Premessa.
La
bellezza di questa terra era incomparabile. Niente avrebbe mai potuto essere
paragonato ai colori meravigliosi che rivestivano i prati in primavera, o ai
tronchi degli alberi splendenti e dorati dell’autunno, o alla purezza della
neve che ricopriva ogni cosa d’inverno, né al luccichio del mare cristallino
dalle acque così calde durante l’estate. Questo e altro era il regno di Breza,
il luogo più incantevole del mondo conosciuto e agognata meta di chiunque fosse
in cerca di pace e serenità. ma non era sempre stato così.
Un
secolo addietro esistevano gli Stregoni, esseri dotati di poteri magici
spaventosi, capaci di sterminare interi eserciti e smuovere perfino le montagne
con la forza della mente. Si diceva che discendessero dagli antichi Demoni
Devastatori che furono sconfitti nella Grande Battaglia avvenuta quando gli
Uomini cominciavano a muovere i primi passi sulla Terra. I poteri dei Demoni,
una volta sconfitti, vennero affidati alle Libellule, Custodi della magia,
piccoli insetti fatati dal volto umano, che li usarono per portare equilibrio e
serenità nel Mondo. I più anziani e saggi ricordavano ancora questa storia,
sostenendo che gli Stregoni erano riusciti a catturare le Libellule
riappropriandosi dei poteri appartenuti ai loro antenati e che dunque
spettavano loro di diritto. Ciò che era certo è che gli Stregoni erano assetati
di sangue e potere, erano senza scrupoli, intelligenti e terribilmente malvagi.
Ne esistevano undici. Non lasciatevi ingannare dal numero, perché quando si
aveva a che fare con uno Stregone nemmeno un esercito di diecimila Uomini
avrebbe avuto qualche possibilità di vittoria. Interi popoli vennero
assoggettati o, peggio ancora, sterminati.
L’unico
vantaggio degli Uomini era la rivalità eterna che esisteva tra i loro grandi nemici.
Gli Stregoni infatti erano in continua lotta fra di loro e oltre alla guerra
contro gli Uomini, si sviluppò una battaglia fratricida senza precedenti. Ogni
volta che uno Stregone uccideva un suo simile si impossessava di tutti i suoi
poteri, diventando sempre più terribile.
Alla
fine, ne era erano rimasti solo due: Rugh, vecchio furbo e astuto, il più
spietato degli undici, e Willem, il più giovane fra gli Stregoni, ambizioso e
intelligente. Lo scontro fu apocalittico: le aquile smisero di volare, le
nuvole scomparvero dal cielo, perfino le acque degli oceani si fermarono. Rugh
ne uscì vittorioso, seppure con immensa fatica.
Ne
era così rimasto uno solo. Un solo essere contro l’umanità intera. L’ultima
alleanza di Uomini riuniti da tutti i regni e contee partì da Breza. Lo
Stregone li aspettava senza timore alcuno, deridendoli per la loro stoltezza.
Aveva i poteri di tutti e undici, era una creatura superiore a qualsiasi altra,
nulla vi era che non fosse in grado di fare. Gli Uomini erano consapevoli di
ciò, ma non fu certo la prima, né l’ultima volta che gli Uomini combatterono
fino alla fine per la libertà, i valori e la giustizia in cui credono, anche
quando non sembra esserci più speranza.
Ma
Rugh non aveva previsto una cosa. A capo dell’esercito, in mezzo ai generali e
ai comandanti imponenti, c’era una ragazza. Giovane, dai lineamenti dolci, con
un misto di paura e coraggio nei grandi occhi viola: Lyl, Guerriera di Shidal,
deteneva la Spada di Alman, reliquia della Grande Battaglia nella quale furono
sconfitti i Demoni Devastatori. Non è dato sapere (non ancora, almeno) come Lyl
fosse in possesso di tale oggetto, fatto sta che Rugh tremò di fronte ad esso.
Per la prima volta provò paura e non riuscì a difendersi da quella piccola
donna. La spada si conficcò nel petto dello Stregone, il cui corpo svanì nel
nulla. Dietro di lui lasciò solo una serie di polvere dalle sfumature diverse,
che balenò nell’aria davanti agli occhi increduli dei Guerrieri, compresa Lyl.
Subito dopo arrivarono le Libellule, che assorbirono quei minuscoli granelli
colorati, fonte della magia che aveva creato tante guerre e sofferenze, e
ripartirono verso gli angoli più remoti della Terra. Avrebbero usato ancora una
volta quei poteri per donare serenità e equilibrio al mondo, desideroso ora più
che mai di pace e armonia.
E
così fu.