Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: Per_Aspera_Ad_Astra    18/01/2011    5 recensioni
Tre diverse persone. Tre diversi caratteri. Tre diverse paure.
Genere: Drammatico, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

BROTHERHOOD

Non mi odiate per il super ritardo, ma ho cnacellato cosi tante volete questo cpaitolo che penso che farà ancora più schifo =(. Spero che il POV di Shannon nono vi lasci a bocca asciutta, e che sopratutto non mi odierete per quello che ho fatto ( io voglio davvero bene a tutti e tre :DD)
Prima di leggerlo però vi voglio fare una domanda prima di postarvi la prosisma volta l'ultimo POV ( Jared) : Chi è seocndo voi la persona misteriosa? Cercate di non indovinarlema subito però! xD
Enjoy!




E’ la quarta volta che mi guardo allo specchio in cerca di formulare un discorso che non abbia una sfilza di “ma, perciò e non saprei”, ovviamente tutte e quattro le volte che cerco di farlo balbetto e la finisco per tirare giù qualche santo. Me lo ripeto anche da solo ma non posso farci niente, io non ho pazienza come mio fratello: per lui possono passare anche anni per dargli una risposta lui ti aspetta senza muovere un dito o ricordartelo, perché ha fiducia nelle persona con cui parla.
Si certo, fiducia…
Mi rimetto, quindi, davanti lo specchio e faccio un grosso respiro trattenendolo poco dopo per far si che le parole mi fluiscano rapidamente senza prendere poi aria, chiudo gli occhi e li riapro fulmineamente e alzando il petto comincio a parlare.
- Senti…sai come la penso su questa cosa, lo pensa anche Tomo, quindi adesso siamo uno contro due e non puoi fare altro che lasciarci andare- presi di nuovo il respiro e lo ributtai subito dopo -…ti dicevo prima che a noi piacciono le tue idee ma questa l’abbiamo sopportata già tre anni fa, è inutile fingerci interessati a questa cosa…sembriamo ridicoli e non la sopportiamo questa cosa. Puoi aver ragione tu sul fatto della commercializzazione, ma dai stiamo scherzando? Io mi sento uno stupido pinguino inscatolato!- finì quasi per urlare le ultime parole. Buttai le ultime particelle di anidride carbonica e inalai tutte quelle d’ossigeno.
Sembri un’idiota!
Mi guardai nuovamente allo specchio per deridermi meglio: avevo delle occhiaie che mi stavano sprofondando fino all’apertura della bocca, il colore roseo che avevo di solito era diventato un bianco che si fondeva con il giallo facendomi diventare ancora più tetro e infine il colore dei miei occhi che di solito era di un caramello accesso si era sciolto il un corvino scuro. Gli indumenti che avevo addosso mi facevano sembrare un barbone più di quanto non lo ero interiormente, la maglia grigia faceva intravedere le mie scapole decorate da un filo nero a cui era appesa la “triade”, la grossa felpa nera con la zip colorava di poco la pelle coperta. Mi sentivo cosi cretino mentre parlavo da solo, ma non potevo fare altro avrei per l’ennesima volta tradito mio fratello senza che lui se ne accorgesse. L’ho fatto cosi tante volte che ormai ho perso anche il conto di quante volte lui mi potrebbe mandare a quel paese. Ma lui non lo fa.
Si fida di me.
Lui si fida della gente, lui si fidava di te.

Stringo gli occhi per cacciare questi brutti pensieri e li riapro velocemente per girarmi, per prendere il bicchiere di vetro scintillante riempito d’acqua; scendeva fluida e fresca giù in gola arrivando di soppiatto nello stomaco creando un piccolo ciclone, mi sentì pieno e lo posai nuovamente dov’era.
Mi rimisi davanti allo specchio quando una figura fulminea, nitida e evanescente si formò dietro le mie spalle, quasi come se mi potesse vedere mi sorrise e sparì come era venuta. Girai di scattò il capo e nulla era cambiato: il letto era lì, la TV pure e anche il resto della stanza…tutto era rimasto come lo avevo lasciato prima che quella cosa tetra mi apparisse dietro le spalle. Mi stavo auto-convincendo che quella giornata era “no” e sarebbero potuti accadere qualsiasi genere di cosa, dalla più inutile alla più spaventosa come questa.
