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Autore: pervertedsquirrel     27/02/2011    6 recensioni
Hermione è la perla più importante tra i mangiamorte di Voldemort, allevata per attuare il suo più grande piano. Ma quando il Signore Oscuro le assegna la sua più grande missione, essere amica col nemico giurato, Harry Potter, la ragazza non prevederà di innamorarsi perdutamente di lui. Tradotta dalla stupenda fanfic di perverted-squirrel. Traduttrice Giu1212hilary
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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…Un cambio di sentimenti

 

 

Il giovedi arrivò più velocemente di quanto Hermione avesse previsto. Era emozionata, sì, ma doveva ancora preoccuparsi di quel leggero strappo allo stomaco che provava quando si trovava vicino ad Harry. E se lui l’avesse capito e avesse iniziato a fare domande? Lui era testardo quanto lei, quindi non ci sarebbe stata nessuna via di fuga alle sue filippichedomande. Doveva accertarsi che le sue mura erano ben protette e forti per non esporre le sue emozioni. Le emozioni erano un concetto nuovo per lei e non voleva che venissero fuori davanti ad Harry. Specialmente davanti ad Harry.

 

Le lezioni continuarono normalmente. Imparò un paio di nuovi incantesimi che pensò non valessero molto. Metteva davvero in discussione il suo curriculum, a volte. Si aspettava una sfida e invece era la migliore della sua classe. Era comunque un risultato, ovviamente, ma non controllò la cosa con allegria, come avrebbe fatto normalmente. Quando lo scoprì, il suo viso diventò rosso e volle gridare per la gioia. Capì subito, però, che il resto della classe, ad eccezione di Harry e di un Tassorosso di nome Terry Boot, erano dei fannulloni e i suoi pensieri divennero discutibili. Eppure, si prese il merito di essere la strega più intelligentedella sua classe. La situazione le faceva passare delle belle giornate, quando la depressione e la solitudine cercavano di attirarla fra le sue grinfie. Chi sapeva che cambiare personalitàaveva così tanti effetti negativi?

 

Doveva incontrare Harry alle sette e erano già le sei e trenta. Attualmente si trovava alla Torre dei Grifondoro, e stava finendo il suo saggio di Pozioni. Piton non aveva esitato ad assegnare loro dei compiti fin dal primo giorno. Non le era mai piaciuto quando si profilava a Casa Riddle e ora che era il suo professore, i suoi pensieri erano rimasti invariati. Quando la gente cominciò a riempire la sala comune, dopo la cena a grappoli (che aveva saltato perfinire il saggio), la sua attenzione scattò verso l'orologio e pensò che era ora di andare.

 

Assicurandosi di avere la bacchetta in tasca, uscì dalla torre. Dovette spingere da parte alcune persone, mormorando delle scuse meschine che sapeva non avrebbero carpito. Lesale erano ancora piene di coppia che pomiciavano e gruppi di pettegoli che incontrò mentre camminava. Il suo stomaco cominciò a stringersi e non aveva ancora incontrato Harry. Mentre si avvicinava alla Stanza delle Necessità, capì che non era Harry a farla sentire in quel modo; era eccitata. Emozionata e spaventata. Perché le emozioni erano tutte così simili? Era uno sforzo della mente.

 

Si concentrò sulla lezione di Harry mentre camminava per tre volte lungo il corridoio desertoe guardava la porta che apparve di fronte a lei. Sarebbe patetico dire che Hogwarts e i suoisegreti non smettevano mai di stupirla? Beh, la pensava così, quindi non c'era motivo nelcercare di esprimere quello stupore in altro modo. Afferrò la maniglia di ottone e respirò profondamente. Poteva farcela. Era solo una semplice lezione. Stava per imparare adevocare un Patronus. Ecco tutto.

 

Spingendola, aprì lentamente la porta, e una calda brezza soffiò sul suo viso e lasciò che il suo corpo si rilassasse. Entrando nella stanza vide che era equipaggiata in modo simile a quello delle riunioni dell’ES, ad eccezione dell’attrezzata che era per due invece che di, diciamolo, cinquanta. C'era una sola libreria di mogano, due sedie con dei grossi cuscini, un camino e candele galleggianti sul soffitto. Era un ambiente molto caldo e si lasciò cadere suuna delle sedie col cuscino. Si afflosciò con tutto il suo peso e provò a mettersi a proprio agio, dimenandosi per un buon minuto. Si arrestò subito, tuttavia, quando la porta si aprì cigolando. Torse la testa e vide Harry che le sorrideva. Il suo stomaco vacillò.

