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Autore: Lights    07/05/2011    7 recensioni
Dal primo capitolo: Tutti noi abbiamo un sosia “dormiente”che può rimanere tale per tutta la vita oppure il destino decide di far incrociare la tua strada con la sua. Può essere l’occasione di un attimo, di un semplice scambio di sguardi che dopo neanche te ne ricorderesti, o ti ritrovi di fronte ad un altro te stesso senza sapere chi sia con l’unica cosa certa che è la copia di te. Cosa accadrebbe se il tuo sosia incrociasse la strada della tua vita, la tua famiglia, i tuoi amici, ma non incontrasse te perché tu ora non ci sei più? ----- Sono tornata con una nuova avventura!!! Si gira intorno a Gibbs e a una nuova presenza, ma ci sarà spazio per Tony&Ziva (come potrebbe essere il contrario ^_^)..... Buona lettura... Light
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche questa volta… siamo arrivati all’ultimo capitolo.

I versi della canzone di Michele Zarrillo: cinque giorni” ci guideranno lungo il cammino.

 

 

 

Buona lettura

 

 

 

 

Light

 

 

 

 

 

 

Tony, tra le braccia di Ziva, respirava a fatica.

Il dolore forte, del colpo di pistola che aveva preso alla schiena, gli annebbiava i sensi.

- Vivi… per me. O tutto quello che sono, non sarà servito a niente.-

DiNozzo aveva sentito a stento quelle parole pronunciate dalla donna con un filo di voce.

Tutto gli sembrava così irreale.

Le sue labbra si erano increspate in un sorriso sorpreso nel sentire quella dichiarazione spontanea da parte di Ziva, così restia nel dichiarare i suoi sentimenti.

Aveva tossito ancora, mentre il dolore si espandeva nell’addome con rapidità, respirando leggermente e facendo attenzione a non aumentare il male che provava.

Aveva aperto le palpebre, anche se il solo farlo, gli era costato molta fatica e aveva guardato quegli occhi velati di lacrime che tanto amava.

Iridi preoccupate e inorridite da quello che era successo che nascondevano il timore di perdere lui… se avesse smesso di lottare.

- Occhioni belli…- Aveva iniziato con fatica. – Ho giurato a me stesso che pur di averti al mio fianco avrei sollevato il mondo… - e alzato la mano le aveva accarezzò la guancia.

- Te lo dissi allora e te lo ripeto ora: io non posso vivere senza di te e non ho nessuna intenzione di lasciarti andare.-

Il viso di Ziva si era rilassato per un attimo. Aveva appoggiato la sua mano su quella dell’uomo, stringendola forte nella sua e se l’era portata al petto, vicino al cuore.

I due agenti si erano irrigiditi all’improvviso avvertendo il pericolo.

- Ziva, hai la forza di batterti?- Aveva sussurrato piano Tony.

L’Agente David aveva risposto con un ghigno divertito, estraendo contemporaneamente dalla fondina dell’uomo la sua pistola.

Il malvivente li aveva sbeffeggiati senza rendersi conto di quello che stava per accadere.

“Uno” Aveva iniziato a contare la donna.

“Due”.

“Tre” Aveva stretto forte l’arma nella mano.

“Quattro” Aveva appoggiato il dito indice sul grilletto.

“Cinque!”.

Ziva si era voltata di scatto, aveva protetto con il suo corpo quello del compagno, puntando la pistola contro il malvivente sorpreso dalla sua reazione repentina, e senza un attimo di esitazione aveva sparato.

Un altro colpo di pistola era risuonato nell’aria, a una frazione di secondo dal primo, colpendo l’uomo alla testa che era caduto all’indietro morto.

L’Agente David era rimasta immobile per pochi attimi, si era voltata lentamente ed era scivolata a terra vicino a DiNozzo.

Tony si era rilassato, alleggerito dal peso della paura, con la consapevolezza che tutto era finito.

Aveva chiuso gli occhi, stanco, lasciandosi trasportare dagli eventi.

