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Autore: Sena27    23/07/2011    0 recensioni
Vedere Zero tra le braccia di un'altra mi aveva fatto un insolito effetto.
Ero abituata alle nostre discussioni, ero felice quando mi dava una mano davanti ai cancelli della Night Class, quando ci beccavamo lezioni extra per via dei pisolini sui banchi.
Per me erano diventate azioni quotidiane.
Ero contenta se potevo stargli vicino, se lo potevo aiutare, mentalmente ringraziavo mio padre per averlo portato a casa nostra.
Ora, pensandoci sopra, agli occhi degli altri noi cos'eravamo? Chi eravamo?
Due amici, una coppia di fidanzatini, due che continuavano a litigare?
E ai nostri stessi occhi?
Quando ero ancora umana, lui mi amava.
Ed ora mi amava ancora?
Ma io? Quali sentimenti provavo nei suoi confronti?
Lo avevo trattato solo come un amico eppure, quando non era con me,
quando soffriva nel vedermi con Kaname o quando pensava alla sua famiglia, a suo fratello, io ero dispiaciuta.
Mi resi conto che c'erano molte domande in attesa di risposte.
Io stessa, però, non ne avevo.
Una leggera pressione sulla mano mi riportò al mondo reale e abbandonai i miei pensieri.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 7: Taiga


Era strano che Taiga volesse danzare con me.
Ovviamente non mi sbagliavo.
Voleva solo un attimo di tempo per chiedere novità sul caso "Kuran".
Che dovevo dire?
- Per ora non si sa nulla. Kaname Kuran non si trova da nessuna parte.
Quel bastardo sa nascondersi bene! -
- W-o-w. Deduco che se, per puro caso, lo dovessi incontrare,
lo ammazzeresti in, vediamo, un millesimo di secondo. Giusto? -
Taiga aveva proprio ragione.
Come sempre, però, associavo Kuran a Yuuki e automaticamente la cercai nel salone.
Non mi piaceva per niente non averla sott'occhio.
Si cacciava sempre nei guai e questo non era il momento adatto per sperimentare un nuovo danno.
- Yuuki -. Senza volerlo mi ero ritrovato a sussurrare il suo nome.
A Taiga non sarebbe per niente piaciuto.
Di me sapeva vita, morte e miracoli. In che modo? Nemmeno io lo sapevo.
Probabilmente, il Direttore Cross o qualche Hunter dell'Associazione,
le avevano riferito ogni singolo tratto della mia misera esistenza.
- Sempre con questa Yuuki. Ti sei dimenticato cosa ti ha fatto passare?
Beh, io ti ho trovato in uno stato pietoso.
Per colpa di chi? Ah, giusto! Per colpa di quella piccola vampirella!
Non puoi limitarti a "proteggerla" come ti è stato detto di fare?
Sai, qui, in questo collegio, non le potrebbe succedere nulla. Al massimo cade nella fontana! -
Non ricordavo che alla mia vecchia amica piacesse girare il coltello nella piaga.
Lei non la conosceva abbastanza.
Scherzava sul fatto del piccolo e improbabile incidente,
ma sapevo che era un episodio che si sarebbe potuto verificare!
Vidi Wakaba seduta in fondo al salone e non esitai a chiederle dove fosse andata la sua amica.
- Mi ha detto che andava a prendere una boccata d'aria.
E' saltata dalla terrazza, ma non so dove... Per carità, Zero! Perché nessuno usa le scale?! -.
Sayori era sempre, inutilmente, preoccupata che ci facessimo male saltando da balconi, finestre, rami.
Non si era ancora resa conto che per noi era più che naturale?
Comunque sia, a Yuuki dovevo fare una bella ramanzina sulle sue amicizie.
Nessuna la conosceva così bene come lei credeva.
Nemmeno la sua migliore amica aveva una pallida idea di dove fosse andata.
Di sicuro era dietro ad un albero per mettere in ordine i pensieri.
Le notti di ronda  erano servite a qualcosa
(per quella sera, almeno)!
Sentii che Taiga mi stava seguendo. 
- Che fai qui? -.
- Vengo con te, idiota! Non vorrei trovare lei che balla sul tuo cadavere! -.