 

"Vedo che mi hai battuto." Disse mentre si chiudeva la porta alle spalle.

 

"Non è colpa mia se sei lento." Rispose in fretta. Oh, come amava quelle sue battute dispirito. Anche quando era in difficoltà, trovava ancora una rapida risposta nel retro della sua mente. Era davvero troppo fortunata.

 

Lui sorrise e si avvicinò a lei. Cercò di calmare il dolore allo stomaco, senza alcun risultato. Prese un poso accanto a lei. "Ora, credo che dovremmo ignorare le formalità e arrivare dritti al punto."

 

"D'accordo." Non aveva voglia di forzare le sue mura.

"Allora
, " Iniziò, sfregandosi le mani, "Qual’è il problema?"

"
Non posso evocare un Patronus." Disse apertamente.

Ridacchiò
ancora, "Conosco quella parte. Intendevo.. perché non riesci ad evocarne uno?"

Lei
alzò le spalle: "Non lo so, pensavo che tu potevi dirmelo."

 

"Beh vediamo... hai pensato ad un ricordo, giusto?" Lei annuì. "Hai recitato l'incantesimo conquel ricordo in mente?" Lei annuì di nuovo e lui prese una boccata d'aria. "Mostramelo."

 

Lei fece una smorfia: "Sei sicuro di voler vedere la mia pietosa dimostrazione di un Patronus?"

"No.
" Rispose l’altro onestamente, "Ma non posso aiutarti se non capisco qual è il problema."

"Giusto.
" Seppe di non avere molta scelta in materia, così si alzò.

"
L’obbiettivo è quella libreria." Le istruì.

 

Puntò la bacchetta parallelamente alla libreria e prese una dose profonda di respiro. Lasciò che il ricordo del suo sedicesimo compleanno galleggiasse in prima linea sulla sua mente elivellò se stessa. "Expecto Patronum!" Cantò con forza. Dalla sua bacchetta non uscì cheun soffio seccante di fumo bianco. Si voltò lentamente verso Harry, aspettandosi di vederloridere. Fu sorpresa di vederla invece con occhi socchiusi e il mento tra il pollice e l’indice. La stava squadrando.

 

Ci pensò su prima di rispondere. "Hai lo stesso problema che avevo io, ma non hai mai avuto qualcuno che te lo dicesse. Un angolo appartato non è il posto migliore per praticaremagia difensiva quando hai un sacco di gente attorno a te per aiutarti ..." Lei distolse lo sguardo. "Non hai una memoria abbastanza forte."

 

Lei voltò immediatamente la testa, "La mia memoria è perfetta!"

 

Lui si alzò, "Ovviamente no. Devi pensare al momento più felice che possiedi, Hermione. Ilprimo ricordo che scelsi era il mio primo giro su una scopa."

 

"E’ un buon ricordo."

"Sì
, ma non è abbastanza. Potrebbe essere il ricordo più felice per alcune persone, ma nonper me. Avevo momenti più felici nella mia vita da poter scegliere."

Hermione
annuì comprendendo. "Il problema è che io, in realtà, non ne ho molti dascegliere."

"
E perché?" chiese.

 

Si chiese se avrebbe dovuto dirglielo o no. La verità effettiva era, ovviamente, del tutto fuoriquestione, ma poteva comunque raccontargli una piccola versione del tutto. Lui era lì per aiutarla, non per criticarla. La vecchia Hermione le stava gridando di fermarsi, ma la nuovaHermione mise quella vocina da parte e la obbligò a farlo. E così fece. "Non sono cresciuta in un ambiente proprio felice. I miei genitori morirono quando ero molto piccola e il mio…padrino mi obbligò ad essere sempre la migliore. Non mi mandò mai in una vera scuolaperché voleva essere lui ad insegnarmi. E’ un insegnante fantastico, non fraintendermi. Ma èfermamente convinto che io debba essere perfetta o altrimenti sarei una fallita. Fino aquest'anno, quando, improvvisamente, ha cambiato idea e mi ha mandato qui."

 

"Mi dispiace per i tuoi genitori." Disse per consolarla.

"
È tutto a posto. Non li conoscevo".

