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Autore: Giulia K Monroe    30/07/2011    15 recensioni
E se Harry Potter avesse avuto una sorella minore?
E se Sirius Black non fosse stato catturato e portato ad Azkaban?
Cosa sarebbe successo alla storia più amata di tutti i tempi? Scopritelo leggendo!
***
All'improvviso lo sguardo opaco, grigio metallo sporco, si accese. Luminoso e carico di rabbioso odio, si riversò su quello della ragazza, che trasalì spaventata.
Alexis fece per indietreggiare, ma lui non glielo permise: lasciata scivolare la mano da sotto le sue, le aveva artigliato le spalle con una presa tanto violenta da farla gemere per il dolore; l'aveva quindi trascinata contro l'armadio e l'aveva sbattuta furibondo contro lo specchio, facendole mancare il respiro.
«Perché non ti sei fidata di me?!» ruggì Draco e alzò il braccio con una mossa così repentina che lei, per un attimo, temette che stesse per colpirla; lui invece scaraventò il pugno al di sopra della sua spalla e il suo viso venne sfiorato solo dall'aria smossa: le nocche pallide avevano cozzato con lo specchio al quale era poggiata, incrinandolo.

[IN FASE DI REVISIONE]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Harry/Ginny, Lucius/Narcissa, Ron/Hermione
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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~Un Particolare In Più~

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo XXXIX
Il pigiama party delle
Untouchable Ravens

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La primavera faticava ad arrivare, nonostante fosse ormai alle porte. La brezza profumata di fiori aleggiava in quella giornata soleggiata, infiltrandosi nelle finestre lasciate socchiuse del castello di magia e stregoneria di Hogwarts.
Nei sotterranei, però, era decisamente tutt’altra l’aria che tirava.
- Dovresti seriamente darci un taglio. -
Draco Malfoy alzò lo sguardo su Blaise Zabini, al momento comodamente sdraiato sul suo letto. Poi scese ad osservarsi la mano che il moro stava adesso fissando e storse le labbra in una smorfia.
- Se me la taglio, potrei avere qualche difficoltà a fare le cose. - si limitò a rispondere, chiudendo le dita e trattenendo il respiro per il dolore.
Blaise alzò un sopracciglio e si mise seduto.
- Hai capito quello che intendevo. - lo rimbeccò, scuotendo il capo - Dovresti smetterla di prendere a pugni tutti i muri della scuola od ogni specchio che ti capita davanti. Prima o poi gli incantesimi cicatrizzanti smetteranno di fare effetto. - lo ammonì, lanciando un’altra lunga occhiata alla mano che Draco aveva adesso poggiato sulla scrivania e contro la quale stava facendo un incantesimo. - Anzi, a giudicare da quello che vedo, già cominciano a scarseggiare i risultati. -
- E’ tutto okay, davvero. Non devi preoccuparti. - borbottò Draco, senza staccare gli occhi dal dorso, ora avvolto da una leggera patina magica, color carne.
- Perché non provi a prendere a pugni qualcosa di più morbido? - gli suggerì Zabini, spostandosi una ciocca di capelli da sopra l’occhio destro.
- Come ad esempio la faccia di Cabrisk? - si informò Malfoy, lanciandogli un’occhiata di traverso e ridendo appena.
- Ad esempio. - concordò Blaise - Anzi, è un’ottima idea! Andiamo, ti accompagno! - decise, e fece per alzarsi, ma Draco scosse la testa, costringendolo a fermarsi.
- No, è meglio di no. Con tutta la rabbia che ho in corpo, potrei ammazzarlo. - decretò duro, stringendo di nuovo la mano in un pugno. Gemette ancora per il dolore.
Blaise sbuffò e incrociò le braccia e le gambe, poggiandosi con la schiena alla testata in ferro battuto del letto.
- Meglio. Nessuno lo piangerebbe, tranquillo. Se vuoi ti aiuto anche a nascondere il cadavere: ci sono tanti bei posti nella foresta proibita. - asserì, annuendo convinto.
Draco alzò nuovamente il capo per rifilargli un’occhiata scettica.
- Sembra che tu ci abbia pensato molto. - notò, tornando a concentrarsi sull’incantesimo alla mano.
Zabini si strinse nelle spalle.
- Comunque, Alexandra lo piangerebbe. E io non sopporterei di vederla stare male, ancora. Soprattutto a causa mia. - disse, con tono serio.
Blaise gli rivolse un’occhiata comprensiva, poi si gettò nuovamente con la schiena sul materasso, distendendo bene gambe e braccia e rimanendo a fissare il soffitto.
- Non mi piace, quel Cabrisk. - sentenziò, portando un braccio a coprirsi gli occhi.
- Lo so. -
- Ha qualcosa di strano. -
- Lo so. -
- E non mi fido affatto di lui. -
Draco sospirò: era almeno la decima volta, da una settimana a quella parte, che affrontavano quel discorso; ormai, persino i serpenti che adornavano il suo letto baldacchino conoscevano a memoria il loro pensiero riguardo il nuovo studente.
- Nemmeno io mi fido di lui, e lo sai. - rispose, dando un ultimo colpetto con la bacchetta per concludere l’incantesimo; si guardò la mano, rigirandosela davanti al viso: era come nuova. Strinse le dita soddisfatto, riponendo la bacchetta sulla scrivania.
Blaise spostò il braccio dagli occhi per rifilargli un’occhiata obliqua.
- Non ti fidi di lui eppure non prendi alcuna sorta di provvedimento! - lo accusò Zabini, tirandosi di nuovo su e sorreggendosi sui gomiti.
Draco alzò gli occhi al cielo.
- Che cosa vuoi che faccia, Blaise? - gli domandò esasperato.
Il moro sorrise angelico, piegando appena il capo su di un lato.
- Non so, potresti, ad esempio, spaccargli la faccia. - suggerì con tono mellifluo, sbattendo le palpebre.
Draco gli lanciò un’occhiata di traverso.
- Sì, certo. Così poi Alexandra spacca la mia di faccia. - chiosò intelligente, alzandosi dalla sedia e girovagando per la stanza alla ricerca di una cravatta pulita.
- Non lo farebbe mai. Non gli permetteresti di colpirti. - annuì sicuro Blaise.
Draco si limitò a guardarlo storto per un solo istante, senza nemmeno degnarsi di rispondergli.
- E poi, non sei geloso? Ormai, Alex passa più tempo con quegli idioti di Potter e Cabrisk che con noi. - rigirò il dito nella piaga, storcendo le labbra.
Blaise Zabini conosceva troppo bene Draco Malfoy e sapeva che quell’indifferenza matura che stava dimostrando a lui e alla bella Alexandra Black era solo una facciata.
Testimonianza ne erano le numerose ferite sulla mano che era costretto, continuamente, a curarsi.
Inoltre, sapeva sempre dove colpire, per smuoverlo.