- Ma dai! Al massimo cado nella fontana. E non mi guardare così! Ti ricordo che l'hai detto tu-.
- Il senso dell'umorismo non ti ha abbandonato!
Non mi dispiacerà vedere la tua salma. Se sono in vena farò i complimenti alla tua Vampiretta!
Ci vediamo! -. Finalmente aveva deciso di tapparsi la bocca!
Non era mai assomigliata ad una macchinetta che spara frasi senza senso una dopo l'altra!
Ora, però, non era il momento di riflettere sui cambiamenti di Taiga!
Cercare Yuuki non sarebbe stata un' impresa!
Come pensavo.
Yuuki era appoggiata ad un albero e aveva gli occhi lucidi.
Pensai che stesse guardando il cielo solo per non far scendere le lacrime.
Dopo un attimo di esitazione mi avvicinai e le presi semplicemente la mano.
Si girò, sorpresa, verso di me.
- Che succede? -.
- Nulla -. Risposta secca. Di solito Yuuki non dava mai risposte secche.
Lasciò la mia mano e si sedette ai piedi della pianta. Lo sguardo fisso sull'erba.
Mi chiedevo il perché di quella reazione.
Ripensai a quando era entrata nel salone.
Le avevo solo chiesto di ballare;
probabilmente era infuriata perché sapeva che me ne sarei andato subito;
oppure era gelosa perché una ragazza, che non conosceva, mi aveva chiesto di danzare.
Nessuna delle ipotesi erano probabili.
Mi misi davanti a lei e le offrii la mano per alzarsi.
Esitò per un breve istante, poi si alzò, si appoggiò a me e iniziò a piangere.
Mi stavo veramente preoccupando.
Fui obbligato a farla risedere dato che a stento si reggeva in piedi.
Lei continuava a piangere e cercai, inutilmente, di calmarla.
Impiegò un bel po' di tempo per riprendersi, ma, alla fine,
riuscì a chiedermi chi fosse la ragazza con cui mi aveva visto ballare.
Quindi avevo ragione? Era veramente gelosa?
- Yuuki, non dirmi che sei gelosa! -. Quanto avrei preferito rimanere zitto!
Aveva appena smesso di piangere ed ora stava iniziando di nuovo.
Tra i singhiozzi mi chiese solo di rispondere alla domanda che mi aveva rivolto prima.
- Scusa -. Era il massimo che riuscii a dire in quel momento. Ero proprio un cretino!
Attesi un attimo.
Non mi andava di raccontare la vita di Taiga, però, vedere Yuuki piangere era insopportabile.
- Quella ragazza si chiama Taiga Morikawa.
I miei genitori hanno incontrato suo padre e sua madre per puro caso.
Stavano dando la caccia ad un Level E e sono spuntati loro.
Sono diventati grandi amici.
I Morikawa avevano anche un figlio: Seichi.
Dopo qualche anno siamo nati io e Ichiru.
E l'anno dopo è nata lei.
Passavamo le giornate insieme fino a quando i suoi genitori sono morti durante una caccia.
Lei e il fratello hanno trascorso il resto degli anni in un orfanotrofio.
Poi, Seichi, diventato maggiorenne, ha voluto occuparsi della sorella.
Per volere suo, Taiga ha desiderato frequentare l'Accademia.
Lei e Seichi erano molto uniti ed è strano che abbia voluto separarsi da lui.
Non ho mai voluto chiederle perché ha fatto questa scelta.
Probabilmente ci sarà un buon motivo -.
Yuuki si era calmata anche se premeva ancora il viso contro la mia giacca.
Non aveva più il respiro irregolare di poco prima e non singhiozzava.
Le alzai piano il viso e le asciugai le ultime lacrime.
- Perché piangevi? -. Ero curioso e volevo capire se avevo ragione.
E, nel caso in cui lei avesse confermato le mie ipotesi, che avrei fatto?
Sapere che lei era gelosa non mi cambiava la vita.
Era confusa riguardo ai sentimenti che provava verso Kaname ma, già una volta aveva scelto lui.
Sicuramente questa situazione non le avrebbe impedito di seguirlo un'altra volta.
Beh, mi ero già fatto un'idea del mio destino:
avrei passato la vita a dire addio a Yuuki.
