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Autore: bittersweet Mel    30/08/2011    2 recensioni
« Io... ecco, non ero lucido. Intendo dire, non è che se uno non sia lucido non possa volere... cioè, non volevo offenderti... io, ecco, vedi... ti avrei baciato anche da sobrio. No, non intendevo … »
« Chiudi la bocca, Sora» disse Roxas con voce fin troppo calma.
Il moro si zittì subito. Essere passivo mentre il gemello lo insultava sarebbe stato più facile che parlare.
Però sarebbe stato meglio chiudergli le labbra ancora una volta …
Piantala di pensar cazzate. Piantala. Piantala, te lo proibisco.
[Sora/Roxas/Sora][Axel/Roxas]
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas, Sora
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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F a d i n g   a w a y - 
i n   t h e   m o r n i ng.

 

 

Un raggio di sole penetrò attraverso le tapparelle socchiuse, attraversò l’intera stanza di Sora e si fermò esattamente sopra la faccia del ragazzo.
Il diciassettenne sollevò il braccio sinistro portandoselo sopra alla faccia, cercando di ripararsi da quella luce fin troppo molesta.
No, ancora cinque minuti di buio per favore.

He been gone since three thirty

Eh, come? Non ditemi che è già ora di alzarsi, uhm?

Been coming home lately at three thirty

Sora sospirò, lasciando cadere il braccio lontano dal suo volto e permettendo così al sole di illuminarlo ancora, o accecarlo che dir si voglia.

Sbadigliò sonoramente, mentre a tentoni cercava il bottone per spegnere la sua piccola radio sveglia che non ne voleva proprio sapere di zittirsi da sola. 
Ma infondo stava facendo solo bene il suo lavoro e doveva reprimere l’istinto di buttarla fuori dalla finestra; non poteva mica permettersi di andare a comprarne un’altra, poi.
La musica si fermò e il moro rimase per un attimo in silenzio, dispiacendosi leggermente di non essere riuscito a finire di ascoltare quella canzone. 
Ogni mattina gli dava la carica giusta e la musica pop era il massimo per lui. Il suo gemello, però, non sembrava pensarlo allo stesso modo.
Ma infondo lui e Roxas non pensavano mai allo stesso modo, nemmeno quando erano due piccoli cosini che se ne stavano nella culla assieme.

Così come il gemello biondo non amava la musica pop, Sora non poteva non detestare la fragorosa musica Rock che l’altro ascoltava tutti i giorni.
E non la sopportava specialmente quando quella suonava la mattina presto, come sveglia.
Solitamente le persone sono ancora addormentate quando la loro sveglia suona, non è vero? Beh, il suo adorato fratello Roxas no, era sveglio e lasciava che le urla delle sue amate band si espandessero per tutta casa finché lui, Sora, stanco di dover ascoltare quelle canzoni non si alzava dal letto e lo andava a “svegliare”.
Il rituale mattutino di casa Kouno non si smentiva mai e veniva rispettato fedelmente tutti i giorni da circa tre anni. 
Se solo non si reputasse un pacifista-eroe-che-salva-la-situazione-convinto probabilmente, Sora, avrebbe già spaccato la faccia al fratello, magari picchiandolo proprio con la sua sveglia.

Sora si decise finalmente a scendere dal letto, rabbrividendo leggermente quando i suoi piedi nudi andarono a scontrarsi con il marmo freddo.
-Un tappeto, devo comprare un dannato tappeto- pensò cercando nel cassetto più vicino, quello dove buttava tutto dentro alla rinfusa, un paio di calze.
Ne trovò giusto due, una rossa e l’altra bianca. Bah, tanto nessuno si metteva a guardargli le calze no? Poteva benissimo metterle.

Poi passò a setacciare la stanza alla ricerca di un paio di pantaloni e una maglietta. Dopo circa cinque minuti di ricerche finalmente trovò quella che sembrava una maglietta pulita e un paio di pantaloni non troppo stropicciati. Ah, ma perché nella sua scuola non potevano mettere delle dannate divise? Sarebbe stato tutto molto più comodo.
Si stiracchiò pacificamente e rimase in silenzio ad ascoltare gli uccelli che cantavano dandogli il buon giorno, i raggi di sole che- dopo aver aperto la tapparella- lo inondavano della loro luce mattutina e …

 
You found me here, waiting for your chance
 
You would reach inside and take all of me 

 
… E la musica assordante del fratello che gli raggiungeva le orecchie e gli faceva arricciare il naso, dannazione!

