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Autore: IsaMarie    02/05/2011    13 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Cap. 92 EFP Buongiorno a tutte e buon inizio settimana!
Caspita ragazze! Ma vi rendete conto che siamo già a maggio e che tra un mese finalmente inizia l'estate?! Favoloso!
Torniamo a noi. L'amministrazione non ha ancora deciso, quindi finchè potremo continueremo a pubblicare con il rating arancione.
Come sempre un grazie enorme a tutte coloro che ci seguono con costanza e affetto! Vi vogliamo bene!
In questo chappy ci sarà finalmente di nuovo (come
richiesto da molte di voi) un pov Jasper e non sarà l'unico di questo weekend dei ragazzi!
Ora vi lasciamo alla loro mattinata.
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!


CAPITOLO 92 rating rosso!

CAPITOLO 92
 


Programmi giornalieri


Pov Bella


Aprii gli occhi pian piano e mi accorsi che era già mattina. Dalle tende, non completamente chiuse, filtrava la luce del giorno e un raggio di sole arrivava fino a metà camera. Il fatto che ci fosse finalmente una giornata soleggiata dopo tanta pioggia, contribuì a incrementare il mio umore già molto positivo. Le immagini della splendida serata che avevo vissuto con Edward erano ancora molto vivide nella mia mente, e quella notte era stata costellata da sogni meravigliosi e romantici, con unici protagonisti noi due. Sorrisi: ero la ragazza più felice del mondo!
I nostri corpi nudi erano ancora allacciati come quando ci eravamo addormentati, ma stavolta le posizioni erano invertite. Io ero girata su un fianco e la mia schiena aderiva perfettamente al torace di Edward, che respirava ancora regolarmente, chiaro segno che dormiva profondamente. Un suo braccio mi circondava la vita ed io mi sentivo avvolgere ed inebriare dal suo calore e dal suo profumo inconfondibile. Però, nonostante quella posizione confortante, avevo necessità di vedere il suo volto angelico… molto lentamente cercai di voltarmi verso di lui, senza svegliarlo. Lo sentii mugugnare un po’, e in viso gli si dipinse un’espressione buffa, che mi fece sorridere… il suo braccio, che era prima appoggiato al mio fianco, scivolò a causa del mio movimento e la sua mano andò a posarsi proprio sulla mia natica. Trattenni il respiro, nel momento in cui, forse per un riflesso incondizionato, me la strinse forte. Immediatamente mi sentii avvampare e la mia intimità si risvegliò all’istante, iniziando a pulsare.
Ero proprio mal messa! Quel ragazzo era deleterio anche mentre si trovava in uno stato di incoscienza, in cui, in teoria, avrebbe dovuto essere totalmente innocuo! Cercai di calmarmi e di fare dei respiri profondi, per riprendere una parvenza di decenza e contegno: non potevo certo saltargli addosso mentre dormiva tranquillo! Riportai i miei occhi sulle fattezze perfette del suo viso e sospirai felice al pensiero di quanto fosse diventato intimo e profondo il nostro legame… se ripensavo ai primi tempi, quando ero convinta che mi odiasse, mi veniva da sorridere… non avrei mai creduto possibile una nostra storia!
Non riuscii a trattenermi e sollevai una mano, iniziando a sfiorare i delicati contorni del suo viso: la pelle morbida e vellutata delle guance, ma con un lieve accenno di barba chiara; la fronte liscia e appianata grazie alla serenità del sonno; le sopracciglia ordinate e folte, e le ciglia color bronzo leggermente tremolanti; lo zigomo pronunciato; la mascella ben delineata; il mento arrotondato… risalii e seguii la linea dritta del naso e infine con le dita tracciai le sue labbra rosse e carnose, che tanto piacere erano in grado di donarmi…
Proprio mentre fantasticavo su ciò che quella bocca era in grado di fare, le sue labbra si mossero leggermente, stringendosi per regalarmi un bacio proprio sulla punta del mio indice. Sussultai sorpresa… persa nella contemplazione di quella meraviglia, non mi ero nemmeno accorta che Edward si era svegliato: e ora due smeraldi splendenti mi scrutavano attenti, travolgendomi con tutto l’amore che potevo leggervi dentro. Un sorriso spontaneo spuntò sul mio viso e di conseguenza anche sul suo, facendomi battere forte il cuore.