Draco sbuffò e lasciò perdere la ricerca della cravatta, abbandonandosi a peso morto sulla poltrona all’angolo. Si passò una mano tra i capelli, scompigliandoli.
- Io mi fido di Alexandra. - rispose, senza alzare lo sguardo.
Blaise lo fissò al contrario, di nuovo sdraiato sul letto.
- Ma è di Cabrisk che non ti fidi, giusto? - appuntò.
Draco scosse la testa.
- Per niente. -
- Ma non hai intenzione di fare nulla. - aggiunse Blaise, con tono evidentemente contrariato.
Malfoy si lasciò cadere contro lo schienale della poltrona e sbuffò sonoramente, stanco.
- Senti, se hai così tanta voglia di mettere Cabrisk al suo posto, perché non lo prendi tu a pugni? - se ne uscì, esasperato.
Blaise sollevò entrambe le sopracciglia e spalancò la bocca, indignato.
- Stai scherzando, spero! - esclamò, rotolando sul letto per potersi stendere sulla pancia - Non mi rovinerei mai le mani per uno come quello! - affermò, rimirandosi le lunghe dita da pianista, perfette e curate.
Draco scosse la testa e si prese la fronte con una mano: Blaise Zabini lo avrebbe fatto impazzire, un giorno di quelli.
- Parlando di cose serie. - proruppe Zabini all’improvviso, riassumendo un tono normale e controllato, che spinse Draco a sollevare nuovamente lo sguardo su di lui - Coleen Careye mi ha detto che stasera hanno organizzato un pigiama party nella Sala Comune di Corvonero. Ha chiesto di invitare te e la Black da parte sua. -
Malfoy annuì pensieroso, portandosi una mano a sorreggere la testa.
- E a cosa dobbiamo questa festa privata? - si informò, assumendo improvvisamente un’aria tediata.
Blaise si strinse nelle spalle, alzandosi dal letto e stiracchiandosi pigro.
- Farà parte del piano, suppongo. - rimuginò distrattamente.
Draco corrugò le sopracciglia.
- Piano? - gli fece eco, curioso.
- Sì. Ho chiesto alle Untouchable Ravens di reperire qualche informazione su Luis Cabrisk. Sono convinto che quel ragazzo nasconda qualcosa e ho intenzione di scoprire cosa. - spiegò, con una strana luce nello sguardo, mentre sventolava appena la mano, come a dire di non dare comunque troppo peso alla cosa.
Draco lo fissò mentre si dirigeva verso la porta, un sopracciglio sollevato.
- Tu non ti arrendi mai, vero Blaise? -
Zabini sogghignò appena, aprendo la porta.
- No, mai. - rispose, e uscì dalla stanza.

 

 





 

 

 

Quel giorno, Alexandra Black aveva pranzato al tavolo di Grifondoro, tra le battute divertenti dei gemelli Weasley, i racconti interessanti di Luis Cabrisk, le figuracce di Ron Weasley e le risate di Harry; persino Hermione Granger, dopo i primi minuti di fredda indifferenza nei suoi confronti, le aveva regalato qualche sorriso e una parolina qua e là.
-…e dovevate vedere Ron da piccolo alle prese con una scopa giocattolo! - esclamò Fred, che aveva già le lacrime agli occhi per il tanto ridere.
- Non riusciva nemmeno a sollevarsi da terra! - aggiunse George, ridendo a sua volta.
Ron lanciò loro un’occhiataccia, paonazzo ed oltremodo imbarazzato.
- Smettetela, non è vero! Ci ho messo qualche giorno, ma alla fine sono riuscito a volare! - protestò, battendo un pugno sul tavolo.
Hermione Granger, seduta accanto a lui, stava ridacchiando intenerita; gli mise una mano sul braccio e si sporse appena per poter osservare i gemelli.
- Oh, avanti Ron! Non essere sempre così permaloso! A me piacciono tanto i racconti su quando eri piccolo! - esclamò.
Ron divenne, se possibile, ancora più rosso di prima, tanto che tra la pelle solitamente chiara del viso e i suoi capelli non c’era adesso più alcuna differenza.
- Sì, non essere sempre così permaloso! - rimbrottarono in coro i gemelli, meritandosi per questo un’altra occhiataccia da parte del fratello più piccolo.
- Parli bene tu, che non hai nessun parente qui che possa metterti in imbarazzo in questo modo…- borbottò Ron, ma sembrava che solo il tocco della ragazza fosse riuscito a calmarlo.
Alexis sorrise e osservò Luis, che le fece un occhiolino e le lasciò un buffetto su di un braccio. Poi si voltò a guardare Harry e le sembrava che, adesso, mentre sorrideva divertito in direzione degli amici, un’ombra triste gli avesse oscurato lo sguardo.
Forse stava pensando a sua sorella.
A lei.
E a quanto gli mancava.

Il cuore le si strinse nelle petto, mentre abbassava lo sguardo e si mordeva il labbro inferiore.
Era in momenti come quello che si sentiva veramente male.
Che si sentiva una vera…stronza.

Sirius doveva aver intuito i suoi pensieri, perché le accarezzò un braccio, catturando nuovamente la sua attenzione; quando Alexis si voltò a guardarlo, Luis poté leggere la sofferenza e il rimorso decorare ogni striatura di verde delle sue iridi. Le sorrise incoraggiante e lei si limitò ad annuire appena e a sorridere di nuovo.
Poi, all’improvviso, lo sguardo blu di Cabrisk assunse un’espressione veramente cattiva, che la spaventò un po’. Corrugò le sopracciglia e piegò il capo su di un lato.
- Che…?-
Non fece in tempo a dire nient’altro, perché una mano le sfiorò la nuca e il secondo dopo i suoi capelli, tenuti legati da un fermaglio a forma di rosa, si riversarono sulle sue spalle, liberi da qualsiasi costrizione.
Alexis si voltò di scatto, ma l’unica cosa che vide fu Draco Malfoy allontanarsi verso la porta della Sala Grande, con in mano il suo fermaglio, che si stava rigirando tra le dita.
Non riuscì a non sorridere e poi, quando si accorse che quasi tutti gli sguardi di coloro con i quali stava pranzando erano rivolti a lei, arrossì appena, imbarazzata.
Luis sbuffò rumorosamente e accoltellò un pezzo di focaccia, portandoselo poi violentemente alla bocca e masticandolo furioso.
Alexis gli lanciò un’occhiata strana, a metà tra l’esasperato e il dispiaciuto; poi scosse la testa.
- Allora, qualche altro aneddoto su Ron? -
- E no! Basta parlare di me, ora!- urlò esasperato il rosso.

