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Autore: Shark Attack    30/01/2006    23 recensioni
Non riesco a fare bene una sintesi perchè la storia parte con il tempo presente e poi per 3 o 4 capitoli racconta il passato, quindi scrivo un pezzetto tratto dal testo che spero vi incuriosisca!
"Hao le era di fronte. I suoi capelli lunghissimi lo identificavano fra mille e il suo poncho color panna sembrava addirittura più logoro di una volta, anche lui non lo vedeva da un anno.
- …
- Allora, Anna, non mi riconosci?
Non rispose, non sapeva che cosa dire: certo che l’aveva riconosciuto, il “gemello cattivo” del suo fidanzato. Ovviamente non se lo aspettava proprio di trovarselo lì così, all’improvviso, nel cortiletto della sua futura casata. Fece come per voler scendere ma lei si mise subito sulla difensiva.
- Non osare avvicinarti – strinse più forte la collana di perle, facendole tintinnare- Allontanati da questa casa, maledetto!
- Ma che stai dicendo? Anna, sono io- disse con semplicità
-...Yoh?"
E ora, questa Fic è conclusa... Yoh, Hao ed Anna hanno trovato pace e serenità tra di loro e in loro stessi... ma, alla fine, sarà così?
Buona lettura! XD
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hao Asakura, Yoh Asakura
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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TWIN SPIRITS

TWIN SPIRITS

- IL RITORNO DI YOH -

Quella sera Anna avrebbe voluto mangiare delle patatine fritte, così da ben due ore era intenta a pelare e a tagliare a tocchetti un paio di patate. Stava per metterle a friggere in padella quando i suoi pensieri si posarono su di Yoh e sulla sua passione per quell’alimento che gli aveva sempre proibito. Si voltò di scatto e rimise tutti i pezzettini di patate nella ciotola bianca che aveva appoggiato sul tavolo, poi picchiò i pugni con fare nervoso e mormorò impercettibilmente il nome del suo ragazzo.

Alzò gli occhi al televisore, era l’unica fonte di luce nella casa, e, anche se era in salotto e lei in cucina, la illuminava perfettamente accompagnato dal chiaro di luna che veniva da fuori la finestra. Non aveva acceso la luce perché non le andava, molte cose non le andavano di fare da quando lui se n’era andato. Un anno fa. Più precisamente, un anno tre mesi e diciassette giorni fa.

Lo aveva lasciato andare, lo aveva lasciato partire da solo, senza dir nulla. Ma se fosse stato per lei, a quest’ora era ancora lì con lei. Era stato Yomei a trattenerla, era stato lui a dire che se fosse partito avrebbe fatto la cosa giusta.

Ma secondo lei era stato un po’ affrettato: Hao, nell’ultimo scontro che avevano avuto, aveva ferito gravemente il povero Ryu e Yoh aveva deciso in quell’occasione che nessuno dei suoi amici sarebbe stato in pericolo a causa sua.

E così se n’era andato, il giorno dopo che l’amico si era ristabilito aveva preso in spalla una borsa ed era partito per rafforzarsi, come uomo e come sciamano.

All’inizio non aveva ancora deciso la destinazione del suo viaggio, ma poi, spinto dai racconti di Horo Horo e dai suggerimenti del padre, propese per il nord, per i grandi paesi freddi del nord.

Più ci ripensava e più Anna stava male all’idea che Yoh poteva essersi congelato nei primi mesi di isolamento, non era mai stato a tali temperature. Ma tornò al presente e decise che le sue patatine fritte sarebbero diventate crocchette.

Stava prendendo lo schiacciapatate quando il televisore si spense: un black out.

Si avvicinò a tastoni allo sportellino d’emergenza e ne estrasse una candela, ma dovette andare verso i fornelli per accenderla dato che non c’erano ne accendini ne fiammiferi intorno a lei. Accesa la candela, tornò alle sue crocchette e, nel giro di mezz’ora, le aveva anche già mangiate. Solo allora si sarebbe dedicata alla ricerca del contatore per rimettere in funzione la corrente elettrica e, una volta riuscitaci, si mise a guardare una fiction in tv sorseggiando una tisana che le aveva portato Manta quel giorno.

Da quando Yoh non c’era, Manta e gli altri del gruppo facevano spesso la spola a casa Asakura per passare a trovarla, ma con l’aumentare dei mesi diminuivano sempre più le visite, fino a quando Anna non si ritrovava ad essere visitata solamente da Oyamada.

Lei, in quell’anno passato da sola, aveva sviluppato sempre più i suoi poteri di Itako, fino a sopraffare la nonna di Yoh, sua maestra.

La fiction finì verso le dieci e Anna si alzò per andare in cucina a sciacquare la tazza prima di andare a letto. Girò la manopola dell’acqua calda e poi quella di temperatura opposta, ne verificò la temperatura mettendoci sotto una mano e poi si mise a lavare con cura quella bella tazza verdognola, fatta in coccio preziosissimo che si spacca ad una temperatura troppo elevata, ma che va lavato velocemente.

La stava asciugando quando udì dei rumori provenienti dal giardino: non erano proprio rumori, solo un fruscio di foglie provocato da una persona.

S’affacciò alla finestra, ma non vide nessuno.

Prese la collana dalle milleottanta perle ed uscì con cautela: a prima vista non c’era nessuno, poi però notò una figura nell’ombra, appoggiato ad un albero.

Entrambi rimasero fermi.

- Chi sei!?- chiese Anna, mascherando in maniera incredibile tutto il suo stupore.

La figura balzò agilmente sul tetto del portico d’ingresso e vi si rannicchiò sopra, esponendosi ai raggi lunari. Anna si voltò rapidamente, poi bloccò il respiro per un attimo.