-Buongiorno…- mormorò, con la voce ancora arrochita dal sonno. Dio, se possibile era ancora più sexy!
-Buongiorno, amore mio- ricambiai.
-Cosa stavi combinando, principessa?- mi chiese, con un’espressione maliziosa. Io arrossii leggermente, ed Edward ridacchiò sommessamente.
-Stavi forse cercando deliberatamente di provocarmi mentre dormivo?- mi domandò ancora, prendendomi in giro, intuendo il mio imbarazzo. Sgranai gli occhi.
-N-no! Sbruffone! Stavo solo beando i miei occhi!- mi difesi, facendogli la linguaccia. Scoppiò a ridere e in un movimento fulmineo mi ritrovai con la schiena sul materasso e lui che mi sovrastava con il suo corpo così profumato e virile...
-E per caso, signorina Swan, oltre agli occhi, vorrebbe beare qualche altra parte del suo fantastico corpo?- sghignazzò; -No, perché sa… io qualche idea ce l’avrei…- continuò e, senza darmi il tempo di rispondere, le sue labbra scesero, premendo delicatamente sulle mie. La sua lingua richiese immediato accesso alla mia bocca, ed io fui ben felice di accoglierla e di sentire il suo sapore, già così inebriante anche appena sveglio. Ci baciammo a lungo e dolcemente, e pian piano sentivo risvegliarsi anche la sua di intimità… premeva sulla mia, facendo aumentare il languore che sentivo nascere ed espandersi nel mio bassoventre. Mi sistemai, in modo da accogliere meglio il suo corpo, e senza mai allontanare le nostre bocche, che continuavano sensuali ad esplorarsi, ci unimmo in un gesto spontaneo e naturale.
Nei nostri movimenti non c’era urgenza, non c’era smania di possedersi a vicenda, non c’era la frenesia che più volte in quei giorni aveva caratterizzato i nostri amplessi… c’era soltanto amore, tenerezza, dolcezza, e tanta voglia di perdersi uno nell’altra. Sguardi intensi, carezze delicate come piume, baci sfiorati, i nostri corpi e le nostre anime fusi in un unico essere… era meraviglioso fare l’amore in quel modo, così languido, leggiadro ed armonioso… un soave paradiso dei sensi.
Poi una sua mano cominciò un lungo percorso: mi sfiorò appena il fianco facendomi rabbrividire, scese sempre molto lentamente sulla gamba, accarezzandola per tutta la lunghezza. Il suo ritmo era lento, quasi frustrante… come se avesse voluto non porre mai fine a quella danza così piacevole. Ero così presa da quelle sensazioni, quasi ipnotizzata, che mi non ero nemmeno accorta che le sue labbra avevano lasciato la mia bocca e stavano iniziando a esplorare il resto del mio corpo… il collo, la spalla, la clavicola, scendendo ancora più giù… afferrò deciso la mia gamba all’altezza del ginocchio, portandosela sul fianco, facendomi infervorare ancora di più. Proprio in quel preciso istante i suoi movimenti mi fecero impazzire di desiderio e piacere.
-Oh Edward…- gemetti, completamente persa in quel calore che si stava espandendo in ogni mia cellula.
-Bella… Bella… Bella… sei la mia Bella…- continuava a mormorare Edward, che aveva rialzato il viso e mi stava perforando l’anima per l’intensità del suo sguardo. I nostri occhi continuavano a rimanere legati, incapaci di interrompere quel contatto che incendiava ancora di più i nostri sensi, mentre i nostri gemiti accompagnavano la nostra danza perfetta come una melodia unica e dolcissima.
