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Autore: evenstar    23/03/2006    11 recensioni
cosa potrebbe succede se tonks decidesse di ingnorare il buon senso e rimanere accanto a lupin nelle notti di luna piena? questo è quello che mi sono immaginata io.. a voi i commenti
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SETTEMBRE

 

Lupin si stava dirigendo verso l'enorme portone di quercia della sala d'ingresso di Hogwarts, mancava ormai pochissimo al sorgere della luna e doveva fare in fretta. Si fermò di scatto, la mano già sulla maniglia, sentendo dei passi affrettati dietro di sé. Si girò verso lo scalone che portava ai piani superiori del castello e vide Tonks corrergli incontro, saltando gli ultimi due scalini e rischiando di cadere, atterrando sul pavimento di pietra.

- Che cosa ci fai tu qui? - le chiese brusco.

- Vengo con te, - rispose lei semplicemente.

Lupin la guardò allibito, non credendo alle sue orecchie. - Scusa, credo di non aver capito bene, - le disse lasciando la maniglia e voltandosi completamente verso di lei in modo da fronteggiarla direttamente.

- Hai capito benissimo invece, vengo con te.

- Scherzi vero? Guarda che non ho tempo adesso, sono già in ritardo, voglio essere lontano al sorgere della luna, - le rispose girandosi di nuovo verso l'uscita.

Tonks fece una passo, seguendolo. - Ho detto che vengo con te!

- Ma sei uscita di testa? - sbottò lui girandosi di scatto e ritrovandosela davanti, lei lo fissò negli occhi e fece un passo indietro. Non aveva mai visto Lupin arrabbiato, ma adesso sembrava furioso.

- Voglio venire Remus, non ho paura.

- Ma cosa vuol dire che non hai paura? Lo sai che quando mi trasformo non riconosco più nessuno. Ti ucciderei senza neanche rendermene conto.

Lei scosse la testa. - Non credo che sia così.

- Come sarebbe non credi che sia così? Certo che è così.

- Allora come mai non hai ucciso Sirius o James o Peter?

- Perché erano trasformati e in grado di difendersi da me.

- Peter? Ma se era un topo, - disse lei con tono ironico, guardandolo con gli occhi lucidi per l’eccitazione, sapeva di aver ragione.

- C'erano James e Sirius che mi tenevano sotto controllo.

- Non li hai mai attaccati, o li avresti contagiati, anche da trasformati.

- Solo se li avessi morsi, cosa che non è successa solo per pura fortuna. Sono stato un incosciente, ma ero giovane.

- Volevano starti vicino, perché a me non lo permetti?

- Te l'ho detto sono stato un imprudente, non ho intenzione di ripetere gli stessi errori di quando ero un ragazzo.

Lei lo fissò negli occhi, la rabbia era svanita improvvisamente come era insorta, ora lo sguardo di Remus esprimeva solo tristezza.

- Capisco quello che volevi fare, e ti ringrazio, - le disse alzando una mano come se volesse accarezzarle il volto. - Ma non te lo permetterò, - concluse tirando fuori la bacchetta e, muovendola senza che lei potesse fare nulla per difendersi, mormorò. – Stupeficium.

Tonks barcollò schiantata, Lupin la prese tra le braccia facendola appoggiare al freddo pavimento di pietra della stanza, poi mosse di nuovo la bacchetta facendone uscire una nube argentea che prese forma, muovendosi verso le scale. - Avvertirà Silente, - le disse fissando il patrono che si muoveva rapido per lo scalone, diretto verso l’ufficio del preside. - Ti verrà a prendere e impedirà che tu faccia sciocchezze per questa notte, - concluse girandosi, dopo averle lanciato un ultimo sguardo.

Tonks sentì gli occhi bruciarle e una lacrima di rabbia e impotenza scivolarle lungo la guancia.

- Mi dispiace, - disse solo lui prima di uscire nel parco illuminato ancora solo dalla luce delle stelle..

Lei rimase a terra per qualche minuto, poi sentì dei passi provenire dal piano di sopra e vide Silente comparire dalle scale, sul volto un espressione indecifrabile. – Innerva, - mormorò il preside agitando lievemente la bacchetta.

Appena fu possibile Tonks si alzò in piedi, senza staccare gli occhi da quelli azzurri dell’uomo che le stava di fronte, aspettando che la rimproverasse per quello che aveva appena cercato di fare, ma lui rimase in silenzio e poi inaspettatamente sorrise.

- Mi dispiace ma per questa notte ho promesso che non ti avrei fatto uscire dalla scuola.

- Dovrei tornare a casa, - disse lei piano.

- Temo che dovrai rimanere qui fino a domani mattina, - le rispose Silente, ma senza usare un tono di rimprovero, sembrava anzi dispiaciuto.

- Ma...

Silente fece un gesto con la mano, impedendole di proseguire. - Permettimi di offrirti almeno una tazza di thè, - disse allungando il braccio e poggiandolo sulla spalla della ragazza, lei annuì e seguì l’uomo per le scale, fino al suo ufficio. Passarono qualche ora a chiacchierare, senza mai fare riferimento a quello che era successo quella notte però, infine Tonks fu scortata in una stanza libera della scuola e li rimase per il resto della notte.

 

  
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