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Autore: Mimichan    20/02/2006    4 recensioni
“Successe tanti anni fa. Fu la guerra più cruda e sanguinosa che avesse mai colpito il Regno delle Streghe. Le perdite furono tante, troppe e si arrivò a pensare che l’intera razza delle streghe si sarebbe estinta. Doremì, è importante che tu e le tue amiche sappiate la verità. È ora che la guerra venga raccontata dall’inizio alla fine perché anche voi possiate conoscere la forza e la virtù delle otto guerriere. È giunto il momento del loro ritorno e sarete proprio voi a resuscitare il leggendario Soveraign...”
Genere: Avventura, Azione, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Distesa sul letto a pancia in giù, con un braccio penzoloni e un sottile filo di bava alla bocca, dormiva Doremi, rigirandosi ogni tanto farfugliando parole che suonavano come “bistecca” e “ancora” prima di tornare a russare con piacere

Come avevo accennato, vi do qualche informazione pratica. Allora, la vicenda inizia dopo la fine della quarta serie, dopo le vacanze estive. Vi metto anche la legenda dei nomi per chi non sapesse quelli originali:

Doremi = Doremi Harukaze

Bibì = Poppu Harukaze

Melody = Hazuki Fujiwara

Sinfony = Aiko Senoo

Lullaby = Onpu Segawa

Mindy = Momoko Aska

Hanna = Hana Makihatayama (ho qualche dubbio su questo cognome. Se è sbagliato ditemelo)

I nomi originali dei compagni di classe non li so tutti (Tetzuya = Kotake) quindi ho messo quelli che ho trovato su internet.

Come introduzione è tutto, i ringraziamenti alla fine! Buona lettura!

 

 

CAPITOLO PRIMO

UN NUOVO INIZIO

 

 

Distesa sul letto a pancia in giù, con un braccio penzoloni e un sottile filo di bava alla bocca, dormiva Doremi, rigirandosi ogni tanto farfugliando parole che suonavano come “bistecca” e “ancora” prima di tornare a russare con piacere. I lunghi capelli rosa le coprivano fastidiosamente il volto costringendola anche nel sonno a scuotere ripetutamente il capo: ormai quel gesto le veniva naturale da quando era iniziata l’estate e la chioma la soffocava nel sonno. Ma come la nostra ex maghetta sapeva, ormai quella bella stagione stava giungendo al termine e presto la scuola sarebbe ricominciata, prima di quanto purtroppo lei ingenuamente ignorava. Quell’anno sarebbe stato più duro dei precedenti, oltre che a causa del più altro grado d’istruzione che della mancanza delle sue quattro migliore amiche, coloro con cui aveva condiviso tanti bei momenti da ragazza normale e da strega. Chissà, forse il sospiro che emise inconsciamente dando uno schiaffo al cuscino era proprio per quella scelta che qualche mese prima era stata costretta a compiere. Tornare una ragazza normale o restare strega per sempre, accettandone tutte le conseguenze. Lei e le sue amiche avevano riflettuto molto, ma erano arrivate alla conclusione che la prima possibilità sarebbe stata per tutte la migliore. Qualche volta, spaventata cercava nelle tasche il jingleset per poi ricordare che se n’era andato con la sua magia. La nuova scuola sarebbe stata sicuramente un incentivo per far sì che si rendesse conto che la sua vita era cambiata. Senza le sue amiche, circondata da ragazzi e ragazze normali avrebbe cominciato la sua nuova vita da semplice studentessa imbranata e pasticciona.

Stranamente quel giorno, dopo tanti rimasta inattiva, la sveglia strimpellò un allegro motivetto che Doremi aveva scelto per iniziare la giornata. L’aveva puntata esattamente il giorno della fine della scuola perché sapeva che in vacanza avrebbe avuto interessi rivolti a tutt’altro. Esatto. Quello era proprio il suo primo giorno di scuola. Giorno in cui non doveva assolutamente arrivare in ritardo per non dare subito una cattiva impressione ai nuovi insegnanti. Purtroppo, Doremi non sentì la sveglia e imperterrita continuò a sognare.

