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Autore: Fransis94    20/05/2011    6 recensioni
Per i 2 fratelli Rufy ed Ace è arrivato il momento di innamorarsi... Ma chi saranno le fortunate?? Una storia avventurosa e al tempo stesso romantica che spero vi farà sognare ad occhi aperti come è successo a me!! Buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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cap 26
E siamo al ventiseiesimo capitolo. So che ultimamente non faccio altro che scusarmi per i ritardi, ma ho avuto il famoso blocco dello scrittore. Ma alla fine ce l'ho fatta. E spero che sia di vostro gradimento. Scusatemi ancora. Ma so che mi capirete. E poi credo che vi piaccia perchè c'è sia romanticismo che comicità... Ma non aggiungo nient'altro. Buona lettura.
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite:
-akemi_katy;
-charlie1995;
-chiaretta1992;
-Emy96;
-Itacina;
-Killy;
-Kisses;
-leonedifuoco;
-Namine23;
-niki 96;
-redflo66;
-Shiokaze;
-stellinatvb;
-tre 88;
-_sakura chara97_.
Chi tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-Eynys;
-Ice_DP;
-lady marion;
-ladylala;
-milan010;
-Nancy97;
-tre 88.

Chi tra le seguite:
-akemi_katy;
-Aki_Black_Fire;
-Auron_san;
-chiaretta1992;
-ghirigoro;
-hina_smack;
-Hoshimi;
-i4ever;
-Juliett_94;
-Kat Luna89;
-Kgm92;
-Killy;
-Kira_chan88;
-leonedifuoco;
-Lilith9;

-Miki Michaelis;
-milan010;
-milla96;
-Nancy97;
-Ramona37;
-redflor66;
-tre 88;
-Vale2910;
-_histerya_.
E infine chi mi ha messo tra gli autori preferiti:
-chiaretta1992;
-claymoreelen;
-Lilith9;
-Ramona37;
-tre 88;
-_sakura chara97_.
Ma grazie anche a coloro che leggono e basta!! =)
Per ultimo ringrazio coloro che hanno recensito, a cui ho risposto con la nuova funzione di EFP:
-Vale2910;
-redflor66;
-Emy96;
-_histerya_;

-Killy;
-tre 88.
26- Confessioni

Ero distrutto. Non pensavo di poter stare così male per una persona, eppure ero lì e mi sentivo veramente uno schifo. Il mio umore era a pezzi. Non credo di essermi mai ridotto in quelle condizioni. E tutto per una ragazza. Non era di certo colpa sua, anche perchè come poteva passarmi per la testa di odiarla? Non ne sarei mai stato in grado. Per quanto mi avesse ferito, io l'avrei sempre perdonata. Non ero in grado di dirle di no. Il mio cuore non poteva e non voleva. 

Mi rigirai e rigirai nel letto, cercando di assumere una posizione che magari potesse attenuare, anche se minimamente, il dolore che provavo al petto, esattamente all'altezza del cuore. Una fitta acuta che ogni volta mi toglieva il respiro. E' come se con i discorsi dell'altra sera, Kita si fosse portata via una parte di me. Non sapevo se sarei riuscito a riprendermi e tornare il vecchio Rufy. Ma ce la dovevo fare. Dovevo andare avanti, anche per i miei compagni. Uno di questi giorni di sicuro ci saremo ritrovati, e di questo brutto periodo ne rideremo insieme. Dovevo darmi forza. 

Era pomeriggio e il sole era ancora alto nel cielo, ma non ne volevo sapere di uscire dalla mia cabina. Naturalmente ero uscito solo per fare colazione e pranzo. Per fortuna, almeno l'appetito, non era sparito. Però di Kita non c'era nemmeno la minima traccia. Forse stava male anche lei per quello che le avevo detto. Al pensiero di averla ferita o averle provocato dolore, mi sentii uno schifo e in colpa. Ma non potevo andarla a cercare per consolarla. Non ce l'avrei fatta a incontrarla e stare di nuovo da solo con lei. Come potevo darle sostegno se mi fossi sentito male anche io? Non sarei stato affatto di aiuto, proprio per questo decisi che era meglio oziare tutto il giorno sul letto. Non volevo nemmeno incontrare Hancock che, come sempre, mi stava alle calcagna come un cagnolino con il suo osso. Non volevo risponderle male, mi sarebbe dispiaciuto, e decisi di stare nella mia stanza.