Avevo avuto il tempo di riflettere su un'infinità di pensieri e,
ormai, non mi aspettavo una sua risposta.
- Non lo so. Dì pure che sono stupida -.
E così lei non lo sapeva.
Bene, le mie teorie non le avrebbe mai confermate nessuno!
Appoggiò di nuovo la testa sul mio petto.
Maledizione! Perché faceva così?

Qualcuno avrebbe potuto credere che fosse morta.
Dormiva così profondamente che, per alcuni secondi, mi ero spaventato.
Sapevo che per lei era stata una giornata faticosa ma non credevo che alle dieci di sera sarebbe già crollata.
Presi tra le braccia Yuuki e la portai in camera.
Era davvero distrutta! Non si mosse neanche quando la misi a letto.
Dato che tutto sembrava tranquillo andai a farmi una doccia.
Non avevo bisogno di calmarmi ma provai ugualmente del sollievo sentendo l'acqua scorrere sulla pelle.
La mia mente era affollata da troppi pensieri e, senza sapere il motivo, ero preoccupato.
Così, dopo aver indossato i pantaloni, mi precipitai da Yuuki.
Mi sentii un idiota quando la trovai che dormiva serena nella stessa posizione in cui l'avevo lasciata poco prima.
Mi sedetti sul bordo del letto e mi sdraiai al suo fianco appoggiando la testa sulla sua spalla.
Accarezzò i miei capelli e, solo in quel momento, mi accorsi di averla svegliata.
- Scusami. Non volev... -. Non mi fece neanche terminare la frase.
- Tranquillo. Quella che dovrebbe scusarsi sono io. Ti ho rovinato la serata -.
Non sapevo come rispondere, così, mi limitai ad essere sincero.
- Di sicuro non è  stato facile calmarti e non è stato divertente vederti piangere, però, non hai rovinato nulla -.
- Grazie -. Tutto ciò era molto, forse troppo, strano!
- E di cosa? -.
- Di tutto. Non solo per questa sera, ma anche per tutti gli anni passati insieme -.
- In che senso? -. Perché proprio ora voleva ringraziarmi? Per caso stava progettando l'ennesima fuga?
- Mi sei sempre stato vicino, mi hai aiutata e consolata proprio come poco fa -.
- Però ti ho anche umiliata, sgridata, scherzata, offesa...
Ti ho ferito tante di quelle volte che non merito di essere ringraziato, soprattutto da te! -.
- Tu non cambierai mai!
Sei sempre il solito catastrofico.
Allora io, in questo momento non dovrei essere qui con te.
Hai sofferto parecchio a causa mia -.
Aveva detto qualcosa di sensato, finalmente!
- In effetti, tu non dovresti essere qui -.
Il che era vero. Doveva essere, chissà dove, con quello schifoso Purosangue!
Magari sarebbe stata meglio, in un posto sperduto e dimenticato dal mondo, abbracciata al fratello.
Yuuki si alzò, molto velocemente, dal letto e si avvicinò alla porta.
Pensai che avrei dovuto stare zitto, di nuovo.
Non parlavo mai eppure, quando davo fiato alla bocca, dicevo sempre e solo delle cazzate.
- Che vorresti fare? -. Non tentai neanche di risultare distaccato come di solito.
- Andarmene. Non voglio che tu sia costretto a stare con me -.
Avevo sospettato di dover assistere a questa scena.
Lei, davanti alla porta. Io, davanti al letto.
Non riuscivo nemmeno a muovere un solo muscolo.
Yuuki aveva gli occhi lucidi e non ne capii il motivo.
Non volevo credere che lei volesse rimanere.
- Di nuovo -.
Sussurrai quelle parole perché non volevo che lei mi sentisse.
Anche se, probabilmente, quelle parole non le sfuggirono.
Gli addii erano il mio punto debole.
Ne ero consapevole ma non lo avrei mai ammesso.
- Certo che sei proprio sciocca! -.
Se proprio dovevo ridurmi, per l'ennesima volta, in uno straccio, meglio metterla sul ridere.
Lei si voltò ma tenne la mano sulla maniglia della porta.
Quella posizione mi preoccupava!
Mi resi conto che aspettava una spiegazione.