- Doremi! Alzati pigrona! – urlò la sorellina irrompendo nella sua stanza. In quei giorni Poppu era l’unica salvezza a cui Doremi poteva ancora aggrapparsi. Non avrebbe dimenticato una data così importante per nulla al mondo! Si aggrappò alla sorella scuotendola a destra e sinistra senza risultato. Spalancò allora la finestra lasciandone filtrare la luce del sole e si lanciò con un balzo sul letto, iniziando una serie furiosa di salti e urla. Fallito anche questo tentativo, balzò giù intraprendendo una vivace danza accompagnata dalle parole: - Ricomincia la scuola – Non funzionò. Quel fastidioso russare continuava imperterrito. A quel punto Poppu capì che doveva toccare il punto debole di Doremi.

- Doremi! La bistecca è in tavola! –

- Eccomi! – gridò improvvisamente la ragazza ribaltandosi dal letto – Cosa succede? Non c’è nessuna bistecca! Poppu! –

- Non riuscivo a svegliarti! –

- E allora lasciami dormire! Che cosa vuoi? – sbuffò arrampicandosi sul letto.

- Mi stai dicendo che non ti ricordi che giorno è oggi? –

“Non è il compleanno di nessuno. Non è l’anniversario dei miei genitori” pensò Doremi – Ma allora cosa succede oggi? – concluse allargando le braccia sconfitta.

Poppu gonfiò il petto, inspirò profondamente fino ad assumere un colorito rosso e quando le sue guance raggiunsero dimensioni spaventose, lasciò andare il fiato in un urlo frastornante.

- Oggi ricomincia la scuola! -

Doremi non ebbe bisogno di prendere fiato perché il suo grido di terrore: - Me n’ero dimenticata! Sono in ritardo! – uscì spontaneamente.

La ragazza si precipitò all’armadio estraendone i vestiti. Si spogliò correndo in bagno. Tornò immediatamente sfregandosi i denti con lo spazzolino ancora schiumoso. Lo ficcò in mano a Poppu per raccogliere i pantaloni e tentare di indossarli. Inciampò nel tentativo di infilare un piede e mise la maglietta storta. Fece tutto questo sotto lo sguardo vacuo di Poppu che, se non fosse stato per i capelli che Doremi le faceva svolazzare passandole accanto, era rimasta paralizzata nella sua posizione con lo spazzolino colante in una mano. Solo quando Doremi rotolò fuori dalla porta e giù dalle scale urlando si voltò, con la ferma convinzione in testa che sua sorella fosse veramente matta.

 

***

 

C’era un grande affollamento davanti alla nuova scuola di Doremi. Ragazzi e ragazze si spintonavano senza ritegno davanti ai cartelloni con le liste degli studenti. Probabilmente speravano di essere capitati in classe con gli amici. A Doremi questo non interessava: già sapeva che né Hazuki né Aiko né Onpu né Momoko sarebbero apparse nel suo elenco. Stringendo gli spallacci dello zaino trattenendo la delusione, si fece avanti per scovare qualche nome conosciuto in mezzo ad altri sconosciuti.

- Quante persone che non conosco! Emiko, Kazumi e tanti altri. Ma chi sono? Mazumi! Meno male che la mia amica fan di Kendy è ancora con me! E gli altri? Ecco Kotake, di lui non mi libererò mai. E nemmeno di Masharu. Marina! Anche lei è con me! E perfino Kimura (quello che aveva aiutato Marina con i fiori. ndMiMi) – Gli ultimi nomi avevano fatto recuperare il buonumore a Doremi. Sapere di non essere sola contro i nuovi compagni le infondeva coraggio.

- Doremi! Ciao! – la salutò Marina correndo verso di lei.

