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Autore: live in love    01/09/2011    6 recensioni
Tratto dal Prologo:
[- Portane uno anche a lei, va - la indicò con un gesto del capo ridacchiando, indignandola lievemente per quel suo modo sbruffone.
Il barista le posò davanti in meno di un secondo un bicchiere dello stesso liquore, felice che avesse ordinato qualcosa di più forte della sua coca-cola.
............
- E sentiamo, Mr- sono-bravo-a-leggere-le-persone, cosa te lo fa capire?- chiese pungente e sarcastica, guardandolo con un sopracciglio inarcato. Di solito non rispondeva così, se non quando una persona la provocava particolarmente.
Lui, tuttavia, sembrò divertito dalla sua risposta.]
Salve, questa è la nuova versione della storia che avevo già pubblicato.
....
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic AVVISO: Vi lascio i link dei trailer della fanfiction fatti dalla mia designer ( Missdelena97) TRAILER 1..TRAILER 2

I WILL ALWAYS CHOOSE YOU

I WILL ALWAYS CHOOSE YOU

3

Cena con il testimone..

- Elena, lui è Damon. Damon Salvatore, il mio testimone –

Rimase totalmente immobile, trattenendo il respiro alla vista di chi gli era davanti.

Non rispose neanche ad Alaric, la cui voce le giunse ovattata alle orecchie.

Capelli corvini, alto quanto basta, fisico slanciato e muscoloso.

Il sangue le si gelò, poi, letteralmente nelle vene incontrando quegli occhi di un azzurro così strano, simile al colore del ghiaccio e imperturbabili.

Non era possibile. Doveva aver visto male, doveva essere sicuramente così.

Era un’allucinazione della sua mente malata.

Si, doveva aver mangiato qualcosa di narcotico, si disse, o forse era ancora ubriaca. Anzi, lo era sicuramente.

Anche perché se no, non si sarebbe spiegato come mai vedesse il ragazzo sconosciuto della sera precedente proprio dinnanzi a lei.

Continuò a fissarlo con gli occhi lievemente sbarrati, ricevendo uno sguardo egualmente confuso e stordito.

Sbatté le palpebre per poi lanciargli un altro sguardo, preparata a vederlo scomparire da un momento all’altro ma lui rimase lì, proprio davanti a lei.

No, non era possibile.

Fu questo l’unico pensiero coerente ma fugace che le attraversò la mente in quel momento.

Sbatté ancora un paio di volte le palpebre, sicura di aver visto male. Non poteva essere, altrimenti.

- Elena?- la chiamò sconcertato Rick, non capendo quel suo improvviso mutismo.

- Uhm?- fu l’unica risposta sensata che riuscì a dare, seppur distrattamente.

Distolse gli occhi puntandoli su Alaric, poco distante da lei intento a cucinare.

- Lui è Damon Salvatore, il mio testimone.- le ripetè corrugando le sopracciglia, perplesso dal suo inusuale comportamento.

Damon Salvatore…..il mio testimone….Damon…ragazzo sconosciuto….. mio testimone… Damon Salvatore.

Quelle parole continuarono a vorticarle nella mente combinandosi in modi confusi e diversi, senza che lei riuscisse realmente a comprenderle a pieno.

Quindi il ragazzo che aveva rimorchiato – o che l'aveva rimorchiata, a seconda dei punti di vista- si chiamava Damon.

Annuì lentamente, ma solo un secondo dopo capì l’informazione davvero importante contenuta in quella frase.

Oh cazzo, era lui il testimone di Alaric!

Con il cuore che le martellava nel petto per la sorpresa e lo sconcerto di quella scoperta, si voltò nuovamente verso di lui.

Elena scontrò i suoi occhi con quelli chiari del ragazzo, che le restituì uno sguardo del tutto identico al suo.

Damon se ne stava immobile a pochi passi da lei, fissandola circospetto e confuso con le sopracciglia leggermente aggrottate.

Per un attimo vide un lampo di incredulità e sorpresa attraversare le sue iridi azzurre, che un secondo dopo tornarono però imperturbabili.

Con le labbra schiuse dalla sorpresa, continuò a fissarlo per quei pochi secondi che però le sembrarono un’eternità

Non era possibile. Quante diavolo di probabilità c’erano che fosse proprio lui il testimone di Rick? Forse anche meno dell’uno per cento. Doveva avere proprio il karma contro.