Fu così che trascorsi tutto il pomeriggio chiuso in cabina. Numerose volte Ace e Frensis vennero a chiamarmi, ma la sola vista dei due piccioncini felici, mi dava la nausea e, anche se volevo uscire, non ero più in grado. Solo nel tardo pomeriggio, il brontolio del mio stomaco mi richiamò, svegliandomi dal sonno leggero in cui ero caduto. Decisi di andare a mettere qualcosa sotto i denti. Mi diressi verso la mensa, che si stava piano piano affollando di gente. Entrando, detti un'occhiata veloce in giro, ma nemmeno l'ombra di Kita. Iniziavo a preoccuparmi. 

Richiamato ancora una volta dallo stomaco, mi sedetti a tavola, il più lontano possibile da Ace e dai miei amici, prendendo e mettendo nel piatto quanto più potevo. Non ci volle molto a fare fuori una buona parte delle portate che si trovavano sul tavolo, e tra un'imprecazione e l'altra degli altri pirati, una volta sazio me ne andai a fare un giro sul ponte. Era così rilassante stare all'aria aperta senza il fracasso della ciurma che lavora e grida. 

Fu proprio allora che vidi, dopo un'intera giornata, Kita che stava parlando con qualcuno. Non riuscivo a vedere bene chi fosse, perchè la figura era nascosta dietro l'albero maestro. Anche se sapevo che non dovevo farlo, la curiosità mi spinse a sbirciare. Mi bastò vedere i capelli biondi del ragazzo, che fu abbastanza per me. Kita stava parlando con Marco e, a guardare l'espressione dei due, era davvero una cosa seria. Non volli trattenermi ancora. Avevo visto abbastanza. Non sarei riuscito a reggere ancora una delusione. Kita di sicuro si stava dichiarando e io non potevo farci niente. Lei aveva fatto la sua scelta e io l'avrei rispettata. Sempre e comunque. Non mi sarei nemmeno mai messo contro di lui. Non avrei fatto niente che avesse potuto ferirla o farla stare male. Lei ora era felice e io dovevo esserlo per lei. Forse era più facile a dirsi che a farsi. Corsi in camera mia, il luogo dove ormai i miei dolori potevano sfogarsi e venire fuori. Mi buttai sul letto e chiusi gli occhi cercando di sgomberare la mente e non pensare a niente. Era proprio quello che mi ci voleva.

Dovevo parlare con lui. Quel sogno nella stiva mi aveva davvero aperto gli occhi. Non mi sarei mai immaginata che fosse stato il mio subconscio ad indicarmi l'amore della mia vita, colui con il quale avrei trascorso il resto della mia esistenza. Almeno così mi auguravo. 

Uscita di corsa dalla stiva, procedetti a passo veloce in cerca di Marco. Dovevo assolutamente parlargli e dirglielo. Non riuscivo più a tenere questo peso dentro. Mi imbattei in lui dopo qualche minuto. Gridai il suo nome, per farmi notare e costringerlo a fermarsi. Per fortuna mi sentì subito e si voltò verso di me. 

-Hei Kita! Finalmente! Ma dove eri finita? E' tutto il giorno che non ti ho visto.- Mi disse l'ex capitano della prima divisione di Barbabianca, con un'aria un po' preoccupata in volto. 

-Niente di cui preoccuparsi. Avevo bisogno solo di stare da sola per un po', giusto per schiarirmi le idee.- Ammisi sinceramente.

-Sicura di stare bene?- Mi chiese dolcemente. 

-S..Si io sto bene.- Balbettai molto impacciatamente. -Ma quello che sto per dire ti farà stare male. Mi.. mi dispiace. Io non voglio ferirti. Io non voglio che altre persone stiano male per colpa mia. Tu non te lo meriti. Non hai fatto niente di male. Cavolo, ma perchè non posso stare male solo io?- Parlavo a vanvera e ormai le parole mi uscivano da sole senza che seguissero un nesso logico.

