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Autore: Kagome91    20/02/2006    3 recensioni
.... Ringrazio di cuore la mia amicona Rin-chan che mi ha aiutato tantissimo nella realizzazione di questa mia opera: immaginatevi se Inu Yasha fosse assillato dallo stesso sogno tutte le notti…cosa vorrà dire vedere suo padre e corrergli in contro nel buio più totale? E se per caso Sesshomaru si ritrovasse coinvolto in una ricerca frenetica nel mondo di Kagome? Magari magari aggiungiamo anche un pizzico di follia… Buona lettura! ^______^
Genere: Generale, Romantico, Drammatico, Demenziale, Avventura, Comico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Nuovo personaggio, Sango, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutta colpa di quel sogno

Il sogno

 

 

 

 

Salve gente! Finalmente dopo tanto tempo ecco pubblicata la mia primissima in assoluto FF sul nostro caro e amato mezzo demone! Premetto innanzitutto che questa si tratta di una RRS ed è cioè scritta a più mani. In collaborazione con la sottoscritta c’è Rin-chan ( più nota a voi col nome di Daya)

 

…. immaginate se Inu Yasha fosse assillato dallo stesso sogno ogni notte…cosa vorrà significare quella lacrima sul volto del padre? E se per caso Sesshomaru si ritrovasse coinvolto in una ricerca frenetica nel mondo di Kagome? Magari magari aggiungiamo anche un pizzico di follia…  Buona lettura!   ^______^     ^__________^

 

 

Era una mattina di fine estate e come una pazza correvo e saltavo per le vie della città. Era bello librarmi nei soffi del vento che mi carezzavano i capelli e mi sferzavano il viso. Correvo e correvo…… sembrava di volare, le strade erano deserte e il dolce profumo del mare mi pervadeva le narici e l’anima, rendendomi felice e allegra, senza un motivo, ma lo ero! E mi divertivo tanto a correre così! Mi fermai avanti la riva di quel immensa distesa azzurra, le onde si scaraventavano furiose sulle mie caviglie e…. ehm… eh? Cosa? A sì, certo…. È finita l’ora di storia e come al solito mi sono lasciata andare a Morfeo. Non è colpa mia! Quella prof parla talmente piano e la sua voce è talmente bassa che è molto facile distrarsi pensando ad altro, poi c’è l’estate che bussa alle porte e il caldo che infiamma la pelle! Eppure, noi poveri studenti prossimi agli esami, dobbiamo subirci tutto questo: lezioni, afa e la professoressa di storia!

 

Driiinn! Fine delle lezioni!

 

Eh la vita com’è assurda, l’estate è padrona delle giornate e governa su tutte le spiagge, ed invece noi siamo obbligati a rimanere chiusi in camera a studiare. Se ci fosse qui Inu Yasha sarebbe tutto più piacevole! Inu yasha…. Ehi ma, Kagome torna in te! Che ti prende? Insomma sì, è senza dubbio un bel ragazzo, ma è pur sempre inu yasha! ah! Il sole alla testa fa davvero male! Eppure mi manca davvero tanto…. ormai é un mese che non lo vedo, dannati esami e maledetto Naraku! Dove cavolo si è andato a nascondere? Sono passati tre mesi da quello scontro con Inu Yasha e ancora non si hanno sue tracce. La cosa peggiore è che si é portato dietro i suoi frammenti di sfera. Eh eh! È stato un vero spasso vedere il volto di Inu Yasha rosso di rabbia! ( eh! Il mio Hanyou è un tipo molto caliente! Che vogliamo farci! Ndt Kaggy-chan) [spegnerlo! Ndt Rin-chan].

Chissà dove saranno per ora Sango e Miroku…. Certamente in riva al mare a godersi un po’ sole…. E chissà cosa avrà combinato Inu Yasha…. Forse…. sarà da qualche parte a saltare da un ramo all’altro come fa sempre…. Magari adesso sta mangiando, è quasi ora di pranzo….!

 

In quello stesso momento nell’era sengoku….

Inu Yasha era intento nel tenere a bada Miroku, completamente sbronzo, mentre rincorreva Sango da un lato all’altro del villaggio, urlando – Ti amo mia dolce fanciulla! -…. Altro che feste!

- Mannaggia a te Miroku, adesso basta! Mettiti il cuore in pace per una buona volta! - brontolò accasciandosi per terra sfinito.

- Cosa c’è Inu Yasha? – ribatté il monaco sedendo al suo fianco – sei forse geloso? Tranquillo! Io voglio bene anche a te!  - continuò strizzando fra le braccia il povero hanyou.