Per fortuna ci pensò lui a rompere quel silenzioso momento imbarazzante.

- Damon - allungò improvvisamente la mano in un gesto fluido, protendendosi verso di lei.

- Piacere, Elena – mormorò, ancora stordita allungando anche lei la mano.

Percepì distintamente lo sguardo sospettoso di Jenna, appoggiata alla cucina con un bicchiere di vino in mano, e quello più ingenuo ma allegro di Rick che continuava a cucinare.

Si sa,le donne hanno il sesto senso sempre attivato e quello di Jenna non andava assolutamente sottovalutato.

- Oh, il piacere è tutto mio- affermò lui aprendosi in un sorriso sfacciato, calcando maliziosamente sulla parola “piacere” conferendole una sfumatura languida.

Fece per ribattere, fulminandolo con gli occhi, ma l’improvviso leggero movimento dei suoi polpastrelli a contatto con la sua pelle accaldata la bloccò.

Una sensazione prepotente di déjà-vu la colpì alla bocca dello stomaco, mentre il ricordo sbiadito di quelle stesse mani in altri punti del suo corpo si proiettavano nella sua mente arrossandole le guance.

Rabbrividì involontariamente e, come scottata, mollò immediatamente la presa, incrociando poi le braccia al petto.

Distolse lo sguardo non riuscendo più a reggere quello ceruleo e consapevole di lui, puntandolo sulle ante lavorate della cucina che trovò improvvisamente interessantissime, mentre i ricordi sbiaditi iniziavano a riemergere nella sua mente.

Mani calde che la denudavano con gesti veloci. Labbra leggere posate alla base del suo collo in un morso leggero. Corpi sudati avvinghiati in movimenti ondeggianti e languidi.

Boccheggiò trattenendo il respiro come folgorata, mentre nella sua mente continuavano a proiettarsi quelle immagini sfocate ma allo stesso tempo nitide.

Il respiro le si spezzò in gola all’ennesimo flashback.

Sussurri spezzati da sospiri che si infrangevano contro la sua spalla nuda. Occhi imperturbabili scuriti dal desiderio e le sue mani aggrappate ad una schiena muscolosa.

In automatico, alzò gli occhi su di lui come per ritrovare quello stesso sguardo , o forse semplicemente per ottenere riscontro di quello che aveva appena ricordato.

Damon le restituì un’occhiata maliziosa e divertita, che fu però interrotta da Jenna che passò fra loro due con un piatto di contorno in una mano e la bottiglia del vino nell’altra.

- E’ pronto. Tutti in tavola- affermò poi Rick, sorpassandola e prendendo posto a capo tavola.

Ma proprio in quel momento dovevano riemergere quei dannati ricordi? Si chiese leggermente frustrata, prendendo anche lei posto a tavola con ancora le guance arrossate e il battito accelerato.

Si passò una mano fra i capelli, cercando di scacciarli dalla sua mente.

- Buon appetito!-

Sospirò, fissando il piatto di pasta al pesce davanti a lei.

L’appetito le era decisamente passato.

*******************************

Afferrò un altro piatto e , dopo averlo sciacquato brevemente con dell’acqua fredda, lo mise nella lavastoviglie, ormai carica.


Si era offerta di lavare lei i piatti e mettere in ordine la cucina non appena Rick aveva proposto di spostarsi in salotto a bere qualcosa e mangiare il dolce davanti alla partita di baseball.

Jenna, del tutto allergica alle faccende domestica, era stata più che felice di non doverci pensare lei mentre Alaric aveva, invece, insistito di più affinché ci pensasse dopo ma lei era stata irremovibile.

Alla fine l’uomo era riuscito a strapparle la promessa che facesse presto, ma lei sapeva benissimo che non l’avrebbe mantenuta.

In verità odiava con tutta se stessa lavare i piatti, ma avrebbe fatto di tutto per non stare ulteriormente in compagnia di quello sbruffone, probabilmente anche mettersi a spolverare i lampadari.

Temporeggiò lavando con calma un bicchiere, perdendo più tempo possibile nonostante non avesse alcun obbligo di farlo visto che tanto poi lo avrebbe messo in lavastoviglie.