 

 

 

 

 

 

 


 

- Black! Black! -
Alexis si girò: dall’altra parte del corridoio le stava correndo incontro una scompigliatissima Charlie Liplose, che sventolava un braccio in segno di saluto.
- Ehi, Charlie! - la salutò, non appena l’ebbe raggiunta.
- Ciao! - rispose l’altra, poggiandosi contro una parete e riprendendo fiato dopo la corsa.
- Dimmi tutto. -
- Volevo dirti, per stasera…- cominciò la Corvonero, ma Alexis corrugò la fronte.
- Stasera? - la interruppe.
Charlie annuì.
- Sì, per il pigiama party in Sala Comune…- riprese, ma ancora una volta l’espressione confusa di Alexis la costrinse a tacere.
- Pigiama party? - le fece infatti eco la Black, piegando il capo su di un lato.
- Esatto. - confermò Charlie - Draco non te ne ha parlato? -
Alexis scosse la testa.
Draco non le aveva detto proprio nulla, ma in fondo neanche si erano ancora veramente fermati a parlare quel giorno.
Charlie scrollò le spalle e sventolò la mano nell’aria.
- Ad ogni modo: stasera io e le ragazze abbiamo organizzato un piccolo pigiama party nella nostra Sala Comune e tu sei invitata, così come Malfoy e Zabini. Ci sarete, non è vero? - le spiegò, sbattendo poi gli occhioni nocciola.
- Credo di sì. - ridacchiò Alexis e la Corvonero esplose in un gridolino entusiasta, che la fece ridere ancora di più.
Charlie Liplose era proprio un personaggio.
- Perfetto, allora ci vediamo stasera! Ora devo scappare, che devo invitare altre persone, tra le quali Cabrisk! E’ proprio carino, quel ragazzo, non trovi? Potrei anche decidere di cambiare nuovamente orientamento sessuale per lui, è davvero sexy! - esclamò con allegria, scuotendo appena la corta chioma, tinta adesso di un viola brillante.
Alexis arrossì appena alle parole della ragazza, abbassando lo sguardo nervosa: Luis Cabrisk era pur sempre il suo padrino sotto falsa copertura! Il fatto che le altre studentesse facessero continuamente certi apprezzamenti su di lui la metteva decisamente a disagio.
Charlie le lanciò un’occhiata indagatoria, assottigliando lo sguardo, ma non disse nulla, limitandosi a domandarsi mentalmente perché adesso la Black sembrava tanto nervosa: che Cabrisk, proprio come sospettava Blaise Zabini, avesse qualcosa da nascondere? Qualcosa che, in una qualche maniera, coinvolgeva anche Alexandra?
Non lo sapeva, ma quella sera, al party, lei e le altre Untouchable Ravens avrebbero fatto di tutto per scoprire la verità.
Senza aggiungere nient’altro, Charlie fece per andarsene, oltrepassando la Serpeverde e cominciando nuovamente a correre, quando la voce della ragazza la costrinse a frenare bruscamente.
- Charlie?! -
Si voltò, corrugando la fronte.
- Sì, Black? -
- Non mi hai più detto quello che volevi dirmi riguardo stasera. - le fece notare.
La Liplose si diede una manata sulla fronte e tornò sui suoi passi.
- Hai ragione, è che è stato deciso tutto all’ultimo minuto, quindi ho veramente una marea di cose da fare! - si giustificò, frenetica - Comunque, volevo informarti che stasera si accede rigorosamente in pigiama, niente vestiti, d’accordo? - concluse, prima di sventolare la mano e sparire nuovamente alla velocità della luce.

 

 

 

 

 




 

Alexis Potter stava camminando per i corridoi, diretta verso i sotterranei, quando vide Diamond svoltare l’angolo. Con un sorriso, si mise a correre per raggiungerla.
- Diamond! Ehi, Diamond! - la chiamò, svoltando l’angolo a sua volta.
La bionda si voltò a lanciarle un’occhiata incuriosita, ma appena l’ebbe raggiunta, ad Alexis scivolò il sorriso dalle labbra: era in compagnia di Pansy Parkinson e del suo gruppetto di Coccatrici, che la squadrarono con aria di superiorità.
Alla Parkinson non era mai andato giù il fatto che Draco l’avesse scaricata per quella nanetta insignificante; meditava ancora vendetta e il suo piano prendeva forma ogni volta che la vedeva e che l’odio la consumava da dentro. Dopo averla fulminata, tuttavia, si limitò ad ignorarla e le voltò le spalle, sollevando il mento con aria stizzita.
- Andiamocene, ragazze. - proferì con tono sdegnoso, incamminandosi per il corridoio.
Le altre ragazze la seguirono, ma Diamond rimase ferma a fissare Alexandra Black.
- Cherin? - la richiamò infatti Pansy, voltandosi a lanciarle un’occhiataccia.
La bionda si voltò a guardarla, poi sventolò appena la mano.
- Vi raggiungo subito, precedetemi pure. - le liquidò.
Pansy Parkinson storse il naso in una smorfia, ma non aggiunse nulla; si limitò a rifilare un’ultima occhiataccia alla Black e poi si voltò, invitando le altre a seguirla con un gesto secco della mano.
Alexis fissò il gruppetto allontanarsi con sguardo innervosito.
Non le aveva mai sopportate e avrebbe continuato a farlo.
- Allora, cosa c’è? - le domandò Diamond, riportandola alla realtà.
Ferita da quell’improvvisa freddezza, si voltò a guardarla: aveva incrociato le braccia al petto e sul viso aveva un’espressione veramente tediata, come se le scocciasse trovarsi lì.
Alexis arricciò il naso, contrariata: stare tanto tempo con quelle oche doveva averle fatto male. Si sforzò, comunque, di sorridere accomodante.
- Niente, volevo parlare un po’ con te: è tanto che non passiamo del tempo insieme. - le disse, stringendosi le mani in grembo.
La Cherin le riservò un’occhiata strana, che era a metà tra il risentito e il dispiaciuto, con una sfumatura di rabbia che poteva essere colta solo in fondo, come un retrogusto amarognolo.
- Te ne sei accorta presto. - le rispose acida, assottigliando lo sguardo.
Alexis abbassò appena il capo, come se fosse stata colpita da uno schiaffo in pieno viso.
- Lo so, ti ho trascurata un po’ in questi ultimi giorni, ma sono stata davvero occupata…con Draco e tutto il resto. - cercò di giustificarsi, ma la risata sottile di Diamond la costrinse a fermarsi e a sollevare il viso per poterla nuovamente guardare.
- Ultimi giorni? Alexandra, sono settimane che non mi rivolgi parola! - le fece notare e, adesso, quella sfumatura di rabbia prese possesso delle sue iridi nocciola, che brillarono appena; poi sembrò riprendersi, perché scosse la testa e i suoi occhi si spensero lentamente, assumendo un’espressione apatica. - No, senti, non fa niente. - sospirò, arrendevole, scompigliandosi i capelli - Sono contenta per te e per Draco, mi fa piacere che siate riusciti a chiarirvi. E sono anche contenta che tu abbia tanto legato con quel Cabrisk, davvero. - disse, sorridendo mesta. - Solo che, mentre tu eri occupata a fare tutte queste cose, anch’io mi sono trovata delle nuove amiche e…-
Sembrava nervosa adesso, mentre si torceva un capello, senza guardarla.
- La Parkinson e il suo gruppo di oche? - sbottò Alexis, senza riuscire a trattenersi.
Lo sguardo di Diamond si accese di nuovo, mentre la fulminava.
- Io non ho criticato i tuoi nuovi amici, come quel Grifondoro, quindi ti pregherei di non farlo con i miei. - ribatté acida, arricciando le labbra in una smorfia.
Alexis avrebbe voluto ribattere che bastava il tono con cui aveva pronunciato il nome Cabrisk per capire come la pensava su di lui, ma decise di non incrinare ancora di più quella conversazione. Si limitò ad alzare la mani in segno di resa.
- D’accordo. - disse semplicemente, ma non si scusò: non era di certo un segreto che tra lei e quella Coccatrice della Parkinson non corresse affatto buon sangue. - Comunque, volevo sapere se eri a conoscenza del pigiama party delle Untouchable Ravens di questa sera. - si informò, storcendo appena le labbra e sforzandosi poi di sorridere un po’.
Diamond annuì, incrociando nuovamente le braccia al petto.
- Sì, ho incontrato Coleen poco fa, mi ha invitata. - rispose pacifica, decidendo di deporre la bacchetta di guerra a sua volta.
- Pensavo che potremmo andarci insieme, così da recuperare un po’ del tempo perduto. - propose Alexis, con un sorriso conciliante.
Di nuovo, Diamond sembrò a disagio e tornò a tormentarsi una ciocca di capelli.
- Alex, mi dispiace, ma ho già detto a Pansy e alle altre che vado con loro…- disse, stringendo le labbra con aria mesta.
- Oh. - fu l’unica risposta che la Potter le diede.
- Però, ci vediamo lì, ok? E passeremo la serata insieme, comunque! - si affrettò ad aggiungere la bionda, come se volesse riparare alla cosa.
Alexis annuì distrattamente.
- Ok, come vuoi. - si limitò a dire.
- Bene, allora ci vediamo stasera! - esclamò Diamond, forse con decisamente troppo entusiasmo per non risultare totalmente forzato - Ora devo andare, ciao Alex! -
E si defilò.
Alexis rimase a fissare il vuoto per qualche secondo, poi sospirò e sventolò la mano.
- Ciao, Diamond…-
 

