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Autore: Beatrix Bonnie    14/03/2011    4 recensioni
Extraiures, fuorilegge... o meglio, fuori dagli schemi. Questo è il racconto della vita e dell'amicizia di Reammon e Septimius, due maghi irlandesi che hanno imparato ad andare oltre i pregiudizi del loro tempo e a vivere fuori dagli schemi.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Trinity College per Giovani Maghi e Streghe'
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Fretta di vivere

Settembre 1955, casa Boenisolius

«Aaroooon!» un urlo lacerò la tranquillità di quella fresca mattina di settembre. Una donna con una selvaggia criniera di capelli rossi e un'enorme pancione stava sbraitando sull'uscio della porta di casa. Indossava una semplice camicia da notte troppo tirata sul davanti, scalza e con le gambe scoperte. «Aaron!» chiamò di nuovo, disperata. Intorno a lei c'era solo la serena campagna irlandese, con i suoi verdi campi e le nuvole pannose che si rincorrevano nel cielo.
E finalmente comparve, un omino magro e allampanato, con gli occhialetti e la faccia sorridente. O meglio, fu sorridente fin tanto che non vide lo stato in cui versava la moglie e le occhiate furenti che gli lanciava. «Joey, tesoro, cos'è successo?» domandò agitato, appoggiando a terra il cesto di funghi che aveva raccolto.
«Mi si sono rotte le acque!» sbraitò la donna, quasi volesse accusare il marito di quel parto prematuro.
«Ehm, oh... ah».
«Non fare quella faccia! Portami al St. Bartleby!» strillò Joey, in preda al furore.
Al sentir nominare l'ospedale, l'uomo si riscosse. «Giusto. Al St. Bartleby» disse, allungando il suo braccio verso la moglie. Dopodiché fece un breve giro su se stesso e si smaterializzò.
Il pronto soccorso del St. Bartleby era particolarmente affollato quella mattina. Aaron fece sedere la moglie su una di quelle seggioline rosse delle sale d'attesa e andò alla ricerca di un guaritore. «Ehm... mi scusi» domandò ad un infermiera che stava passando.
«Se cerca un'informazione, vada al bancone là a destra.» rispose la donna.
Aaron si voltò nella direzione indicata dall'infermiera e per poco non ebbe un colpo: almeno dieci maghi stavano in fila davanti ad uno sportello. Si rivoltò verso la donna, ma questa era già scomparsa. «Io...» provò a dire, ma nessuno lo prese minimamente in considerazione. Al che si rassegnò a mettersi in fila.
«Aaron, ti vuoi sbrigare? O preferisci che partorisca tuo figlio in sala d'aspetto?» gli strillò Joey, con gli occhi fuori dalle orbite.
Aaron lanciò occhiate supplicanti ai maghi in fila davanti a lui e qualcuno si impietosì a tal punto da lasciarlo passare avanti.
Ma la strega davanti a lui stava letteralmente litigando con la donna dietro il bancone.
«Senta, non è affare mio se lei si è ingoiata un paiolo intero, la sezione Incidenti Magici è al secondo piano» stava dicendo l'infermiera alla reception.
«Ma il mio non è stato un incidente, mi hanno costretta!» rispose la strega, sbraitando come un'ossessa.
«Quello sarà problema dei Tiratri Scelti a cui farà la denuncia!»
Andarono avanti per parecchio tempo, finché la strega non ottenne che uno dei Tiratori Scelti di guardia venisse a portarla nel suo ufficio.
Finalmente venne il turno di Aaron. «Buongiorno» salutò educatamente, anche se era parecchio agitato.
L'infermiera grugnì qualcosa, poi cominciò a recitare, come se stesse sgranando il rosario: «Malattie Infettive sotterraneo, Incidenti Magici primo piano, Morsi di Animali e Vari Esseri Mostruosi secondo piano, Gravi Ustioni da Maledizione terzo piano ala est, Gravi Ustioni da Incidente terzo piano ala ovest, Avvelenamento da Pozioni e Affini, quarto piano, Lesioni da Incantesimi quinto piano».
Aaron rimase un attimo stordito da tutte quelle informazioni, ma alla fine riuscì a sussurrare timidamente: «Mia moglie sta per partorire».
«Oh, ma poteva dirlo subito!» lo rimbeccò l'infermiera. «Comunque è nel posto sbagliato, il reparto di Ostetricia è nel distaccamento di O'Saoirse sraid».