Non sarebbe uscita dalla stanza finche tutta la cucina non avesse brillato e poi, beh poi, avrebbe trovato qualcosa d’altro da fare, intanto sarebbe già stata notte fonda e quindi lui se ne sarebbe andato.

Era un piano un po’ infantile, se ne rendeva benissimo conto ma non poteva farci nulla: Damon Salvatore la irritava e innervosiva.

Il fatto che poi ci avesse fatto sesso da ubriaca e che lui continuasse a rimarcarglielo con battutine maliziose e frecciate ambigue, non aiutava certo a farglielo andare a genio.


Jenna aveva ragione: era uno sbruffone pieno di sé, vanitoso e vanaglorioso come pochi ne aveva conosciuti in tutta la sua vita.


Damon aveva passato l’intera cena a lanciarle battutine spinose, ironiche e a doppio senso, con il puro intento di metterla in difficoltà per il solo gusto di vederla imbarazzata davanti a Jenna e Alaric, supponeva.


Lei gli aveva sempre risposto pungente per metterlo a tacere , cercando di dargli corda il meno possibile ma in alcuni era stato davvero difficile non assecondare il pizzicore sulla lingua e rispondergli adeguatamente.

Mantenere il controllo e non tirargli qualcosa contro, magari un piatto, era stata un’impresa non da poco ma alla fine ci era riuscita.

Era sicura, però, che sarebbe stato tremendamente catartico farlo.

Cosa diavolo ci aveva trovato in lui la sera prima? Era stata la domanda che aveva continuato a vorticarle in testa fra una risposta al vetriolo e un piatto di pasta al pesce.

Doveva proprio essere ubriaca, era stata ogni volta la sua unica risposta sensata.

Ma non riusciva neanche dall’esimersi di darsi della stupida, a se stessa e alla sua geniale idea di divertirsi.

Probabilmente doveva avere davvero il karma contro o qualcosa del genere, visto che l’unica volta che si lasciava andare succedeva il putiferio.

Sbuffò .

Ok, era un bel ragazzo fisicamente ma era davvero intollerabile caratterialmente.

Era un mix letale tra un Don Giovanni e un Mr Darcy senza qualità, il tutto coadiuvato da una buona dose di sfacciataggine e malizia che scorgeva in ogni cosa.

E poi aveva quel dannato sorriso da “ cadi ai miei piedi al primo sguardo” incredibilmente irritante.

Damon Salvatore la indisponeva inverosimilmente, arrivò alla conclusione.

E poi quelle sue dannate risposte volutamente a doppio senso e astute le facevano saltare i nervi.

Stentava ancora a credere al fatto che fosse il fratello maggiore di Stefan. Erano totalmente diversi, sia fisicamente che caratterialmente. Non avevano neanche un tratto in comune che indicasse la loro stretta parentela.

Uno aveva gli occhi verdi e i capelli color miele, sempre dolce e disponibile oltre che tremendamente altruista. Era pacato e sereno, disposto ad ascoltare ma non invadente.

Damon era invece tutto l’opposto.

Capelli corvini, occhi cerulei sempre imperturbabili e sorrisino sfacciato sulle labbra. Era indisponente, sfacciato e tenebroso oltre che una miriade di altre cose irritanti. Fin troppo consapevole del suo aspetto fisico credeva che bastasse una sua occhiata per avere ciò che voleva.

Le era bastato davvero poco per inquadrarlo alla perfezione.

Davvero non capiva il perché ci fosse finita a letto.

- Ne manca ancora uno. - esordì una voce bassa e roca che la fece sobbalzare bruscamente, rischiando di farle cadere il piatto dalle mani bagnate.

Si voltò, trovando sulla soglia della porta della cucina la figura slanciata di Damon che la fissava con il solito sorrisino, mostrandole il bicchiere.

Per tutta la sera non era riuscita a capire se fosse irrisorio o presuntuoso.

Con pochi passi felpati e silenziosi la raggiunse, porgendoglielo. Lei lo afferrò senza dire nulla.

Il silenzio calò nella stanza, tanto che poté percepire distintamente Jenna nell’altra stanza parlare al telefono con la vecchia e sorda prozia Cecil e il ciarlare della tv accesa. C’era il baseball quella sera.

Immerse il bicchiere nell’acqua, passandoci sopra la spugna per insaponarlo. Ormai la lavastoviglie era già carica e non ci sarebbe stato niente d’altro.

