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Autore: Aleberyl 90    08/03/2006    4 recensioni
Gli esami di maturità sono un incubo per tutti i liceali...Ma prima o poi, per fortuna, finiscono! E quindi cosa c'è di meglio che partire in compagnia dei tuoi migliori amici per le tanto attese vacanze? E se queste si rivelassero una fonte inesauribile di sorprese? Leggete e capirete!
Genere: Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 18, Altri, Bulma, Chichi, Crilin, Goku, Vegeta, Yamcha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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.:AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM:.

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CAPITOLO 2: Terra!!

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“Yaaaawn…Quanto manca ancora?” disse Bulma annoiata abbassando la rivista che aveva appena finito di leggere.

C18 fece spallucce. “Boh…Non capisco, ormai dovremmo esserci…”

“Fantastico” esclamò amaramente Chichi. “Adesso magari si scoprirà che c’è stato un non so quale irrimediabile contrattempo, siamo stati dirottati verso l’Alaska e dovremo rimanere sedute qua dentro per altre sette ore mentre ripercorreremo il tragitto giusto per le Isole Yo…”

>DLIN DLON…< Gli altoparlanti lanciarono un breve jingle, segno che qualche messaggio stava per essere annunciato.

“Le ultime parole famose!” bisbigliò Bulma all’amica. Questa le lanciò un’occhiataccia fulminante e le fece segno di fare silenzio.

“Attenzione, signori passeggeri, l’aereo sta per atterrare, vi preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza. Godetevi il resto del viaggio!” disse la voce gentile e garbata dell’hostess.

“Certo, godetevi il resto del viaggio!” sbottò C18. “E io che non vedo l’ora di slacciarmi questa cinta! Maledizione, mi sta segando in due!”

“Hai provato ad allentarla?” le fece notare Lunch indicando la cinghia che la teneva legata.

“Cos…? Oh!” esclamò C18 arrossendo furiosamente e catapultandosi sulle cinghiette, smanettando con agitazione. “Ehm…Grazie, Lunch…” borbottò evitando di guardarla. Chichi e Bulma soffocarono a stento una risata facendola passare per un sonoro starnuto: decisamente le figuracce non erano un’abitudine di C18.

“Oddio, sarà vero che stiamo per atterrare? Sono a pezzi…” disse Chichi stiracchiandosi.

Ma sì, tranquilla! Anzi, mi sembra già di sentire il vento della discesa che mi scompiglia i capelli…” disse Bulma con sguardo sognante. Chichi la ignorò.

Effettivamente, tuttavia, l’aereo stava ultimando le procedure per l’atterraggio: in lontananza si riusciva a sentire il rumore dei motori e dai finestrini si poteva notare l’abbassamento di quota. Il bambino seduto a pochi centimetri da Chichi festeggiò l’avvenimento con un conato piuttosto rumoroso.

“Oh santo cielo santissimo…Ma pure adesso?!” pensò tra sé la moretta orripilata, sperando che il marmocchio non soffrisse anche il “mal di pulmino che ti porta al gate”. Altrimenti lei sarebbe scesa e si sarebbe fatta il tragitto a piedi.

“Uaaah, ragazze!! È ora di prepararsi!!” esclamò Bulma euforica alzando un pugno in aria; parecchie persone si voltarono a guardarla e ridacchiarono, ma lei non ci fece caso.

Una volta che il velivolo planò a terra, tutti i passeggeri scattarono in piedi e si ammassarono davanti al portellone d’uscita. Alla faccia di godersi il resto del viaggio…

“Un…attimo…di…pazienza!!” Una hostess stava cercando di riportare l’ordine gesticolando freneticamente con le mani, con l’unico risultato che la mischia si accalcò ancora più agguerritamente contro la maniglia.

“Sembra di essere a casa, eh?” urlò Bulma cercando di farsi udire dalle amiche al di sopra del rimbombante chiacchiericcio.

“Già! Non riesco a respirare!” gridò Lunch in risposta facendo capolino da dietro la schiena di un grosso signore a forma di otre.

