Anime & Manga > Shaman King
Ricorda la storia  |       
Autore: yukina_chan    24/12/2005    6 recensioni
La loro vita, il loro destino, tutto era già stato scritto: A levante stella, lei, brillante e vivace, riempirà il loro io di innocente purezza, e la via della quiete s’alzerà a grandi strade; nei loro occhi, allora, il riflesso, unico e solo il calore dell’amore. Ma a ponente stella, lei, dolce e mortuaria regina della notte, quello stesso riflesso di azzurro cielo tramuterà in riflesso di ramato rosso; spietato, crudele; e l’innocenza diverrà muta solitudine di mille corpi che si schiantano nella cruenta carneficina del male. §Ecco a voi la mia seconda fanfic su Shaman King. Una struggente storia d’amore e di morte, cupa e complessa… Non aspettatevi un lieto fine, perché non c’è…§ **Starring§TrioHana&Hao**
Genere: Romantico, Dark, Drammatico, Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Anna Kyoyama, Chocolove, Elisa, Faust VIII, Hao Asakura, Jun Tao, Lyserg Diethel, Manta Oyamada, Pirica, Redseb e Seyram, Ren Tao, Ryu, Tamao Tamamura, Tokagero, Trio Hanagumi, Yoh Asakura
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La loro vita, il loro destino, tutto era già stato scritto:

La loro vita, il loro destino, tutto era già stato scritto:

A levante stella,

lei, brillante e vivace,

riempirà il loro io

di innocente purezza

e la via della quiete

s’alzerà a grandi strade

nei loro occhi, allora, il riflesso

unico e solo

il calore dell’amore

Ma a ponente stella,

lei, dolce e mortuaria regina della notte,

quello stesso riflesso di azzurro cielo

tramuterà in riflesso di ramato rosso

spietato, crudele

e l’innocenza diverrà

muta solitudine

di mille corpi che si schiantano

nella cruenta carneficina del male

Ecco a voi la mia seconda fanfic su Shaman King. Una struggente storia d’amore e di morte, cupa e complessa… Non aspettatevi un lieto fine, perché non c’è…

**Starring§TrioHana&Hao**

ROSES ARE RED

§§**Don’t be afraid… I’m with you… I’ll not hurt you… This Time…**§§

Il fango schizzava da tutte le parti a ogni passo della bestia, i quali zoccoli colpivano le pozze di terra marcia del sentiero abbandonato, imputridendo di quel liquido vischioso l’aria bagnata di pioggia battente. Il temporale sembrava non cessare, il vento era sempre più insistente. Il giovane alzò gli occhi al cielo, sentendo le orbite riempirsi di sporca acqua piovana che cadeva inesorabile dalle cupe nuvole scure. Chiuse d’istinto gli occhi, strofinandoseli con la manica della giacca, perdendo la vista per qualche attimo, sbiadita dalla pioggia che continuava a cadere. “Ah! Maledetta pioggia!” esclamò tra sé, rimettendo a fuoco l’immagine della via che aveva di fronte ormai da numerose ore e che sembrava non cambiare, rimanere sempre la stessa… Lo stomaco brontolava, erano ormai circa due settimane che non toccava cibo se non per le estreme emergenze. Le provviste erano finite, ma d’altra parte non aveva quantificato che il suo viaggio si sarebbe rivelato così lungo e stancante. Doveva resistere, probabilmente entro poco avrebbe trovato un villaggio o un’osteria, e allora avrebbe potuto riconciliarsi e proseguire la sua missione. Perché è di una missione che si trattava.

Tormentato da tetri pensieri il giovane continuava per quella lunga strada, quel sentiero fangoso e nauseante, con la pioggia che non dava segni di dover smettere presto.