Ansimavamo ormai in maniera vistosa ed io mi godevo l’espressione beata dipinta sul volto di Edward: aveva reclinato il capo un po’ all’indietro e aveva socchiuso gli occhi, completamente perso nel piacere, le labbra leggermente socchiuse a causa dei gemiti che fuoriuscivano… oddio mi faceva letteralmente uscire fuori di testa… era stupendo in quel momento ed io mi sentivo sempre più avvolta da sensazioni meravigliose…
Dopo pochi attimi entrambi raggiungemmo l’estasi dei sensi.
-Ti amo…- momorò Edward.
-Ti amo anch’io- sussurrai sulle sue labbra.
Edward si lasciò andare esausto sul mio corpo, nascondendo il viso nell’incavo tra la spalla e il collo, cercando di tornare a respirare regolarmente; io facevo la stessa cosa, mentre gli accarezzavo l’ampia e muscolosa schiena, felice ed appagata. Appena ci fummo calmati, Edward si sollevò e dopo avermi lasciato un bacio sul naso, si sistemò al mio fianco e mi abbracciò, per poi attirarmi a lui.
-Un risveglio meraviglioso!- affermò, soddisfatto, facendomi sorridere.
-Sì, direi che il tuo è stato un ottimo buongiorno… il migliore in assoluto che abbia mai ricevuto- affermai maliziosa. Lui mi scostò un po’ per guardarmi attentamente.
-Lo vorrei ben sperare!- mi rispose, aumentando le mie risate. Restammo ancora un po’ abbracciati e poi decidemmo che era ora di alzarci per riempire lo stomaco con un’abbondante colazione. Edward, da vero gentiluomo, mi diede precedenza per occupare il bagno, mentre lui apriva le tende e la finestra.
-Wow, amore! La giornata è splendida!- gridò, affinché lo sentissi; -C’è un bellissimo sole e nemmeno un filo di vento… il mare sembra una tavola…- continuò allegro.
Improvvisamente mi venne un’idea su come occupare la mattinata e su dove pranzare; ma prima desideravo assicurarmi che non avesse organizzato niente, altrimenti avrei lasciato perdere: non volevo assolutamente rovinare i suoi piani, anche se speravo che non ne avesse fatti: una così bella giornata era rara in quel periodo dell’anno e non potevo farmi sfuggire quell’occasione!
Mi lavai velocemente e rientrai in camera.
-Hai programmato qualcosa di particolare per oggi?- gli chiesi, speranzosa in una sua risposta negativa.
-No… diciamo solo per la cena… e a proposito di quella, sappi che il frigo per te è off-limits! Non voglio che ti rovini la sorpresa- mi ordinò, con tono deciso. Incrociai le braccia al petto, e inscenai il mio broncio tattico, quello con cui riuscivo a fregare sempre mio fratello. Il suo sguardo si addolcì immediatamente.
-Dai cucciola mia… non fare così… è solo per farti una sorpresa- cercò di consolarmi, venendo ad abbracciarmi, ancora completamente nudo come mamma l’aveva fatto. Dio, che visione spettacolare! Le spalle larghe, il petto possente con un lieve accenno di peluria, gli addominali dai muscoli perfettamente delineati, che disegnavano una sensuale V, una esplicita indicazione verso la sua superba e svettante erezione…
Un suo ghigno divertito e diabolicamente provocatore mi riscosse da quella paresi estatica.
-Tutto bene, gattina?- soffiò al mio orecchio.
-Sì, certo perchè? Se speravi di farmi desistere, ti sei sbagliato di grosso: sai quanto sono curiosa! E ora che mi hai detto così, è come invitarmi a nozze! Come incitarmi: dai Bella, vai a dare una sbirciatina nel frigo!- mi lamentai, facendolo ridere.
-Vedrai che saprò tenerti tanto impegnata che non ci penserai fino a stasera…- mi rispose, malizioso. Mi scostai leggermente e lo guardai fulminandolo. Non era affatto corretto usare certi stratagemmi! O forse sì?!