Aveva avvertito semplicemente un tocco leggero sulle sue labbra che debolmente aveva risposto con un bacio fugace, percependo subito dopo il dolce peso del corpo della compagna disteso su di sé.

 

 

 

 

 

 

Cinque giorni che ti ho perso
quanto freddo in questa vita
ma tu
non mi hai cercato più


 

Tony aprì gli occhi per l’ennesima volta.

La sua camera d’ospedale era immersa nella penombra, il sole piano, piano stava lasciando il posto alla notte, incendiandosi al tocco gentile della luna che lo salutava.

Cinque giorni.

Cinque giorni che era disteso in quel letto d’ospedale, senza provare e né sentire nulla nell’animo ma soprattutto nel cuore, ancora incredulo che tutto quello fosse realtà, che tutte le sue paure fossero diventate vere.

L’aveva persa e lui non aveva potuto fare niente per opporsi a quel destino, l’unica cosa che riusciva a fare era rivivere ogni attimo di quel momento che tormentava senza sosta il suo animo ferito.

 

 

 

Troppa gente che mi chiede
scava dentro la ferita
e in me
non cicatrizzi mai

 

 

 

Ritornare al lavoro non era stato facile per Tony.

Ovunque andasse si ritrovava gli sguardi sconsolati e dispiaciuti addosso, su di sé, come qualcosa di fastidioso che non riusciva ad allontanare o scacciare, perché qualsiasi sforzo cercasse di fare, la ferita che aveva sul cuore non cicatrizzava mai.

Gli bastava un niente per farla sanguinare: vedere la scrivania della collega priva di vita, vuota, senza di lei, era un peso sul cuore.

Tutto gli parlava di Ziva e anche se cercava qualsiasi modo per far tacere quella voce, lui stesso non smetteva di cercarla ovunque con la speranza che tutto quello non era vero.

La sua maschera da burlone non era più sufficiente a far smettere quell’insistente domanda che i colleghi, McGee e la premurosa Abby continuavano a porgli “Come stai?”.

Aveva una gran voglia di urlare ogni volta che glielo domandavano.

Come si può continuare a chiedere “come stai” a qualcuno che ha perso la ragione della sua vita?

Come doveva stare?

Lui, non era niente senza di lei.

Niente.

 

 

 


Faccio male anche a un amico
che ogni sera è qui
gli ho giurato di ascoltarlo
ma tradisco lui e me
perché quando tu sei ferito non sai mai
oh mai
se conviene più guarire
o affondare giù
per sempre

 

 

 

Gibbs, una volta che Tony era stato dimesso dall’ospedale, aveva passato ogni sera a casa dell’Agente ed era rimasto al suo fianco per non permettergli di lasciarsi andare in quel duro momento che solo lui poteva capire che cosa stesse passando nell’animo dell’uomo, poiché molti anni prima, lo stesso dolore l’aveva quasi annientato.

Jade era diventata ormai tutti gli effetti una consulente dell’Ncis. Ogni sera, dopo il lavoro, accompagnava Jethro a casa di DiNozzo.

I due, come se fosse un rituale, si salutavano con un lungo e delicato bacio e prima di congedarsi la donna lo stringeva forte tra le sue braccia infondendogli il conforto necessario per affrontare il mutismo ostinato di Tony nel quale si era rifugiato.

L’agente, senza farsi scoprire e senza poterlo evitare, osservava quel momento di tenerezza tra i due, e odiava con tutto se stesso la loro felicità perché a lui era toccato solo per poco, giusto il tempo di un alito di vento.

Jethro, entrava in casa immersa nella consueta semi oscurità, si dirigeva verso il frigo, prendeva due birre e poi raggiungeva DiNozzo in salotto, si sedeva accanto a lui e gli porgeva la bottiglia.

Tony l’afferrava con un gesto meccanico, accennando un flebile movimento del labbro vero l’alto.

