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Autore: Jericho XVIII    31/03/2011    1 recensioni
Fondamentalmente, questa raccolta non ha senso.
Telosphobia. La paura dell'ultimo, di esserlo, di diventarlo. La paura di finire. Il terrore di una mente, di una fantasia, che impazzisce perché non vuole esaurirsi. E quindi scrive.
In generale sono original, ma a volte è presa libera ispirazione da film/libri/mitologia/musica ed altro; tuttavia nessun racconto può venire considerato una fanfic perché potrebbe parlare di chiunque. Per lo più sono brevi, a volte brevissime, altre invece potrebbero dilungarsi per più capitoli.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Nate rimase in silenzio. Una goccia che gli colava da una ciocca gli oltrepassò il sopracciglio, e poi giù, oltre l'occhio, come una lacrima.

Ross si passò una mano sul viso. Silenziosamente si sfilò la chitarra dal collo e la posò la sulla neve della panchina. Smontò dallo schienale.

Mentre gli si avvicinava, Nate gettò uno sguardo confuso all'elettrica che si bagnava. Ross piantò gli occhi sui suoi, forzando i loro sguardi ad incontrarsi.

«Senti» disse poi. Gli prese una mano e si tirò giù la zip del giaccone. Nate toccò la sua pelle. Era a torso nudo. «Sei matto» disse.

Ross sbatté le palpebre. «Lo senti?» chiese. «Batte ancora?» Nate fece un respiro spezzato. «Sì»

«Ecco perché penso di capire» fece l'altro. Poi, nel suo modo, gli lasciò la mano, gli portò la sua alla nuca e lo baciò lentamente, con una dolcezza perduta.

  
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