- Non voglio che tu te ne vada -.
Mi sentivo ridicolo e quella era la frase più banale che avessi mai detto!
Nonostante tutto continuai.
- E, credimi, non mi sento costretto a dover passare il tempo con te.
Ti ricordi la promessa che ti ho fatto? -.
Lei mi guardò incredula e spaventata.
- Vuoi uccidermi ora? -.
Ero stupito!
Credeva veramente che l'avrei uccisa?
Credeva davvero che avessi tutto quel coraggio?
- No, non sono abbastanza forte -.
- E, allora, quando lo sarai? -.
- Mai -.
In questi pochi giorni non si era chiesta perché non avessi mantenuto la parola data?
Era così difficile capirlo?
- Diciamo che non ho tutta questa forza.
Ho passato un anno infernale.
Speravo di non doverti più rivedere, anche se desideravo sapere come stavi.
Ho cercato di costringere me stesso ad odiarti, ma non ci sono mai riuscito -.
Sembrava che Yuuki mi stesse ascoltando.
Lentamente fece cadere la mano che teneva la maniglia.
Volevo farle cambiare idea.
- Pensavo che, con la tua trasformazione, fossi cambiata.
In verità hai solo dei capelli più lunghi.
E a volte sei costretta a bere sangue.
Ammetto che sei maturata un po', ma sei rimasta la solita imbranata di sempre -.
- Idiota! -
Gridò talmente che forte che anche un sordo l'avrebbe, sicuramente, sentita.
Yuuki corse dalla porta verso di me abbracciandomi.
- Cosa diamine intendevi dire con "Non dovresti essere qui"? -.
- Non dovresti essere fra le mie braccia, ma tra quelle di K... Kuran -.
Facevo fatica a chiamarlo con il suo vero nome.
Di solito ero abituato a definirlo con ben altri nomignoli!
- Sono libera di stare fra le braccia di chi voglio io! 
 Non sono "sua"! -.
Yuuki era veramente incazzata.
Non voleva essere riconosciuta come "proprietà di Kaname". 
- Ma non sei nemmeno "mia" -.
Lei mi guardò male. Se avesse potuto mi avrebbe strozzato, ne sono certo.
Per fortuna aveva le mani incrociate sulla mia schiena!
Per calmarla mi affrettai a chiarire.
- Non fraintendere! Sto solo dicendo che ciò che provi è molto confuso.
Mi hai già detto di non sapere quali siano i tuoi sentimenti nei confronti di tuo fratello -.
- E' già passato un sacco di tempo da quando è sparito. E' un miracolo che si ricordi il mio nome! -.
Parlare di lui la rendeva molto nervosa. Le faceva persino perdere il senso del tempo.
- Yuuki, sono passati solo un paio di giorni -.
La sua faccia era arrossata ma nel suo sguardo non c'era traccia di imbarazzo.
Era furiosa.
- Hai idea di quanto tempo abbiamo passato insieme io e Kaname in questo anno?
Credo di averne trascorso più con te che con lui! -.
Quella frase mi fece riflettere.
Ci eravamo incontrati solo poche volte e in un breve arco di durata.
Aver passato anche una sola ora con lei era stato un miracolo.
Quindi lui non era mai presente. Che bastardo!
Sapevo che c'erano dei problemi, anche abbastanza gravi, nel mondo dei vampiri.
Eppure pensavo che proteggere la sorella fosse il pensiero più importante.
Se fossi stato in lui non l'avrei mai lasciata.
Non avrei dedicato neanche un millesimo di secondo a vampiri suicidi e stupidi problemi tra Purosangue.
La voce di Yuuki fermò i miei pensieri.
- E' sempre via; ci vediamo, raramente, la mattina e, ormai, non so più che pensare.
Maledizione! ha ucciso due uomini!
Che dovrei fare? Andarlo a cercare e fingere che non sia successo nulla?
A volte, penso che, se non fossi stata sua sorella, non l'avrei mai seguito.
Amavo vivere con te e il Direttore.
Sarebbe una gioia trascorrere la giornata a litigare con te.
Vorrei tanto tornare indietro. Anche se so che non è possibile -.
Era disperata. Controllava a malapena la voce.