Passò un’ora, e poi un’altra ancora, fino a che il ragazzo sentì le forze abbandonarlo. Gli girava la testa dalla sete e dalla fame, era bagnato fradicio, cominciava a tossire insistentemente. Ma i guai sembravano perseguitarlo, visto che il cavallo decise proprio in quel momento di fermarsi a brucare. “Accidenti a te, anch’io ho fame, ma non possiamo fermarci adesso! Bah, stupida bestia…” Il ragazzo scese dall’animale visibilmente scocciato, tirandolo per le briglie a forza. Scivolò più volte sul terreno fangoso, fino a che non fu troppo stanco per rialzarsi. Chiuse gli occhi; le gocce di pioggia si posavano su di lui picchiettandogli la veste, ma ormai non le sentiva nemmeno più. Per un attimo credette di essere diventato cieco, muto e sordo, ignaro di tutto ciò che lo circondava. Voleva solo mangiare, bere a volontà e mettersi a dormire in un bel letto caldo e accogliente, cullato dal dolce suono del silenzio…

E il silenzio fu.

“E’ forse un cittadino del villaggio?” “Oh, no, parola mia, non ho mai visto questo giovane da queste parti!””Vuoi dire che abbiamo a che fare con un forestiero?” “Ho paura di sì” “In questo caso non siamo più al sicuro…” intervenne una voce. Le due ragazze intente a risvegliare il nostro eroe che avevano parlato fino ad allora si voltarono verso l’uomo entrato nella calda stanza. Il giovane sbattè più volte gli occhi tentando di mettere a fuoco la situazione, notando per prima cosa di trovarsi in una camera da letto illuminata da alcune candele. C’era un forte rumore di sottofondo, il che gli fece capire di essere finito in un’osteria lungo la strada. Forse era svenuto da parecchie ore, forse era passato addirittura un giorno. Ma una cosa era certa: la fame era così tanta che il ragazzo non riusciva più a inghiottire. “Cibo… Io… Perfavore…” riuscì a mormorare. Le due giovani si voltarono stupite verso di lui, affermando “Oh, si è svegliato!” “Sembra affamato…” aggiunse la più giovane delle due. L’uomo (se così lo si poteva chiamare) entrato prima si avvicinò scrutando il ragazzo con sospetto, per poi affermare “Credo che dovremmo andarci un po’ cauti, Tamao… Ricordate che è pur sempre uno straniero, e con i tempi che corrono la prudenza non è mai abbastanza…” non aveva un bell’aspetto. La pelle era di una leggera sfumatura verdastra e i capelli neri raccolti in un’unticcia coda giusto in cima alla testa. Aeveva l’aria di un bandito, e la voce era viscida e tagliente come quella di un rettile. La ragazza, la prima che aveva parlato, rispose stizzita “Sei sempre il solito, Tokageroh, sospettoso e rigido! Anche se vorresti con piacere soffiare il posto a Maestro Faust non sei ancora il capo qui dentro!” Il ragazzo era più stordito che mai. Ora però aveva messo bene a fuoco la stanza che aveva di fronte: la ragazza che aveva parlato era piuttosto carina, dai lunghi capelli turchesi raccolti in una coda di boccoli. Era vestita da servetta, il che fece capire al nostro eroe che lavorava nella Taverna dove era capitato. Anche l’altra portava lo stesso abito, ma aveva un‘aria molto più timida, e aveva i capelli corti e scalati, di un rosa intenso. La sottospecie di rettile che stava con loro fece una smorfia in direzione della ragazza rispondendo stizzito “Lo sai benissimo, Pilica, che quel posto lo avrò senz’altro un giorno! E comunque, la mia è pura e semplice prudenza!” Pilica mise le mani ai fianchi, ribattendo “Per te ormai sono Padrona Pilica, Tokageroh, mi dispiace che alla tua lingua costi così tanta fatica pronunciarlo…”L’altro rispose ancora e il ragazzo li sentì continuare a battibeccarsi per un po’, mentre la giovane Tamao si avvicinò a lui mormorando “Chi sei, straniero? Da dove vieni?” Lui si mise seduto sul letto di paglia dove era situato, guardandosi un po’ intorno prima di rispondere “Mi chiamo Hao. Provengo dal lontano paese di Namash”