 

quello che continuo a ripetermi ogni volta che qualcuno si dispiace per i miei genitori." Hermione alzò la testa per guardarlo negli occhi. Per un attimo aveva dimenticato cheentrambi avevano avuto la stessa esperienza, anche se con conseguenze per lui molto piùdisastrose. "Ma poi arrivò il momento in cui capì che avrei dovuto buttare tutto fuori."

"L’ho già fatto." Ammise lei. "Qualche volta mi chiudo in camera e piango… non so il perchè, ma lo faccio e basta. Guardami. Penserai sia una pappamolle."

Lui scosse la testa, "Niente affatto.” Si avvicinò a lei ed Hermione sentì il suo respiro catturarla quando le mise una mano sulla spalla, "io faccio la stessa cosa. Non pensare di essere sola, Hermione. Non sarai mai sola. Non finché io sono qui."

 

Sì, ma non per molto. Scattò la vecchia Hermione.

 

"Pensa a qualcos'altro. So che c’è qualcosa nel tuo passato che potrebbe alimentare l'energia necessaria per il tuo Patronus. Se ci sono riuscito io, puoi farlo anche tu." Tolse il braccio e le diede del tempo per pensare.

 

Accolse il silenzio come un'opportunità per pensare. Avvicinandosi ad un muro vicino, vi si appoggiò e lasciò che la sua mente iniziasse a lavorare. Non riusciva a ricordare, mai una volta in vita sua, un momento di felicità. Era una cosa triste da pensare, ma era vera. Anche quando trovava piacere nei suoi attacchi, nel battere Draco mentre duellavano, sapeva di non essere mai stata felice. Era solo breve estasi che poi andava via rapidamente. Una piccola parte di lei sapeva che scegliere il ricordo del suo sedicesimo compleanno non avrebbe funzionato. Certo, perdere la sua verginità era un punto di riferimento e si sentì sollevata dal fatto che alla fine fosse successo. Ma il sollievo non era felicità. Lasciò che la sua mente vagasse fino a Natale - al bacio fra lei ed Harry. Era un territorio pericoloso da percorrere visto che lui era così vicino, ma era disposta a correre il rischio. Ricordò la poltiglia nel suo stomaco e quindi la sensazione di vuoto quando tutto era finito. A dire la verità, provava una grande confusione al pensiero che la sua vicinanza la rendeva così felice. No, non poteva usare quel ricordo.

 

Casa Riddle era l'esatto opposto della felicità, quindi tutto ciò che aveva fatto lì dentro era destinato ad essere triste, lo stesso valeva con Villa Malfoy: feste troppo formali e altrettanti trattamenti crudeli da essere associati alla felicità. Fu allora che una cosa la colpì.

 

"Trovato!" esclamò.

"Eccellente
!" disse Harry: "Adesso prova di nuovo."

 

Lei annuì e si voltò verso la libreria. Puntando la bacchetta, lasciò che il ricordo del percorso della carrozza fino ad Hogwarts riempisse la sua mente. La gioia che aveva provato quando aveva visto per la prima volta le torri alte e scure del castello era diversa da qualsiasi cosa avesse mai sentito in vita sua. Se quello non era un ricordo felice, allora non sapeva cosa fosse la felicità. "Expecto Patronum!" Gridò.

 

Aprendo gli occhi in fretta, vide una grande nuvola emettere fumo bianco dalla bacchetta e si rivolse a Harry con un largo sorriso sul volto. Lui rispose al sorriso, ma il fumo scomparve. Non poteva crederci! Era arrivata più lontano di quanto avesse mai immaginato! Guardò la sua bacchetta con affetto, ancora incapace di credere alla fumata bianca che ne era uscita. Era così impegnata a fissarla, persa nei suoi pensieri, che non sentì Harry avvicinarsi a lei.

 

 “E’ stato impressionante."

Saltò
su quando sentì la sua voce, e lo vide guardarla con piacere negli occhi. "Grazie! I-io non pensavo di poterlo fare!"

 

Lui sorrise: "Ben fatto. Te l’avevo detto che ce la facevi." Hermione lasciò che un timido sorriso le si formasse sulle labbra e lui la guardò per un attimo. "Ti ... ti dispiace se provo una cosa?"

 

"No." Rispose in fretta "Qualsiasi cosa."

Lui
annuì. "Girati come se dovessi evocare di nuovo il Patronus."

