~Un
Particolare In Più~
Capitolo
XXXIX
Il pigiama party delle Untouchable
Ravens
La
primavera faticava ad arrivare, nonostante fosse ormai alle porte. La
brezza
profumata di fiori aleggiava in quella giornata soleggiata,
infiltrandosi nelle
finestre lasciate socchiuse del castello di magia e stregoneria di
Hogwarts.
Nei
sotterranei, però, era decisamente tutt’altra
l’aria che tirava.
-
Dovresti seriamente darci un taglio. -
Draco
Malfoy alzò lo sguardo su Blaise Zabini, al momento
comodamente sdraiato sul
suo letto. Poi scese ad osservarsi la mano che il moro stava adesso
fissando e
storse le labbra in una smorfia.
-
Se me la taglio, potrei avere qualche difficoltà a fare le
cose. - si limitò a
rispondere, chiudendo le dita e trattenendo il respiro per il dolore.
Blaise
alzò un sopracciglio e si mise seduto.
-
Hai capito quello che intendevo. - lo rimbeccò, scuotendo il
capo - Dovresti
smetterla di prendere a pugni tutti i muri della scuola od ogni
specchio che ti
capita davanti. Prima o poi gli incantesimi cicatrizzanti smetteranno
di fare
effetto. - lo ammonì, lanciando un’altra lunga
occhiata alla mano che Draco
aveva adesso poggiato sulla scrivania e contro la quale stava facendo
un
incantesimo. - Anzi, a giudicare da quello che vedo, già
cominciano a
scarseggiare i risultati. -
-
E’ tutto okay, davvero. Non devi preoccuparti. -
borbottò Draco, senza staccare
gli occhi dal dorso, ora avvolto da una leggera patina magica, color
carne.
-
Perché non provi a prendere a pugni qualcosa di
più morbido? - gli suggerì
Zabini, spostandosi una ciocca di capelli da sopra l’occhio
destro.
-
Come ad esempio la faccia di Cabrisk? - si informò Malfoy,
lanciandogli
un’occhiata di traverso e ridendo appena.
-
Ad esempio. - concordò Blaise - Anzi, è
un’ottima idea! Andiamo, ti accompagno!
- decise, e fece per alzarsi, ma Draco scosse la testa, costringendolo
a
fermarsi.
-
No, è meglio di no. Con tutta la rabbia che ho in corpo,
potrei ammazzarlo. -
decretò duro, stringendo di nuovo la mano in un pugno.
Gemette ancora per il
dolore.
Blaise
sbuffò e incrociò le braccia e le gambe,
poggiandosi con la schiena alla
testata in ferro battuto del letto.
-
Meglio. Nessuno lo piangerebbe, tranquillo. Se vuoi ti aiuto anche a
nascondere
il cadavere: ci sono tanti bei posti nella foresta proibita. -
asserì, annuendo
convinto.
Draco
alzò nuovamente il capo per rifilargli un’occhiata
scettica.
-
Sembra che tu ci abbia pensato molto. - notò, tornando a
concentrarsi
sull’incantesimo alla mano.
Zabini
si strinse nelle spalle.
-
Comunque, Alexandra lo piangerebbe. E io non sopporterei di vederla
stare male,
ancora. Soprattutto a causa mia. - disse, con tono serio.
Blaise
gli rivolse un’occhiata comprensiva, poi si gettò
nuovamente con la schiena sul
materasso, distendendo bene gambe e braccia e rimanendo a fissare il
soffitto.
-
Non mi piace, quel Cabrisk. - sentenziò, portando un braccio
a coprirsi gli
occhi.
-
Lo so. -
-
Ha qualcosa di strano. -
-
Lo so. -
-
E non mi fido affatto di lui. -
Draco
sospirò: era almeno la decima volta, da una settimana a
quella parte, che
affrontavano quel discorso; ormai, persino i serpenti che adornavano il
suo
letto baldacchino conoscevano a memoria il loro pensiero riguardo il
nuovo
studente.
-
Nemmeno io mi fido di lui, e lo sai. - rispose, dando un ultimo
colpetto con la
bacchetta per concludere l’incantesimo; si guardò
la mano, rigirandosela
davanti al viso: era come nuova. Strinse le dita soddisfatto, riponendo
la
bacchetta sulla scrivania.
Blaise
spostò il braccio dagli occhi per rifilargli
un’occhiata obliqua.
-
Non ti fidi di lui eppure non prendi alcuna sorta di provvedimento! -
lo accusò
Zabini, tirandosi di nuovo su e sorreggendosi sui gomiti.
Draco
alzò gli occhi al cielo.
-
Che cosa vuoi che faccia, Blaise? - gli domandò esasperato.
Il
moro sorrise angelico, piegando appena il capo su di un lato.
-
Non so, potresti, ad esempio, spaccargli la faccia. -
suggerì con tono
mellifluo, sbattendo le palpebre.
Draco
gli lanciò un’occhiata di traverso.
-
Sì, certo. Così poi Alexandra spacca la mia di
faccia. - chiosò intelligente,
alzandosi dalla sedia e girovagando per la stanza alla ricerca di una
cravatta
pulita.
-
Non lo farebbe mai. Non gli permetteresti di colpirti. -
annuì sicuro Blaise.
Draco
si limitò a guardarlo storto per un solo istante, senza
nemmeno degnarsi di
rispondergli.
-
E poi, non sei geloso? Ormai, Alex passa più tempo con
quegli idioti di Potter
e Cabrisk che con noi. - rigirò il dito nella piaga,
storcendo le labbra.
Blaise Zabini conosceva
troppo bene Draco Malfoy e sapeva che quell’indifferenza
matura che stava
dimostrando a lui e alla bella Alexandra Black era solo una facciata.
Testimonianza ne erano
le numerose ferite sulla mano che era costretto, continuamente, a
curarsi.
Inoltre, sapeva sempre
dove colpire, per smuoverlo.
Draco
sbuffò e lasciò perdere la ricerca della
cravatta, abbandonandosi a peso morto
sulla poltrona all’angolo. Si passò una mano tra i
capelli, scompigliandoli.
-
Io mi fido di Alexandra. - rispose, senza alzare lo sguardo.
Blaise
lo fissò al contrario, di nuovo sdraiato sul letto.
-
Ma è di Cabrisk che non ti fidi, giusto? -
appuntò.
Draco
scosse la testa.
-
Per niente. -
-
Ma non hai intenzione di fare nulla. - aggiunse Blaise, con tono
evidentemente
contrariato.
Malfoy
si lasciò cadere contro lo schienale della poltrona e
sbuffò sonoramente,
stanco.
-
Senti, se hai così tanta voglia di mettere Cabrisk al suo
posto, perché non lo
prendi tu a pugni? - se ne uscì, esasperato.
