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Autore: Rose_s Knight    23/07/2011    3 recensioni
Eccomi qui! Dunque è il mio primo cross-over, abbiate pietà. ;P! Ho sempre adorato Il Signore Degli Anelli, ma in particolar modo ho sempre amato Legolas. Quindi questa storia la dedico a lui. E se nella foresta di Fangorn, i nostri eroi avessero incontrato due ragazze identiche, ma con due anime completamente diverse? Ispirato al Cigno Nero, leggete e recensite numerosi!!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'Incontro

 
Legolas, Aragorn, Gimli e Gandalf, camminavano veloci nella foresta.
L'Elfo osservava incantato la bellezza interiore di quel luogo. Fangorn non era esattamente ciò che si dice, un posto accogliente, ma essendo un' Elfo, lui poteva guardare oltre le apparenze e a quanto diceva, la foresta, aveva tante cose da raccontare. 
"Non farti ingannare da questo posto" disse Gandalf rivolto a Legolas.
"Qui, vive uno spirito maligno, che non dorme mai" continuò guardandosi attorno "Si ciba della forza vitale di Uomini, Nani, Stregoni e di Elfi" pronunciò le ultime parole duramente, come se volesse essere sicuro che Legolas lo sentisse.
"Da come ne parli sembra che tu gli sia stato accanto"disse Aragorn, guardando negli occhi grigi dello Stregone.
"Perché ne parli al maschile?" domandò Gandalf "Chi ha mai detto che si tratta di un' Uomo, figlio di Gondor?" chiese.
"Raccontaci di Lei" disse Legolas, che da un po' di tempo non proferiva parola. "No, non adesso" rispose lo Stregone. "Se ci sente, siamo finiti" concluse rimettendosi in marcia.
"Credi che Merry e Pipino siano usciti vivi da questo posto?" domandò Gimli stringendo la sua ascia "Si. Loro sono vivi" rispose Gandalf con voce grave."è per la tua incolumità che temo, figlio di Thranduilion" pensò.
In quell'istante una voce risuonò nell'aria. "Gandalf" disse "Sei stato uno sciocco a venire qui" continuò.
Era una voce dolce, ma allo stesso tempo,suadente.  Una voce femminile. "Dove sei Cigno Nero? Fatti vedere!" gridò lo Stregone. Sapeva benissimo che cosa voleva.
"Hai forse dimenticato il tuo debito? Tu mi devi un'anima" continuò la voce. "Fatti vedere!" gridò ancora Gandalf. 
Questa volta accadde. Aragorn impugnò la spada, Gimli la sua ascia mentre Legolas incoccò una freccia e tese la corda dell'arco.
Un Cigno Nero si alzò in volo sopra le loro teste. Planò su di loro e si posò davnti ai quattro.
Un fascio di luce nera l'avvolse per alcuni, interminabili istanti. Quando la luce si dissolse, davanti ai loro occhi, era comparsa una ragazza. I lunghi capelli biondi cadevano ordinati sulla schiena,lunghi fino ai fianchi. Gli occhi blu oltre oceano sembravano trafiggere gli animi come schegge di vetro e la sua bocca, rossa come il sangue era un' irresistibile richiamo per Aragorn quanto per Legolas  che era rimasto affascinato da tale, pericolosa  bellezza.Indossava un’ abito nero con le spalline scarlatte e, al collo, attaccato ad una catenina c’era un cristallo nero.  
"Odile, il Cigno Oscuro si fa rivedere" disse Gandalf, con la voce piena d'odio.
"Dunque" disse lei "Un' Uomo, uno Gnomo, Uno Stregone e un' Elfo nelle mie Terre, ah, adoro questa foresta!" concluse lei con una punta di ironia. “Hey, io sono un Nano! Non uno Gnomo!” la corresse Gimli, ma lei non ci fece caso.
