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Autore: AvrillinA    21/06/2011    2 recensioni
< E’ lui > dissi facendogli cenno con il capo. Lui ovviamente non mi notò. Era intento a fare tutt’altro.
< Scherzi vero? E’ mio fratello! > esclamò.
< Come.. come si è permesso di darti fastidio. Ah, ma ora mi sente! > disse in procinto di raggiungerlo.
Le afferrai il polso < No, Alice, lascia perdere. Non credevo fosse tuo fratello >
< E comunque ci ho già pensato io a vendicarmi > le spiegai.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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1 capitolo Capitolo 2




REVENGE

< Dai ragazzi, ma l’avete vista? Si veste peggio di una cinquantenne! > sentii esclamare qualcuno mentre mi dirigevo in aula.
< E vogliamo parlare di quegli occhiali anni 70? Ma lo sa che non vanno più di moda? > disse un’altra voce già familiare. Forse era la stessa oca di ieri che mi vide per la prima volta.
< Isabella… che nome è?  Sarà per caso di origine italiana?>
Solo quando sentii pronunciare il mio nome mi accorsi che l’oggetto della discussione ero io.
Ma come si permettevano di insultarmi quei babbuini? Nemmeno mi conoscevano!
Presa da un impulso d’ira decisi di affrontarli fiondandomi direttamente in classe.
Potetti assistere alle loro reazioni; smisero immediatamente di parlare voltandosi meravigliati nella mia direzione. A quel punto era palese che stessero parlando proprio di me.
A testa alta raggiunsi il mio posto, lo stesso che avevo occupato ieri.
Cambiarono subito argomento…

                                       ********************************


< Oh no! > esclamai senza rendermene conto.
< Cosa c’è? >
La voce di Alice mi fece sobbalzare. Non mi ero accorta della sua presenza.
< Ora ho lezione di biologia > risposi sospirando.
Avevo sempre amato quella materia; il problema era un altro, e cioè il ragazzo mozzafiato che faceva il mio stesso corso di biologia.
< Non ti piace la materia? Non sai quanto ti capisco! > rispose traendo conclusioni sbagliate.
< No Alice non è quello il problema… E’ che… >
Non sapevo se parlargliene o meno. Era in grado di mantenere un segreto?
< E’ che c’è un ragazzo… >
Non mi diede nemmeno il tempo di concludere la frase < Ti piace? > mi chiese sognante.
< Oh… No… No.. > le risposi chinando il capo e colorandomi di rosso. Quel dettaglio purtroppo non le sfuggì.
Non potevo negare che mi sentivo attratta fisicamente da lui. Peccato fosse un bastardo.
< C’è questo ragazzo, ecco,  che ieri ha cominciato ad infastidirmi > spiegai.
< Sono sicura che basterà ignorarlo. Fino alla fine si scoccerà di darti fastidio > mi rassicurò Alice sorridendomi.
< Lo spero proprio > dissi un po’ rincuorata.
< Bhè dai fammi andare in classe altrimenti faccio ritardo come ieri > dissi in preda al nervosismo.
< Ci vediamo in giro > sentii la sua voce rispondermi ma era già in lontananza.
Il cuore palpitava a più non posso. Avevo paura. Una maledetta paura di entrare in quell’ aula. E insieme alla paura provavo un po’ di nervosismo. Se da una parte quel ragazzo mi faceva battere il cuore, dall’ altra era in grado di farmi diventare rossa per la rabbia.
Non posso scordare quello sguardo di sfida che mi lanciò ieri.
Come se io ai suoi occhi non contassi niente e fossi semplicemente una piccola e fastidiosa mosca da schiacciare.
Quell’ aria di superiorità…
Entrando in classe mi accorsi che lui non era ancora arrivato. Meglio così.
Questa volta l’avrei infastidito io. Si lo so, lo so. Alice aveva ragione a lasciarlo perdere ma fu più forte di me. Mi sedetti due posti più indietro di lui. Speravo di essermelo ricordato bene il suo posto.
Ecco, ora dovevo solo aspettare che si sedesse.
I minuti passavano mentre l’ aula si popolava e mentre escogitavo il mio piano.
“ Eccolo “
Portava a tracolla lo stesso zaino di ieri ma non era poi così pieno.
< Hey Ben, puoi prestarmi il tuo libro? > chiese voltandosi verso il suo amico il quale sedeva dietro di lui.
Io stavo proprio dietro Ben ma lui non mi notò.
< Dai Edward, perché non lo porti come fanno tutti i comuni mortali? > replicò Ben.
< Semplice. Non sono un comune mortale > rispose ovvio.
Quella precisazione mi fece ghignare. Oh cazzo, si era voltato nella mia direzione.
Riuscii a sostenere il suo sguardo per un po’ anche perché  fu lui a distoglierlo per primo.
Si stupì che riuscii a sostenerlo. Era un povero illuso se mi riteneva incapace.
< Edwardd!! > gridò una biondina avvinghiandosi a lui.
Lui si scostò un poco.
< Quante volte te lo devo dire, Mary. Non. Sei. Il. Mio. Tipo. > scandì bene le ultime parole.
La ragazza non parve intenzionata a demordere.
<  E se… > riuscii solo a sentire poiché la ragazza si era avvicinata al suo orecchio sussurrando il seguito delle parole. Dallo sguardo provocante che lei gli fece dedussi  tutto. E così non era solo un coglione ma anche un puttaniere. Edward annuì appena  sorridendo maliziosamente.
La lezione incominciò con il professore che spiegava a mitraglietta.
Io, intanto, ero intenta a creare palline di carta. Doveva a tutti costi subire il mio stesso trattamento.
Non poteva cavarsela così.
Lanciai la prima. Niente.
Nemmeno alla decima si voltò. Figuriamoci. Era così sicuro di se da pensare che tutte le ragazze cadessero ai suoi piedi. Certo, era la verità ma io no di certo. Non sarei stata la solita puttanella di turno come tutte le altre. Ne lanciai un’ altro po’. Solo Ben mi notò ma fortunatamente era dalla mia parte. Mi fece l’occhiolino; infatti. Continuai imperterrita a lanciarne. Solo dopo un po’ capii il perché non le avvertisse.
Tutte le palline attutivano la caduta proprio in mezzo a quei capelli ramati così perfetti.
La cosa che mi stava facendo crepare dalle risate era che sulla sua testa si era formato una specie di nido bianco. Insomma, tutte le palline avevano trovato una conca grande quanto la sua testa.
Nemmeno la ragazza che gli stava appiccicata se ne accorse. Io sorrisi della mia vendetta.
Quando se ne fosse accorto sarebbe stato troppo tardi; almeno speravo che avrebbe mostrato il suo nuovo look di capelli a tutta la scuola.