Ma la parola “assordante” non era propriamente l’aggettivo giusto. Per la musica di Roxas serviva di più, un qualcosa tipo “ palesemente, atrocemente, dolorosamente rumorosa da far sanguinare i timpani.”
Sì, quella definizione suonava talmente azzeccata che si stupì non poco, il moretto, che non fosse stata scritta nel dizionario, con affianco la fotografia del fratello e della sua sveglia.
E allora, come tutte le mattine, si chiedeva come poteva anche solo pensare, Roxas, di fingere di dormire con tutto quel casino. Probabilmente il gemello voleva starsene a letto ad ascoltare la continuazione della canzone, con gli occhi chiusi e la mente altrove e un po’ di bava agli angoli della bocca. Ma no, Sora non glielo avrebbe permesso mai, mai!

 
----

 Roxas aveva un piano sicuro come l’oro per essere svegliato ogni mattina; L’aveva messo in atto quasi per caso, quando un suo amico gli aveva fatto notare il suo sonno fin troppo pesante.
Il biondo, tra l’altro, andava a letto tardi ogni notte e la mattina non si svegliava facilmente.  
Niente e nessuno riusciva a svegliarlo, probabilmente nemmeno la fine del mondo sarebbe riuscita a fargli aprire gli occhi, specialmente se lui desiderava continuare a dormire. 
E lui voleva ovviamente stare nel letto a dormire. Non che fosse sfaticato, eh. Semplicemente la mattina la reputava troppo movimentata per uno come lui, preferiva di gran lunga la notte per uscire e mettersi al lavoro.
Non aiutava nemmeno il fatto che avesse il sonno pesante, tra l’altro.
E da qui il motivo vero e proprio per il volume altro della sua musica che, sicuramente, avrebbe svegliato chiunque nel raggio di cinque kilometri.
Quindi il piano di Roxas era semplice: se nemmeno il forte rumore della sua sveglia riusciva a farlo svegliare ci poteva pensare Sora che, al contrario di lui, si svegliava facilmente.
Probabilmente era solo per questo che Roxas teneva ancora vicino al letto la vecchia radiolina scassata che gli avevano regalato anni prima; tanto quando voleva ascoltare musica usava l’Ipod, no?
Però ogni giorno la sua sveglia iniziava a suonare le canzoni che amava – e che Sora detestava- ad un volume pericolosamente alto e si prestava a dare fastidio al fratello maggiore.
Così quel rumore assordante svegliava Sora e Sora, quindi, svegliava lui.

Un piano assolutamente geniale nel suo genere.

 You watch your lies smother me again 
Oh,  mancava davvero poco al suo pezzo preferito.
Roxas sorrise lievemente, il lenzuolo attorcigliato intorno al torace scoperto e il piede che si muoveva  a ritmo, dondolandolo per quanto poteva nelle coperte.

But now you can't! 

Michael Barnes: probabilmente una delle poche persone che aveva la stima quasi assoluta di Roxas e che, con la sua voce, era capace di far smettere al cervello del biondo di pensare freneticamente.
Il rumore dei pugni sulla porta di camera sua avvisarono Roxas che Sora si era svegliato e gli stava urlando contro di muoversi e di alzarsi. Tutto come programmato, in pratica.