- Ciao Marina! Siamo nella stessa classe! – rispose Doremi al saluto agitando allegramente la mano.

- Meno male! Avevo paura di trovarmi da sola! Certo, per te deve essere stato più difficile visto che…- ruppe lì il discorso per non aggravare la situazione – Forza Doremi! – esclamò carica – Entriamo e affrontiamo questi estranei! –

- Giusto Marina – disse Doremi con enfasi allargando le braccia. Si può ben capire che tra una folla allargare le braccia non è un gesto consigliato. Si potrebbe colpire qualcuno, nel peggiore dei casi anche ferirlo. Considerando anche la smisurata sfortuna della nostra ex-maghetta si intuisce che il suo movimento non andò a buon fine. Con la mano sinistra schiaffò una ragazza che stava passando dietro di lei in pieno volto. Subito Doremi si girò preoccupata per scusarsi, ma la vittima le sferrò velocemente un possente calcio nello stomaco rivoltandola a terra. Tutto questo successe in pochi secondi e nessuno, tranne le amiche delle due coinvolte, si accorse di niente, impegnato com’era a cercare gli amici o la classe. La ragazza rimase a terra massaggiandosi lo stomaco e aprì gli occhi solo per fissarsi in testa un possibile nemico all’interno della scuola. Era una ragazza, probabilmente della sua stessa età. Aveva lunghi capelli verdi raccolti in una coda di cavallo e gli occhi verdi corrugati in un’espressione minacciosa. A gambe divaricate e il pugno ben levato troneggiava sulla figura distesa di Doremi.

- Dimmi chi ti manda! Perché mi hai colpita? – le gridò furente. Doremi, dal canto suo, non intuiva la rabbia di quella ragazza. Uno schiaffo involontario non era un reato.

- Mi dispiace. Non l’ho fatto apposta. Ma c’era bisogno di atterrarmi? –

- E così non l’hai fatto apposta?  Perché dovrei crederti? –

In soccorso di Doremi intervenne Marina: - Ha allargato le braccia e sbadatamente ti ha colpita! Non l’ha fatto intenzionalmente –

- Emiko, basta. Non ne vale la pena di prendersela con queste qui – la richiamò l’amica della ragazza dai capelli verdi. Doremi spostò lo sguardo sulla nuova arrivata. La cosa che colpiva subito erano i suoi lunghissimi capelli castani. Indossava una leggera giacchetta nera su una gonna a scacchi, al contrario dell’amica che aveva le braccia scoperte che spuntavano da un gilet blu abbinato ad un paio di pantaloni grigi. Una cosa che le accomunava era l’atteggiamento superiore che mantenevano nei confronti della ex-maghetta e dell’amica.

- Hai ragione Kazumi, andiamocene –

Le due si allontanarono senza salutare, spintonando e rimproverando chiunque si mettesse sulla loro strada.

- Che ragazze antipatiche! – sbottò Marina – Ti ha fatto male quella Emiko? -

- Solo un pochino – borbottò Doremi visibilmente dolorante – Adesso facciamoci forza e andiamo in classe, altrimenti l’insegnante ci prende in antipatia già il primo giorno –

Alzatasi a fatica aiutata dall’amica, Doremi riuscì a raggiungere l’aula per cominciare il primo, movimentato giorno di scuola. Percorsero tutti i corridoi e salirono e scesero più volte le scale prima di individuare la targa della loro sezione. Fortunatamente Kotake le chiamò vedendole passare di corsa altrimenti chissà quando sarebbero arrivate! L’aula non era molto diversa da quella dove Doremi aveva studiato negli anni precedenti. I banchi in fila, leggermente distanziati tra loro, la cattedra di fronte e la lavagna dietro ad essa. Questa somiglianza rincuorò Doremi, la quale si sentì a casa, in un posto familiare. Insieme a Marina e i suoi vecchi compagni prese posto negli ultimi posti vicino alla finestra, per potersi distrarre osservando il paesaggio durante le lezioni più noiose. A mano a mano che anche i nuovi compagni entravano, Doremi li squadrava uno per uno per ricordarsi i loro volti e fare ipotesi sul loro rendimento a scuola o sulle loro passioni. Marina e Mizumi giocavano con lei, facendosi grasse risate. Entrò un ragazzino basso e tarchiato con la cartella in spalle e una pila di libri in mano che Marina targò come “il secchione” e una ragazza snella, con lunghi capelli biondi che ricadevano morbidi sulle spalle che Doremi appellò come la “Seconda Reika”. Infine arrivò il turno di Mizumi.