 

 

 

 

 


 

Aveva deciso di andare a seguire gli allenamenti di Quidditch di Serpeverde, perché quel giorno, escludendo la breve comparsa a pranzo, non aveva praticamente visto Draco Malfoy.
E pensare che erano fidanzati!
Si incontravano molto più spesso quando erano litigati.
Un vero Signore, il Destino, davvero.

Mentre rimuginava su quelle cose e su Diamond, che aveva avvertito veramente distante in quella brevissima conversazione avuta solo cinque minuti prima, si accinse a scendere le scale, per poter raggiungere il pian terreno ed uscire in giardino, per poi dirigersi verso il campo da Quidditch.
Con la testa fra le nuvole, arrovellata in pensieri sulla sua amicizia con la bionda Serpeverde e al suo nuovo rapporto con Pansy Parkinson, non si accorse che uno dei gradini - quello che stava per toccare - era letteralmente scomparso nel nulla, lasciando solo il vuoto di qualche piano sotto di sé. Alexis si ritrovò a poggiare il piede nell’aria e rischiò di cadere di sotto.
Ma, fortunatamente, due braccia muscolose la presero al volo, costringendola ad indietreggiare e riportandola sul pianerottolo, al sicuro.
- Oddio! - gridò, in preda al panico, guardando le scale con occhi enormi - Ho rischiato di morire! -
- Quinto gradino della scala del secondo piano: sparisce ogni lunedì, mercoledì e oggi, sabato. - recitò una voce familiare alle sue spalle.
Le labbra di Alexis si aprirono spontaneamente in un sorriso luminoso, mentre si girava tra le braccia del suo salvatore.
- Luis! - esclamò, guardandolo dal basso, gli occhi che brillavano di felicità pura, come ogni volta che lo vedeva.
Sirius sogghignò appena, sfiorandole il viso con una carezza.
- Se non ci fossi stato io, bambina. - la schernì divertito.
Alexis gli fece una linguaccia, strizzando un occhio.
- A cosa pensavi? - si informò poi, scrutandola con uno sguardo ansioso.
Lei scosse la testa e socchiuse gli occhi, prima di sorridere mesta.
- A niente di particolare…Ero solo un po’ soprapensiero per alcune cose riguardanti una mia amica di Serpeverde, nulla di cui preoccuparsi, davvero. - rispose, prendendogli una mano tra le sue - Ho saputo che stasera ci sarai anche tu al pigiama party delle Untouchable Ravens! - aggiunse poi, cambiando completamente discorso.
Sirius la scrutò per qualche secondo, con apprensione, poi si aprì in un ghignetto sfrontato.
- Esatto, bambina! Ho incontrato da poco quella ragazza di Corvonero…Quella con i capelli strani, tutti viola…!- esclamò pensieroso, portandosi una mano a pizzicarsi il mento.
- Charlie. - gli rammentò lei, annuendo.
Luis fece un cenno d’assenso con il capo.
- Sì, proprio lei. Il mio fascino ha colpito ancora! - esordì, con un sorrisone soddisfatto - Sono proprio magnifico, non c’è che dire! - si elogiò, sollevando entrambe le sopracciglia.
- Scemo! - lo rimproverò Alexis, dandogli una debole manata sulla spalla e ridacchiando divertita.
- Tutta invidia. - rispose lui, incrociando le braccia al petto e alzando il naso per aria, con aria di superiorità.
Alexis sbuffò e guardò il soffitto: il suo padrino era proprio un matto.
- Comunque, dove stavi andando? - le chiese poi, tornando a guardarla con un sorriso.
- Al campo da Quidditch: la squadra di Serpeverde si sta allenando. - disse lei, abbassando lo sguardo subito dopo.
Luis storse il naso in una smorfia contrariata e il suo sguardo si fece improvvisamente duro.
- Stai andando da Malfoy, non è vero? -
Il tono acido con cui l’aveva detto lasciava trasparire una convinzione piuttosto fastidiosa.
Alexis arricciò le labbra e sospirò, prima di tornare a guardare il suo padrino.
- Sì, sto andando da Draco. - ammise, stringendosi lievemente nelle spalle.
- Alex, sul serio, ma perché…- cominciò, ma lei sollevò una mano e lo fermò, prima che potesse continuare.
- Non ricominciamo con questa storia, per favore. - lo interruppe - Io sto con Draco e tu lo devi accettare, punto. Se mi vuoi bene davvero, imparerai a convivere con questa cosa. - gli disse, prima di lasciargli una pacca sulla spalla e sorpassarlo.
L’espressione del bel viso arrogante di Luis si distorse in una smorfia di rabbia e disgusto, mentre si voltava di scatto e agguantava la Potter per un braccio, delicatamente, costringendola a fermarsi e a girarsi, per prestargli nuovamente la sua attenzione.
La scrutò dall’alto con un’occhiata indecifrabile, poi le si avvicinò e si chinò, per poterle sussurrare quelle parole nell’orecchio.
- Io ti amo con tutto me stesso, bambina. Ma non chiedermi di accettare che tu stia con quel viscido di Malfoy, perché proprio non posso.(*) - le mormorò, prima di lasciarla andare ed allontanarsi.
Alexis rimase a fissare il vuoto e poi sospirò, deglutendo a fatica, mentre gli occhi le si inumidivano appena.
Ma perché doveva essere sempre tutto così complicato?