«Grazie» rispose flebilmente Aaron.
Joey l'avrebbe ammazzato.
Quando si avvicinò a lei, non riuscì a sostenere il suo sguardo infuocato. «Ehm, tesoro, cara... siamo nel posto sbagliato» provò a dire, con un mezzo sorriso.
Joey si alzò di scatto dalla sedia, come se fosse stata punta da qualcosa. «Be', che ci facciamo ancora qui?» gli domandò, allungando il braccio verso di lui. L'uomo lo afferrò timidamente, poi girò su se stesso e si smaterializzò.
L'ingresso del distaccamento di O'Saoirse sraid era, se possibile, ancora più affollato. Ciò che atterrì maggiormente Aaron fu l'interminabile coda davanti allo sportello. Lanciò un'occhiata alla moglie, ma il suo sguardo determinato lo spaventò.
«Ora facciamo a modo mio».
E con quelle parole si mise al centro dell'ingresso e cominciò a strillare: «Per tutte le chiappe dei goblin albini, sto per partorire, sant'Iddio! Non c'è uno straccio di guaritore in questo stramaledetto ospedale?»
Più o meno tutti, tranne un mago che aveva chissà come la testa infilata in una boccia per pesci rossi e non poteva sentire un bel niente, si voltarono verso di loro.
«Oddio!» esclamò Joey aggrappandosi al braccio del marito.
Aaron la guardò terrorizzato. «Che succede?»
«Le contrazioni!» rispose la donna, afferrandosi il pancione con la mano libera.
Improvvisamente comparvero ben quattro guaritori che li circondarono. Uno fece sedere Joey su una sedia a rotelle e la portò velocemente verso il reparto di Ostetricia. Aaron intravide la moglie che si girava verso di lui e gli faceva una fugace strizzata d'occhio prima di sparire oltre le porte scorrevoli. Dopodiché si rese conto che forse era il caso di seguirli e si affrettò per raggiungerli.
Li ritrovò davanti ad una sala vuota.
«Vuole entrare anche lei?» gli domandò un guaritore, ma Aaron non ebbe modo di rispondere.
«Certo che vuole entrare! Sua moglie sta per avere un bambino!» esclamò Joey.
Né Aaron né il guaritore ebbero modo di ribattere.
Veder nascere suo figlio fu una delle esperienze più terrificanti e insieme meravigliose della sua vita. Terrificanti perché, tra le urla disperate di Joey e le esclamazioni concitate dei guaritori, gli sembrava di essere stato catapultato in uno stadio di Quidditch. Meravigliose perché, nel momento stesso in cui il vagito di suo figlio riempì la stanza credette di toccare il cielo con un dito.
«Complimenti, è un bel maschietto» disse il guaritore, tagliando il cordone ombelicale. Joey allungò le braccia verso il piccolino che scalciava e piangeva come un disperato, desiderosa di prenderlo in braccio per la prima volta. Il guaritore lo adagiò delicatamente sul seno della donna.
Aaron si pulì con il dorso della mano la lacrima di commozione che gli aveva attraversato il volto.
«Ciao, piccolo» sussurrò Joey, con voce incredibilmente dolce.
Il bimbo aveva smesso di piangere al solo contatto con il battito accelerato del cuore della mamma. Si mise un pugnetto in bocca e sembrò accoccolarsi al corpo caldo e accogliente della donna.
Aaron allora allungò la mano per accarezzare la pelle ancora viscida per la placenta di suo figlio e trattenne a stendo una seconda lacrima.
«Aveva fretta di vivere il piccolino: è prematuro di quasi tre settimane, ma è sano» spiegò il guaritore.
Aaron sorrise commosso. «Benvenuto nel mondo, Reammon».


Come promesso, in questo capitolo cominciano le avventure divertenti! L'accoppiata Joey-Aaron è fantastica e adoro scrivere su di loro! Lui è così teneramente imbranato e lei così intraprendente e decisa! =)
Dal prossimo capitolo entriamo nel vivo della storia e quindi prometto che sarà un po' più lungo; metterò in scena i miei piccoli protagonisti... credo che, per chi li conosce già, vi farà piuttosto impressione leggere dei personaggi che siete abituati a vedere agire da adulti!
Grazie a tutti quelli che hanno cominciato a leggere le avventure dei due maghi irlandesi!
Alla prossima,
Beatrix

EDIT: continua l'opera di risistemazione dei dialoghi!

   
 
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