Black Dreamer - Tom/Luna
Per la prima volta nella sua
esistenza, Lord Voldemort si
sentiva a disagio. Gli era capitato centinaia di volte di trovarsi di
fronte a
un prigioniero, di godersi le sue suppliche e la sua angoscia prima di
porre
fine alla sua vita, ma mai nessuno l’aveva guardato come
quella ragazza: uno
sguardo fermo, immobile, senza paura.
“Sai chi sono io,
ragazzina?” le chiese, nel tono più
minaccioso del suo repertorio.
“Oh, sì che lo
so” rispose la giovane strega, senza che la
sua espressione svagata cambiasse. “Lei, piuttosto, dovrebbe
fare qualcosa per
i Gorgosprizzi”
“Gorgocosa?”
“Quelli che ha in
casa” spiegò pazientemente la biondina.
“Le
loro uova causano allergie, sa… occhi rossi, disturbi al
naso, pelle
squamosa… una disinfestazione risolverebbe tutti i suoi
problemi, e lei sarebbe
molto più felice”
Lord Voldemort le voltò le
spalle, lasciando a Lucius il
compito di scortarla nella sua cella. Si chiedeva se non fosse stato un
grave
errore portarsi quella tizia in casa.
Beelzeblubber
- Voldemort/Vernon
Vernon Dursley aprì il
portone di casa sua con uno sguardo
diffidente. “Chi è?”
“Il mio nome è
Lord Voldemort” rispose il visitatore.
“Se vuole venderci un
aspirapolvere, perde il suo tempo”
puntualizzò Vernon deciso.
“Non so di cosa stia
parlando” replicò Voldemort altero.
“Allora, mi confesserà spontaneamente dove si trova
Harry Potter o dovrò torturarla
per farmelo dire?”
“Quell’impiastro
non è qui!” rispose Vernon con una smorfia
di puro disgusto. “Lei viene da… da quella scuola?
È un altro di quelli che lo
proteggono?”
“Proteggerlo, io? No,
tutt’altro. Sono qui per ucciderlo”
Vernon scrutò lo
sconosciuto con rinnovato interesse. “Dunque,
lei odia mio nipote?”
“Più o
meno”
“Vuole vederlo
morto?”
“Ne sarei felice”
Vernon si grattò il naso,
diede un’altra occhiata al
visitatore e fece un passo indietro. “Entri pure, le offro un
caffè.”
Capitolo tutto dedicato al buon Voldy, amatissimo dalle mie
due o tre
Fedeli Lettrici. Ve lo dovevo, dopo l'overdose di zucchero chiamata
Teddy/Lily.
Vi rassicuro subito: il topic per la Voldemort/Vernon non esiste.
VENTITREESIMA CLASSIFICATA al "The best of..."
Contest
GRAMMATICA E CORRETTEZZA FORMALE: 9,1
PARTICOLARITA' STILISTICA E RICCHEZZA LESSICALE: 6
CREDIBILITA' E CARATTERIZZAZIONE: 5
ORIGINALITA' E PERSONALIZZAZIONE: 8
GRADIMENTO PERSONALE: 5
TOTALE: 33,1
Che dire, un bell’otto in
originalità non potevamo proprio rifiutartelo! ;)
Resta il fatto, purtroppo, che si tratta di una drabble molto poco
significativa, seppur tutto sommato divertente. Bada bene, abbiamo
capito alla perfezione che l’intento di queste poche righe
non era quello di stravolgere la sfera emozionale del lettore ma solo
quello di strappare un sorriso, tuttavia, nonostante l’idea
sia buona, è sviluppata superficialmente, con un lessico
povero e un totale stravolgimento dei personaggi, tanto da risultare
tangente alla sfera del demenziale, se non addirittura secante.
Gli errori grammaticali sono pochi (c’è da dire
che il fatto che sia una drabble va a tuo favore ;) ):
- “sua” al posto di “propria”;
- punteggiatura nei dialoghi errata (rimandiamo anche te allo
specchietto antecedente alle valutazioni);
- punti scomparsi, ancora una volta nei dialoghi. La drabble stessa si
conclude con un “le offro un caffè”: il
punto finale dov’è?
Di conseguenza, hai un bel voto alto in ‘Grammatica e
correttezza formale’ dalla tua, ma a parte
l’innegabile originalità il linguaggio
è essenziale, scarno, con intere strutture del periodo
ripetute. Un esempio: “con uno sguardo diffidente”,
“con una smorfia di puro disgusto”, “con
rinnovato interesse”, tre espressioni che poste a
così poca distanza l'una dall'altra quasi creano una
cantilena non proprio piacevole. C’è un
“farmelo dire” che in bocca a Voldemort
è come un “Ialea tracta est” tra le
labbra di un bimbo di cinque anni e non c’è una
sola subordinata.
Solo perché la trama è elementare, non significa
che si debba scrivere in modo elementare. E’ possibile fare
sbellicare dalle risate anche (a volte soprattutto) in modo complesso e
raffinato. Se la scena può strappare un sorriso, il lessico
estremamente povero, la struttura troppo semplice dei periodi e in
generale la poca cura stilistica (quasi si fosse detto:
“è una scenetta, non un brano di Dante”,
che però non è una giustificazione ;)) fanno
invece storcere il naso, compromettendo la gradevolezza eventuale.
La confezione non è tutto, ma quando, come in questo caso,
il contenuto è essenziale e incredibilmente semplice
può migliorare la piacevolezza della lettura.
Inutile dire che sia Voldemort che Vernon sono terribilmente OOC, il
primo che suona al campanello di un’abitazione babbana e si
presenta in modo cortese, conversando in modo quasi civile con quella
che lui considera la feccia dell’umanità e il
secondo che al nome “Lord Voldemort” non batte
ciglio, mentre è risaputamente terrorizzato perfino da
Hagrid. Ovvio, tutto rientra in una volontà precisa
– parodistica, comica -, ma lo stravolgimento è
fine a se stesso e il divertimento manca quando non si riconoscono
affatto i tratti dei personaggi di cui ci si aspetta leggere. Anche i
dialoghi, incredibilmente semplici, al limite del banale, non aiutano,
laddove invece bastano pochi tratti, anche in una drabble, per
riportare lo schizzo di una caratterizzazione. La caricatura del
personaggio e il divertimento nascono dalla presa in giro di
atteggiamenti degli stessi, qui... beh, non vi è
esagerazione di atteggiamenti, non vi è estremizzazione. In
poche parole, non vi sono né Vernon, né Voldemort.
E’ un’idea carina e simpatica, davvero, ma
sviluppata senza alcuna pretesa di sorta e senza una cura del dettaglio
che la proprima “miglior storia” (e questo era il
tema del contest) in genere necessita, indi per cui il giudizio, sia
personale che generale, ne risente.