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Autore: Fiore Blu    18/06/2011    9 recensioni
C'era una luna mezza piena quella notte.
Tremavo,ma non per il freddo.
Poi lo sentii arrivare. Lentamente.
Quando uscì dalla boscaglia,finalmente riuscii a vederlo in volto.
Quel volto.
Tanto familiare,quanto sconosciuto.
Non mi stancavo mai di guardarlo.
La pelle diafana alla luce della luna sembrava fatta d'argento.
Gli occhi turbati, ma sempre profondi,bellissimi.
Era inumanamente stupendo come al solito e anche se sapevo ciò che era realmente, ogni volta, ogni singola volta, la vista delle sue ali era un regalo di cui gli ero profondamente grata.
Si fermò a pochi centimetri da me.
Mi guardava come se sapesse ciò che stavo per dirgli.
Poi parlò.
- volevi vedermi? Sono qui- lo disse in modo freddo come al solito ma gli tremava la voce.
- io ...- non mi uscivano le parole. Ma io dovevo pronunciarle per liberarlo da quella specie di maledizione che lo perseguitava. Dovevo liberarlo da me stessa.
- ... non voglio più essere un peso per te, voglio ...-
mi posò due dita sulle labbra impedendomi di finire.
Poi in silenzio mi baciò,avvolgendo i nostri corpi con le sue ali morbide e argentee.
Genere: Fantasy, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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SEIRA




"Bellissima" pensai guardandola.
Bianca,elegante,splendente e tonda, la luna mi faceva compagnia anche quella notte.
Era una presenza indispensabile.
Era proprio la luna che illuminava l'oscurità,la notte.
A volte mi sembrava stupido pensare che in realtà non brillasse di luce propria,ma che fosse alimentata dal sole.
La luce lunare era discreta,soffice,argentea e soffusa.
Era così diversa da quella del sole.
Stavo seduta sul bordo del mio letto.
Ero proprio di fronte alla porta a vetri che dava sul mio minuscolo balconcino.
Da lì, ogni sera guardavo la luna.
La mia luna.
Il mio lume personale. 
Mi addormentai con la consapevolezza che mi avrebbe protetta dall'oscurità per tutta la notte. Come sempre.
 
La mattina dopo mi svegliai di soprassalto, spaventata a morte dalla sveglia che spensi immediatamente,tremante.
Di solito non mi facevo sorprendere.
Mi svegliavo sempre qualche minuto prima, per spegnerla prima che suonasse rompendomi i timpani.
Ma stavolta qualcosa era andato storto.
Ad un tratto il sogno che ricordavo di aver fatto mi fece venire il batticuore.
Ero sulla spiaggia che si estendeva oltre il bosco vicino a casa mia.
Io piangevo, sentivo paura,terrore,angoscia.
Poi qualcuno sussurrò il mio nome con una voce calda e profonda, rassicurante.
Alzando il volto, trovai un viso angelico che mi scrutava con preoccupazione.
Era quel viso che mi provocava il batticuore.
Un viso troppo bello e perfetto che non poteva appartenere ad un ragazzo qualsiasi.
Si,era proprio il viso di un ragazzo.
La sua pelle candida, i lineamenti delicati ma mascolini, le labbra carnose e perfette, serrate.
Gli occhi,indescrivibilmente profondi, avevano il colore degli zaffiri.
Non erano azzurri, ma blu. 
Un blu che diveniva più chiaro all'interno. Viola.
Non avevo mai visto occhi così.
Erano occhi lucenti e magnifici.
La bellezza del suo viso era tale, che non mi accorsi neanche delle ali che gli incorniciavano la schiena.
Candide e luminose. 
Come la luna.
-Ti proteggerò io, sta’ tranquilla- lo sentii sibilare, mentre si voltava verso la cosa che mi faceva tanta paura,dandomi le spalle.
Il sogno finiva qui.
In quel preciso istante mi ero svegliata,non sapendo distinguere sogno e realtà.
Tutto era stato così reale!
Soprattutto lui.
Poi riflettendoci sopra ... io non ero mai stata una persona che credeva nei sogni, nelle favole ..., perciò cercai di cancellare l'angelo e il batticuore.
Andai a lavarmi la faccia sperando di riprendermi.
Gli angeli non esistevano.
Ma, inconsciamente, sapevo che qualcosa dentro di me era cambiato.
Poi mi scrollai di dosso i brividi di eccitazione.
Io non credevo agli angeli.
 