 

 

 

 

 

 

 


 

C’era una brezza fredda che spirava nei giardini di Hogwarts, strisciando tra l’erba e gli alberi come un serpente invisibile e arrivando a scompigliarle indietro i nerissimi capelli, la cui frangetta svolazzava fastidiosa. Alexis sollevò una mano e se la appiattì contro la fronte, maledicendosi per non essersi vestita in modo più pesante: indossava la divisa, ma non aveva messo su anche il maglione, perché all’interno della scuola faceva veramente caldo e, oltretutto, con la primavera ormai alle porte, non immaginava proprio di trovare un tale gelo in giardino!
Dandosi mentalmente della stupida, entrò nel campo da Quidditch: la squadra di Serpeverde si stava allenando duramente per il prossimo incontro del campionato, contro Tassorosso; secondo il parere di Draco, non erano una grande minaccia, ma dopo aver perso contro Grifondoro, non potevano proprio permettersi un’altra sconfitta.
Lo vide volteggiare nel cielo con eleganza, mentre saliva sugli spalti e si sedeva, giusto poco distante da un gruppo di ragazze, che schiamazzavano incitamenti e gridavano in favore dei loro beniamini.
Cercò di ignorarle, mentre si girava per tornare ad osservare il biondissimo cercatore, che sfrecciava a tutta velocità, inseguendo il boccino d’oro che, probabilmente, aveva già adocchiato. Non sembrava essersi accorto di lei, ma non gliene faceva una colpa, in fondo si stava allenando e poi lei non andava quasi mai a vederlo.
Malfoy era bellissimo, anche sul manico di scopa: la divisa verde-argento gli calzava a pennello, ondeggiando maestosamente intorno al suo corpo, ben teso in avanti per garantirsi più velocità; i capelli biondi venivano spettinati dal vento e gli frustavano elegantemente la fronte e le guance, senza però andare mai a coprire lo sguardo, che attento sul suo obiettivo, brillava di pura concentrazione.
Alexis lo osservò compiere manovre impossibili, trattenendo qualche volta il respiro per qualche azione più spericolata, nella quale temeva di vederlo schiantarsi miseramente contro il terreno o venir colpito violentemente da un ferocissimo bolide.
Erano ormai dieci minuti che era lì e solo in quel momento catturò una parte di conversazione delle ragazze sedute poco distanti da lei.
- Certo che Malfoy è proprio fantastico! - esclamò una di quelle, meritandosi tutta l’attenzione della giovane Potter.
- Sì: bello e bravo nel Quidditch! -
- Non dimentichiamoci che è anche ricchissimo e Purosangue! -
- E’ il partito perfetto, non mi dispiacerebbe riuscire a farlo innamorare di me!-
Alexis assottigliò lo sguardo e arricciò le labbra.
- Oh, io me lo farei volentieri anche se non fosse così ricco. Insomma, ma lo avete visto? Ha il viso di un angelo, ma la violenza di un demonio. E’ così tremendamente sexy! -
Alexis trattenne un ruggito, mentre incrociava le braccia al petto.
- Peccato che stia con quella lì, la Black. Non se lo merita davvero! -
- Già, lui è così bello e lei così…insipida! -
Alexis aprì le labbra, indignata, ma ancora non disse nulla: era evidente che quelle arpie non si erano accorte della sua presenza.
- Non è per niente alla sua altezza! Insomma, Malfoy poteva pretendere di molto meglio: la Black non è tutta questa bellezza! -
- Hai ragione, scommetto che è solo per il cognome che porta: lo sapete che lei e Draco dovrebbero essere cugini di secondo grado? -
Se c’era una cosa certa, era che Draco non la amava decisamente per il cognome che aveva.
Potter.

