Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Elyse Brunt    04/04/2011    2 recensioni
Mistero.
E' il mistero che circonda Villa Brenn.
La famiglia che vi è abitata è scomparsa da anni.
Tia Lube non sa nulla del perchè quando finisce a Panthalassa, il Paese dei Pupazzi, detto anche Sottoscala.
Come non sa che è predestinata ad impugnare la mitica spada Volucera appartenente all'affascinante pirata Nixalma, capitano della nave che veleggia per i quattro mondi di Pan...
E insieme ad una ciurma particolare, composta da veggenti, pirati, cavalieri, ladri e dalla Prescelta, arriverà a Panurania, il Mondo delle Ombre, dove compierà il suo destino e assisterà alla rinascita della Creatura più oscura e potente dell'Universo, contro i voleri di un Dio capriccioso...
E, yo-oh, beviamoci su! STORIA IN FASE DI CORREZIONE :D
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
LVDMDP

Capitolo Otto

I Pirati di Panthalassa

 

Nixalma impugnò il timone con decisione.

Quanto gli era mancata quella sensazione di… potenza.

Quel brivido di piacere che gli attraversava la schiena guardando i Pirati di Panthalassa terrorizzati da lui.

Da lui che era il Capitano.

Da lui che aveva un potere così enorme da sfidare chiunque.

Anche un Dio.

I Pirati di Panthalassa si erano riuniti tutti intorno al molo del lago Moth, il lago delle falene, e pochi avevano avuto il coraggio di salire a bordo senza l’indicazione del Capitano.
A tribordo, con un sigaro in bocca, stava un uomo altissimo e muscoloso, con la pelle bruna e scurissima. Stava a petto nudo, e sul capo rapato aveva un gran numero di tatuaggi. Era alto molto più di Nixalma, il quale era già sul metro e ottanta - se non oltre - ed era grosso il doppio. Se ne stava tranquillo e fissava il Capitano, aspettando che parlasse, vicino agli altri pochi Pirati saliti sul vascello.
Nixalma accarezzò la sua nave con lo sguardo, percorrendone poppa e prora, babordo e tribordo, fino a posare lo sguardo sulle meravigliose vele addormentate.
- Non è bellissima, Greywolf? – fece lui, rivolgendosi al gigante a bordo.

- Cosa, Capitano? – chiese il Pirata fissando negli occhi Nixalma.

- La nave, Greywolf. La nave…

Greywolf annuì.

- E’ bellissima, sì. Non riesco a credere che tu sia tornato, Capitano! E ora torneremo a veleggiare… Finalmente. Ma chi ti ha…?

- Svegliato? Una ragazzina di nome Tia Lube… Ci crederesti? La prescelta dalla Volucera per sconfiggermi, una quattordicenne!

Greywolf rise.

- Beh, tecnicamente tu hai diciassette anni. Solo tre di più.
Nixalma fece una smorfia e tirò fuori la borraccia del rum.
- Ne ho molti di più. E poi non è nemmeno bella.
- E’ una cozza?

Il Capitano ci pensò un attimo.

-          Ha i capelli corti e castani, lisci. E gli occhi azzurri.

-          E’ grassa?

-          No, anzi. E’ pure troppo magra. Non è brutta… Però sembra più maschio che femmina!

-          Ah! – rise il Pirata – Ti tiene testa, eh?

Nixalma lo fulminò con lo sguardo e Greywolf tacque.

-          Scusi, Capitano.

-          Lascia stare. Piuttosto, chiama la vecchia ciurma. E sbrigati. Stasera dobbiamo partire.

-          Verso dove?

Il Capitano salì a prua e puntò gli occhi violacei verso un lontano scoglio, sormontato da un’imponente costruzione scura.

-          Verso la Reggia Incubus.

Greywolf s’irrigidì e strinse i pugni.

-          Reggia Incubus, Capitano?

-          Esatto. Paura?

Il Pirata scosse il capo vigorosamente.

-          Riunirò la ciurma. Vedrai, non vedono l’ora di tornare sulla Poison!

Nixalma sorrise e lasciò che il Pirata andasse ad avvisare i suoi compagni.
Sul nero lago Moth la polvere leggera che riveste le ali delle falene scintillava tra le onde. Le vele della nave dormivano ancora, ma al tramonto si sarebbero risvegliate, brune e bellissime come sempre, vive e al comando suo, suo e unicamente suo.

