.:AFTER
SCHOOL-LEAVING EXAM:.
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CAPITOLO 2: Terra!!
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“Yaaaawn…Quanto
manca ancora?” disse Bulma annoiata abbassando la rivista che aveva
appena finito di leggere.
C18 fece
spallucce. “Boh…Non capisco, ormai dovremmo
esserci…”
“Fantastico”
esclamò amaramente Chichi. “Adesso magari si scoprirà che
c’è stato un non so quale irrimediabile contrattempo, siamo stati
dirottati verso l’Alaska e dovremo rimanere sedute qua dentro per altre
sette ore mentre ripercorreremo il tragitto giusto per
le Isole Yo…”
>DLIN
DLON…< Gli altoparlanti lanciarono un breve jingle,
segno che qualche messaggio stava per essere annunciato.
“Le
ultime parole famose!” bisbigliò Bulma all’amica. Questa le
lanciò un’occhiataccia fulminante e le fece segno di fare silenzio.
“Attenzione,
signori passeggeri, l’aereo sta per atterrare, vi
preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza. Godetevi
il resto del viaggio!” disse la voce gentile e garbata
dell’hostess.
“Certo,
godetevi il resto del viaggio!” sbottò C18. “E io che non vedo l’ora di slacciarmi questa cinta!
Maledizione, mi sta segando in due!”
“Hai
provato ad allentarla?” le fece notare Lunch
indicando la cinghia che la teneva legata.
“Cos…?
Oh!” esclamò C18 arrossendo furiosamente e catapultandosi sulle
cinghiette, smanettando con agitazione. “Ehm…Grazie, Lunch…” borbottò evitando di guardarla.
Chichi e Bulma soffocarono a stento una risata facendola passare per un sonoro
starnuto: decisamente le figuracce non erano
un’abitudine di C18.
“Oddio,
sarà vero che stiamo per atterrare? Sono a pezzi…”
disse Chichi stiracchiandosi.
“Ma sì, tranquilla! Anzi, mi sembra già di
sentire il vento della discesa che mi scompiglia i capelli…” disse Bulma con sguardo sognante. Chichi la ignorò.
Effettivamente,
tuttavia, l’aereo stava ultimando le procedure per l’atterraggio:
in lontananza si riusciva a sentire il rumore dei motori e dai finestrini si
poteva notare l’abbassamento di quota. Il bambino seduto a pochi
centimetri da Chichi festeggiò l’avvenimento con un conato
piuttosto rumoroso.
“Oh
santo cielo santissimo…Ma pure adesso?!”
pensò tra sé la moretta orripilata, sperando che il marmocchio
non soffrisse anche il “mal di pulmino che ti porta al gate”. Altrimenti
lei sarebbe scesa e si sarebbe fatta il tragitto a piedi.
“Uaaah,
ragazze!! È ora di prepararsi!!”
esclamò Bulma euforica alzando un pugno in aria; parecchie persone si
voltarono a guardarla e ridacchiarono, ma lei non ci fece caso.
Una volta
che il velivolo planò a terra, tutti i
passeggeri scattarono in piedi e si ammassarono davanti al portellone
d’uscita. Alla faccia di godersi il resto del viaggio…
“Un…attimo…di…pazienza!!” Una hostess stava cercando di riportare
l’ordine gesticolando freneticamente con le mani, con l’unico
risultato che la mischia si accalcò ancora più agguerritamente
contro la maniglia.
“Sembra
di essere a casa, eh?” urlò Bulma cercando di farsi udire dalle
amiche al di sopra del rimbombante chiacchiericcio.
“Già!
Non riesco a respirare!” gridò Lunch in
risposta facendo capolino da dietro la schiena di un grosso signore a forma di
otre.
Quando
finalmente le ragazze superarono i portelloni spalancati
si ripararono istintivamente gli occhi dalla luce accecante del sole estivo e
inghiottirono dense boccate di aria calda, che faceva un curioso contrasto con
la loro pelle fresca.