La servetta sorrise dolcemente, porgendogli un bicchiere ricolmo d’acqua, che Hao afferrò senza troppi complimenti. “Devi provenire da molto lontano per essere così vorace…” intervenne Pilica che nel frattempo aveva smesso di litigare con Tokageroh. Hao si limitò ad annuire, mentre il rettile si avvicinava sibilando “E quale folle motivo ti ha spinto a giungere da così lontano fino alle Terre di Ròsedern?” Hao lo fissò per qualche secondo, ma non rispose. Tokageroh insistette “Di questi tempi, poi, solo i più audaci si avvicinano a questa zona del paese; i più saggi se ne vanno, e i più folli vi entrano…” Gli occhi di Hao erano fissi su quelli dell’uomo, e Pilica intervenne brusca con aria di rimprovero “Smettila con le tue paranoie, Tokageroh, non vedi che questo ragazzo ha fame? Su, aiutatemi a portarlo di sotto che gli preparo un po’ del mio piatto speciale” Tamao domandò con un fil di voce “Non domandiamo prima il permesso al Maestro Faust?” Pilica rispose mentre lei e Tokageroh afferravano da sotto le braccia Hao “Avvertilo tu, vedrai che lo accoglierà con un sorriso. Il nostro Maestro è buono come il pane, al giorno d’oggi di uomini come lui ne sono rimasti pochi…” Tokageroh emise un verso misto tra un grugnito e uno sbuffo, e con Hao si allontanarono tutti e due giù per una rampa di scale di pietra illuminate da torce traballanti. Tamao intanto corse verso una stanzetta in fondo al corridoio che avevano di fronte prima.

.

Nella stanza del locale c’era una folla incredibile. Uomini e donne, mostri e umani di ogni forma e colore urlavano e bevevano a tutto andare, con camerieri e servette che andavano e venivano dai banconi portando cibi incredibilmente fantasiosi e curiosi. Ad Hao non importava: aveva bisogno di mangiare qualcosa; che cosa, era un dettaglio…aoH

Lo fecero sedere a un tavolo singolo, portandogli poco dopo un arrosto fumante di succulento tacchino. In più, tutt’attorno c’erano un corteo di patate e dell’insalata freschissima a coronare il tutto. Un bicchierone gigante di birra bionda di prima qualità fu l’ultima goccia per Hao: dimenticandosi completamente di tutto il resto, prese ad ingozzarsi come non aveva mai fatto.

.