Quando finalmente le ragazze superarono i portelloni spalancati si ripararono istintivamente gli occhi dalla luce accecante del sole estivo e inghiottirono dense boccate di aria calda, che faceva un curioso contrasto con la loro pelle fresca.

“Accidenti!” esclamò C18 sistemandosi la borsa a tracolla e sventolandosi il viso con la mano libera. “Che caldo, sto già sudando…”

Le quattro ragazze percorsero velocemente le scalette e poggiarono i piedi sull’asfalto rovente, sussultando al contatto con i leggeri sandali di cuoio che calzavano ai piedi. “Addio, stupido pezzo di latta!!” esclamò Chichi volgendo un ultimo sguardo di rancore e soddisfazione al tanto detestato aereo che le aveva fatte giungere a destinazione.

“Sì, caro aeroplanino, ci rivediamo fra due settimane!!” disse Bulma dando una piccola pacca sull’avambraccio di Chichi.

“Rassegnati, Chichi…” mormorò dolcemente C18 avvicinandosi alla sua amica moretta, che aveva spalancato gli occhi scioccata e consapevole. “…la maledizione dell’aeroplanino non perdona!”

“Uffa, al ritorno non riuscirò a resistere nemmeno un minuto!” sbottò Chichi, pensando con orrore al momento in cui sarebbe stata costretta a salire a bordo per rientrare nella sua città.

“Hmm…secondo me rimarrai così folgorata dalla bellezza di questo posto che ti comprerai un piccolo bungalow personale e ti stabilirai qui! Che te ne pare dell’idea?” chiese Bulma con una strizzatina d’occhio.

Dico che è la più stupida che tu abbia avuto da due ore a questa parte!” rispose acida Chichi, passando un braccio intorno alle spalle dell’amica.

“Ragazze, vogliamo andare?” Lunch le richiamò appena in tempo: il pulmino che le avrebbe portate nella sede principale dell’aeroporto stava caricando le ultime persone e aveva appena messo in moto. Le ragazze accelerarono il passo, leggermente frenate dai pesanti bagagli a mano che portavano in spalla, e saltarono a bordo proprio mentre cominciava a muoversi lungo il percorso tracciato.

“Wow, ma vi rendete conto?!” esclamò C18 carica di adrenalina. “Siamo davvero nelle maestose e famosissime Isole Yoshi!!

“E lontane centinaia e centinaia di chilometri da casa!!” aggiunse Lunch battendo le mani entusiasta.

“Oh, ragazze, queste saranno le vacanze più divertenti della nostra vita!!” disse Bulma gettandosi a braccia aperte addosso alle amiche e racchiudendole tutte in un unico, grosso abbraccio.

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“Eccola qua, sana e salva…!” disse C18 individuando la sua valigia rosa che scorreva sul nastro trasportatore all’imbocco del gate. “…E quella dovrebbe essere la tua, Chichi…” aggiunse indicando un borsone nero e verde brillante che giaceva inerte a poca distanza.

“Grazie, C18!” Chichi afferrò la cinghia della borsa e se la caricò faticosamente sulla spalla. “Ma dov’è Lunch?”

“È andata al bar, credo…Ha chiesto a me di prendere la sua valigia” spiegò la biondina.

“Sì, infatti è questa” disse Bulma trascinando a terra la pesante valigia grigia di Lunch; subito dopo si raddrizzò sul busto e incrociò le braccia picchiettando nervosamente sul pavimento con il piede sinistro.

“Eccomi qua!” disse Lunch di ritorno dal punto ristoro; tra le braccia reggeva quattro lattine di aranciata ghiacciata. “Presto, prendetele, prima che mi rimangano attaccate alla pelle!”

Chichi tolse la linguetta dalla sua e tracannò la bevanda tutta d’un fiato. “Aaah, ci voleva! Anche se in realtà avrei preferito un bagno…”

“Io invece avrei preferito scannare i montacarichi!” sbraitò Bulma schiacciando violentemente con una sola mano la sua lattina vuota, lo sguardo assatanato. “PERCHÉ CAVOLO QUESTO TAPPETO CON LE RUOTE NON MI RIDÀ LA MIA VALIGIA?! È PIÙ DI UN QUARTO D’ORA CHE LA STO ASPETTANDO!!”