Tutta per colpa di quel Bloody balls del cazzo!
Si è vero, io avevo paura di quel balletto insanguinato aveva l’aria di un ballo satanico e queste cose mi facevano più paura di un alieno o di qualche altra cosa spaventosa. Ecco svelato il mistero della mia più completa negazione a quella festa; avevo sopportato per tre anni la paura che si arrampicava sopra di me, avevo sempre detto che sarebbe passato come una tempesta..ma Jared amava le cose tetre in quel tempo e non potevo dirgli come sempre di no…
Lui si fidava di te…
Mi tolsi il leggero sudore con il dorso della mano cercando di non pensare a tutto quello che stava succedendo, mi sembrava che tutto, persino l’aria mi stesse opprimendo in una stretta bolla e tutto questo non mi faceva respirare, anzi io in tutto questo non volevo respirare. Ancora le goccioline cariche scendevano senza mai placarsi fino a quando erano fermati dal passaggio lento della mano. Il leggero bussare sulla porta bianca, alla mia sinistra, mi fece sobbalzare e farmi ritornare alla vecchia e spaventosa realtà.
Cercando, quindi, di cacciare i pensieri mi si presentò davanti un Tomo seccato e alquanto incazzato che mi prese per le spalle e cominciò a scrollarmi rapidamente
-Tu mi devi dire quando la finiamo con questa pagliacciata!- sputò in cerca di farmi capire quanto era arrabbiato – io no lo reggo più, tu devi aiutarmi a dirglielo..è tuo fratello no? Allora portalo più lontano da me - finì di sfogarsi e respirò intensamente – ti prego fa qualcosa altrimenti gli alzo davvero le mani- Lo guardai stranito e strattonai la sua presa dalle mie braccia facendomi spazio tra noi
– Adesso che diavolo ti ha fatto?- gli domandai prima di versargli dell’acqua nel bicchiere, per poi chiudere la porta di noce bianca rimastra precedentemente aperta
- Non lo so, non lo sopporto più mi sta rompendo l’anima con questo balletto…pur sapendo che io lo odio- mi confessò sedendosi sulla poltroncina beige per poi dissetarsi con l’acqua che gli avevo dato
-Stavo pensando anche io la stessa cosa sai? Io intanto mi stavo preparando un bel discorso da fargli per dirgli che non lo vogliamo fare. L’unico che lo approva è ovviamente Tim ha lui non gliene importa niente, vuole solo i soldi che gli spettano- dissi con un accento di sarcasmo
-Allora vai lì a parlare ti prego, perché non voglio impiastrarmi con quel maledetto coso- mi pregò Tomo
E lui che si fidava di voi…
Scacciai via il rimorso e ci dirigemmo verso il suo camerino che stranamente era aperto, lui amava la solitudine prima di fare un concerto..che si sarà portato la compagnia? Aprì la porta e quello che mi si presentò era un Jared altamente spaventato che si aggirava monotonamente per il camerino. Il vestito che aveva prenotato era ancora chiuso nel cellofan brillante, mentre su di lui nemmeno l’ombra di quella sostanza rossa che aveva ancora chiusa in una bottiglia spray di alluminio.
-Che ci fate qui?- chiese ancora scosso – non siete già pronti per il concerto?- domandò tenendosi tra le mani le tempie pulsanti
- Era proprio di questo che volevamo parlarti…- iniziai il discorso
-Se volete cambiare testi ditelo ad Evan lui sa tutto – continuò a toccarsi le tempie mentre passeggiava stranito ancora per la sua stanza
-Scusami Shan, Vicki mi sta chiamando scappò subito- mi sussurrò vicino l’orecchio per poi svanire tra il via vai di gente
-Perché è andato via? Dovevate dirmi qualcosa di importante? – disse con un tocco di tristezza mentre i suoi occhi diventavano lucidi
Entrai nel camerino e chiusi la porta dietro di me, tutto era nell’ordine più perfetto anche la cicca di sigaretta era messa in ordine sul portacenere come se avesse perso tempo il più possibile per dimenticarsi di qualcosa.