 Poi si voltò e tornò a guardare Legolas "Hm, e che Elfo" mormorò. Con passi sensuali si avvicinò all'Elfo. Legolas la osservò avvicinarsi e tese ancora di più l' arco. "Non avvicinarti Strega, o io ti ..." "Ma che boccuccia! Non credevo che dalla bocca di un' Elfo potessero uscire tali parole" fece Odile, noncurante della minaccia di Legolas.
"Tu non scoccherai quella freccia" disse tornando seria e scuotendo dolcemente il capo. Quasi incantato da quella voce, Legolas abbassò l'arco e lo fece cadere a terra. Odile sorrise. Gli si avvicinò.
 Aragorn tentò di avvicinarsi ma, Odile, creò con la magia, un campo di forza che impediva ad altri di passare. “No! Stagli lontana!” gridò Aragorn, ricordando ciò che lo Stregone aveva detto rispetto alla donna.
Odile si avvicinò all’orecchio di Legolas, e,  mormorò alcune parole in una lingua sconosciuta a tutti e quattro tranne che a lei e, posò una mano sul petto dell'Elfo.
Una debole luce si sprigionò a quel contatto, appena furono passati alcuni attimi, gli occhi blu dell' Elfo, si svuotarono completamente, e quella leggendaria forza, lealtà e determinazione che da sempre caratterizzavano il suo sguardo, sparirono.
L' Elfo abbassò leggermente il viso e  dischiuse un poco  le labbra. "Legolas, NO!" gridò il ramingo,  mentre Odile sorrideva crudelmente. "Ho trovato l'anima che mi serviva" mormorò.
"No!" gridò Gandalf. "Odile, no!" la supplicò.
Ma a niente valsero le sue suppliche. "Ormai ho deciso. Sei tu che non dovevi portarlo qui, l'hai condannato a morte" disse lei, mentre,piano, avvicinava le sue labbra scarlatte a quelle di lui.
“Sei disposto a fare qualsiasi cosa che io ti chiederò?” chiese la donna in nero. “Sì, mia Signora” rispose l’Elfo, con una voce priva di qualsiasi emozione, una voce che non gli apparteneva.
“Legolas, ascoltami!” gridò Aragorn “Devi reagire, non puoi arrenderti così! Ti sta facendo un’ incantesimo, dannazione, svegliati!”
lo supplicò. Ma le sue speranze erano vane.
Odile riprese a sorridere crudelmente.
Ora, la sua libertà era vicina.
Le sarebbe bastato baciarlo, le sarebbe bastato prendere la sua Forza Vitale per sé, e la maledizione ch gravava su di lei si sarebbe spezzata.
E si sarebbe sbarazzata della sua gemella.
Odile  stava per baciarlo, quando la sua attenzione fu attratta da un'altra cosa.
Un Cigno Bianco, volava nel cielo.
Gimli strinse l’ascia. “No, figlio di Glòin” lo fermò Gandalf. “Come ’no’!” chiese il Nano.
“Probabilmente è venuto a finire il lavoro dell’altro, vuole ucciderci tutti!” lo assecondò Aragorn, con gli occhi furenti e pieni d’odio.
“Il Cigno Nero avendo il piumaggio scuro, non si preoccupa di fare del male, poiché il suo manto non ne rimarrebbe sporco. Ma che senso ha,per un Cigno Bianco, macchiare il suo candore col sangue?” disse lo Stregone.
“Forse” continuò  poco dopo “Lei, è la nostra unica speranza”i tre tornarono a guardare il Cigno che intanto si era posato sulle chiare acque del lago.
Una luce, stavolta bianca, avvolse l’animale,  e quando la luce si dissolse, sembrò che una Dea fosse scesa dal cielo.
Era la copia esatta di Odile, ma nei suoi occhi c'era fragilità, dolcezza e amore.
L’abito che portava era molto simile a quello dell’altra ragazza, ma a differenza dell’altro, questo era bianco, e aveva un paio di spalline azzurre come le acque del lago.
Come per Odile anche l’altra giovane aveva un cristallo al collo, solo che a differenza di quello della ragazza in nero, era un cristallo bianco.  
"Odette ..." mormorò Odile. 

   
 
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