“Si dice ‘nastro trasportatore’, Bulma…” balbettò Lunch con una gocciolina sulla testa.

“Sì, quello che è!!” sbottò la ragazza scagliando la lattina verso un cestino e centrandolo in pieno. “Guardate, ormai sono rimaste pochissime valigie da ritirare e della mia non si è vista neanche la chiusura lampo!!

Chichi, C18 e Lunch si scambiarono un’occhiata preoccupata e comprensiva.

“Ehm…Dai, aspettiamo ancora qualche minuto…In caso andremo a chiedere informazioni al banco e vedrai che ti sapranno dare una spiegazione!” propose C18 scandendo e scegliendo accuratamente le parole giuste.

“Umph!” bofonchiò Bulma gettando il capo all’indietro. “Cinque minuti, non di più!”

I cinque minuti prefissati dalla ragazza passarono in fretta, molto in fretta…In questo breve arco di tempo alcune persone vennero a ritirare il proprio bagaglio con pigra indifferenza, lanciando occhiate curiose al gruppetto in attesa.

Allo scoccare del quinto minuto Bulma fece fuoriuscire irrimediabilmente tutta la rabbia accumulata in corpo. “Grrr!! MA DOV’È LA MIA VALIGIA, DANNAZIONEEE!!!

Le tre amiche sussultarono: ormai si sapeva cosa succedeva quando Bulma perdeva la pazienza, e le conseguenze non erano mai state molto piacevoli…

“Calma, Bulma, calma!” C18 le si avvicinò titubante e le poggiò le mani sulle spalle.

“Sì, calma e sangue freddo!” sibilò Bulma, gli occhi lampeggianti.

“Dai, andiamo al banco informazioni, vedrai che sapranno dirci sicuramente quello che vogliamo sapere!” la rassicurò la bionda.

C18 trascinò una furibonda Bulma verso il gabbiotto vicino alla sala d’attesa, seguita a distanza da Chichi e Lunch, che in realtà sospettavano già da qualche minuto quello che poteva essere successo.

“B-bè…Noi aspettiamo qui…” mormorò Chichi sedendosi insieme a Lunch su di una poltroncina rossa. C18 lanciò loro un’occhiata truce velata di terrore, che sembrava volesse dire: “Non lasciatemi da sola con questa pazza!!

Le sentirono confabulare con l’inserviente, e i loro dubbi fondati vennero colmati dall’assordante esclamazione di Bulma che seguì di lì a pochi secondi: “SMARRITA?! COME…COME SAREBBE A DIRE?!

L’addetto ai bagagli cercò di placare l’ira crescente della ragazza divincolandosi freneticamente nella speranza di trovare una giustificazione convincente. “S-sono desolato, miss Brief! Sono cose che succedono…M-ma vedrete che tra qualche giorno la ritroveremo!”

Ma con scarsi esiti…

“MA È LA MIA VALIGIA!! DENTRO C’ERANO TUTTI I MIEI VESTITI!!” urlò Bulma sporgendosi all’interno del gabbiotto di vetro in modo da trovarsi a pochi centimetri di distanza dal viso dell’uomo terrorizzato, che fece uno zompo indietro.

“E-ehm…” balbettò l’impiegato nascondendosi dietro il calendario appeso alla parete. “…Le prometto che f-faremo tutto il possibile e quanto prima le faremo recapitare il suo bagaglio n-nel suo…ehm…dov’è che alloggia?”

“In un bungalow sulla costa sud dell’isola!” esclamò Chichi prima che Bulma potesse aggredirlo per l’ennesima volta: stava cominciando a provare pena per quel pover’uomo che stava svolgendo solo il proprio lavoro.

C18 le fece un gesto di riconoscenza con la mano.

“Grrr!! Veda di ritrovarla entro quattro giorni, altrimenti sarà lei a vedersela con me!” Bulma minacciò l’uomo puntandogli un dito al petto, i denti digrignati in bella mostra, e fissandolo dritto negli occhi con sguardo vendicativo e fiammeggiante.