- Si, in effetti io e Tomo volevamo dirti una cosa riguardo al Bloody balls – iniziai il discorso mentre lui mi guardava serio seduto sul letto guardando lo specchio di fronte a lui – lo crediamo inutile farlo adesso visto che io nostro album parla di tutt’altra cosa che morte e sangue. Ovviamente noi apprezziamo tutte le tue idee ma le sopportiamo da dodici anni e per una volta vorremo fare di testa nostra: io e Tomo avevamo pensato a una presenza scenica piena di fuochi d’artificio e di colori..per valorizzare tutte le canzoni che hai scritto – cercai di lodarlo per coprire un po’ quello che avevo detto
-Che hai detto?- mi intimorì guardandomi fisso negli occhi
-Che vorremmo valorizzare le canzoni con un po’ di colore…- cercai di sviare mentre mi avvicinavo verso la porta
-Prima..- alzò il tono di voce mentre si alzava
-Fare di testa nostra…me…Tomo, cioè insieme- iniziai a fare quello che non avrei voluto fare per tutta la serata: balbettare e sentirmi in imbarazzo
-Sopportato per dodici anni?- abbassò il tono di voce guardandomi impaurito – mi avete sopportato? Mi accontentavate sempre altrimenti avrei fatto il broncio?- si irrigidì davanti a me
-No, non è cosi Jared…noi non volevamo darti il contentino..ma sai..tu sei cosi..- sbagliai. Vidi il suo viso trasformarsi in una smorfia di dolore, la sua mano cadde su suo cuore e strinse fortemente la leggera maglia che lo copriva. Si avvicinò sempre di più a me, fino a quando mi ritrovai con le spalle al muro mentre la stessa mano che toccò il suo cuore mi incatenò al muro spingendomi sempre di più, fino a quando sentì quasi la sua mano che me lo strappava.
-Io, sono cosi come? Dimmelo!- mi guardò fisso negli occhi- pensi che non me ne sia mai accorto-
-Io..non volevo…intendere quello- chiusi gli occhi e afferrai la sua mano che premeva sul mio petto. Mi stava facendo male. Troppo male.
-Allora che cazzo intendevi? Mi hai sopportato per trentanove anni e me lo dici solamente adesso per sbarazzarti di questo “stupido ballo”? Non hai mai avuto le palle per dirmelo in faccia in questi anni. Mi fai schifo- lasciò la presa per poi girarsi e passarsi velocemente una mano nei capelli biondi Il mio cuore batteva velocemente come quando vidi quella immagine nello specchio, tutto mi sembrava un bruttissimo incubo, ma era vero. Io lo avevo sopportato..e lo avevo tradito senza che lui se ne accorgesse. Merda. Si, sono una merda.
- Ti ho tradito tutto questo tempo- buttai tutto quello che pensavo – ti ho tradito perché tu coprivi tutte le scene, mi coprivi quel piccolo spazio che mi ero creato con la passione che trasmettevo con la musica che creavo. Tu e quel bel faccino che ti trovi, tutti parlavano del tuo cinema, tutti parlavano della tua bravura, tutti parlavano della tua voce, tutti parlavano dei tuoi occhi blu, tutti parlavano di te. Io, Tomo e…- non riuscì a pronunciare quel nome, che ormai mi ronzava nella testa da tanto tempo. – Matt…- continuai – eravamo stanchi di te, eravamo stanchi delle tue bambinate, perché solo cosi si potevano chiamare cosi, erano delle stupide feste e delle tue stupide idee per i video. Forse non lo capisci ma la gente ci rideva dietro quando tu camminava la gente non apprezza quello che tu fai. Loro non lo capiscono, come non lo capiamo noi. – esagerai con le parole, tanto che anche io mi trovai a meravigliarmi di ciò che gli avevo detto. Sapevo che avevo centrato il suo punto debole, ma come se non fossi stato concento continuai a infierire – Sai che ti dico? Non vedi che ormai nessuna donna ti segue più, nessuna donna ci vuole provare con il “buon caro e vecchio Jared”? Perché tu sei diverso..nessuno può sempre capirti per tutte le volte che mandi messaggi con i tuoi occhi e con i gesti, le persone si stancano a venirti dietro dopo un po’.. esempio? La Diaz, la Johansson, la Lohan..vuoi che continui ad elencartele? Tutte più giovani di te, che dopo un po’ hanno deciso che non c’è la facevano più a venirti dietro a dire di darti un’altra possibilità..era finita. Con tutte hai dato il tuo massimo, ma nessuna lo sopportava più, e neanche noi Jared… - respirai. Merda. Merda. Merda.
