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Autore: Calcifer92    03/09/2011    0 recensioni
Il Tempio di Hana è la casa di due fratelli che vivono quasi sempre da soli poiché i genitori si trovano nella capitale per motivi di lavoro. Lui ha appena finito le medie e sta per frequentare il primo anno delle superiori, lei invece frequenterà la terza media. Entrambi inizialmente molto timidi, ed entrambi degli alunni modello. Dei ragazzi normali insomma... tuttavia, uno spiacevole episodio, cambierà loro la vita e andrà a minacciare il loro legame affettivo.
Genere: Commedia, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ciondolo a forma di stella

–        Cos’è quest’odore? Non è possibile, no non è possibile –
Capisco che il mio comportamento possa sembrare un po’ sospetto, e capisco anche che potrebbe sembrare che io abbia rubato qualcosa. Ma se è come penso io, di certo la ladra qui non sono io.
–        Ryuuuuuuuuuuu! Non provarci nemmeno! –
E così iniziai a correre seguendo la scia di odore, e notai che Ryuu stava voracemente divorando quegli avanzi di carne che Himeko aveva messo nella sua ciotola.
–        Ryuu, brutto idiota, perché non mi hai aspettata eh? Per una volta che mangiamo bistecca e ci danno anche gli avanzi tu li mangi tutto da solo? –
Ero arrabbiata, più che arrabbiata. Non potevo non esserlo. Quello stupido non mi aveva lasciato neanche un po’ di carne. E dire che è il mio cibo preferito. Il bello è che cercava anche di giustificarsi!
–        Eri stata via tutto il giorno, pensavo che stasera non saresti tornata a casa –
–        Come pensavi!? Torno a casa tutte le sere e perché proprio oggi non sarei dovuta ritornare? Eh? Me lo spieghi? Ti sei divorato tutta la mia buonissima carne… e pensare che erano mesi che non ne mangiavo! –
–        Tua? Guarda che Himeko l’ha data a me –
–        Non dare la colpa ad Himeko adesso! Questa me la paghi! –
Non ci vedevo più dalla rabbia. La mia carne, la mia buonissima e preziosissima carne. Adesso non c’era più. Era tutta nella pancia di quello stupido. Non è giusto. Non è giusto. Non è giusto. E’ mia. Ridammela!
Balzai addosso a lui e gli mollai un graffio con tutte le mie forze. Tentò di scappare ma io lo assalii ed iniziai ad azzannarlo. Doveva pagarmela.
 