Nonostante le lacrime minacciassero si scendere per l'ennesima volta, continuò a parlarmi.
Abbassò lo sguardo. Non era per timidezza, come faceva di solito.
Non voleva che io la vedessi nel caso in cui avesse pianto di nuovo.
- Sai che gli sono riconoscente per avermi salvata;
sai anche che lo amavo;
Ma sono cambiata molto.
Lui stesso me lo ha detto.
Da piccola era il ragazzo a cui dicevo tutto.
Sentivo il bisogno di raccontargli anche gli episodi più banali!
Mi sono resa conto che ciò che provo nei suoi confronti è sempre stato confuso.
Non riuscivo a capire se fosse un amico, qualcosa di più, oppure, ora, semplicemente mio fratello -.
E, invece, io cos'ero per lei?
Sapevo di averle già posto questa domanda ma non avevo ricevuto nessuna risposta.
- Io, allora, sono un amico?
Un ragazzo qualunque?
Una spalla su cui piangere? -.
Ero curioso. Ora doveva per forza rispondermi.
- Ti ho sempre trattato come il mio migliore amico.
Non ti arrabbiare, hai preso il posto di Kaname.
Ho iniziato a confidarmi con te -.
Lassù qualcuno mi odia!
Non mi incazzai veramente solo perché me lo aveva chiesto.
Essere paragonato ad un verme non era qualcosa di cui essere felice!
- Ti rendi conto che, oltre a non aver risposto alla mia domanda, mi hai terrorizzato? -.
Lei alzò finalmente la testa e spalancò gli occhi.
Aveva le ciglia bagnate.
- Cosa? -.
Quasi si strozzò nel porre quella semplice domanda! 
- Perché dovevo prendere proprio il posto di un bastardo? -.
Sentendo l'ultima parola, mi guardò male.
Continuai la stesso.
- Ammetto di non essere un angelo, ma cosa ho fatto di male per meritarmi questo? -.
Senza saperne il motivo, sorrisi.
Probabilmente volevo solo cambiare il pessimo umore di Yuuki.
Era il primo sorriso che facevo dopo tanto, troppo, tempo.
Forse riuscii a strapparle una smorfia.
- Vuoi che risponda alla domanda? -.
- Mi sembra ovvio. Sì -.
- Ti stupiresti se ti dicessi che... -.
- Che se mi vedessi morto, oltre a farti stare meglio, risolverei gran parte dei tuoi problemi? -.
Era una brutta battuta ma volevo vederla con un vero sorriso.
Un sorriso della mia Yuuki.
Quello che apparve non era il suo ma si avvicinava molto.
Sorrideva ma nei suoi occhi c'era ancora un po' di tristezza.
- In realtà sarei disperata! Non potrei più piangerti addosso -.
Ora rispondeva alle battute con altre frasette ironiche?
- Dai! Quindi sono solo questo per te? -.
Riuscii a trattenere una specie di risata.
Non mi faceva piacere essere considerato come il suo "fazzoletto personale",
però non riuscivo nemmeno ad arrabbiarmi con lei.
Stavolta il rossore sul suo viso era imbarazzo.
- No -.
Si limitò a rispondere con una misera parola.
Che stava a significare quel "no" pronunciato sottovoce?
- La tua risposta è troppo scarsa -.
- Prima, uscendo dal salone, stavo riflettendo su ciò che provo per te -.
Nemmeno questa era una risposta!
- E... -.  
Lei terminò la frase con l'ennesima battuta.
- E... è stupido ed imbarazzante! -
- Yuuki, lo sai che non lo dirò a nessuno -.
E a chi avrei potuto dirlo?
Giustamente mi disse di non fare il cretino.
Lei probabilmente cercava di dirmi qualcosa di importante,
non mi aspettavo di certo un "ti amo" detto su due piedi.
In realtà mi sarebbe anche bastato sentire che aveva riflettuto e che ora era sicura di amare Kuran.
Ci sarei rimasto male ma, se era quello che veramente sentiva, io mi sarei fatto da parte.
Oppure, conoscendomi, avrei cercato di starle vicino, facendomi ancora del male.
- Sai, quando ti ho visto con Taiga mi sono sentita male.
Non potevo credere di essere gelosa!
Non ho avuto il coraggio di restare e me ne sono andata.