Blaise
sollevò entrambe le sopracciglia e spalancò la
bocca, indignato.
-
Stai scherzando, spero! - esclamò, rotolando sul letto per
potersi stendere
sulla pancia - Non mi rovinerei mai le mani per uno come quello! -
affermò,
rimirandosi le lunghe dita da pianista, perfette e curate.
Draco
scosse la testa e si prese la fronte con una mano: Blaise Zabini lo
avrebbe
fatto impazzire, un giorno di quelli.
-
Parlando di cose serie. - proruppe Zabini all’improvviso,
riassumendo un tono
normale e controllato, che spinse Draco a sollevare nuovamente lo
sguardo su di
lui - Coleen Careye mi ha detto che stasera hanno organizzato un
pigiama party
nella Sala Comune di Corvonero. Ha chiesto di invitare te e la Black da
parte
sua. -
Malfoy
annuì pensieroso, portandosi una mano a sorreggere la testa.
-
E a cosa dobbiamo questa festa privata? - si informò,
assumendo improvvisamente
un’aria tediata.
Blaise
si strinse nelle spalle, alzandosi dal letto e stiracchiandosi pigro.
-
Farà parte del piano, suppongo. - rimuginò
distrattamente.
Draco
corrugò le sopracciglia.
-
Piano? - gli fece eco, curioso.
-
Sì. Ho chiesto alle Untouchable
Ravens
di reperire qualche
informazione su Luis Cabrisk. Sono convinto che quel ragazzo nasconda
qualcosa
e ho intenzione di scoprire cosa. - spiegò, con una strana
luce nello sguardo,
mentre sventolava appena la mano, come a dire di non dare comunque
troppo peso
alla cosa.
Draco
lo fissò mentre si dirigeva verso la porta, un sopracciglio
sollevato.
-
Tu non ti arrendi mai, vero Blaise? -
Zabini
sogghignò appena, aprendo la porta.
-
No, mai. - rispose, e uscì dalla stanza.
Quel
giorno, Alexandra Black aveva pranzato al tavolo di Grifondoro, tra le
battute
divertenti dei gemelli Weasley, i racconti interessanti di Luis
Cabrisk, le
figuracce di Ron Weasley e le risate di Harry; persino Hermione
Granger, dopo i
primi minuti di fredda indifferenza nei suoi confronti, le aveva
regalato
qualche sorriso e una parolina qua e là.
-…e
dovevate vedere Ron da piccolo alle prese con una scopa giocattolo! -
esclamò
Fred, che aveva già le lacrime agli occhi per il tanto
ridere.
-
Non riusciva nemmeno a sollevarsi da terra! - aggiunse George, ridendo
a sua
volta.
Ron
lanciò loro un’occhiataccia, paonazzo ed oltremodo
imbarazzato.
-
Smettetela, non è vero! Ci ho messo qualche giorno, ma alla
fine sono riuscito
a volare! - protestò, battendo un pugno sul tavolo.
Hermione
Granger, seduta accanto a lui, stava ridacchiando intenerita; gli mise
una mano
sul braccio e si sporse appena per poter osservare i gemelli.
-
Oh, avanti Ron! Non essere sempre così permaloso! A me
piacciono tanto i
racconti su quando eri piccolo! - esclamò.
Ron
divenne, se possibile, ancora più rosso di prima, tanto che
tra la pelle
solitamente chiara del viso e i suoi capelli non c’era adesso
più alcuna
differenza.
-
Sì, non essere sempre così permaloso! -
rimbrottarono in coro i gemelli,
meritandosi per questo un’altra occhiataccia da parte del
fratello più piccolo.
-
Parli bene tu, che non hai nessun parente qui che possa metterti in
imbarazzo
in questo modo…- borbottò Ron, ma sembrava che
solo il tocco della ragazza
fosse riuscito a calmarlo.
Alexis
sorrise e osservò Luis, che le fece un occhiolino e le
lasciò un buffetto su di
un braccio. Poi si voltò a guardare Harry e le sembrava che,
adesso, mentre
sorrideva divertito in direzione degli amici, un’ombra triste
gli avesse
oscurato lo sguardo.
Forse stava pensando a
sua sorella.
A lei.
E a quanto gli mancava.
Il
cuore le si strinse nelle petto, mentre abbassava lo sguardo e si
mordeva il
labbro inferiore.
Era in momenti come
quello che si sentiva veramente male.
Che si sentiva una
vera…stronza.
Sirius
doveva aver intuito i suoi pensieri, perché le
accarezzò un braccio, catturando
nuovamente la sua attenzione; quando Alexis si voltò a
guardarlo, Luis poté
leggere la sofferenza e il rimorso decorare ogni striatura di verde
delle sue
iridi. Le sorrise incoraggiante e lei si limitò ad annuire
appena e a sorridere
di nuovo.
Poi,
all’improvviso, lo sguardo blu di Cabrisk assunse
un’espressione veramente
cattiva, che la spaventò un po’.
Corrugò le sopracciglia e piegò il capo su di
un lato.
-
Che…?-
Non
fece in tempo a dire nient’altro, perché una mano
le sfiorò la nuca e il
secondo dopo i suoi capelli, tenuti legati da un fermaglio a forma di
rosa, si
riversarono sulle sue spalle, liberi da qualsiasi costrizione.
Alexis
si voltò di scatto, ma l’unica cosa che vide fu
Draco Malfoy allontanarsi verso
la porta della Sala Grande, con in mano il suo fermaglio, che si stava
rigirando tra le dita.
Non
riuscì a non sorridere e poi, quando si accorse che quasi
tutti gli sguardi di
coloro con i quali stava pranzando erano rivolti a lei,
arrossì appena,
imbarazzata.
Luis
sbuffò rumorosamente e accoltellò un pezzo di
focaccia, portandoselo poi
violentemente alla bocca e masticandolo furioso.
Alexis
gli lanciò un’occhiata strana, a metà
tra l’esasperato e il dispiaciuto; poi
scosse la testa.
-
Allora, qualche altro aneddoto su Ron? -
-
E no! Basta parlare di me, ora!- urlò esasperato il rosso.
-
Black! Black! -
Alexis
si girò: dall’altra parte del corridoio le stava
correndo incontro una
scompigliatissima Charlie Liplose, che sventolava un braccio in segno
di
saluto.
-
Ehi, Charlie! - la salutò, non appena l’ebbe
raggiunta.
-
Ciao! - rispose l’altra, poggiandosi contro una parete e
riprendendo fiato dopo
la corsa.
-
Dimmi tutto. -
-
Volevo dirti, per stasera…- cominciò la
Corvonero, ma Alexis corrugò la fronte.
-
Stasera? - la interruppe.
Charlie
annuì.