L’addetto si calcò maggiormente il berretto sopra gli occhi e, dopo aver deglutito, illuminò il suo viso con un finto sorriso da ebete.

“M-ma certo, bella signorina! Gliel’ho già detto, le assicuriamo la massima garanzia!”

“Sentito, Bulma?” disse C18 dando una pacca sulla spalla dell’amica. “Ora andiamo, dai, siamo già in ritardo sulla tabella di marcia!”

Bulma emise un grugnito nervoso, scoccò un’ultima occhiata infuriata all’uomo e girò indignata sui tacchi, seguendo Chichi e Lunch fuori dalla porta scorrevole.

“Wow!!” esclamò Lunch intrecciando le dita affascinata; il paesaggio delle isole Yoshi era finalmente ammirabile in tutto il suo indiscutibile fascino: bastava dare un’occhiata alle autostrade del centro principale costeggiate da una lunga fila di palme e cespugli variopinti per avere una prima, bellissima impressione.

È…è assolutamente stupendo! Guardate, si vede anche il mare in lontananza!” disse Chichi con impeto indicando l’orizzonte blu scintillante sotto la luce del solleone.

Che facciamo, chiamo un taxi?” propose C18 sporgendosi dal marciapiede per scorgere qualche vettura di passaggio.

“Ehi, ragazze!” le richiamò Lunch scorrendo con gli occhi una cartina del luogo. Lei era sicuramente la più previdente e informata del loro gruppo, non mancava mai di infilare a forza una mappa turistica nello zaino. “Guardate! Qui dice che a pochi chilometri da qui c’è il porto principale dell’isola, dove ogni due ore vi attraccano diverse navi da crociera famosissime…Caspita, guarda qua che nomi! Perché non ci andiamo?”

“Wow! Sarebbe fantastico!!” confermò Chichi saltellando sul posto. “Dai, che aspettiamo?”

“Hm…E come ci andiamo fino là?” chiese Bulma.

“Bè, non è molta strada, sono solo pochi chilometri… possiamo andare a piedi!” disse Lunch.

“A PIEDI?!” esclamò Bulma scandalizzata. “Ma si muore di caldo e poi sono stanca! Non potremmo prendere l’autobus o qualsiasi altro mezzo pubblico?”

“Qui non ci sono fermate del bus, e il taxi costa troppo, ora che ci penso” disse C18 calma. “Io sono per la passeggiata!”

“Uffa…alla fine sono sempre io quella che ci rimette!!” esclamò Bulma indignata.

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Era difficile farsi strada in mezzo a quella grande folla chiacchiericcia che attendeva con ansia ed emozione l’arrivo della lussuosa nave da crociera “Dragon Ball Deluxe”, che avrebbe attraccato a momenti. C’erano gruppi di persone con valigie e bambini a carico che saltellavano impazienti o che frignavano ininterrottamente, parenti e amici che aspettavano lo sbarco, o semplicemente ragazzi incuriositi.

“Ragazze, avete visto quanta gente?” disse Bulma scansandosi da un uomo che stava per finirle addosso.

“Non riusciremo mai a trovare un posto in prima fila!” si lamentò C18. “…A meno che…LUUUUNCH???”

“Sì? Cosa…Et…eeeet…EET-CHUM!!” Lunch emise un sonoro starnuto non appena C18 le sventolò delicatamente sotto il naso una delle sue ciocche di capelli biondi. Chichi e Bulma spalancarono gli occhi, preoccupate.

“Oh, cavolo!! Lo sapete che quando starnutisco mi prende una rabbia irrefrenabile!!” esclamò Lunch arrabbiata. “Uff…ecco, adesso sono nervosa!! E LEVATI DALLE SCATOLE, TU!!” sbraitò rivolta ad un giovane uomo in piedi davanti a lei, scaraventandolo da una parte e facendosi strada in mezzo alla folla. C18, Bulma e Chichi restarono dietro la sua scia, trovandosi ben presto tra le prime file.