“Era buono, vero?” disse tutta orgogliosa Pilica nonappena il piatto fu vuoto. “Delizioso. Davvero” mormorò Hao beatamente, dopo aver terminato quello che gli parve il pasto più buono e gustato della sua vita. “E’ naturale, l’ho fatto io!” aggiunse Pilica ripulendo tutto. In quel momento arrivò dalle scale un uomo alto e magro, dai capelli biondi arruffati e l’aspetto piuttosto trasandato. Aveva una faccia stanca e inquietante, con un lieve sorriso tetro stampato sulle labbra. Dietro di lui c’era Tamao, con le mani giunte elegantemente dinnanzi a sé. Pilica subito si avvicinò all’uomo esclamando “Maestro Faust, meno male che sei arrivato. Ecco lo straniero” indicò con l’indice della mano sinistra Hao, mentre l’uomo gli si avvicinava sempre con il suo inquietante sorriso. “Benvenuto nelle Terre di Ròsedern… Sai, mi stupisce sapere che qualcuno si avventura ancora fino a qui. Molti di noi se ne sono andati da parecchio tempo, a causa della tragedia…” ci fu una pausa preoccupante, mentre il rumore assordante del resto della sala continuava a ruminare incessante. Hao finalmente si decise a domandare “Vorrei chiedervi per favore di fermarmi qui, stanotte. Non ho posto dove andare, e non so ancora di preciso quanto manchi alla destinazione che cerco…” Faust si sedette di fianco a lui, non distogliendo neanche per un istante lo sguardo dal suo. “E dove sei diretto, forestiero, se mi è lecito domandarlo?” Per un attimo Hao tacque, e in quel momento le grida di alcuni uomini a un altro tavolo li sovrastò “Sì, sì, ve lo giuro! Le ho viste l’altra notte, proprio come tutti le raccontano! Nere come la morte, belle come le rose e spietate come assassine!” Era un ragazzo sulla ventina a parlare, con una pettinatura a dir poco bizzarra e particolare. Era circondato da una banda di ragazzi ugualmente strani “Finiscila, Ryu, lo sai benissimo che nessuno le può vedere e poterlo poi raccontare!” disse qualcuno di loro. Ryu ribattè “Potete anche non credermi, ma io le ho viste, e stavano rapendo uno di quei tanti giovani che catturano nel cuore della notte, silenziose come la nebbia…”Ci furono molte altre voci di disapprovazione, ma altre piuttosto curiose e in parte allarmate. “Dove le hai viste esattamente?” “Non molto lontano da qui…” “Se è vero ciò che dici, allora si stanno estendendo sempre più anche ai confini delle nostre Terre!” disse uno dei ragazzi decisamente spaventato. Altri intervennero “Stai dicendo scempiaggini, amico, lo sanno tutti che le Tre Streghe della Rosa non possono agire oltre il territorio del loro Castello Invisibile!” “Se fosse così come potrebbero far sparire tutti quei giovani anche in paesi più lontani?” In quel momento Hao si fece avanti domandando “Scusate se mi intrometto, ma il vostro discorso mi ha incuriosito…” Tutti si girarono verso di lui osservandolo. “E tu chi sei?” domandò uno. Hao rispose deciso “Un forestiero che spera di non dover tornare al suo paese senza aver raggiunto lo scopo del suo viaggio… Per caso voi sapete dove si trova il Castello di cui parlavate poco fa? Il Castello Invisibile?” Per un attimo i ragazzi si volsero occhiate eloquenti, finchè Ryu non gli domandò con voce leggermente tremante “Perché ti interessa, amico?” Hao sbattè per qualche istante le ciglia, per poi affermare “E’ lì che sono diretto. Le Tre Streghe hanno rapito mio fratello, e la mia missione è riportarlo a casa”

.

Nella sala cadde un silenzio di tomba. La musica proveniente dallo squillante pianoforte male accordato si fermò di colpo stonando violentemente, il continuo e attivo vociare si spense, tutte le teste dei presenti si erano voltate verso il giovane Hao, immobile con le labbra serrate e lo sguardo imperturbabile. Tamao emise un gemito di terrore nel portarsi le mani alle labbra. Tokageroh si immobilizzò nel gesto di riempire un bicchiere, facendo traboccare sul tavolo tutta la rispettiva bevanda, con la bocca spalancata. Pilica fece cadere il vassoio che trasportava, mentre Faust guardava impassibile Hao. Ma il sorrisino inquietante era sparito dal suo volto. Dopo numerosi secondi di questo silenzio assordante, uno dei ragazzi che circondavano Ryu affermò “Tu hai qualche problema, amico. Non ti rendi conto di quello che dici” Hao rimase immobile senza fiatare. Il silenzio si tramutò in numerosi bisbigli che esprimevano approvazione verso l’affermazione fatta dal ragazzo. Qualcuno disse “Forse sta scherzando, vuole mettersi in mostra…” Altri dissero con umorismo nero “E’ un suicida, vuole facilitarsi il compito mediante questa folle missione” Finchè Faust non si alzò, poggiando una mano sulla spalla di Hao che si voltò di scatto verso di lui. L’uomo ora sorrideva di nuovo, e con un gesto lo fece voltare in direzione delle scale guidandolo al piano di sopra. “Puoi fermarti qui per stanotte” Affermò intanto. La sua voce era paterna e compassionevole, ma dietro quelle parole Hao vi lesse una continuazione alla frase: ‘… visto che sarà l’ultima…’

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Shaman King / Vai alla pagina dell'autore: yukina_chan