- Questa è la “sportiva” - esclamò per la terza entrata richiamando l’attenzione delle due amiche. Per poco Doremi non cadde dalla sedia. La ragazza che aveva appena varcato la soglia, era proprio Emiko, quella svitata che le aveva assestato un calcio accusandola d’attacco premeditato, seguita dall’altra amica, Kazumi. Ricordò di aver letto sull’elenco i loro nomi, ma non pensava che fossero proprio loro due. Si fece piccola piccola per non farsi notare, ma fortunatamente le due attaccabrighe scelsero i primi posti. Altri studenti varcarono la soglia, ma alla ex-maghetta era veramente passata la voglia di giocare. Per ultima entrò l’insegnante richiudendosi la porta alle spalle. Dopo il saluto e l’inchino, si presentò.

- Il mio nome è Miyako Mikami e per voi sarò la signora Mikami o professoressa Mikami. Mi aspetto da voi impegno e serietà… -

Doremi non ebbe la pazienza di ascoltare l’intero discorso dell’insegnate. Faceva quasi ridere, pensò Doremi, con i capelli rossi tutti raccolti dietro la nuca in un gigantesco cignon (appena imparo a scriverlo correggo!). Oltretutto aveva anche un bizzarro abbigliamento: una lunga gonna verde a pieghe con dei ricami sull’orlo e una camicia bianca con le maniche a sbuffo sotto ad un gilet della stessa tinta della gonna. Sembrava che fosse stata invitata a ballare invece che andare ad insegnare.

- Tu, là in fondo, cos’hai da ridere? -

- Dice a me? – rispose Doremi alzandosi in piedi. Tutti gli sguardi erano puntati su di lei, compresi quelli delle due altezzose.

- Proprio a te con i capelli rossi e i codini. Facci ridere tutti –

- Mi dispiace, non lo farò più – si scusò Doremi.

 

***

 

Al suono della campanella, tutti i ragazzi lasciarono la scuola chi correndo chi con calma e Doremi si trovava nel secondo gruppo insieme alle sue due amiche. Discutevano sull’abbigliamento eccentrico dell’insegnante, sul comportamento che aveva tenuto nei confronti di Doremi, sui loro nuovi compagni. Nessuna aveva più accennato a quelle due ragazze sedute in prima fila: evitavano volentieri l’argomento. Presto si salutarono, e la nostra protagonista intraprese una via diversa da quella delle altre e continuò la strada verso casa da sola. Lei sapeva bene la strada per arrivare a casa, ma al bivio in cui avrebbe dovuto voltare a destra, optò per la sinistra, che l’avrebbe condotta alla meta più velocemente purché avesse fatto attenzione al feroce cane che sorvegliava la seconda casa. Fece molta attenzione nel passarci davanti e l’operazione ebbe successo, almeno inizialmente. Infatti il proprietario del cane fece scattare il cancello automatico per uscire con la macchina e con grande terrore di Doremi, il cane approfittò della situazione e si lanciò sulla ragazza indifesa. D’istinto fuggì urlando aiuto e voltandosi ogni tanto indietro per vedere il mastino sempre più vicino, disobbediente agli ordini del padrone di tornare da lui. Purtroppo la sua velocità non poteva competere con quella della bestia che in breve tempo le fu addosso. Doremi cadde e si coprì il volto, ormai certa che la sua fine fosse giunta e finendo con un ultimo disperato urlo. Il cane non la raggiunse mai. Risollevata la ragazza si rialzò per vedere l’animale impegnato a lottare con un’altra ragazza che evitando i suoi attacchi e sferrandone di più potenti, ebbe immediatamente la meglio.

