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Autore: Helena Corvonero    12/07/2011    4 recensioni
Hermione Granger si ritrova a King's Cross, ma questa volta non deve prendere il treno per Hogwarts, deve iniziare un viaggio più grande, che la porterà verso un futuro diverso. Ad accompagnarla ci sarà Draco Malfoy, e nonostante il traguardo sia verso il futuro questo viaggio la porterà a fare un tuffo nel passato, per ricordare come tutto sia iniziato: con una scommessa.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Angolo dell’autrice:
 
Ciao a tutti!
Eccomi alle prese con l’ennesima, entusiasmante e malinconica Dramione.

Nonostante io odi usare questi nomignoli per una coppia (come Zanessa, Drarry o Brangelina) ormai mi sono abituata a farlo.
Ne ho già scritta un’altra, di Dramione, ma il mio amore per questa coppia –o precisiamo, per Draco – non è ancora sazio.
Così ho deciso di scriverne un’altra, e ‘sta volta con un lieto fine.
 
Perché mi ostino a scrivere solo su questi due personaggi?
Beh, è che in Hermione mi riconosco, e di Draco mi innamoro, o meglio, mi innamoro del bel ragazzo che mi ricorda, bello e stronzo, il classico prototipo dello sciupa femmine misterioso.

Beh, il titolo ancora questa storia non ce l’ha, per cui quello che ho messo ora è provvisorio. Da piccola iniziavo a scrivere le storie a partire dal titolo: non ne ho mai finita una. Poi un giorno una donna meravigliosa mi ha detto che il titolo dovrebbe essere l’ultima cosa a essere scritta, come la ciliegina sulla torta.
E così sono qui, a presentare una storia senza titolo, che parlerà dell’unica cosa che la Rowling e il mondo vogliono far capire che è davvero invincibile: l’amore.
Buona lettura,
 
L’autrice.
 
 
 
 
 
 
 
                      
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
PROLOGO
 
Sono le 10.50.
Siamo in ritardo.
Controllo di nuovo il mio orologio.
10.52. Siamo decisamente in ritardo.
 
“Dai, Hermione, sbrigati!”
Sorrido tra me e me: è passato tanto tempo, eppure sentirmi chiamare per nome mi fa ancora un certo effetto.
“Sai com’è, mi sbrigherei anche, ma questa valigia peserà almeno trecento chili!”

E allora il bel biondino che mi aspetta alla fine della rampa di scale che conducono al binario sbuffa e viene ad aiutarmi.
Lo sento mormorare una cosa del tipo: “Pesa un sacco! Ma ti sei portata dietro la biblioteca?”. Questa volta, solo questa volta, però non rispondo, perché questa mattina d’autunno il mio cuore scoppia di felicità: finalmente non ci sono più differenze, non cambia nulla tra di noi, anche se qualcuno si ostina ancora a pensare che il sangue che ci scorre nelle vene è diverso.
Siamo finalmente liberi di essere noi stessi, sciolti dalla rete con cui ogni persona che si ferma a giudicare ci ha oppresso.
 
Mi sembra meraviglioso, quasi un sogno, ma è la realtà: quel ragazzo biondo e magro è mio.
E’ il ragazzo  con cui passo i giorni, le notti, con cui mi addormento e mi sveglio, èil mio ragazzo. Il mio Draco.
Un brivido mi risale veloce la schiena. Soprattutto quando mi rendo conto che lo consideravo tale. Mio.
Eppure anche per una ragazza pratica e obbiettiva come me innamorarsi è una nuova avventura, di cui non si sa nulla. E’ buttarsi nel vuoto, trattenere il respiro e scoprire che qualcuno ti prende.
Per cui ormai è un’abitudine sorprendermi a pensare a Draco come mio.
Ed è proprio lui, già arrivato in cima alle scale, a ridestarmi da queste fantasticherie, con un tono tutt’altro che romantico:
“Ma cosa fai lì a guardare nel vuoto? Sbrigati che siamo in ritardo, quante volte te lo devo dire?!”
Così ritorno in me e corro in cima alle scale.
Appena ho il tempo di guardarmi intorno il mio cuore si ferma: siamo di nuovo a King’s Cross e il nostro treno parte al binario 9.
Anche Draco probabilmente pensa la stessa cosa, perché per un attimo ha lasciato perdere il treno, le valigie e il ritardo, e mi cinge dolcemente la vita.
Siamo entrambi voltati verso una colonna, che di particolare non sembra avere proprio niente, esattamente come tante altre, che segna i binari 9 e 10.
Sento l’impulso di allungare la mano e sfiorare il muro, voglio farlo per accertarmi che sia tutto vero, ma mi trattengo: in fondo la prova è nella mia tasca, no? Tengo sempre la mia bacchetta con me, e in questo momento posso sentirla concreta attraverso la stoffa del jeans.
 
“E’ strano non esserci, vero?” chiedo in un soffio.
Draco annuisce e mi sorride malinconico; aspetta una manciata di minuti prima di ricordarmi dolcemente che dobbiamo proprio andare, o il treno sarebbe partito senza di noi.
Ma quella colonna, quel passaggio verso Hogwarts, verso il binario 9 e ¾  mi fa scattare qualcosa, un desiderio. Il desiderio di ricordare. E così, da questo momento torno indietro; ricordare com'è cominciato il viaggio più importante della mia vita, il viaggio che intraprendo salendo su quel treno.

  
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