- Dici sul serio?! - si indignò una delle ragazze.
L’altra annuì, catturandosi l’attenzione delle amiche.
- Sì: la madre di Draco, Narcissa Black, è la cugina del pluriomicida Sirius Black, fratello di Alexandra! -
- Questa non la sapevo! -
- Nemmeno io! Pensa che vergogna per la madre di Malfoy avere un cugino del genere! -
Pensa che vergogna per le vostre di madri, ad avere figlie del genere!
Si incendiò Alexis, stringendo le mani in due pugni.
- Chissà, forse è per questo che quei due stanno insieme: magari Narcissa ha cercato di fare un matrimonio vantaggioso e riparatore! -
- Sì, deve essere così, non ci sono altre spiegazioni! In fondo, quella Black non è proprio un granchè: è bassa e non ha nemmeno un pizzico di generosità femminile in nessun lineamento del suo corpo! Neanche il viso, che è forse la sua parte migliore, è poi questa gran be…-
Oh no, adesso ne aveva proprio abbastanza!
Stampandosi in faccia una delle sue migliori espressioni minacciose, Alexis si schiarì rumorosamente la voce, catturando l’attenzione delle ragazze che, non appena si voltarono per guardarla, assunsero un’espressione a metà tra l’imbarazzato e l’indignato.
Lei e il gruppo si fissarono per qualche secondo poi, una di loro, una biondina dall’aria fragile, si voltò verso una delle amiche e le disse, nemmeno a voce troppo bassa.
- Avrà sentito quello che abbiamo detto? -
- Sì, lei ha sentito tutto. - rimbeccò immediatamente, sollevando un sopracciglio e arricciando le labbra, disgustata dal loro comportamento.
- Beh, è quello che pensiamo e noi non…- cominciò una di loro, con aria bellicosa e sicura.
Ma la sua espressione arrogante si tramutò in scoraggiamento e, subito dopo, una folata di vento gelido investì Alexis in pieno, facendole svolazzare i capelli davanti al viso.
Alexis sollevò una mano per riportarseli dietro le spalle, mentre si voltava circospetta.
Quasi le venne un infarto.
Draco Malfoy era ad un centimetro da lei e la scrutava sorpreso, svolazzando leggiadro sulla sua scopa.
- Sogno o son desto? - citò, guardandola con un sorrisino traverso.
Alexis corrugò la fronte.
- Conosci Shakespeare? - gli domandò sorpresa, dimenticandosi completamente del gruppetto di ragazze, che adesso fissava la scena, affamato di gossip.
Draco fece una smorfia.
- Non ne vado fiero. Era solo uno stupido Babbano, ma ammetto, e che Salazar non me ne voglia, che aveva un gran dono per la scrittura. Ma, sicuramente, se si fanno ricerche approfondite, si scoprirebbe che era discendente di una qualche famiglia di maghi. - disse, lanciandole poi un’occhiata rallegrata - Comunque, sei venuta a vedermi. - constatò, con una luce orgogliosa negli occhi grigi, ora luminosi come falci nuovi.
Alexis sorrise mesta e annuì, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
- Sì. Oggi non ci siamo visti per niente e io volevo farti una sorpresa. - disse e lo sguardo di Draco si accese ancora di più, mentre le sue labbra si piegavano in un morbido sorriso arrogante - E poi, avevo voglia di vederti. - aggiunse, arrossendo lievemente.
Malfoy la fissò dall’alto, pensando che Alexis Potter era sempre più bella ogni volta che la vedeva, specialmente in quel momento, con i capelli al vento e le guance rosse. Ebbe voglia di baciarla e non se lo fece certo ripetere due volte. Scattò in avanti con la scopa, tanto che lei fu costretta a sollevare il viso di scatto, spaventata; ma lui frenò appena in tempo e le rubò un delicato bacio a fior di labbra.
Quelle labbra morbide erano sempre in grado di farle venire i brividi lungo tutta la colonna vertebrale e, nonostante ne fosse passata di acqua sotto i ponti dal loro primo bacio, per lei era sempre un’emozione unica sentire la sua bocca sulla propria.
Il gruppo di ragazze trattenne il fiato, colmato da quella scena e invidioso fino all’ultimo centimetro dei loro capelli, ma Alexis nemmeno le sentì, troppo occupata, adesso, a fissare le iridi grigie di Draco, a pochi millimetri dalle sue.
- L’allenamento è quasi finito. - le mormorò sulle labbra - Vieni a volare con me. -
Alexis spalancò gli occhi e si distanziò da lui, fissandolo dubbiosa.
Aveva già volato tante volte con Draco, ma questo non era servito a lenire la sua paura delle altezze, anzi.
Fece per scuotere la testa, ma le ragazze li guardavano adesso, avide di sapere. Erano così allenate a farsi gli affari degli altri, che era sicura avessero sentito quello che Malfoy le aveva sussurrato sulle labbra.
Non voleva dare loro la soddisfazione di vederla rifiutare e poi di sparlare di lei e della sua paura; avrebbero sicuramente affermato che lei, che aveva il terrore di volare, non era di certo degna di essere la ragazza di Draco Malfoy, il campione di Serpeverde.
E lei era stufa di sentirle schiamazzare quelle scemenze.
Lei era degna di Lui.
Alexis Potter era degna di Draco Malfoy, più di tutte loro messe insieme.

Punta nell’orgoglio, si alzò in piedi di scatto e guardò Draco dritto negli occhi.
- Va bene! - disse e lo urlò quasi, tanto da far scappare dalle labbra del biondo una risatina divertita.
- Mi fa piacere vederti tanto entusiasta della cosa, mia piccola Black. - la schernì, facendola arrossire di più.
Le porse la mano e lei, un po’ meno coraggiosa di quanto si era sentita fino ad un secondo prima, la prese; Draco le strinse delicatamente le dita e la aiutò ad adagiarsi davanti a lui.
Alexis si sistemò come meglio poteva, ancorandosi alle spalle forti del ragazzo, che la strinse a sé con un braccio, mentre l’altro tornava a sorreggere il manico.
- Reggiti forte, mia coraggiosa Alex. - le mormorò all’orecchio, sfiorandole una tempia con le labbra.
Lei annuì e si strinse forte contro il suo petto; poi rifilò un’occhiata orgogliosa al gruppetto di ragazze e fece loro una smorfia, mentre quelle spalancavano le bocche indignate.
- Vi conviene chiuderle. - se ne uscì Malfoy all’improvviso, riservando loro un’occhiata distratta - Non vorrei dover prelevare il boccino dalle vostre gole! -
Alexis ridacchiò.
Dolce vendetta.
Ma la risata le morì in petto subito dopo, perché Draco si levò velocemente verso il cielo, lasciandosi dietro solo il ricordo lieve degli insulti poco educati delle ragazze.
 

 

 

 

 

 

 


 

Erano volati molto più in alto degli altri giocatori, molto più in alto del campo di Quidditch. Alexis aveva tenuto gli occhi stretti per tutto il tempo, ma quando aveva sentito la scopa fermarsi dolcemente e oscillare appena nell’aria, come un cullare delicato, e le labbra di Draco sfiorarle la fronte con un nuovo bacio, allora aveva riaperto gli occhi.
Il sole stava tramontando proprio in quel momento dietro i monti che circondavano il Lago Nero: i suoi raggi, ormai deboli contro l’incedere della notte, coloravano il cielo di un morbido arancione sfumato di rosa, soffuso e brillante al tempo stesso, che illuminava le nuvole bianche di ombre dolci e delicate.
- Wow. - fu la prima cosa che lasciò le sue labbra, mentre si aggrappava alle spalle di Draco e si voltava appena per osservare meglio lo spettacolo generoso che la natura stava offrendo loro.
Lo sentì sorridere, mentre poggiava il viso tra i suoi capelli e ne ispirava il profumo di more.
- Vengo sempre quassù, quando finisco gli allenamenti. Mi aiuta a rilassarmi. - le rivelò, stringendola appena di più a sé, con fare possessivo.
- E’ bellissimo. - sorrise Alexis, staccando lo sguardo dal tramonto solo per andare a cercare quello di Malfoy.
Il ragazzo la fissò dall’alto con un’occhiata intensa, resa ancora più brillante dai raggi di sole che gli baciavano delicati il profilo elegante. Cauta, Alexis staccò una mano dalla spalla di Draco e gli sfiorò il viso con una carezza, portandogli una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Senza mai smettere di cingerla con un braccio, lui portò l’altro a bloccarle delicatamente il polso e poi, piano, le baciò il palmo.
- Da quando sei diventata così coraggiosa, Potter? - le mormorò, con un ghignetto sghembo.
Alexis gli fece una linguaccia, poi gli circondò nuovamente il collo con entrambe le braccia e poggiò il capo contro il suo ampio petto, che immediatamente la accolse a sé, protettivo.
- Mi fido di te. - si limitò a rispondere lei, socchiudendo gli occhi.
Draco sorrise di nuovo, delicato, e l’abbracciò con forza, senza farle male; poi si chinò e la baciò nuovamente.
- Faresti una cosa per me? - le domandò poi, guardandola dritta in quelle iridi smeraldine che, adesso, alla luce aranciata del tramonto brillavano di una bellezza quasi dolorosa.
Senza pensarci minimamente, Alexis annuì, convinta del fatto che, per lui, ormai, avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Il sorrisetto sghembo che gli si dipinse però sulle labbra, in seguito, non la rassicurò affatto e la fece pentire immediatamente di aver accettato la sua richiesta, senza prima informarsi in cosa consistesse.
- Prendi il boccino d’oro per me. - disse e Alexis quasi si strozzò con l’aria.
Strabuzzò gli occhi, mettendo su un’espressione sconvolta che era la fine del mondo.
- Che cosa?! - domandò con voce stridula, lanciandogli un’occhiata preoccupata che esprimeva perfettamente il suo pensiero: Draco Malfoy era forse impazzito?
Il ragazzo scoppiò in una risata divertita.
Era una di quelle sue risate fresche, che le scivolavano sulla pelle come carezze di seta.
Una di quelle risate che lui mostrava solo ai suoi amici più fedeli.
Che mostrava solo a lei.