-Hei, hei. Calma Kita!- Marco mi interruppe, prendendomi per le spalle. -Mi vuoi dire cosa succede e stare calma?- Mi disse, senza però mollare la presa su di me.

-Vorrei dirtelo nel modo più delicato possibile, ma credo che non esista, perchè la prenderai male comunque. Vedi, io............ Io sono innamorata di Rufy.- Sentii la sua presa su di me stringersi, fino a farmi male. Ovviamente non dissi nulla. Era il minimo che dovevo sopportare. Non riuscivo a guardarlo negli occhi. Tenni lo sguardo basso. Marco, però, fece una cosa che non mi sarei mai aspettata. Sempre tenendomi per le spalle, mi avvicnò a lui e mi abbracciò. Era una presa forte e passionale. Ricambiai l'abbraccio nel modo più dolce possibile.

Rimanemmo in quella posizione senza proferire parola per qualche minuto. Dopo poco fu Marco a sciogliere l'abbraccio e finalmente riuscii a guardarlo in faccia. Il suo volto era privo di segni di rabbia o ostilità. Era limpido anche se il suo sguardo trapelava dolore.

-Beh, che devo dire? Hai fatto la tua scelta e di certo non ti costringerò a cambiare idea. In fondo siamo persone adulte e ognuno è in grado di prendersi le proprie responsabilità. Di certo non mi metterò a fare il bambino e non rivolgerti parola. Anzi, penso che non ti libererai alla svelta di me e, appena Rufy abbasserà la guardia e farà una mossa falsa, io sarò lì, per consolarti e conquistarti. Quindi non ci sperare di mandarmi via così alla svelta.- Mi disse deciso, con lo sguardo fisso su di me.

-Hemm.. Certo. Non volevo liberarmi di te, anzi sono contenta che non l'hai presa così male. Pensavo molto peggio. Comunque scusami lo stesso.- Dissi sincera con un lieve sorriso dolce sulle labbra. -Ora devo proprio andare. Ci vediamo in giro.- Conclusi senza prolungare ancora per molto la mia permanenza con lui. In quel momento dovevo stare con un'altra persona, dovevo trovare Rufy per dirgli che quello che lui provava era corrisposto. 

Iniziai a correre, senza sapere però dove andare di preciso. Pensai che, essendo l'ora di pranzo, fosse in mensa ma non c'era nemmeno l'ombra di Rufy. Uscendo, capitai di fronte a Frensis ed Ace. Forse quei due sapevano dove si trovava.

-Oh finalmente! Ma dove ti eri cacciata?- Mi chiese Ace con un'aria curiosa dipinta sul volto. 

-Hem, ora non posso parlare. Ti spiego tutto dopo.- Guardai mia sorella, che aveva uno sguardo complice. Lei sapeva che mi ero isolata per pensare e schiarirmi le idee. Ma di sicuro l'aveva capito anche senza leggermi nel pensiero. Ultimamente non avevo percepito la sua presenza nella mia testa. Era davvero ammirevole che mi avesse lasciato la mia privacy. -Sapete dov'è Rufy? Vado di fretta e devo parlargli assolutamente!- Chiesi impaziente. Dovevo parlargli il prima possibile. 

-Si, dovrebbe essere nella nostra stanza. E' tutto il giorno che se ne sta da solo.- Mi disse Ace.

-Ok, grazie!- Lo ringraziai mentre già correvo in direzione della cabina dei due fratelli. Ero così impaziente di dirglielo. 

Arrivai di fronte alla stanza dove si trovava Rufy, o almeno così speravo. Avevo il fiatone da quanto avevo corso. Tirai un  sospiro cercando di ricompormi un po' e di sembrare con un ritmo respiratorio il più calmo possibile. Non era proprio il massimo fare una dichiarazione con il fiato corto. Mio Dio. Stavo per dichirarmi. Ok, non ci dovevo pensare, altrimenti sarei collassata nel giro di due secondi. 