Hermione acconsentì e si dispose, preparando nuovamente il ricordo. Non si aspettava, tuttavia, che Harry si avvicinasse a lei in quel modo, col petto schiacciato contro la sua schiena. "C-cosa stai facendo?"

"Vorrei provare a vedere se posso unire la mia magia con la tua così da formare un Patronus in piena regola, uno che possa prendere la forma di un animale." Le spiegò. Anche se sembrava sicuro di sé, poté percepire un lieve tremolio nella sua voce. Si chiese se stesse sentendo gli stessi pizzicotti che si muovevano lentamente su tutto il suo corpo.

"Oh… okay."

Premette più saldamente contro la sua schiena e sentì la sua mano coprire la propria. Stava ancora tenendo la bacchetta, così da intrappolarla tra il palmo della mano e la parte esternadella sua mano. Soppresse un respiro profondo quando le loro mani si toccarono, nel tentativo di mostrare che quel tocco non la influenzava minimamente, cosa che in realtà succedeva. Purtroppo, il respiro represso da contenere era così tanto che venne fuori in un fiotto.

Harry lo sentì e per questo si chinò a sussurrarle all'orecchio: "Ti fidi di me?"

Lei
annuì, "Sì."

"
Al tre pronunciamo l'incantesimo, va bene?" Prese il suo silenzio come conferma e iniziò ilconto alla rovescia. "Uno ... due ... tre!"

"
EXPECTO PATRONUM!" Gridarono all'unisono.

Qualunque cosa si aspettasse Hermione, non fu quella che successe dopo. Sentì una scossadi magia fluire attraverso di lei, proveniente da Harry. Come sapeva che era venuto da luiera un mistero, ma capì che in quel momento erano in qualche modo collegati. La magia si formava fra le loro bacchette e una luce argentea sporgeva da esse, facendo chiudere loro gli occhi per l'intensità. Sembrava che una folata di vento girasse intorno a loro, soffiandole i capelli un po' di traverso, che ebbe paura che potessero colpire Harry in faccia. Li riaprironosoltanto quando ritennero che tutto ciò che era esploso dalle loro bacchette fosse andato via e spalancarono le mascelle alla vista di fronte a loro. Le figure spettrali di un cervo e di una lontra galleggiavano per la stanza, girando intorno ai loro incantesimi e giocando tra di loro. Era uno spettacolo veramente bello a vedersi e i due avevano gli occhi incollati ad esso.

Dopo quello che sembrò un'eternità, i due si lasciarono sfuggire un sospirato "Wow."

"E'
stato ..." iniziò Hermione.

"
Incredibile."

Nessuno dei due
era consapevole del fatto che le loro mani erano ancora avvolte insieme.

Hermione voleva ringraziarlo. Non si era mai sentita così felice come in quel momento. Non era sicura se voleva farlo a causa di quella vicinanza. Ma aveva bisogno di ringraziarlo. Inclinando la testa verso destra per cercare di guardarlo negli occhi, lo trovò già a guardarlaintensamente. Il grazie le morì in gola quando i due si trovarono semplicemente a guardarsi l'un l'altra. Sapeva che la cosa cominciava a diventare pericolosa e che avrebbe dovuto tirarsi indietro, ma qualcosa la stava attirando, o meglio, la faccia di Harry si stava inclinando verso di lei, ipnotizzandola a non muoversi. Un momento prima vide i suoi caldi smeraldiguardarla, un momento dopo, la sua visione si oscurò, chiuse gli occhi e lasciò scendere le labbra di Harry sulle sue.

Il momento in cui unirono le labbra fu così intenso che lasciarono cadere le loro bacchette. Non sentirono il rumore sul pavimento, visto che erano troppo assorbiti in altro da accorgersene. La mano destra di Hermione arrivò a stringere la nuca di Harry per assicurarele labbra alle sue, come se avesse avuto bisogno di un ulteriore motivo per rimanere lì. Harry avvolse la mano intorno alla sua vita così da posizionarla di fronte, al posto di allungare il collo per tenere le labbra attaccate. L'altro braccio di Hermione avvolse automaticamente il suo collo e il suo le si allacciò alla vita. Intensificando il bacio, sentì la sua calda e vellutata lingua testare la barriera della sua bocca, chiedendole di entrare. Fu sorpresa di sentirlo così guardingo da chiedere il permesso al posto di tuffarsi direttamente. Ma non riuscì a pensarcia lungo, poiché nel momento in cui le loro lingue entrarono in collisione, la sua mente si svuotò beatamente.

