuore in gola. Cosa intendeva con il termine “eliminare”?
   « Immagino che tutti vi stiate chiedendo se dovrete uccidervi » continuò l’Auror, che si trovava ormai fuori dalla visuale di Harry « Che cosa stupida. Vi sarà vietato l’utilizzo di qualsiasi incantesimo che comporti una ferita sanguinea, un dolore profondo o la morte dell’individuo. Pena l’esclusione dalla Selezione »
   Ora si trovava esattamente dietro Harry.
   « Dovrete cercarvi, trovarvi, sfidarvi »
   Silenzio.
   « Quelli che avete tra le mani sono Oggetti estremamente personali. Dovrete proteggerli ad ogni costo. Il compito di ognuno di voi sarà quello di rubare gli Oggetti altrui e di distruggerli. Appena l’Oggetto di uno di voi sarà distrutto, il proprietario verrà immediatamente portato indietro »
   Harry non riusciva ancora a capire. Cosa significava “portato indietro”?
   « I candidati presenti sono ventisei » riprese l’Auror, che riapparve nella visuale di Harry, e si dirigeva  lentamente alla sua posizione di partenza « I posti ancora liberi: undici »
   All’improvviso Harry comprese, ma preferì non averlo fatto. Non si sarebbe mai aspettato una situazione del genere.
   « La Prova si riterrà terminata solamente quando undici di voi saranno rimasti in possesso del proprio Oggetto. Non ci sono altre limitazioni temporali »
   Ora l’Auror si trovava di nuovo di fronte a tutti.
   « Sarete uno contro l’altro. Non potrete fidarvi di nessuno, nemmeno dei vostri amici o compagni di Scuola »
   Fece l’ennesima pausa, scrutando ognuno di loro con sguardo torvo.
   « Quando la Prova sarà terminata, io, Ernest Van Pride, sarò qui ad attendervi. Buona fortuna »
Detto questo, schioccò le dita con entrambe le mani, e Harry sentì un inatteso strappo all’ombelico.
  In pochi secondi, si sentì cadere su un manto di foglie umide. Il sole illuminava a tratti il suo volto. Si alzò velocemente, il bottone verde saldo tra le mani, e si guardò intorno.  
Si trovava in un bosco dall’aspetto quasi autunnale, ed era solo. Girò su se stesso più volte, ma non vide anima viva; solo alberi e foglie.
   Osservò il bottone verde che gli avevano consegnato: doveva essere una Passaporta. Lo ripose con cautela all’interno del giubbotto di jeans che indossava ed estrasse la bacchetta.
   Se era vero ciò che aveva detto l’Auror, nelle vicinanze vi erano venticinque potenziali nemici pronti almeno a Disarmarlo per potergli rubare il Bottone-Passaporta.
   Decise quindi di avanzare, la bacchetta pronta a colpire, verso la parte di bosco che gli sembrava più illuminata.   
   Camminò per qualche minuto, scrutando attentamente ogni angolo di foresta. Dalle fronde degli alberi, ogni tanto proveniva qualche suono della natura: il fischio di un uccellino, lo sbattere di un paio d'ali, il ronzio di un insetto.
   Poi, dal nulla, un fruscio. E si fece tutto silenzio, un silenzio che gravava su di lui come una morsa.
   Si fermò di colpo, la bacchetta tesa nella direzione del rumore: due grandi tassi  si fecero largo tra le foglie, leggermente illuminati dalla luce che penetrava tra i rami.
   Con il cuore in gola, riprese a camminare, ma cambiò direzione. Utilizzò più volte l'Incanto dei Quattro Punti, per capire in quale direzione stava procedendo. Aveva appena terminato di constatare che l'est si trovava alla sua sinistra, quando un tonfo catturò la sua attenzione.
   Si mise in posizione, pronto ad attaccare o a proteggersi. Gli vennero in mente le sue avventure all’interno della Foresta Proibita. Possibile che si trovasse all’interno del Parco di Hogwarts?
   Infine, eccolo. Il bagliore rosso di un incantesimo di Disarmo.
   « Protego! »
   Il Sortilegio Scudo sortì il suo effetto.
   In lontananza, qualcosa si mosse.
   « Homenum Revelio » sussurrò quasi tra sé, e immediatamente riuscì a capire che il suo nemico si stava nascondendo dietro un grande tronco di quercia.
   « Accio Passaporta » mormorò poi, nella speranza che quello fosse il modo più semplice per ottenere ciò che desiderava.
   Nulla si mosse.
  « Fatti vedere! » urlò, allora « So che sei nascosto dietro la quercia! »
   Immediatamente un fiotto di luce apparve da dietro l’albero, seguito a ruota da chi lo aveva prodotto: era Padma Patil, la gemella Corvonero.
