Capitolo
Otto
I Pirati di
Panthalassa
Nixalma impugnò il timone con
decisione.
Quanto gli era mancata quella sensazione
di… potenza.
Quel brivido di piacere che gli
attraversava la schiena guardando i Pirati di Panthalassa terrorizzati da
lui.
Da lui che era il Capitano.
Da lui che aveva un potere così enorme
da sfidare chiunque.
Anche un
Dio.
I Pirati di Panthalassa si erano riuniti
tutti intorno al molo del lago Moth, il lago delle falene, e pochi avevano avuto
il coraggio di salire a bordo senza l’indicazione del Capitano.
A tribordo,
con un sigaro in bocca, stava un uomo altissimo e muscoloso, con la pelle bruna
e scurissima. Stava a petto nudo, e sul capo rapato aveva un gran numero di
tatuaggi. Era alto molto più di Nixalma, il quale era già sul metro e ottanta -
se non oltre - ed era grosso il doppio. Se ne stava tranquillo e fissava il
Capitano, aspettando che parlasse, vicino agli altri pochi Pirati saliti sul
vascello.
Nixalma accarezzò la sua nave con lo sguardo, percorrendone poppa e
prora, babordo e tribordo, fino a posare lo sguardo sulle meravigliose vele
addormentate.
- Non è bellissima, Greywolf? – fece lui, rivolgendosi al
gigante a bordo.
- Cosa, Capitano? – chiese il Pirata
fissando negli occhi Nixalma.
- La nave, Greywolf. La
nave…
Greywolf
annuì.
- E’ bellissima, sì. Non riesco a
credere che tu sia tornato, Capitano! E ora torneremo a veleggiare… Finalmente.
Ma chi ti ha…?
- Svegliato? Una ragazzina di nome Tia
Lube… Ci crederesti? La prescelta dalla Volucera per sconfiggermi, una
quattordicenne!
Greywolf
rise.
- Beh, tecnicamente tu hai diciassette
anni. Solo tre di più.
Nixalma fece una smorfia e tirò fuori la borraccia del
rum.
- Ne ho molti di più. E poi
non è nemmeno bella.
- E’ una cozza?
Il Capitano ci pensò un
attimo.
-
Ha i capelli
corti e castani, lisci. E gli occhi azzurri.
-
E’
grassa?
-
No, anzi. E’
pure troppo magra. Non è brutta… Però sembra più maschio che
femmina!
-
Ah! – rise il
Pirata – Ti tiene testa, eh?
Nixalma lo fulminò con lo sguardo e
Greywolf tacque.
-
Scusi,
Capitano.
-
Lascia stare.
Piuttosto, chiama la vecchia ciurma. E sbrigati. Stasera dobbiamo
partire.
-
Verso
dove?
Il Capitano salì a prua e puntò gli
occhi violacei verso un lontano scoglio, sormontato da un’imponente costruzione
scura.
-
Verso
Greywolf s’irrigidì e strinse i
pugni.
-
Reggia
Incubus, Capitano?
-
Esatto.
Paura?
Il Pirata scosse il capo
vigorosamente.
-
Riunirò la
ciurma. Vedrai, non vedono l’ora di tornare sulla
Poison!
Nixalma sorrise e lasciò che il Pirata
andasse ad avvisare i suoi compagni.
Sul nero lago Moth la polvere leggera
che riveste le ali delle falene scintillava tra le onde. Le vele della nave
dormivano ancora, ma al tramonto si sarebbero risvegliate, brune e bellissime
come sempre, vive e al comando suo, suo e unicamente suo.
Il Capitano guardò all’orizzonte e vide
un piccolo puntino scuro avvicinarsi velocemente.
Mano a mano che si avvicinava, la sua
forma era sempre più familiare.
La creatura atterrò sbuffando sulla prua
della nave, tentennando sulle zampe spesse e chiudendo le ali bluastre.
-
Leadheed? –
scandì Nixalma stupito. – Cosa diavolo fai qui?