Sango arrivò alle spalle dei due, prendendoli di sorpresa - Una gran bella dimostrazione d’affetto – disse accorgendosi dell’immediato cambiamento sulle gote del mezzo demone…. Un violetto piuttosto acceso.

- Tranquilli continuate pure! Io non vi disturbo mica, eh! – rise la sterminatrice ignorando completamente gli sguardi supplichevoli che le lanciava Inu Yasha.

- Mia cara Sango! – Miroku spinse l’amico x terra e strinse le mani della giovane fra le sue – io non potrei mai tradirti con quel esaltato di Inu Yasha! – continuò fissandola con occhi languidamente teneri.

SBAM!

Il pugno del mezzo demone fece la sua comparsa sulla testa del giovane monaco. – Dicevi Miroku? -.

- Aaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhh! Sango! Inu Yasha è cattivo! – strillo l’altro rifugiandosi dietro la ragazza.

L’hanyou x tutta risposta fece spallucce e si allontano.

Non sapeva che fare, era annoiato, abbattuto, non riconosceva questi aspetti nel suo carattere, certo un mese fa era tutto diverso! Azione, azione e azione! Adesso nemmeno fermare le imprese perverse di Miroku era più tanto divertente. Kagome gli aveva chiesto un po’ di tempo per prepararsi agli esami e Naraku era scomparso. Non avevano più alcuna traccia di lui, ne della sua potente aura maligna, come si poteva nascondere una presenza così potente? Alzò il viso al cielo e lasciò che il vento gli penetrasse fra i lunghi cappelli argentei, lo respirò a fondo riempiendosene i polmoni, infine si appollaiò ai piedi di un albero giocando con la collanina d’oro che portava al collo. Gliel’aveva regalata quell’assurda ragazza. Erano trascorse 4 settimane dall’ultima volta che aveva attraversato il pozzo, un lungo e intero mese passato senza lei, Kagome….

“Chissà che starà facendo adesso?”

 

 

- Che cosa sono questi cosi???? – piagnucolò Kagome accasciandosi sui libri di matematica, distrutta e vinta. Era da almeno 2 ore che guardava e riguardava quella serie di numeri e simboli, cercando di decifrarne il funzionamento. Ma davanti ai suoi occhi non erano altro che segni e linee!

- La matematica! Chi è stato quel pazzo che ha inventato la matematica? Non aveva niente di meglio da fare quel giorno? – bisbigliò rompendo una matita.

Era inutile, per quanti sforzi facesse, per lei i numeri rimanevano ugualmente un ardito mistero! Ahh… quanto aveva voglia di ritornarsene nel periodo sengoku..

- Kagome! Cercano te al telefono! – la voce del fratellino le giunse dalla stanza affianco.

- Uargh! CHI è? – brontolò stiracchiandosi sulla sedia.

- Dice di chiamarsi Hojo! –.

“ Hojo? Che vorrà a quest’ora?”

 

- Padre, padre! Dove andate padre! -.

- Figlio mio,  inu yasha … -.

- No padre, no! Non andate via, io sono qui! Da questa parte! -  

 

- PADRE, NOOOO! – tirò su la testa dal tronco respirando affannosamente. Avide gocce di sudore gli scendevano lungo il viso, sconvolto e provato. (vieni qui piccolino che ti asciugo io! Ndt Kaggy-chan) [ -__-“ Ndt Rin-chan] Gli occhi colore dell’ambra erano sbarrati e confusi, mentre il cuore in petto sembrava stesse per scoppiare. Di nuovo quel sogno, quel dannato sogno!

- Maledizione! – imprecò sbattendo i pugni sulle ginocchia, cosa diavolo significava quel incubo che ogni notte lo tormentava? Cosa? cosa?

 

 

Era una mattina di pioggia. Le gocce d’acqua che gettava il cielo battevano forti sul volto del mezzo demone, delimitandone i lineamenti; i capelli arruffati venivano ripetutamente mossi dal vento e la lunga veste rossa svolazzava sotto i suoi soffi.

Certo, Miroku aveva ragione, era una vera pazzia rimanere lì, [una broncopolmonite non te la toglie nessuno! Ndt Rin-chan] (e io che ci sto a fare? Ndt kaggy-chan, sotto i panni di un’infermiera molto mooolto provocante) seduto e fermo ad osservare le nubi nere che facevano capolino da dietro i tetti delle capanne. Nonostante lo sapesse però, non voleva alzarsi e raggiungerlo dentro. Così riusciva a riflettere, pensare e magari riuscire a capire che razza di significato si potesse celare dietro quel assillante sogno di ogni notte.