Che c’è? È servito a qualcosa, no?” disse C18 facendo spallucce di fronte agli sguardi di rimprovero delle due amiche.

“E va bene, ora ci penso io…Povera Lunch…” mormorò Chichi avvicinandosi all’amica imbestialita, che sembrava avere tutta l’intenzione di afferrare un bambino particolarmente piccolo e grassoccio e sbranarselo.

“Ti senti meglio adesso, Lunch?” le chiese accarezzandole i capelli con cautela: non avrebbe voluto farsi staccare un braccio a morsi… “Guarda, siamo in prima fila! Presto vedremo la nave! Ricordi?…La nave…”

Lunch, in tutta risposta, grugnì con ferocia.

“Ehm…lo considero un sì…Dai, adesso fai un bel respiro e goditi l’arrivo!” disse la moretta allegramente con delle piccole pacche consolatorie sulla schiena.

Lunch fece come suggeritole e infatti, subito dopo, si aprì in un gran sorriso di riconciliazione.

“Aaah, grazie! Ora mi sento molto meglio!”

“Ehm…Eh eh…bene!” balbettò Chichi con una gocciolina sulla testa.

“Eccola, eccola!!” trillò una bambina bionda con le treccine accanto alle gambe di Lunch: stava indicando il mare, dove lentamente si faceva sempre più visibile un grosso transatlantico di scintillanti colori oro, rosso e bianco.

“Ragazze, che spettacolo!!” esclamò Bulma tutta eccitata e con gli occhi che brillavano affascinati.

La folla indietreggiò di qualche passo mentre la cima veniva attraccata al molo; piano piano una stretta rampa venne calata a terra e i primi passeggeri cominciarono a scendere di corsa, facendo una gran fatica a sorreggere i propri pesantissimi bagagli a mano.

“Guarda come sgambettano, bimba!” disse Bulma in tono saggio rivolgendosi alla ragazzina con le trecce, che l’ascoltava affascinata.

“Non bloccarle la crescita con le tue panzane, per favore…” la rimproverò Chichi tirandola indietro.

In quella la moretta fu distratta dallo sbucare di un curioso gruppo assortito di ragazzi dal portellone della rampa; dall’aspetto sembravano suoi coetanei, ma i loro lineamenti erano già da adulti. Il loro aspetto era intrigante e affascinante, messo ancor più in risalto dai loro occhi glaciali, e tutti portavano magliette senza maniche strappate che mettevano in bella mostra i bicipiti rigonfi.

“Tsk…Esibizionisti…”

Sembrava avessero molta fretta, a giudicare dalla loro andatura frettolosa, ma soprattutto dalle loro facce terrorizzate…Se non l’avesse considerato impossibile, se la stavano dando a gambe.

Non appena poggiarono i piedi sul molo, infatti, attaccarono a correre travolgendo la folla, con l’eccezione di un ragazzo rimasto indietro che Chichi non aveva notato immediatamente: alto e slanciato, con una folta chioma pece e curiosamente spettinata; i suoi grandi occhi scuri emanavano infinita dolcezza, come quelli di un tenero cucciolo indifeso bisognoso di protezione. Aveva un’aria spaesata, ma nello stesso tempo si avvertiva la sua infinita curiosità per quei posti mai visitati prima.

“Muoviti, femminuccia!!

Purtroppo quella contemplazione durò pochi secondi: il misterioso ragazzo sfrecciò tra la folla richiamato dai suoi amici e Chichi, che lo aveva seguito con lo sguardo fino a quel momento, lo perse irrimediabilmente di vista.

Sospirò leggermente dispiaciuta: era così carino e piacente…

Venne distolta dalle sue fantasticherie quando Bulma la richiamò a sé strattonandola per un braccio.

Cosa stavi guardando, eeh?” le chiese con un’aria furbetta.

Chichi arrossì violentemente quando vene accerchiata dalle sue amiche, che la fissavano avidamente. “M-ma che volete dire?!

Andiamo, lo sai! È inutile che fai la finta tonta…!” esclamò Lunch abbracciandola e avvicinando il viso al suo.