Hao le era di fronte. I suoi capelli lunghissimi lo identificavano fra mille e il suo poncho color panna sembrava addirittura più logoro di una volta, anche lui non lo vedeva da un anno.

- …

- Allora, Anna, non mi riconosci?

Non rispose, non sapeva che cosa dire: certo che l’aveva riconosciuto, il “gemello cattivo” del suo fidanzato. Ovviamente non se lo aspettava proprio di trovarselo lì così, all’improvviso, nel cortiletto della sua futura casata. Fece come per voler scendere ma lei si mise subito sulla difensiva.

- Non osare avvicinarti – strinse più forte la collana di perle, facendole tintinnare- Allontanati da questa casa, maledetto!

“Accidenti”, pensò, “proprio adesso che non c’è Yoh, proprio adesso dovevi arrivare? Che cosa vuoi da me? Yoh mi aveva assicurato che se lui se ne fosse andato tu lo avresti seguito! Che ci fai tu qui…”

- Eh? Ma che stai dicendo?

Scese proprio davanti a lei ma il suo sguardo la penetrava con tristezza, come se fosse deluso. Non sembrava il solito Hao crudele che rideva e sbeffeggiava tutti per la sua superiorità.

- Anna, sono io- disse con semplicità.

Lei rimase un attimo a pensare a quell’ultima frase, sono io. Io chi? Poi collegò la voce a quel ricordo remoto di un po’ di tempo fa.

- …Yoh?

Il ragazzo sorrise, era visibilmente sollevato da quelle tre lettere. Anna invece era ancora stupita.

- Però, ce ne hai messo!

- Ma tu…i tuoi…

- Ah, quello. Se ti riferisci ai capelli e agli abiti, lasciami entrare che ti racconto tutto, sto morendo di fame!

Yoh cominciò il suo racconto dopo aver quasi svuotato interamente il frigorifero e dopo aver letteralmente divorato le ultime crocchette fatte da Anna. Rimasero in cucina, ma il ragazzo si spaparanzò per benino dimostrando un po’ di maleducazione che però non venne notata poi così tanto.

- Ti confesso che là fuori al buio ti avevo realmente scambiato per tuo fratello.

- Già – rispose lui, posando la forchetta e sbadigliando in maniera impressionante – L’ho notato. Oh beh, era il mio obbiettivo, volevo vedere se neanche tu non mi riconoscevi.

- Perché, chi altri? Anzi no, raccontami prima il motivo del tuo travestimento.

Yoh si stiracchiò e si guardò intorno: la casa sembrava proprio esser rimasta la stessa. Anche Anna, in effetti; chissà gli altri…Nello stiracchiarsi aveva mostrato involontariamente i grossi orecchini che gli pendevano dei lobi e le braccia smagrite, come lui, del resto. Prima di abbuffarsi si era levato i guantoni di pelle con su i blocchettini del lego e l’incisione “Hao”, mentre altri pezzetti ce li aveva invece sulle scarpe. Anna inorridì nel vedere tutti quei particolari, se non l’avesse convinta la voce, quello poteva davvero essere Hao.

- Prima di tutto, i capelli e il travestimento non erano previsti, ma in un viaggio come il mio non ci sono parrucchieri sulla strada e i capelli crescono. E’ stato Amidamaru a farmelo notare, giorno dopo giorno mi diceva che ero sempre più simile a mio fratello. E’ stato allora che ho deciso di travestirmi da lui per eliminare molti dei suoi seguaci.

- Eliminare?

- Si, ho sfoltito le sue schiere di leccapiedi, dovrebbe essermene grato: quelli sì che erano sciamani inutili.

A quelle parole, Anna cominciò a chiedersi sempre più se quello lì fosse davvero il suo futuro sposo, lui di solito non aveva e non avrebbe mai usato il termine ‘eliminare’ con tanta leggerezza, soprattutto per un’azione svoltasi in prima persona.

- Ti sei travestito da lui e hai agito come lui?

Yoh parve pensieroso per un attimo, vagò con lo sguardo per la stanza, poi annuì.

- Perché lui può ferire i miei amici e io non posso restituirgli il regalino?

Anna era sbalordita quasi quanto prima in giardino, quante altre cose avrebbe scoperto sul suo futuro sposo nel giorno a venire? Aveva sempre pensato che le uniche differenze tra Yoh ed Hao stessero negli animi e nei pensieri completamente diversi, ma era sul punto di dire : “ mi stavo sbagliando”.

- Beh, se non c’è altro…

- Si, d’accordo. Mi racconterai tutto domani…

Stava salendo le scale quando lo fermò con un’aggiunta alla sua ultima frase.

- Quando ti taglierai i capelli?

Era incredibile quanto fossero identici, aveva sempre pensato che la loro differenza risiedesse nell’animo, ma esteticamente erano davvero gemelli. E poi, se Yoh coi capelli lunghi era identico d Hao, Hao a sua volta coi capelli corti dovrebbe essere uguale a Yoh.

Il ragazzo si passò una mano fra i capelli portandosi una ciocca davanti a sé e rigirandosela fra le dita. Poi ridacchiò in silenzio e posò di nuovo lo sguardo sulla ragazza.

- Non ho ancora finito, io – rispose, e salì le scale – Buona notte.

- Buona notte…Yoh.

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E incredibile quante idee mi frullino per la testa, ma ce la farò mai a stare al passo dei miei mille aggiornamenti??? Va beh, se pubblico questa nuova ff è perché spero che vi piaccia, o lettori di Shaman King! Fatemi sapere, anche se dal primo capitolo lo so che non si capisce quasi niente, vedrò di scrivere subito il secondo, così capirete meglio!

Ciao ciao!

   
 
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