Il Capitano guardò all’orizzonte e vide un piccolo puntino scuro avvicinarsi velocemente.

Mano a mano che si avvicinava, la sua forma era sempre più familiare.

La creatura atterrò sbuffando sulla prua della nave, tentennando sulle zampe spesse e chiudendo le ali bluastre.

-          Leadheed? – scandì Nixalma stupito. – Cosa diavolo fai qui?

Il drago di Sottoscala sbuffò e nel fumo presero forma delle immagini.

La bottega di Mastro Aggiustatutto, Tia Lube, i Baiocchi di Giustappunto e la Reggia Incubus.

-          Dannazione, quella incapace! Si è fatta prendere dai Baiocchi! Farei bene a lasciarla in pasto a Giustappunto. Anzi, pensandoci bene, lo farò!

Leadheed ruggì lanciando una fiammata e il Capitano della Poison sguainò la spada Volucera.

-          Che vuoi, tu? Perché dovrei aiutarla? Di quale utilità mi è Tia Lube? Se non l’avessi portata a casa lei avrebbe potuto sottrarmi la nave e la spada, ma ora che è in mano a Giustappunto posso anche evitarmi il disturbo, non trovi?

Il drago lanciò una lunga fiammata che Nixalma respinse con la spada.

-          No? Ma tu guarda se devo ritrovarmi a discutere con una bestia. Vuoi che ti uccida? Lasciami in pace!

-          Io credo che ti convenga fare come dice, Ully.

Nixalma si voltò verso tribordo, in contemporanea al drago.

Sul pontile della nave stava poggiata Madame Louise Sugàr, con lo sguardo corrucciato e i tentacoli celati dalla lunga gonna.

- Cosa diavolo fai tu qui?

Le iridi eterocrome di Madame si fecero dure e Nixalma percepì che qualcosa non andava.

- Tu pensi davvero di poter prendere il posto di Tia?

- Certo! Sono io il portatore della Volucera.

- Stupido! La Volucera ha scelto Tia Lube per trovare la prescelta e portarla a Panurania, non te.

- Ma se le hai detto che la riporteremo a Pandemos!

Madame sbuffò.

- Non lo faremo. Io so che se glielo avessimo chiesto ora, si sarebbe rifiutata di aiutarci. Sto solo rimandando il momento della verità… Tu sai che il treno per Pandemos è in mano al Druido. Per aprire il passaggio da Pangea a Pandemos dovremmo chiedere a lui, e dati i rapporti non proprio meravigliosi tra lui e la tua ciurma, non ci permetterebbe mai di far salire Tia. E tu sai che è così, perciò non far finta di non aver capito che le stavo mentendo. Lei verrà con noi, perché noi abbiamo bisogno di lei, e anche di te.

Nixalma la guardò dall’alto del suo metro e ottanta e sguainò la Volucera. Il suo volto era una maschera inespressiva, gli occhi violacei erano adombrati ed impenetrabili.

- E allora andiamo a liberare quella rompiscatole. D’altronde, Reggia Incubus è di strada e Giustappunto non può nulla contro di me e i Pirati. Stavolta hai vinto tu, bestiaccia – fece il Capitano, rivolgendosi al drago vittorioso.

Leadheed sbuffò soddisfatto e si posizionò sull’albero maestro, cacciando superbamente una fiammata.

Nixalma rise.

“Non so quanto gli convenga fare lo sbruffone vicino alle vele” pensò.

-          Greywolf! – chiamò il Capitano – Hai radunato la ciurma?

Dal pontile i Pirati risposero chiaro e forte con un urlo.

-          Bene. Salite a bordo con tutte le armi che conoscete, bastardi. E chi di voi è una femminuccia, scenda a terra e si nasconda nella copertina, perché oggi è un giorno speciale ed importante! Il Capitano è tornato e festeggeremo il mio ritorno col sangue! Oggi finiscono i soprusi del Reuccio dei miei stivali. Attacchiamo Reggia Incubus!

Dopo un attimo di stupore, i Pirati di Sottoscala si precipitarono sulla Poison, con sciabole, coltelli, pistole e borracce di rum a volontà.