 
Mi vestii in fretta con la prima cosa che trovai nell'armadio.
Non mi disturbai ad uscire salutando con un -ciao vado!- oppure con un -buona giornata a tutti- perché sapevo che non avrei ottenuto risposta.
Ero sempre sola a casa.
In generale ero sola.
Corsi freneticamente perché ero in leggero ritardo.
Colpa del sogno.
Arrivai in classe col fiatone, ma non importava, ero arrivata in tempo.
-‘Giorno Séira, corsa mattutina?-  con un sorrisetto la mia compagna di banco, Matilde, mi dava il “buongiorno”.
-Si,… non so come sia successo- ripensai per un breve istante allo strano sogno che avevo fatto.
-Non preoccuparti, tanto la professoressa Ross è assente. “Malattia” dicono- mi rassicurò. 
-Quindi … - cominciai.
-Si, tre ore libere, ginnastica e disegno. Proprio una bella giornata no? - era euforica.
Matilde era quel genere di persona con cui ti trovi bene.
Discreta, ma solare e gentile. 
Capelli corti corvini, occhi da cerbiatto e lentiggini. 
Un mix di allegria e simpatia.
Una persona pura. Perlomeno è quello mi sembrava.
-Aspetta, aspetta … - disse quasi urlando. Poi mi sussurrò nell’orecchio. – ... ho visto un ragazzo super carino,che … beh … mi piace- confessò arrossendo.
- Sono felicissima per te. Ma, … aspetta chi è?- domandai tanto per mostrare il mio interesse verso il suo pettegolezzo.
- Beh, non che mi piaccia in quel senso … solo, è carino- precisò.
-Parli di “quello nuovo”?- impulsivamente, come suo solito, Sara si era intromessa nella conversazione.
-Si- rispose Matilde.
- Si è trasferito qui una settimana fa. Abita nella gigantesca tenuta vicino casa tua Seira. Quella che si trova al limitare del bosco - avevo sempre guardato con occhi sognanti quella “casa”gigantesca ed elegante. In fondo chiamarla casa era un eufemismo.
Era una villa a tre piani, totalmente dipinta di giallino pesca con le rifiniture a terrazze e finestre salmone. Il giardino era un sogno, e nonostante fosse disabitata, era sempre curata.
Tornai alla realtà.
-Tu l’hai visto?- chiese Sara a Matilde. L’espressione di quest’ultima cambiò. Da sognante divenne quasi impaurita.
-Si … - si bloccò.
- Allora? Com’è- la incitò Sara.
Ad un tratto mi domandai perché stessi ascoltando quella conversazione. A me i ragazzi non …
-Allora … - Matilde interruppe i miei pensieri. – ... avete presente la sensazione che si prova a guardare qualcosa di orrendo? Si prova timore no?- Sara annuì. – Bene. È talmente … oddio non riesco a descriverlo. Due parole. Orribilmente bello!- finì la frase sospirando.
 
Basta non ne potevo più. 
Che esagerazione. 
Le grazie di quel ragazzo non potevano essere diverse da quelle degli altri ragazzi. 
Uscii dalla classe con la scusa di andare in bagno.
Non vedevo l’ora di finire quella giornata iniziata male a causa di quel sogno.
 
 
 
 
 
 
 
----------------------------------------------   ANGOLO DELL’AUTRICE    --------------------------------------------------
 
 Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto.
Sto presentando la protagonista per indizi, e non con un ritratto completo.
Inoltre il sogno è una sorta di “inizio del cambiamento di Seira”.
Spero che recensirete. Ho bisogno di sapere cosa ne pensate.
Precedentemente, infatti, ho esplicitato la mia immensa paura che la mia storia non piaccia a nessuno.
Informo coloro che, con tanta pazienza, hanno iniziato a seguirmi, che risponderò a tutte le recensioni.
E poi nei capitoli successivi risponderò pubblicamente ad ognuno di voi per ringraziarvi, appunto. Comincio subito:
RISPOSTE:
Dagusia123: grazie per la tua recensione. Non solo era la prima che avessi ricevuto in tutta la mia vita T-T, ma è stata anche preziosa per trovare la voglia di andare avanti nel mio lavoro. :)
Grazie a tutti quelli che mi seguono.
Non mi sento più sola. 
1000 grazie. :)
Iloveworld.
  
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