Bussai alla porta, e tesi l'orecchio nell'attesa e nella speranza di una risposta. -Non voglio niente! Andatevene!- Disse una voce un po' masticata che proveniva dall'interno della stanza. Sembrava che si fosse appena svegliato o che avesse in bocca qualcosa. 

-Rufy sono io, Kita! Ti devo parlare urgentemente! Ti prego, aprimi!- Lo supplicai. Contro ogni mia aspettativa, non passò molto prima che la porta mi si spalancasse di fronte.

-Cosa è successo? Stai bene? Ti sei ferita?- Mi chiese allarmato. Inizialmente non ne capii il motivo. Poi ripensai a quello che avevo detto. Il tono con cui avevo parlato era molto supplichevole e sembrava che fossi in fin di vita. Forse avevo esagerato un po'. 

-No no, stai calmo! Io sto benissimo...- Non feci nemmeno in tempo a terminare la frase che mi interruppe.

-Ma allora che hai fatto?- Mi chiese con gli occhi puntati che stavano aspettando una mia risposta.

Quegli occhi scuri mi avvolsero in un calore che non avevo mai provato prima. Esitai un po'. Non sapevo più cosa rispondergli e il mio corpo parlò da solo. Mi gettai tra le sue braccia, baciandolo. 

Lo strinsi più a me, portando le mani al collo. All'inizio lo sentii distante per la sorpresa, poi mi avvolse a sè, aumentando la passione del bacio. In quel momento il tempo si era fermato. Non pensavo a nient'altro che a lui, sicura tra le sue braccia. 

Accarezzandolo mi accorsi che mi stava scendendo una lacrima, ma non di tristezza o quant'altro, ma di gioia. Finalmente ero con lui e nessuno ci avrebbe separato tanto facilmente. 

Alla fine ci guardammo negli occhi ma sempre a una distanza ravvicinata. Rufy mi accarezzò la guancia, asciugandomela dalla goccia salata. 

-E ora perchè piangi?- Mi chiese con un leggero sorrisetto dolce.

-Piango dalla gioia. Sono davvero felicissima di stare con te!- Finalmente mi ero decisa ad ascoltare il mio cuore ed è stata la cosa migliore che avessi mai fatto in vita mia.

-Mai quanto me!- Mi stuzzicò, rivelandomi anche le sue emozioni. Chissà come si sentiva in quel momento. Il mio cuore batteva all'impazzata, senza dare cenni di voler rallentare fino ad un battito decente.

-Si, ma te non hai pianto per il nostro bacio.- Lo avevo in pugno. Non poteva controbattere.

-No, ma stavo per farlo dato il tuo alito di cipolla!- Ci rimasi di sasso. Non me lo aspettavo proprio. Oltre ad aver rovinato il momento, come al suo solito, mi aveva tirato un colpo basso. 

-Non è vero!! Non le ho mangiate le cipolle.- Piagnucolai, cercando di difendermi. Mi sentivo davvero in imbarazzo. 

-Aspetta, farmi controllare ancora...- E così dicendo, mi prese il mento tra le mani, portando le mie labbra ancora schiuse per la sorpresa, a contatto con le sua. Fu un bacio più intenso e dolce del primo, che mi lasciò imbambolata come sempre.

-No, non era vero.- Enunciò il verdetto, staccandosi lentamente da me e guardandomi negli occhi. Non mi ero ancora ripresa dal bacio e non oso immaginare con che faccia da ebete lo stavo guardando. Cercai di rimettermi in sesto e dissi le prime parole che mi vennero in mente.

-Scemo! Era solo una scusa per baciarmi di nuovo, non è vero?- Cercai di incastrarlo. Non doveva inventare scuse per baciarmi. Non più.

-Emmm... Si, lo devo ammettere.- Mi fece il suo gran sorriso accarezzandosi dietro la testa.

-Guarda che ora non devi trovare delle scuse per baciarmi, lo puoi fare quando vuoi.- Dissi un po' imbarazzata, esternando i miei pensieri.

-Ah si? Allora posso rifarlo anche ora?- Mi chiese con gli occhi che gli luccicavano. Non lo avevo mai visto così contento. Era come un bambino con un caramella. Ma forse non aveva capito bene cosa intendevo con "quando vuoi".

