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Autore: StilledAnima    27/02/2011    3 recensioni
Sana scappa in America dopo un presunto tradimento di Akito. I due si lasciano senza spiegazione alcuna e dopo cinque anni una telefonata spinge Sana a riconsiderare il passato mai dimenticato. Sarà un viaggio di ritorno nel paese natale, ma anche un nuovo inizio per la sua storia d'amore? ( Questa fic era stata già precedentemente pubblicata, ma per motivi personali mi ero decisa a cancellarla. Adesso ve la ripropongo, corretta e revisionata.) Buona Lettura!:)
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Altro Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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_Beautiful Disaster-

      di StilledAnima

 
 

“ Chissà se quella ferita,
Chissà se poi è guarita…”
( Lampo di vita, Luca Carboni )

 
( Pov Sana )
 
Si dice che il tempo aggiusti ogni cosa, non importa quanto grosso sia il fardello che ci portiamo dentro.
I giorni scivolano via, lenti e vuoti, recando la consapevolezza che il mondo non sta fermo.
Continua a girare, dritto per la sua strada, non aspetta chi non accelera il passo.

 
Io non riuscivo a camminare, ero troppo stanca persino per quello.
Il nostro era stato un viaggio lungo e difficile, di quelli che ti lasciano sfiniti e sporchi, con la gola arsa e gli occhi arrossati.
Ogni volta ci eravamo voltati a guardarci, esausti di percorrere quella strada piena di solchi, convinti che non ci saremo mai persi.
Sapevamo esattamente dove stavamo andando, non importava quanto fosse lontano.
Lui non avrebbe lasciato la mia mano nemmeno per un attimo, era la nostra promessa.
 

Poi le sue dita si erano allentate con uno strappo improvviso e tutto aveva perso senso.
Il buio, quella gravosa solitudine, avevano preso a graffiare con amarezza il mio corpo, estraniandolo dalla realtà.
Per la prima volta nella mia vita, avevo desiderato che il mondo tacesse.

Volevo una porta chiusa, blindata, un luogo in cui sentire i miei passi frenetici vagare per la stanza.
Avrei camminato tanto in quel posto fino a non avere più il senso dello spazio, della misura, dello scorrere del tempo.

Volevo silenzio, volevo nebbia e incoscienza.

La battaglia a quel punto sembrava persa: un altro attacco e mi sarei lasciata avvolgere in un mare d'oblio e insofferenza.
L’entrata nel tunnel era un ricordo e le tenebre mi accoglievano con la gentilezza di un manto di velluto sulla pelle.
Una promessa di pace.
 
Stavo per chiudere gli occhi, abbandonata, quando un bagliore di speranza indefinito e flebile sembrò farsi spazio nel mio universo, capovolgendolo di netto in un unico istante.

Una lampada artificiale brillava fastidiosa sopra di me, ma il particolare più importante erano due piccoli pugni che si dibattevano in aria, in cerca del primo respiro.
Udii l’urlo strozzato di una vita che nasce e il torpore della sofferenza acquietarsi e passare lentamente.

Non sapevo quale strada avrei percorso d’ora in poi, ma di una cosa finalmente ero certa: adesso non sarei stata sola lungo il mio viaggio. Eravamo di nuovo in due.
 


<< È una femmina, signorina Kurata. >>
 

  
 

“ In questo lampo di vita,
Chissà se ti sei salvata?”
( Lampo di vita, Luca Carboni)

 
 


*

 
 
 
“ I’m here without you, baby
But you’re still on my lonely mind…”
( Here without You, 3 Doors Down)

                                                               



     ( Pov Akito )

Avrei voluto chiederle di restare.

Avevo trovato anche le parole giuste: erano lì, una dietro l’altra, incastrate in gola.
Le avrei detto che quando c’è un sentimento come il nostro, i problemi si possono superare. Le avrei urlato che ce l’avremmo fatta, perché entrambi siamo delle persone migliori quando siamo insieme.
Ero davanti a lei, con il cuore in mano e gli occhi sporchi d’amore.