I due rimanevano in silenzio per lo più del tempo.

Raramente parlavano, ma si sa il silenzio era la migliore cura per quel male che provava il cuore.

- Devi rimetterti in carreggiata DiNozzo.- Aveva intimato Gibbs in una delle tante sere.

Il tempo era volato, i giorni si erano succeduti ai mesi e i mesi si erano trasformati in un anno.

L’Agente l’aveva guardato sorpreso.

- E’ tempo che ti dai una scrollata. Ho bisogno di te nella mia squadra non di un fantoccio.-

Jethro gli aveva appoggiato una mano sulla spalla e lo aveva guardato profondamente negli occhi.

- Basta Tony.- Aveva affermato più serio con voce ferma e dura.

L’uomo, senza aggiungere altro, era andato via lasciandolo solo con i suoi pensieri.

DiNozzo sapeva benissimo che il capo aveva ragione, ma lui, non era ancora pronto.

 

 

 

 

Cinque giorni che ti ho perso
mille lacrime cadute
ed io
inchiodato a te
tutto e ancora più di tutto
per cercare di scappare
ho provato a disprezzarti
a tradirti a farmi male
perché quando tu stai annegando non sai mai
oh mai
se conviene farsi forza
o lasciarsi andare giù
nel mare

 

Il tempo era passato, la vita continuava a scorrere come al solito.

Si svegliava, si vestiva, andava al lavoro, sbrigava le sue pratiche, investigava… tutto come sempre.

Quel sempre… però aveva perso colore, sapore, amore.

Più di una volta le donne avevano cercato di instaurare un rapporto confidenziale con lui, attirate dalla sua apparenza di uomo brillante e gioviale ma DiNozzo, alla fine, le allontanava sempre da sé.

Tony aveva creduto veramente di poter riuscire, di poter dimenticare, abbandonare il cuore che era solamente suo e donarlo uno nuovo a un’altra, ma qualsiasi sforzo facesse, tutto risultava vano e rimaneva inchiodato a lei: a Ziva.

Il tempo trascorreva senza che lui potesse fermarlo o meglio ancora senza che lui potesse farlo ritornare indietro a quel giorno.

Tutto cambiava e anche il dolore si evolveva trasformandosi completamente in quel sentimento così simile all’odio ma che in realtà era solo rancore.

Ogni giorno cercava di ignorare quella scrivania vuota di fronte alla sua, evitava di sentire quel vago profumo di vaniglia e rosa che aleggiava nell’aria il quale percepiva appena chiudeva gli occhi.

Allontanva da sé il ricordo di quella risata cristallina, del suo sguardo furbo o duro da ninja killer impressi nella sua mente che prontamente ritornavano a galla quando il caso lo richiedeva.

La rabbia ben presto, prese il sopravvento.

La rabbia per essere stato abbandonato, per aver creduto a quella promessa “vivi per me” e la delusione di essere stato illuso di vivere una vita felice con lei.

Se solo si fermava a pensare a quell’attimo, che ormai era solo un insieme d’immagini sfuocate, il fiato gli mancava, togliendogli la facoltà di respirare e il senso d’impotenza dilagava nel suo animo affondando il suo essere che tentava in tutti i modi di rimanere a galla.

Come se Gibbs riuscisse a prevedere il suo stato, prontamente, in quei momenti, gli tirava uno scappellotto, che riusciva a riportarlo alla vita.

 

 

 

Amore mio come farò a rassegnarmi a vivere
e proprio io che ti amo ti sto implorando
aiutami a distruggerti

 

 

Il tempo era volato e il dolore si era attenuato ma la voglia di Tony di riavere Ziva tra le sue braccia non si era mai placata.

La vita va avanti anche quella dei non vivi ma che in realtà vivono.

Tony, in aereo, seduto al suo posto, chiuse gli occhi.

L’immagine della donna gli comparve come al solito.

Sorrise al volto felice della donna e una dolce sensazione di calore gli incendiò il cuore.