-
Sì, per il pigiama party in Sala Comune…-
riprese, ma ancora una volta
l’espressione confusa di Alexis la costrinse a tacere.
-
Pigiama party? - le fece infatti eco la Black, piegando il capo su di
un lato.
-
Esatto. - confermò Charlie - Draco non te ne ha parlato? -
Alexis
scosse la testa.
Draco non le aveva detto
proprio nulla, ma in fondo neanche si erano ancora veramente fermati a
parlare
quel giorno.
Charlie
scrollò le spalle e sventolò la mano
nell’aria.
-
Ad ogni modo: stasera io e le ragazze abbiamo organizzato un piccolo
pigiama
party nella nostra Sala Comune e tu sei invitata, così come
Malfoy e Zabini. Ci
sarete, non è vero? - le spiegò, sbattendo poi
gli occhioni nocciola.
-
Credo di sì. - ridacchiò Alexis e la Corvonero
esplose in un gridolino
entusiasta, che la fece ridere ancora di più.
Charlie Liplose era
proprio un personaggio.
-
Perfetto, allora ci vediamo stasera! Ora devo scappare, che devo
invitare altre
persone, tra le quali Cabrisk! E’ proprio carino, quel
ragazzo, non trovi?
Potrei anche decidere di cambiare nuovamente orientamento sessuale per
lui, è
davvero sexy! - esclamò con allegria, scuotendo appena la
corta chioma, tinta
adesso di un viola brillante.
Alexis
arrossì appena alle parole della ragazza, abbassando lo
sguardo nervosa: Luis
Cabrisk era pur sempre il suo padrino sotto falsa copertura! Il fatto
che le
altre studentesse facessero continuamente certi apprezzamenti su di lui
la
metteva decisamente a disagio.
Charlie
le lanciò un’occhiata indagatoria, assottigliando
lo sguardo, ma non disse
nulla, limitandosi a domandarsi mentalmente perché adesso la
Black sembrava
tanto nervosa: che Cabrisk, proprio come sospettava Blaise Zabini,
avesse
qualcosa da nascondere? Qualcosa che, in una qualche maniera,
coinvolgeva anche
Alexandra?
Non
lo sapeva, ma quella sera, al party, lei e le altre Untouchable
Ravens avrebbero fatto di tutto per scoprire la
verità.
Senza
aggiungere nient’altro, Charlie fece per andarsene,
oltrepassando la Serpeverde
e cominciando nuovamente a correre, quando la voce della ragazza la
costrinse a
frenare bruscamente.
-
Charlie?! -
Si
voltò, corrugando la fronte.
-
Sì, Black? -
-
Non mi hai più detto quello che volevi dirmi riguardo
stasera. - le fece
notare.
La
Liplose si diede una manata sulla fronte e tornò sui suoi
passi.
-
Hai ragione, è che è stato deciso tutto
all’ultimo minuto, quindi ho veramente
una marea di cose da fare! - si giustificò, frenetica -
Comunque, volevo
informarti che stasera si accede rigorosamente in pigiama, niente
vestiti,
d’accordo? - concluse, prima di sventolare la mano e sparire
nuovamente alla
velocità della luce.
Alexis
Potter stava camminando per i corridoi, diretta verso i sotterranei,
quando
vide Diamond svoltare l’angolo. Con un sorriso, si mise a
correre per
raggiungerla.
- Diamond! Ehi, Diamond! - la chiamò, svoltando
l’angolo a sua volta.
La
bionda si voltò a lanciarle un’occhiata
incuriosita, ma appena l’ebbe
raggiunta, ad Alexis scivolò il sorriso dalle labbra: era in
compagnia di Pansy
Parkinson e del suo gruppetto di Coccatrici,
che la squadrarono con aria di superiorità.
Alla
Parkinson non era mai andato giù il fatto che Draco
l’avesse scaricata per
quella nanetta insignificante; meditava ancora vendetta e il suo piano
prendeva
forma ogni volta che la vedeva e che l’odio la consumava da
dentro. Dopo averla
fulminata, tuttavia, si limitò ad ignorarla e le
voltò le spalle, sollevando il
mento con aria stizzita.
-
Andiamocene, ragazze. - proferì con tono sdegnoso,
incamminandosi per il
corridoio.
Le
altre ragazze la seguirono, ma Diamond rimase ferma a fissare Alexandra
Black.
-
Cherin? - la richiamò infatti Pansy, voltandosi a lanciarle
un’occhiataccia.
La
bionda si voltò a guardarla, poi sventolò appena
la mano.
-
Vi raggiungo subito, precedetemi pure. - le liquidò.
Pansy
Parkinson storse il naso in una smorfia, ma non aggiunse nulla; si
limitò a
rifilare un’ultima occhiataccia alla Black e poi si
voltò, invitando le altre a
seguirla con un gesto secco della mano.
Alexis
fissò il gruppetto allontanarsi con sguardo innervosito.
Non le aveva mai
sopportate e avrebbe continuato a farlo.
-
Allora, cosa c’è? - le domandò Diamond,
riportandola alla realtà.
Ferita
da quell’improvvisa freddezza, si voltò a
guardarla: aveva incrociato le
braccia al petto e sul viso aveva un’espressione veramente
tediata, come se le
scocciasse trovarsi lì.
Alexis
arricciò il naso, contrariata: stare tanto tempo con quelle
oche doveva averle
fatto male. Si sforzò, comunque, di sorridere accomodante.
-
Niente, volevo parlare un po’ con te: è tanto che
non passiamo del tempo
insieme. - le disse, stringendosi le mani in grembo.
La
Cherin le riservò un’occhiata strana, che era a
metà tra il risentito e il
dispiaciuto, con una sfumatura di rabbia che poteva essere colta solo
in fondo,
come un retrogusto amarognolo.
-
Te ne sei accorta presto. - le rispose acida, assottigliando lo sguardo.
Alexis
abbassò appena il capo, come se fosse stata colpita da uno
schiaffo in pieno
viso.
-
Lo so, ti ho trascurata un po’ in questi ultimi giorni, ma
sono stata davvero
occupata…con Draco e tutto il resto. - cercò di
giustificarsi, ma la risata
sottile di Diamond la costrinse a fermarsi e a sollevare il viso per
poterla
nuovamente guardare.
-
Ultimi giorni? Alexandra, sono settimane che non mi rivolgi parola! -
le fece
notare e, adesso, quella sfumatura di rabbia prese possesso delle sue
iridi
nocciola, che brillarono appena; poi sembrò riprendersi,
perché scosse la testa
e i suoi occhi si spensero lentamente, assumendo
un’espressione apatica. - No,
senti, non fa niente. - sospirò, arrendevole,
scompigliandosi i capelli - Sono
contenta per te e per Draco, mi fa piacere che siate riusciti a
chiarirvi. E
sono anche contenta che tu abbia tanto legato con quel Cabrisk,
davvero. -
disse, sorridendo mesta. - Solo che, mentre tu eri occupata a fare
tutte queste
cose, anch’io mi sono trovata delle nuove amiche
e…-
Sembrava
nervosa adesso, mentre si torceva un capello, senza guardarla.