-Uffaaa!- Mi lamentai. -I baci non si chiedono! Si danno e basta! Così rovini tutta l'atmosfera.- Lo rimproverari scherzosamente. Non sapeva proprio flirtare.

-E va bene, vuoi entrare per un po'?- Mi propose voltandosi di 90 gradi, invitandomi con un cenno della mano come un vero gentiluomo. Non lo vedevo affatto Rufy nelle vesti di un gentleman e mi venne da ridere. Cercai di soffocare la risata, ma non ce la feci e scoppiai.

-E ora cosa hai da ridere?- Mi chiese confuso. Era normale che non ci stesse capendo niente. I miei sbalzi d'umore lo stavano mandando in confusione.

-Niente, è solo che non ti ci vedo nei panni di un gentiluomo.- Gli spiegai sinceramente, una volta ripreso fiato e asciugate le lacrime che mi avevano provocato le risate.

-Sei sempre a criticarmi, nanerottola.- Mi disse, mostrandomi la lingua. In fondo me lo meritavo e per questo decisi di non controbattere, ma di rispondere a mia volta con una semplice linguaccia. -Allora vuoi entrare o no?- Mi chiese di nuovo, impaziente.

-Ma come? Ora niente più bacio?- Mi lamentai. In fondo dopo aver fatto tutta questa storia me lo poteva anche concedere.

-No, te lo darò quando meno te lo aspetti!- Mi disse con un sorrisetto stampato in faccia. Devo ammettere che faceva un po' paura. Sembrava quasi una minaccia.

Intanto ci sdraiammo uno accanto all'altra sul suo letto. Mi teneva la testa con un braccio, come se fosse lui il cuscino.

-Ma mi spieghi cosa dicevi a Marco prima?- Mi chiese, rompendo il ghiaccio. Mossa giusta, dato che si era creato troppo silenzio imbarazzante. 

-Gli stavo spiegando la situazione, prima di farlo infuriare se ci avesse visto insieme.- Gli spiegai tranquilla.

-Capisco.- Mi disse un po' distratto, mentre stava fissando il soffitto, un po' assorto nei suoi pensieri. Fece una breve pausa, per poi continuare. -Sai prima vi avevo visti e mi era presa una tale rabbia e tristezza che avrei rovesciato tutta la nave! Ma mi sono trattenuto pensando che ti avevo promesso che avrei accettato qualunque tua scelta, che la avrei rispettata.- Disse allentando la presa della mano sul materasso. Non oso immaginare quanto fastidio abbia potuto aver provato, assistendo a quella scena. 

-E per questo Rufy, ti ringrazio. Ma io ora sono qui con te e non voglio più  perdere un minuto senza te.- Gli dissi montandogli quasi sopra e avvolgendolo in un altro abbraccio. Quello non era un gesto da me dato che, anche se amo farmi notare nell'aspetto, sono sempre stata una che chiude i suoi sentimenti dentro, che non li manifesta. Per questo verso io e Rufy eravamo due poli opposti. Ma si sa, gli opposti si attraggono!

Questa volta fu il corpo di Rufy a parlare. Infatti fu lui a baciarmi di nuovo.

Ma in quel momento la porta si aprì.

-Secondo te cosa avrà voluto dire tua sorella a Rufy, così tanto urgentemente?- Mi chiese Ace curioso della mia opinione.

-Non lo so proprio, prima l'ho vista parlare con Marco, ma me ne sono subito andata per lasciargli la loro privacy.- Gli spiegai tranquillamente la mia opinione su queste cose. Non l'avrei tollerato se qualcuno l'avesse fatto a me, per cui mi facevo tranquillamente i fatti miei.

-Mmm... Hei, perchè non sbirci nei pensieri di Kita?- Mi domandò eccitato, quasi come un bambino al luna park.

-Ma che sei scemo?- Urlai scherzosa contro Ace, dandogli un pugno in testa. -No che non lo faccio! Sai che non voglio!- 

-Va bene, ma non c'era bisogno di scaldarsi troppo.- Si lamentò, accarezzandosi il bernoccolo.