Erano nel bel mezzo di una stanza deserta con due fumose creature del bosco che giravanointorno a loro, sembrando crescere di luminosità più a lungo rimanevano avvolti. Hermionelasciò che le sue dita fossero seppellite fra i suoi riccioli d’ebano e si meravigliò di quella scorrevolezza. Nel momento in cui Harry sentì le dita tra i capelli, lasciò che le sue manicominciassero ad accarezzare la sua vita sottile e lei gemette all’interno della bocca, reagendo immediatamente al suo tocco caldo. La vibrazione causò in lui un’analoga reazionemaschile e fu allora che Hermione si rese conto di quanto provava desiderio per lui. E, quasi delicatamente come quando era iniziato il bacio, si tirò indietro. Lo schiocco di labbrasuonò in tutta la stanza vuota e la riportò indietro sulla terra. Sentimenti che non riuscì a spiegarsi piombarono su di lei e capì che solo una cosa era chiara: doveva scappare via. Seciò che sentiva in quel momento era quello che pensava che fosse, doveva uscire. Subito. ri

 

Si liberò da lui in fretta, chinandosi a prendere la sua bacchetta e non incontrando i suoi occhi. Lui seppe cosa stava per fare e cercò di fermarla, implorandola con la voce. "Hermione per favore, per favore non andare."

 

Non aveva capito di star piangendo fino a quando una lacrima solitaria si fece strada lungo la guancia. Sembrava accaderle troppo spesso, e non le piaceva. Si voltò verso Harry, con la bacchetta ora custodita in tasca, e vide lo sguardo affranto sul suo volto. Fu sufficiente perfermarla. Ma sapeva di dover andare. "Harry, non posso-non posso farlo ... è sbagliato."

 

"Cosa c'è di così sbagliato?" chiese disperatamente.

Si morse il
labbro, "Così tante cose ..." Harry aprì la bocca, probabilmente per chiedereperché, ma lei lo fermò. "Per favore, lascia che sia così."

Poté vedere i suoi occhi iniziare a bagnarsi di lacrime e seppe di dover andarsene prima che fosse stato troppo tardi. Stava per morire! Sarebbe stato ucciso e lei avrebbe dovutopartecipare. Non poteva provare niente per lui, anche baciarlo, fare qualsiasi cosa marimanere solo una sua cara amica.

"Non posso farlo, Hermione, io-"

"
No." lo interruppe lei. "Non dirlo. Io voglio essere tua amica ... nie-niente di più." Erano tutte bugie! Ma doveva mentire, mentire per proteggerlo. Avrebbe dovuto almeno assicurarsi che sarebbe stato felice prima di morire. Non poteva renderlo felice in quelle circostanze.

Passò accanto
a lui e si diresse rapidamente verso la porta, asciugandosi le guance bagnate di lacrime. "Hermione per favore ... per favore ..." Ignorò le sue chiamate e si chiuse la portaalle spalle.

C’era un piccolo impulso dentro di lei che correva, ma resistette. In qualche modo seppeche lui non l'avrebbe seguita, così il suo ritmo divenne lento mentre camminava tra le saledeserte. Fece del suo meglio per non lasciare che la sua mente vagasse, ma ciò era più facile a dirsi che a farsi. Cercò di distrarsi osservando i ritratti mentre li passava. Quella distrazionefallì dopo non più di un minuto, quando sentì un pozzo fresco di lacrime accumularsi nei suoi occhi. Oh, come avrebbe voluto girarsi e tornare tra le sue braccia. Ma sapeva che era impossibile. Lui era suo nemico, e sarebbero entrambi morti se orecchie sbagliate avessero sentito qualcosa. Si asciugò le lacrime dagli occhi e soffiò in su col naso. Fatti coraggio!a sua mente. Urlava l

Girò un angolo vicino ad una sala piena di aule vuote e sentì qualcuno tirarla per le spalleprima che potesse arrivare alla fine del corridoio. La porta si chiuse dietro di loro mentreincappavano in una camera oscura. Non si fece nemmeno prendere dal panico. Sapeva chiera il responsabile. Raddrizzando la sua compostezza al meglio delle sue capacità, si voltòlentamente verso Draco. Se sembrava avesse pianto, lui non se n’accorse. Non ci furono dialoghi, estese solo un braccio verso il bacino incandescente. Inalò un grande apporto di respiro e si diresse verso di esso. I suoi passi produssero un forte eco nella piccola aula e leifece del suo meglio per contenere un brivido. Non era mai stata così nervosa di affrontare il suo padrone. Certo, non si era mai spinta a parlare con lui dopo aver baciato il suo nemico.

