the
light of armistice
∙Nick Autore: Alexiel Mihawk
∙Titolo Capitolo: Touch
∙Personaggi: Neville Paciock, Pansy Parkinson
∙Pairing: nessuno, Neville/Pansy ma proprio appena appena accennato
∙Genere: avventur, generale
∙Rating: verde
∙Avvertimenti: flash!fic
∙Introduzione: Neville e Pansy nella foresta. Anche il gesto più
piccolo può cambiare il futuro di qualcuno.
∙NdA: Io non penso che sia così facile per questi due finire
insieme, però a volte basta qualcosa, qualcosa di piccolissimo per
avvicinarsi un po’ di più, per non sentirsi più dei completi estranei.
Pensate a come Ron, Hermione e Harry sono diventati amici, beh, questa che
leggerete potrebbe essere, in parte, la causa prima che ha portato, che porterà,
in futuro, Neville e Pansy a rivolgersi la parola. Questa
è la prima di quattro brevi flashfic sul rapporto tra Pansy e Neville, che
andrà dipanandosi nel corso dei sette anni.
Questa fic ha partecipato a non mi ricordo quale concorso su Pansy e Neville e
si è classificata terza.
1.touch
Terzo Anno.
Neville
non era mai stato una cima, ma non avrebbe mai pensato di essere così tonto da
cacciarsi in una situazione come quella. Ora sua nonna lo avrebbe davvero
bollato come idiota e lo avrebbe rinchiuso in casa a meditare su quale caso
disperato fosse.
Quando mai gli era venuto in mente di seguire gli Slytherin nella foresta! Lui
odiava quel posto, era buio e umido e pieno di rumori strani che lo
spaventavano. Era forse l’unico Gryffindor pavido della sua casa e Neville lo
sapeva, forse era per questo che li aveva seguiti. O forse perché, come
accadeva a tutti gli esseri umani, la curiosità lo divorava dall’interno –
mai essere curiosi, Neville Paciock! Quante volte te lo devi ripetere? – e lui
non era stato in grado di resistere.
Sapeva che c’erano dei ragni in quella foresta, ragni giganti, e centauri e
piante velenose e forse anche i lupi; improvvisamente fu attraversato dal
desiderio di lasciar perdere tutto e fuggire.
Si sedette sotto un grosso tronco, conscio di essersi perso. Come avrebbero riso
di lui alla torre, incapace di inseguire persino un branco di grossi e stupidi
Slytherin. No, forse Hermione non avrebbe riso, magari lei sarebbe stata
sollevata di vederlo sano e salvo, ma era l’unica a non guardarlo come un
idiota.
Fu in quel momento che udì una voce nota venire da dietro uno dei cespugli, era
leggera e un po’ frivola, canzonatoria e, senza dubbio, si stava rivolgendo a
lui.
«Bene, bene, bene. Guarda un po’ chi si è perso nel bosco…» Pansy si
ergeva su di lui, il caschetto nero composto e perfetto le circondava il viso
pallido che sembrava risplendere all’interno di quella foresta così scura.
Che strano, dopotutto non era così simile a un carlino.
«Dimmi un po’ Paciock… mi stavi seguendo? Che cavolo fai fuori dal
castello? Non lo sai che di notte qui ci sono i mostri?»
Neville nicchiò, non voleva mentirle, lui non mentiva mai, la nonna gli aveva
insegnato che solo chi non si fida di sé stesso mente, però di certo non
poteva dirle la verità, come minimo avrebbe ricevuto un cruciatus in risposta e
anche se Pansy aveva solo 13 anni non dubitava che fosse in grado di lanciare un
incantesimo complesso come quello – non era tonta, lei.
Balbettò piano, restio a dare una qualsiasi risposta, finché le fronde degli
alberi e i rami degli arbusti dietro la ragazza non iniziarono a smuoversi in
modo sinistro e il ragazzo non percepì un inquietante suono di zampe che si
muovevano.
«Ra-ra-ragno» balbettò terrorizzato indicando qualcosa di imprecisato alle
spalle di Pansy, la quale, più per reazione che per reale interesse, volse
lentamente la testa nella direzione indicata, per poi cacciare un urlo e saltare
di scatto verso Neville stesso.
Il giovane Gryffindor, nonostante si sentisse paralizzato dalla paura, era
riuscito ad afferrare la ragazza e a trattenerla per una manica tirandosela
dietro in una corsa contro il tempo e contro otto zampe pelose che sentivano
seguirli. Non si voltarono indietro finché non giunsero al limitare della
foresta e da lì, dopo essersi assicurati di non avere più li ragno alle
calcagna corsero fino al portone di Hogwarts. Sempre vicini, sempre con la mano
di Neville stretta attorno al polso di Pansy.
Non seppero mai che quel giorno erano stati salvati dai centauri – che se
avessero saputo che le prede del ragno erano umani di sicuro non sarebbero
intervenuti – e che per poco quel giorno non erano stati divorati da un’acromantula
allevata dal guardiacaccia della scuola.
Quello che avrebbero ricordato in seguito era tutt’altro.
Quel giorno per la prima volta Neville Paciock aveva preso per mano – per il
braccio – Pansy Parkinson.
Si erano toccati.