Don't even try your wasting time 
Jump back I'll beat you down and turn around 

Roxas tese l’orecchio e l’unica cosa che riusciva a sentire, oltre il suono che usciva dalle due piccole casse della radiolina, era la voce ovattata del fratello che lo chiamava a gran voce.
« Roxas, diamine, alzati! E spegni quella diavolo di sveglia che mi sta facendo impazzire!»
Con la porta solida di camera sua come barriera e la schiena rivolta al soffitto aveva ancora, sì e no,  un altro minuto di tempo per riposarsi. 
Chissà se sarebbe riuscito a riaddormentarsi … Non sarebbe stata affatto una cattiva idea quella di perdersi nel mondo dei sogni ancora una volta, specialmente se a portarcelo c’era la voce di Barnes.
Si portò il cuscino sopra la testa soffocando definitivamente le proteste del fratello maggiore, che adesso si erano smorzate quasi del tutto.
Certo, è vero che poteva anche alzarsi ma … Questa era proprio la sua canzone preferita, diamine.
« Roxas, muovi il culo. Tanto lo so che sei sveglio!»
Il biondo sospirò, canticchiando il ritornello a bassa voce mentre si toglieva il cuscino dalla faccia, lasciandolo cadere sul pavimento. 
Addio idea di riaddormentarsi a quanto pare; Sora sarebbe entrato entro pochi secondi.
Il rumore della porta che si spalancò per poco non gli fece aprire gli occhi, ma solo per poco : infatti quelli rimasero chiusi, sigillati quasi ermeticamente.
« Roxas muoviti. Dobbiamo andare a scuola. La scuola è importante.»
Il biondo si lasciò scappare una lieve risata, nascosta per metà dalla voce ancora impastata dal sonno e per metà dal viso schiacciato sul letto.
Si rotolò su un fianco, strofinando la guancia contro il materasso con un sospiro.
In risposta al suo sbuffo-risata anche Sora rise, di una di quelle risate fragorose che facevano concorrenza alla musica rock del biondo.
« Ok, ok. Detta da me questa frase sembra quasi ridicola ma hey, muoviti! Non possiamo fare tardi, non oggi!»
Il moretto sorrise, osservando il volto di Roxas prendere una strana forma, mentre dalle sue labbra usciva un grugnito contrariato.

«Su, non puoi non andare a scuola. Se non ci andrai non diventerai intelligente, allora non supererai i test, poi sarai bocciato e quindi non troverai mai lavoro come ventriloquo e si rovinerà il sogno della tua vita.»
«Veramente io non ho mai detto di voler diventare un ventriloquo, mi pare » borbottò il biondo, aprendo un occhio per osservare in tralice il fratello.
«Dettagli. Su, smettila di fare così e alzati. Hai idea di che ore siano? »
« 6:50 » replicò Roxas,  cercando di afferrare la radio per alzare ancora di più il volume. Eppure il fratello lo precedette: si fiondò sulla piccola radiolina e se la tenne stretta al petto.
«Ah ah. Adesso che ho io il potere che cosa fai, uh?  » domandò Sora sogghignando, mentre con un colpo secco della mano mise fine definitivamente a quella dannata canzone spacca timpani.
« Beh, caro il mio fratellino, se la rivuoi indietro ti consiglio di scendere dal letto, di vestirti e di venire a fare colazione.»

 

---

 

Sora sospirò leggermente, afferrando la scatola di cereali dalla credenza e appoggiandola sul tavolo. 
Poi si mise in punta di piedi e aprì l’ennesimo cassetto della mattinata per riuscire ad afferrare due tazze: una rossa e una bianca. 
Perché doveva sempre preparare lui il tavolo per la colazione? Si domandò arricciando le labbra, mentre posava lentamente le due tazze sopra al tavolino di vetro.
Si passò una mano tra i capelli, rinunciando già in partenza a dargli una forma un po’ più umana; maledetti i suoi capelli che se ne andavano dove volevano loro. 
In un certo senso invidiava quelli di Roxas: biondi e un po’ più ordinati dei suoi. E poi sembravano fare tanto colpo sulle ragazze …
Gonfiò le guance arrabbiato e aprì il frigorifero, afferrando il primo cartone di latte che gli passò sott’occhio per poi infilare direttamente la testa dentro al frigo alla ricerca del succo di frutta alla pera. Roxas beveva solo quello, gli altri non gli piacevano. 
Beh, Sora era già felice di aver convinto il gemello a fare colazione, non si aspettava certo che l’altro si mettesse a bere latte e a mangiare cereali o biscotti come faceva lui.

