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Autore: I_Want_Wonderland    24/03/2011    4 recensioni
ATTENZIONE: tutto quello che leggerete è uuna mia FF risalente all'uscita di HAARP... tutto ciò che ho scritto è pura invenzione!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Lolita...'
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“Hai preso tutto? Scarpette? Sciarpa?”
” Si Pa…” .Risposi con voce esasperata.

“E l’ombrello l’hai preso??? Guarda che a Londra piove sempre!”
 “Pa siamo a Giugno, non ci sono mica i monsoni in Inghilterra!!!”
Mio padre, nonostante i miei 19 anni continua sempre ad essere apprensivo ogni volta che parto. Beh dopotutto non era nemmeno il mio primo viaggio che affrontavo! L’alto parlante chiama il mio volo.
“ Ciao Pà, ti chiamo appena arrivo promesso” dico baciandogli la guancia.
“ Mi raccomando Carlotta stai attenta!”
 “Stia tranquillo signor Mario la controllo io!” disse una voce alle mie spalle, mi voltai e vidi un bellissimo ragazzo, alto biondo e con due occhi azzurri; era Dodo il mio migliore amico. All’anagrafe Domenico, ma ormai tutti lo chiamano così perché da piccolo balbettava il suo nome; era la persona più cara che avessi oltre la mia famiglia, lui era il fratello che non avevo mai avuto.
“Dai Lolita- prosegui- andiamo siamo in ritardo.” Liquidai mio padre, e mi diressi verso il ceck in.
“Dai sarà una settimana fantastica! LONDON CALLING- disse urlando, e attirando l’attenzione su di noi- Che hai?? Non mi vorrai dire che sei tesa per l’esibizione??”
“Ma và!!!” risposi con un sorriso.
Il fatto e che non ero tesa, ero invasa dalla paura. Paura di sbagliare qualche passo o di cadere, e fare una figura con loro, i mie idoli di sempre. Per 10 anni della mia vita ho viaggiato in lungo e in largo per l’Europa esibendomi con il mio gruppo alle più prestigiose gare di ballo, confrontandomi con ballerine più belle e brave di me, davanti a giudici che si credevano dio disceso in terra. Ma questa volta era diverso. Questa volta mi sarei esibita, in uno stadio davanti a milioni di persone, senza casomai ricevere alcuna considerazione, perché loro non erano venuti li per vedere me, ma per loro: i MUSE.
Non so nemmeno io perché mi facevo tante paranoie, dopotutto avevo già lavorato per loro. Me lo ricordo benissimo quando Steno coreografo, il nostro coreografo (anche se lui diceva di essere il nostro manager) ci aveva detto che saremo dovuti partire a Los Angeles per prendere parte a un video-clip, perché la regista Flora  Sigismondi ci aveva visto ballare e voleva inserirci nel video. Benedetta donna, che ci fece muovere a scatti senza una vera coreografia, però almeno mi aveva fatto conoscere i mie idoli. La verità e che mi terrorizzava non il fatto di rivederli tutti e tre, ma solo di rivedere Dominic. Si perché era il mio preferitò, il mio amore adolescenziale, quello che avventatamente baciai a Los Angeles.

Atterrammo all’aeroporto con 20 minuti di ritardo. Ad attenderci c’era Steno,. Ci saluto chiedendoci com’era andato il viaggio e cose varie e ci scorto verso una lussuosissima berlina di colore blu. In quel momento mi sentii una vera diva.
“Ora andiamo in albergo- disse Steno con tono molto pacato- Vi sistemerete in camera, vi rilasserete un po’ e poi alle 16 vi voglio trovare nella hall”
“Agli ordini capitano” disse Dodo simulando il saluto dei soldati.
L’albergo era un 5 stelle, bellissimo con un ampio lampadario di cristallo al cento della hall, pavimenti in marmo e divani lussuosi... Appena arrivata in camera mi buttai sul comodissimo letto matrimoniale, non avevo voglia di niente nemmeno di disfare la valigia , o di chiamare mio padre per dirgli che era tutto ok.
Lo feci controvoglia, e con la stessa controvoglia mi diressi in bagno per darmi una rinfrescata. Il display del mio telefono segnava le 15:45, ero in perfetto orario. Una volta scesa nella hall Steno ci invitò a seguirlo, noi senza esitare eseguimmo l’ordine. Ci condusse in una sala  non tanto grande, luminosa, con un bar e alcuni tavoli dove sedevano degli uomini d’affari. Ad uno però c’erano quattro individui. Uno di loro ci veniva in contro con un sorriso smagliante:era Tom.
Poco dopo si avvicinarono anche gli altri tre. Subito Chris abbracciò me e Dodo in una morsa stritolante “ Ragazzi, ma quanto siete cresciuti!”
“È da un anno che non ci vediamo Chris” disse Dodo con un filo di voce “gentilmente mi puoi lasciare che non respiro”
Poi sopraggiunse Matt che porse la mano a Dodo e a me diede un bacio sulla guancia. E infine Dominic, il biondo batterista, fece la stessa cosa del suo compagno, ma si avvicinò al mio orecchio e mi disse “È un piacere rivederti!” e mi abbracciò. E io nel suo abbraccio mi sciolsi.

  
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