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Autore: formerly_known_as_A    28/04/2006    1 recensioni
Una serie di One Shot dedicate a Vincent Valentine, ispirate da alcune canzoni dei Kyo.
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A lungo ho percorso ogni linea del suo corpo

A lungo ho percorso ogni linea del suo corpo...

 

Prima con la comprensione di un fratello... Poi con la dolcezza di un padre... Poi con l’incanto di un amante...

 

Perché questo era ciò che ero per lei... Dapprima fratello con cui confidarsi, poi padre da cui essere protetta ed infine amante... Un amante che non ha però perso il ruolo di padre e fratello...

 

 

Hio sfiorato cento volte il suo volto...

 

Leviathan... Il suo volto era una pura estasi per me...

 

Se mi avessero privato del suo volto per darmi il potere di mille re, avrei rifiutato immediatamente...

 

Non c’era nulla che potesse sostituire un suo sorriso, i suoi occhi indaco o la sua pelle delicata...

 

 

Ho trovato dell’oro e anche qualche stella, asciugando la sua moltitudine di lacrime.

 

E ho imparato a memoria la purezza della sua forma... La sua perfezione, in ogni minima curva del suo corpo...

 

Ricordo ancora come dormiva... Con le lunghe gambe sottili leggermente piegate, sdraiata su un lato, abbracciata al cuscino... Una volta l’ho anche disegnata... Tutt’ora lo faccio...

 

Tento di tenerla in vita in ogni modo... Ma so che, ormai, vive come una parte di me...

 

 

Sapeva suonare il piano in modo eccelso e ballava con una grazia che si può solo ritrovare nelle antiche donne di Wutai.

 

Vorrei un ultimo ballo... E’ il mio ultimo desiderio, su questo tavolo operatorio...

 

Non so se morirò... Conoscendo Hojo, so che la sua vendetta sarà una delle più crudeli...

 

 

Vorrei solo un ultimo ballo, prima che l’oscurità mi avvolga...

 

Prima che l’indifferenza m’inghiottisca...

 

 

Vorrei provare quest’ultima vertigine, prima dell’eterno silenzio...

 

 

 

L’ho conosciuta troppo presto... Era solo una bambina... Ma me ne sono innamorato immediatamente...

 

Leviathan, perdonami... Perdona quest’animo perverso che ha sognato di fare sua la propria sorella e figlia...

 

 

Quando la freccia ha attraversato la mia pelle, l’ho sentita distintamente lacerare il mio cuore...

E’ un dolore che rimane, ma che fa più male che bene...

 

Sono gli uomini, con le loro regole, a maledire e condannare i poveri pazzi come me...

 

In realtà l’amore è così semplice...

 

 

Sono riuscito a resistere un lungo anno...

 

Mi sono ripetuto che era sbagliato innamorarsi di una diciottenne, che era ancora una bambina...

Come ho resistito durante questo lungo periodo in cui, quasi ogni giorno, veniva nel mio letto perché le mancava la sua casa, solo Leviathan lo sa...

 

E poi, mi sono accorto, piano piano, delle sue piccole provocazioni... Ma solo io me ne accorgevo...

 

Né Gast, né Hojo la consideravano una donna... Neppure io, a dire il vero... Bé, era ciò che credevo...

 

E ciò che credevo era più che sbagliato...

 

Fino a quella domenica in cui i due scienziati ci lasciarono soli, la consideravo una povera bambina lontana da casa con la sfortuna/il dono di avere un QI pari a 300... Una bambina che io amavo a causa della mia perversità...

 

 

E’ stato allora che l’ho vista come una donna... Che ho percepito nel suo sguardo la frustrazione e la malizia che non le avevo mai attribuito...

 

E’ stato allora che ho firmato il mio patto con il diavolo... La mia condanna a morte.

 

 

Certo, non potevo sapere che Hojo la considerava una donna molto attraente a cui presto avrebbe proposto di sposarlo...

 

E non potevo sapere ciò che aveva passato durante la sua infanzia... La stessa infanzia che tentava di rivivere con me... Attraverso i miei ricordi...

 

Ben presto ne divenne parte, imparai a vederla come una sorellina, con cui avevo trascorso tutta la vita...

 

Ma non sbagliavo a considerarla come una bambina...

 

Lo era... Ma era macchiavelica, sporcata da una società che non l’aveva mai considerata altro che una meraviglia da esibire... Una donna nel corpo di una bambina... Tutti l’avevano considerata in questo modo tranne me...

 

E per questo mi amava.

 

E per questo ha voluto uccidermi.

 

 

 

Ha voluto distruggere i nostri castelli di carta, quella sera...

 

Si è abbandonata completamente a me, con tutta la fiducia che riponeva in me...

 

 

Il giorno dopo, al suo posto c’erano dei fresia... E un bigliettino con su scritto: grazie.

 

Semplicemente questo... Mi misi a piangere...

 

Un misto di gioia e dolore...

 

 

Per me, il vero significato di quel dono è stato: ti ho donato la purezza del mio cuore... Grazie per tutto quello che hai fatto prima di questo...

 

Non è mai stato, come poi ha affermato: Grazie per essere così stupido da cadere nella mia trappola...

 

 

 

Quand’é partita non ho contestato la sua scelta... Anche questo ha contribuito alla sua morte...

 

Ma, per me, bastava che respirasse... Tutto il resto era futile, senza senso...

 

 

Volevo solo che fosse felice...

 

 

 

Che strano, mi è sembrato di sentirla entrare nel laboratorio e venire verso di me...

 

Mi è sembrato di sentire la pressione delle sue labbra sulle mie... Erano salate... Ha pianto?

 

 

Ma lei è morta... Com’è possibile? Mi sto solo illudendo...

 

 

Ma anche io sono morto...

 

 

Non m’importa... Ho ricevuto la vera felicità, da lei... E quella rimarrà per sempre nel mio cuore...

 

 

-Vincent, non volevo che finisse tutto così... Perdonami... Io... Avrei voluto che tu continuassi ad essere la mia famiglia... Perdonami...-

 

E questa é la sua voce...

 

 

Ma sono morto... Ogni parte di me è morta...

Non posso abbracciarla, come vorrei...

Non posso baciarla, come vorrei...

 

-Grazie... Per aver incantato... La mia vita...-

 

Di nuovo un bacio... E tante lacrime...

 

Anche se questa è solo un’illusione causata dalla mia agonia, questo che mi offre è l’ultimo ballo...

 

 

 

 

Dopo mi aspetterà il silenzio.

   
 
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