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Autore: OctoberRain    07/03/2011    0 recensioni
Larissa ha sedici anni. Michael ventuno. Si sono conosciuti mentre erano entrambi lontani da casa. Essendo così liberi si sono lasciati andare..anche troppo. Ci sono delle conseguenze da affrontare ma anche ricordi che affiorano.
Solita storia di una ragazzina incinta? Forse, ma magari vi piace! =}
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente, reduce da un sonno pesante e senza sogni, mi incontrai con Valentina perché volevo andarmene dalla storia Noah/Vale al più presto possibile. In fondo, quella che doveva essere una relazione a due era diventata un quadrilatero e se Michael avesse voluto partecipare, buon per lui, ma si sarebbe dovuto accontentare di un triangolo; io volevo uscirne.

A colazione, mi sedetti con lei e le raccontai la mia conversazione con Michael (omettendo ora e luogo) in cui lei vide un successo enorme, sorridendo per aver indovinato i pensieri del bel biondo. Mi abbandono a metà caffè perché era impazientissima di, come aveva detto Michael, starci. E chi poteva darle torto? Dopo settimane di attesa perché perdere tempo con i flirt? Tanto valeva passare direttamente ai fatti...

Dal canto mio, ero fiera del mio lavoro da consulente e intermediario, e anche contenta per Vale che stava per ottenere quello che voleva.

Quella stessa sera mi sentivo inquieta quasi quanto la precedente ed il mio letto mi sembrava troppo piccolo per contenere tutto quello che mi si agitava nella testa. Mi salì ancora la voglia di camminare e senza pensare a dove stavo andando, mi ritrovai all'estremità del molo.

Di notte il lago era decisamente più bello. Se durante il giorno l'acqua sembrava ricoperta da milioni di diamanti la notte aveva più l'aspetto di una lastra di argento solidissima.

L'atmosfera era delle migliori: bellissimo panorama, cielo stellato...mancava solo la colonna sonora!

"Peccato non avere..." Pensai. No, un momento...

Portai la mano alla tasca e fui felice di tirarne fuori il mio lettore MP4 che pensavo di aver perso, inghiottito dalla moltitudine di vestiti sparsi per la camera. Feci partire una canzone acustica al volume più alto possibile lasciando che la semplicità di una chitarra e una straordinaria voce maschile iniziasse a vibrarmi nelle vene.

Restai così per qualche interminabile minuto, ignorando il freddo che cominciavo a sentire nonostante fosse pieno agosto. Poi un tocco sulla spalla mi costrinse a mettere in pausa la canzone e sentii una voce alle mie spalle.

"No, ti prego non ti buttare! Hai ancora tanto per cui vivere!" Riconobbi subito quella voce.

Mi girai infastidita ed eccola lì...la mia “cosa” col suo sorriso da Stregatto. Quello che pensai indipendentemente dalla mia volontà fu: ma sei un personaggio del paese delle meraviglie...o direttamente una meraviglia?

Zittì quei pensieri per fare in modo di trovare qualcosa di sagace e pungente con cui rispondere al suo sarcasmo.

"Ma quanto sei divertente!" dissi mentre mi toglievo le cuffie dall'orecchio.

"Me lo dicono tutti sai?> disse avvicinandosi con le spalle alte e la mani in tasca.

"Potrei dirti la stessa cosa, mi pare."

"Verissimo."

"Quindi?"

"Ho fatto due passi."

"Due passi, eh? Che coincidenza, anch'io!"

"Pensavo che tu fossi più il tipo da due...mila passi!"

"Quello non eri tu?"

Roteò gli occhi e sospirò.

"Dettagli." dissi io poi mi rigirai a guardare l'acqua e ripresi ad ascoltare la canzone acustica per la terza volta di seguito.

Mentre gli davo le spalle lo immaginai andarsene con una faccia stranita invece si materializzò alla mia sinistra.

Mi voltai si scatto perché sembrò spuntare dal nulla (cominciava ad assomigliare veramente tanto allo Stregatto).

"Cosa ascolti?" Disse mentre tendeva una mano verso il mio orecchio per prendere una delle cuffie ma io mi allontanai di botto quando le sue dita erano ancora lontane.

Mi guardò malissimo mentre mi toglievo entrambe le cuffie dalle orecchie.

Disse solamente "Scusa" con tono seccato.

Sospirò fissando il lago e un attimo dopo era già a qualche passo di distanza.

Indubbiamente non aveva capito niente di me e la cosa non poté farmi più piacere: decisi che, se lui avesse voluto, mi avrebbe potuta conoscere, esattamente come volevo io. Capii che la questione della nuova e vecchia Larissa non era altro che una storiella che mi ero raccontata per farmi stare buona. Non ci sarebbero state più nuove versioni o rimodernizzazioni, ci sarei stata soltanto io.

Inseguii Michael quasi correndo, lo bloccai tenendolo per la spalla e lo costrinsi a guardarmi mentre, con un gesto che marcai, tolsi il cavo delle cuffie dal lettore e la chitarra cominciò ad espandersi nell'aria dalla piccola cassa incorporata. 

"Pensi sempre il peggio delle persone, o io sono una privilegiata?"

Non rispose ma mi guardò con uno sguardo che sembrò dire: ok, hai dimostrato che mi sono comportato da idiota, lo sai tu e lo so io, quindi non costringermi ad ammetterlo!

Va bene, Michael, non 'sta volta, ma preparati: non sarai sempre così fortunato!

Camminammo piano verso la fine del molo e, come se ci fossimo messi d'accordo, ci sedemmo entrambi con le gambe a penzoloni e con le scarpe che rasentavano l'acqua.

"Che canzone è?" chiese dopo poco.

"She will be loved, dei Maroon 5."

  
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