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Autore: Lizzyluna    08/02/2011    10 recensioni
Raccolta di frammenti sulle coppie del fandom di Harry Potter, dalle classiche fino alle più assurde, impossibili e vomitevoli. Ispirata dalla Master Ship List di FictionAlley Park.
57) Leather and Libraries - Draco/Hermione
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Millegusti + 1 - Coppie per tutte le stagioni'
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Black Dreamer - Tom/Luna

Per la prima volta nella sua esistenza, Lord Voldemort si sentiva a disagio. Gli era capitato centinaia di volte di trovarsi di fronte a un prigioniero, di godersi le sue suppliche e la sua angoscia prima di porre fine alla sua vita, ma mai nessuno l’aveva guardato come quella ragazza: uno sguardo fermo, immobile, senza paura.
“Sai chi sono io, ragazzina?” le chiese, nel tono più minaccioso del suo repertorio.
“Oh, sì che lo so” rispose la giovane strega, senza che la sua espressione svagata cambiasse. “Lei, piuttosto, dovrebbe fare qualcosa per i Gorgosprizzi”
“Gorgocosa?”
“Quelli che ha in casa” spiegò pazientemente la biondina. “Le loro uova causano allergie, sa… occhi rossi, disturbi al naso, pelle squamosa… una disinfestazione risolverebbe tutti i suoi problemi, e lei sarebbe molto più felice”
Lord Voldemort le voltò le spalle, lasciando a Lucius il compito di scortarla nella sua cella. Si chiedeva se non fosse stato un grave errore portarsi quella tizia in casa.


Beelzeblubber - Voldemort/Vernon

Vernon Dursley aprì il portone di casa sua con uno sguardo diffidente. “Chi è?”
“Il mio nome è Lord Voldemort” rispose il visitatore.
“Se vuole venderci un aspirapolvere, perde il suo tempo” puntualizzò Vernon deciso.
“Non so di cosa stia parlando” replicò Voldemort altero. “Allora, mi confesserà spontaneamente dove si trova Harry Potter o dovrò torturarla per farmelo dire?”
“Quell’impiastro non è qui!” rispose Vernon con una smorfia di puro disgusto. “Lei viene da… da quella scuola? È un altro di quelli che lo proteggono?”
“Proteggerlo, io? No, tutt’altro. Sono qui per ucciderlo”
Vernon scrutò lo sconosciuto con rinnovato interesse. “Dunque, lei odia mio nipote?”
“Più o meno”
“Vuole vederlo morto?”
“Ne sarei felice”
Vernon si grattò il naso, diede un’altra occhiata al visitatore e fece un passo indietro. “Entri pure, le offro un caffè.”


Capitolo tutto dedicato al buon Voldy, amatissimo dalle mie due o tre Fedeli Lettrici. Ve lo dovevo, dopo l'overdose di zucchero chiamata Teddy/Lily.
Vi rassicuro subito: il topic per la Voldemort/Vernon non esiste.



VENTITREESIMA CLASSIFICATA al "The best of..." Contest

GRAMMATICA E CORRETTEZZA FORMALE: 9,1
PARTICOLARITA' STILISTICA E RICCHEZZA LESSICALE: 6
CREDIBILITA' E CARATTERIZZAZIONE: 5
ORIGINALITA' E PERSONALIZZAZIONE: 8
GRADIMENTO PERSONALE: 5


TOTALE: 33,1



Che dire, un bell’otto in originalità non potevamo proprio rifiutartelo! ;)
Resta il fatto, purtroppo, che si tratta di una drabble molto poco significativa, seppur tutto sommato divertente. Bada bene, abbiamo capito alla perfezione che l’intento di queste poche righe non era quello di stravolgere la sfera emozionale del lettore ma solo quello di strappare un sorriso, tuttavia, nonostante l’idea sia buona, è sviluppata superficialmente, con un lessico povero e un totale stravolgimento dei personaggi, tanto da risultare tangente alla sfera del demenziale, se non addirittura secante.
Gli errori grammaticali sono pochi (c’è da dire che il fatto che sia una drabble va a tuo favore ;) ):
- “sua” al posto di “propria”;
- punteggiatura nei dialoghi errata (rimandiamo anche te allo specchietto antecedente alle valutazioni);
- punti scomparsi, ancora una volta nei dialoghi. La drabble stessa si conclude con un “le offro un caffè”: il punto finale dov’è?
Di conseguenza, hai un bel voto alto in ‘Grammatica e correttezza formale’ dalla tua, ma a parte l’innegabile originalità il linguaggio è essenziale, scarno, con intere strutture del periodo ripetute. Un esempio: “con uno sguardo diffidente”, “con una smorfia di puro disgusto”, “con rinnovato interesse”, tre espressioni che poste a così poca distanza l'una dall'altra quasi creano una cantilena non proprio piacevole. C’è un “farmelo dire” che in bocca a Voldemort è come un “Ialea tracta est” tra le labbra di un bimbo di cinque anni e non c’è una sola subordinata.
Solo perché la trama è elementare, non significa che si debba scrivere in modo elementare. E’ possibile fare sbellicare dalle risate anche (a volte soprattutto) in modo complesso e raffinato. Se la scena può strappare un sorriso, il lessico estremamente povero, la struttura troppo semplice dei periodi e in generale la poca cura stilistica (quasi si fosse detto: “è una scenetta, non un brano di Dante”, che però non è una giustificazione ;)) fanno invece storcere il naso, compromettendo la gradevolezza eventuale.
La confezione non è tutto, ma quando, come in questo caso, il contenuto è essenziale e incredibilmente semplice può migliorare la piacevolezza della lettura.
Inutile dire che sia Voldemort che Vernon sono terribilmente OOC, il primo che suona al campanello di un’abitazione babbana e si presenta in modo cortese, conversando in modo quasi civile con quella che lui considera la feccia dell’umanità e il secondo che al nome “Lord Voldemort” non batte ciglio, mentre è risaputamente terrorizzato perfino da Hagrid. Ovvio, tutto rientra in una volontà precisa – parodistica, comica -, ma lo stravolgimento è fine a se stesso e il divertimento manca quando non si riconoscono affatto i tratti dei personaggi di cui ci si aspetta leggere. Anche i dialoghi, incredibilmente semplici, al limite del banale, non aiutano, laddove invece bastano pochi tratti, anche in una drabble, per riportare lo schizzo di una caratterizzazione. La caricatura del personaggio e il divertimento nascono dalla presa in giro di atteggiamenti degli stessi, qui... beh, non vi è esagerazione di atteggiamenti, non vi è estremizzazione. In poche parole, non vi sono né Vernon, né Voldemort.
E’ un’idea carina e simpatica, davvero, ma sviluppata senza alcuna pretesa di sorta e senza una cura del dettaglio che la proprima “miglior storia” (e questo era il tema del contest) in genere necessita, indi per cui il giudizio, sia personale che generale, ne risente.

   
 
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