-
La Parkinson e il suo gruppo di oche? - sbottò Alexis, senza
riuscire a
trattenersi.
Lo
sguardo di Diamond si accese di nuovo, mentre la fulminava.
-
Io non ho criticato i tuoi nuovi amici, come quel Grifondoro, quindi ti
pregherei di non farlo con i miei. - ribatté acida,
arricciando le labbra in
una smorfia.
Alexis
avrebbe voluto ribattere che bastava il tono con cui aveva pronunciato
il nome
Cabrisk per capire come la pensava su di lui, ma decise di non
incrinare ancora
di più quella conversazione. Si limitò ad alzare
la mani in segno di resa.
-
D’accordo. - disse semplicemente, ma non si scusò:
non era di certo un segreto
che tra lei e quella Coccatrice
della
Parkinson non corresse affatto buon sangue. - Comunque, volevo sapere
se eri a
conoscenza del pigiama party delle Untouchable
Ravens di questa sera. - si informò, storcendo
appena le labbra e
sforzandosi poi di sorridere un po’.
Diamond
annuì, incrociando nuovamente le braccia al petto.
-
Sì, ho incontrato Coleen poco fa, mi ha invitata. - rispose
pacifica, decidendo
di deporre la bacchetta di guerra a sua volta.
-
Pensavo che potremmo andarci insieme, così da recuperare un
po’ del tempo
perduto. - propose Alexis, con un sorriso conciliante.
Di
nuovo, Diamond sembrò a disagio e tornò a
tormentarsi una ciocca di capelli.
-
Alex, mi dispiace, ma ho già detto a Pansy e alle altre che
vado con loro…-
disse, stringendo le labbra con aria mesta.
-
Oh. - fu l’unica risposta che la Potter le diede.
-
Però, ci vediamo lì, ok? E passeremo la serata
insieme, comunque! - si affrettò
ad aggiungere la bionda, come se volesse riparare alla cosa.
Alexis
annuì distrattamente.
-
Ok, come vuoi. - si limitò a dire.
-
Bene, allora ci vediamo stasera! - esclamò Diamond, forse
con decisamente
troppo entusiasmo per non risultare totalmente forzato - Ora devo
andare, ciao
Alex! -
E
si defilò.
Alexis
rimase a fissare il vuoto per qualche secondo, poi sospirò e
sventolò la mano.
-
Ciao, Diamond…-
Aveva
deciso di andare a seguire gli allenamenti di Quidditch di Serpeverde,
perché
quel giorno, escludendo la breve comparsa a pranzo, non aveva
praticamente
visto Draco Malfoy.
E pensare che erano
fidanzati!
Si incontravano molto
più spesso quando erano litigati.
Un vero Signore, il
Destino, davvero.
Mentre
rimuginava su quelle cose e su Diamond, che aveva avvertito veramente
distante
in quella brevissima conversazione avuta solo cinque minuti prima, si
accinse a
scendere le scale, per poter raggiungere il pian terreno ed uscire in
giardino,
per poi dirigersi verso il campo da Quidditch.
Con
la testa fra le nuvole, arrovellata in pensieri sulla sua amicizia con
la
bionda Serpeverde e al suo nuovo rapporto con Pansy Parkinson, non si
accorse
che uno dei gradini - quello che stava per toccare - era letteralmente
scomparso nel nulla, lasciando solo il vuoto di qualche piano sotto di
sé.
Alexis si ritrovò a poggiare il piede nell’aria e
rischiò di cadere di sotto.
Ma,
fortunatamente, due braccia muscolose la presero al volo,
costringendola ad
indietreggiare e riportandola sul pianerottolo, al sicuro.
-
Oddio! - gridò, in preda al panico, guardando le scale con
occhi enormi - Ho
rischiato di morire! -
-
Quinto gradino della scala del secondo piano: sparisce ogni
lunedì, mercoledì e
oggi, sabato. - recitò una voce familiare alle sue spalle.
Le
labbra di Alexis si aprirono spontaneamente in un sorriso luminoso,
mentre si
girava tra le braccia del suo salvatore.
-
Luis! - esclamò, guardandolo dal basso, gli occhi che
brillavano di felicità
pura, come ogni volta che lo vedeva.
Sirius
sogghignò appena, sfiorandole il viso con una carezza.
-
Se non ci fossi stato io, bambina. -
la schernì divertito.
Alexis
gli fece una linguaccia, strizzando un occhio.
-
A cosa pensavi? - si informò poi, scrutandola con uno
sguardo ansioso.
Lei
scosse la testa e socchiuse gli occhi, prima di sorridere mesta.
-
A niente di particolare…Ero solo un po’
soprapensiero per alcune cose
riguardanti una mia amica di Serpeverde, nulla di cui preoccuparsi,
davvero. -
rispose, prendendogli una mano tra le sue - Ho saputo che stasera ci
sarai
anche tu al pigiama party delle Untouchable
Ravens! - aggiunse poi, cambiando completamente discorso.
Sirius
la scrutò per qualche secondo, con apprensione, poi si
aprì in un ghignetto
sfrontato.
-
Esatto, bambina! Ho incontrato da
poco quella ragazza di Corvonero…Quella con i capelli
strani, tutti viola…!-
esclamò pensieroso, portandosi una mano a pizzicarsi il
mento.
-
Charlie. - gli rammentò lei, annuendo.
Luis
fece un cenno d’assenso con il capo.
-
Sì, proprio lei. Il mio fascino ha colpito ancora! -
esordì, con un sorrisone
soddisfatto - Sono proprio magnifico, non c’è che
dire! - si elogiò, sollevando
entrambe le sopracciglia.
-
Scemo! - lo rimproverò Alexis, dandogli una debole manata
sulla spalla e
ridacchiando divertita.
-
Tutta invidia. - rispose lui, incrociando le braccia al petto e alzando
il naso
per aria, con aria di superiorità.
Alexis
sbuffò e guardò il soffitto: il suo padrino era
proprio un matto.
-
Comunque, dove stavi andando? - le chiese poi, tornando a guardarla con
un
sorriso.
-
Al campo da Quidditch: la squadra di Serpeverde si sta allenando. -
disse lei,
abbassando lo sguardo subito dopo.
Luis
storse il naso in una smorfia contrariata e il suo sguardo si fece
improvvisamente duro.