Ho pensato a ciò che avrei fatto nel caso in cui, al tuo posto, ci fosse stato Kaname -.
- Di nuovo lui? -.
Ero abbastanza stanco di essere paragonato ad un bastardo.
- Tutti questi paragoni mi servono per poterti dare una risposta. Scemo! -.               
- I tuoi insulti mi offendono molto di più dei tuoi paragoni -.
In realtà quella fu un'enorme balla!
- Perché stai affrontando questa discussione come se fosse una barzelletta? .
Non aveva tutti i torti. Mi stavo veramente comportando come un cretino!
- Perché mi incazzerei.
Comunque, che avresti fatto se , al mio posto, ci fosse stato quel tizio? -.
Avevo risposto con il primo pensiero che la mia mente aveva fatto.
- In quel caso non avrei fatto nulla -.
La sua risposta mi stupì.
- Abbiamo partecipato a molti ricevimenti ed entrambi abbiamo danzato con altre persone.
Molte volte lui volteggiava con delle stupende ragazze che gli facevano gli occhi dolci.
Nonostante questo, io non ero turbata.
L'ultima festa a cui siamo andati abbiamo dovuto scegliere noi i "cavalieri".
Io mi sono limitata ad alcuni uomini che mi si sono materializzati davanti.
Lui, invece, ha scelto un gruppetto di ragazze che avrebbero fatto invidia alla donna più bella! -.
- E tu mi staresti dicendo che non eri gelosa? Dì la verità, come ti sei sentita veramente? -.
- Indifferente e molto annoiata -.
- Fammi capire-.
Già, dovevo proprio capire! Pensavo di essermi immaginato tutta questa conversazione!
- Tu sei gelosa di una ragazza che conosco da una vita e che, tra l'altro, a volte non sopporto,
mentre provi indifferenza per delle belle vampire che fanno gli occhi dolci a tuo fratello.
Ora mi sento male -.
- Perché? -.
E aveva anche il coraggio di chiedermelo?
Era sufficiente dire "Ti chiamo un'ambulanza"!
- Pensavo a qualcosa del tipo: "Sono confusa.
A volte vorrei vederti sotto terra, in altri momenti vorrei strozzarti con le mie stesse mani".
Sarebbe stato più semplice, no? -.
- Certo che dovevo proprio provare qualcosa per un cretino! -.
- Così tradisci tuo fratello -.
Non ero sicuro di aver sentito veramente quelle parole. Tanto valeva fare dell'ironia.
- E allora? -.
Yuuki che diventa una "cattiva ragazza"? Questa sì che era una novità!
- Quindi non era uno scherzo di cattivo gusto -.
Rimase in silenzio per poi iniziare a rivolgermi tutti gli insulti che le venivano in mente.
- Io ti dico che provo dei sentimenti per te e tu... -.
In quel momento non volli più ascoltarla.
Aveva detto ciò che desideravo sentire da una vita e questo mi bastava.
La strinsi a me e posai le mie labbra sulle sue respirando il suo profumo.



La mattina avevo ancora il suo sapore sulle labbra.
Quella notte restò lì al mio fianco. 
Se fosse ritornato nella sua stanza mi sarei sicuramente intrufolata nel suo letto di nascosto.
O, forse, avrei semplicemente passato la notte davanti alla sua porta sperando che mi dicesse di entrare.
Quella notte mi tenne stretta a lui e mi sentii di nuovo al sicuro.
Mi addormentai al suo fianco con lui che mi accarezzava i capelli.
Quella notte sognai quel bacio.







Eccomi di nuovo.
Mi scuso ancora per il ritardo, inutile dire che, ormai, ci avrete fatto l'abitudine.
Avrete capito anche voi che quando si parlo di tempo sono una frana.
Comunque sia, non so che ne pensate voi ma, a me, il dialogo finale tra Zero e Yuuki non piace.
Uff... e pensare che ho voluto riscriverlo un sacco di volte.
Inizio a provare un odio profondo verso i dialoghi.
Ringrazio chi mi segue, chi commenta e anche chi legge solamente!
Per il prossimo capitolo posso solo promettere di fare del mio meglio.
Alla prossima!
   
 
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