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Autore: _Veronica    12/09/2011    6 recensioni
Hayden non era come tutti gli altri.
Non voleva essere come tutti gli altri.
Necessitava solo di quel piccolo sfogo chiamato musica.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Primo.
Walkin' Alone.

Vi fornisco una semplice idea del nostro personaggio.
Avete presente lo sfigato? Occhiali, con lenti a fondo di bottiglia, stimati dagli storici più o meno sui primi anni del ‘900, corporatura troppo esile o troppo poco, capelli unti, naso colante? Ecco.
Non è così.
Ora immaginatevi il giocatore di football, biondo, alto oltre il metro e ottanta, eccezionalmente idiota, biondo, occhi azzurri un colorito sempre giusto e un’orda di ragazzine urlanti sempre intorno.
Nemmeno lui.
Vi do pochi indizi, pochi ma.. Interessanti.
Il suo armadietto è completamente spoglio nessun adesivo, nessun bigliettino, niente di niente, solo un quaderno rosso per gli appunti, una penna mangiucchiata e una felpa, di quelle col cappuccio.
I suoi occhi sono verdi. Sono due smeraldi che quando ti guardano ti trafiggono l’anima e le sue mani.. Le sue mani affusolate, delicate o rudi a seconda delle occasioni.
Non cura molto il suo look, si mette quello che gli capita sotto tiro, una maglia blu o rossa? Che differenza fanno sono indumenti.
In quanto alla sua fama al suo ultimo anno di liceo? Oh, era molto famoso.
Non era quotato come i giocatori di football e nemmeno sembrava interessargli farne parte, ma era enigmatico. Era questo che attirava le ragazze. Il suo essere schivo verso chiunque, il suo animo celato al mondo riconosciuto solo a se stesso e i suoi modi di fare, questo faceva impazzire le ragazze e di questo ragazzo cercheremo di scoprire la vita.

Il suo nome è Hayden, fa parte di una band chiamata Beyond the Path una fusione tra metal, gothic e rock. Lui stava alla chitarra e alla voce, Tommy alla batteria, Nick al basso, Joe alla seconda chitarra e Matt alle tastiere.
L’estate era appena giunta al termine, i cinque ragazzi avevano appena firmato un contratto con un agente di Manhattan per suonare nei locali più in voga, erano sovraeccitati, sebbene della stessa città Hayden non andava a scuola con Tommy, Matt, Joe e Nick. Gli altri quattro andavano in una scuola privata, poiché benestanti mentre Hayden diceva che la scuola pubblica non gli creava problemi, a parte ogni tanto il polpettone della mensa, ma non era male infondo.
Da quando era in quella scuola nessuno era mai riuscito ad avvicinarlo, o a parlargli, era sempre stato così. Arrivava a scuola, prendeva i suoi libri, faceva lezione e tornava a casa, e nessuno era mai stato a casa sua, e come in ogni scuola ricca di pettegolezzi inventati si vociferava fosse gay.

« Hayden! Hayden! » quella che urlava era Coraline, chiamata Core da tutti, lo preferiva, Coraline la faceva sentire la francesina straniera che era, come si giustificava lei, e sicuramente era anche una delle ragazze più quotate della scuola, era stata con il quoterback della squadra di football ma era finita presto, lei era troppo intelligente per uno stupido come lui che pensava solo al sesso, sicuramente i saggi di Shakespeare di lei non avrebbero gradito.
Si girò tranquillo e vide la stessa scena del venerdì prima, una ragazzina dell’ultimo anno come lui, mora, occhi celesti con delle meravigliose pagliuzze verdi a contornarle le pupille, il fisico snello al punto giusto, un seno di dimensioni poco contenute, e gli occhialetti a lenti rettangolari con la montatura nera, sul naso.
« Ho la direttrice del giornalino scolastico sempre tra i piedi ultimamente, sto diventando famoso? » si appoggiò al proprio armadietto con la spalla, le braccia conserte e la fissò, con un sorrisino non troppo spavaldo ma nemmeno troppo dolce, una giusta via di mezzo.
« No beh.. Mi chiedevo.. Si insomma.. »
« No non sono gay, si i Beyond the Path suoneranno al One Night domani sera e.. basta no per il tuo articolo? » la interruppe.
« Oh.. » Core prese a scrivere sul suo taccuino, poi con un sorrisino malizioso gli chiede « Non credi che dovresti dare una spiegazione alle tue fan? Sono piuttosto giù per questa notizia »
« Senti.. » disse non riuscendo a trattenere una risata. « Solo perché nessuna suscita il mio interesse e non riesce minimamente a farmi voltare il capo quando mi passa davanti non vuol dire che io sia gay.. » disse ancora ridendo e lei storse il naso « e quanto riguarda la dimostrazione.. Beh ho una delle ragazze più carine della scuola davanti e di certo non stiamo parlando di Alexander McQueen o di smalti fucsia! » Core avvampò e lui con una spinta al suo armadietto per chiuderlo prende la sua tracolla da terra e si allontana verso l’aula di musica.