-
Stai andando da Malfoy, non è vero? -
Il
tono acido con cui l’aveva detto lasciava trasparire una
convinzione piuttosto
fastidiosa.
Alexis
arricciò le labbra e sospirò, prima di tornare a
guardare il suo padrino.
-
Sì, sto andando da Draco. - ammise, stringendosi lievemente
nelle spalle.
-
Alex, sul serio, ma perché…- cominciò,
ma lei sollevò una mano e lo fermò,
prima che potesse continuare.
-
Non ricominciamo con questa storia, per favore. - lo interruppe - Io
sto con
Draco e tu lo devi accettare, punto. Se mi vuoi bene davvero, imparerai
a
convivere con questa cosa. - gli disse, prima di lasciargli una pacca
sulla
spalla e sorpassarlo.
L’espressione
del bel viso arrogante di Luis si distorse in una smorfia di rabbia e
disgusto,
mentre si voltava di scatto e agguantava la Potter per un braccio,
delicatamente,
costringendola a fermarsi e a girarsi, per prestargli nuovamente la sua
attenzione.
La
scrutò dall’alto con un’occhiata
indecifrabile, poi le si avvicinò e si chinò,
per poterle sussurrare quelle parole nell’orecchio.
-
Io ti amo con tutto me stesso, bambina.
Ma non chiedermi di accettare che tu stia con quel viscido di Malfoy,
perché
proprio non posso.(*) - le mormorò, prima di lasciarla
andare ed allontanarsi.
Alexis
rimase a fissare il vuoto e poi sospirò, deglutendo a
fatica, mentre gli occhi
le si inumidivano appena.
Ma perché doveva essere
sempre tutto così complicato?
C’era
una brezza fredda che spirava nei giardini di Hogwarts, strisciando tra
l’erba
e gli alberi come un serpente invisibile e arrivando a scompigliarle
indietro i
nerissimi capelli, la cui frangetta svolazzava fastidiosa. Alexis
sollevò una
mano e se la appiattì contro la fronte, maledicendosi per
non essersi vestita
in modo più pesante: indossava la divisa, ma non aveva messo
su anche il
maglione, perché all’interno della scuola faceva
veramente caldo e, oltretutto,
con la primavera ormai alle porte, non immaginava proprio di trovare un
tale
gelo in giardino!
Dandosi
mentalmente della stupida, entrò nel campo da Quidditch: la
squadra di
Serpeverde si stava allenando duramente per il prossimo incontro del
campionato, contro Tassorosso; secondo il parere di Draco, non erano
una grande
minaccia, ma dopo aver perso contro Grifondoro, non potevano proprio
permettersi un’altra sconfitta.
Lo
vide volteggiare nel cielo con eleganza, mentre saliva sugli spalti e
si
sedeva, giusto poco distante da un gruppo di ragazze, che
schiamazzavano
incitamenti e gridavano in favore dei loro beniamini.
Cercò
di ignorarle, mentre si girava per tornare ad osservare il biondissimo
cercatore, che sfrecciava a tutta velocità, inseguendo il
boccino d’oro che,
probabilmente, aveva già adocchiato. Non sembrava essersi
accorto di lei, ma
non gliene faceva una colpa, in fondo si stava allenando e poi lei non
andava
quasi mai a vederlo.
Malfoy
era bellissimo, anche sul manico di scopa: la divisa verde-argento gli
calzava
a pennello, ondeggiando maestosamente intorno al suo corpo, ben teso in
avanti
per garantirsi più velocità; i capelli biondi
venivano spettinati dal vento e
gli frustavano elegantemente la fronte e le guance, senza
però andare mai a
coprire lo sguardo, che attento sul suo obiettivo, brillava di pura
concentrazione.
Alexis
lo osservò compiere manovre impossibili, trattenendo qualche
volta il respiro
per qualche azione più spericolata, nella quale temeva di
vederlo schiantarsi
miseramente contro il terreno o venir colpito violentemente da un
ferocissimo
bolide.
Erano
ormai dieci minuti che era lì e solo in quel momento
catturò una parte di
conversazione delle ragazze sedute poco distanti da lei.
-
Certo che Malfoy è proprio fantastico! - esclamò
una di quelle, meritandosi
tutta l’attenzione della giovane Potter.
-
Sì: bello e bravo nel Quidditch! -
-
Non dimentichiamoci che è anche ricchissimo e Purosangue! -
-
E’ il partito perfetto, non mi dispiacerebbe riuscire a farlo
innamorare di
me!-
Alexis
assottigliò lo sguardo e arricciò le labbra.
-
Oh, io me lo farei volentieri anche se non fosse così ricco.
Insomma, ma lo
avete visto? Ha il viso di un angelo, ma la violenza di un demonio.
E’ così tremendamente
sexy! -
Alexis
trattenne un ruggito, mentre incrociava le braccia al petto.
-
Peccato che stia con quella lì, la Black. Non se lo merita
davvero! -
-
Già, lui è così bello e lei
così…insipida! -
Alexis
aprì le labbra, indignata, ma ancora non disse nulla: era
evidente che quelle
arpie non si erano accorte della sua presenza.
-
Non è per niente alla sua altezza! Insomma, Malfoy poteva
pretendere di molto
meglio: la Black non è tutta questa bellezza! -
-
Hai ragione, scommetto che è solo per il cognome che porta:
lo sapete che lei e
Draco dovrebbero essere cugini di secondo grado? -
Se c’era una cosa certa,
era che Draco non la amava decisamente per il cognome che aveva.
Potter.
-
Dici sul serio?! - si indignò una delle ragazze.
L’altra
annuì, catturandosi l’attenzione delle amiche.
-
Sì: la madre di Draco, Narcissa Black, è la
cugina del pluriomicida Sirius
Black, fratello di Alexandra! -
-
Questa non la sapevo! -
-
Nemmeno io! Pensa che vergogna per la madre di Malfoy avere un cugino
del
genere! -
Pensa che vergogna per
le vostre di madri, ad avere figlie del genere!
Si
incendiò Alexis, stringendo le mani in due pugni.
-
Chissà, forse è per questo che quei due stanno
insieme: magari Narcissa ha
cercato di fare un matrimonio vantaggioso e riparatore! -
-
Sì, deve essere così, non ci sono altre
spiegazioni! In fondo, quella Black non
è proprio un granchè: è bassa e non ha
nemmeno un pizzico di generosità
femminile in nessun lineamento del suo corpo! Neanche il viso, che
è forse la
sua parte migliore, è poi questa gran be…-
Oh no, adesso ne aveva
proprio abbastanza!
Stampandosi
in faccia una delle sue migliori espressioni minacciose, Alexis si
schiarì
rumorosamente la voce, catturando l’attenzione delle ragazze
che, non appena si
voltarono per guardarla, assunsero un’espressione a
metà tra l’imbarazzato e
l’indignato.