“Accidenti!”
esclamò C18 sistemandosi la borsa a tracolla e sventolandosi il viso con
la mano libera. “Che caldo, sto già
sudando…”
Le
quattro ragazze percorsero velocemente le scalette e poggiarono i piedi
sull’asfalto rovente, sussultando al contatto con i leggeri sandali di
cuoio che calzavano ai piedi. “Addio, stupido pezzo di latta!!” esclamò Chichi volgendo un ultimo sguardo
di rancore e soddisfazione al tanto detestato aereo che le aveva fatte giungere
a destinazione.
“Sì,
caro aeroplanino, ci rivediamo fra due settimane!!”
disse Bulma dando una piccola pacca sull’avambraccio di Chichi.
“Rassegnati,
Chichi…” mormorò dolcemente C18 avvicinandosi alla sua amica
moretta, che aveva spalancato gli occhi scioccata e
consapevole. “…la maledizione dell’aeroplanino non
perdona!”
“Uffa,
al ritorno non riuscirò a resistere nemmeno un minuto!”
sbottò Chichi, pensando con orrore al momento in cui sarebbe stata costretta
a salire a bordo per rientrare nella sua città.
“Hmm…secondo
me rimarrai così folgorata dalla bellezza di
questo posto che ti comprerai un piccolo bungalow personale e ti stabilirai
qui! Che te ne pare dell’idea?” chiese
Bulma con una strizzatina d’occhio.
“Dico che è la più stupida che tu abbia avuto
da due ore a questa parte!” rispose acida Chichi, passando un braccio
intorno alle spalle dell’amica.
“Ragazze,
vogliamo andare?” Lunch le richiamò
appena in tempo: il pulmino che le avrebbe portate nella sede principale
dell’aeroporto stava caricando le ultime persone e aveva appena messo in
moto. Le ragazze accelerarono il passo, leggermente frenate dai pesanti bagagli
a mano che portavano in spalla, e saltarono a bordo proprio
mentre cominciava a muoversi lungo il percorso tracciato.
“Wow,
ma vi rendete conto?!” esclamò C18 carica
di adrenalina. “Siamo davvero nelle maestose e famosissime Isole Yoshi!!”
“E
lontane centinaia e centinaia di chilometri da casa!!”
aggiunse Lunch battendo le mani entusiasta.
“Oh,
ragazze, queste saranno le vacanze più divertenti della nostra vita!!” disse Bulma gettandosi a braccia aperte addosso
alle amiche e racchiudendole tutte in un unico, grosso abbraccio.
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“Eccola
qua, sana e salva…!” disse C18 individuando la sua valigia rosa che
scorreva sul nastro trasportatore all’imbocco del gate.
“…E quella dovrebbe essere la tua,
Chichi…” aggiunse indicando un borsone nero e verde brillante che
giaceva inerte a poca distanza.
“Grazie,
C18!” Chichi afferrò la cinghia della borsa e se la caricò
faticosamente sulla spalla. “Ma
dov’è Lunch?”
“È
andata al bar, credo…Ha chiesto a me di prendere la sua valigia”
spiegò la biondina.
“Sì,
infatti è questa” disse Bulma trascinando
a terra la pesante valigia grigia di Lunch; subito dopo si raddrizzò sul
busto e incrociò le braccia picchiettando nervosamente sul pavimento con
il piede sinistro.
“Eccomi
qua!” disse Lunch di ritorno dal punto ristoro; tra le braccia reggeva
quattro lattine di aranciata ghiacciata.
“Presto, prendetele, prima che mi rimangano attaccate alla pelle!”
Chichi
tolse la linguetta dalla sua e tracannò la bevanda tutta d’un fiato. “Aaah, ci voleva! Anche
se in realtà avrei preferito un bagno…”
“Io
invece avrei preferito scannare i montacarichi!” sbraitò Bulma
schiacciando violentemente con una sola mano la sua lattina vuota, lo sguardo
assatanato. “PERCHÉ CAVOLO QUESTO TAPPETO CON LE RUOTE NON MI
RIDÀ
“Si
dice ‘nastro trasportatore’, Bulma…” balbettò Lunch con una gocciolina sulla testa.