- Non preoccuparti, ti guido io. - la rassicurò dolcemente, sfiorandole nuovamente le labbra con un bacio.
Alexis lo fissò un po’ stranita, ma lui si limitò a sorriderle, per poi aguzzare la vista.
- Dimmi, lo vedi? Solitamente gli piace nascondersi da queste parti. -
La ragazza assottigliò lo sguardo e si guardò intorno, senza mai staccare le braccia dal collo di Malfoy, che continuava a tenerla stretta a sé. Dopo una breve ricognizione, Alexis scosse il capo, sconsolata: non vedeva assolutamente nemmeno l’ombra del boccino d’oro.
- No, mi spiace. -
- Fai un piccolo sforzo, Potter. - la schernì lui, ma lo fece con tono delicato; aveva già avvistato il boccino da qualche minuto, il bel Malfoy. - In fondo, dovresti avercela nel sangue, no? Tuo padre non è stato uno dei migliori cercatori al suo tempo? Ed Harry, per quanto incapace e non assolutamente al mio livello, ha dimostrato di avere molto…lato B in questo ruolo. Sono sicuro che, se ti ci impegni, riuscirai a vederlo.-
Alexis storse le labbra in una smorfia poco convinta, poi si voltò nuovamente e assottigliò ancora lo sguardo, scrutandosi intorno.
Draco aveva ragione: suo padre e suo fratello erano considerati due campioni di Quidditch, come poteva lei non aver ereditato nemmeno un briciolo di bravura?
Guardò ogni singolo centimetro di aria attorno a sé.
Poi, finalmente, scorse qualcosa.
Era stato un debole sbrilluccicare, alla sua destra.
Un qualcosa che era scomparso il secondo dopo, ma che aveva spruzzato d’oro il cielo aranciato alle sue spalle.
La sua testa si mosse di scatto, come guidata da un istinto primordiale, e seguì quella che, adesso riusciva a scorgerla chiaramente, era una piccola pallina d’oro, dotata di piccole ali che si muovevano frenetiche, facendolo quasi rimbalzare di qua e di là nell’aria.
Alexis sorrise e puntò l’indice sul Boccino.
- Eccolo! - esclamò con un sorriso, soddisfatta del suo operato.
Draco sorrise a sua volta.
- Molto brava. - le mormorò all’orecchio. - Ora, reggiti forte, partiamo all’inseguimento! - aggiunse, con una nota bramosa che aveva colorato le sue iridi.
Alexis non fece neanche in tempo a domandare qualcosa, che Draco l’aveva stretta a sé e si era piegato in avanti, spronando la scopa a correre più veloce dietro la piccola pallina.
La ragazza aveva dovuto fare davvero uno sforzo enorme per non gridare e si era ancorata come meglio poteva alle spalle e al petto di Malfoy, contro il quale aveva anche nascosto il viso.
- Alexis: devi prenderlo tu, io ho entrambe le mani occupate! - le disse all’improvviso, costringendola ad aprire gli occhi di scatto e a fissarlo scandalizzata.
- Stai scherzando, vero?! -
Draco si limitò a sorriderle sornione e a scuotere la testa, per poi indicarle, con un cenno del capo, il boccino d’oro, poco distante da loro.
Alexis borbottò qualcosa di poco chiaro, che lo fece sorridere ancora di più.
Poi, lentamente, lasciò scivolare una mano dalla spalla di Draco e la tese, piano, davanti a sé, cercando di raggiungere quella pallina dorata, che schizzava davanti a loro come impazzita.
Le sue dita sottili si allungarono nell’aria, ma si chiusero nel vuoto parecchie volte.
- Ma è impossibile! - protestò frustrata.
Draco scoppiò nuovamente in quella risata cristallina, che le faceva battere il cuore nel petto ad una velocità davvero esagerata.
- Niente è impossibile, mia piccola Potter. Devi solo crederci di più. - le disse, baciandole la nuca.
Alexis sospirò poi, con un ultimo sforzo, si sbilanciò appena in avanti, tanto che Draco dovette tenerla stretta a sé per impedirle di scivolare.
La sua mano si chiuse.
Il boccino d’oro era tra le sue dita.
- Ce l’ho fatta…- mormorò incredula, aprendo appena la mano per poter osservare la piccola pallina, che adesso aveva richiuso le ali su se stessa. - Ce l’ho fatta!- ripeté poi con entusiasmo, voltandosi così in fretta da sbilanciare la scopa.
Draco ridacchiò divertito, mentre la stringeva di più a sé e riportava la scopa in equilibrio.
Alexis, adesso, ancorata al suo petto, gli stava mostrando un sorriso luminosissimo e il boccino, che teneva delicatamente tra le dita.
- Molto brava…- sussurrò, perdendosi nello smeraldo liquido dei suoi occhi -…amore mio.- aggiunse in un soffio, mentre si avvicinava alle sue labbra e le rapiva in un nuovo bacio.
Alexis si aggrappò forte alle sue spalle, rispondendo con vigore a quel morbido modellarsi di labbra e lingue.
Il boccino d’oro le sfuggì dalle dita, ma nessuno dei due se ne preoccupò minimamente.
 

 

 

 

 

 

 


 

Erano stati gli ultimi due a lasciare il campo da Quidditch e adesso si stavano dirigendo al castello.
Erano felici e si vedeva dall’espressione serena dei loro visi.
E dalle loro mani, delicatamente intrecciate.