Lei
e il gruppo si fissarono per qualche secondo poi, una di loro, una
biondina
dall’aria fragile, si voltò verso una delle amiche
e le disse, nemmeno a voce
troppo bassa.
-
Avrà sentito quello che abbiamo detto? -
-
Sì, lei ha sentito tutto. - rimbeccò
immediatamente, sollevando un sopracciglio
e arricciando le labbra, disgustata dal loro comportamento.
-
Beh, è quello che pensiamo e noi non…-
cominciò una di loro, con aria bellicosa
e sicura.
Ma
la sua espressione arrogante si tramutò in scoraggiamento e,
subito dopo, una
folata di vento gelido investì Alexis in pieno, facendole
svolazzare i capelli
davanti al viso.
Alexis
sollevò una mano per riportarseli dietro le spalle, mentre
si voltava
circospetta.
Quasi le venne un
infarto.
Draco
Malfoy era ad un centimetro da lei e la scrutava sorpreso, svolazzando
leggiadro sulla sua scopa.
-
Sogno o son desto? -
citò,
guardandola con un sorrisino traverso.
Alexis
corrugò la fronte.
-
Conosci Shakespeare? - gli domandò sorpresa, dimenticandosi
completamente del
gruppetto di ragazze, che adesso fissava la scena, affamato di gossip.
Draco
fece una smorfia.
-
Non ne vado fiero. Era solo uno stupido Babbano, ma ammetto, e che
Salazar non
me ne voglia, che aveva un gran dono per la scrittura. Ma, sicuramente,
se si
fanno ricerche approfondite, si scoprirebbe che era discendente di una
qualche
famiglia di maghi. - disse, lanciandole poi un’occhiata
rallegrata - Comunque,
sei venuta a vedermi. - constatò, con una luce orgogliosa
negli occhi grigi,
ora luminosi come falci nuovi.
Alexis
sorrise mesta e annuì, portandosi una ciocca di capelli
dietro l’orecchio.
-
Sì. Oggi non ci siamo visti per niente e io volevo farti una
sorpresa. - disse
e lo sguardo di Draco si accese ancora di più, mentre le sue
labbra si
piegavano in un morbido sorriso arrogante - E poi, avevo voglia di
vederti. -
aggiunse, arrossendo lievemente.
Malfoy
la fissò dall’alto, pensando che Alexis Potter era
sempre più bella ogni volta
che la vedeva, specialmente in quel momento, con i capelli al vento e
le guance
rosse. Ebbe voglia di baciarla e non se lo fece certo ripetere due
volte.
Scattò in avanti con la scopa, tanto che lei fu costretta a
sollevare il viso
di scatto, spaventata; ma lui frenò appena in tempo e le
rubò un delicato bacio
a fior di labbra.
Quelle
labbra morbide erano sempre in grado di farle venire i brividi lungo
tutta la
colonna vertebrale e, nonostante ne fosse passata di acqua sotto i
ponti dal
loro primo bacio, per lei era sempre un’emozione unica
sentire la sua bocca
sulla propria.
Il
gruppo di ragazze trattenne il fiato, colmato da quella scena e
invidioso fino
all’ultimo centimetro dei loro capelli, ma Alexis nemmeno le
sentì, troppo
occupata, adesso, a fissare le iridi grigie di Draco, a pochi
millimetri dalle
sue.
-
L’allenamento è quasi finito. - le
mormorò sulle labbra - Vieni a volare con
me. -
Alexis
spalancò gli occhi e si distanziò da lui,
fissandolo dubbiosa.
Aveva già volato tante
volte con Draco, ma questo non era servito a lenire la sua paura delle
altezze,
anzi.
Fece
per scuotere la testa, ma le ragazze li guardavano adesso, avide di
sapere.
Erano così allenate a farsi gli affari degli altri, che era
sicura avessero
sentito quello che Malfoy le aveva sussurrato sulle labbra.
Non
voleva dare loro la soddisfazione di vederla rifiutare e poi di
sparlare di lei
e della sua paura; avrebbero sicuramente affermato che lei, che aveva
il
terrore di volare, non era di certo degna di essere la ragazza di Draco
Malfoy,
il campione di Serpeverde.
E lei era stufa di
sentirle schiamazzare quelle scemenze.
Lei era degna di Lui.
Alexis Potter era degna
di Draco Malfoy, più di tutte loro messe insieme.
Punta
nell’orgoglio, si alzò in piedi di scatto e
guardò Draco dritto negli occhi.
-
Va bene! - disse e lo urlò quasi, tanto da far scappare
dalle labbra del biondo
una risatina divertita.
-
Mi fa piacere vederti tanto entusiasta della cosa, mia piccola Black. -
la
schernì, facendola arrossire di più.
Le
porse la mano e lei, un po’ meno coraggiosa di quanto si era
sentita fino ad un
secondo prima, la prese; Draco le strinse delicatamente le dita e la
aiutò ad
adagiarsi davanti a lui.
Alexis
si sistemò come meglio poteva, ancorandosi alle spalle forti
del ragazzo, che
la strinse a sé con un braccio, mentre l’altro
tornava a sorreggere il manico.
-
Reggiti forte, mia coraggiosa Alex. - le mormorò
all’orecchio, sfiorandole una
tempia con le labbra.
Lei
annuì e si strinse forte contro il suo petto; poi
rifilò un’occhiata orgogliosa
al gruppetto di ragazze e fece loro una smorfia, mentre quelle
spalancavano le
bocche indignate.
-
Vi conviene chiuderle. - se ne uscì Malfoy
all’improvviso, riservando loro
un’occhiata distratta - Non vorrei dover prelevare il boccino
dalle vostre
gole! -
Alexis
ridacchiò.
Dolce vendetta.
Ma
la risata le morì in petto subito dopo, perché
Draco si levò velocemente verso
il cielo, lasciandosi dietro solo il ricordo lieve degli insulti poco
educati
delle ragazze.
Erano
volati molto più in alto degli altri giocatori, molto
più in alto del campo di
Quidditch. Alexis aveva tenuto gli occhi stretti per tutto il tempo, ma
quando
aveva sentito la scopa fermarsi dolcemente e oscillare appena
nell’aria, come
un cullare delicato, e le labbra di Draco sfiorarle la fronte con un
nuovo
bacio, allora aveva riaperto gli occhi.
Il sole stava
tramontando proprio in quel momento dietro i monti che circondavano il
Lago
Nero: i suoi raggi, ormai deboli contro l’incedere della
notte, coloravano il
cielo di un morbido arancione sfumato di rosa, soffuso e brillante al
tempo
stesso, che illuminava le nuvole bianche di ombre dolci e delicate.