“Sì,
quello che è!!” sbottò la ragazza
scagliando la lattina verso un cestino e centrandolo in pieno. “Guardate,
ormai sono rimaste pochissime valigie da ritirare e della mia non si è
vista neanche la chiusura lampo!!”
Chichi,
C18 e Lunch si scambiarono un’occhiata
preoccupata e comprensiva.
“Ehm…Dai,
aspettiamo ancora qualche minuto…In caso andremo a chiedere informazioni
al banco e vedrai che ti sapranno dare una spiegazione!” propose C18
scandendo e scegliendo accuratamente le parole giuste.
“Umph!”
bofonchiò Bulma gettando il capo all’indietro. “Cinque
minuti, non di più!”
I cinque
minuti prefissati dalla ragazza passarono in fretta, molto in fretta…In
questo breve arco di tempo alcune persone vennero a
ritirare il proprio bagaglio con pigra indifferenza, lanciando occhiate curiose
al gruppetto in attesa.
Allo
scoccare del quinto minuto Bulma fece fuoriuscire irrimediabilmente tutta la
rabbia accumulata in corpo. “Grrr!! MA DOV’È
Le tre
amiche sussultarono: ormai si sapeva cosa succedeva quando
Bulma perdeva la pazienza, e le conseguenze non erano mai state molto
piacevoli…
“Calma,
Bulma, calma!” C18 le si avvicinò
titubante e le poggiò le mani sulle spalle.
“Sì,
calma e sangue freddo!” sibilò Bulma, gli occhi lampeggianti.
“Dai,
andiamo al banco informazioni, vedrai che sapranno dirci sicuramente quello che
vogliamo sapere!” la rassicurò la bionda.
C18
trascinò una furibonda Bulma verso il gabbiotto vicino alla sala
d’attesa, seguita a distanza da Chichi e Lunch, che in realtà sospettavano già da qualche minuto quello che poteva
essere successo.
“B-bè…Noi
aspettiamo qui…” mormorò Chichi sedendosi insieme a Lunch su di una poltroncina rossa. C18 lanciò loro
un’occhiata truce velata di terrore, che sembrava volesse dire:
“Non lasciatemi da sola con questa pazza!!”
Le
sentirono confabulare con l’inserviente, e i loro dubbi fondati vennero colmati dall’assordante esclamazione di Bulma che
seguì di lì a pochi secondi: “SMARRITA?! COME…COME
SAREBBE A DIRE?!”
L’addetto
ai bagagli cercò di placare l’ira crescente della ragazza
divincolandosi freneticamente nella speranza di trovare una giustificazione
convincente. “S-sono desolato, miss
Brief! Sono cose che
succedono…M-ma vedrete che tra qualche giorno la ritroveremo!”
Ma
con scarsi esiti…
“MA
È
“E-ehm…”
balbettò l’impiegato nascondendosi dietro il calendario appeso
alla parete. “…Le prometto che f-faremo tutto il possibile e quanto
prima le faremo recapitare il suo bagaglio n-nel suo…ehm…dov’è
che alloggia?”
“In
un bungalow sulla costa sud dell’isola!” esclamò Chichi
prima che Bulma potesse aggredirlo per l’ennesima volta: stava
cominciando a provare pena per quel pover’uomo che stava svolgendo solo
il proprio lavoro.
C18 le
fece un gesto di riconoscenza con la mano.
“Grrr!!
Veda di ritrovarla entro quattro giorni, altrimenti sarà
lei a vedersela con me!” Bulma minacciò l’uomo puntandogli
un dito al petto, i denti digrignati in bella mostra, e fissandolo dritto negli
occhi con sguardo vendicativo e fiammeggiante.
L’addetto
si calcò maggiormente il berretto sopra gli occhi e, dopo aver
deglutito, illuminò il suo viso con un finto sorriso da ebete.
“M-ma
certo, bella signorina! Gliel’ho già
detto, le assicuriamo la massima garanzia!”
“Sentito,
Bulma?” disse C18 dando una pacca sulla spalla dell’amica.
“Ora andiamo, dai, siamo già in ritardo sulla tabella di
marcia!”