Lui era ancora voltato, non riuscivo a vedergli il volto quindi non riuscivo a capire se lo avevo ferito o no, mio fratello era uno delle poche persone che con un segnale del viso potevi scoprire vita, morte e miracoli. Si stirò la schiena e portò le mani sul viso: perfetto. Lo avevo fatto piangere. Non mi guardò neanche in faccia che si diresse verso lo specchio a guardarsi, poi con un fazzoletto si pulì il viso e tirò tutto col naso.
- Vattene- sibilò a bassa voce
- Jared..- cercai di rimediare
- Ti ho detto che te ne devi andare. Non ci sono scuse. Puoi anche andartene per sempre dalla mia vita, se vuoi..anzi fallo direttamente – cominciò – …tanto è quello che hai fatto. Quindi adesso prendi tutte le tue cose e vattene via. Anche dal gruppo- concluse sedendosi sullo sgabello vicino alla scrivania.
La rabbia mi saliva su per le viscere facendomi tremare anche le mani, io lo avevo ferito gli avevo fatto del male ma non ero sazio, non mi sentivo totalmente compiaciuto di quello che avevo fatto…e non sapevo il perché. La mia coscienza e mio cuore mi dicevano che io volevo troppo bene a quella persona per farla soffrire ancora, mentre il cervello si ostinava a infierire fino a quando non lo avrei visto con le lacrime che scendevano calde sul suo viso.
-Se me ne devo andare quello lo decido io va bene?- alzai il tono della voce e senza che me ne accorgessi ero lì vicino a lui mentre con gli occhi mi guardava impaurito – tu non conti niente come non conto niente io, tu e io abbiamo creato questa band e non ti permetto di dire nulla sulla mia esclusione della band – continuai mentre avevo preso le redini della conversazione. Non avevo mai avuto una discussione cosi accesa con mio fratello, era sempre successo che discutevamo nessuno parlava l’altro per un paio di ore e poi uno dei due ritornava sempre ad abbracciare l’altro e tutto era risolto; non avevamo mai liti troppo agitate o frequenti, alcune volte si litigava per il testo delle canzoni ma eravamo sempre in coppia e ci difendevamo a vicenda. Sempre. – Ti premetto che anche tu non conti più nulla per me, perché tu non sei stato mai importante per la mia sopravvivenza- sbuffai – quante menzogne si dicono mio caro no? Anche io dicevo che tu eri indispensabile per me, ma non è mai stato cosi…e non lo sarà mai- lasciai la presa che avevo attorcigliato attorno alle sue spalle e mi tirai indietro di qualche passo. Ero contento della sua completa distruzione.
- Grazie…- abbassò gli occhi indifeso, mentre con la mano destra si puliva gli occhi arrossati e colme di lacrime- ..ho capito di essere una nullità, pensavo di fare cose che sarebbero piaciute a tutti invece sono un fallito. Sono una merda…- non concluse la frase che una serie di piccoli singhiozzi e ritmate convulsioni dell’addome si presero possesso del corpo inerme di mio fratello.
Non è lui la merda…sei tu.