-
Wow. - fu la prima cosa che lasciò le sue labbra, mentre si
aggrappava alle
spalle di Draco e si voltava appena per osservare meglio lo spettacolo
generoso
che la natura stava offrendo loro.
Lo
sentì sorridere, mentre poggiava il viso tra i suoi capelli
e ne ispirava il
profumo di more.
-
Vengo sempre quassù, quando finisco gli allenamenti. Mi
aiuta a rilassarmi. -
le rivelò, stringendola appena di più a
sé, con fare possessivo.
-
E’ bellissimo. - sorrise Alexis, staccando lo sguardo dal
tramonto solo per
andare a cercare quello di Malfoy.
Il
ragazzo la fissò dall’alto con
un’occhiata intensa, resa ancora più brillante
dai raggi di sole che gli baciavano delicati il profilo elegante.
Cauta, Alexis
staccò una mano dalla spalla di Draco e gli
sfiorò il viso con una carezza,
portandogli una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Senza
mai smettere di
cingerla con un braccio, lui portò l’altro a
bloccarle delicatamente il polso e
poi, piano, le baciò il palmo.
-
Da quando sei diventata così coraggiosa, Potter? - le
mormorò, con un ghignetto
sghembo.
Alexis
gli fece una linguaccia, poi gli circondò nuovamente il
collo con entrambe le
braccia e poggiò il capo contro il suo ampio petto, che
immediatamente la
accolse a sé, protettivo.
-
Mi fido di te. - si limitò a rispondere lei, socchiudendo
gli occhi.
Draco
sorrise di nuovo, delicato, e l’abbracciò con
forza, senza farle male; poi si
chinò e la baciò nuovamente.
-
Faresti una cosa per me? - le domandò poi, guardandola
dritta in quelle iridi
smeraldine che, adesso, alla luce aranciata del tramonto brillavano di
una
bellezza quasi dolorosa.
Senza
pensarci minimamente, Alexis annuì, convinta del fatto che,
per lui, ormai,
avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Il
sorrisetto sghembo che gli si dipinse però sulle labbra, in
seguito, non la
rassicurò affatto e la fece pentire immediatamente di aver
accettato la sua
richiesta, senza prima informarsi in cosa consistesse.
-
Prendi il boccino d’oro per me. - disse e Alexis quasi si
strozzò con l’aria.
Strabuzzò
gli occhi, mettendo su un’espressione sconvolta che era la
fine del mondo.
-
Che cosa?! - domandò con voce stridula, lanciandogli
un’occhiata preoccupata
che esprimeva perfettamente il suo pensiero: Draco
Malfoy era forse impazzito?
Il
ragazzo scoppiò in una risata divertita.
Era una di quelle sue
risate fresche, che le scivolavano sulla pelle come carezze di seta.
Una di quelle risate che
lui mostrava solo ai suoi amici più fedeli.
Che mostrava solo a lei.
-
Non preoccuparti, ti guido io. - la rassicurò dolcemente,
sfiorandole
nuovamente le labbra con un bacio.
Alexis
lo fissò un po’ stranita, ma lui si
limitò a sorriderle, per poi aguzzare la
vista.
-
Dimmi, lo vedi? Solitamente gli piace nascondersi da queste parti. -
La
ragazza assottigliò lo sguardo e si guardò
intorno, senza mai staccare le
braccia dal collo di Malfoy, che continuava a tenerla stretta a
sé. Dopo una
breve ricognizione, Alexis scosse il capo, sconsolata: non vedeva
assolutamente
nemmeno l’ombra del boccino d’oro.
-
No, mi spiace. -
-
Fai un piccolo sforzo, Potter. - la schernì lui, ma lo fece
con tono delicato;
aveva già avvistato il boccino da qualche minuto, il bel
Malfoy. - In fondo,
dovresti avercela nel sangue, no? Tuo padre non è stato uno
dei migliori
cercatori al suo tempo? Ed Harry, per quanto incapace e non
assolutamente al
mio livello, ha dimostrato di avere molto…lato B in questo
ruolo. Sono sicuro
che, se ti ci impegni, riuscirai a vederlo.-
Alexis
storse le labbra in una smorfia poco convinta, poi si voltò
nuovamente e
assottigliò ancora lo sguardo, scrutandosi intorno.
Draco aveva ragione: suo
padre e suo fratello erano considerati due campioni di Quidditch, come
poteva
lei non aver ereditato nemmeno un briciolo di bravura?
Guardò
ogni singolo centimetro di aria attorno a sé.
Poi,
finalmente, scorse qualcosa.
Era
stato un debole sbrilluccicare, alla sua destra.
Un
qualcosa che era scomparso il secondo dopo, ma che aveva spruzzato
d’oro il
cielo aranciato alle sue spalle.
La
sua testa si mosse di scatto, come guidata da un istinto primordiale, e
seguì
quella che, adesso riusciva a scorgerla chiaramente, era una piccola
pallina
d’oro, dotata di piccole ali che si muovevano frenetiche,
facendolo quasi
rimbalzare di qua e di là nell’aria.
Alexis
sorrise e puntò l’indice sul Boccino.
-
Eccolo! - esclamò con un sorriso, soddisfatta del suo
operato.
Draco
sorrise a sua volta.
-
Molto brava. - le mormorò all’orecchio. - Ora,
reggiti forte, partiamo
all’inseguimento! - aggiunse, con una nota bramosa che aveva
colorato le sue
iridi.
Alexis
non fece neanche in tempo a domandare qualcosa, che Draco
l’aveva stretta a sé
e si era piegato in avanti, spronando la scopa a correre più
veloce dietro la
piccola pallina.
La
ragazza aveva dovuto fare davvero uno sforzo enorme per non gridare e
si era
ancorata come meglio poteva alle spalle e al petto di Malfoy, contro il
quale
aveva anche nascosto il viso.
-
Alexis: devi prenderlo tu, io ho
entrambe le mani occupate! - le disse all’improvviso,
costringendola ad aprire
gli occhi di scatto e a fissarlo scandalizzata.
-
Stai scherzando, vero?! -
Draco
si limitò a sorriderle sornione e a scuotere la testa, per
poi indicarle, con
un cenno del capo, il boccino d’oro, poco distante da loro.
Alexis
borbottò qualcosa di poco chiaro, che lo fece sorridere
ancora di più.
Poi,
lentamente, lasciò scivolare una mano dalla spalla di Draco
e la tese, piano,
davanti a sé, cercando di raggiungere quella pallina dorata,
che schizzava
davanti a loro come impazzita.
Le
sue dita sottili si allungarono nell’aria, ma si chiusero nel
vuoto parecchie
volte.
-
Ma è impossibile! - protestò frustrata.