-Non vale usare certi mezzucci!- esclamai, allontanandolo; lo squadrai da capo a piedi e notai come SC fosse di nuovo bello pronto. Sospirai. Era veramente un dilemma: passare tutto il giorno a fare l’amore con Edward o fare anche qualcosa che contemplasse il fatto di avere dei vestiti addosso? Decisi che ci saremmo comportati da persone normali e non da assatanati… giusto perché avevamo a disposizione ancora tutto il week end!
-Sai cosa ti dico? Che la sorpresa, oggi, la faccio io a te! Tu preparati: indossa dei pantaloni comodi e una giacca abbastanza pesante perché resteremo all’aperto. Io mi vesto e poi scendo a preparare la colazione… però muoviti perché ho bisogno del frigo e visto che non lo posso aprire… tu dovrai darmi una mano!- gli ordinai perentoria, mentre i suoi occhi si sgranavano per la sorpresa.
-Agli ordini!- esclamò, scattando sull’attenti e facendo il saluto militare. Lo fissai un attimo e poi scoppiai a ridere: era troppo buffo!
-Ehi! Non prendermi in giro altrimenti dovrai subire la giusta punizione!- mi redarguì immediatamente.
-Ok, ok… non rido più… scusa… è solo che oltre a te anche SC… era sull’attenti!- affermai, mentre cercavo di trattenermi inutilmente, ottenendo solo di continuare imperterrita, scossa dai singulti. Mi afferrò come un sacco di patate e mi caricò in spalla.
-Punizione!- esclamò sogghignando.
-E dai Edward! Mettimi giù!- gli urlai, continuando a ridere. Mi buttò sul letto e in un attimo si fiondò sulla porta della camera, chiudendola a chiave e tirandola via, portandola con sé.
-Ma cosa fai?- gli chiesi, sbalordita dal suo gesto.
-Tu non mi freghi, furbetta! Ora vado a lavarmi e poi quando saremo pronti entrambi, scenderemo insieme. Non mi fido a lasciarti scendere in cucina senza la mia supervisione… non resisteresti e apriresti il frigo!- mi spiegò, mentre spariva in bagno.
-Così mi offendi! Come sarebbe a dire che non ti fidi?- gli urlai attraverso la porta, mentre sceglievo cosa indossare.
-Mi spiace ma quella finta aria offesa non attacca! Lo sai benissimo anche tu che avresti aperto quel frigo se ti avessi fatta scendere da sola, quindi rassegnati!- mi rispose. Aveva perfettamente ragione e lo sapevo, ma non mi andava di dargliela vinta, così non risposi più alle sue provocazioni.
Appena finii di vestirmi, mi misi a sistemare il letto nell’attesa. Edward, uscì dal bagno, più bello che mai e notai che SC era di nuovo tranquillo a cuccia.
Oddio santo! Stavo diventando malata, se ogni volta l’occhio mi cadeva proprio in quel punto per controllare il suo stato! Naturalmente le mie gote si imporporarono ed Edward non mancò di notarlo, avendo seguito la direzione del mio sguardo. Sperai ci passasse sopra, ma il signorino, quel giorno, aveva deciso di non darmi tregua…
-Amore… non può stare sempre in tiro, povera bestia! Anche lui ha il sacrosanto diritto a riposarsi un po’, con tutti gli straordinari a cui lo sottoponiamo!- mi schernì sornione. Il cuscino che avevo in mano arrivò dritto sulla sua fantastica faccia di bronzo.
-Sei proprio scemo! E pure un grandissimo sbruffone- lo insultai, mentre lui continuava imperterrito a sghignazzare, tirando fuori un paio di jeans e un maglioncino a V dall’armadio.
-Ma mi ami lo stesso! Vero, cucciolotta mia?- affermò sorridendomi ed io contraccambiai. Certo! Come avrei potuto non amare quel ragazzo meraviglioso che mi rendeva immensamente felice? Si preparò in un lampo e finalmente scendemmo per rifocillarci.