Non sapevo che fare, ero nel panico più assoluto..avevo praticamente distrutto la cosa più bella che mi era capitata nella mia vita e non sapevo come rimediare, come un peso più grande di me mi opprimeva facendomi male…più male di quello che lui aveva fatto a me.
-Io…io…vado…- percorsi pochi passi e misi la mano sulla maniglia mentre sentivo ancora quei leggeri sibili di dolore. Tirai aria e la buttai vita. – Ti..voglio bene…- dissi con tono calmo e sensibile. Aprì la porta e la chiusi subito dopo di me.
Scusami.
Tirai un pugno sulla sua porta, dopo un po’ decisi di andarmene e cercare Tomo dirgli che era tutto andato a puttane. Tutto, come la mia vita. Ma a Tomo che gli importava? Lui voleva solo non fare quel fottuto ballo..non voleva mica distruggere tutto quello che avevamo creato insieme che tutti, compreso lui, ci credevano a questo progetto che ci avrebbe fruttato milioni di dollari.
- Shan! - sentì gridare il mio nome con un accento europeo – Aspettami..devo sapere tutto quello che è successo- chiese affannato reggendosi a me mentre sentivo il suo fiato corto - Non si fa più nulla- dissi a bassa voce mentre cominciavo a camminare
-Davvero? Ma cose riuscito a farcela?! Io pensavo che sarebbe successo un putiferio…- mi domando entusiasta
- Il mio “non si fa nulla” era inteso per la band, non al ballo- dissi bruscamente abbassando lo sguardo e accelerando il passo Si fermò davanti a me spingendomi con la mano facendo di che lo guardassi in faccia, la sua espressione era un misto di tristezza e di consapevolezza, di stupore e di coscienza. Lui lo sapeva che sarebbe successo prima o poi, ma forse non cosi.
-Stai dicendo sul serio?- mi chiese consapevole della mia risposta, mentre mi guardava tristemente con la testa inclinata
- Altrimenti non te lo avrei detto- ammisi facendolo da parte e continuando a camminare per la mia strada, per non guardarlo in faccia cominciai ad accelerare il passo. Tutto si stava distruggendo, compresa la mia vita, la mia carriera, la mia vita familiare, il mio futuro e tutto quello che mi restava..l’unica cosa che sapevo fare era scappare. E tu che lo rinfacciavi a gli altri. Merda.
 Mi sento più merda di prima, mi sento una schifezza dopo quello che avevo fatto: avevo lasciato mio fratello in uno stato di semi incoscienza in una crisi che penso non potrà mai uscirne, avevo rovinato il futuro e la gioia del mio migliore amico..gli avevo rovinato anche la carriera e il suo unico sogno. Avevo rovinato per sempre la mia esistenza. Mentre ero preso nei miei fitti pensieri, sentì una forte botta alla spalla cosi forte che caddi per terra insieme alla persona che ave colpito senza volerlo.
-Mi scusi non l’avevo vista- si scuso l’uomo mentre raccoglieva i fogli che gli erano caduti
-No, mi scusi lei- mi accinsi anche io ad aiutarlo a prendere tutto quell’ammasso di carta sparsi per terra – spero di non averle rovinato nulla- mi scusai pure io mentre glieli porsi cercando di vedere qualcosa oltre al suo berretto di lana.
- Non si preoccupi le ripeto- mi disse guardandomi – mi ha fatto solamente un favore- si alzò prese tutti i fogli e mi sorrise
-No..non..può essere…tu…- cominciai a balbettare mentre quella figura era sparita nell’oscurità. Era l’unica persona che non avrei voluto vedere in tutto quel tempo, era stata una persona meschina e bugiarda aveva lasciato tutti senza che ce ne accorgessimo, ci aveva fatto del male inconsapevolmente. Il cuore pompava senza fermarsi e come un tamburo si faceva sentire forte nel petto, cosi tanto da farmi male e fa farmi contrare i muscoli che chiudevano la gabbia toracica.
-Ti sei fatto male Shan?- chiese preoccupato Tomo cercandomi di alzare - No- dissi pulendomi i pantaloni- scusami Tomo ma adesso devo fare una cosa importante, ti faccio sapere tutto dopo quando ho finito- chiusi il discorso e ripercorsi a ritroso la strada che avevo fatto. Dovevo trovarlo. Dovevo parlare con lui.