 Don't even try your wasting time 

Uhm? Sora sollevò lo sguardo verso il piano di sopra sollevando un sopracciglio.

Jump back I'll beat you down, turn around 
I'm fighting my way through you 

Dio no, suo fratello stava davvero facendo quella cosa che pensava stesse facendo? Pensiero contorto che però rappresentava il vero.
« Roxas, giuro che se canti ancora la tua radio finisce dritta nella lavatrice, capito?» Urlò Sora con un sorriso,  lanciando un occhiata al soffitto come se ci potesse scorgere il fratello che, intento a vestirsi, cantava con in mano una spazzola fingendo che fosse un microfono.
« Ma se sei in cucina come fai a metterla nella lavatrice?» La risposta canzonatoria del gemello gli arrivò alle orecchie insieme a una piccola risata.
Oh, Roxas questa mattina era di buon umore. Solitamente non rideva e faticava a parlare, ma per lo meno teneva compagnia al fratello.
«Esiste sempre il forno a microonde, sai? » gli rispose prontamente il moretto, mentre un’altra risata si faceva spazio tra le sue labbra.
«Ho capito, ho capito. Adesso scendo »
Oh sì, la mattina era senz’altro il momento in cui riuscivano in qualche modo a comunicare e, con il tempo, era diventata il momento preferito della giornata da entrambi anche se ancora non lo sapevano.

 
---

 
« Allora? Dov’è al radio? »
Sora sollevò lo sguardo dalla tazza bianca in cui stava versando il latte, spostando le iridi azzurre verso quelle altrettanto azzurre del gemello. Un sorriso, l’ennesimo della mattinata, animò la sua faccia.
Un’alzata di spalle e una risata allegra «Mah, chi lo sa … »
«Ti conviene sforzarti di ricordare e ridarmela entro un minuto » brontolò il biondo, raggiungendo il tavolo della cucina e sedendosi compostamente sulla sedia. Storse il naso alla vista del gemello che versava una manciata di Corn-flakes nella tazza, facendone cadere un po’ sul tavolo.
«Uhm, come diamine fai a mangiare la mattina presto, si può sapere? Mi viene la nausea solo a guardati »
Che poi il biondino non sapeva ancora se quella sensazione di nausea era dovuta al cibo di prima mattina oppure dal fratello, che sembrava mangiare come un barbaro a digiuno da mesi.
«Sai che la colazione è il pranzo più importante della giornata? » spiegò Sora, alzando il dito indice verso l’altro per sottolinea quell’ovvietà.
Roxas si lasciò scappare un sorriso e si chinò leggermente in avanti, appoggiando il gomito sopra al tavolo e una guancia sopra il palmo aperto della sua mano.
«Intendevi dire pasto al posto di pranzo, vero? » affermò osservando il fratello moro che, dopo aver ascoltato la risposta del fratello, arrossì lievemente.
«C-Certo. Sei tu che hai sentito male »
«Sì, come no » Roxas roteò gli occhi e afferrò il succo di frutta. « In ogni caso quella che stai usando è la mia tazza, sappilo»
Il moretto sollevò nuovamente lo sguardo verso il fratello e scosse la testa, indispettito.
«No, non è vero. Questa è mia. » afferrò la tazza con entrambe le mani e se la strinse al petto, come se da un momento all’altro il fratello potesse alzarsi e rubargliela da sotto il naso.
«E invece no. E’ quella bianca quindi è mia »
« Ma il bianco è il mio colore preferito » esclamò Sora, punzecchiando la tazza con le dita. Il biondo sollevò un sopraciglio.
« No, il rosso è il tuo colore preferito e si dia il caso che questa – si fermò dal parlare e sollevò la tazza che aveva davanti- è rossa e ti appartiene»
Sora borbottò qualche parola sconnessa, appoggiò la tazza bianca sul tavolo e sorrise verso il fratello.
«Eddaiiii, solo per oggi fammela usare. »
«Non credo di avere altre possibilità, sai? Visto che ci hai già versato il latte … »
Alla parola “latte” Roxas fece una smorfia, mentre un brivido di disgusto gli attraversò lo stomaco. 
Quel coso bianco e nauseante non lo riusciva a sopportare. Sarà che quando era piccolo lo avevano cresciuto a latte e passati di verdura e quindi adesso, dopo anni, non riusciva più nemmeno ad annusarlo.