Il drago di Sottoscala sbuffò e nel fumo
presero forma delle immagini.
La bottega di Mastro Aggiustatutto, Tia
Lube, i Baiocchi di Giustappunto e
-
Dannazione,
quella incapace! Si è fatta prendere dai Baiocchi! Farei bene a lasciarla in
pasto a Giustappunto. Anzi, pensandoci bene, lo
farò!
Leadheed ruggì lanciando una fiammata e
il Capitano della Poison sguainò la spada Volucera.
-
Che vuoi, tu?
Perché dovrei aiutarla? Di quale utilità mi è Tia Lube? Se non l’avessi portata
a casa lei avrebbe potuto sottrarmi la nave e la spada, ma ora che è in mano a
Giustappunto posso anche evitarmi il disturbo, non
trovi?
Il drago lanciò una lunga fiammata che
Nixalma respinse con la spada.
-
No? Ma tu
guarda se devo ritrovarmi a discutere con una bestia. Vuoi che ti uccida?
Lasciami in pace!
-
Io credo che
ti convenga fare come dice, Ully.
Nixalma si voltò verso tribordo, in
contemporanea al drago.
Sul pontile della nave stava poggiata
Madame Louise Sugàr, con lo sguardo corrucciato e i tentacoli celati dalla lunga
gonna.
- Cosa diavolo fai tu
qui?
Le iridi eterocrome di Madame si fecero
dure e Nixalma percepì che qualcosa non andava.
- Tu pensi davvero di poter prendere il
posto di Tia?
- Certo! Sono io il portatore della
Volucera.
- Stupido!
- Ma se le hai detto che la riporteremo
a Pandemos!
Madame
sbuffò.
- Non lo faremo. Io so che se glielo
avessimo chiesto ora, si sarebbe rifiutata di aiutarci. Sto solo rimandando il
momento della verità… Tu sai che il treno per Pandemos è in mano al Druido. Per
aprire il passaggio da Pangea a Pandemos dovremmo chiedere a lui, e dati i
rapporti non proprio meravigliosi tra lui e la tua ciurma, non ci permetterebbe
mai di far salire Tia. E tu sai che è così, perciò non far finta di non aver
capito che le stavo mentendo. Lei verrà con noi, perché noi abbiamo bisogno di
lei, e anche di te.
Nixalma la guardò dall’alto del suo
metro e ottanta e sguainò
- E allora andiamo a liberare quella
rompiscatole. D’altronde, Reggia Incubus è di strada e Giustappunto non può
nulla contro di me e i Pirati. Stavolta hai vinto tu, bestiaccia – fece il
Capitano, rivolgendosi al drago vittorioso.
Leadheed sbuffò soddisfatto e si
posizionò sull’albero maestro, cacciando superbamente una
fiammata.
Nixalma rise.
“Non so quanto gli convenga fare lo
sbruffone vicino alle vele” pensò.
-
Greywolf! –
chiamò il Capitano – Hai radunato la ciurma?
Dal pontile i Pirati risposero chiaro e
forte con un urlo.
-
Bene. Salite
a bordo con tutte le armi che conoscete, bastardi. E chi di voi è una
femminuccia, scenda a terra e si nasconda nella copertina, perché oggi è un
giorno speciale ed importante! Il Capitano è tornato e festeggeremo il mio
ritorno col sangue! Oggi finiscono i soprusi del Reuccio dei miei stivali.
Attacchiamo Reggia Incubus!
Dopo un attimo di stupore, i Pirati di
Sottoscala si precipitarono sulla Poison, con sciabole, coltelli, pistole e
borracce di rum a volontà.
Madame Sugàr si rifugiò nella cabina
interna e Nixalma tirò fuori il rum, portandosi la borraccia alla
bocca.
-
Coraggio,
ciurma! Svegliate le vele e levate l’ancora. Yo-oh, ritornano i Pirati! –
gridò.
Nella buia e umida cella nelle
profondità del mare, Tia aspettava la fine.