Bulma
emise un grugnito nervoso, scoccò un’ultima occhiata infuriata
all’uomo e girò indignata sui tacchi, seguendo Chichi e Lunch fuori dalla porta scorrevole.
“Wow!!” esclamò Lunch intrecciando le dita
affascinata; il paesaggio delle isole Yoshi era finalmente ammirabile in tutto
il suo indiscutibile fascino: bastava dare un’occhiata alle autostrade
del centro principale costeggiate da una lunga fila di palme e cespugli
variopinti per avere una prima, bellissima impressione.
“È…è assolutamente stupendo! Guardate, si
vede anche il mare in lontananza!” disse Chichi
con impeto indicando l’orizzonte blu scintillante sotto la luce del
solleone.
“Che facciamo, chiamo un taxi?” propose C18 sporgendosi
dal marciapiede per scorgere qualche vettura di passaggio.
“Ehi,
ragazze!” le richiamò Lunch scorrendo con
gli occhi una cartina del luogo. Lei era sicuramente la
più previdente e informata del loro gruppo, non mancava mai di
infilare a forza una mappa turistica nello zaino. “Guardate! Qui dice che a pochi chilometri da qui c’è il porto
principale dell’isola, dove ogni due ore vi attraccano diverse navi da
crociera famosissime…Caspita, guarda qua che nomi! Perché
non ci andiamo?”
“Wow!
Sarebbe fantastico!!” confermò Chichi
saltellando sul posto. “Dai, che aspettiamo?”
“Hm…E
come ci andiamo fino là?” chiese Bulma.
“Bè,
non è molta strada, sono solo pochi chilometri… possiamo andare a
piedi!” disse Lunch.
“A
PIEDI?!” esclamò Bulma scandalizzata.
“Ma si muore di caldo e poi sono stanca! Non
potremmo prendere l’autobus o qualsiasi altro mezzo pubblico?”
“Qui
non ci sono fermate del bus, e il taxi costa troppo, ora che ci penso”
disse C18 calma. “Io sono per la passeggiata!”
“Uffa…alla
fine sono sempre io quella che ci rimette!!”
esclamò Bulma indignata.
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Era
difficile farsi strada in mezzo a quella grande folla
chiacchiericcia che attendeva con ansia ed emozione l’arrivo della
lussuosa nave da crociera “Dragon Ball Deluxe”, che avrebbe
attraccato a momenti. C’erano gruppi di persone con valigie e bambini a
carico che saltellavano impazienti o che frignavano ininterrottamente, parenti
e amici che aspettavano lo sbarco, o semplicemente ragazzi incuriositi.
“Ragazze,
avete visto quanta gente?” disse Bulma scansandosi da un uomo che stava
per finirle addosso.
“Non
riusciremo mai a trovare un posto in prima fila!” si lamentò C18.
“…A meno che…LUUUUNCH???”
“Sì?
Cosa…Et…eeeet…EET-CHUM!!” Lunch emise un sonoro starnuto non
appena C18 le sventolò delicatamente sotto il naso una delle sue ciocche
di capelli biondi. Chichi e Bulma spalancarono gli occhi, preoccupate.
“Oh,
cavolo!! Lo sapete che quando starnutisco mi prende
una rabbia irrefrenabile!!” esclamò Lunch
arrabbiata. “Uff…ecco, adesso sono nervosa!!
E LEVATI DALLE SCATOLE, TU!!” sbraitò
rivolta ad un giovane uomo in piedi davanti a lei, scaraventandolo da una parte
e facendosi strada in mezzo alla folla. C18, Bulma e Chichi restarono dietro la
sua scia, trovandosi ben presto tra le prime file.
“Che c’è? È servito a
qualcosa, no?” disse C18 facendo spallucce di fronte agli sguardi
di rimprovero delle due amiche.
“E
va bene, ora ci penso io…Povera Lunch…”
mormorò Chichi avvicinandosi all’amica imbestialita, che sembrava
avere tutta l’intenzione di afferrare un bambino particolarmente piccolo
e grassoccio e sbranarselo.