Sora sorrise mentre guardava il volto contrariato del fratello e si limitò ad afferrare un cucchiaio e a mangiare. 
Rimasero per una decina di minuti in silenzio, Roxas che trafficava con l’Ipod e Sora che mangiava i suoi cereali. 
L’unico rumore che si sentiva era quello della musica del biondo che usciva dalle cuffie e il suono del cucchiaio del moro che andava a sbattere contro la tazza.

« Oggi pomeriggio esci con Axel, giusto?» il maggiore spezzò il silenzio, mentre si alzava dalla sedia e portava la tazza nel lavandino.
Roxas sollevò lo sguardo dal suo Ipod e si tolse una cuffia, sollevando un sopracciglio.
«Uh? Che hai detto? » era riuscito solamente a sentire qualche borbottio uscire dalla bocca del fratello, però non aveva capito che cosa aveva detto.
Sora si voltò verso di lui velocemente, sorrise e si grattò la nuca.
«Na, niente di importante; lascia stare. Adesso è meglio andare a scuola. Eccoti la tua radio »
Trafficò nelle tasche dei pantaloni e prese la radio – per fortuna che era piccola- e la lanciò al fratello.
Roxas sorrise lievemente quando si ritrovò con la su adorata sveglia tra le mani; si alzò anche lui da tavola e si diresse verso l’uscita, senza rispondere al fratello.

Il moro sospirò, osservando la tazza rossa che il fratello aveva lasciato sul tavolo: non ci aveva nemmeno versato il succo di frutta, cavolo.
La prese e la posò vicino all’altra, quella bianca. Rimase per un attimo a guardarle, pensando al fatto che assomigliavano un po’ a loro due, quelle tazze. Indugiò imbambolato li per un po’ finché non sentì il fratello aprire la porta di casa e le ruote dello skateboard risuonare nel vialetto di casa.
Allora anche lui uscì da casa, chiuse la porta e corse verso il fratello, affiancandolo.

«Hey, potevi aspet- » « Sora, Roxas! Buongiorno»
Kairi, seguita da un impassibile Riku, si sbracciava verso di loro con un sorriso sulle labbra.
Entrambi ricambiarono il saluto e da li si separarono: Sora si fermò a parlare con i suoi due amici e Roxas saltò sopra al suo skateboard e si diresse verso la chioma rossa che aveva avvistato poco distante da lui.

 

---

 

Mi ricordo che quella notte, quando arrivò la chiamata da parte della polizia, mi misi a piangere.
Corsi verso la camera di mio fratello e, in lacrime, gli dissi tutto quello che il colonnello, con la sua voce piatta e priva di emozioni, mi aveva riferito per telefono.
Io piansi tutta la notte e mi strinsi a lui, aggrappandomi al suo petto e stringendo i denti.
Mi ricordo che lui non mi scacciò, ma mi ricordo altrettanto bene che non mi strinse di rimando.

 

The lowest form of Mel

Bene, eccoci qui. E' una long. Sì, proprio così. E' una follia, è stupida e non so nemmeno io che cosa ne uscirà alla fine.
E' nata perché ci sono poche, pochissime, Sora/Roxas nel fandom italiano e quiiiiindi .... Eccomi qui. Però non ci sarà solo questa coppia, l'AkuRoku non mancherà.
E' solo una shonen-ai diciamo, nulla di spinto -w-
Il rapporto andrà avanti lentamente, diciamo. Roxas sarà combattuto tra l'amore fraterno con Sora e quello d'amicia con Axel.
Rimarrà costantemente indeciso.
In ogni caso le canzoni che si sentono in questa storia sono:
- Breakin dishes - Rihanna ( Ascoltata da Sora )
- Wasting time - Red ( Quella di Roxas )
Beh, al prossimo capitolo e mi piacerebbe sapere le vostre opinioni, visto che questa storia è sempre in bilico tra il " la detesto" " Non posso non continuarla"
Mel.

   
 
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