- E così ti chiami Elena – ammiccò verso di lei con sguardo vispo, calcando sul suo nome.

Si appoggiò poi con i fianchi al bancone della cucina, le mani a lambire il marmo freddo e il viso voltato verso di lei.

A dividerli ora c’era solo la lavastoviglie aperta e lei poté nettamente riconoscere il suo profumo mentato stuzzicarle le narici, dannatamente familiare.

Non si prese la briga di rispondergli o di imbastire un discorso.

Damon le scoccò, allora, un’occhiata bruciante, squadrandola da capo a piedi, mentre le labbra si tendevano in un mezzo sorriso malizioso.

Fu proprio quel sorriso, lo stesso che un minuto prima le aveva fatto stringere a forza il piatto per l’irritazione, che gliene ricordò improvvisamente un altro più languido ma della stessa matrice.

Si irrigidì, mentre immagini sfocate, però sempre più nitide, piroettavano di nuovo nella sua mente in una girandola di colori.

-Come ti chiami? - le chiese ansimante il ragazzo sconosciuto, sovrastandola con il proprio corpo semi nudo ed eccitato.

Lei scosse la testa in un fluire di capelli castani e profumo di lavanda, ribaltando nuovamente le posizioni e mettendosi a cavalcioni su di lui. Cosa che lo fece ghignare apertamente nella penombra della stanza, prima di reclinare leggermente il capo all’indietro contro il cuscino.

- Niente nomi – fu il suo sussurro concitato, spezzato da un sospiro di piacere provocato dalla piacevole frizione dei loro bacini a stretto contatto.

Con la testa leggera, calò poi sulle sue labbra per un bacio rovente che li avrebbe fatti tacere per un bel po’.

Tornò al presente con gli occhi scuri sbarrati e le guance rosse di cupidigia, stordita da quel frammento di ricordo della notte precedente.

Ne aveva avuti altri quella sera, scatenati da un gesto o da una parola qualsiasi, ma mai così chiari e reali.

Deglutì a vuoto, frastornata da cosa aveva appena rivissuto.

- Alla fine ho scoperto comunque il tuo nome – le disse con un ghigno disegnato sulle labbra come se sapesse cosa aveva ricordato in quel momento, una punta di compiaciuta e pungente vittoria nella voce che la infastidì.

Odiava, letteralmente, quel suo modo da padrone del mondo. Era irritante.

- Sei un vero investigatore - lo rimbeccò sarcastica lei fingendo un’espressione meravigliata, lanciandogli poi uno sguardo fulminante da sotto le lunghe ciglia scure prima di ripuntarlo sulla acqua nel lavello.

Lui fece una smorfia alle sue parole, prima di aprirsi nuovamente in un sorrisino sfacciato.

- Si,in effetti è una delle mie innumerevoli doti - si pavoneggiò Damon con un gesto della mano.

- Anche se la migliore l’hai già scoperta ieri notte – soffiò malizioso e sfacciato, protendendosi lievemente verso di lei e scoccandole un’occhiata lussuriosa con gli occhi adamantini.

Elena roteò gli occhi al soffitto, non potendo però impedirsi di arrossire.

Infatti, quei pochi ricordi che aveva tornarono a manifestarsi prepotenti davanti ai suoi occhi.

In risposta insaponò con più forza il bicchiere, percependo il suo sguardo intrigato su di se.

Ero lo stesso che aveva percepito al bar la sera prima, quello le era rimasto impresso nella mente.

Tuttavia, cosa diavolo avesse trovato in lui di così interessante continuava a non capirlo.

Si ricordava perfettamente – una delle poche cose che rammentava distintamente – che quel suo stesso comportamento saccente da “io so tutto di tutti” e la battutina maliziosa e ambigua sempre pronta, l’avevano indisposta ma poi c’era stato qualcosa che le aveva fatto cambiare idea.

C’era stato qualcosa che l’aveva attratta, rabbrividì incredula alle sue stesse parole.

Aveva accettato da bere e poi, beh, poi i suoi ricordi sfociavano nella confusione causata dall’ubriachezza, tranne quei pochi frammenti che stavano riemergendo lentamente.