-Hai ragione... Come mai mi potrò far perdonare?- Gli dissi avvicinandomi a lui teneramente.

-Vieni qua.- Mi fece cenno di salirgli sulle gambe. -Eppure lo sai benissimo come si fa anche ai bambini per fargli passare la bua.- Mi disse con un tono talmente ovvio da farmi passare per scema.

-Certo! Un bacietto sulla bua!- Dissi agendo e baciandolo nel punto preciso della testa in cui si era gonfiato.

-Ma a me quel bacino non basta... Come la metti?- Mi disse prendendomi le mani e bloccandomele con una delle sua. Ero bloccata proprio davanti a lui.

-Mmm... Ho capito cosa vuoi realmente. Ma sappi che non ci casco in questi trucchetti! Te lo devi guadagnare!! E poi se mi obblighi, che gusto c'è? Quindi ti consiglio di lasciarmi.- Risposi provocandolo un po'.

-Vediamo... Ti va bene se me lo guadagno così?- Senza nemmeno dammi il tempo di capire le parole che avesse pronunciato, mi ritrovai le sue labbra incollate alle mie. Non che mi dispiacesse, ma mi aveva incastrata! Volevo provare a fare la fredda, per vedere la sua reazione, ma a quanto pareva non gli piacciono proprio le cose fredde. D'altronde lui era il fuoco, il calore puro, e riusciva sempre a sciogliermi. Come potevo resistergli? 

-Suppongo che non te lo aspettavi, non è vero?- Mi disse alla fine dato che ero rimasta lì, ancora ad occhi chiusi, impalata come un'idiota. Che vergogna!

-Emmm... Scusa, è solo che ancora mi sembra un sogno: io e te insieme, non ci posso ancora credere.- Confessai rossa di vergogna.

-In effetti stiamo vivendo un sogno, da cui spero di non svegliarmi mai, mia cara bella addormentata!- Mi disse toccandomi la punta del nasino come si fanno ai bambini. 

-Perchè non andiamo un attimo nella mia cabina per stare un po' da soli?- Aggiunse poi, dato che eravamo nel ponte davanti a tutti.

-Ma non ci saranno Rufy e Kita?- Chiesi io, ripensando a mia sorella e a dove potesse essere.

-Non credo. E poi dai, anche se ci fossero andiamo a dare un'occhiata... Non vorrei che mio fratello ci fosse rimasto male per una cattiva notizia di Kita.- Mi disse un po' preoccupato per il fratellino. In fondo si volevano un bene dell'anima.

-In effetti anche io sono un po' preoccupata, però non so perchè ma penso che lei sia innamorata di Rufy, non di Marco.- Gli dissi di getto le mie impressioni e il mio parere. Ero più che convinta di quello che dicevo.

-Perchè lo pensi?- Mi chiese mentre ci eravamo incamminati verso la cabina.

-Non so, chiamalo sesto senso femminile... Il suo modo di guardarlo, Kita mi sembra più felice quando è in compagnia di Rufy, ma non felice come se stesse ridendo di una battuta, ma felice come io lo sono quando sto con te!- Gli dissi avvicinando il suo braccio, ormai intrecciato al mio, a me.

-In effetti hai ragione... Non ci avevo mai fatto caso a questi particolari, ma ora che ci penso meglio è vero!- Rispose alla fine, senza però allontanarsi di un centimetro da me.

Maschi. Dissi tra me. Non capiranno mai queste cose, non è nella loro natura.

E tra supposizioni varie, arrivammo di fronte alla porta della cabina. Entrambi appoggiammo un orecchio per sentire se c'era nessuno nella stanza. Silenzio.

-Forse hai ragione tu, e sono andati a fare una passeggiata.- Bisbigliò Ace.

-Credo anche io. Vedi ho sempre ragione io!- Lo stuzzicai bisbigliando anche io, anche se non ce n'era il motivo dato che forse dentro non c'era nessuno.

-Non è detta l'ultima parola!- Mi sfidò Ace.

-E allora scopriamolo! Ma aumentiamo la posta in gioco. Scommetto 100 berry che dentro non c'è nessuno!- Lo sfidai offrendogli la mia mano.