Madame Sugàr si rifugiò nella cabina interna e Nixalma tirò fuori il rum, portandosi la borraccia alla bocca.

-          Coraggio, ciurma! Svegliate le vele e levate l’ancora. Yo-oh, ritornano i Pirati! – gridò.

 

 

 

Nella buia e umida cella nelle profondità del mare, Tia aspettava la fine.

Che fosse stata la fine di un incubo o la fine della sua vita, questo non poteva dirlo, in ogni caso, farla finita sarebbe stato sempre meglio di rimanere laggiù.

Reggia Incubus era incavata nella roccia di un enorme scoglio nel cupo lago Moth e le segrete erano situate nelle grotte sommerse. L’umidità era insopportabile, e l’oscurità era persino dolorosa per gli occhi della giovane Lube.

Nel buio, le enormi iridi color del mare brillavano. Sembravano due grandi laghi, anche se, mano a mano che il tempo passava, la loro luce si faceva più fioca.

Tia stava seduta in un angolo, sulla nuda roccia, accovacciata col viso poggiato sulle ginocchia e i lisci capelli castani sparsi a coprirle la visuale. In ogni caso, con quel buio non avrebbe potuto vedere nulla.

Tia Lube era certa che nessuno sarebbe venuto a liberarla.

Nixalma non vedeva l’ora di liberarsi di lei, e Madame Sugàr non aveva motivo di doverla cercare. Era un ostacolo, un intoppo, un inutile ‘di più’ che il ridicolo re coniglio avrebbe facilmente fatto fuori… Lei non aveva facoltà speciali come Nixalma.

I Baiocchi erano di guardia e la loro cantilena oscura risuonava nelle profondità della caverna in modo inquietante.

I Baiocchi rotolarono vicino alla cella e aprirono la porta.

Tia sollevò il capo e rabbrividì, con le lacrime agli occhi.

-          Tia Lube deve essere portata al cospetto del Re! Da Giustappunto, per essere giustiziata!

-          Giustizia un corno – balbettò debolmente.

Le grosse uova, appese a quegli strani fili argentati dai quali gli incubi di Sottoscala – escluso Nixalma e la sua ciurma, Leadheed, Madame Sugàr e il suo seguito – pendevano, la condussero per un lungo ed impervio corridoio in salita.

Sbucarono nell’ala orientale del castello, nella grande sala.

Al centro della sala era stato allestito un palco, sul quale il boia stava sistemando dei barili. Il lampadario di cristallo e oro scendeva dal soffitto illuminando tutto con una luce fioca e ovattata, perfetta per un ballo, ma poco adatta ad un esecuzione di quel genere.

Tutt’intorno al palco, gli incubi di Panthalassa erano ansiosi di assistere all’uccisione della giovane Lube, come lupi affamati che attendono la preda. Il soffitto a cupola era occupato da una rete argentata ed intricatissima di fili argentati, ai quali tutti erano attaccati, come marionette.

Giustappunto era seduto su uno sfarzoso ed alto trono di velluto rosso, decorato con oro e pietre preziose, dal quale vedeva tutti e tutti potevano vederlo ed adorarlo. Il peluche rosa reale indossava una corona troppo grande e pesante. Pendeva penosamente da un lato.

La folla d’incubi scoppiò in grida soddisfatte all’ingresso della vittima designata, e i Baiocchi la condussero frettolosamente al palco di legno.

-          GIUSTIZIATELA! – gridò Giustappunto.

Tia salì pietosamente sul palco trascinando le All Star sdrucite.

-          Veloce, ragazzina – fece il Boia.

La ragazza scoppiò a piangere e si rivolse con rabbia al Reuccio Morbidoso.

-          Cosa diavolo volete da me?!? IO VOGLIO TORNARE A CASA! Non c’entro meglio in questo mondo di PAZZOIDI! – sbottò.

-           Ah, sì? Vuoi tornare a casa? Ma non farmi ridere! La Profezia dice che troverai la Prescelta e la condurrai al suo destino. E così sarà! Perciò devi morire.

 

 

 

Sperò che non fosse troppo tardi per quella cretina.

