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Autore: Lady Gourmande    07/02/2011    2 recensioni
Era freddo, nevicava, era la prima neve dell’anno e Parigi era davvero bellissima ricoperta da quello strato bianco invernale, mentre sul palco una ragazza di sedici anni con lunghi e mossi capelli mori, di nome Cassandre, stava magnificamente suonando il piano. [cit. capitolo] Non si sarebbe mai aspettata che la sua vita sarebbe cambiata di lì a poco.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“When you try your best but you don't succeed, when you get what you want but not what you need, when you feel so tired but you can't sleep. Stuck in reverse. And the tears come streaming down your face , when you lose something you can't replace, when you love someone but it goes to waste could it be worse?  Lights will guide you home and ignite your bones and I will try to fix you…”  canticchiando  Fix You, del suo gruppo preferito, Cassandre se ne stava stesa sul suo letto, con il vento proveniente dalla finestra aperta che le scompigliava i lunghi capelli mori. Pensava a suo padre, all’incidente, alla lettera dell’Accademia, alle sue amiche, a tutta la sua vita fino a quel preciso istante. Il piano era la sua passione, ma non voleva abbandonare Isabelle e Violette, alle quali non aveva detto ancora niente. Suo padre sarebbe stato fiero di lei, qualunque fosse stata la sua scelta. Dopo vari ragionamenti, le venne in mente la madre, Antonella Paolini, quella bella donna italiana che le era sempre stata vicina. Era una signora sulla quarantina e gestiva una pasticceria del centro di Parigi. Cassandre e la madre avevano sempre avuto un buon rapporto, fin da piccola la ragazza confidava in lei, le raccontava i suoi segreti e le sue paure più intime. Antonella era contenta del rapporto che aveva con la figlia, ma da quando il padre era morto, Cassandre non parlava più con lei. Si era chiusa in se stessa, stava tutto il giorno in camera sua, suonava il piano e non avevano più il rapporto di una volta. La madre era molto rattristata per questo.  
 
 
“Mamma, mamma! Esco!  Torno più tardi.  “
“Prima di mezzanotte, ma dove vai? “
“ Vado a bere qualcosa con Isabelle e Violette.”
Arrivate al locale, le tre amiche si erano sedute ad un tavolino e Cassandre, preoccupata, aveva detto loro di ascoltare attentamente ciò che aveva da dire.
“Ho fatto una scelta importante. Non ve ne avevo parlato prima, perché non ero ancora sicura, ma ora ho preso una decisione e voglio parlarvene. Siete le prime a saperlo.” Disse con aria rattristata Cassandre.
“Cosa è successo? Qualcosa di grave?” chiesero le altre due.
“Lasciatemi parlare. Tempo fa mio padre mi aveva iscritto al’Ecole d'Art de Grenoble. “ a questo punto Cassandre aveva le lacrime agli occhi, non riusciva ad andare avanti.
“Dai, tranquilla. Vai avanti …”
“Insomma, mi hanno presa. Da settembre andrò a studiare musica a Grenoble. “
“Ma Grenoble è lontanissimo! E’ praticamente in Italia! “ sbottò Violette.
“Non puoi! Come faremo noi senza di te?! “ esclamò Isabelle.
“ Non peggiorate la situazione! E’ stata una dura scelta, ma penso che sia ciò che mio padre avrebbe voluto per me. “
Le due amiche, sorprese, incredule e offese dalle parole di Cassandre, si alzarono e uscirono dal bar lasciando la povera ragazza sola, seduta al tavolo sconvolta dalla loro reazione.
 
Erano trascorse diverse ore, ormai la mezzanotte era passata da un pezzo. Antonella preoccupata aveva chiamato Isabelle, perché Cassandre non era ancora tornata a casa e non le rispondeva al cellulare : “Isabelle, dove siete? “
“Chi parla?”
“Sono Antonella, la mamma di Cassandre. Dove siete? La sto aspettando e non è ancora tornata!” disse irritata la donna.
“Io sono qui con Violette, ma Cassandre non c’è. L’abbiamo lasciata qualche ora fa ad un bar. Ci ha dato una notizia sconvolgente. Non è possibile che ancora non sia a casa!“
“Come? Non è con voi?! Oh mio Dio! “
“Forse so dove trovarla!” urlò Violette alle spalle dell’amica.
Violette cominciò a correre, lasciano Isabelle e Antonella incredule al telefono. Lei sospettava che Cassandre fosse al Museo del padre. Mentre correva ripensava al comportamento che avevano avuto con lei, e si maledì.
Arrivo al Museo ed effettivamente Cassandre era lì, seduta in una stanza dove ormai non c’era più niente, ma che poco tempo prima era addobbata da quadri e dal pianoforte a coda col quale padre e figlia suonavano.
Le amiche si abbracciarono e si scusarono l’un l’altra. Tornarono a casa, parlando del cambiamento al quale tutte stavano andando incontro.
Arrivata a casa, la madre era sul divano che aspetta il suo rientro. Cassandre, cercò di salire le scale senza far rumore, ma la madre le andò incontro e si fece spiegare il motivo della sua momentanea sparizione.
“Intanto, sei in punizione! Poi devi spiegarmi qual è la notizia sconvolgente di cui mi ha parlato Isabelle. “
“Mamma, rimettiti a sedere. Ti spiego tutto.”
Cassandre confessò finalmente alla donna che la scuola per cui quella maledetta sera aveva fatto il provino, l’aveva accettata per il corso che sarebbe iniziato a settembre, esattamente tra due mesi. Grenoble era lontano, ma le promise che si sarebbero sentite tutti i giorni e che le avrebbe raccontato la vita nella nuova città. Le disse anche che le dispiaceva lasciare le sue due amiche, ma soprattutto lasciare lei che le era stata sempre vicino, in particolare in quel periodo strano. Le chiese come avrebbe fatto senza di lei, se ce l’avrebbe fatta a stare sempre da sola in casa ed altre paranoie che la madre consolò, dicendole che aveva fatto la scelta giusta e che lei sarebbe stata sempre lì, comunque andasse. Quella sera piansero tanto e si sentirono finalmente vicine come una volta.
 
Il mattino seguente le due amiche si presentarono in casa con tre biglietti aerei per Barcellona. Irruppero nella stanza sventolando i biglietti e annunciarono a Cassandre del viaggio che avevano programmato. Sarebbero partite presto e c’erano tante cose ancora da organizzare. Violette e Isabelle avevano deciso di partire perché non riuscivano a pensare di stare un anno senza la loro amica, e quello sarebbe stato un addio quasi perfetto.
  
  
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