-Ok! Scommettiamo.- Rispose stringendola.

-Allora, al tre apriamo insieme la porta...- Gli dissi afferrando il pomello della porta. 

-Va bene.... 1.. 2.. 3!!- E insieme spalancammo la porta.

Con mio grande stupore quei due erano li, sopra il letto, attaccati come sardine, che tra l'altro si stavano pure baciando!!!! Rimasi a bocca aperta. Io, che avevo sempre vinto con Ace qualsiasi tipo di scommessa questa volta avevo perso!! Ma come era possibile?? Lo sfottevo sempre per il fatto che non ne azzecca mai una e adesso ho perso??? Nooooo!

-Ahahahahah!- Mi derise Ace con tanto di puntarmi un dito e tenersi la pancia con l'altro braccio dalle risate. -Questa volta hai perso tu!!!-

-E comunque non ti devo niente... Con tutte le volte che ho vinto io e ancora non ho visto nemmeno un berry...- Dissi a braccia conserte, atteggiandomi da superiore.

-Questo è vero... Uff, per una volta che avevo vinto.... Però sappi che non ti darò pace; per questo piccolo errorino ti tormenterò per tutte le prossime scommesse.- Mi minacciò.

-Emmm.... Scusate...- Si schiarì la voce Kita.

-Si? Che vuoi??- Rispondemmo insieme io ed Ace con un tono di voce seccato, come se stesse interrompendo una discussione importantissima.

-No, che volete voi??- Gridò Kita con tanto di denti da squalo.

-Ah è vero.... Abbiamo interrotto il vostro bacio... Scusateci tanto, continuate pure, noi andremo da un altra parte.- Dissi spingendo Ace verso la porta. -Aspetta un momento. Voi vi stavate baciando!- Mi ricordai dell'accaduto, fermandomi di scatto.

Non risposero, ma entrambi diventarono rossi dalla vergogna.

-Hai visto Ace? Il tuo fratellino e la mia sorellina stanno crescendo! Però forse non un po' troppo in fretta?- Volsi il mio sguardo indagatorio per darle noia a Kita arrivandole alle spalle.

-Vattene!- E senza nemmeno accorgemene mi ritrovai un cuscino ben stampato in faccia. Che dolore! Mi aveva centrato in pieno il naso.

-E tu Rufy? Che mi dici?? Come è stato il tuo primo bacio??- Mi imitò Ace avvicinandosi però al fratello con tanto di faccia da pesce lesso.

-Non era il mio primo bacio!- Questa volta però ad Ace gli toccò un pugno, non un cuscino. Poi lo prese di peso e lo scaraventò fuori dalla stanza.

-Ahahahahah! Ben ti sta!- Lo derisi tenendomi la pancia dal ridere.

-Zitta tu!- E mi arrivò anche a me un pugno da Kita capitandomi la stessa sorte di Ace. 

-Ahia! Ma che modi sono?- Dissi ritrovandomi malconcia sopra qualcosa di morbido. Era Ace! E per giunta gli caddi precisa precisa sopra i suoi gioielli. Che vergogna!! Mi ritirai immediatamente seduta (non sopra Ace, ma accanto) completamente rossa! So che ero stata io a cominciare, ma Kita non l'avrebbe passata liscia! 

Ace tirò un gemito di dolore soffocato, come se qualcuno gli avesse tirato un pugno nello stomaco. In effetti era successo ben peggio, per un uomo! 

Notai che con la coda dell'occio anche Rufy stava sentendo dolore per il fratello. -Uuhh... Che male!- Disse portandosi anche lui le mani in quelle prossimità.

Ace ancora era accasciato a terra dal dolore.

-Ace, scusami, perdonami, ma non l'ho fatto apposta! E' stata quella perfida di Kita!- Dissi aiutandolo a rialzarsi.

-Ma no, scusami, non stavo mirando proprio li. Mi dispiace Ace- Recitò la furbetta. Intanto, però, Kita se la stava spassando sotto i baffi.

-In effetti ce lo siamo meritati... Li abbiamo interrotti!- Dissi a Ace cercando di risollevarlo un po'.