Tia era fin troppo orgogliosa per accettare di morire senza dir nulla a Giustappunto, da quello che aveva capito di lei in quei giorni. E se avesse provocato il re, sarebbe morta più in fretta. Fece forza al timone e virò, conducendo la nave verso la cupola di vetro scuro della Reggia Incubus.
- Ammainate le vele! – gridò.

- Vuoi sfondare la cupola…?!? – gli chiese Greywolf, preoccupato.

- Esatto.

- Ma le vele…

- Ammainatele subito! Le spiegheremo dopo aver sfondato il vetro.

- Agli ordini.

Capitano Nixalma spedì la nave dritto verso la cupola di vetro, senza timore.

E senza timore, la sfondò.

 

 

Quando Tia vide l’enorme vascello pirata incombere sulla cupola, tremò.
Si buttò a terra e urlò sentendolo sfondare il vetro, evitando per poco un enorme frammento di cupola che le si era incagliato vicino.

Il vascello volante era di legno scuro e cupo, la prua somigliava a quella di una nave vichinga, perché terminava con un incisione arricciata, mentre la poppa era quella di un tipico galeone inglese. Ma non era quella la particolarità della nave.
Le vele, ora ammainate, erano qualcosa di straordinario.

Erano nere, velate da uno strato leggero di polvere, con disegni concentrici bruni.

Erano vele davvero speciali.

Non per il colore, né per la polvere o i disegni.

Ma perché non erano di stoffa, e non erano neppure vele.

Erano enormi, meravigliose, spaventose …

Tia sorrise e scosse il capo, interdetta.

Ormai, si era quasi abituata a sorprese del genere, ma quelle vele erano la cosa più bella che potesse immaginare.

Erano Falene.

Moths, come il lago Moth.

Ed erano le vele.

Riusciva persino a immaginare di chi fossero l’incubo, quelle vele.

L’artista Salvador Dalì, che dipingeva navi con vele di fiori e farfalle.

Forse era un veggente e le aveva viste in trance, o in sogno, oppure quella nave era il suo incubo.

In ogni caso, quella nave l’avrebbe riconosciuta tra mille.

Non poteva che essere lei la famigerata nave Poison dalle vele vive del Capitano Nixalma, ne era certa.

Ma allora era venuto a salvarla!

Dopo un minuto di panico, i Baiocchi ristabilirono un minimo d’ordine tra gli incubi e si disposero in circolo al centro della sala, sul palco vicino a Tia, dove, lentamente, la nave stava scendendo. Tia li osservò stranita, sollevandosi in piedi ed evitando i vetri rotti. I Baiocchi si facevano più vicini tra loro.

Ad un certo punto, le uova-soldato cominciarono a battersi l’una contro l’altra, fortissimo, spaccandosi.

La giovane Lube spalancò gli occhi.

Dalle uova rotte, uscirono delle creature immonde.

Orribili, enormi, pelosissimi e scuri ragni dalle zampe oblunghe e gli occhi rossi.

Battevano le tenaglie verso l’alto, protendendosi verso la Poison

A prua, Tia riconobbe la figura del Capitano.

Nixalma si stagliava altissimo, col suo fisico asciutto teso nell’atto di impugnare la Volucera, la bandana rossa allacciata sulla chioma nero-blu e gli occhi tempestosi fissi verso di lei.

-          AVVICINATI E AFFERRA LA CIMA! – gridò dall’alto, mentre uno della ciurma le lanciava una lunga corda.

-          E COME FACCIO CON QUELLE BESTIACCE SECONDO TE?!? – risposte Tia indicando i Baiocchi – ragni.

 Nixalma si morse un labbro e afferrò in fretta una cima, poi chiamò Leadheed.

-          Senti, drago. Noi due non andiamo d’accordo e tu mi fai pure schifo, come bestia, in verità. Però ora dobbiamo recuperare quella rottura della tua padrona, perciò, scendi con me. I Baiocchi hanno paura del fuoco, quindi vedi di dar aria alla tua boccaccia.

Il drago sbuffò in segno di assenso e svolazzò veloce fino a Tia.

Nixalma si appese alla cima e si lanciò addosso ai Baiocchi, conficcando la Volucera nel dorso di uno.

-          Sbrigati, imbranata! – gridò a Tia.

-          Sì, va bene, ma calmati!

-          Facile a dirsi – rispose, infilzando un altro ragno. – Mica li stai affrontando tu, i Baiocchi!