- Grazie mille! Se non ci fossi stata tu chissà dove sarei a quest’ora - la ringraziò aggirandola per vederne il volto.

- Sei stata fortunata che fossi qui al momento giusto, Doremi! –

- Kazumi! – esclamò la ex-streghetta sorpresa di vedere lì quell’antipatica compagna di classe, ma ancora più sorpresa dalla brutalità e la tecnica con cui aveva steso l’animale.

- Esatto. Vedi di stare più attenta. Non posso soccorrerti sempre, non ho poteri magici –

“Io ce li avevo una volta. E avrei potuto benissimo rendere inoffensivo questo cane allora” ricordò tristemente Doremi. – Già, la magia non esiste! – dichiarò poco convinta a Kazumi, o meglio, in direzione di Kazumi che però se n’era già andata. “Antipatica! Non mi ha neanche salutata!” sbuffò allontanandosi da lì in direzione di casa. “Ciò che è certo è che non prenderò più questa scorciatoia. Non so se perché non voglio farmi mangiare dal cane o per non farmi più salvare da Kazumi. Poco importa, meglio qualche passo in più. Invece, ancora non capisco chi siano quelle due ragazze. Emiko e Kazumi. Certamente non frequentavano la mia stessa scuola, sicuramente non le ho mai viste in giro. Non è da me farmi di questi problemi! Ce ne sono di persone che non conosco nel nuovo istituto! Però loro sono riuscite a colpirmi subito. Così diverse da tutti gli altri. Inoltre non capisco come possano essere delle lottatrici tanto forti, soprattutto Kazumi. La prima volta che l’ho incontrata sembrava una ragazzina tanto composta. E ora mi salva, tra tutti quelli che potevano passare di qui proprio lei. Nonostante tutto non le sono molto simpatica, e lei non lo è a me. Io forse ero una strega, ma lei lo è mille volte più di me!”

Soddisfatta di aver trovato un appellativo anche per la mora, varcò la soglia di casa rendendo noto il suo ritorno e ripetendo tra sé: - Strega, le sta proprio bene –

 

***********************************************

 

Spero non essere stata troppo lenta ma come sa chi sta leggendo la mia ff I.S.D.M. su SK ho passato un periodo di no-ispirazione e quando mi è tornata mi sono anche ammalata quindi…

Un ringraziamento particolare ad Akemichan che è stata la prima a commentare. (Come hai visto scrivo al passato. Solo il prologo è al presente!). Naturalmente ringrazio anche bi-chan92 (anch’io sono una dilettante per questo mi fanno piacere i consigli! Sono contenta che ti piaccia ma spero non averti fatto passare le notti in bianco…), Mao chan (ma tu sei dappertutto? Scherzo! Mi fa piacere che mi segui sempre!) e tsubasa, ultima ma non meno importante (visto che ti è anche piaciuta la ff! Thank you!).

Un ringraziamento invece non basta per Shark Attack alla quale dovrei inchinarmi toccando per terra con la punta del naso. Se sono arrivata fin qui, è solo grazie a lei, che mi ha sostenuta dall’inizio (in un altro sito), ha letto e commentato tutte le mie ff, e mi sta fornendo tuttora le informazioni che mi servono su Doremi ovvero quelle che io ho dimenticato. Oltretutto mi sta mettendo la carica perché senza di lei io sarei ancora più lumacosa di quanto non sia già.

 

Detto questo vi saluto! Ora tocca a voi scrivere (i commenti^^)! Alla prossima e prometto che cercherò di farmi viva più in fretta (promessa da marinaio…)!

Ciao!                 MiMi

  
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