Non conosceva suo padre, non sapeva minimamente che forma avesse il suo viso, ciò nonostante lo intravedeva sempre di più nell’oscurità di quel incubo e, notte dopo notte, la sua figura si faceva sempre più nitida. Accidentaccia! Perché non arrivava mai a sentire le sue parole, cosa era quella enorme barriera trasparente che non sapeva scavalcare? E poi come mai quel uomo non sentiva le sue urla? Perché non la cessava di ripetere in continuazione il suo nome? Perché non riusciva a raggiungerlo?!

 

INU YASHA

 

INU YASHA

 

- Ehi Inu Yasha! Ma cosa fai ancora li! Ti decidi una buona volta a venire dentro!? – la voce della vecchia Kaede lo distrasse, strappandolo ai suoi pensieri. Noiosamente si voltò a guardare il capo della donna sbucare da dietro una porta di bambù. Aveva capito che quella mattina non c’era proprio verso di poter rimanere un po’ per conto suo – dai per Miroku, dai per Kaede.. - così saltò giù dal suo ramo correndo incontro alla sacerdotessa.

- Si può sapere che ti prende oggi? Come mai stai sempre per i fatti tuoi? – gli chiese quella, una volta che l’ebbe raggiunta. Il mezzosangue non rispose. Le mise in mano la casacca bagnata e si appollaiò in un angolo della capanna.

La donna sospirò stendendo la giacca rossa del ragazzo su una cordicella posta accanto al fuoco.

L’hanyou la guardò fare: era la sacerdotessa del villaggio, sorella minore di Kikyo. La sua statura, piuttosto bassa, riusciva si e no a raggiungere l’altezza del suo mento, e il corpo, invecchiato dei 50 anni ormai trascorsi, era vestito del solito kimono che un tempo era appartenuto alla miko prima di lei.

- ahh Inu Yasha ragazzo mio… - sospirò lei – vorrei tanto sapere cos’è che ti turba -.

- nulla di particolare, non mi va di aprir bocca tutto qui – le disse, cercando di essere convincente il più possibile. Lo sguardo che gli lanciò la vecchia confermò la sua non riuscita.

Infastidito dalla situazione, sbottò un – buona notte! – per niente garbato, e si rannicchiò in terra dando le spalle ai presenti.

Sango solo allora smise di pulire Hirakotsu, aveva atteso in fatti che il mezzo demone si fosse “distratto” per poter chiedere al monaco se magari lui ne aveva capito qualcosa.

- ne so quanto te – le aveva risposto lui, fissando curioso la figura dormiente dell’amico – ma voglio al più presto delle spiegazioni -. 

 

Notte…. Notte fonda…. Buia e silenziosa, infida e misteriosa…. Un giovane hanyou correva nell’oscurità…. I suoi lunghi capelli oscillavano ad ogni suo movimento…. I capelli scuri rispecchiavano alla perfezione il colore degli occhi, inondati di lacrime…. Poi una figura, nitida e possente avanti a lui…. Gli dava le spalle, ma la sua voce continuava a chiamarlo…. E lui non poteva raggiungerlo, neppure quella notte…. Batteva e ribatteva i pugni nel vuoto…. Lì c’era una barriera, lo sapeva….gli era impossibile attraversarla…  la voce di quell’uomo continuava a chiamarlo, ferma e decisa…. Ora però vedeva scendere lacrime da quel volto, lacrime che brillavano nell’ombra, accompagnate dalle sue…. Inu yasha…. Inu Yasha…

 

Inu Yasha….

 

Inu Yasha….

 

- Inu Yasha svegliati! -.

- padre – in un sussulto si piazzò a sedere ritrovando la figura di Miroku accanto a sé, guardarlo stranito.

Inghiottendo più volte poggiò la schiena contro la parete legnosa fissandosi le mani tremanti. Era sconvolto, avvertiva il corpo sudato e accaldato. Di nuovo.

L’amico lo squadrò attentamente per una decina di secondi, poi gli tese un panno bagnato affinché si asciugasse il viso - deliri Inu Yasha? –.

Quello non rispose, afferrò distrattamente l’oggetto e si distese nuovamente cercando di riprendere a respirare regolarmente. Lo sguardo perso nel vuoto come sempre, dopo il risveglio.

- No, caro il mio mezzo demone, adesso ti rialzi e mi racconti tutto quello che ti sta succedendo – disse il giovane tirandolo per le orecchie.

- Mmh! Mollami stupido – protesto l’altro liberandosi dalla stretta del monaco – io non ne voglio parlare -.