- Non ricordo quasi niente di ieri sera – gli disse volontariamente tagliente, voltandosi poi verso di lui con un sorriso felino – Evidentemente non c’è molto da ricordare – alluse chiaramente alle sue scarse prestazioni sessuali, anche se davvero non ricordava nulla e quindi non avrebbe potuto comunque giudicare.

Ma questo lui non poteva saperlo, quindi andava bene così.

Roteò leggermente il busto per mettere il bicchiere in lavastoviglie ma, forse a causa del sapone, le scivolò dalle mani.

Di riflesso tentò di afferrarlo, protendendosi con il corpo in avanti, ma si scontrò solo con la mano di lui che lo aveva già preso al volo.

Percepì le sue mani calde sotto i polpastrelli ed ebbe, come le era capitato quella sera ogni santa volta che aveva incontrato il suo sguardo, la sensazione pressante di déjà-vu.

Erano vicini ora, quasi a contatto, tanto che percepiva il suo respiro caldo contro la pelle.

Tentò di prendere il bicchiere ma lui non mollò la presa, impedendoglielo e chiudendo anche la sua mano nella presa.

- Potremmo ripetere l’esperienza allora, per rinfrescarti la memoria.- le disse malizioso, in un sussurro che sapeva di promessa di lussuria.

Elena, stizzita per quella sorta di avance, alzò lo sguardo su di lui scoprendolo più vicino di quanto credesse e intento a fissarla con un mezzo sorriso.

Strinse le labbra, cercando di placare il sempre più insistente bisogno di tirargli contro qualcosa, magari quello stesso bicchiere.

Non c’era nulla da fare: la indisponeva inverosimilmente, soprattutto quel suo modo da seduttore.

- Io avrei un’idea migliore – soffiò Elena, improvvisamente accondiscendente , avvicinandosi con fare provocatorio a lui.

Lo vide sorridere compiaciuto e vittorioso mentre lei avvicinava le sue labbra a quelle di Damon, già schiuse per l’aspettativa.

- Perché….perché non te ne vai al diavolo?! – si allontanò bruscamente proprio quando ormai erano a pochissimi centimetri da un bacio, prendendogli il bicchiere dalle mani e mettendolo nella lavastoviglie con un gesto secco.

Si concesse un piccolo sorriso di vittoria, godendosi appieno la bruciante ferita del rifiuto inferta al suo – smisurato- ego attraversargli gli occhi in un lampo, prima che essi tornassero imperturbabili come sempre.

Damon strinse le labbra in una linea serrata e stizzita, che lasciava trapelare tutta la sua irritazione.

Lei non poté fare a meno di congratularsi ancora una volta con se stessa per averlo messo a tacere. Era una sensazione dannatamente piacevole che la ripagava di tutto il nervoso che si era fatta quella sera.

- Sai ti ricordavo più simpatica –

- E io più bello- ribatté tagliente, riservandogli un sorriso fintamente sdolcinato seguito da un’occhiataccia, l’ennesima.

Non ci poteva fare nulla. Le veniva spontaneo rispondere per le rime ad ogni sua frecciatina o battuta. Era un desiderio troppo pressante per essere soppresso.

- Ouch, hai ferito il mio povero animo- si portò teatralmente una mano all’altezza del cuore, fingendosi ferito.

In verità non era sembrato per nulla toccato da quello che aveva detto, anzi sembrava quasi divertito.

Aveva già detto che non lo sopportava?

Si asciugò le mani e dopo chiuse la lavastoviglie facendola partire.

Con il vestito azzurro leggero a sfiorarle le gambe nude si avvicinò al frigo e prese il dolce, appoggiandolo poi sul tavolo in legno scuro.

Si sentì per tutto il tempo i suoi occhi addosso,ma quando si voltò lo trovò intento a guardare alcuni post-it di Jenna appesi nella piccola lavagnetta sopra i fornelli.

Doveva essere stata solo una sua suggestione, scosse la testa.

Aprì la scatola azzurra tirando fuori la torta ai lamponi, accorgendosi solo dopo che le serviva un coltello per tagliarla e che lo stesso era nel cassetto proprio contro cui era appoggiato Damon.

Si voltò, avvicinadosi per prenderlo ma lui non si spostò.

- Devo prendere il coltello- sbuffò.

- E quindi?- le domandò lui innocentemente, fingendo chiaramente di non capire.

- Spostati – affermò.

- Perché?- continuò col puro intento di innervosirla.