“Ti
senti meglio adesso, Lunch?” le chiese
accarezzandole i capelli con cautela: non avrebbe voluto farsi staccare un
braccio a morsi… “Guarda, siamo in prima fila! Presto vedremo la
nave! Ricordi?…La nave…”
Lunch,
in tutta risposta, grugnì con ferocia.
“Ehm…lo
considero un sì…Dai, adesso fai un bel respiro e goditi l’arrivo!”
disse la moretta allegramente con delle piccole pacche consolatorie sulla
schiena.
Lunch
fece come suggeritole e infatti, subito dopo, si
aprì in un gran sorriso di riconciliazione.
“Aaah,
grazie! Ora mi sento molto meglio!”
“Ehm…Eh
eh…bene!” balbettò Chichi con una
gocciolina sulla testa.
“Eccola,
eccola!!” trillò una bambina bionda con
le treccine accanto alle gambe di Lunch: stava indicando il mare, dove
lentamente si faceva sempre più visibile un grosso transatlantico di
scintillanti colori oro, rosso e bianco.
“Ragazze,
che spettacolo!!” esclamò Bulma tutta
eccitata e con gli occhi che brillavano affascinati.
La folla
indietreggiò di qualche passo mentre la cima
veniva attraccata al molo; piano piano una stretta rampa venne calata a terra e
i primi passeggeri cominciarono a scendere di corsa, facendo una gran fatica a
sorreggere i propri pesantissimi bagagli a mano.
“Guarda
come sgambettano, bimba!” disse Bulma in tono saggio rivolgendosi alla
ragazzina con le trecce, che l’ascoltava
affascinata.
“Non
bloccarle la crescita con le tue panzane, per favore…” la
rimproverò Chichi tirandola indietro.
In quella
la moretta fu distratta dallo sbucare di un curioso gruppo assortito di ragazzi
dal portellone della rampa; dall’aspetto sembravano suoi coetanei, ma i
loro lineamenti erano già da adulti. Il loro aspetto era intrigante e
affascinante, messo ancor più in risalto dai loro occhi glaciali, e
tutti portavano magliette senza maniche strappate che mettevano in bella mostra
i bicipiti rigonfi.
“Tsk…Esibizionisti…”
Sembrava
avessero molta fretta, a giudicare dalla loro andatura frettolosa, ma
soprattutto dalle loro facce terrorizzate…Se non
l’avesse considerato impossibile, se la stavano dando a gambe.
Non
appena poggiarono i piedi sul molo, infatti, attaccarono a correre travolgendo
la folla, con l’eccezione di un ragazzo rimasto indietro che Chichi non
aveva notato immediatamente: alto e slanciato, con una folta chioma pece e
curiosamente spettinata; i suoi grandi occhi scuri emanavano infinita dolcezza,
come quelli di un tenero cucciolo indifeso bisognoso di protezione. Aveva
un’aria spaesata, ma nello stesso tempo si avvertiva la sua infinita
curiosità per quei posti mai visitati prima.
“Muoviti,
femminuccia!!”
Purtroppo
quella contemplazione durò pochi secondi: il misterioso ragazzo
sfrecciò tra la folla richiamato dai suoi amici
e Chichi, che lo aveva seguito con lo sguardo fino a quel momento, lo perse
irrimediabilmente di vista.
Sospirò
leggermente dispiaciuta: era così carino e piacente…
Venne
distolta dalle sue fantasticherie quando Bulma la richiamò a sé
strattonandola per un braccio.
“Cosa stavi guardando, eeh?” le chiese con
un’aria furbetta.
Chichi
arrossì violentemente quando vene accerchiata
dalle sue amiche, che la fissavano avidamente. “M-ma che volete dire?!”
“Andiamo, lo sai! È inutile che fai
la finta tonta…!” esclamò Lunch abbracciandola e
avvicinando il viso al suo.
“Ma…No! E comunque
io…” cercò di spiegarsi Chichi. “…insomma, non
era mica un…”
“…anche perché è venuta voglia anche a
noi!” disse C18.