Tia afferrò la cima, con l’aiuto di Leadheed, che teneva lontani i Baiocchi con le sue fiammate.

-          NON FATELI SCAPPARE! – gridò tra la confusione Giustappunto, con la sua vocetta stridula.

Nixalma chiamò gli altri Pirati della Poison, che tennero impegnati i Baiocchi, mentre il Capitano avanzava verso il Reuccio.

-          Non mi scappi, stronzo.

-          TENETELO LONTANO!

Nixalma sferzò un colpo verso sinistra, abbattendo un Baiocco, mentre Giustappunto tentava di fuggire. Il Capitano della Poison si avvicinò pericolosamente ed afferrò per le orecchie il Reuccio.

-          Ciao.

-          BAIOCCHI, VENITE AD AIUTARMI!

-          Inutile, non verranno.

Al centro della sala, i cadaveri dilaniati dei Baiocchi giacevano silenti.

I Pirati tacquero e nella sala riecheggiò un urlo stridulo.

Dalla nave, strisciando velocissima, discese Madame Louise Sugàr. I tentacoli erano lunghissimi e iridescenti, gli occhi enormi, entrambi rossi e demoniaci, l’altezza era raddoppiata e il volto era una maschera d’orrore.

Giustappunto tremava, nel suo corpicino morbido.

-          TI UCCIDO, STRONZO! – gridò ridendo Madame.

Nixalma si parò davanti al Reuccio e gli conficcò la spada nel ventre di stoffa, poi estrasse la spada e corse alla nave, risalendo in fretta e furia.

Madame Sugàr avvolse Giustappunto tra i tentacoli viscidi e ne conficcò un paio nella schiena, strappando con le mani i piccoli bottoni che avevano funzione di occhi.

Poi Nixalma la chiamò forte dalla Poison, e calmandosi leggermente, Madame lasciò andare il Reuccio martoriato e risalì.

Tia aveva assistito alla scena impotente e piena d’orrore e ora vedeva, dallo squarcio nel ventre di Giustappunto, uscire una luce forte e bianca.

Si avvicinò a Nixalma.

-          Ma cosa diavolo succede?

-          Ah, è questo il tuo ringraziamento per averti salvato?

Tia sbuffò e incrociò le braccia.

-          Grazie, va bene? E ora mi dici cos’ha il coniglio nella ferita?

Nixalma sorrise e carezzò la Volucera.

-          Il passaggio tra Panthalassa e Pangea si trova nel corpo di Giustappunto. Ferendolo con la Volucera ho aperto il portale, ed è questo il motivo per cui lui ha paura di me. Quando voglio viaggiare, lo ferisco e passo, e lui soffre orribilmente. Altrimenti, sembrerà strano, ma Giustappunto non può sentire dolore.

-          E quindi noi dobbiamo passare…

-          … In quel fascio di luce. Reggiti forte. Spiegate le vele, babbei! – gridò il Capitano. – Greywolf, aiuta Tia e Madame a tenersi ferme durante il passaggio!

I Pirati di Sottoscala si misero all’opera, e Greywolf legò Tia e Madame in modo da farle rimanere fisse alla nave volante.

Nixalma virò a destra, verso Giustappunto e puntò il cono di luce.

Vedendolo andare a tutta velocità dritto verso il pavimento, Tia tremò dalla paura e chiuse gli occhi.

-          Ci schianteremo, cretino!

-          Sta’ zitta, zucchero.

La Poison entrò nel cono di luce e venne risucchiata nel corpo del Reuccio insieme a tutta la sua ciurma.

 

 

 

 

 

AAAgh, scusatemi per il ritardo xD! Ho poco tempo e per un po’ mi sono dedicata completamente al disegno lasciando la scrittura da parte.

Questo capitolo è l’ultimo ambientato a Panthalassa e nel prossimo lasceremo un po’ Tia e Nix per andare a trovare nuovi personaggi che entreranno nella ciurma e nella storia. Prossima tappa: Pangea! Alla ricerca della Prescelta :D

Ringrazio Hellister e tutti quelli che hanno messo la storia fra le preferite e le seguite (non elenco perché non ho tempo, perdono ç_ç)! Un bacione,

 

 

Elyse

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Elyse Brunt