 
Avrei voluto chiederle di restare, ma alla fine non l’ho fatto.
 

L’ho sentita scivolarmi via dalle mani come un soffio di vento e non ho potuto fare niente se non rimanere a guardare il mio mondo sgretolarsi in mille pezzi.

È davvero possibile riuscire ad odiare una persona che si è così tanto amato?
Odiarla al punto di dimenticarla, di cancellare ogni pensiero felice che ti collega a lei?

Volerla disperatamente da sentirsi consumare dentro, averla vicina solo per fissarsi meglio nella mente ogni gesto, ogni sua espressione.
Per poter conservare un sorriso e vederlo riaffiorare pochi istanti prima di addormentarsi, salutandolo di nuovo nei sogni.
 
Come posso smettere?
 
Le ginocchia sbucciate, il cuore infranto e l’orgoglio ferito.
Chi non è mai caduto, in fondo? Chi non si è mai trovato con graffi tappezzati di cerotti?
Chi non ha permesso agli altri e perché no, anche a se stesso, di prendere a pugnalate il proprio dolore?

Eppure sono ancora qui. Devo trovare la forza di rialzarmi e credo che saranno proprio le ginocchia sbucciate, il cuore infranto e l’orgoglio ferito ad aiutarmi nell’andare avanti, a diventare la persona che Sana voleva che fossi.

Ci proverò, come mi ha insegnato lei.
Lo farò per non gettare al vento questi anni di tenerezze e quelle frasi d’amore che indosserò sempre, ovunque.

Farò questo: mi chiuderò dentro il suo ricordo e butterò fuori la chiave finché non sarà di nuovo qui, con me.

Non riuscirà a convincermi ad uscire prima di quel momento.
 






“ I'm here without you baby 
But you're still with me in my dreams 
And tonight it's only you and me…
( Here without You, 3 Doors Down) 


 

 
Piccola nota al capitolo:

  • Intanto, mi preme dire che questo capitolo è soprattutto di passaggio, mi serviva un momento in cui fare il punto della situazione con i due protagonisti.
  • Le canzoni da cui ho preso le frasi sono “Lampo di vita” di Carboni e “Here without you” dei 3 doors down (consiglio spassionato da autrice a voi lettori: mettete in sottofondo la seconda delle due canzoni mentre leggete, secondo me diventa tutto più coinvolgente!)
  • Piccola curiosità: nella prima stesura di questo capitolo, Sana partoriva un bimbo di nome Asami. Ho deciso di cambiare perché ho scoperto da poco che l’autrice del manga sta disegnando una sorta di continuo di Kodomo no Omocha, “Deep Clear”, dove i nostri due amati protagonisti hanno una bambina.
  • Il titolo del capitolo è ripreso dall'omonima canzone della bravissima Elisa.
     
 
Angolo Autrice:
 
Per gli standard tartarugosi della sottoscritta, l’essere riuscita ad aggiornare in tempo e poco più che un miracolo, ancora non riesco a crederci!:D
Ho pochissimo tempo a disposizione( in teoria dovrei già essere a cena e le occhiate omicida di mia mamma non sono esattamente quel che si dice, “rassicuranti”!), per cui mi limito a ringraziarvi tutte quante per i bellissimi commenti che avete lasciato allo scorso capitolo(prometto che appena avrò un secondo in più vi risponderò una per una!)!Di questo passo altro che fontana di Trevi mi fate diventare, mannaggia a voi!xD
Un grazio di cuore anche a coloro che hanno aggiunto la mia storia tra le preferite/ricordate/seguite, troppo gentili!
 
Spero di tornare presto anche col prossimo aggiornamento, tenete le dita incrociate!
Un bacio, vi auguro un buon inizio di settimana!
A presto,
StilldAnima
 
   
 
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