- Invece ne parliamo, anzi ci facciamo una bella chiacchierata. Quindi siediti qui e racconta -.

- Cosa ti devo raccontare? -.

- Lo sai! Cosa ti accade il questo periodo Inu Yasha? -.

Il ragazzo, per tutta risposta, si imbronciò dandogli le spalle.

- Pronto? -.

- ma che diavolo vuoi. Non hai paura di svegliare Sango e gli altri? – mugugnò fra i denti Inu Yasha.

- Dai! – Miroku lo prese per il braccio obbligandolo a girarsi – parla -.

Il giovane sospirò, quando quel bonzo si ci metteva di impegno riusciva a metterlo sempre con le spalle al muro.

- Sono diverse notti – iniziò evitando di guardarlo in volto – che faccio sempre lo stesso sogno. È notte e io mi ritrovo a correre verso il volto di mio padre, non so come ma ad un certo punto una barriera, venuta dal nulla, mi impedisce di raggiungerlo. Di li in poi sento solo la sua voce chiamarmi … -.

- Inu Yasha…. Sono un tuo amico quindi ti formulo la domanda in forma gentile “ma sei fuori?” -.

L’altro lo guardò senza capire. [tanto tonto com’è che altro poteva fare? Ndt Rin-chan] (stai zitta tu! Pensa a come salvarti piuttosto, che quando finisco di scrivere ti faccio raggiungere Kikyo in un secondo! Ndt Kaggy-chan)

- Ascoltami….e stai molto attento. Tu non conosci tuo padre, quel poveruomo è morto poco dopo la tua nascita. Ora spiegami: come fai a vederlo in sogno!? La sera non è meglio fare a meno degli ultimi bicchierini in più?! – gli chiese guardandolo di sottocchio.

- Ma che cavolo dici? – sbottò infastidito l’hanyou.

- beh! A me sembra molto strano, sicuro di non bere troppo? -.

- La vuoi piantare? Io non ho mai bevuto! Il fatto è che notte dopo notte il suo viso si fa sempre più nitido, più vivo! Nonostante io non lo conosca! Io corro e corro, infine mi risveglio in queste condizioni: sudato e sconvolto -.

- Tutto ciò è tremendamente assurdo -.

- Già…. Inoltre questa notte ero umano, non so come ma a differenza delle altre volte, ero un umano ….-.  

- Non so che dirti, ma forse è solo la tua voglia di incontrarlo che ti spinge a sognare tutto ciò, infondo è normale che un figlio che non ha mai conosciuto il padre voglia vederlo – lo consolò battendogli una mano sulla spalla.

- Sarà – il giovane mezzosangue si strinse nelle spalle.

- Dammi retta mettiti il cuore in pace e ritorna a dormire. Vedrai fra qualche giorno la smetterai di fare questo sogno assurdo – il monaco si stiracchio le braccia alzandosi in piedi – adesso vado a dormire, buona notte Inu Yasha -.

- Buona notte…. Miroku – l’hanyou vide l’amico accovacciarsi accanto alla sterminatrice, che in quel momento dormiva beata su un letto di paglia.

Sospirò nuovamente, poi distese la schiena per terra chiudendo gli occhi…. Kagome dove sei?

 

La tessaiga, cosa ci faceva nelle sue mani? Perché la bandiva con tanta rabbia? Il taglio nel vento…. Lo stava per usare contro la barriera…. Nulla solo il silenzio….poi, da lontano una voce, una voce familiare….

- Figliolo…. Come stai? – quell’uomo lo fissava con infinita dolcezza. Aveva lunghi capelli argentei raccolti in una coda alta, la voce roca, gli occhi colore dell’oro… proprio come i suoi.

- Padre… - sussurrò.

 L’uomo sorrise.

C’era silenzio fra i due… fermi uno dinanzi all’altro… era suo padre… avrebbe voluto dirgli tante cose fargli tante domande… pretendere delle rispose, ma niente… dalla sua bocca non usciva alcun suono….

Poi d’un tratto comparvero delle immagini avanti ai suoi occhi… lui e sesshoumaru… brandivano entrambi la stessa spada… il fratello la chiamava sounga… poi solo un fascio di luce…. – sesshoumaru? – disse….l’uomo sorrise facendogli segno di si col capo.. poi la mano del padre si staccò dalla sua spalla…solo allora si accorse di essere un umano…

 

 

 

Finito! Che ve ne pare di questo primo capitolo? Eh eh! Gente commentate commentate commentate! Ci si rivede alla prossima!

 

Continua….

  

 

  
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