Draco
scoppiò nuovamente in quella risata cristallina, che le
faceva battere il cuore
nel petto ad una velocità davvero esagerata.
-
Niente è impossibile, mia piccola Potter. Devi solo crederci
di più. - le
disse, baciandole la nuca.
Alexis
sospirò poi, con un ultimo sforzo, si sbilanciò
appena in avanti, tanto che
Draco dovette tenerla stretta a sé per impedirle di
scivolare.
La
sua mano si chiuse.
Il boccino d’oro era tra
le sue dita.
-
Ce l’ho fatta…- mormorò incredula,
aprendo appena la mano per poter osservare
la piccola pallina, che adesso aveva richiuso le ali su se stessa. - Ce
l’ho
fatta!- ripeté poi con entusiasmo, voltandosi
così in fretta da sbilanciare la
scopa.
Draco
ridacchiò divertito, mentre la stringeva di più a
sé e riportava la scopa in
equilibrio.
Alexis,
adesso, ancorata al suo petto, gli stava mostrando un sorriso
luminosissimo e
il boccino, che teneva delicatamente tra le dita.
-
Molto brava…- sussurrò, perdendosi nello smeraldo
liquido dei suoi occhi -…amore mio.-
aggiunse in un soffio,
mentre si avvicinava alle sue labbra e le rapiva in un nuovo bacio.
Alexis
si aggrappò forte alle sue spalle, rispondendo con vigore a
quel morbido
modellarsi di labbra e lingue.
Il boccino d’oro le
sfuggì dalle dita, ma nessuno dei due se ne
preoccupò minimamente.
Erano
stati gli ultimi due a lasciare il campo da Quidditch e adesso si
stavano
dirigendo al castello.
Erano felici e si vedeva
dall’espressione serena dei loro visi.
E dalle loro mani,
delicatamente intrecciate.
-
Tu hai qualcosa di mio. - rimuginò all’improvviso
Alexis, voltandosi a
lanciargli un’occhiata di sottecchi.
Si
riferiva, ovviamente, al fermaglio a forma di rosa che il ragazzo le
aveva
preso a pranzo.
Draco
sollevò un sopracciglio e poi sogghignò.
-
Lo so. - si limitò ad asserire.
-
Beh, lo rivorrei indietro. -
Draco
si strinse nelle spalle con nonchalance,
poi si voltò e la inchiodò con
un’occhiata strana.
-
Te lo ridarò stasera al pigiama party delle Untouchable
Ravens, ma
dovrai guadagnartelo. - la avvertì serio, prima di ghignare
e di
girarsi, per tornare a guidarla verso il castello.
-
Ehi! - protestò lei - Non ti pare che me lo sia
già guadagnato abbastanza? Ho
volato con te e ho preso il boccino! - gli ricordò,
portandosi una mano sul
fianco e osservandolo torva.
Draco
le lanciò un’occhiata obliqua e poi sorrise
divertito, prima di fermarsi.
-
Oh, ma per quello ti ho già ricompensata abbastanza, non
trovi? - le disse, e
il suo sguardo indugiò maliziosamente sulle labbra carnose
di lei.
Le
guance di Alexis si tinsero di un delizioso color porpora e i suoi
occhi
brillarono di imbarazzo e felicità.
-
Sei un cretino! - lo rimproverò, sorridendo, mentre gli dava
una spinta leggera
su di un braccio.
Draco
ridacchiò e riprese a camminare.
-
Stasera ti voglio con un pigiama…sexy.
- le disse all’improvviso e quando si voltò ancora
a guardarla, il suo sguardo
grigio brillava di un’aspettativa imbarazzante.
Alexis
deglutì e cercò di arginare il nervoso che la
coglieva sempre quando lui le
faceva qualche proposta indecente e le rivolgeva quelle occhiate
maliziose.
-
Se vuoi, vengo direttamente con una tua camicia. - lo
schernì, sollevando un
sopracciglio. - Così che tutti i ragazzi presenti alla festa
potranno ammirarmi
meglio. - aggiunse poi, con un sorrisino subdolo, mentre districava le
loro
mani e gli lasciava il tempo di assorbire la notizia.
Quando
vide i suoi occhi incendiarsi di consapevolezza, si era già
allontanata di
qualche passo, le mani intrecciate innocentemente dietro la schiena,
come una
bambina.
-
Allora, vado a prepararmi! - esclamò con un sorriso
divertito.
Draco
aprì le labbra indignato e il suo sguardo duro
brillò di minacce.
-
ALEXANDRA BLACK! - tuonò, cominciando a riaccorciare le
distanze con lunghi
passi, mentre le puntava un dito contro - Se solo ti azzardi ad
indossare
qualcosa di anche lontanamente indecente, sappi che non ti faccio
uscire dalla
camera, sono stato chiaro?! Niente pigiama sexy e niente camice,
capito? - le
sibilò minaccioso.
Alexis
sorrise angelica e fece altri passi all’indietro,
allontanandosi.
-
Ci vediamo stasera, amore. - si
limitò a salutarlo, prima di voltarsi e cominciare a correre
dentro al
castello.
-
ALEXANDRA BLACK, TORNA QUI! NON TI AZZARDARE O SARO’
COSTRETTO AD AMMAZZARE
TUTTI QUELLI CHE TI GUARDANO! ALEXANDRA!! -
*
Spero che questo
nuovo capitolo vi sia piaciuto!
Oggi vado piuttosto di corsa, per cui dirò poche cose e
lascerò la parola a voi.
Fatemi
sapere che ne pensate o poi credo che il capitolo vi abbia fatto
talmente
schifo da non spingervi a lasciarmi nemmeno una recensioncina e ci
rimango male
ç____ç
Comunque, scherzi a
parte, vi lascio i soliti annunci:
1
-
Profilo di facebook per chi abbia voglia di comunicare
con me e leggere spoiler sui capitoli futuri in anticipo; inoltre,
lavori grafici
e disegni! Mi trovate qui -->
Ada
Wong
1 – Ogni
partecipante dovrà scrivere una one-shot; argomento di
questa
dovrà essere un missing moment di Un Particolare In
Più da voi inventato e
potrà riguardare qualsiasi personaggio della fan fiction che
vorrete
analizzare!
2
classificato: nuovo capitolo in
anteprima + 3
domande a piacere sulla trama futura della fan fiction.
3
classificato: nuovo capitolo in
anteprima + 2
domande a piacere sulla trama futura della fan fiction.
Ora scappo e grazie a tutti
coloro che
decideranno di partecipare a questo piccolo concorso *_*
Grazie
infinitamente anche a tutti coloro che
leggono, recensiscono, preferiscono, ricordano e seguono questa fan
fiction *___*
Vi adoro!!
Alla
prossima!
Un bacione <3
Giulia.