Ne seguì un breve scambio di fatture, che andarono a scontrarsi al suolo o su qualche albero, finché Harry non si trovò faccia a faccia con la ragazza, le bacchette puntate l’uno contro l’altra.
   « Possiamo scontrarci finché uno di noi viene eliminato » disse, in modo concitato « o rimandare il duello e cercare di evitarlo »
   « E’ proprio quello che volevo sentirti dire » commentò Padma, abbassando la bacchetta « Nessuno di noi due vuole uscire dal gioco dopo appena dieci minuti »
   Detto questo, si voltò e fece qualche passo nella direzione opposta a quella di Harry.
   Poi si voltò velocemente.
   « Stupeficium! »
   Prontamente Harry alzò la bacchetta e respinse lo Schiantesimo con tanta forza da farlo tornare indietro.
   Padma lo schivò, ma perse l’equilibrio, venendo colpita improvvisamente da un terzo incantesimo proveniente dalla sua sinistra.
Harry rimase basito. Dopo pochi istanti vide una sagoma apparire dal nulla; questa volta, però, si trattava certamente di un ragazzo.
« Una in meno » disse la voce di Cormac McLaggen, mentre si accucciava vicino a Padma per prendere la sua Passaporta « Vuoi essere il prossimo, Potter? »
   Harry rifletté un attimo: come aveva fatto McLaggen ad avvicinarsi senza essere visto?
Poi capì ed agì, sperando che il tutto funzionasse.
   « Vedo che non sei stupido, Potter! » commentò infine il ragazzo, non appena si fu allontanato dal corpo Pietrificato di Padma Patil dopo averle distrutto l’Oggetto-Passaporta « Ti sei Disilluso! Vediamo dove puoi essere finito… »
   Harry sperò che non usasse l’Incantesimo Rintraccia-Persone, e decise di allontanarsi nella direzione da cui McLaggen era arrivato.
Dopo circa un minuto, quando si fu allontanato abbastanza, lo sentì parlare di nuovo.
   « Vorrà dire che rinvieremo il nostro duello, Potter! »
   Qualunque altra cosa avesse detto, però, Harry non la sentì.
Davanti a sé vi era un piccolo lago. Non era ghiacciato, ma lo riconobbe all’istante. Pochi mesi prima vi aveva trovato la Spada di Godric Grifondoro.
Si trovava nella Foresta di Dean.
   All’improvviso tornò con la mente ai ricordi che aveva di quel luogo. Rivide il punto preciso in cui Ron aveva distrutto il medaglione di Serpeverde, la Cerva che lo aveva condotto fino a lì, e quasi senza accorgersene si ritrovò là dove lui e Hermione avevano piantato la tenda in cui dormivano.
   Ma, al posto della tenda, c'erano le sagome di due persone.
   Erano ferme, sembravano in attesa; non si chiese neanche se riuscissero a vederlo, alzò la bacchetta e attaccò, così come fecero loro due.
   Cercò di avvicinarsi di più per capire chi fossero, ma in quella parte della Foresta la luce scarseggiava.
Cercò di farsi valere, ma sembravano entrambi abbastanza bravi con le bacchette. Lanciò numerosi Schiantesimi, ma nessuno andò a buon fine.
Ad un certo punto, venne colpito al volto da una fattura che sembrò lasciarlo indenne; pochi secondi dopo, però, sentì gli occhi bruciargli come non mai. Si portò una mano sull’occhio destro; avrebbe voluto curarsi con la bacchetta, ma preferì continuare ad attaccare i due sconosciuti e soprattutto a difendersi!
   Dopo qualche secondo, però, una luce bianca proveniente dalle sue spalle lo superò e colpì uno dei suoi avversari.
Harry ebbe appena il tempo per puntarsi la bacchetta al volto e bisbigliare “Finitus” che scorse due persone alle sue spalle. Si voltò all’istante e ne colpì una con uno Schiantesimo. Questa cadde rovinosamente all’indietro e non si mosse più.
  La seconda, invece, si portò fino al livello di Harry, che poté vederla in faccia: era Katie Bell, l’ex Cacciatrice di Grifondoro. Con un rapido gesto d’intesa, entrambi iniziarono a sferrare incantesimi verso i due sconosciuti.
   « Confundus! » gridò ad un certo punto Katie, avvicinandosi pericolosamente al punto in cui si trovava uno dei due; Harry, nel frattempo, cercava di difendere entrambi dall’attacco del secondo nemico.
  Poi si diedero il cambio. Harry Disarmò velocemente il personaggio Confuso e gli sottrasse l’Oggetto-Passaporta, abilmente nascosto nella tasca posteriore dei jeans.