Chichi
sussultò turbata; forse non aveva capito bene…
“Che cosa?”
“…E brava Chichi! Hai individuato
l’unico carretto dei gelati nel raggio di due chilometri!”
esclamò Bulma allegra.
“…Il
carretto dei…?” balbettò Chichi confusa; si voltò e
all’improvviso le fu tutto chiaro: vicino alla rampa dei passeggeri vi
era un chiosco di dolciumi e bibite fresche assaltato da ragazzini gioiosi e
adulti che cercavano invano di trattenerli.
“Mamma,
voio quello, voio quello!!”
“Mamma,
me ne compri tre? Ti preeeeeego!!”
“Mi
è caduto per terra!!! BUAAAAAAAAAH!!”
“Ehi,
mi dai un cono da quattro gusti?” urlò Bulma al commesso
sovrastando la calca dei marmocchi.
Chichi,
sentendosi stranamente sollevata, si accodò con C18 e Lunch, che
ovviamente non avevano idea di chi fosse quella strana
ragazza dai capelli azzurri che si stava sbafando ogni sorta di ghiacciolo e
bicchieri di tè freddo.
pppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppp
CONTINUA…
pppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppp
Caspita, è la prima volta che aggiorno così
presto! Forse perché uno dei personaggi principali è il mio
amatissimo Kak…EHM…Goku!! E poi perché mi sento ispirata! Grazie a chi si
è fermato a leggere! In particolare…
Ppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppp
Pikkola Rin: Sono contenta che l’idea ti sappia
carina! Ho pensato che avrebbe potuto essere un’ambientazione abbastanza
adeguata, sinceramente mi piace vedere i personaggi di DB sotto la veste di
studenti del liceo! Continua a seguirmi, ci conto!! Un
bacione!!J
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Lyla: Ti ringrazio molto! Davvero quest’anno avrai la
maturità? Aah, io devo aspettare ancora due anni!!
…Meglio!!XD Continua a seguirmi, ne sarei
davvero contentissima!! Per me è importante avere le
opinioni dei lettori, mi aiutano a migliorare! …E chissà
che tu non trovi qualche spunto interessante per le tue vacanze!!J Un bacio!
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
LeftEye: EEEEEH??? Mi hai messo tra i
tuoi…? UAAAAAH MA SONO FELICISSIMA!!! Davvero,
è una soddisfazione incredibile saperlo!! Anche perché è
la prima volta che qualcuno inserisce una delle mie storie tra i suoi
preferiti, e mi fa un piacere ed un onore enormi!!
Grazie grazie grazieeee!!! E naturalmente grazie anche
per le tue opinioni, sono contenta che il mio stile ti piaccia! (Purtroppo c’è chi non lo apprezza, tipo il mio
prof deficiente –e non scherzo!!- di italiano…!) Hai ragione, anche
io ho trovato una certa somiglianza con il tuo stile, me ne sono accorta quando
ho letto la tua carinissima “Amori bilingue”! Se non sbaglio
qualche giorno fa ti ho lasciato una
recensioncina…Comunque davvero molto originale e romantica!!
Per quanto riguarda l’ambientazione…Bè, io
penso che scrivere AU su DB sia sempre interessante, così ci sto
provando anch’io! Dopo averne lette tante era ora di passare
all’azione!!J
Spero che mi lascerai altre recensioncine anche nei prossimi
capitoli, per sapere(…o per dire!)cosa ne pensi!!
Un grosso bacio…Tvb!!
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Kristin: Eh eh!! Non ho potuto farne a meno...Mi dispiace per la loro sorte di
clandestini, ma non sono riuscita a resistere! E poi conoscendo Radish nella
sua ambientazione originale…è un ragazzaccio!!
Solo lui avrebbe potuto coinvolgere i suoi amici a viaggiare in quel modo!! Comunque so contenta che la
storia ti piaccia, e spero che commenterai ancora! A presto!!
ppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppp
E come ultima noticina…GOKU TI AMOOOOO!!
…O l’avevo già detto??J
Al prossimo capitolo!…Mi raccomando, commentate!!
Alessandra