***

L’oscurità regnava in quella stanza, i miei occhi non erano abituati a vedere al buio cosi sforzandoli la testa mi faceva solo male. Il silenzio si faceva strada nelle mie orecchie procurandomi un leggero fastidio..tutto era nero e io mi senti a disagio. Poi li sentì. Erano diversi respiri che mi giravano intorno, quasi volessero accerchiarmi, mi sentivo sempre più in pericolo e come un istinto feci dei passi indietro quasi volessi scappare; li sentivo sempre di più avvicinarsi e come belve mi stavano divorando l’anima, poi percepì un leggero calore partirmi dai piedi per continuare fino al viso facendomi sentire quasi una piuma, era il tocco di più persone lo sentivo. Sentivo che c’era qualcuno li con me. Poi tutto cambiò. Il toccò cominciò a farsi sempre più violento quasi volessero farmi del male mi spingevano e pressavano le loro falangi sopra la stoffa della mia felpa, sapevo che volevano farmi qualcosa..ma non sapevo cosa.
-Buona sera…- cominciò una voce ovattata dalla grande confusione nella mia testa – Cosa c’è adesso non hai la lingua?- rise sommessamente mentre un coro di voci ridevano insieme a lui Sapevo di essere seduto, ma le mani erano bloccate come quasi tutto il resto del corpo..e forse anche la bocca -…ah..già è vero! Ti ho chiuso la bocca per sempre!- rise maleficamente mentre la sua leggera mano coperta di pelle mi passava intorno alle spalle –
Cercai di emettere un suono, aprire la bocca o sbuffare…nulla era possibile fare. Le labbra bruciavano e non sapevo il perché, le striature della mia bocca erano bloccate forse da un liquido che fuoriusciva colando sul mio mento, perché lo sentivo bagnato e fastidiosamente sporco.
-Povero…povero…Shannon, indifeso e condannato a morire nel suo rimorso- mi ripeté mentre le sue mani percorrevano il mio petto.
Potevo solamente muovermi con il torace e il bacino e cosi feci, lo tolsi e un grido mozzato all’interno, riuscì a togliere finalmente quel silenzio che si era creato dentro di me.
- E inutile che ti ribelli sai? Io posso controllarti ormai..come avevate controllato la mia vita: tu e i tuoi stupidi amici. Ti ricordi quando mi confessavi tutte quelle cose su tuo fratello? –rise – io me le ricordo tutte perfettamente, dalla prima all’ultima.- si fermò davanti a me quando riuscì a vedere perfettamente le sue iridi celesti avvicinarsi a me – “Io non c’è la faccio più, è insopportabile e penso che non ho mai conosciuto un bambino come lui”, “ Il suo viso ogni mattina è come un incubo che mi perseguita per ogni singolo istante, lo sto odiando e non so se sia giusto” – recitava, imitando la mia voce, come se stesse facendo una commedia. - “ ti prego fa qualcosa tu altrimenti non vorrei diventare quello che non sono” “ Sai proprio ieri è venuto da me dicendomi che aveva trovato l’amore della sua vita…io ero felice del lui ma l’invidia riusciva a superare la gioia che provavo per lui”. Non ti ricordano nulla queste parole eh? Ammettilo che tu lo pensavi..siamo io e te, tu ed io a sapere queste cose – mi ripeteva vicino l’orecchio - Tu lo odi? Tu pensavi che avresti tenuto tutto dentro vero? Hai una rabbia accumulata che ti farebbe dire cose anche spiacevoli verso di lui e so che oggi lo hai fatto. Come ti sei sentito? Dimmelo perché io mi diverto cosi tanto… - rise sommessamente fino a quanto con una lama affilata, pianto la punta all’interno della bocca cercando si tagliare quella patina appiccicosa, ma non volle tagliare solo quello, sentivo ancora quel liquido scivoloso sul mento ma aveva un sapore metallico e non poteva essere colla.