“Una nuova vita mi sta aspettando”. Pensò, respirando a fondo, volgendo lo sguardo verso il finestrino e immergendosi nel profondo cielo azzurro.

Era stato difficile prendere quella decisione, ma alla fine, aveva capito che doveva allontanarsi se veramente voleva riprendere la sua vita tra le mani.

Non avrebbe mai smesso di amarla, sarebbe stata sempre la persona più importante, ma ora doveva voltare pagina.

Cambiare stato.

Cambiare posto.

Cambiare colleghi e lavoro.

Cambiare semplicemente vita.

Quando il Direttore Vance gli aveva proposto di dirigere un’unità dei corpi speciali all’Ncis di Los Angeles non aveva esitato un attimo e aveva accettato subito.

Un unico pensiero, come una preghiera dolorosa, si era materializzato nella sua mente mentre osservava la tomba di Ziva una volta che aveva sfogato tutta la sua frustrazione.

Ti amo, ti amerò per sempre, ma aiutami a distruggerti solo così potrò mantenere la mia promessa e vivrò per te”.

Si era inginocchiato e aveva lasciato l’orchidea che le aveva portato.

Aveva scelto quel fiore per il suo profumo delicatissimo e i petali vellutati, un fiore che gli ricordava lei così sensuale e profonda.

Aveva tenuto per qualche secondo la mano sulla pietra fredda mantenendo gli occhi chiusi.

Vai” Ziva gli aveva sussurato dolcemente sulle labbra.

Tony, a sentire nuovamente la sua voce, si era destato scoprendo poi che in realtà, era stato semplicemente il tocco della mano di Gibbs sulla spalla che lo incitava ad andare.

Con un lieve peso sul cuore se ne era andato incontro alla sua nuova vita, senza voltarsi.

Aveva lottato con tutte le sue forze per opporsi e rimanere incatenato a lei, ma alla fine, aveva capito che non poteva farlo, avrebbe continuato solamente a farsi del male.

Aveva preso il coraggio tra le mani e aveva accettato il suo destino, in fondo chi era lui per mettersi contro di esso?

Anthony DiNozzo, Agente Speciale Anthony DiNozzo molto speciale!

 

 

 

 

 

 

Semper fidelis

 

 

 

 

 

 

 

Qualcuno ha bisogno di un fazzoletto? Beh, non chieda a me che li ho esauriti tutti e sto usando la carta igienica, quella foxy perché è morbida e non termina mai o è quella regina? ^^

Pare proprio che sia finita.

Confermo: Sì, è finita. (Ehi! Cos’è quel sospiro di sollievo???)

Confesso, fin dall’inizio, Ziva doveva morire, anche se ho lottato contro la parte di me stessa, che voleva una fine diversa, per portare avanti la prima visione che ho avuto quando ho iniziato a scrivere Mai dire Mai.

E’ stato difficile, per un attimo il mio potere Polly aveva preso il sopravvento, ma poi la canzone di Zarrillo, tramite la voce di Laura Pausini, cinque giorni, una mattina di questa settimana, mi ha fatto capire che non sarebbe stato giusto opporsi al destino che aveva già scritto la storia.

Spero che questa scelta non abbia deluso nessuno, in fondo non sempre ci può essere il lieto fine e a volte è così che deve andare.

 

 

Ma passiamo a cose più piacevoli ovvero ai ringraziamenti:

 

Che dire a queste splendide fanciulle: Maia, slurmina, Roxy, piccoli giganti, identity se non un enorme grazie, con tutto il mio cuore.

Siete state l’energia portante di tutta la storia e nonostante abbia fatto fatica a prendere il volo e procedere nella stesura siete rimaste al mio fianco.

GRAZIE davvero.

 

Grazie anche a chi ha seguito a modo suo la storia, ha collaborato e ha aspettato pazientemente il proseguo.

 

Bene, ora finalmente un po’ di riposo, ma fino a quando? E chi lo sa ^^

 

   
 
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