Non
so chi di voi abbia mai visto da vicino una
parrucchiera. Intendo, davvero vicino.
Da lontano, attraverso le vetrine del negozio, sono sempre tutte
iper-truccate,
super intacchettate, nemmeno un capello fuori posto – che va
beh, mi pare pure
ovvio -; poi, entri nel salone, piccolo o grande che sia, ti fai
parcheggiare
amabilmente per una mezz’oretta su una poltroncina, in attesa
che qualcuno si
renda conto che non sei lì per scaldare la pelle rossa con
il tuo importante
deretano, ma per farti simpaticamente recidere la chioma e quando
finalmente ti
accingi a comunicare con la Barbie di turno per il tuo nuovo taglio,
lei
esordisce:
-Dai
tesoro, vediamo di trovare un taglio che stia bene con queste tue belle
guanciotte, neh gioia?-
Al che, irritata dalla vischiosità di quelle parole che ti
si appiccicano
addosso in maniera piuttosto invadente, realizzi con orrore che sei al
cospetto
di una sorta di Arpia. Ma davvero!
Descrizione degna di un bestiario medioevale, la parrucchiera tipo, ai
tuoi
impauriti occhi da vittima sacrificale, si presenta con un mostro
orrendo, dove
le forbici soppiantano gli artigli, e gli occhi sono iniettati di
sangue,
pronti ad acconciarti stile Jean Paul Mirò, radical-chic, o
comunque una
qualsiasi acconciatura che nessuno, sano di mente, vorrebbe trovarsi
addosso.
Fatto
sta che la decisione era presa, e messa da parte la
somiglianza di quelle donne a degli esseri mitologici, sono andata
dalla
parrucchiera. (da sola, meglio non dare adito ad un talk show su i miei
capelli
tra la parrucchiera, mia madre e me, più magari qualche
cliente impicciona.)
Dopo la mezz’ora di fila già anticipata prima,
shampoo e lozioni varie che
neanche per trattare rifiuti tossici usano così tanti
barattolini, Jessica –
che avrà avuto sì e no due anni più di
me – cinguetta allettata dalla
consistenza della materia che doveva andare a maneggiare:
-Mah, senti, io pensavo ad una cosa molto semplice, magari…-
-Ah, sciocchina!
Devi stare al passo, alla moda! Che ne dici di una ciocca verde?-
Riflettendo sul fatto che probabilmente la ciocca verde non avrebbe
aumentato
la mia credibilità, ho gentilmente declinato
l’offerta.
La
giovine Edward mani di forbice ha insistito quasi strepitando
perché mi
affidassi completamente alla sua creatività, dote che
suppongo sia molto
scarsa, dato che le tre parole che ha usato in due ore sono state <
Non è vero che solo le bionde sono stupide, lei era castana
e se la cavava
egregiamente.
Dopo aver perso circa un chilo e mezzo di fluente chioma, tornando a
casa
riflettevo sul primo passo nella lunga lista intitolata “CAMBIAMENTO”.
-Quasi
quasi me la scrivo davvero - pensavo ingenuamente
pedalando per la strada
sconnessa – chi
vuoi che mi frughi nei cassetti.-
Certe volte mi prenderei a calci nei denti da sola. Come
chi vuoi che frughi
nei cassetti?!?! Crispy bacon, come fai ad essere così
idiota?!
Elenco di persone interessate ai tuoi averi – affari
personali: al primo posto,
con la medaglia all’onore per le volte in cui ti ha urtato i
nervi ma l’ha
sempre fatta franca, tua sorella, sedicenne urlatrice e ficcanaso,
ladra di
vestiti. Secondo posto, anche se lotta strenuamente per raggiungere il
primo a
pari merito, la tua cara mamma.
E dopo questa sfuriata contro me stessa, straripante di senno di poi,
posso
dire che sì, purtroppo quella me ha fisicamente lasciato
prova dei suoi
progetti, che sono finiti in mani tutt’altro che sicure. Ma
l’ingenua me non lo
sapeva ancora.
Tornata a casa, già in pratica spettinata –
perché tornare a casa in bicicletta
dopo 60€ di parrucchiere, non è proprio
un’idea geniale – i commenti sono stati
diversi e coloriti.
-Ciao mamma, sono tornata.- E
risponde,
quasi sorpresa che non sia fuggita in Cambogia:
-Ah bene, brava.- e ancora più
meravigliata -Ma non potevi farteli spuntare ancora un po’?
Sembrano uguali.-
Non ci sono parole. Metà di me se n’è
andata – contando che prima i capelli
arrivavano oltre metà schiena, ora solo alle spalle
– e pensava me li tagliassi
ancora? Che donna originale.
Salendo le scale, incrociando lo sguardo di mia sorella ho ottenuto un
"umpf",
non ben identificato in effetti. Entrata in camera, dove ovviamente
mancava già
metà della mia roba, dopo averla recuperata con non poche
difficoltà dalla
camera della scimmia (mia sorella, NdA) mi sono seduta, ho strappato un
foglio
dal quaderno di biologia e ho cominciato a scrivere.
CAMBIAMENTO
1.
Taglio radicale (fatto)
2. Let’s cerchiamoci un lavoro