- Sei solo un bastardo!- urlai muovendomi sulla sedia che ormai mi provocava solo dolore – giuro che se non si ricuce ti spacco la faccia da coglione che hai!- respirai attraverso la bocca cercando ti non pensare al male che mi faceva quella ferita – Se pensavo davvero quelle cose gliele avrei dette, io non sono come te, io non l’ho lasciato solo pensando che fosse la mossa migliore!-
- Non me lo rinfacciare capito!- gridò vicino la mia faccia. Vedevo i suoi occhi che si muovevano velocemente su di me, quasi facendomi una perlustrazione completa, non lo avevo mai visto arrabbiato. Mai.
– sai che io ti posso lasciare morire adesso? Io posso ucciderti come e quando e nessuno lo saprà, tu non devi dirmi assolutamente nulla Shannon! Nulla!- mi disse tirandomi un pugno dritto in pancia. Non pensavo che facesse cosi male anche se sapevi che stavi per prenderle; di solito, quando sai di prenderle, i muscoli si irrigidiscono cosi tanto che il colpo attutito non farà cosi male come se fosse preso alla sprovvista, ma io avevo cosi paura che i miei muscoli rimasero sciolti da farmi prendere il colpo come se fosse alla sprovvista. - Fa male eh?- mi sussurrò nell’orecchio – fa male cosi anche quando dici qualcosa di brutto alla gente…NON E’ COSI JARED?- urlò nel mio orecchio per poi voltarsi dietro di se è una piccola luce illuminava una figura con la testa bassa
- Non è lui, lui non collaborerebbe mai con te! – mi accinsi ad alzare quel po’ di voce che mi restava dopo aver preso quel colpo
- Tu dici?- si dichiarò mostrandomi i suoi denti bianchissimi –Jared, hai sentito tutto vero?- chiese alla figura a testa china Dei singhiozzi ovattati potevano udirsi dalla fine della stanza, quei rumori erano troppo simili a quella persona che avevo lasciato in una stanza poche ore fa’.
-Tu si che sei un bastardo…sei una persona ignobile…non solo mi dici quelle cose poco tempo fa…adesso me le rinfacci anche? Invidiavi la mia storia d’amore? Quindi quando piangevo sulla tua spalla, dicendoti che ero solo e disperato? Tu mi fai schifo! SCHIFO! – urlò con tutto il fiato che aveva. Stava piangendo, lo capivo anche se non riuscivo a vederlo in faccia a causa della sua posizione - Pensavo che dicessi quelle parole solo perché eri arrabbiato, lo avrei capito: troppe volte hai dovuto subire le mie stupide idee, le mie bambinate e tutti quei capricci, infatti pensavo di scusarmi perché ho torto..ma adesso ho capito che tu non eri arrabbiato – alzò il volto per farmi vedere come l’aveva ridotto quell’essere: era pieno di tagli e un grosso livido gli colorava lo zigomo – tu sei un bastardo veramente, tu non servi davvero a nulla nella mia vita. E io che cercavo di difenderti mentre le mani di lui mi segnavano piccoli ricordi per sempre – ammise abbassando di nuovo il viso, mentre piccole goccioline trasparenti gli cadevano sui pantaloni.
Gli afferrò i capelli violentemente e un gemito sofferente uscì dalla bocca di mio fratello - posso bloccargli la vita per sempre se vuoi- mi intimò sfiorandogli il collo con la lama macchiata del mio stesso sangue – Non volevi?-
-Non permetterti di fargli del male, io non volevo che morisse, non l’ho mai voluto. Lui è mio fratello e gli voglio bene..fin troppo bene per volergli cosi del male- lo implorai mentre un po’ di sangue si miscelava con la saliva nella bocca, dandomi un sapore metallico e alcune volte amaro mentre lo ingoiavo.