Quando si rialzò, notò che il secondo nemico era scappato.
   « Terribile questa prova » commentò Katie, con il fiatone.
   « Quasi da veri Auror » le fece eco Harry, osservando il quadrifoglio di bronzo che aveva sfilato dai pantaloni del nemico « Ora vediamo chi è! »
Entrambi si avvicinarono al volto del ragazzo Confuso, le punte delle bacchette accese.
   Era Seamus Finnigan, con un braccio gonfio e la mano destra leggermente ustionata.
   « Avete vinto » disse, con voce annacquata dall’incantesimo appena subito « Quella codarda mi ha mollato »
   Emanò un leggero risolino stridulo.
   « Ci dispiace, Seamus » commentò amaramente Katie « Ma qui è così che si gioca »
   Lui fece un leggero cenno con la testa.
Poi Harry mostrò a Katie la Passaporta, la gettò tra le foglie e la fece esplodere.
All’istante, Seamus scomparve alla vista.
   « Sono felice di rivederti, Katie » disse allora, Harry, che ancora fissava il punto in cui fino a un attimo prima Seamus era sdraiato.
   « Anche io » sorrise lei « Ora, però, è meglio se ci… »
Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase, perché il fruscio di numerose foglie che venivano spostate li costrinse ad alzare nuovamente le bacchette.
   Dopo pochi secondi, Harry li trovò. Quattro profili neri si stagliavano contro la luce della mattina sullo sfondo. Probabilmente erano stati attirati dalle punte luminose delle bacchette, che ancora risplendevano nella semioscurità.
   « Meglio dileguarsi » sussurrò Katie, deglutendo rumorosamente « Non ce la faremo mai contro tutti e
quattro »
   Così, senza più neanche guardarsi negli occhi, entrambi iniziarono a correre in direzioni diverse. Harry decise di tornare per la strada da cui era venuto, in modo da cercare di ritrovare punti di riferimento conosciuti. 
   Non aveva percorso molta strada, però, che inciampò in qualcosa di estremamente morbido. Si guardò indietro e notò che la persona da lui Schiantata prima dell’arrivo di Katie giacesse ancora svenuta tra le foglie.
   Pensò per un istante a cosa fare; quando sentì dei passi correre verso di lui, però, si trascinò fino ad un albero non molto lontano, vi si accovacciò dietro e si Disilluse nuovamente.
   I suoi inseguitori non ci impiegarono molto a notare il corpo Schiantato.
Da dietro l’albero, Harry li sentì bisbigliare tra loro.
   « Avrà ancora il suo oggetto? » chiese una voce profonda ma femminile.
   « Cerchiamolo, per sicurezza » disse, allora, la seconda persona, con un timbro più acuto della prima.
   Harry si sporse leggermente da dietro il tronco per cercare di capire chi aveva di fronte.
Erano due ragazze, una molto alta e robusta, la seconda abbastanza bassa e magra come un chiodo. Fu la prima a trovare l'Oggetto della persona Schiantata e a distruggerla, producendo un piccolo rumore metallico.
Come era stato per Seamus, anche quest’ultimo sconfitto scomparve nel nulla all’istante.
   Per un momento Harry fu colpito da un dubbio atroce. E se fosse stato Ron?
   Cercò di non pensarci; in tal caso, sarebbe stato lui la causa della sua eliminazione.
   Poi la ragazza più bassa scrutò intorno a sé e mormorò "Homenum Revelio".
   A quelle due parole, Harry si alzò di scatto e corse più veloce che poteva, lanciando dietro di sé una nube di fumo nero per depistare le due inseguitrici.
Corse a lungo, non si rese conto per quanto,  cambiando continuamente direzione e lanciando spesso Fatture Fumogene alle sue spalle, nel tentativo di far perdere le sue tracce il prima possibile.
   Ad un certo punto notò che riusciva a vedersi i piedi, così si fermò e si nascose tra le fronde di un cespuglio lì vicino, la bacchetta alzata, le orecchie pronte a captare qualsiasi suono.
   Per parecchi minuti non accadde nulla; poi, poco lontano, apparve l’ennesima sagoma, parzialmente illuminata dalla luce del sole che filtrava attraverso i rami. Era un Folletto.  
Sperando di non commettere passi falsi, Harry sbucò fuori dal suo nascondiglio.
   « Petrificus Totalus! »
L'ignara creatura venne colpita istantaneamente e cadde a terra producendo un leggero tonfo.
   Respirando profondamente, Harry cercò di avvicinarglisi, ma non aveva ancora compiuto il terzo passo, quando provò un profondo dolore alla schiena e cadde a terra, il volto completamente immerso nelle foglie umide del sottobosco.
   Qualcuno gli aveva ricambiato il favore. 
 
  
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