Il suono della campanella mi fece rinsavire. Ora che ragionavo a mente fredda avevo appena fatto un gesto a dir poco infantile nei confronti di Edward. Mi consolai pensando che se l’era cercata lui.
Fui più svelta di lui ad abbandonare l’aula.
< Alice > la salutai incontrandola per i corridoi.
< Hey Bella, come è andata? > mi chiese riferendosi alla conversazione che avevamo avuto circa un’ora fa.
< Direi bene > dissi sorridendo.
< Hai visto? Te l’avevo detto che bastava semplicemente ignorarlo.. > mi disse serena.
< Oh certo, certo > mormorai sorridendo.
< Guarda.. > dissi catturando l’attenzione di Alice.
< E’ lui > dissi facendogli cenno con il capo. Lui ovviamente non mi notò. Era intento a fare tutt’altro.
< Scherzi vero? E’ mio fratello! > esclamò.
< Come.. come si è permesso di darti fastidio. Ah, ma ora mi sente! > disse in procinto di raggiungerlo.
Le afferrai il polso.
< No, Alice, lascia perdere. Non credevo fosse tuo fratello >
< E comunque ci ho già pensato io a vendicarmi >
< Cosa hai combinato? > mi chiese ridendo.
< Guarda i suoi capelli >
< Oh mio Dio! > tossì fra una risata e l’altra. < Quelle sono palline di carta, vero?>
Annuii ridendo. Ridevamo entrambe come delle sceme riuscendo addirittura a catturare la sua attenzione.
Guardò prima sua sorella e poi squadrò me.
Oh cavolo… Si stava avvicinando a noi…
< Alice > la salutò.
<  Hey fratellino. Lei è Bella > ci presentò trattenendo a stento le risate.
< Piacere di conoscerti. Io sono Edward > disse lui stringendo la mia mano.
< Il piacere non è mio > risposi cercando di non ridergli in faccia.
Come diamine era possibile che non si fosse accorto di ciò che popolava sulla sua testa?
< Siamo un po’ acidelle stamattina > disse pensando che io stessi scherzando riguardo quella battuta.
< Ora noi andiamo > disse prendendomi per mano Alice.
Le fui grata. Non prevedevo una delle conversazioni più floreali.
< Ma che ti è saltato in mente? > disse a bassa voce mentre ci allontanavamo sempre più velocemente da Edward.
< Mi piace sfidarlo > risposi semplicemente.
< Aspetta! > quasi gridai bloccandomi di colpo <  Non ci vorremmo mica perdere la sua reazione quando scoprirà che cosa ha in testa? > domandai già pronta a fare retro front.
< Oh no, no di certo > rise Alice seguendomi.
Ci nascondemmo , o almeno, tentammo di nasconderci alla sua vista.
Era appoggiato agli armadietti intento a sbaciucchiarsi con quella ragazza di prima. Mi pare si chiamasse Mary.
< Bleah > mormorai disgustata.
Nello stesso istante, però, la mano di Mary finii sui suoi capelli. Si staccò perplessa da lui alzando lo sguardo per notare i suoi capelli.
< Cosa.. hai in testa? > mormorò a mezza voce ma noi da quella distanza riuscivamo a sentire la conversazione.
Edward, palesemente sorpreso, si passò una mano tra i capelli.
< Dannazione > esclamò in preda ad un attacco d’ira.
quasi gridai ad Alice.
Quando fummo al sicuro, nel bagno, scoppiamo a ridere a crepapelle.
< Non ci posso credere! Hai visto la sua faccia?? > disse Alice tra una risata e l’altra.
< Era impagabile > risposi io.
Non avrei mai pensato di divertirmi così tanto con Alice. Il fatto che Edward fosse suo fratello era un problema, diciamo che ostacolava un po’ i miei piani diabolici; però era come se la sua vitalità la trasmettesse anche a me.
< Dobbiamo andare a lezione > disse triste Alice.
< Già.. > improvvisamente ricordai di essere a scuola.
< Pronta a fare la seria? > disse scrutandomi in volto.
< Sì. Andiamo > risposi mentre lei apriva la porta del bagno, pronta a non ridere.






  
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