- Non lo vorresti vedere implorante?- mi domandò mentre ma lama del coltello segno una scia rossa sul suo collo
- Smettila! Lascialo!- gli urlai, mentre lui non si scomponeva neanche un po’. Rimaneva fermo nella presa di quel manico ad aspettare che gli facesse qualcosa, aveva gli occhi chiusi e non riuscivo a capire che cosa pensasse sapevo solo che aveva tanta paura perché il suo respiro si faceva sempre più affannoso.
- Allora non posso fargli del male?- mi domando sorridendo- ma a me piace cosi tanto vederlo soffrire..facciamo un patto: tu ammetti che davvero per te lui è sasso nella scarpa, oppure lui soffrirà a causa tua- mi propose
- Mai! Non provare a torcergli un capello, perché ti giuro che quando mi libero ne pagherai le conseguenze- non feci in tempo di parlare le la stessa lama gli perforò un fianco facendolo irrigidire – Basta! Ti prego!- gli implorai mentre vedevo quella lama che si faceva sempre più spazio in quel corpo ormai indifeso. Gridava per il dolore ma non parlava, non lo implorava; il rosso acceso di quel liquido scendeva lentamente dalla sua maglia bianca. -Ti prego smettila! Lascialo stare, perché fai cosi? Perché non lo lasci? Perché non lo ammetti che provi un grande senso si rimorso?- gli chiesi per salvare la vita di Jared.
Lasciò l’arma per poi afferrarla e sporcargli la faccia – Io? Rimorsi? Non ne ho, io quello che volevo dirgli glielo ho detto, ma lui era troppo preso dal suo progetto prima di ascoltarmi. Adesso ne paga le conseguenze.- Lasciò il coltello cadere a terra mentre con una corda gli cinse il collo strettamente allacciando l’estremità allo scalino della sedia. Gemeva mentre la ferità del suo collo si apriva per colpa del suo movimento, avrebbe sofferto fino a quando io non lo avrei ammesso… Non c’è la facevo più.
-Il..mio..collo- gemettè- diglielo Shannon ti prego…dillo. Fallo per me..ti scongiuro- mi implorò
-Io…non lo sopporto- ammisi. Stavo per piangere, gli occhi mi pungevano e il respiro mi stava per mancare
- Si, perfetto cosi ti voglio- mi sorrise e prendendo di nuovo il coltello si accinse a staccargli la corda – ma non voglio accontentarti. Perché sono io che odio tuo fratello, non tu. - prese nuovamente in coltello e lo infilò nell’altro fianco.
-Lui…ha mante…nuto la promessa. Ma…- non riuscì a finire la frase che per la poca forza che aveva svenì
-Tu sei un emerito bastardo! Che ti ha fatto per fargli cosi male? Dimmelo! Perché io non so darmi risposta. Tutto quello che era successo mi sembrava un perfido incubo che non riusciva a finire, perché io volevo che finisse davvero. Volevo davvero che Jared non sapesse quello che pensavo di lui, volevo davvero che tutto svanisse..perché io ormai avevo dimenticato tutti i suoi difetti. Li avevo dimenticati per sempre.

**

- Shannon? Shannon? Allora mi dici che vi siete detti?- la voce di Tomo entrava nelle mie orecchie facendomi rimbombare la testa-
-Che vuoi?- gli chiesi mentre mi tenevo la testa
-Che vi siete detti con Jared?-
Quindi non ero seduto a vedere mentre mio fratello moriva, io potevo sistemare tutto prima che succedesse tutto quello che era successo. Ma era stato un sogno? O pura verità?
-Tu sta qui, e sta attento che non passi nessuno- gli intimorì
-Ma che significa?-
- Non ti importa, te stai qui. Io torno subito.- cominciai a correre a ritroso. Dovevo sistemare tutto quello che avevo fatto. Potevo farcela. Arrivavi nel camerino di Jared e come l’avevo lasciata la porta era aperta…ma dentro non c’era nessuno, solo la luce del lumino sul comodino illuminava la stanza; una cosa però aveva preso la mia attenzione. Un biglietto. Lo presi e lo aprì: “Come vedi lui non c’è. Vieni a riprendertelo..altrimenti continueremo il gioco che non abbiamo finito”

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: Per_Aspera_Ad_Astra