Mettendo le braccia ai lati del bacino, guardò giù nel liquido per vedere il suo volto giàformato di fronte a lei. "Buona sera, Hermione."

"
Buona sera, mio Signore." Rispose seccamente.

"Prima di tutto, vorrei dirti che stai facendo un lavoro stupendo." Disse con un piccolo sorriso, "Alcuni dei miei colleghi mi hanno detto quanto hai avvicinato Potter. Ben fatto, mio cara, ben fatto."

"Grazie, mio signore,” disse, contenendo le balbuzie che minacciavano di perforarla.

 

"Ora, il motivo per cui ti ho chiamato. Non è un controllo stavolta." L’interesse di Hermionesi rianimò e lei si avvicinò inconsciamente. "Ci stiamo preparando a muoverci. Presto saremodentro le mura di Hogwarts. Mi aspetto che tu stia in guardia, vicino al ragazzo in ognimomento. In pochi giorni ... saremo pronti a liberare il mondo da Harry Potter."

 

Hermione trattenne il respiro e soffocò una debole risposta. "Sì, signore, starò in guardia."

Lui annuì
, "Bene. Ricorda, non lasciare mai il ragazzo da solo."


Riuscì a fare un debole cenno prima che la sua immagine scomparisse. Era troppo. Scappòdall'aula, ignorando i richiami di Draco. Il blocco dei rumori esterni stava rapidamente diventando il suo nuovo punto di forza. Volò per i corridoi e le scale rimanenti, volendo semplicemente arrivare al suo dormitorio, pronunciare un forte incantesimo di silenzio, esinghiozzare. Pochi giorni? Pensava di avere più tempo! Più tempo anche per pensare, più tempo per seppellire i nuovi sentimenti per Harry, più tempo per capire quali erano i suoi veri sentimenti. Il tempo stava per scadere. Sapeva che la decisione di abbandonare Harryera sbagliata. Ma non c'era più motivo di tornare indietro. Non poteva baciarlo comunque. Non con la sua morte così vicina. Doveva liberare la vecchia Hermione. La nuova Hermioneaveva troppi inconvenienti ed emozioni per complicare ulteriormente le cose. Ma quandoarrivò al buco del ritratto e trattenne il respiro, si rese conto di una cosa.

 

La vecchia Hermione era scomparsa.


Non aveva idea
di come sbarazzarsi di quei sentimenti per Harry, nessun accenno a ciò chedovuto fare. L’oscura, potente, coraggiosa, parte spiritosa in lei non c'era più. Eracome se fosse sbiadita nel nulla. Come era potuto accadere? Quando aveva perso l'altra metà? La colpì come una tonnellata di mattoni nell'intestino: quel bacio. L'aveva distrutta. Voleva piangere, voleva piangere, voleva parlare con qualcuno e chiedergli consigli. Ma leinon aveva nessuno. Il tempo era quasi scaduto e lei non aveva nessuno. La parte più forte di lei se n’era andata e non c'era niente che l’aiutasse a superare quella che di sicuro era diventata l'esperienza più traumatica della sua vita. avrebbe

Rilassò la postura mormorando la password ed entrando nella torre. Era praticamente vuota, salvo per poche persone, sparse in vari angoli e fessure. Si diresse direttamente verso la scalinata delle ragazze, quando urtò qualcuno. Allungò il collo verso l'alto per vedere Ronla guardava con un sorriso sbilenco.
che

"
Hey, Hermione" la salutò.

Fece un passo
indietro di qualche centimetro, "Ciao Ron."

Ci fu una lunga pausa tra i due. Ron spostò nervosamente il peso da un piede all'altro. "Hey umm ... mi chiedevo se ..."La sua voce si spense. Hermione, in realtà, non porgeva alcunattenzione ai suoi mugolii, dato che sentì un altro fiume di lacrime iniziare a investirla. Siguardò alle spalle per vedere se era lontana dalla scala, forse quattro piedi.

"... con me? " Hermione vide crollargli le spalle e in quel momento i suoi occhi tornarono a guardarlo. Aveva perso ogni parola. Lui la guardava nervosamente, mordendosi il labbrocosì che poté vedere formarsi la traccia di un debole rossore.

