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Autore: CABARETdelDIAVOLO    29/04/2011    4 recensioni
"Comunque, la prossima volta, VOI attraversate tutta la foresta, da solo, per conferire con il grande drago ed IO vado a combattere scortato dall'intero esercito di Camelot!" "Merlino..." "Si, ok! Sto zitto... mio Re!" Le ultime ore di una storia nata in un tempo lontano e che è diventata una leggenda. Non Slash. Arancione per i temi di violenza e per i toni cupi dei temi trattati. Attenzione! Genere: Tragedia.
Genere: Azione, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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- Questa storia fa parte della serie 'Beyond the Legend'
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Part One: Darkness

Beyond the Life

Il vento continuava a gridare tra gli alberi noncurante delle lame che inarrestabili fendevano l'aria . Un dolce sorriso comparve sul viso del guerriero e dai suoi occhi, ormai chiusi, scivolò un'ultima, tiepida lacrima.

"Addio..."

Per un attimo il mondò rallentò mentre intorno la battaglia proseguiva, come se nulla fosse accaduto.

Braccia vive strinsero con forza il corpo esanime e ferito steso sulla fredda terra. Labbra tremanti, bagnate di lacrime, sfiorarono la fronte pallida e insanguinata dell'uomo, dell'amico perduto per sempre.

"Addio."

I wanted you to know, I love the way you laugh

"Comunque, la prossima volta, VOI attraversate tutta la foresta, da solo, per conferire con il grande drago ed IO vado a combattere scortato dall'intero esercito di Camelot!"

Urlò Merlino, fingendosi seccato e voltando il busto verso la cima della collina, mentre il suo cavallo trottava serenamente diretto alla selva in fondo alla vallata.

"Merlino..."

La voce di Artù rieccheggiò con tono di scherzoso rimprovero dall'alto del verde pendio dove si era fermato, subito seguito dai più valorosi guerrieri del suo regno. Si guardarono l'un l'altro, ancora abbastanza vicini da riuscire a vedersi sorridere.

"Si, ok! Sto zitto... mio Re!"

Esclamò il mago, divertendosi a sbeffeggiare il titolo dell'amico, mentre tornava a dargli le spalle. In pochi istanti raggiunse l'ingresso della foresta. Tirò delicatamente le redini fermando il suo destriero e lanciò un'ultima occhiata verso l'altura dove i cavalieri sostavano, schierati come un muro d'acciaio. In testa al gruppo, tre uomini spiccavano per le loro divise scure.

I fidati del re.

Percival, il più alto di tutti, conversava animatamente con un nervoso Leon, mentre Gwaine, i capelli selvaggi spettinati dal vento, rideva silenziosamente, probabilmente ascoltando i loro discorsi sempre improbabili. Davanti, a capo delle truppe, Artù.

Re Artù.

I capelli e la barba appena accennata apparivano color dell'oro, illuminati dai raggi del sole crepuscolare. Il sorriso sul suo volto era sparito. La sua attenzione era finita altrove, verso un luogo che Merlino non poteva vedere. Sembrava concentrato su qualcosa di lontano e irraggiungibile. Dopo tanti anni di pace, la guerra stava tentando di riportare nelle tenebre il regno. Il suo regno. Ma non mostrava rancore nello sguardo, né odio, né rabbia. Negli occhi di Artù, Merlino vide solo sofferenza.

I wanna hold you high and steal your pain away

Il mago diede un leggero colpo di tacco sul corpo dell'animale che riprese a galoppare fino a scomparire tra la folta vegetazione. L'aria improvvisamente si era fatta più fredda. Tutto pareva essersi fermato, come se il tempo non volesse trascorrere. Artù espirò sonoramente, chiudendo gli occhi.

Quando li riaprì erano pieni di determinazione.

Schioccò le redini e partì diretto verso il campo di battaglia, seguito prontamente dai suoi uomini. Gli zoccoli dei cavalli picchiavano sul terreno come rumorosi tamburi da guerra, sempre più forti e frequenti. I loro affaticati respiri condensavano all'istante a contatto con l'aria gelida, formando bianche nuvole di vapore. Ad ogni falcata del suo destriero Artù sentiva Excalibur colpirgli la gamba. Da quando anni prima l'aveva estratta dalla roccia la spada non gli era mai sembrata così pesante.

'cause I'm broken and I'm lonesome

Discesero la fiancata della collina opposta alla foresta fino ad arrivare ai bordi della valle Sines. I cavalieri arrestarono la corsa su comando di Artù, schierandosi in più file. I fidati in prima linea, uno a fianco all'altro, accanto al loro re. Nessuno superava l'altro, nessuno valeva più dell'altro. Eguali sul campo come attorno alla tavola rotonda, uniti per sempre come fratelli. Davanti a loro un'immensa vallata spoglia e senza vita, qualche roccia spuntava tra l'erba secca, squarciando il terreno arido e in fondo, all'orizzonte, un manto di alberi scuri.

No. Non alberi.

Uomini.

Una distesa di soldati ferma davanti alla foresta, schierati, pronti alla battaglia. Istintivamente Artù si voltò alla sua destra in cerca di quello sguardo di conforto che gli aveva sempre dato più sicurezza di quanta avesse mai pensato ci fosse nel suo cuore. Ma non trovò nessuno, solo un posto mancante fra lui e Gwaine. Per un attimo, in mezzo a tutti i suoi cavalieri, accanto ai più fedeli guerrieri del regno si sentì solo, vuoto come quello spazio al suo fianco.

Alla testa dell'armata nemica, dinnanzi a tutti i guerrieri come un animale padrone del suo branco, stava un unico uomo. La sua armatura era color della pece e sulle spalle portava un lungo mantello verde scuro, col cappuccio sollevato sulla testa che gli nascondeva parte del viso. Artù squadrò il cavaliere con molta cura: c'era qualcosa di familiare in quei capelli neri, arruffati sulla fronte; quel volto liscio e pallido come marmo; quegli occhi glaciali, freddi e penetranti. Gli ci vollero diversi minuti per capire, per rivedere nell'uomo qualcuno che aveva conosciuto molti anni prima.

Il bambino era cresciuto.

Un brivido gli percorse la schiena, non si sentiva tranquillo. Eppure la battaglia non era diversa da tutte quelle che aveva affrontato fin'ora.

Stessa armatura. Stessa arma. Stesso spirito.

Ma qualcosa mancava.

Qualcuno mancava.

And I don't feel right when you've gone away.

Testo della canzone Broken by Amy Lee & Seether

  
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