« Allora? »
« Niente, Becky, niente. » la ragazza con i capelli rossi sbuffò alla risposta di Core. « Sembra essere intoccabile. » Becky sbuffò di nuovo e la guardò attraverso i suoi occhi verde scuro.
« Nemmeno un interesse un piccolo dettaglio? »
« Niente ti dico! »
« Oh andiamo Core sei tu l’indiscreta giornalista che è riuscita a far parlare anche Lizzie! »
Lizzie era l’ape regina della scuola, classica bellezza sconvolgente, bionda, occhi blu come il mare, fisico mozzafiato, sempre perfettamente truccata, unghie laccate di blu proprio come i suoi occhi e tre ragazzine, le sue foto copie, più piccole di lei di un anno che le giravano intorno. Lizzie non era poi così buona, odiava chiunque la disturbasse, odiava le ragazzine brutte, o quelle che non si vestivano con stile come diceva lei. E al ballo scolastico dell’anno precedente, era riuscita a cambiare gli esiti di reginetta e re dell’anno, facendo vincere se stessa e il fidanzato, l’ormai famoso quoterback, Josh. E Core, era riuscita a farla parlare, ma l’effetto che voleva sui suoi lettori era far capire quanto fosse falsa, ma la reginetta era riuscita a rivoltare la situazione facendo vedere agli altri che alla fine era sempre stata sincera e che quell’occasione l’aveva fatta pensare. Fandonie questo era chiaro.
« Ma se non ricordi male quella è riuscita a capovolgere tutto raccontando le sue sciocchezze. Non vedo l’ora di andare al college per potermela togliere di torno. »
Becky sbuffò ancora, era la migliore amica di Core, ma era un po’ amica di tutti era solare, dolce, sempre disponibile si faceva chiamare così da tutti sebbene il suo vero nome fosse Rebecca. Non faceva parte del giornalino scolastico, ne delle cheer leader, era solo una ragazzina curiosa, ed estremamente intelligente, aiutava Core con gli articoli quando era in difficoltà ed era da due anni a questa parte l’organizzatrice di ogni evento nella scuola.
« Si ricordo, ma io e te non ci arrendiamo. » Becky fece schioccare la lingua al palato e sparì dietro l’angolo. Core sorrise, mise il taccuino nella borsa e andò nella direzione opposta diretta a matematica.

La musica per lui era tutto.
Quando suonava la chitarra, per se stesso era nel suo mondo, poteva suonare con tranquillità una scala di note o fare una cover di qualsiasi canzone venisse trasmessa alla radio.
Passava dalle composizioni più melodiche dai dolci suoni alle più rudi “strimpellate” nel cortile di casa.
Era nella sua magia, cantava, non gli interessava di essere preciso, d'altronde era la sua caratteristica che lo stava rendendo famoso, essere impreciso, e anche nella vita era così, Hayden era impreciso.

Una voce roca anticipò gli strascichi delle ciabatte in stoffa.
« Hayden, cazzo. Smettila con quella fottuta chitarra e vieni a mangiare. » lui annuì senza proferir parola e fece finta di niente. Aprì la porta, una donna dalla sconvolgente bellezza smagrita lo stava aspettando alla fine del corridoio, con la sigaretta in bocca e un hamburger in un piatto, la puzza di alcol era ovunque.
La seguì e venne inghiottito dal buio delle luci soffuse.
  
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