 

Sembrava orgoglioso di esserci finalmente riuscito. Hermione, però, era meno interessata, sentendo che la visione cominciava ad annuvolarsi. Se avrebbe dovuto dire qualcosa, avrebbe fatto meglio a dirlo in fretta in modo da poter svignarsela. "Sì, certo Ron, "disse in fretta. E senza aggiungere altro, passò accanto a lui e volò su per le scale.

 

Crollò sul letto con un tonfo e pronunciò un incantesimo di silenzio. Non appena le ultime parole dell’incantesimo uscirono dalle sue labbra le lacrime cominciarono a bagnarle, esubito dopo, arrivarono i singhiozzi. Si ritrovò a stringere uno dei suoi cuscini e abbracciarloal petto mentre si dondolava avanti e indietro. Deglutiva ogni momento, il suo petto si muoveva a sbalzi e le braccia si agitavano. Non aveva mai pianto così in tutta la sua vita. La vecchia Hermione sapeva che era uno spreco di energia. Ma forse c'era un altro motivo per cui non aveva mai permesso a se stessa di abbandonarsi così. Era orribile. Si sentiva cosìvulnerabile, come se fosse stata sola in un bosco aperto: piangere sapendo che nessuno per aiutarla. Salvare la foresta era la stessa patetica immagine che alimentava ancora di più le lacrime che cascavano sulle guance. sarebbe stato

 

Come aveva potuto essere così stupida da abbassare la guardia? Era sempre stato uno scopo. E quello scopo era tale che lei non sarebbe stata attaccata o, peggio, ferita. Ma orache le sue mura erano crollate in un mucchio gigante, non c'era nulla che potesse fare. Non poteva dire al Signore Oscuro di annullare la missione. Cos’altro avrebbe potuto dire? "Umm sì... In qualche modo mi sono affezionata ad Harry e ora non voglio che lui muoia. Quindi, se si potrebbe almeno rimandare l'attacco per, non so, un altro mese o giù di lì? Sarebbe fantastico!" Misere possibilità che questo potesse accadere. Leisarebbe morta e forse anche Draco ed Harry, Draco semplicemente perché era l’unica persona che doveva sorvegliarla e avrebbe potuto facilmente impedire il resto. Perché erastata così inflessibile sullo stare alla larga da lui? Si era concentrata così tanto nel compiereuna missione perfetta che non aveva considerato le conseguenze. Missioni come quelle nonarrivano senza il rischio di diventare troppo legati emotivamente alle persone di cui ci si circonda. Ma perché aveva detto di sì alla missione? Oh sì, perché voleva andare adHogwarts - perché era unegoista.

 

Era colpa sua se si era cacciata in quel pasticcio, ed ora il suo obiettivo era diventato suo amico - beh, forse più di un amico dopo quella sera. In ogni caso, non avrebbero avuto alcuna possibilità, quindi perché definire i suoi sentimenti? Qual era il punto? Stava permorire e lei avrebbe aiutato i suoi assassini. Era la sua missione, il suo destino. Non importava quanto gli volesse bene, sarebbe morto comunque. Il risultato non sarebbe cambiato. Harry Potter era condannato a una vita breve, tutto per amore. L'amore della madre per lui, alla fine, lo aveva condannato a una vita maledetta. L'amore era inutile.

 

Se l'amore è inutile, perché il tuo cuore batte ancora mille volte al minuto?

Gemette
e crollò sul suo materasso, lasciando che il mondo dei sogni la facesse fuggire da quel castello traditore.

Potrete mai perdonarmi per questo atroce ritardo?? Spero solo che non siate super adirati con me perchè in questo capitolo vi ho riservato una sorpresa e se siete arrivati a leggere questo commento avrete già scoperto del bacio fra Harry ed Hermione! E' una delle scene che preferisco in tutta la fanfiction...adesso viene la parte bella però, quindi, Stay tuned! ringrazio con mille abbracci patronustrip che non smette mai di entusiasmarmi con i suoi commenti :) (Se non potevi aspettare oltre, spero che questo capitolo ti abbia accontentata!!), debby91, marco (spero ti sarai divertito!) e ovviamente anche roxy_xyz :) Grazie mille a tutti voi, perdonatemi ancora il ritardo (colpa della scuola che mi sta stressando), spero di aggiornare il più presto possibile stavolta! Alla prossima :) Enjoy!

  
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