Pov Jasper

Un rumore assordante e molto insistente continuava a martellare il mio povero cervello. Aprii un occhio e mi resi conto che era la sveglia. Uff! Che palle! Ma non era sabato mattina?! Perché diavolo avevo puntato la sveglia alle… diedi una rapida occhiata all’ora… alle nove?! Di colpo, improvvisamente, ogni cosa in programma, per quella che sarebbe stata una giornata perfetta, mi si presentò alla mente… compresa la mia immensa voglia di andare a svegliare la mia bambolina con un buongiorno degno di essere definito tale. Per colpa del mesiversario di mia sorella ed Edward, anche noi avevamo passato quasi tutta la settimana separati. Ci eravamo visti pochissimo e in più, a differenza degli allegri piccioncini, noi non avevamo di certo un’intera villa a disposizione per tutto il weekend! Ok, ero un po’ invidioso del tempo che avrebbero potuto passare insieme e forse, forse anche un po’ della mia sorellina… ma alla fine ero felice per loro. Mi alzai velocemente dal letto, andai a lavarmi e poi, dato che il corridoio era deserto e non si sentiva alcun rumore, sgattaiolai in camera della mia piccoletta.
Appena mi richiusi la porta alle spalle, però, i miei sogni si infransero crudelmente. La stanza era vuota, perfettamente in ordine e il letto già sistemato. Dove diavolo era andata già così di buon’ora? Ecco! Già si iniziava male! Altro che giornata perfetta! Uscii di nuovo dalla stanza, con un’aria mesta e afflitta e la risata tonante dell’orso mi fece sobbalzare.
-Ciao, Emm- mormorai. Lui mi venne vicino e mi diede una piccola pacca sul braccio, ammiccando alla mia espressione triste.
-Deluso, eh?- mi schernì. Lo fulminai… non ero in vena di umorismo. Io volevo la mia piccolina… e subito anche! Mi mancava da morire il suo sorriso contagioso: per me era come il sole!
-Dai, non essere così giù! Anch’io ho avuto la tua stessa reazione. Quelle due si sono messe d’accordo e si sono alzate alle otto per studiare- mi spiegò. Ecco perché era già in piedi così presto di sabato mattina! Ma studiare?!
-Sono sedute giù in salone e mi hanno cacciato perché sostenevano che le disturbassi! Moi?! Ma ti pare possibile?!- si offese, facendomi scoppiare a ridere.
-Sì, Emm! Lo credo possibile! Ti conosco! Già fatto colazione?- gli chiesi.
-No, stavo giusto venendo a tirarti giù dal letto per fare colazione insieme. Mi sono talmente abituato a stare in compagnia, che non mi piace nemmeno più mangiare da solo! La mamma è andata a fare la spesa e tuo padre è andato a pescare con Billy, tornerà per pranzo- mi spiegò, mentre ci avviavamo per scendere al piano inferiore.
-Ti capisco! Per me è lo stesso… non lo avrei mai pensato, ma mi piace un casino vivere tutti insieme. Forse perché per fortuna andiamo d’accordo tutti quanti- confermai. Mi recai in salone e mi avvicinai, con passo felpato, alla mia bambolina che mi dava le spalle e non si era accorta del nostro ingresso, poi mi chinai vicino al suo orecchio, facendo segno a Rose, che ci aveva visti, di stare zitta.
-Buongiorno, tesoro mio- sussurrai, lasciandole un delicato bacio sul collo. La sentii sobbalzare spaventata, mentre Emmett scoppiava a ridere. Un cuscino, lanciato da Rose, gli arrivò dritto in faccia. Cavoli che mira! Ed era anche lontana!