***************************************************  


–        Ah, ecco dove eri corsa così di fretta Tora, avevi sentito l’odore della car… –
Neanche finii di parlare, che quei due iniziarono ad azzuffarsi. Strano, non l’avevano mai fatto prima d’ora e adesso, inspiegabilmente, cominciavano a litigare.
–        Himeko! Himeko! Vieni fuori…  i gatti! –
Anche lei doveva vedere, altrimenti non mi avrebbe mai creduto se gliel’avessi solo raccontato. E dire che andavano così d’accordo.
–     Bentornato fratellone! –
Himeko mi diceva sempre così quando tornavo a casa. Probabilmente non si era ancora resa conto della zuffa nonostante i versi a dir poco cavernosi emessi da Ryuu e Tora che si squartavano l’un l’altro. Le feci segno con il dito di voltarsi e…
Quando Himeko vide i due gatti litigare il suo volto impallidì, e assunse un’espressione da un lato attonita e sorpresa ma allo stesso tempo triste. Se le avessi fatto una foto in quel momento, sarebbe potuto sembrare che lei avesse visto un fantasma proprio in quel momento, tuttavia di fronte ad un fantasma avrebbe di certo avuto una reazione migliore. Ad un tratto i suoi occhi si impregnarono di lacrime, le quali ben presto iniziarono a solcarne il volto, e piangendo tornò in casa lasciando la porta aperta.
–        Vergognatevi, avete fatto piangere Hime-chan! Suvvia, adesso smettetela subito! –
Non avessi mai detto quelle parole. Soltanto un passo. Mossi soltanto un dannatissimo passo. Volevo soltanto separare quei due dal litigio, ma mi accorsi che sotto la mia scarpa avevo qualcosa, un qualcosa di… vetro?
–        Himeko! –
Quello che avevo calpestato era il ciondolo a forma di stella di Himeko, il suo ciondolo preferito, quello che portava sempre al collo e non toglieva mai. Ma come mai l’avevo calpestato io? Come mai si trovava sotto i miei piedi? Perché io? No, non può essere che se lo sia tolto! Deve averlo fatto cadere quando ha dato da mangiare a Ryuu. Santo cielo, vuoi vedere che s’è messa a piangere proprio per questo motivo?
–        Himeko! –
Ripetei il suo nome mentre varcavo la porta di casa, semichiusa, senza curarmi né di chiuderla, né di togliermi le scarpe.
–        Himeko, sorellina, senti io… –
Himeko era lì, seduta per terra, con gli occhi gonfi di lacrime e singhiozzava. Quel ciondolo doveva essere importante per lei. Le misi una mano sulla spalla per consolarla, quando lei la afferrò e mi strattonò via, poi si alzò in piedi e mi disse:
–        Yuudai tu… tu… io ti odio!  –
Non avrei mai voluto sentire quelle parole. Tutto ma non quello. No, non potevo accettarlo, non poteva andare così.
–        Sorellina mi dispiace, io…  –
–        Tu cosa? Adesso non mi verrai a dire che non l’hai fatto apposta? –
Quando mia sorella si arrabbia è peggio di Tora, pensai. Spero almeno che le passerà in fretta.
–        Come hai potuto? Era il mio ciondolo preferito! Non potevi starci più attento? –
–        Mi dispiace, forse si può aggiustare –
Cercavo di consolarla, ma dopotutto sapevo che non poteva essere aggiustato. Un oggetto di vetro è così… fragile.
–        Dai, se non si può aggiustare te ne compro uno più bello –
–        Stupido! Non sarebbe la stessa cosa neanche se me lo ricomprassi uguale o centomila volte più bello. Quello era il ciondolo che mi aveva regalato Aiko, era la mia cosa più preziosa. E tu l’hai distrutta in mille pezzi! –
Gli occhi di Himeko erano sempre più gonfi di lacrime, e quasi non riusciva a parlare mentre mi stava rimproverando. Tuttavia riusciva a trovare una forza che sicuramente neanche lei sapeva di avere. Le avevo portato via la cosa più preziosa, e adesso lei mi odiava. Lei ha perso il ciondolo che le aveva regalato la sua migliore amica, e che considerava il suo oggetto più prezioso, ma io stavo per perdere qualcosa di più importante e neanche me ne rendevo conto. Forse è proprio per il fatto che non me ne rendevo conto che le dissi quelle dannate parole…
–        Himeko, adesso basta! E’ solo uno stupido ciondolo, ti prometto di comprartene uno nuovo –
–        Stupido? Solo uno stupido ciondolo? Qui l’unico stupido sei tu Yuudai! Cosa ne puoi capire tu? Cosa ne sai tu di cosa significa per me quel ciondolo? Ti odio! –
Dopo aver ripetuto quelle due ultime parole che mi facevano così tanta paura, mi mollò uno schiaffo sulla guancia destra lasciandomi il segno del palmo della sua mano. Poi uscì di corsa e si andò a rifugiare chissà dove incurante del fatto che i gatti stavano ancora azzuffandosi.
–        Quante storie per uno stupido ciondolo, domani le passerà… –
Non sapevo quel che dicevo ve lo assicuro e di lì a poco me ne sarei pentito. Dopo aver cenato, salii le scale che portavano in camera da letto, accesi la luce e…
 
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–        Ferma Tora, suvvia! È soltanto della stupida carne. Ti prometto che la prossima volta te la conservo –
–     Non me ne faccio niente delle tue promesse, me la devi pagare e basta! –
Mentre stavo mordendo l’orecchio di Ryuu non mi ero accorta di quello che stava succedendo dentro casa. Però quando vidi Hime-chan correre via piangendo verso il magazzino decisi di lasciar perdere l’orecchio di quello stupido e di seguirla.
Si era rintanata in un angolino buio che prima era occupato da uno scatolone pieno di concime. Piangeva ancora, e stava singhiozzando, così cercai di consolarla avvicinandomi a lei e facendole le fusa. Lei mi prese in braccio e mi raccontò quello che le era successo. Yuu-kun era stato sempre un tipo molto distratto, però almeno a quel ciondolo a cui Hime-chan teneva tantissimo poteva starci attento.
–     Sei l’unica che mi vuole bene qui piccola Tora, lo sai quell’idiota come ha definito il mio ciondolo? Ha detto che è solo uno stupido ciondolo come se non gliene importasse niente di averlo rotto! –
Hime singhiozzava ancora, quel ciondolo doveva essere davvero molto importante per lei. Ma dopotutto che ci possiamo fare, fatta la frittata le uova non tornano intere, e neanche la carne che si è mangiato quella testa bacata di Ryuu. I maschi sono tutti stupidi, non c’è che dire.
–     Mia piccola Tora, adesso io… penso di essere diventata figlia unica –
Quando me lo disse in un primo momento non capii, e non potevo neanche immaginare quello che poteva succedere. Dopotutto io ero soltanto una gattina, quindi mi limitai a farle le fusa e a farmi accarezzare: era il minimo che potessi fare per lei.
 
  
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