"Ma certo!" esclamai ad alta voce colpendomi la fronte con la mano (e guadagnandomi un'occhiataccia da parte di un vecchietto che mi era passato accanto per la strada); l'ordine della fenice era un'associazione segreta che, nel periodo in cui Voldemort era ancora al potere, combatteva in gran segreto per fermarlo... dovevo averlo sentito dalla mamma in chissà quale occasione... Nel frattempo ero arrivata a casa, così infilai la chiave nella toppa, ancora eccitatissima per la mia recente scoperta. Forse l'Ordine esisteva ancora? Forse Malocchio voleva che anche io ne facessi parte? Lo sguardo entusiasmato dipinto sul mio volto però si spense gradualmente, mentre mi richiudevo la porta alle spalle. "O forse sto solo prendendo un granchio" dissi tra me e me, appoggiandomi alla porta alle mie spalle e guardando imbronciata il disordinato salottino del mio appartamento. Quello che sapevo per certo era che l'appuntamento di quella sera sarebbe stato sicuramente importante, perciò dovevo assolutamente essere puntuale. Un po' per evitare di addormentarmi senza accorgermene (cosa che succedeva con particolare frequenza quando avevo orari da rispettare), un po' per ingannare l'attesa, cominciai a mettere in ordine quel bazar che era casa mia, per la prima volta da tempi immemorabili. Guardavo febbrilmente l'orologio ogni due/tre minuti, sbuffando quando mi accorgevo di quanto poco tempo era passato. Alle 18:30 in punto già non ne potevo più di aspettare, così cominciai a prepararmi. Mancava ancora qualche minuto alle sette quando mi infilai i miei amati anfibi di vernice nera; avevo giusto il tempo di smaterializzarmi e alle sette in punto mi sarei trovata con la massima puntualità a... a... uno sguardo terrorizzato mi si dipinse sul volto: "Oh no. OH NO! Non ricordo più l'indirizzo! L'ho letto una volta solaaa... il quartier generale dell'Ordine della Fenice si trova a... si trova a..." cercai di mettere a fuoco nella mia mente ciò che c'era scritto sul biglietto, ma niente da fare. "Ooh accidenti!" Imprecai sprofondando nel divano "Maledetto biglietto, maledetta la mia sbadataggine e la mia scarsa conoscenza delle strade di Londra!" Già, perchè se non fosse stato che a 20 anni ancora non sapevo esattamente quale fosse Oxford Street, forse avrei avuto una memoria migliore per gli indirizzi. Guardai l'orologio: le sette meno cinque. Un'improvvisa idea mi balenò in mente: mi avvicinai al camino, presi una manciata di polvere volante e dissi chiaramente "Ufficio di Malocchio Moody, Ministero della Magia"; poi misi la testa nel camino e un attimo dopo mi ritrovai a guardare dal basso del caminetto l'ufficio di Malocchio. Ma di lui nemmeno l'ombra. Ritrassi la testa dal camino, delusa. Non che ci avessi sperato troppo... probabilmente Malocchio era già arrivato al luogo dell'appuntamento, e in fondo mancavano solo tre minuti. Niente da fare, quella era la mia ultima speranza... non potevo certo andare in giro per Londra chiedendo ai passanti: "Mi scusi, sa dirmi per caso dov'è il quartier generale dell'Ordine della Fenice?" Mi avrebbero come minimo presa per pazza. Più demoralizzata che mai uscii di casa, ricordando per un soffio di prendere le chiavi, ancora infilate nella toppa, e inciampando come sempre nell'ultimo gradino davanti alla porta. Mi guardai intorno, come se mi aspettassi che qualcuno, da un momento all'altro, mi sventolasse davanti uno striscione con su scritto a caratteri cubitali quello stramaledetto indirizzo; quando, ad un tratto, vidi qualcosa, o meglio qualcuno, che attirò la mia attenzione:
"Kingsley!" cominciai a corrergli dietro "Kingsley!" Lui si girò di scatto, e rimase un po' sorpreso nel vedermi. In effetti neanche io sapevo bene perchè lo avessi fermato... forse lui poteva sapere... l'avevo visto confabulare con Malocchio qualche volta, anche se sembravo essere una dei pochi, o forse l'unica, ad averlo notato. Ma prima che potessi aprire bocca per spiegarmi, lui disse:
"Tonks, ma tu che ci fai ancora qui?" e, abbassando la voce e chinandosi un po' verso di me, in modo che solo io potessi sentirlo, continuò: "Non avevi appuntamento con Malocchio alle sette, tu-sai-dove?"
"Ahem, il problema è proprio che io non so dove..." dissi imbarazzata.
"Che vuoi dire?" disse lui con l'aria di chi si è perso qualche passaggio "Malocchio non ti ha forse mostrato il biglietto?"
In un primo momento mi chiesi come facesse a saperlo, ma poi mi affrettai a rispondere:
"Sì, il problema è che... l'indirizzo... bhe l'ho dimenticato"
Lui mi fissò inizialmente ad occhi spalancati, poi scoppiò a ridere. Non sapevo se sentirmi offesa o sollevata...
"Sei proprio come ti descrivono, Ninfadora Tonks" disse Kingsley, che aveva smesso di ridere, ma mi rivolgeva ancora un gran sorriso. Feci per protestare ("Non chiamarmi Ninfadora!!"), ma lui mi appoggiò una mano sul braccio e disse:
"Vieni, tanto anche io stavo andando nello stesso posto" e detto questo mi fece l'occhiolino.
Il mio viso si illuminò all'improvviso: era possibile che per una volta nella mia vita fossi stata così fortunata? Lo seguii a passo svelto mentre svoltava in un vicolo deserto e, quando mi fui aggrappata saldamente al suo braccio, ci smaterializzammo.
Questa non è la prima fanfic che scrivo, ma è tra le più recenti, così ho deciso di pubblicarla per prima perchè... bhe non lo so nemmeno io xD comunque ci tengo a precisare che è ambientata nel quinto libro, anche se il corso degli avvenimenti è stato sconvolto dalla sottocritta, che ha fatto un po' di testa sua... spero che questo non vi crei troppa confusione x3 Siate sinceri se deciderete di recensire, ditemi tutto quello che pensate, perchè le critiche aiutano molto a migliorare ;) Grazie a tutti quelli che hanno letto questa storia, recensite in tanti! :D