-Ti correggo: ME lo sono meritato. Tu non hai avuto nessun effetto collaterale!- Sibilò ancora un po' piegato dal dolore ma sempre con un tono scherzoso.

-Questo lo dici tu! Guarda il bernoccolo e che naso rosso che ho!- Cercai di difendere la mia situazione, che in effetti mi era andata di lusso.

-Se è per questo anche io ho un bernoccolo da parte di Rufy- Ecco, dovevo rassegnarmi. Quello più malconcio era di sicuro lui.

-Dai, andiamo nella nostra cabina.- Gli suggerii. E per nostra intendevo quella mia e di Kita.

-Si, che ho bisogno di stendermi un attimo.- Si fermò un istante a pensare. -Per caso avete del ghiaccio?-

-Siamo a questo livello di dolore?- Chiesi preoccupata. Per volere del ghiaccio gli dovevano fare moooolto male.

-Già. Se si parla di prenderti in braccio sei più leggera di una piuma. Ma in questo caso, senza offesa, mi sei sembrata più piombo.- Tirò dell'ironia. Vera, ma pur sempre ironia.

-Mi dispiace così tanto...- Continuava a scusarsi Frensis sempre più lontana a noi. E poi non ne capisco il perchè dato che era stata quella perfida che avevo accanto.

-Certo che sei stata spregevole con Ace!- Le dissi ripensando a quanto dolore avesse provato.

-Ma non l'ho fatto apposta. Ci è caduta per sbaglio, e poi con quel fondoschiena che si ritrova!- Disse prendendosi gioco della sorella.

-Ma non ce l'ha grosso, anzi, direi che è un bel fondoschiena!- Apprezzai quel ben di Dio. 

Non lo avessi mai fatto. Anche io, come i due malcapitati, mi ritrovai un bernoccolo in testa!

-Ma sei matta?! Stavo per aggiungere che in questo vi assomigliate, perchè anche tu hai un gran bel sedere.- Non feci in tempo nemmeno a finire anche questa frase che mi tirò un altro pugno, creandomi un altro bernoccolo sopra al primo. Sembravo un gelato a due gusti! Forse ora era il caso di non aggiungere nient'altro.

-Primo: non devi guardare i sederi delle altre. E secondo: come ti permetti di guardare il mio popò?- Disse rossa un po' di vergogna e un po' di rabbia.

-Popò??- Sgranai gli occhi per la sorpresa. Non sentivo usare quella parola da quando ero bambino. -E poi se non posso guardare ne il sedere delle altre, ne il tuo, io quali posso ammirare?-

-Quelli degli uomini. Anzi no, ti farebbe sembrare gay.- Disse. Forse ci stava ripensando. Forse almeno il suo... -Mmm... E va bene. Solo quelle delle donne. In fin dei conti vale sempre la regola: guardare, ma non toccare! Intesi?- 

-Intesi! Ma tanto ora mi interessi solo tu.- Cercai di cambiare discorso. Ero così felice di essere con lei.

-Ti interessa solo il mio sedere?- Mi chiese con un pugno chiuso, minacciando un altro di quei bernoccoli. 

-No, no. Ma che vai a pensare? Mi interessi tutta!- Cercai di cavarmela. Non volevo diventare a tre gusti. Temevo di aver peggiorato la situazione...

Ma una voce mi salvò. Era Marco: -Ragazzi! Preparatevi! Stiamo per sbarcare nell'isola!- Ci urlò da lontano, per evitare un pezzo di stada inutile, dato che eravamo ancora fuori dalla cabina.

-Hai sentito? Siamo arrivati. Ora potremo portare il vecchio a casa. E visitare l'isola dove nostro nonno è morto, ma nella quale si è anche costruito una famiglia.- Disse un po' giù di morale.

-Eddai, su con la vita. Vostro nonno è morto da eroe! C'è solo da portargli rispetto e ammirazione!- Le dissi sorridendo. Non mi piaceva quando diventava triste. Amavo il suo bel sorriso!

-Hai ragione!- Mi sorrise. Ecco. Era proprio quello di cui stavo parlando.

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