Che fosse stata la fine di un incubo o
la fine della sua vita, questo non poteva dirlo, in ogni caso, farla finita
sarebbe stato sempre meglio di rimanere laggiù.
Reggia Incubus era incavata nella roccia
di un enorme scoglio nel cupo lago Moth e le segrete erano situate nelle grotte
sommerse. L’umidità era insopportabile, e l’oscurità era persino dolorosa per
gli occhi della giovane Lube.
Nel buio, le enormi iridi color del mare
brillavano. Sembravano due grandi laghi, anche se, mano a mano che il tempo
passava, la loro luce si faceva più fioca.
Tia stava seduta in un angolo, sulla
nuda roccia, accovacciata col viso poggiato sulle ginocchia e i lisci capelli
castani sparsi a coprirle la visuale. In ogni caso, con quel buio non avrebbe
potuto vedere nulla.
Tia Lube era certa che nessuno sarebbe
venuto a liberarla.
Nixalma non vedeva l’ora di liberarsi di
lei, e Madame Sugàr non aveva motivo di doverla cercare. Era un ostacolo, un
intoppo, un inutile ‘di più’ che il ridicolo re coniglio avrebbe facilmente
fatto fuori… Lei non aveva facoltà speciali come
Nixalma.
I Baiocchi erano di guardia e la loro
cantilena oscura risuonava nelle profondità della caverna in modo
inquietante.
I Baiocchi rotolarono vicino alla cella
e aprirono la porta.
Tia sollevò il capo e rabbrividì, con le
lacrime agli occhi.
-
Tia Lube deve essere portata al cospetto
del Re! Da Giustappunto, per essere
giustiziata!
-
Giustizia un
corno – balbettò debolmente.
Le grosse uova, appese a quegli strani
fili argentati dai quali gli incubi di Sottoscala – escluso Nixalma e la sua
ciurma, Leadheed, Madame Sugàr e il suo seguito – pendevano, la condussero per
un lungo ed impervio corridoio in salita.
Sbucarono nell’ala orientale del
castello, nella grande sala.
Al centro della sala era stato allestito
un palco, sul quale il boia stava sistemando dei barili. Il lampadario di
cristallo e oro scendeva dal soffitto illuminando tutto con una luce fioca e
ovattata, perfetta per un ballo, ma poco adatta ad un esecuzione di quel
genere.
Tutt’intorno al palco, gli incubi di
Panthalassa erano ansiosi di assistere all’uccisione della giovane Lube, come
lupi affamati che attendono la preda. Il soffitto a cupola era occupato da una
rete argentata ed intricatissima di fili argentati, ai quali tutti erano
attaccati, come marionette.
Giustappunto era seduto su uno sfarzoso
ed alto trono di velluto rosso, decorato con oro e pietre preziose, dal quale
vedeva tutti e tutti potevano vederlo ed adorarlo. Il peluche rosa reale
indossava una corona troppo grande e pesante. Pendeva penosamente da un
lato.
La folla d’incubi scoppiò in grida
soddisfatte all’ingresso della vittima designata, e i Baiocchi la condussero
frettolosamente al palco di legno.
-
GIUSTIZIATELA! – gridò Giustappunto.
Tia salì pietosamente sul palco
trascinando le All Star sdrucite.
-
Veloce,
ragazzina – fece il Boia.
La ragazza scoppiò a piangere e si
rivolse con rabbia al Reuccio Morbidoso.
-
Cosa diavolo
volete da me?!? IO VOGLIO TORNARE A CASA! Non c’entro meglio in questo mondo di
PAZZOIDI! – sbottò.
-
Ah, sì? Vuoi tornare a casa? Ma non farmi
ridere!
Sperò che non fosse troppo tardi per
quella cretina.
Tia era fin troppo orgogliosa per
accettare di morire senza dir nulla a Giustappunto, da quello che aveva capito
di lei in quei giorni. E se avesse provocato il re, sarebbe morta più in fretta.