-Senti, tu la devi piantare di entrare di soppiatto. Tua sorella ha ragione! Prima o poi farai venire un infarto a qualcuno!- mi rimproverò la mia stellina, tenendosi una mano sul cuore, che evidentemente si era messo a correre. Ridacchiai, di fronte al delizioso broncio che aveva messo su. La attirai a me e la guardai intensamente: un diffuso, quanto conosciuto rossore, le colorò le gote, rendendola ancora più bella. Mi faceva impazzire tutte le volte. Ormai ogni imbarazzo tra noi era scomparso, eravamo molto legati e ci capivamo al volo; ma ancora, quando la fissavo in quel modo, cercando di trasmetterle le emozioni che mi investivano quando la tenevo tra le braccia, non poteva fare a meno di diventare di mille colori… e la cosa mi faceva letteralmente incendiare i sensi!
-Mi dovevo vendicare per non averti trovata in camera ad attendere che venissi a darti un buongiorno come si deve- mormorai con la voce d’improvviso roca, mentre JJ iniziava a destarsi. Alice mi sorrise e avvicinò lentamente le labbra alle mie. Appena si incontrarono, le nostre lingue si intrecciarono felici di ritrovarsi, ma non avemmo nemmeno il tempo di approfondire come avrei voluto perché Emmett iniziò a tossicchiare per attirare la nostra attenzione. Ma non poteva andare a baciare Rose e lasciarci un po’ in pace?! Che palle! Ci staccammo, evidentemente scocciati dall’interruzione, e la mia piccolina rivolse di nuovo l’attenzione su di me, dopo aver fulminato il fratello.
-Scusa, amore. Ma purtroppo avendo passato il pomeriggio con Bella, ieri non ho potuto studiare e così, con Rose, abbiamo deciso di svegliarci presto per porre rimedio. Anche perché non ho nessuna intenzione di passare la domenica sui libri- mi spiegò. Le sorrisi e le baciai la punta del naso.
-Hai fatto benissimo tesoro. Quanto ti ci vorrà ancora?- le chiesi. Quando mi ero accorto dello splendido sole che imperversava in cielo, avevo improvvisamente cambiato i nostri programmi. Anziché dopo pranzo, saremmo partiti subito, così da pranzare anche fuori. Erano veramente rare quelle giornate e bisognava sfruttarle fino in fondo.
-Poco… diciamo che in un’oretta dovrei avere finito. Perché?- mi chiese interessata. Le sorrisi e scossi la testa. Mi piaceva un sacco tenerla sulle spine: quando era curiosa, spesso, mi provocava in maniera molto sensuale, per estorcermi le informazioni; e ancora non aveva capito che io lo facevo proprio apposta, perché mi faceva eccitare da morire quando si comportava così!
-Non ti dirò niente! Tu finisci il prima possibile e poi preparati a una magnifica giornata!- le risposi, in maniera misteriosa. I suoi occhi si spalancarono.
-Preparati, preparati! Facile per te! Cosa dovrei indossare, se non so nemmeno dove andremo? E poi stasera? Dovremmo tornare per cambiarci!- iniziò subito ad agitarsi.
-Ehi, ehi! Calmati e respira. Rose ti darà una mano, vero?- domandai, rivolgendomi a mia cugina che ridacchiava sorniona. Ci eravamo accordati in precedenza e lei aveva già preparato una borsa all’insaputa di Alice. Anche a Rose faceva piacere tenerla sulle spine, una specie di vendetta per tutte le volte che lei tormentava gli altri, anche se sapeva perfettamente che la cosa le si sarebbe ritorta contro, perché una volta in camera le avrebbe dato il tormento. Ma di Rose mi potevo fidare ciecamente: ero certo che non si sarebbe fatta sfuggire niente!
-Sì, Alice, non ti preoccupare! Ti dirò io cosa indossare e per la serata non ci devi nemmeno pensare. Vedrai che a tutto c’è un perché!- aggiunse subdola, in modo ancora più ambiguo. Alice le fece una linguaccia e assottigliò gli occhi per scrutarmi con quella lei credeva un’espressione omicida… ormai su di me non faceva nessun effetto.