- Tu hai qualcosa di mio. - rimuginò all’improvviso Alexis, voltandosi a lanciargli un’occhiata di sottecchi.
Si riferiva, ovviamente, al fermaglio a forma di rosa che il ragazzo le aveva preso a pranzo.
Draco sollevò un sopracciglio e poi sogghignò.
- Lo so. - si limitò ad asserire.
- Beh, lo rivorrei indietro. -
Draco si strinse nelle spalle con nonchalance
, poi si voltò e la inchiodò con un’occhiata strana.
- Te lo ridarò stasera al pigiama party delle Untouchable Ravens, ma dovrai guadagnartelo. - la avvertì serio, prima di ghignare e di girarsi, per tornare a guidarla verso il castello.
- Ehi! - protestò lei - Non ti pare che me lo sia già guadagnato abbastanza? Ho volato con te e ho preso il boccino! - gli ricordò, portandosi una mano sul fianco e osservandolo torva.
Draco le lanciò un’occhiata obliqua e poi sorrise divertito, prima di fermarsi.
- Oh, ma per quello ti ho già ricompensata abbastanza, non trovi? - le disse, e il suo sguardo indugiò maliziosamente sulle labbra carnose di lei.
Le guance di Alexis si tinsero di un delizioso color porpora e i suoi occhi brillarono di imbarazzo e felicità.
- Sei un cretino! - lo rimproverò, sorridendo, mentre gli dava una spinta leggera su di un braccio.
Draco ridacchiò e riprese a camminare.
- Stasera ti voglio con un pigiama…sexy. - le disse all’improvviso e quando si voltò ancora a guardarla, il suo sguardo grigio brillava di un’aspettativa imbarazzante.
Alexis deglutì e cercò di arginare il nervoso che la coglieva sempre quando lui le faceva qualche proposta indecente e le rivolgeva quelle occhiate maliziose.
- Se vuoi, vengo direttamente con una tua camicia. - lo schernì, sollevando un sopracciglio. - Così che tutti i ragazzi presenti alla festa potranno ammirarmi meglio. - aggiunse poi, con un sorrisino subdolo, mentre districava le loro mani e gli lasciava il tempo di assorbire la notizia.
Quando vide i suoi occhi incendiarsi di consapevolezza, si era già allontanata di qualche passo, le mani intrecciate innocentemente dietro la schiena, come una bambina.
- Allora, vado a prepararmi! - esclamò con un sorriso divertito.
Draco aprì le labbra indignato e il suo sguardo duro brillò di minacce.
- ALEXANDRA BLACK! - tuonò, cominciando a riaccorciare le distanze con lunghi passi, mentre le puntava un dito contro - Se solo ti azzardi ad indossare qualcosa di anche lontanamente indecente, sappi che non ti faccio uscire dalla camera, sono stato chiaro?! Niente pigiama sexy e niente camice, capito? - le sibilò minaccioso.
Alexis sorrise angelica e fece altri passi all’indietro, allontanandosi.
- Ci vediamo stasera, amore. - si limitò a salutarlo, prima di voltarsi e cominciare a correre dentro al castello.
- ALEXANDRA BLACK, TORNA QUI! NON TI AZZARDARE O SARO’ COSTRETTO AD AMMAZZARE TUTTI QUELLI CHE TI GUARDANO! ALEXANDRA!! -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

(*) Piccolo appunto: Sirius afferma di amare Alexis, ma è ovvio che il suo è un amore paterno. Ci tenevo a precisarlo, onde evitare strane incomprensioni ;)

 

 

 

 

 

Salve a tutti!
Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto!
Oggi vado piuttosto di corsa, per cui dirò poche cose e lascerò la parola a voi.

Fatemi sapere che ne pensate o poi credo che il capitolo vi abbia fatto talmente schifo da non spingervi a lasciarmi nemmeno una recensioncina e ci rimango male ç____ç
Comunque, scherzi a parte, vi lascio i soliti annunci:

 

 

1 - Profilo di facebook per chi abbia voglia di comunicare con me e leggere spoiler sui capitoli futuri in anticipo; inoltre, lavori grafici e disegni! Mi trovate qui -->  Ada Wong 

 

2 – Pubblicità allo spin-off di Un Particolare In Più scritto da EleonorMair -->  …Odi et Amo… : leggetelo, mi raccomando, merita davvero!

3 – La scorsa volta, per chi lesse le note autore, avevo chiesto se qualcuno avrebbe voluto partecipare ad un concorso su Un Particolare In Più, con in premio spoiler vari: ebbene, visto le sorprendenti risposte positive, ho deciso di indirlo! Eccovi le regole da seguire e i vari premi!

 

1 – Ogni partecipante dovrà scrivere una one-shot; argomento di questa dovrà essere un missing moment di Un Particolare In Più da voi inventato e potrà riguardare qualsiasi personaggio della fan fiction che vorrete analizzare!

2 – Una volta che l’avrete conclusa, dovrete postarla qui su EFP e poi, tramite fb o tramite mp dovrete mandarmi il link alla storia, così che io possa leggerla e, ovviamente, recensirla! *_*

3 – La vittoria sarà decretata da un mio giudizio personale aggiunto a quello di un’altra mia carissima amica, che segue questa fan fiction con grande passione! E, ovviamente, da chiunque abbia voglia di aiutarmi – per farlo, basta che me lo comunichiate tramite messaggio privato qui su efp (: Inoltre, altro fattore, sarà il numero di recensioni che riceverete e le parole che vi hanno lasciato ;)

4 – Il concorso avrà ufficialmente inizio ora e si concluderà sabato 13 agosto! Quindi avrete due settimane di tempo ;) In caso, comunque, a qualcuna serva una proroga per qualche motivo, basta che me lo comunichi e vedremo cosa fare!

 

Ed ora passiamo ai premi!

1 classificato: nuovo capitolo in anteprima + 5 domande a piacere sulla trama futura della fan fiction.

2 classificato: nuovo capitolo in anteprima + 3 domande a piacere sulla trama futura della fan fiction.

3 classificato: nuovo capitolo in anteprima + 2 domande a piacere sulla trama futura della fan fiction.

Per tutti i partecipanti: un paragrafo del nuovo capitolo in anteprima + 1 domanda a piacere sulla trama futura della fan fiction.


Spero che sia tutto chiaro, in caso, chiedete pure (:

 

 

Ora scappo e grazie a tutti coloro che decideranno di partecipare a questo piccolo concorso *_*
Grazie infinitamente anche a tutti coloro che leggono, recensiscono, preferiscono, ricordano e seguono questa fan fiction *___*
Vi adoro!!

 

 

Alla prossima!
Un bacione <3

Giulia.

 

   
 
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