Fece forza al timone e virò, conducendo la nave verso la cupola di vetro scuro
della Reggia Incubus.
- Ammainate le vele! –
gridò.
- Vuoi sfondare la cupola…?!? – gli
chiese Greywolf, preoccupato.
- Esatto.
- Ma le
vele…
- Ammainatele subito! Le spiegheremo
dopo aver sfondato il vetro.
- Agli
ordini.
Capitano Nixalma spedì la nave dritto
verso la cupola di vetro, senza timore.
E senza timore, la
sfondò.
Quando Tia vide l’enorme vascello pirata
incombere sulla cupola, tremò.
Si buttò a terra e urlò sentendolo sfondare il
vetro, evitando per poco un enorme frammento di cupola che le si era incagliato
vicino.
Il vascello volante era di legno scuro e
cupo, la prua somigliava a quella di una nave vichinga, perché terminava con un
incisione arricciata, mentre la poppa era quella di un tipico galeone inglese.
Ma non era quella la particolarità della nave.
Le vele, ora ammainate, erano
qualcosa di straordinario.
Erano nere, velate da uno strato leggero
di polvere, con disegni concentrici bruni.
Erano vele davvero speciali.
Non per il colore, né per la polvere o i
disegni.
Ma perché non erano di stoffa, e non
erano neppure vele.
Erano enormi, meravigliose, spaventose
…
Tia sorrise e scosse il capo,
interdetta.
Ormai, si era quasi abituata a sorprese
del genere, ma quelle vele erano la cosa più bella che potesse
immaginare.
Erano
Falene.
Moths,
come il lago Moth.
Ed erano le
vele.
Riusciva persino a immaginare di chi
fossero l’incubo, quelle vele.
L’artista Salvador Dalì, che dipingeva
navi con vele di fiori e farfalle.
Forse era un veggente e le aveva viste
in trance, o in sogno, oppure quella nave era il suo
incubo.
In ogni caso, quella nave l’avrebbe
riconosciuta tra mille.
Non poteva che essere lei la famigerata
nave Poison dalle vele vive del Capitano Nixalma, ne era
certa.
Ma allora era venuto a
salvarla!
Dopo un minuto di panico, i Baiocchi
ristabilirono un minimo d’ordine tra gli incubi e si disposero in circolo al
centro della sala, sul palco vicino a Tia, dove, lentamente, la nave stava
scendendo. Tia li osservò stranita, sollevandosi in piedi ed evitando i vetri
rotti. I Baiocchi si facevano più vicini tra loro.
Ad un certo punto, le uova-soldato
cominciarono a battersi l’una contro l’altra, fortissimo,
spaccandosi.
La giovane Lube spalancò gli
occhi.
Dalle uova rotte, uscirono delle
creature immonde.
Orribili, enormi, pelosissimi e scuri
ragni dalle zampe oblunghe e gli occhi rossi.
Battevano le tenaglie verso l’alto,
protendendosi verso
A prua, Tia riconobbe la figura del
Capitano.
Nixalma si stagliava altissimo, col suo
fisico asciutto teso nell’atto di impugnare
-
AVVICINATI E
AFFERRA
-
E COME FACCIO
CON QUELLE BESTIACCE SECONDO TE?!? – risposte Tia indicando i Baiocchi – ragni.
Nixalma si morse un labbro e afferrò in
fretta una cima, poi chiamò Leadheed.
-
Senti, drago.
Noi due non andiamo d’accordo e tu mi fai pure schifo, come bestia, in verità.
Però ora dobbiamo recuperare quella rottura della tua padrona, perciò, scendi
con me. I Baiocchi hanno paura del fuoco, quindi vedi di dar aria alla tua
boccaccia.
Il drago sbuffò in segno di assenso e
svolazzò veloce fino a Tia.
Nixalma si appese alla cima e si lanciò
addosso ai Baiocchi, conficcando
-
Sbrigati,
imbranata! – gridò a Tia.
-
Sì, va bene,
ma calmati!