Ma…No! E comunque io…” cercò di spiegarsi Chichi. “…insomma, non era mica un…”

“…anche perché è venuta voglia anche a noi!” disse C18.

Chichi sussultò turbata; forse non aveva capito bene…

Che cosa?”

“…E brava Chichi! Hai individuato l’unico carretto dei gelati nel raggio di due chilometri!” esclamò Bulma allegra.

“…Il carretto dei…?” balbettò Chichi confusa; si voltò e all’improvviso le fu tutto chiaro: vicino alla rampa dei passeggeri vi era un chiosco di dolciumi e bibite fresche assaltato da ragazzini gioiosi e adulti che cercavano invano di trattenerli.

“Mamma, voio quello, voio quello!!

“Mamma, me ne compri tre? Ti preeeeeego!!

“Mi è caduto per terra!!! BUAAAAAAAAAH!!”

“Ehi, mi dai un cono da quattro gusti?” urlò Bulma al commesso sovrastando la calca dei marmocchi.

Chichi, sentendosi stranamente sollevata, si accodò con C18 e Lunch, che ovviamente non avevano idea di chi fosse quella strana ragazza dai capelli azzurri che si stava sbafando ogni sorta di ghiacciolo e bicchieri di tè freddo.

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CONTINUA…

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Caspita, è la prima volta che aggiorno così presto! Forse perché uno dei personaggi principali è il mio amatissimo Kak…EHM…Goku!! E poi perché mi sento ispirata! Grazie a chi si è fermato a leggere! In particolare…

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Pikkola Rin: Sono contenta che l’idea ti sappia carina! Ho pensato che avrebbe potuto essere un’ambientazione abbastanza adeguata, sinceramente mi piace vedere i personaggi di DB sotto la veste di studenti del liceo! Continua a seguirmi, ci conto!! Un bacione!!J

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Lyla: Ti ringrazio molto! Davvero quest’anno avrai la maturità? Aah, io devo aspettare ancora due anni!! …Meglio!!XD Continua a seguirmi, ne sarei davvero contentissima!! Per me è importante avere le opinioni dei lettori, mi aiutano a migliorare! …E chissà che tu non trovi qualche spunto interessante per le tue vacanze!!J Un bacio!

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LeftEye: EEEEEH??? Mi hai messo tra i tuoi…? UAAAAAH MA SONO FELICISSIMA!!! Davvero, è una soddisfazione incredibile saperlo!! Anche perché è la prima volta che qualcuno inserisce una delle mie storie tra i suoi preferiti, e mi fa un piacere ed un onore enormi!! Grazie grazie grazieeee!!! E naturalmente grazie anche per le tue opinioni, sono contenta che il mio stile ti piaccia! (Purtroppo c’è chi non lo apprezza, tipo il mio prof deficiente –e non scherzo!!- di italiano…!) Hai ragione, anche io ho trovato una certa somiglianza con il tuo stile, me ne sono accorta quando ho letto la tua carinissima “Amori bilingue”! Se non sbaglio qualche giorno fa ti ho lasciato una recensioncina…Comunque davvero molto originale e romantica!!

Per quanto riguarda l’ambientazione…Bè, io penso che scrivere AU su DB sia sempre interessante, così ci sto provando anch’io! Dopo averne lette tante era ora di passare all’azione!!J

Spero che mi lascerai altre recensioncine anche nei prossimi capitoli, per sapere(…o per dire!)cosa ne pensi!! Un grosso bacio…Tvb!!

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Kristin: Eh eh!! Non ho potuto farne a meno...Mi dispiace per la loro sorte di clandestini, ma non sono riuscita a resistere! E poi conoscendo Radish nella sua ambientazione originale…è un ragazzaccio!! Solo lui avrebbe potuto coinvolgere i suoi amici a viaggiare in quel modo!! Comunque so contenta che la storia ti piaccia, e spero che commenterai ancora! A presto!!

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E come ultima noticina…GOKU TI AMOOOOO!! …O l’avevo già detto??J

Al prossimo capitolo!…Mi raccomando, commentate!!

Alessandra

  
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