- La mia pazienza non è infinita, Damon- gli disse, scoccandogli un’occhiata schietta.

- Ok, ok –ridacchiò alzando le mani in segno di resa.

Sospirò, sorridendo internamente per quella vittoria, ma aveva cantato vittoria troppo presto.

Mosse infatti un passò sicura che lui si sarebbe spostato,ma ciò non accadde e così finì per andargli addosso.

- Ho già detto che ti ricordavo più simpatica?- la canzonò guardandola dall’alto del suo metro e ottanta – E anche più rumorosa, a essere sinceri – continuò calcando con malizia sulle parole.

Con le guance rosse e stizzita, lo allontanò con una spinta provocando nuovamente la sua risata.

Aprì il cassetto, prendendo il coltello.

- Comunque è un peccato che tu te ne sia andata questa mattina, avremmo potuto fare un secondo round- le sussurrò all’orecchio malizioso, tornando a pressarla con la sua vicinanza.


Lei si voltò, seppur a fatica visto la vicinanza del suo corpo, schiacciandosi contro il mobile della cucina per non toccarlo.


- Ho un coltello in mano, non vorrei doverlo usare- lo minacciò, fissandolo torva da sotto le ciglia scure.


- Uh che acida.. dovresti assumere più zuccheri per addolcirti un po’ – si allontanò di qualche passò.


- Elena, è arrivata Caroline!- fu l’urlo di sua zia dall’altra stanza.


Per fortuna, pensò.

Lui,così come era arrivato,se ne andò, senza dire nulla.

Sospirò, ora decisamente più tranquilla.

Dannazione, come avrebbe fatto ad arrivare viva e intera al matrimonio di Jenna?

Ed ecco qua il nuovo capitolo! Vi ho fatto aspettare un po’ di più dell’ultima volta, ma il capitolo sembrava proprio non voler uscire.

Spero che vi sia piaciuto anche se continua a non convincermi molto.

Ora passiamo ai soliti punti chiarificatori:

1- Cosa più importante: i personaggi sono tutti UMANI e non esiste nulla di sovrannaturale, quindi terrò conto solo di alcune cose accadute nel telefilm.

2- Questo capitolo è interamente dedicato all’incontro Damon\Elena.

Spero che la prima parte non risulti sconnessa con la seconda, dal momento che ho scritto prima l’ultima parte e poi la primaJ

Si vede chiaramente qui ciò che pensa Elena, ho cercato di renderlo il più chiaro possibile e spero di esserci riuscita. Direi che non c’è molto da dire perché si commenta da solo questo chappyJ

3- Questa storia era già stata pubblicata da me un po’ di tempo fa con lo stesso titolo ma sia causa di scarso interesse sia perché non mi convinceva più di tanto ho deciso di riscriverla tutta dall’inizio . La vecchia versione quindi è stata cancellata.

4- I personaggi di questa storia (purtroppo) non mi appartengo e non li uso per nessun motivo di lucro.

5- Se avete dubbi fatemelo sapere sia privatamente che tramite le recensioni e io vi risponderò!

5- Ho aggiunto un’immagine fatta da me( lo so che fa pietà ma sono davvero negata nella grafica e spero di non esserlo così anche nella scrittura!) ma se qualcuno volesse fare una sorta di copertina della fan fiction mi farebbe davvero piacere! Contattatemi se siete interessati.

6- Come avrete potuto notare all’inizio, oltre alla mia immagine ho messo anche un video fatto da una mia amica: Missdelena97.. Grazie tesoro! Spero vi piaccia, io lo trovo molto bello.. dateci un’occhiata…

7- Un GRAZIE gigante a tutte le persone che hanno recensito ( la storia ha già 10 recensioni, e io che pensavo non fosse un granché!), ma soprattutto a tutte le persone che mi hanno sostenuto mentre io ero in crisi perché non riuscivo a scrivere il capitolo. GRAZIE davvero!

Direi che non altro da dire se non che spero recensiate e che il capitolo vi sia piaciuto.

Fatemi sapere che ne pensateJ

Kiss kiss Live in Love.

PS: non ne sono ancora sicura ma la prossima storia che dovrei aggiornare è quella Nian.. True Love- Vero amore… tenetela d’occhio quindi perché sono molto ispirata per il prossimo capitolo!:)

   
 
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