-
Facile a
dirsi – rispose, infilzando un altro ragno. – Mica li stai affrontando tu, i
Baiocchi!
Tia afferrò la cima, con l’aiuto di
Leadheed, che teneva lontani i Baiocchi con le sue
fiammate.
-
NON FATELI
SCAPPARE! – gridò tra la confusione Giustappunto, con la sua vocetta
stridula.
Nixalma chiamò gli altri Pirati della
Poison, che tennero impegnati i Baiocchi, mentre il Capitano avanzava verso il
Reuccio.
-
Non mi
scappi, stronzo.
-
TENETELO
LONTANO!
Nixalma sferzò un colpo verso sinistra,
abbattendo un Baiocco, mentre Giustappunto tentava di fuggire. Il Capitano della
Poison si avvicinò pericolosamente ed afferrò per le orecchie il
Reuccio.
-
Ciao.
-
BAIOCCHI,
VENITE AD AIUTARMI!
-
Inutile, non
verranno.
Al centro della sala, i cadaveri
dilaniati dei Baiocchi giacevano silenti.
I Pirati tacquero e nella sala
riecheggiò un urlo stridulo.
Dalla nave, strisciando velocissima,
discese Madame Louise Sugàr. I tentacoli erano lunghissimi e iridescenti, gli
occhi enormi, entrambi rossi e demoniaci, l’altezza era raddoppiata e il volto
era una maschera d’orrore.
Giustappunto tremava, nel suo corpicino
morbido.
-
TI UCCIDO,
STRONZO! – gridò ridendo Madame.
Nixalma si parò davanti al Reuccio e gli
conficcò la spada nel ventre di stoffa, poi estrasse la spada e corse alla nave,
risalendo in fretta e furia.
Madame Sugàr avvolse Giustappunto tra i
tentacoli viscidi e ne conficcò un paio nella schiena, strappando con le mani i
piccoli bottoni che avevano funzione di occhi.
Poi Nixalma la chiamò forte dalla
Poison, e calmandosi leggermente, Madame lasciò andare il Reuccio martoriato e
risalì.
Tia aveva assistito alla scena impotente
e piena d’orrore e ora vedeva, dallo squarcio nel ventre di Giustappunto, uscire
una luce forte e bianca.
Si avvicinò a
Nixalma.
-
Ma cosa
diavolo succede?
-
Ah, è questo
il tuo ringraziamento per averti salvato?
Tia sbuffò e incrociò le
braccia.
-
Grazie, va
bene? E ora mi dici cos’ha il coniglio nella
ferita?
Nixalma sorrise e carezzò
-
Il passaggio
tra Panthalassa e Pangea si trova nel corpo di Giustappunto. Ferendolo con
-
E quindi noi
dobbiamo passare…
-
… In quel
fascio di luce. Reggiti forte. Spiegate le vele, babbei! – gridò il Capitano. –
Greywolf, aiuta Tia e Madame a tenersi ferme durante il
passaggio!
I Pirati di Sottoscala si misero
all’opera, e Greywolf legò Tia e Madame in modo da farle rimanere fisse alla
nave volante.
Nixalma virò a destra, verso
Giustappunto e puntò il cono di luce.
Vedendolo andare a tutta velocità dritto
verso il pavimento, Tia tremò dalla paura e chiuse gli
occhi.
-
Ci
schianteremo, cretino!
-
Sta’ zitta,
zucchero.
AAAgh, scusatemi per il ritardo xD! Ho
poco tempo e per un po’ mi sono dedicata completamente al disegno lasciando la
scrittura da parte.
Questo capitolo è l’ultimo ambientato a
Panthalassa e nel prossimo lasceremo un po’ Tia e Nix per andare a trovare nuovi
personaggi che entreranno nella ciurma e nella storia. Prossima tappa: Pangea!
Alla ricerca della Prescelta :D
Ringrazio Hellister e tutti quelli che hanno
messo la storia fra le preferite e le seguite (non elenco perché non ho tempo,
perdono ç_ç)! Un bacione,
Elyse