-Ahahah! Sorellina! Ti hanno fregato alla grande questi due! Ora morirai di curiosità per tutto il giorno! Così impari a baciarlo in quel modo davanti a me! Anzi… fossi in te io entrerei in sciopero! Mi negherei totalmente!- se ne uscì quel troglodita che mi ritrovavo per cognato. Mai dare idee del genere! Lo fulminai con un’occhiataccia, mentre vedevo Alice sempre più pensierosa, come se stesse veramente valutando l’ipotesi di tenermi lontano da quel corpo mozzafiato e da quelle labbra meravigliose…
-Non ci pensare proprio!- la minacciai serio.
-Perché altrimenti?- mi sorrise con tono di sfida. Mai, mai… sfidare Jasper Swan!
Sul mio viso crebbe pian piano un ghigno di pura lussuria, mentre gli occhi di Alice si sgranavano sempre di più, ben sapendo cosa mi passasse per la testa. Mi chinai vicino al suo orecchio, in modo che solo lei potesse udirmi.
-Amore mio… non ci metterei nemmeno mezzo secondo a caricarti in spalla, portarti di sopra, sbatterti sul letto, strapparti di dosso questa tutina e cominciare una lenta tortura che ti porterebbe a pregarmi di possederti in ogni modo possibile! Quindi non ti conviene sfidarmi e iniziare certi giochetti con me, se non sei sicura di poter andare fino in fondo…- mormorai con una voce così roca e sensuale, che potei sentire chiaramente un forte fremito percorrere il suo corpo. Mi staccai ed Alice, rossa come un peperone, abbassò il capo.
-Lo so, ne saresti capace… ok, hai vinto…- sussurrò e poi mi regalò il più meraviglioso dei sorrisi. Le lasciai un casto bacio sulle labbra, prima che all’orso venisse qualche altra brillante idea.
-Ma che cazzo! Sorellina non sai quanto mi deludi! Non sembri nemmeno più tu da quando stai con questo latin lover da quattro soldi!- si lamentò con un broncio Emmett facendomi scoppiare a ridere.
-Orso stai un po’ zitto e fatti gli affari tuoi, prima che decida io di scioperare!- lo rimise subito in riga Rosalie, schiacciandomi l’occhiolino.
Scoppiammo tutti a ridere per l’espressione terrorizzata di Emmett all’idea di stare a stecchetto e poi lo trascinai in cucina a mangiare, lasciando le ragazze in pace a finire di studiare.
Mentre chiacchieravamo allegri, spiegandoci i rispettivi programmi, il campanello di casa suonò.
Era sempre puntale, il bravo Jim! Emmett si alzò e andò ad aprire. Io raggiunsi le ragazze in salone per godermi la scena; subito dopo sentimmo Emmett chiamare Alice.
-Sorellina è per te!- gridò. Alice ci guardò con aria interrogativa.
-Ma chi può essere che mi cerca?- mi chiese, sorpresa.
-Non so… vai a vedere- le risposi, fingendo indifferenza. Lei si alzò dirigendosi all’entrata ed io e Rose, ci guardammo sorridendo complici, seguendola. Appena Alice si ritrovò di fronte Jim, il fattorino, con l’enorme mazzo di rose rosse che avevo ordinato, rimase a bocca aperta.
-Oh mio Dio! Sono per me?!- urlò, voltandosi verso il sottoscritto. Io le sorrisi compiaciuto e le feci cenno di sì con la testa.
Alice le prese, mentre io lasciavo una mancia a Jim e lo congedavo con un cenno d’intesa. La mia bambolina aveva un’espressione radiosa e continuava a odorare estasiata le rose, felicissima della sorpresa. -Jazz… tu sei pazzo! Sono meravigliose! Grazie!- si avvicinò, baciandomi.
-Per te questo ed altro! Sapevo che ti piacevano le rose rosse e così quando Edward è andato a ordinare i fiori per la casa al mare, non ho resistito e ho pensato di farti questa sorpresa. Sono contento che ti siano piaciute… sono diciassette, come i tuoi anni- le spiegai, al settimo cielo per la sua reazione.
-Vieni che cerchiamo un bel vaso dove sistemarle, e poi stasera lo potrai ringraziare per bene!- esclamò maliziosa Rose. Scoppiammo a ridere, mentre Emmett tornava in cucina borbottando. Mi faceva sorridere la sua gelosia verso Alice, ma allo stesso tempo lo capivo perché erano le stesse emozioni che provavo io quando vedevo Bella tra le braccia di Edward. Chissà com’era andata la loro serata…
-Qualcuno ha sentito i piccioncini?- chiesi curioso. Le ragazze annuirono immediatamente.
-Stamattina Bella ci ha mandato un messaggio. Ha detto che la serata è stata favolosa, i regali di Edward le sono piaciuti da morire, Edward si è commosso per il bracciale e l’atmosfera è stata molto romantica. E poi ha aggiunto che dobbiamo assolutamente provare la fontana di cioccolata!- mi spiegò Rosalie, per poi far balzare nella mia mente delle immagini di mia sorella che mi fecero accapponare la pelle.
-Oh cazzo! Va bene, basta così! Stop! Non mi raccontate più niente, per favore, se ci tenete al mio povero cuore- le pregai, facendole scoppiare a ridere. Emmett si avvicinò sornione e mi diede una delle sue spallate.
-Ora non ti sembra così assurda l’idea dello sciopero se pensi a Bella, eh?!- mi schernì, procurandosi un forte pugno sul braccio.
-Lasciamo perdere!- gli intimai. Tornammo in cucina e quando le ragazze ebbero finito di studiare, Alice mi avvertì che si sarebbe andata a preparare. Così anche io feci la stessa cosa e mentre lei era in bagno, Rose mi passò la sua borsa a cui aggiunsi gli indumenti che sarebbero serviti a me e la portai già in auto.
Non vedevo l’ora di partire e di iniziare il nostro meraviglioso weekend, e anche se avrebbe voluto dire passare l’intero pomeriggio da un negozio all’altro, non me ne importava niente: la cosa che più volevo era passare del tempo con la mia Ally e renderla felice!




ANTEPRIMA CAPITOLO 93



L’espressione felice e serena di Bella mi fece scaldare il cuore… si vedeva chiaramente quanto fosse importante quel luogo per lei e quanto fosse affezionata a quell’uomo che evidentemente conosceva molto bene…
-Ciao Rob! Come stai? E Cleare?- gli chiese Bella, salutandolo.
-Noi tutto bene, tesoro! E a quanto mi racconta sempre tuo padre, anche voi ragazzi state bene. E questo bel ragazzo… bè, suppongo sia il famoso Edward!- affermò, rivolgendosi a me e stringendomi la mano con una presa ferrea e sicura.
-Bè, non so se sono famoso, ma senz’altro sono Edward! E’ un vero piacere- risposi un po’ impacciato, per la calda accoglienza. Bella si mise a ridere.
-Io sono Robert Patts, il proprietario di questa baracca- si presentò, sorridendomi.
-Vedi… papà è peggio delle comari… e dato che ha sempre tanto da fare in centrale, alla fine o gioca a carte per interi pomeriggi oppure passa le ore al telefono con quest’altro pettegolo, così gli può spifferare gli affari nostri!- mi spiegò Bella, continuando a sogghignare.
-Ehi! Noi non siamo pettegoli! E’ solo che in qualche modo lo dobbiamo pur occupare il nostro tempo, no?! E le storielle su voi ragazzi sono più interessanti delle nostre, da vecchi bacucchi!- si difese, dandomi una poderosa pacca sulla spalla. -Speravo proprio di vedere qualcuno di voi con questa bella giornata- aggiunse, iniziando ad avviarsi verso l’edificio principale, mentre noi lo seguivamo.



V
i ricordiamo l'altra nostra fiction Segreti e Inganni

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Un nuovo forum di  due scrittrici molto brave: Yara89 e essebi! 
Andate a fare una visitina, ne vale la pena!
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The Nicest Thing (La Cosa più Bella) di OpunziaEspinosa
Misunderstanding - Isabella Swan e la figuraccia del secolo di OpunziaEspinosa
   
 
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